domenica 8 settembre 2013

Dal sito: http://www.ortodoxia.it

NON GIUDICARE


A Monte Athos, un po’ di tempo fà, c’ era un monaco che viveva a Karyes. Beveva tutti i giorni ed era continuamente ubriaco e il suo ubriacare era causa di scandalo per i pellegrini.
Un giorno è morto e alcuni fedeli, visibilmente sollevati, sono andati da padre Paisios e gli hanno annunciato, con grande gioia, che finalmente era risolto questo problema enorme.
Padre Paisios gli ha risposto che aveva saputo della morte del monaco, perché aveva visto un intero battaglione di angeli che erano scesi per ricevere la sua'anima.
I pellegrini erano stupiti, alcuni hanno protestato e altri hanno tentato di spiegare al padre per chi esattamente parlavano, pensando che lo gheron non aveva compreso bene per quale monaco parlavano.
Padre Paisios disse loro: "Il monaco in questione è nato in Asia Minore, poco prima della distruzione, quando i turchi riunivano e rapivano tutti i ragazzi maschi e per non essere preso i suoi genitori, lo portavano sempre con loro nei campi e lo nascondevano, inoltre per non piangere mettevano nel late un po’ di grappa, così dormiva.
Per questo motivo quando è cresciuto diventò un alcolista.
Anni dopo dissuaso da diversi medici dal fare una famiglia, visto il suo stato, decise di diventare monaco e per questo motivo venne a Monte Athos. Lì trovò un anziano padre e gli ha confessato che era un alcolizzato. il padre gli ha raccomandato di fare prostrazioni e di pregare tutte le notti e di chiedere alla Vergine Maria di aiutarlo a ridurre ogni anno di uno i bicchieri che beveva.
Dopo un anno è riuscito con la lotta spirituale e il pentimento a ridurre i 20 bicchieri che beveva in 19 bicchieri. Il combattimento spirituale continuò in tutti questi anni riuscendo a ridurre i bicchieri, alla fine, in 2 o 3 al giorno, ma era ancora sempre ubriaco ".
La gente vedeva per anni un monaco alcolizzato che scandalizzava i pellegrini, Dio vide un combattente, un lottatore che aveva compiuto una grande lotta per ridurre la sua passione.
Senza conoscere il perché ogni uno di noi cerca di fare una cosa, con quale diritto ci mettiamo a giudicare il suo sforzo?

 

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