Cosa deve fare un cristiano ortodosso quando non c’è una chiesa vicina?
*Il seguente articolo è una traduzione e un adattamento di un articolo di Padre John Witherford.
Cosa deve fare un cristiano ortodosso quando non c’è una chiesa
vicina? Questa è una domanda frequente che si pongono gli ortodossi che
vivono in occidente o in contesti di minoranza. Ogni tanto qualcuno
avanza l’ipotesi che in assenza o nell’impossibilità di partecipare alla
Divina Liturgia ci si può legittimamente recare in una chiesa di
un’altra denominazione cristiana per assistere alla liturgia o al culto.
I santi canoni della Chiesa sono molto chiari in questo caso e
proibiscono
di frequentare altri edifici di culto per pregare con cristiani non ortodossi o scismatici.
Il Canone LXV degli Apostoli dice: "Se alcuni sacerdoti o laici, entrano in una sinagoga degli ebrei, o degli eretici, a pregare, che siano deposti e scomunicato".
Ancora il Canone IX di Laodicea dice: “Ai membri della
Chiesa non è consentito incontrarsi nei cimiteri, né frequentare i
cosiddetti martyries degli eretici, per la preghiera o il culto. Se ciò
si verifica essi devono essere scomunicati per un certo tempo. Solo se
essi si pentono e riconoscono il loro errore possono essere accolti
nuovamente”.
Infine il Canone XXXIII di Laodicea: "Non bisogna unirsi in preghiera con gli eretici o gli scismatici".
Questi canoni hanno autorità ecumenica, essendo stati approvati dal sesto e dal settimo Concilio Ecumenico.
Cattolici e Protestanti sono spesso ottime persone, accoglienti
ed ospitali; alcuni animati da sincero affetto ci invitano alle loro
liturgie. Questo accade perché spesso sia cattolici che protestanti
ignorano gran parte delle nostre regole e sono convinti che non ci siano
differenze sostanziali tra la loro e la nostra confessione di fede.
E’ bene quindi declinare cortesemente l’invito e se è possibile spiegare le nostre ragioni.
Non è consentito nemmeno partecipare alle liturgie dei
cosiddetti “cattolici di rito bizantino”. Anche se esteriormente tutto
sembra uguale (paramenti, lingua, rito) in realtà essi non sono in
comunione con la Chiesa ortodossa.
Il medesimo discorso vale per i luoghi di culto di ortodossi
scismatici e non canonici. Per ogni dubbio però è bene rivolgersi ad un
prete.
A tal proposito bisogna ricordare la vicenda della santa neo
martire russa Lidia. Ella visse durante il periodo della cosiddetta
“Chiesa vivente”, uno scisma modernista orchestrato dai bolscevichi, che
divenne in Russia l’unica chiesa “ufficiale” riconosciuta dal governo
sovietico. Il padre di santa Lidia si unì alla Chiesa vivente, non per
convinzione, ma per paura delle persecuzioni. Santa Lidia invece preferì
non frequentare le funzioni della “Chiesa vivente” e così, non potendo
assistere con regolarità alle liturgie clandestine della Chiesa
ortodossa, spesso rimaneva a casa a pregare.
Su tutto però è bene ricordare l’insegnamento di san Cirillo di Gerusalemme:
Il nome di chiesa si addice a cose diverse, come della
moltitudine nel teatro degli efesini è scritto: “Dopo aver detto ciò
sciolse l’adunanza”. Giustamente qualcuno potrebbe chiamare, e con
fondamento, chiesa dei malvagi le adunanze degli eretici. Mi riferisco
ai marcioniti, manichei ed altri. Perciò ti è data saldamente la fede
“nell’una santa Chiesa cattolica” perché, fuggendo le riunioni degli
abominevoli, tu aderisca in tutto alla santa Chiesa cattolica, nella
quale sei rinato.
Se poi passi per le città non chiedere semplicemente dov’è il
“curiacon” (casa del Signore). Anche le eresie degli empi pretendono di
chiamare “curiaca” le loro spelonche. Né dove si trova la chiesa, ma
dove è la Chiesa cattolica. Questo è proprio il nome di quella santa e
madre di noi tutti. Essa è la sposa di nostro Signore Gesù Cristo,
unigenito figlio di Dio. È scritto infatti: “Come Cristo amò la Chiesa e
si è sacrificato per essa” e il resto che segue. Essa è figura ed
imitazione di quella in alto, Gerusalemme, che è libera e madre di tutti
noi. Prima era sterile ed ora è di molta prole. (Le catechesi ai
misteri, XVIII,26)
Fatte queste doverose precisazioni cosa dovrebbe fare un cristiano ortodosso se non ci sono Chiese ortodosse nel suo territorio?
Prima di tutto, è bene individuare la parrocchia più vicina,
per raggiungerla quando è possibile, magari una volta al mese. Su
internet è molto facile trovare gli indirizzi. Per quanto riguarda
l’Italia segnaliamo le liste delle Parrocchie del Patriarcato Ecumenico e del suo Esarcato russo, del Patriarcato di Mosca e del Patriarcato di Romania che sono le giurisdizioni più diffuse sul territorio nazionale.
Quando non è possibile raggiungere la parrocchia più vicina,
allora è bene pregare a casa poiché ogni casa ortodossa è una piccola
chiesa.
In questo caso la Domenica si può celebrare L’Officio dei Salmi Tipici, in greco Typikà, in slavonico Izobrazìtel’nye, è anche detto “Officio del pranzo” (in slavonico e in romeno Obèdnitsa).
Questo officio corrisponde a grandi linee alla “Liturgia della
Parola” del rito romano, il nome “Salmi Tipici” è riferito ai Salmi 102 e
145, comunemente usati come prime antifone nella Liturgia. L’officio
comunque copre ben di più delle antifone, e può essere integrato dalle
letture dell’Apostolo e del Vangelo che si leggerebbero in quel giorno
alla Liturgia.
Con la benedizione del vescovo è possibile celebrare anche con
altri cristiani ortodossi l’officio dei Tipici. E’ importante, in questi
casi, che la celebrazione sia guidata da un lettore o da un laico
adeguatamente preparato. Non di rado da queste piccole assemblee
domestiche può nascere una nuova parrocchia ortodossa.
Molti cristiani ortodossi credono di essere incapaci di pregare
senza un sacerdote, ma al netto dei sacramenti, ogni cristiano
ortodosso può, e nel nostro caso, dovrebbe, celebrare la domenica e i
giorni festivi.
Con tutto ciò che è disponibile gratuitamente su internet oggi,
non è difficile per un cristiano ortodosso celebrare alcuni servizi
regolari in casa quando non è possibile frequentare una parrocchia.
Tutto ciò è particolarmente importante per i bambini: si fornirà a loro
un vivido esempio dello sforzo che si dovrebbe mettere per mantenere la
fede in un contesto non-ortodosso.
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