domenica 27 ottobre 2013

Dal sito: http://cristiano-ortodosso-italiano.blogspot.it/

Abbigliamento adeguato per il clero ortodosso

  
Nel n. 6 di The Russian Pastor, è apparso un articolo
 dell’arciprete Boris Kizenko, "Non ti associare a quest’era". 
L’articolo tocca la questione se i sacerdoti debbano 
indossare o meno la tonaca o la rjasa. Vorrei condividere
 alcune riflessioni su questo tema.
Molto spesso nella sfera delle leggi e delle tradizioni della 
Chiesa, per un motivo o per un altro, ci permettiamo di 
compromettere queste leggi. Nella nostra società di oggi,
 le ragioni e le circostanze di tali compromessi possono 
sembrare molto giustificabili. Tuttavia, il pericolo sta
 nel fatto che ogni compromesso può diventare abituale,
 e il comportamento di compromesso diventa la norma,
 dando luogo a ulteriori compromessi e a un degrado
 generale degli ideali. Padre Boris descrive molto
precisamente questa progressione nel suo articolo.
Nel momento in cui siamo forse a rischio di perdere
 completamente l'ideale nel campo dell’abbigliamento
sacerdotale, è opportuno passare in rassegna le
 norme della Chiesa e le direttive in materia di 
abbigliamento sacerdotale, oltre  a vedere alcuni 
esempi tratti dalla vita contemporanea che
 gettano luce sulla questione.
1) Il canone 27 del 6° Concilio Ecumenico afferma:
 «Nessuno dei membri del clero dovrebbe vestirsi in
 modo inappropriato, né quando è in città, né quando
 è in viaggio. Ciascuno dovrebbe usare l'abbigliamento 
prescritto per i membri del clero. Se qualcuno
 infrange questa regola, che sia sospeso dal
 servizio per una settimana.
 
Qui tutto è chiaro. Se non desideri indossare l’abbigliamento
 di un sacerdote, non osare stare davanti all'altare di Dio.
2) Il grande interprete dei Canoni della Chiesa, Balsamone,
nella sua interpretazione del canone 14 del Consiglio
 Ecumenico 7, che parla della ordinazione dei lettori,
 osserva: "Colui che ha indossato l’abito nero con lo
 scopo di entrare a far parte del clero, non può smettere
di portarlo, perché ha dichiarato la sua intenzione 
di servire Dio e quindi non può rompere la sua promessa
 a Dio e ridicolizzare questa immagine sacra, come fanno 
gli altri schernitori".
Se indossare di continuo un "abito nero" è previsto
 per il primo grado del sacerdozio, il lettore, 
tanto più lo sarà per quelli che sono pienamente
 nel sacerdozio.
3) Nella procedura di domande prima dell'ordinazione, 
il candidato al sacerdozio, alla presenza del suo padre 
spirituale, fa la seguente promessa: "Prometto di indossare
l'abbigliamento adeguato al mio rango sacerdotale, di no
 tagliarmi i capelli, né la barba... perché con 
un comportamento così disdicevole rischierei 
di sminuire il mio grado e di tentare i credenti" 
(promessa numero 5).
È importante notare che, a conferma della sua promessa,
il candidato bacia il ​​vangelo e la croce e mette la sua firma.
 
4) La regola 16 per i sacerdoti della Chiesa ortodossa russa
all'estero dice: "Un prete che riceve un pieno sostegno 
economico dalla sua parrocchia, e a cui viene data la 
possibilità di non fare un lavoro secolare, dovrebbe 
avere l'aspetto di un sacerdote ortodosso, cioè, dovrebbe
 avere i capelli lunghi, la barba, una rjasa, indossare una
 croce di stile appropriato, e non una di sua invenzione, 
e nel suo aspetto esteriore dovrebbe offrire l’esempio
 completo di un vero pastore".
Dobbiamo ricordarci che, se i canoni e i regolamenti 
della Chiesa non fossero importanti, la Chiesa non
 li avrebbe scritti.
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La moglie di un sacerdote, che serve in una grande città americana, 
dove i culti pagani e satanici sono dilaganti, mi riferito questo episodio: batjushka portava sempre la tonaca o
 la rjasa con la sua croce. Dopo il suo arrivo in città, 
si abituò al fatto che, quando camminava lungo una strada, 
o nei negozi, alcune persone reagivano a lui con odio. 
Alcuni addirittura gli sibilavano apertamente contro 
mentre camminavano vicino, altri in realtà gli sputavano 
addosso. Tutte queste cose batjushka le interpretava 
come attacchi di servitori di Satana a un sacerdote di Cristo. 
Una volta è successo che lui e matushka stavano camminando 
lungo il marciapiede nel principale quartiere
 commerciale della città. Improvvisamente, una
donna che sembrava una strega saltò fuori di fronte a lui. 
Iniziò a gridare verso di lui con la voce spaventosa di
un gatto malato, e fece un gesto minaccioso con le
 braccia, come se volesse graffiargli gli occhi. 
Poi subito sparì tra la folla. Il prete e la moglie 
si fecero il segno della croce e continuarono sulla
 loro strada, essendosi abituati a questi eventi.
 Ma poi matushka notò una cosa. Questa volta,
 per qualche motivo, batjushka era in abbigliamento 
secolare. Nulla nel suo aspetto esterno dimostrava 
che fosse un prete ortodosso. Anche i suoi capelli 
lunghi e la barba non erano nulla di eccezionale in 
quelle circostanze.
È chiaro che un sacerdote su un piano spirituale è
 sempre un sacerdote, anche quando non è vestito 
in modo appropriato. Le forze del male lo sentono e 
molto probabilmente sono soddisfatte dei nostri "compromessi".
Un certo sacerdote decise di farsi fare una fotografia. 
Si mise il cappotto e il cappello. Per qualche ragione era
 imbarazzato di farsi fotografare con una croce sul petto.
Si tolse la croce e la mise nella tasca sinistra della giacca. La
 fotografia fu scattata, sviluppata e stampata. 
Con lo stupore sia del fotografo che del prete,
 sulla fotografia c'era un raggio enorme
 (dalle ombre si poteva vedere che non 
era un raggio di sole), che indicava la tasca, 
dove stava nascosta la croce. Il prete chiese 
di far pubblicare questa foto dopo la sua morte.
In una piccola parrocchia della Chiesa russa all'estero,
 a causa delle dimensioni della congregazione,
 il rettore fa un lavoro secolare. Lavora come
 infermiere in un ospedale locale. Ero certo che 
si togliesse la tonaca quando va a lavorare. Ma con 
mia grande sorpresa, ho scoperto che questo prete
 lavora in tonaca, mettendoci sopra un camice da
 laboratorio. Questo è considerato con rispetto sia 
dal personale medico che dai pazienti. Spesso molti
 pazienti richiedono proprio che sia il "prete-infermiere" 
a prendersi cura di loro.
Preoccupato per la questione, "un sacerdote dovrebbe e
potrebbe indossare sempre una tonaca?", ho cominciato 
a chiedere ai figli adulti di pastori anziani o deceduti, 
se i loro padri indossavano sempre un abito talare.
Quasi tutti hanno risposto in senso affermativo,
 ricordando che raramente avevano visto il loro 
padre-prete senza tonaca. Ci sono anche casi in cui
 i figli hanno detto di non avere mai visto il loro padre
 senza tonaca. Ciò significa che è possibile realizzare 
il requisito della Chiesa con l'aiuto di Dio.
 C’è solo bisogno di provare.
L’aspetto tradizionale di un prete ortodosso, 
l'abbigliamento e la capigliatura che egli dovrebbe 
mantenere in ogni momento, sia in pubblico che privato, 
sono una questione di normativa canonica. I sacri 
canoni della Chiesa riflettono il buon funzionamento
 e la vita del Corpo di Cristo, non sono semplicemente
 leggi e regole, ma guide alla vita in Cristo e modelli con
 cui accogliere l'azione dello Spirito Santo nelle nostre
 attività quotidiane. Sono ispirate e vincolanti per tutti 
coloro che vivono in sobrietà spirituale e rettitudine. 
E sebbene siano applicate da uomini (uno dei chiari
 doveri del clero, specialmente dei vescovi, è, infatti,
 assicurare l'ordine canonico), sono comunque divinamente
 ispirate. I sacri canoni sono anche parte integrante della
 santa Tradizione, che, insieme con la Scrittura, costituisce 
la base dell’autorità amministrativa su cui si fonda
 la nostra fede.

Le tonache interne ed esterne tradizionalmente indossate
 dai sacerdoti ortodossi sono, per i pii, oggetti di
 grande rispetto e venerazione. Chiunque li considera
 "strani" non è illuminato. Né qualcosa che è stato stabilito
 dalla Chiesa, e avvolto nella grazia, può ostacolare la
 nostra testimonianza di cristiani ortodossi. 
L'ignoranza o il semplice bigottismo spiegano
 i casi in cui vengono ridicolizzati gli ecclesiastici 
che vestono in modo tradizionale, e la cura per
 l'ignoranza e il fanatismo non è l'abbandono dei 
nostri costumi, ma, ancora una volta, l'illuminazione
 di chi ci mette in ridicolo. Inoltre, i nostri abiti
 clericali ortodossi tradizionali testimoniano 
apertamente la grazia del sacerdozio. Molte 
volte il nostro clero, che mantiene tale abito, 
è visto da bambini che, ancora non contaminati 
dalla vanità del mondo, si rivolgono ai loro genitori
 e dicono loro: "Guarda, c’è Gesù!"
Tali incidenti parlano da soli e testimoniano l'importanza
 e la natura dell’abbigliamento sacerdotale ortodosso.
 L'idea che l'abito tradizionale di un sacerdote ortodosso
 abbia le sue radici in una veste turca o religiosa laica è
 un artificio di fantasia storica che è stato spesso usato 
per giustificare le innovazioni contemporanee nell’abito talare.
Sotto il giogo turco, possono essere osservati alcuni 
cambiamenti nel taglio e nello stile dell’abito monastico
 e sacerdotale, ma questi sono insignificanti.
 I nostri stili clericali sono anteriori al giogo musulmano
, e per la verità è dai Padri del deserto, che abitavano
 molte delle aree in cui è fiorito il primo islam, che
 il clero islamico ha preso molti dei propri costumi
 come le vesti che indossano sui minareti (sono modellati 
sulle strutture in cui hanno vissuto e pregato gli antichi 
stiliti, cioè "pilastri" con un piccolo cubicolo in alto).
 
Il collare bianco rotondo, il bavaglio, e il vestito di affari 
che si chiamano abito clericale "cattolico romano" non è 
cattolico in origine, né è molto più di un normale abito 
da strada con uno speciale collare. I sacerdoti cattolici, 
così come il clero ortodosso, si vestivano tutti di tonaca
 e di un copricapo speciale fino a pochi decenni or sono.
 Solo negli ultimi decenni hanno adottato quello che
in realtà è un abbigliamento clericale protestante o 
semplici abiti civili.
Per quanto riguarda la questione della deposizione, 
si noti, in primo luogo, che di fatto ci sono stati membri 
del clero ortodosso sospesi e anche deposti per aver 
abbandonato il tradizionale abito clericale. Sant’Evalalio, 
un predecessore di San Basilio il Grande nella sede di 
Cappadocia, depose il proprio figlio perché questi aveva 
abbandonato le tradizionali vesti sacerdotali per un abbigliamento "non idoneo".

tratto dal sito della parrocchia russa ortodossa di 
san Massimo vescovo di Torino

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