venerdì 12 luglio 2024

Non sanno più come combattere il nostro Patriarcato. (https://www.ortodossiatorino.net/)

 

 

Come proteggersi da un grosso scandalo in arrivo

       

 

 

 

La Chiesa russa è stata appena fatta oggetto di un'ondata di scandalo mediatico in seguito alle accuse di condotta impropria del metropolita Ilarion (Alfeev) di Budapest con uno dei suoi assistenti, il giovane russo-giapponese Georgij Suzuki (a destra nella foto, accanto al metropolita).

La coincidenza dell'apertura di questo vaso di Pandora (dove, se qualcosa c'è stato, è avvenuto lo scorso gennaio) e delle recenti polemiche attorno all'opera di mediazione di Viktor Orbán tra Mosca e Kiev è un po' troppo sospetta per non lasciar pensare che lo scandalo sia stato ben orchestrato, quanto meno per la sua tempistica. Non ci sembra un caso che a ogni lancio di sterco contro il metropolita russo ce ne sia un altro equivalente contro il premier ungherese.

L'ambito dello scandalo è comunque la sfera religiosa, e in questo caso sembra che non siano stati risparmiati gli sforzi. Una delle prime coperture mediatiche in italiano è dell'outlet internazionale gloria.tv, che tuona un giorno sì e uno pure contro papa Bergoglio, ma che non ha perso l'occasione di accusare anche la gerarchia ortodossa russa in ogni lingua immaginabile.

Che cosa fare quando l'onda di sterco colpirà anche le nostre comunità? Prima di tutto, dobbiamo ricordare che la Chiesa è fondata su Cristo, e non su qualsivoglia dei suoi vescovi. In secondo luogo, possiamo ridimensionare le voci sull'importanza del metropolita Ilarion, che lo presentano da decenni come "il numero due della Chiesa russa", "l'erede di Kirill" o "il prossimo patriarca". Così come Mark Twain ebbe modo di scrivere "Le voci sulla mia morte sono fortemente esagerate", anche le voci sull'importanza del metropolita Ilarion sono state ingigantite da chi negli incontri internazionali vedeva solo lui come rappresentante del Patriarcato di Mosca e lo sentiva parlare in un elegante inglese accademico. In realtà, pur avendo un ruolo di tutto rispetto nella gerarchia della Chiesa russa, il metropolita Ilarion non è mai stato il "vice-patriarca", e a nostra conoscenza, non si è mai presentato come tale. In terzo luogo, dovremo invitare a lasciare che le verità dei fatti legalmente rilevanti siano appurate dalle autorità competenti, e ricordare che se il giornalismo può (anzi, deve) lanciare l'allarme su notizie sospette, non compete al giornalismo emettere le sentenze legali definitive sui fatti.

                                                            
     

martedì 2 luglio 2024

Dal sito del confratello P. Ambrogio di Torino. Il tridente del demonio, già inizia a mostrare che chiunque non rispetta il suo pensiero deve essere combattuto. Auguri di vero cuore al nuovo Patriarca della Bulgaria Daniele, inviso ai distruttori della Santa Ortodossia del Fanar.

  Il nuovo patriarca di Bulgaria: chi è, e cosa accadrà in seguito?

di Konstantin Shemljuk

Unione dei giornalisti ortodossi, 30 giugno 2024

 

il patriarca Daniil di Bulgaria. Foto: dnes.dir.bg

Il metropolita Daniil di Vidin è diventato il nuovo patriarca della Chiesa ortodossa bulgara. Chi è, cosa può aspettarsi la Chiesa da lui e quali sfide potrebbe affrontare?

Se prima delle elezioni qualcuno ci avesse detto che il metropolita Daniil di Vidin sarebbe diventato il nuovo patriarca di Bulgaria, non ci avremmo creduto. Nessuno ci avrebbe creduto. Infatti la sua candidatura era passata praticamente inosservata prima della fase iniziale delle elezioni, e anche dopo essere diventato candidato a patriarca, era considerato il candidato con le minori possibilità.

Nel nostro articolo precedente, abbiamo detto che da una prospettiva umana, la sua vittoria era quasi impossibile. Ma solo "quasi". Riflettendo sul perché, secondo noi, il metropolita Daniil sia comunque riuscito a vincere, ci sono quattro ragioni (rispetto alle tre di Grigorij di Vratsa e Gavriil di Lovech):

  • Ha una posizione chiara nei confronti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e del Patriarcato ecumenico.

  • Attrae coloro che si considerano patrioti della Bulgaria e sono categoricamente contrari all'ingerenza di Costantinopoli negli affari della Chiesa ortodossa bulgara.

  • È visto come una persona che ha il coraggio di dire la verità e che potrebbe elevare la Chiesa bulgara a un livello più alto di quello attuale.

  • È capace di resistere alle pressioni delle autorità sulla Chiesa.

Pertanto, la sua elezione a patriarca di Bulgaria potrebbe essere vista come una battuta d'arresto per il Patriarcato ecumenico, testimoniata dalla delusione dei sostenitori del Patriarcato ecumenico. Sarebbe però prematuro trarre conclusioni affrettate. Di seguito spiegheremo perché, ma per ora parliamo di chi è il nuovo patriarca bulgaro.

Breve biografia del metropolita Daniil

Il metropolita Daniil (Atanas Nikolov) è nato il 2 marzo 1972 a Smoljan. Ha ricevuto gli studi primari e secondari nella sua città natale e poi ha studiato filologia inglese e teologia presso l'Università San Clemente di Okhrid a Sofia.

Nel 1997, Daniil è divenuto novizio presso il monastero di san Giorgio il Grande Martire sotto la guida spirituale del metropolita Nafanail di Nevrokop. Nel 1999, è stato tonsurato monaco e in seguito ordinato ierodiacono. Nel 2002, si è laureato alla Facoltà di Teologia.

Il metropolita Daniil ha prestato servizio in vari monasteri ed è stato ordinato ieromonaco. Nel 2008 è stato consacrato vescovo e nominato vicario del metropolita Nafanail di Nevrokop e, successivamente, vicario del metropolita Iosif degli Stati Uniti, Canada e Australia. Dal 2018 ricopre la carica di metropolita di Vidin.

Al Concilio per l'elezione patriarcale, i delegati hanno eletto il metropolita Daniil di Vidin nuovo patriarca di Bulgaria e metropolita di Sofia. L'elezione si è svolta al secondo turno: i candidati erano il metropolita Grigorij di Vratsa e il metropolita Daniil di Vidin. Il metropolita Daniil ha ricevuto 69 voti, il metropolita Grigorij ne ha ricevuti 66 e tre schede sono state dichiarate non valide.

L'opinione del metropolita Daniil sulla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e sulle azioni del patriarca Bartolomeo

Naturalmente, noi, i cristiani ortodossi dell'Ucraina, siamo i più interessati all'opinione del metropolita Daniil sugli eventi che si stanno verificando nel nostro paese. La sua posizione è chiara e comprensibile.

Per esempio, ha ripetutamente affermato che il patriarca Bartolomeo ha concesso il Tomos agli scismatici ucraini senza il loro pentimento, unendoli alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e riconoscendo questa formazione come Chiesa ortodossa canonica dell'Ucraina.

In una delle sue recenti interviste, ha accusato direttamente il patriarca Bartolomeo di aver intensificato la persecuzione contro la Chiesa ortodossa ucraina: "Il patriarca Bartolomeo ha affermato che il Tomos avrebbe dovuto portare la pace nella Chiesa, unendo milioni di cristiani ortodossi, ma invece è iniziata una guerra e le persone che il patriarca ha dichiarato canoniche stanno perseguitando la Chiesa canonica, sequestrando chiese, picchiando sacerdoti e uccidendo".

Ritiene inoltre inaccettabile la concessione del Tomos a "gruppi scismatici non pentiti con clero problematico".

E possiamo essere certi che, anche nella carica di patriarca di Bulgaria, continuerà a difendere la sua posizione perché, secondo le sue parole, "la coscienza di un vescovo ortodosso lo obbliga a esprimere la sua opinione su questioni importanti riguardanti la sorte della Chiesa ortodossa".

Quindi, in questo senso, la vittoria del metropolita Daniil è la nostra vittoria. Possiamo essere certi che non riconoscerà mai, in nessuna circostanza, la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", e non ci saranno visite o trattative con Dumenko. Inoltre, speriamo che il patriarca Daniil diventi uno dei leader della Chiesa ortodossa che avvierà un concilio pan-ortodosso sulla "questione ucraina". Come minimo, dovremmo pregare per questo.

Ma c'è un "ma".

La possibile reazione del Fanar

Possiamo tuttavia supporre che il Fanar, in caso di vittoria di un candidato “indesiderato”, abbia in riserva un "piano B"? Oppure possiamo supporre che la vittoria del metropolita Daniil e il suo mandato come patriarca di Bulgaria si svolgeranno "senza intoppi"? Improbabile.

Ricordiamo che diversi metropoliti della Chiesa bulgara si sono recati al Fanar, dove hanno partecipato a una funzione congiunta con Zorja e Lotysh. Non coordinando le loro azioni con il Sinodo della Chiesa ortodossa bulgara, hanno sostanzialmente sfidato l’intera Chiesa, mostrando chiaramente le loro simpatie.

Poco prima, il metropolita Nikolaj di Plovdiv aveva ritirato la sua candidatura alle elezioni patriarcali e poi aveva dichiarato che nessuno poteva nemmeno immaginare chi avrebbe occupato la carica di capo della Chiesa ortodossa bulgara. Queste parole sono state percepite in Bulgaria come una minaccia: "Non mi volete, allora vedrete chi vi darò".

Inoltre, il politico bulgaro Kostadin Kostadinov ha chiesto al presidente del paese di convocare una riunione del Consiglio di sicurezza a causa di quella che lui ritiene essere stata l'interferenza degli Stati Uniti nell'elezione del nuovo patriarca di Bulgaria. Kostadinov ha anche affermato che la Chiesa bulgara è sull'orlo di uno scisma simile a quello che ha scosso il paese negli anni '90. Due settimane fa, non riuscivamo a capire di quale scisma stesse parlando.

Ma oggi, ancora nel corso delle elezioni, è diventato chiaro che la situazione nella Chiesa ortodossa bulgara è davvero molto complicata, perché la Chiesa si è sostanzialmente divisa in due metà – il patriarca Daniil ha vinto con un margine di soli tre voti. Come potete vedere, 69 voti contro 66 rappresentano un risultato molto vicino e difficile, che indica un equilibrio di potere più o meno uguale all'interno della Chiesa bulgara.

A questo insieme di fatti se ne aggiunge un altro: subito dopo la vittoria del patriarca Daniil, alcuni chierici bulgari (in particolare l'archimandrita Nikanor, molto noto in Bulgaria) hanno dichiarato che il loro patriarca è Bartolomeo. Ciò significa che hanno effettivamente annunciato il loro desiderio di sottostare all'omoforio del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli.

Se mettiamo insieme tutti questi fatti, il risultato potrebbe essere questo:

  1. Il metropolita Nikolaj di Plovdiv si reca al Fanar e concorda che se alle elezioni vincesse la persona "sbagliata", verrà attivato il "Piano B", ovvero lo scisma della Chiesa bulgara.

  2. Se il patriarca è qualcuno senza mezzi toni, la cui posizione è chiaramente nota e la cui volontà è inflessibile, che soddisfa pienamente alcuni (gli anti-fanarioti) e delude completamente altri (i fanarioti), viene lanciata una campagna per screditare i risultati delle elezioni.

  3. Contemporaneamente, prima alcuni chierici e poi alcuni vescovi dichiarano il loro desiderio di unirsi al Patriarcato ecumenico di Costantinopoli.

  4. La Chiesa bulgara si divide e sul suo territorio sorge l'esarcato del Fanar.

Ovviamente si tratta solo di un'ipotesi, ma se ricordiamo tutto quello che è successo in Bulgaria nell'ultimo mese, non sembra così inverosimile.

Per esempio, ricordiamo le dichiarazioni di alcuni politici secondo cui all'interno della Chiesa ortodossa bulgara esiste un partito degli "amanti del Fanar", i cui rappresentanti sono "giannizzeri in tonaca". Si dice anche in Bulgaria che questi vescovi contestino l’autocefalia della Chiesa bulgara, ritenendo illegittima la separazione della Chiesa ortodossa bulgara dal Patriarcato ecumenico.

Pertanto, anche se la nostra versione sembra irrealistica, concludere che la vittoria del patriarca Daniil sia un fallimento al 100% della politica del Fanar è prematuro. Vedremo.

In ogni caso, il Patriarca Daniil dovrà fare i conti con una Chiesa divisa, dove una parte dei vescovi privilegia la struttura ecclesiale proposta dal Patriarcato ecumenico, mentre un'altra parte propende per un ordine canonico ed ecclesiologico più tradizionale.

Dovrà trovare un terreno comune con quei vescovi che hanno già dimostrato il loro atteggiamento verso i canoni della Chiesa concelebrando con gli scismatici ucraini, così come con coloro che desiderano costruire relazioni più strette con la Chiesa ortodossa russa.

Insomma, il Patriarca Daniil non avrà vita facile. Pertanto ha davvero bisogno delle nostre preghiere. Che Dio lo aiuti!

giovedì 13 giugno 2024

https://www.ortodossiatorino.net

  "Ci opponiamo alle provocazioni contro il patriarca di Mosca"

Orthodoxologie, 11 giugno 2024

 

 

"Negli ultimi tempi abbiamo assistito a provocazioni senza precedenti contro la Chiesa ortodossa russa e il suo capo, sua Santità il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus'," ha affermato l'arcivescovo Theodosios di Sebaste del Patriarcato di Gerusalemme.

Quest'ultimo ha sottolineato che la maggior parte degli autori di tali provocazioni sono politici o rappresentanti dei media occidentali e che usano l'attuale conflitto armato come pretesto per attaccare il patriarca Kirill e l'intera Chiesa russa. "Siamo convinti che queste accuse costituiscano una distorsione e una falsificazione della verità e dei fatti. La Chiesa non sostiene mai le guerre, ma invoca sempre la pace. Sua Santità il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus' ha fatto ripetuti inviti alla pace, ma il suo dovere spirituale come patriarca di Mosca è difendere il suo paese e la sua patria, condannare le cospirazioni e i piani occidentali diretti contro la Russia", ha ricordato l'arcivescovo. Dopo aver ricordato che lui stesso aveva più volte dichiarato di essere contrario alle guerre e di auspicare, tra l'altro, una rapida fine del conflitto in questione, "per fermare questa vera tragedia umana, il cui conto è pagato da civili innocenti e indifesi", ha continuato l'arcivescovo Theodosios: "Allo stesso tempo, condanniamo in ogni modo possibile l’uso del conflitto militare e politico come strumento per minare la posizione della Chiesa ortodossa russa, così come le sue capacità spirituali, umanitarie e missione pacifica". Secondo lui, questi tentativi costituiscono un "atto inaccettabile e ingiustificabile". "Sua Santità il patriarca Kirill è il capo spirituale della Chiesa russa, fatto accettato dalla maggioranza delle Chiese ortodosse, che commemorano il nome di sua Santità nei santi dittici. Per questo percepiamo le provocazioni contro la Chiesa ortodossa russa come provocazioni contro l'intera Chiesa ortodossa", ha sottolineato il vescovo. Egli ha ricordato ancora una volta che le persecuzioni contro la Chiesa ortodossa canonica ucraina dipendente da sua Beatitudine il metropolita Onufrij non si fermano. Vescovi e sacerdoti sono perseguitati, le chiese sono sequestrate. "Di recente, il mondo intero ha assistito alla tragica scena in cui, su ordine delle autorità ucraine, la chiesa delle Decime nel centro di Kiev è stata rasa al suolo nella notte del 16 maggio dalle autorità ucraine", ha menzionato altresì sua Eminenza, confessando che queste scene gli ricordano "le pagine oscure dell'era bolscevica – il tempo delle più pesanti persecuzioni contro la Chiesa di Cristo".

Dopo essersi espresso categoricamente contro le evidenti provocazioni contro il patriarca di Mosca e di tutta la Rus', l'arcivescovo della Chiesa di Gerusalemme ha sottolineato: "Crediamo che eventuali divergenze di opinione debbano essere risolte non con provocazioni, ma attraverso la ricerca di vie di dialogo. Ci sembra però che i politici che si lanciano in provocazioni di questo tipo perseguano obiettivi premeditati, che non prevedono alcun dialogo. Queste persone sostengono idee ostili alla Chiesa ortodossa, cercano di radicare i disaccordi al suo interno e minarne la posizione nel mondo di oggi. Gli attacchi ostili contro il patriarca Cirillo "e alcuni vescovi legati a questa Chiesa sorella sono un anello della catena di persecuzioni che colpiscono l'intera Chiesa ortodossa", ha inoltre dichiarato il vescovo. Come ha indicato, la persecuzione è in atto sia in Ucraina che in altri paesi dove la Chiesa russa è presente spiritualmente, per esempio in Estonia. Esprimendo il suo sostegno alla Chiesa estone e ai suoi vescovi, l'arcivescovo Theodosios di Sebaste ha anche definito false e estranee ai suoi compiti le accuse mosse dal ministro degli Interni estone, Lauri Läänemets, che, nella riunione di metà maggio, aveva chiesto che la Chiesa ortodossa estone del Patriarcato di Mosca riconoscesse sua Santità il patriarca Kirill come "eretico". "Che diritto aveva il ministro degli Interni estone di muovere queste false accuse, che esulano dalle sue competenze? È assolutamente inaccettabile che un funzionario estone accusi di eresia il capo della Chiesa russa. Nell'approccio ecclesiastico, la parola 'eresia' indica una deviazione dal dogma ortodosso e dalla fede cristiana. L'eresia è l'alterazione della fede immacolata. Ogni vescovo della Chiesa conosce molto bene i santi canoni formulati dai Concili ecumenici, in particolare per quanto riguarda il dogma della santissima Trinità e la presenza costante del Signore Gesù Cristo nella nostra Chiesa e nella nostra vita spirituale. La diffusione della fede cristiana avvenne attraverso i santi apostoli, che si radunarono il giorno di Pentecoste a Gerusalemme, da dove partirono per predicare dall'Oriente all'Occidente e fino ai confini della terra. Fu da lì, dalla città santa di Gerusalemme, dove furono preservati tutti i luoghi santi associati agli eventi biblici, che si diffuse la buona notizia del Salvatore e Signore Gesù Cristo e raggiunse la terra dei russi, dove ebbe luogo il suo battesimo. Poi questa terra acquisì la vera fede cristiana e la mantiene ancora oggi senza macchia nonostante tutti i suoi periodi difficili e i lunghi secoli di persecuzione". Il vescovo ha definito insensate e irresponsabili le dichiarazioni delle autorità estoni il cui scopo è fomentare litigi e scandali nella Chiesa ortodossa,sottolineando che l'ingerenza delle autorità politiche negli affari interni della Chiesa ortodossa in Estonia è assolutamente inaccettabile.

"Preghiamo per la fine della persecuzione della Chiesa ortodossa in Ucraina, Estonia e altri paesi", si legge nella nota. "Comprendiamo tutti perfettamente che la nostra Chiesa ortodossa attraversa oggi tempi difficili a causa di divisioni e disaccordi interni, la ragione principale di ciò è proprio la politica dell’Occidente, poiché è qui che si è cercato di imporre la creazione di una Chiesa non canonica in Ucraina, e oggi stiamo cercando di imporre la stessa cosa in altri paesi del mondo", ha detto il vescovo. Egli ha invitato i primati delle Chiese ortodosse locali "a proporre iniziative concrete per eliminare e porre fine a queste divisioni, nonché a opporsi congiuntamente all'ingerenza politica occidentale negli affari interni della Chiesa ortodossa, perché il loro obiettivo è solo quello di radicare e approfondire i disaccordi esistenti all’interno della Chiesa".

Ribadendo il suo rifiuto delle guerre in qualsiasi regione del mondo e la sua posizione pacificatrice volta a far prevalere l’amore e la fraternità tra gli uomini, l'arcivescovo Theodosios ha ricordato: "Ma noi ci opponiamo anche all'uso dei conflitti e delle guerre, come oggi in Ucraina, per contrastare la Chiesa russa e il suo Patriarca, nonché per aggravare le divisioni esistenti nella Chiesa".

"Oggi più che mai la nostra Chiesa ha bisogno della misericordia e dell’intervento di Dio. Questo chiediamo a Gerusalemme, davanti al Santo Sepolcro del Signore, nei giorni santi del periodo pasquale, affinché il Signore protegga la nostra Chiesa contro tutti i suoi nemici, visibili e invisibili. Abbiamo bisogno di leader ecclesiastici saggi che facciano ogni sforzo per cercare di sanare la ferita che si è verificata nella Chiesa a seguito dell'intervento occidentale, il cui scopo è quello di imporre una realtà ecclesiastica anticanonica", ha concluso l'arcivescovo.

martedì 28 maggio 2024

https://www.ortodossiatorino.net

 "Le diaconesse nella Chiesa primitiva erano simili alle donne mirofore "

sermone della Domenica delle Mirofore, dell'archimandrita Gregorios (Estephan), abate del monastero ortodosso della santa Dormizione a Bkeftine, Libano

Orthochristian.com, 23 maggio 2024

 

l'archimandrita Gregorios (Estephan)

Cristo è risorto dai morti, con la morte ha vinto la morte e a chi giace nei sepolcri ha elargito la vita.

Oggi [domenica scorsa], seconda domenica dopo Pasqua, ricordiamo le Mirofore, le quali, come ci dicono le Sacre Scritture, si dedicarono al servizio del Signore Gesù Cristo. Lo seguirono, lo servirono e servirono i suoi discepoli.

Dopo che Dio creò Adamo e gli concesse l'autorità, creò Eva affinché fosse un aiuto per Adamo. Pertanto, Dio ha assegnato un servizio all'uomo e un altro servizio alla donna, in modo che si completassero a vicenda. La Chiesa ha seguito quest'ordine che Dio ha determinato per la sua creazione. Tuttavia, ai nostri giorni, stiamo assistendo ad un'inversione di questo ordine e a una distorsione del sistema che Dio ha stabilito fin dall'inizio della creazione.

Oggi assistiamo a una spinta verso il sacerdozio femminile negli ambienti ecclesiali, sia da parte del clero che dei laici. Recentemente abbiamo sentito parlare dell'ordinazione di una diaconessa nella Chiesa ortodossa dello Zimbabwe, che è sotto il Patriarcato di Alessandria. Questa diaconessa partecipa al servizio liturgico, legge le petizioni e amministra ai fedeli il corpo e il sangue del nostro Signore Gesù Cristo. Va notato che le diaconesse nella Chiesa primitiva erano simili alle donne mirofore, e il loro servizio era limitato ad assistere i vescovi nel battesimo delle donne e ungerle con il santo crisma, in modo che il vescovo non toccasse il corpo della donna. A quel tempo, molti convertiti al cristianesimo erano adulti. Tuttavia, man mano che il cristianesimo si diffuse più ampiamente all'interno dell'impero, la necessità di questo servizio diminuì, poiché il battesimo dei bambini divenne più comune di quello degli adulti. A quel punto nella Chiesa cessò l'ordinazione delle diaconesse.

Ora all'interno della Chiesa si promuovono strane pratiche che non hanno mai fatto parte della sua storia o tradizione. Tali ordinazioni sono innovazioni che equivalgono a un'eresia. Sentiamo voci che chiedono l'uguaglianza tra uomini e donne, come se la Chiesa avesse fatto un torto alle donne assegnando loro un ruolo specifico! Assistiamo a un'inversione di ruoli, a un'inversione di servizio. Dio, come ho detto all'inizio, ha assegnato a ciascuno il proprio ruolo, ma ora ognuno cerca di assumere il ruolo dell'altro. Assistiamo anche a una significativa promozione dell'omosessualità, del transgenderismo e dell'ordinazione delle donne da parte di chierici e laici ortodossi.

Vescovi e sacerdoti sono nominati da Dio servitori della sua parola e amministratori della Tradizione della Chiesa. Qualsiasi vescovo, sacerdote o laico che tradisce questa fiducia e distorce la fede della Chiesa e la Sacra Tradizione è un servitore di satana, non di Cristo. Non esiste una via di mezzo nel cristianesimo. Cristo disse: "O siete con me o con il diavolo". Chiunque distorce la fede e la Tradizione e dissacra i santi sacramenti, come ha fatto il vescovo ortodosso dell'arcidiocesi americana sotto il Patriarcato ecumenico che ha battezzato i bambini adottati da una coppia dello stesso sesso, è un servitore di satana e un profanatore dei misteri della Chiesa.

Questo è ciò che sta accadendo ai nostri giorni e ci si aspetta che ne succedano ancora. Leggiamo nella Bibbia di un periodo di apostasia. Questa apostasia è un allontanamento dalla vera fede in Gesù Cristo, il vero Dio, e la promozione di un Cristo distorto. Quei vescovi e sacerdoti che promuovono un Cristo distorto sono servitori dei governanti di quest'epoca, servitori di un nuovo ordine mondiale che cerca di cambiare l'intero ordine della creazione, e servitori dello spirito dell'epoca che vuole modernizzare la Chiesa, la Chiesa celeste di Cristo, e trasformarla in un'istituzione mondana non diversa dalle altre istituzioni, organizzazioni e partiti mondani.

La Chiesa deve rimanere fedele a tutto ciò che ha ricevuto da Cristo, proprio come le Mirofore che non si discostarono dall'obbedienza di Cristo e non innovarono, ma servirono il Signore e i suoi Apostoli con tutte le loro forze. Gli Apostoli di Cristo predicarono e amministrarono i sacramenti, divenendo fondamento per la diffusione della Chiesa di Cristo.

Ognuno di noi deve confrontarsi con questo spirito mondano e satanico che cerca di distruggere tutta la Tradizione della Chiesa e i fondamenti della fede. Oggi assistiamo ad un pericoloso allontanamento dalla fede. Ancora più pericoloso è il silenzio. Qualsiasi vescovo ortodosso che tace su quanto sta accadendo è complice di questo atto. La missione primaria di un vescovo è preservare la fede, e se rimane in silenzio, è, volenti o nolenti, complice di questo tradimento. Coloro che vengono nominati custodi della fede diventano profanatori della fede e dei misteri della Chiesa, celebrando tutto ciò che contraddice la sacra Tradizione della Chiesa e diventando mercenari dello spirito del tempo.

Tutti coloro che contribuiscono a ciò non conoscono né vivono secondo la Tradizione. Vogliono una Chiesa che accetti tutte le eresie e le trasformazioni di questa epoca. Diventano così figli di uno spirito satanico e servitori di satana, che cerca di indebolire la Chiesa di Cristo per imporre il suo governo e la sua legge in questo mondo.

La Chiesa è rafforzata dalla sua fede e dalla conservazione della santa Tradizione. È così che rimane fedele a Cristo e si confronta con i governanti di quest'epoca. Ma se permetterà alle eresie di entrare e distruggere la fede, le porte dell'inferno lo supereranno. Questo è ciò che desiderano Satana e i suoi agenti, da parte di vescovi, sacerdoti e laici che hanno ceduto allo spirito del tempo.

Non lasciatevi influenzare da tutte queste cose derivanti dalla logica umana, che richiede solo un amore falso. Il vero amore è in Cristo ed è il frutto della vera fede in lui. Chi non crede in Gesù Cristo può amare solo se stesso. Chi ama Cristo sarà fedele a lui, ai suoi comandamenti e alla Tradizione della Chiesa. È così che amiamo Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, sottomettendo la nostra volontà alla volontà di Cristo e diventando servitori fedeli.

martedì 21 maggio 2024

Dal sito del confratello P. Ambrogio di Torino.

La prima chiesa distrutta sotto Zelenskij

di Vasilij Mozhevelnij

Unione dei giornalisti ortodossi, 18 maggio 2024

 

foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Nella notte del 17 maggio 2024 le autorità ucraine hanno distrutto la loro prima chiesa.

Sì, prima di questo, un luogo di culto della Chiesa ortodossa ucraina è stato demolito a Leopoli. Ma si trattava di un'iniziativa personale di Sadovij, mentre a Kiev un atto del genere non avrebbe potuto verificarsi senza l'autorizzazione dell'Ufficio della presidenza. Ecco perché un giorno gli storici definiranno la distruzione della chiesa delle Decime come un evento fondamentale nella nostra storia.

Accade spesso nella storia che nemmeno l'evento più significativo diventi simbolo di grandi cambiamenti, e che segni un intero periodo storico. La squadra di Zelenskij ha distrutto la loro prima chiesa. Si può dire quanto si vuole che non si trattava di una struttura non-capitale, che era una piccola forma architettonica, nella terminologia legale. Si può dire che non tutti i numerosi documenti burocratici sono stati completati durante la sua costruzione, che esiste una decisione del tribunale che ne ordina la demolizione, e così via. Ma riflettiamoci: se la costruzione della chiesa era davvero illegale, se la sua demolizione era lecita, se la società (come sostengono le autorità) era contraria a questa chiesa, allora perché la chiesa è stata demolita di notte? Perché la demolizione ha avuto luogoo durante il coprifuoco, quando ai cittadini rispettosi della legge è vietato circolare per le strade? Perché sono stati coinvolti numerosi agenti di polizia armati di tutto punto? Perché sono state chiamate persone in uniforme militare per demolire la chiesa? Perché la comunicazione mobile nell'area della chiesa è stata bloccata? Perché è stato impedito alle persone di filmare ciò che stava accadendo? Perché ai fratelli del monastero non è stato permesso conservare gli oggetti sacri che stavano all'interno della chiesa? Che senso aveva tutto questo se le autorità assicuravano che la demolizione della chiesa era del tutto legale?

Il punto è che le autorità sapevano esattamente cosa stavano facendo, motivo per cui lo hanno fatto di notte. Ecco perché hanno introdotto le forze dell'ordine armate, ed è per questo che l'hanno organizzata come un'operazione militare in piena regola. Le autorità sapevano perfettamente che stavano commettendo un atto illegale, ma lo hanno fatto comunque. Il fatto che la chiesa fosse priva di documentazione adeguata, che la sua costruzione fosse illegale e che la sua demolizione sia stata eseguita per ordine del tribunale non è altro che una foglia di fico progettata per coprire la vergogna delle autorità ucraine.

In primo luogo, a Kiev ci sono centinaia, se non migliaia, di edifici costruiti illegalmente. E questi non sono solo punti commerciali vicino alle linee della metropolitana o nella zona protetta del Dnepr. Interi complessi residenziali sono stati costruiti illegalmente. Una ricerca su Google per "costruzioni illegali a Kiev" ha rivelato, per esempio, che nel solo distretto di Holosiivskyi sono stati costruiti illegalmente: il complesso residenziale "Tikhoretskij" in via Tikhoretska 30/7, il complesso residenziale "Panoramne Mistechko" in via Raketna 24, il complesso residenziale in viale Motornij 9-9A, il complesso residenziale in via Vasilkivska 34, il complesso residenziale "Teremok" in via Williams 2-D, il complesso residenziale "G-House" in via Hvardiiska 74, il complesso residenziale "Simfonija" in viale Nauki 66-70, il complesso residenziale "Mozaika" al 53 dell'autostrada Strategichne, il complesso residenziale "Mrija" in viale Nauki 42-A. E qui si parla solo di un quartiere della capitale! Qualcuno ha intenzione di demolirli?

In secondo luogo, la chiesa distrutta delle Decime è stata costruita nel 2006. Ciò significa che è rimasta in piedi per quasi 20 anni, sopravvivendo a tre presidenti, con il quarto che ha deciso di demolirla. Ciò non vuol dire che durante questo periodo non ci siano state discussioni sull'opportunità di costruire questa chiesa e di ottenere per essa tutti i permessi necessari. Eppure nessuno l'ha demolita. E ora, quando il paese è in guerra, quando il consolidamento della società è una condizione necessaria per la vittoria in questa guerra, le autorità demoliscono una chiesa, semplicemente dividendo a metà il popolo ucraino.

In terzo luogo, quando i bolscevichi demolivano le chiese, lo facevano anche loro legalmente. Inoltre avevano tutto adeguatamente documentato nel pieno rispetto della legislazione dell'epoca. E non furono demolite legalmente solo le chiese. Anche l'esportazione di grano dall'Ucraina nel 1932-33 avvenne legalmente. Eppure ora in Ucraina le autorità sovietiche sono state maledette, le strade hanno cambiato nome, gli scrittori sono stati banditi e la gente pensa che questo elimini lo spirito bolscevico dalla coscienza nazionale ucraina.

No, il bolscevismo è qualcosa di completamente diverso. Il bolscevismo è quando l'opportunità politica prevale sui diritti umani, quando coloro che denunciano l'illegalità vengono imprigionati invece di coloro che si impadroniscono delle proprietà altrui, quando il governo non si cura del suo popolo, instaura un regime autocratico, costringe la popolazione a sacrificare tutto e sottrae indebitamente miliardi al budget statale. E questo bolscevismo, come vediamo, si è profondamente infiltrato nella carne e nel sangue dei nostri attuali governanti. Non può essere sradicato semplicemente rinominando le strade.

Chiudiamo gli occhi e rispondiamo ad alcune domande. In quale paese si imprigionano i vescovi perché predicano? In quale paese si incarcerano i giornalisti perché dicono la verità? In quale paese vengono chiusi i monasteri e espulsi i monaci? In quale paese le autorità distruggono le chiese cristiane? In quale paese le autorità sostengono una chiesa da loro creata e reprimono chiunque non sia d'accordo con essa? Se teniamo gli occhi chiusi potremmo dire che tutto questo è avvenuto in URSS, e avremmo ragione. Ma quando apriamo gli occhi, vediamo che oggi in Ucraina il metropolita Arsenij di Svjatogorsk è stato arrestato per aver tenuto un sermone, e i giornalisti V. Stupnitskij, A. Ovcharenko e V. Bobechko sono stato incarcerati per aver detto la verità. Le autorità hanno chiuso la Lavra delle grotte di Kiev e stanno espellendo i monaci. La chiesa delle Decime è stata distrutta. Mentre la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" creata dalle autorità è dichiarata attributo statale, contrario alla Costituzione, e ogni critica nei suoi confronti è ora considerata tradimento. Quindi, in quale paese viviamo: in un'Ucraina democratica, legale e libera o in un'URSS totalitaria?

Tutte le circostanze relative alla demolizione della chiesa delle Decime indicano che le autorità sapevano esattamente cosa stavano facendo e che le rivendicazioni sulla legalità della costruzione del tempio non erano decisive. Le autorità hanno semplicemente deciso di spezzare il proprio popolo, o almeno una parte di esso, con la forza. Ci vengono presentati diversi sondaggi sociali secondo i quali la maggioranza delle persone non sostiene la Chiesa. Ma prima di tutto, conosciamo tutti la natura manipolativa di questi sondaggi. In secondo luogo, sono il risultato di una diffusa campagna sui media e sui social media per diffamare la Chiesa con accuse infondate. E in terzo luogo, non importa come lo guardi, sia i sondaggi che le dichiarazioni dei funzionari indicano che ci sono circa 6 milioni di credenti nella Chiesa ortodossa ucraina. Esiste qualche altro paese nel mondo civilizzato in cui le autorità violerebbero palesemente i diritti di un segmento così ampio della società? E come vedrà questa parte della società le autorità dopo che avranno portato via la cosa più sacra: le loro chiese?

Quanti credenti della Chiesa ortodossa ucraina sono attualmente al fronte, quanti stanno versando il loro sangue, rischiando la vita per difendere il nostro paese? Si può tranquillamente affermare che siano decine di migliaia, se non centinaia di migliaia, perché, come afferma la saggezza popolare, al fronte non ci sono atei. Possiamo proiettare il numero di 6 milioni di credenti su 30 milioni di cittadini che si trovano, nella migliore delle ipotesi, nel paese, sul numero approssimativo delle forze armate ucraine. Cosa penseranno questi guerrieri delle autorità ucraine quando sentiranno che tali autorità distruggono le loro chiese? E quanti credenti della Chiesa ortodossa ucraina, spesso donando i loro ultimi risparmi, fanno donazioni alle forze armate, raccolgono fondi per droni, veicoli e dispositivi di protezione individuale e inviano tutto questo al fronte? Continueranno a farlo dopo che le autorità avranno calpestato crudelmente i loro sentimenti religiosi?

Tutti sanno che in guerra la motivazione e lo spirito combattivo giocano un ruolo enorme, se non decisivo, consentendo alle persone di compiere miracoli e ottenere la vittoria dove sembra impossibile. Quale spirito combattivo avranno i nostri soldati dopo che le autorità avranno demolito una chiesa ortodossa nel centro di Kiev? Non si chiederanno: per cosa stiamo combattendo, dopotutto? In modo che le autorità possano continuare a distruggere le chiese, a perseguitare i credenti e a imprigionare coloro che osano dissentire?

La chiesa delle Decime è stata distrutta due volte in passato: la prima dalle orde di Batu Khan nel 1240 e la seconda volta dai bolscevichi nel 1928. A chi somigliano le autorità ucraine di oggi? Batu andava e veniva, ma i bolscevichi governarono l'Ucraina per più di mezzo secolo dopo la distruzione della chiesa delle Decime. Questo è probabilmente ciò su cui conta Zelenskij. La sua squadra parla instancabilmente della necessità che tutti i cittadini ucraini si uniscano, si mobilitino e aiutino il fronte in ogni modo possibile. Chi può vada a combattere, chi non può lavori sul fronte interno e sostenga i nostri guerrieri. Tutto questo è giusto, ma le parole della squadra non corrispondono alle loro azioni. Non parleremo nemmeno della spaventosa corruzione negli appalti militari, dell'incompetenza dei funzionari e dell'illegalità e dell'irresponsabilità a tutti i livelli dell'amministrazione statale. Concentriamoci solo su ciò che riguarda direttamente la Chiesa.

Come sappiamo, Zelenskij è salito al potere criticando il precedente presidente, Poroshenko. Un punto di questa critica era la politica della chiesa. Zelenskij ha criticato, anche nelle parodie di Kvartal 95, l'ingerenza di Poroshenko negli affari ecclesiastici, la creazione di sua mano della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", i suoi viaggi a Istanbul per elemosinare il Tomos, e così via. Come candidato, Zelenskij ha promesso che, se eletto presidente, lo stato avrebbe trattato tutti allo stesso modo e avrebbe agito nel rispetto della legge. Ha criticato le precedenti autorità per aver diviso il popolo ucraino, creando artificialmente tensioni nella società. Ecco una citazione dal suo programma elettorale del 2019: "Per 28 anni ci è stata promessa una società di pari opportunità, ma ogni volta siamo stati divisi da criteri diversi. In realtà la divisione è una sola: noi e loro. Noi siamo il popolo ucraino. Sono i 'pensionati politici' che 'migrano' dal potere all'opposizione, da un partito all'altro, e si creano costantemente posizioni vantaggiose, nascondendosi dietro l'immunità". Ora Zelenskij ha superato di gran lunga il suo predecessore. Non solo interferisce negli affari ecclesiastici come Poroshenko, ma imprigiona anche i vescovi, favorisce il sequestro delle chiese, perseguita i giornalisti ecclesiastici e ora addirittura distrugge le chiese. Facendo tutto questo, divide il popolo ucraino, divide la nostra società e dichiara di fatto milioni di persone cittadini di seconda classe. E allo stesso tempo chiede alla società di sostenere le autorità.

A chi servono in definitiva le attuali autorità ucraine che dividono la società ucraina? E cosa preannuncia per tutti noi questo segno così inquietante – la distruzione di una chiesa? Perché ora, quando la situazione al fronte è catastrofica, come dicono molti militari, quando gli aiuti occidentali sono altamente incerti, quando la mobilitazione è condotta in un modo che probabilmente fallirà, perché la squadra di Zelenskij decide adesso di sferrare un colpo del genere alla società? È stupidità o un atto deliberato per aiutare il nemico?

Per il secondo anno le autorità hanno perseguitato la Chiesa e la distruzione della chiesa delle Decime significa che sono già andati troppo oltre e non si fermeranno davanti a nulla. Cosa seguirà dopo? Quanti altri templi verranno distrutti, confiscati alla Chiesa, trasformati in musei e istituzioni culturali? Quanti altri credenti e chierici finiranno in prigione? E cosa accadrà al nostro paese e al nostro popolo se le nostre autorità oseranno sfidare Dio distruggendo una sua chiesa? Ricordiamo che "Dio non si prende in giro. Perché tutto ciò che l'uomo semina, quello raccoglierà..." (Gal 6:7).

Vorremmo concludere con una nota di speranza, con le parole della Sacra Scrittura:

Giona cominciò a percorrere la città, per un giorno di cammino e predicava: "Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta". I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere. Poi fu proclamato in Ninive questo decreto, per ordine del re e dei suoi grandi: "Uomini e animali, grandi e piccoli, non gustino nulla, non pascolino, non bevano acqua. Uomini e bestie si coprano di sacco e si invochi Dio con tutte le forze; ognuno si converta dalla sua condotta malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani. Chi sa che Dio non cambi, si impietosisca, deponga il suo ardente sdegno sì che noi non moriamo?". Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si impietosì riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece. (Giona 3:4-10).

L'ira di Dio può essere scongiurata, ma solo in questo modo.

 

venerdì 26 aprile 2024

Siamo caduti letteralmente nella "CACCA". (https://www.ortodossiatorino.net/)

Cosa sta succedendo al sito dell'Unione dei giornalisti ortodossi?

 

 

 

 

 

Solo all'inizio di questo mese ricordavamo ai nostri lettori che i media ortodossi in Ucraina sono a rischio di pogrom, e a quanto pare, da circa una settimana il sito dell'Unione dei giornalisti ortodossi risulta irraggiungibile. Badate, non stiamo parlando del suo oscuramento in Ucraina (che diamo ormai per scontato), ma del suo oscuramento anche in Italia. Per fortuna rimangono ancora attivi i video su YouTube e la pagina Facebook dell'Unione, ma l'oscuramento del sito a livello internazionale è una vigliaccata globale, che ci priva delle informazioni autentiche dei nostri fratelli ortodossi in Ucraina. Ora non ci resta che pregare (una strategia tutt'altro che debole), e continuare a denunciare queste ingiustizie dovunque possibile.

 

martedì 23 aprile 2024

 CELEBRAZIONI NELLA SETTIMANA SANTA 

PRESSO LA CHIESA PARROCCHIALE "SAN GIOVANNI DI KRONSTADT" 

- PATRIARCATO DI MOSCA - CASTROVILLARI (CS)

 

 APRILE

27   S    Sabato di Lazzaro   -    Vespro  -  Vecernie  ore  17.30

 28  D     Domenica delle Palme – Ingresso di N.S.G.C. a Gerusalemme  

              Divina Liturgia ore 10.00

          Вход Господень в Иерусалим  -    Duminica Floriilor

              Filippesi  4,4-9   -   Giovanni 12,1-18 

             Al termine della Liturgia ci sarà la "Benedizione dei rami (palme)".

Ore: 17.30

La sera Ufficatura del Nimfios  (Mattutino)

(Cappella San Kosmas d'Etolia (San Basile)

 INIZIO DELLA GRANDE E SANTA SETTIMANA

  29   L       La sera Ufficatura del Nimfios    (Mattutino)

  30   M     La sera Ufficatura del Nimfios    (Mattutino)

 

            Maggio

  01   M     La sera Ufficatura del Nimfios  -  Olio Santo  (Mattutino)

                (Chiesa Parrocchiale - Castrovillari)

  02   G      Mattutino e 12 evangeli

                    (Chiesa Parrocchiale - Castrovillari)

 03   V    Ufficio delle Grandi Ore e Epitafios Trinos  (Sante sofferenze del Signore) 

                 Processione con l’Epitafios   (Chiesa Parrocchiale - Castrovillari)

   04  S      Sabato Santo  -  Mattutino di Pasqua

  05  D             PASQUA  DI  RISURREZIONE

 


 ORE  09.30

Processione ed apertura della porta

Entrata trionfale in Chiesa

DIVINA  LITURGIA   

 

 

   ХРИСТОС ВОСКРЕСЕ     ВОИСТИННУ ВОСКРЕСЕ

                        CRISTO Ė RISORTO     VERAMENTE Ė RISORTO

                            KRISTOS ANESTI     ALITHOS ANESTI

KRISHTI U NGJALLË     VIRTETA U NGJALLË

                        HRISTOS A ÎNVIAT     ADEVARAT A ÎNVIAT

 

A TUTTI  I  FEDELI  ORTODOSSI

 

B U O N A   P A S Q U A

 

Padre  Giovanni  Capparelli

venerdì 19 aprile 2024

https://www.ortodossiatorino.net

  Il discepolo disobbediente

di padre Zechariah Lynch

Patristic Faith, 29 febbraio 2024

 

Qui di seguito il lettore troverà un bel racconto di un discepolo che, attraverso la sua apparente mancanza di rigorosa obbedienza, portò grandi frutti. Egli giustamente unì il discernimento all'obbedienza. Senza discernimento, infatti, l'obbedienza può diventare abusiva. Naturalmente tale discernimento è stato (e deve essere) esercitato con grande amore e devozione cristiani. Questo è della massima importanza. Possiamo discernere che non era compito del discepolo "semplicemente obbedire", ma era anche responsabile di "comportarsi come Dio vuole". Che il Signore ci conceda la saggezza.

Penso che sia possibile anche, per il lettore comune, sostituire nel testo seguente la frase "vita monastica" con "vita cristiana". "Con quale amore vivevano la vita cristiana..." Il Signore ci conceda almeno un ditale pieno di questo amore e di compassione. Queste sono virtù coraggiose e non sono in alcun modo deboli o smidollate.

Lascio a te, lettore, che tu riceva nutrimento spirituale dal racconto stesso, tratto dal libro "Parole del cuore, della gerondissa Makrina Vassopoulou. Monastero greco-ortodosso di san Giovanni il Precursore; pp. 247-249".

Inizio del racconto:

C'era una volta un anziano che viveva una vita molto spirituale con un suo discepolo. A poca distanza dalla loro abitazione possedevano una piccola capanna abbandonata. Un giorno venne un altro anziano e chiese di viverci. "Abba, perché non mi regali quella piccola capanna, così posso abitare anch'io qui vicino a te?"

Il primo monaco rispose: "Perché no? Che ciò sia benedetto. È tua". E l'altro anziano si trasferì. L'anziano appena stabilitosi era spiritualmente molto colto e la gente lo visitava continuamente. Il primo anziano vide la folla ed ebbe pensieri invidiosi perché la gente andava dal nuovo venuto e non da lui. Non riusciva a superare tali pensieri. Dopo un po' disse al suo discepolo: "Vai a dire a quell'anziano di lasciare la capanna e trovarsi un altro posto dove vivere, perché ne ho bisogno".

Il discepolo disse: "Che ciò sia benedetto", si alzò e andò.

Quando il discepolo arrivò, chiese: "Come stai, caro padre?"

"Cosa posso dire, figlio mio? Sto lottando lungo la via monastica".

"Il mio anziano ti manda molte benedizioni e ti ama moltissimo".

"Digli che lo ringrazio e che preghi per me perché non sto bene. Mi dà fastidio lo stomaco".

Dopo un po', l'anziano proprietario della cella vide che l'altro anziano era rimasto e che la gente continuava ad andare da lui. Disse al suo discepolo di andare di nuovo dal nuovo arrivato e di dirgli di lasciare la capanna senza indugio. Il discepolo andò.

"Come stai, figlio mio? Cosa ti ha portato qui?"

"Sono venuto a trovarti, caro padre. Il mio anziano ha saputo che sei malato e mi ha mandato a trovarti. Invia i migliori auguri, preghiere e tanto amore, insieme al suo grande rispetto e stima".

"Lo ringrazio. Non ho parole per ringraziarlo del grande amore che mi dimostra. Digli che ora sto bene attraverso le sue preghiere".

Il discepolo tornò nella cella e disse al suo anziano che, a Dio piacendo, il monaco sarebbe partito entro domenica. Il povero anziano si calmò.

Di nuovo la gente andò dall'altro anziano e quando arrivò la domenica era ancora lì. Il primo anziano perse la pazienza e disse: "Ora vado a cacciarlo fuori dalla capanna con il mio bastone". Quindi si alzò per uscire.

"Lascia che ti preceda", riuscì a dire il discepolo, "per dirgli di uscire, così non ti stanchi di correre. Vedrò se c'è folla, così da non scandalizzare nessuno quando arriverai".

Il discepolo arrivò per primo e disse: "Caro Padre, il mio anziano verrà con tanto amore a visitarti e a portarti nella nostra cella". Appena seppe che sarebbe arrivato l'anziano proprietario della cella, pensò che l'anziano si fosse dato molto da fare per causa sua, e gli andò incontro. Appena lo vide, si prostrò completamente, dicendo: "Mio caro fratello, mio padre, mio benefattore", e cominciò a dirgli molte parole di affetto.

Allora l'anziano vide l'amore dell'altro, si addolcì, lo abbracciò senza dire nulla e lo condusse nella sua cella. Più tardi chiese al discepolo: "Non gli hai detto niente delle cose che ti ho detto, vero?"

"No", rispose.

Allora l'anziano prese il suo bastone e disse al discepolo: "Non sono degno di essere tuo anziano, prendi tu il bastone". Vedi quale amore avevano gli anziani e i discepoli!

Ora, se fosse andato e avesse detto qualunque cosa gli avesse detto il suo anziano, avrebbe sconvolto l'altro anziano con pensieri del tipo: "Cosa mi stai dicendo? La capanna gli era inutile e mi ha lasciato restare qui. Forse stavo richiamando io la folla? Molto semplicemente, Dio la stava richiamando". Che cortesia avevano allora. Con quale amore vivevano la vita monastica, con quale compassione! Le lotte spirituali di quel discepolo avevano raggiunto grandi altezze! Aveva convinzioni così elevate che non voleva amareggiare il cuore di nessuno dei due anziani! Il suo anziano disse: "Fai questo e quello" e lui usò il discernimento per fare ciò che era giusto. Obbedì e andò quando il suo anziano lo mandò, ma aveva questa mentalità: "Mi comporterò come vuole Dio". Aveva la grazia di Dio dentro di sé, che lo illuminava su come agire per aiutare gli anziani. In questo caso ha mostrato obbedienza con discernimento. Come vivevano le persone belle! Ecco perché dovremmo avere molto discernimento e timore di Dio nelle nostre anime.

Che cosa grave è la falsa accusa! Ascoltiamo una conversazione e andiamo a ripeterla come l'abbiamo capita. Sia che sappiamo o meno se è corretta o buona, andiamo a diffonderla. Pensate dunque al bel gesto compiuto da quel discepolo tra i due anziani! Che bell'amore, che meravigliosa compassione! Come li ha uniti! Ha aiutato il suo anziano a liberarsi della sua passione e a vivere con il suo vicino in pace e con amore!