Gli orientalisti avvertono: la Siria è un grande museo, indifeso contro le bombe
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Damasco. Foto: ru.wikipedia.org
In caso di aggressione militare da parte
degli USA contro la Siria , non solo inevitabilmente vi soffrirà la
popolazione, ma anche grandi tesori culturali: "un gran numero di
monumenti - architettonici, letterari e artistici". Questo parere è
stato espresso a ITAR-TASS da Boris Dolgov, un ricercatore anziano del
Centro di ricerca araba e islamica dell'Istituto di Studi Orientali
presso l'Accademia Russa delle Scienze.
"La Siria è un museo a cielo aperto", ha
sottolineato Dolgov, "un museo non solo della civiltà araba, ma anche
delle civiltà greco-romana e ottomana".
L'esperto ha fatto notare che il popolo
siriano considera la propria capitale, Damasco, come la più antica città
del mondo, antica di più di 5000 anni. "Secondo le fonti storiche,
Damasco ha in realtà più di 3000 anni ed è sicuramente una delle più
antiche città del mondo", ha specificato lo studioso. "Damasco è di per
sé un monumento architettonico, storico e archeologico. Tutta la vecchia
Damasco è una città-museo" .
Come ha dichiarato Boris Dolgov, le più
antiche chiese cristiane del Medio Oriente sono a Damasco. "Ci sono lì
chiese associate alle opere dell'apostolo Paolo, che si intrecciano con
leggende bibliche. C'è la strada lungo la quale camminavano gli apostoli
- la "strada diritta". Si tratta di una parte del patrimonio di tutta
l'umanità", ha sottolineato il ricercatore.
Tra i monumenti islamici di Damasco ha
dato particolare attenzione alla Moschea degli Omayyadi, che custodisce
la tomba di Saladino. Secondo una versione storica, nella stessa moschea
è conservato il capo di San Giovanni Battista. "E, secondo la
tradizione (musulmana), la seconda venuta di Cristo avverrà in uno dei
suoi minareti", ha osservato Dolgov. "Il Monte Qasioun si trova vicino a
Damasco, e ha posti associati ai nomi di Caino e Abele, la tomba di
Abele". Egli ha anche notato che ci sono molte città-museo, in Siria:
Aleppo, dove si trovano monasteri e castelli del periodo delle Crociate,
così come Homs, Hamah e Latakia.
"E ora vediamo un chiaro intento di
aggressione militare contro la Siria. Oltre alle vittime umane, sono
inevitabili altre distruzioni", ha sottolineato Dolgov. "Questo è già
successo in Iraq, dove l'aggressione militare ha provocato la
distruzione di un gran numero di monumenti. Oltre ai bombardamenti ci
sono stati grandi molti casi di vandalismo e saccheggio. le stesse cose
attendono la Siria. E' assolutamente giusto che la comunità
internazionale cerchi di fermare quest'aggressione a tutti i costi.
Occorre fare tutto ciò che può essere fatto in modo per prevenire gli
attacchi missilistici e l'intervento militare".
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domenica 8 settembre 2013
Dal sito del Confratello P. Ambrogio di Torino: http://www.ortodossiatorino.net
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