venerdì 31 agosto 2012

Dal sito: http://www.ortodossia.it

BARTOLOMEO I
PER MISERICORDIA DI DIO
ARCIVESCOVO DI COSTANTINOPOLI-NUOVA ROMA
E PATRIARCA ECUMENICO
A TUTTO IL PLEROMA DELLA CHIESA
GRAZIA E PACE DA PARTE DEL CREATORE
E CONSERVATORE DI TUTTO IL CREATO
IL SIGNORE, DIO E SALVATORE NOSTRO GESÙ CRISTO

Fratelli e figli diletti nel Signore,
Dio che ha creato l’Universo e ha formato la terra come una perfetta abitazione dell’uomo, ha dato a lui l’ordine e la possibilità di svilupparsi e di moltiplicarsi e di riempirla e di dominare su di essa e su tutti i suoi animali e piante. (Gen.1,28)
Il mondo che ci circonda ci è stato dunque donato dal Creatore come uno stadio di attività sociale, ma anche di santificazione, in attesa della restaurata creazione nel secolo futuro. Da sempre la Santa e Grande Madre Chiesa di Cristo sostiene e vive questa posizione teologica, perciò anche la Nostra Umile Persona è stata posta, com’è noto, a capo della iniziativa ecologica, ripresa dal nostro Sacratissimo Trono Ecumenico, per la protezione del nostro pianeta assai travagliato, volontariamente e involontariamente.
La pienezza della vita, che è opera della sapienza di Dio, non fu data sicuramente all’incontrollabile potestà dell’uomo. Una dominazione totale della terra da parte dell’uomo e di tutto ciò essa contiene, significa un uso logico ed un godimento dei beni offerti e non un attingere per avidità ed un abuso catastrofico o una distruzione delle sue risorse.
Malgrado ciò, sopratutto ai nostri giorni, osserviamo un eccessivo sfruttamento delle risorse naturali, con la conseguenza della distruzione dell’equilibrio ambientale, degli ecosistemi e in genere delle condizioni ambientali, così che le condizioni di vita dell’uomo, poste da Dio, sulla terra diventano per lui più ostili. Per esempio, come osserviamo tutti, scienziati, ecclesiastici e politici responsabili e l’umanità in genere, la temperatura dell’atmosfera aumenta, si manifestano piogge terribili, vengono contaminati gli ecosistemi del sottosuolo e del mare ed in genere viene distrutta, e alcune volte anche completamente distrutta, la possibilità di continuazione della vita in alcune regioni.
Vedendo e valorizzando in pratica i pericoli per l’umanità di questo sviluppo delle condizioni ambientali, la Madre Chiesa ha istituito già dall’epoca del nostro predecessore, l’indimenticabile Patriarca Demetrio, il Primo Settembre di ogni anno quale giornata di preghiera per l’ambiente, ossia per il mondo terrestre di vita dell’uomo.
Però dobbiamo accettare che le cause degli spiacevoli cambiamenti ambientali non provengono da Dio ma dall’uomo e di conseguenza la supplica e la preghiera della Chiesa e di tutti noi a Dio, il Signore dei Signori e Colui che tutto governa, per il miglioramento delle condizioni ambientali, è essenzialmente una richiesta di pentimento dell’umanità stessa dal proprio peccato di distruzione delle cose della terra, invece di usufruirne con ragione e attenzione, in modo che si conservi per sempre la prolificazione delle sue risorse.
Pregando e chiedendo a Dio di conservare l’ambiente della terra idoneo per la vita dell’uomo su di essa, in sostanza preghiamo che Dio cambi il pensiero dei potenti della terra e li illumini di non distruggere l’ecosistema terrestre per motivi di utilità economica e interesse temporale. Però, tutto questo vale anche per ogni uomo, anche perché ognuno di noi - nella misura delle proprie piccole possibilità -, contribuisce alle piccole catastrofi ambientali, dovute alla propria stoltezza.
Di conseguenza, pregando per l’ambiente, preghiamo per il pentimento di ognuno di noi, per il nostro piccolo o grande contributo al danno ed alla distruzione dell’ambiente che viviamo globalmente, come somma di più piccoli interventi dannosi, ai grandi e importanti fenomeni catastrofici, che avvengono negli anni.
Rivolgendo questo appello, preghiera e raccomandazione dal Sacro Centro dell’Ortodossia all’ecumene e a tutta l’umanità, preghiamo che il Signore Datore di ogni bene, che ha donato a tutti noi che abitiamo sul pianeta, il paradiso terrestre, ispiri buoni sentimenti nei cuori di tutti gli uomini, in modo che rispettiamo l’equilibrio ambientale che Egli, nella Sua Sapienza e nella Sua bontà ci ha consegnato, affinché sia noi, sia le generazioni che seguono, godano le donazioni di Dio con sentimenti di ringraziamento e di glorificazione.
Preghiamo che questa Sapienza, Pace e Forza di Dio, che ha creato, che conserva e porta verso le cose ultime la creazione che attende la sua salvezza, preservi l’ambiente sempre fruttuoso e contribuisca continuamente al progresso dell’uomo e porti a buon frutto le opere buone di coloro che lavorano per questo e invochiamo la Grazia e l’infinita Misericordia su tutti gli uomini e sopratutto su coloro che rispettano e custodiscono il creato, come un altro paradiso. Così sia!
1 Settembre 2012
+ il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo,
fervente intercessore presso Dio

giovedì 30 agosto 2012

Celebrazione delle Ufficiature:


  DOMENICA 2 Settembre 2012

Tono IV
 
 
 
Sabato 1 settembre 2012, Ore 17.00
VESPRO
 
Domenica 2 settembre 2012: Ore 10.00
DIVINA LITURGIA

  Chiesa Ortodossa 
 Patriarcato di Mosca
Parrocchia di
San Giovanni di Kronstadt
Palazzo Gallo - P.zza Vittorio Em. II 
(di fronte la pizzeria da Armando -
seguendo Corso Garibaldi a destra)
Castrovillari (cs)

 Carissimi Fedeli Ortodossi di 
Castrovillari e del circondario, 
carissimi Arbëreshë  dei paesi viciniori,
(San Basile - Frascineto - Ejanina - Civita)
 come sempre vi aspetto numerosissimi,
 per celebrare con Voi le Ufficiature 
della Vostra Chiesa e della Vostra
 Santa Tradizione Ortodossa.
Per qualsiasi informazione chiamate
 il Parroco al: 3280140556

lunedì 27 agosto 2012

200° anniversario di Fort Ross


 Il 25 agosto 2012, con la benedizione di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill, il presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca metropolita Hilarion di Volokolamsk ha celebrato la Divina Liturgia a Fort Ross, sul sito del primo insediamento russo in California. 
La liturgia è stata celebrata all’aria aperta presso la chiesa russa della Santissima Trinità. Col presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca hanno concelebrato il primo Gerarca della Chiesa ortodossa russa all’estero, il metropolita di America orientale e New York Hilarion, l’amministratore delle parrocchie Patriarcali negli Stati Uniti arcivescovo Justinian di Naro-Fominsk, l’arcivescovo Gabriel di Montreal e Canada, l’arcivescovo Benjamin di San Francisco e America occidentale (della Chiesa Ortodossa in America ), vicario della diocesi di Chicago, il vicario della diocesi di San Francisco vescovo Petr di Cleveland, il vescovo Feodosij di Seattle, numerosi sacerdoti della Chiesa ortodossa russa e della Chiesa ortodossa in America. Erano inolter presenti al servizio liturgico il metropolita Gerasim di San Francisco (Patriarcato di Costantinopoli) e il vescovo Daniel di Dragovic (Patriarcato di Bulgaria), numerosi fedeli provenienti da Russia, Stati Uniti, Canada e altri Paesi. Alla cerimonia ha partecipato il console generale della Federazione Russa a San Francisco V. Vinokourov.
Alla fine della celebrazione il metropolita Hilarion ha rivolto ai fedeli la propria omelia:
“Eminenza, primo Gerarca della Chiesa ortodossa russa, metropolita Hilarion,
Eminenze e Eccellenze,
cari padri, fratelli e sorelle!
Prima di tutto vorrei trasmettere a tutti voi la benedizione di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Russie Kirill, benedizione con la quale sono venuto in Nord America per condividere con il metropolita Hilarion e numerosi vescovi questa Divina Liturgia a Fort Ross in memoria del 200° anniversario del primo insediamento russo sul suolo americano.
Fort Ross è per noi russi un posto molto speciale. Quando si arriva e qui si vede questo paesaggio aspro con l’oceano, le montagne, quando si perde ogni contatto telefonico, ci si sente in un altro mondo, non nell’America moderna, ma in un luogo non ancora raggiunto dalla civiltà umana. E’ difficile immaginare come era questa terra duecento anni fa, quando gli industriali russi hanno scelto questo luogo per creare una fortezza in legno. Ovunque è arrivato il popolo russo, per prima cosa ha costruito le chiese. Ciò è dovuto al fatto che il popolo russo ha sempre sentito una speciale vicinanza a Dio e la sua vocazione storica di diffondere la fede cristiana.
La Chiesa ortodossa russa è sempre stata multi-etnica, una Chiesa missionaria. Non appena i missionari russi hanno messo piede sul suolo americano, hanno iniziato a testimoniare la fede ortodossa alla popolazione locale, in primo luogo in Alaska, tra gli Aleuti, e poi a Sud, tra gli americani. Il sito di Fort Ross serviva non solo come luogo di commercio, ma anche come centro missionario. E oggi, duecento anni dopo, questi luoghi sono importanti per noi soprattutto come centri di diffusione dell’Ortodossia in America.
Oggi in America più di un milione di persone professa la fede ortodossa, in molte città e cittadine ci sono chiese ortodosse. Duecento anni fa, non c’era nulla di tutto questo, l’America era percepita come un deserto spirituale, e la luce della fede ortodossa è arrivata nel continente americano grazie ai missionari russi. Per più di un secolo, in America, non c’è stata nessun’altra Chiesa ortodossa, fatta eccezione per la Chiesa ortodossa russa o, come era allora conosciuta, la Chiesa ortodossa greco-cattolica della Russia.
Grandi missionari della terra russa, come S. Innokentij (Venjaminov) e S. Tikhon, il futuro Patriarca di tutta la Russia, hanno lavorato qui per fondare una Chiesa nazionale unificata. E nel loro lavoro missionario erano motivati da un unico desiderio: portare la luce della fede cristiana a più persone possibile, indipendentemente dalla loro nazionalità o lingua. Oggi la Chiesa Ortodossa in America, anche se divisa in molteplici giurisdizioni, conserva il patrimonio dei missionari russi e li ricorda come pilastri e fondatori della fede ortodossa in questa terra”.
Per commemorare il 200° anniversario della fondazione di Fort Ross, il presidente del Dipartimento per le relazioni esterne  ha donato alla chiesa della Santissima Trinità un’icona di San Tikhon, Patriarca di tutta la Russia.
Poi ha presentato i riconoscimenti  ecclesiastici con cui sono state decorate alcune persone per il lavoro svolto a vantaggio della Chiesa. Il console generale della Federazione Russa a San Francisco, V. Vinokourov è stato insignito dell’ordine di San Sergio di III grado, alcuni rappresentanti del Museo di Fort Ross e benefattori hanno ricevuto i diplomi del Patriarca.
Al termine della liturgia si è svolta una processione intorno alle mura di Fort Ross, poi tutti si sono diretti al cimitero russo, dove è stato celebrato un servizio funebre ed è stata scoperta una lapide commemorativa con i nomi dei coloni russi sepolti.

giovedì 23 agosto 2012


Celebrazione delle Ufficiature:



  DOMENICA 26 AGOSTO 2012

Tono III
 
Sabato 25 agosto 2012, Ore 17.00
VESPRO
 
Domenica 26 agosto 2012: Ore 10.00
DIVINA LITURGIA

  Chiesa Ortodossa 
 Patriarcato di Mosca
Parrocchia di
San Giovanni di Kronstadt
Palazzo Gallo - P.zza Vittorio Em. II 
(di fronte la pizzeria da Armando -
seguendo Corso Garibaldi a destra)
Castrovillari (cs)

 
 
 28 (15) Agosto  2012
 
Dormizione della Genitrice di Dio
 
Успение Пресвятой Владычицы нашей
 Богородицы и Приснодевы Марии.
 
Adormirea Maicii Domnului
 
 
Lunedi 27 ore 17.00
VESPRO  -  VECERNIE
 
Martedi 28 ore 10.00
DIVINA LITURGIA 
 
 Carissimi Fedeli Ortodossi di 
Castrovillari e del circondario, 
carissimi Arbëreshë  dei paesi viciniori,
(San Basile - Frascineto - Ejanina - Civita)
 come sempre vi aspetto numerosissimi,
 per celebrare con Voi le Ufficiature 
della Vostra Chiesa e della Vostra
 Santa Tradizione Ortodossa.
Per qualsiasi informazione chiamate
 il Parroco al: 3280140556

Dalla Chiesa Ortodossa Russa

Visita del metropolita Hilarion in USA

Con la benedizione del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill e su invito del metropolita Hilarion di New York e America Orientale, primo gerarca della Chiesa ortodossa russa all’estero, il presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion di Volokolamsk, visiterà gli Stati Uniti dal 23 al 28 agosto per partecipare alle celebrazioni del 200° anniversario della fondazione di Fort Ross, che ha segnato l’inizio della presenza russa in America.
Il 24 agosto il metropolita Hilarion sarà presente a San Francisco all’apertura della tavola rotonda “Compatrioti e Chiesa ortodossa russa: un’esperienza di collaborazione in Nord America e Oceania”. La manifestazione è organizzata dal Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca in collaborazione col Ministero degli Esteri russo. Lo stesso giorno, il presidente del Dipartimento si recherà in visita all’Istituto ortodosso di Berkeley, dedicato al Patriarca Atenagora.
Il 25 agosto, nel quadro delle celebrazioni in onore del 200° anniversario della presenza russa in America, il metropolita Hilarion celebrerà la Divina Liturgia nella Chiesa della Santissima Trinità a Fort Ross.
Il 26 agosto, il presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca celebrerà la Divina Liturgia nella seconda chiesa più importante tra le parrocchie Patriarcali degli Stati Uniti, la Cattedrale di San Nicola a San Francisco.
Il 28 agosto, festa della Dormizione della Beata Vergine Maria, il metropolita Hilarion celebrerà la Divina Liturgia nella Cattedrale della Chiesa ortodossa russa all’estero in onore della Madre di Dio “Gioia di tutti i sofferenti”.

lunedì 20 agosto 2012

Dalla Chiesa Ortodossa del Patriarcato di Mosca

Firmato messaggio comune ortodosso-cattolico ai popoli di Russia e Polonia

Il 17 agosto 2012 presso il Palazzo Reale di Varsavia si è tenuta la cerimonia solenne della firma del messaggio congiunto ai popoli della Russia e della Polonia da parte del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill e del Presidente della Conferenza Episcopale Cattolica Polacca, Metropolita Jozef Michalik.
Alla cerimonia hanno partecipato Sua Beatitudine il Metropolita di Varsavia e di tutta la Polonia Sawa e i membri della delegazione della Chiesa ortodossa russa che accompagnava il Patriarca Kirill durante la sua visita in Polonia.
Nella grande sala dell’Assemblea del Palazzo Reale, Sua Santità il Patriarca Kirill e tutti gli ospiti sono stati accolti dal direttore del Castello Reale di Varsavia prof. Andrzej Rottermund. Anche il direttore del Centro per il dialogo e consenso russo-polacco, dott. Slavomir Dembsky, ha rivolto un saluto ai presenti .
Poi il Patriarca Kirill e il Presidente della Conferenza episcopale polacca, metropolita Jozef Michalik, hanno apposto le loro firme al messaggio congiunto per i popoli della Russia e della Polonia.
Il messaggio, che non rappresenta un documento inter-ecclesiale e teologico e non si riferisce a questioni confessionali, è un appello alla riconciliazione e al perdono reciproco in uno spirito di amore cristiano. In esso, tra l’altro, si legge: “Dopo la seconda guerra mondiale e la dolorosa esperienza dell’ateismo imposto ai nostri popoli, oggi ci avviamo sul cammino del rinnovamento spirituale e materiale”. Si sottolinea che tale rinnovamento dovrebbe essere, prima di tutto, rinnovamento dell’uomo e, attraverso quest’ultimo, rinnovamento dei rapporti tra le nazioni.
L’esortazione ai credenti della Russia e della Polonia “a chiedere perdono per i torti inflitti a vicenda, per l’ingiustizia e per il male” non significa dimenticare, dice il documento. “La memoria è una parte importante della nostra identità. Abbiamo anche il dovere della memoria nei confronti delle vittime del passato, che hanno subito violenza e hanno sacrificato la loro vita per la fedeltà a Dio e alla Patria terrena. Perdonare significa rinunciare alla vendetta e all’odio, partecipare alla creazione dell’armonia e della fratellanza tra le persone, tra i nostri popoli e i nostri Paesi, il che costituisce la base di un futuro di pace”.
I popoli russo e polacco sono uniti dall’esperienza della Seconda Guerra Mondiale e del periodo di repressione da parte dei regimi totalitari. “Guidati dall’ideologia atea, questi regimi hanno combattuto contro tutte le forme di religiosità, e hanno particolarmente lottato contro il cristianesimo e le nostre Chiese. Vittime sono state milioni di persone innocenti, come ci ricordano i numerosi luoghi di esecuzioni e di sepoltura che si trovano sia in terra russa, che in terra polacca”, dice il messaggio.
In questo appello, rivolto a politici, personaggi pubblici, uomini di scienza, arte e cultura, credenti e non credenti, si incoraggia la promozione del dialogo e il ripristino della fiducia reciproca, l’avvicinamento oggi dei popoli russi e polacchi, di fronte alla comune responsabilità cristiana nell’epoca attuale e al fatto che ci si confronta con gli stessi problemi.
Dopo la firma del documento, il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill si è rivolto al pubblico: “Vostra Beatitudine, Eminenze, Eccellenze, signore e signori, fratelli e sorelle!
Vorrei innanzitutto ringraziare tutti i presenti per la calorosa accoglienza riservataci in terra polacca.
Nel mondo di oggi, forse come non mai nella storia umana, i rapporti tra gli stati e le nazioni sono determinati da considerazioni commerciali e sono basati sul reciproco interesse. La Chiesa non può negare l’importanza di questi fattori, ma non si vive di solo pane (Mt 4, 4). La prosperità economica, costruita sul desiderio egoistico di utilizzare i popoli vicini e lontani come una fonte di risorse, in fin dei conti sarà causa di delusione e sofferenza. Per evitare questo, le relazioni internazionali dovrebbero essere improntate alla “regola d’oro”: Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro (Mt 7, 12).
Da parte dei governanti si sta compiendo un grande sforzo per il riavvicinamento dei nostri popoli, cosa che è certamente coerente con i nostri comuni interessi economici. Tuttavia, le considerazioni pragmatiche da sole non sono sufficienti a costruire un rapporto veramente fraterno tra il popolo russo e il popolo polacco. Ecco perché noi cristiani siamo chiamati a dare un contributo speciale al laborioso processo di riconciliazione russo-polacco.
La mancanza della componente morale nei rapporti fra le nazioni porta al fatto che la gente non vede nessun altro motivo per essere in relazione, al di là del reciproco vantaggio. Questo è un fatto triste che rende instabile le fondamenta della politica mondiale. Pertanto, i popoli che seguono i valori spirituali nella vita sono chiamati a costruire un diverso tipo di rapporto che non si limiti alle alleanze economiche e militari, al mondo materiale nel suo complesso.
La fede cristiana, che sia i russi che i polacchi non cercano di adeguare alle norme del mondo secolare, è il nostro tesoro, che ha un potenziale unificante unico. Esortando alla pace, allo sviluppo di un rapporto veramente fraterno tra i nostri due Paesi, chiediamo che il dialogo tra il popolo russo e il popolo polacco sia basato sui valori tradizionali cristiani.
La Chiesa ortodossa russa e la Conferenza episcopale cattolica della Polonia hanno fatto notevoli sforzi per produrre un messaggio comune rivolto ai popoli della Russia e della Polonia, per convincere molti scettici sulla necessità di un tale documento. Il documento che abbiamo firmato oggi non è un’ennesima dichiarazione politica, come quelle che spesso nascono nella sfera pubblica, ma la testimonianza che la nostra fede ci chiama a superare gli stereotipi negativi formatisi storicamente, al rispetto reciproco e alla fiducia, per essere in grado di aprire una qualche prospettiva verso la solidarietà e l’amore cristiano.
Il messaggio congiunto vuole testimoniare il fatto che il peccato è la causa di tutte le divisioni, compresa la divisione tra i nostri popoli. Questa semplice idea non dovrebbe solo essere capita, ma sperimentata da tutte le persone che cercano di superare la discordia di questo mondo di peccato. Purtroppo, spesso nei rapporti con gli altri cerchiamo i colpevoli, e questo non fa che aumentare le incomprensioni e la sfiducia. Questa è una manifestazione dell’orgoglio, che porta la persona all’inferno e alla dannazione. La tradizione cristiana ha una secolare esperienza di santità, che consiste nel rifiuto del peccato e nell’acquisizione della grazia dello Spirito Santo. Non sempre abbiamo fede a sufficienza per credere che è possibile vivere senza rispondere col male al male, e si può trovare in sé la forza di vedere le proprie colpe e perdonare quelle altrui. Oggi abbiamo firmato un documento che ha lo scopo di rafforzare questa fede presso i nostri credenti in Russia e Polonia.
Allo stesso tempo, i cristiani, pur perdonando i torti reciproci, non possono dimenticare coloro che sono stati vittime di ostilità e di odio, tra i quali molti nostri parenti e cari. Se siamo nello spazio della tradizione cristiana, dobbiamo avere a cuore la memoria di tutte le vittime innocenti. Conservando la memoria delle loro sofferenze, ci sentiamo oggi chiamati a compiere buone azioni gli uni verso gli altri.
Il documento sottolinea che la ricerca storica è di competenza dei professionisti. Importante è che lo scopo di questa ricerca non diventi un’altra “resa dei conti”. Noi vorremmo che i risultati di questi studi siano non solo oggettivi, ma anche costituiscano cibo mentale per le nuove generazioni. Vorremmo che i giovani possano vedere quali sono le orribili conseguenze dell’allontanamento delle persone dalla fede, del disprezzo delle norme morali, delle nozioni elementari della verità di Cristo, la misericordia e la giustizia.
Purtroppo il nemico del genere umano spesso semina la zizzania delle divisioni e dell’inimicizia tra le nazioni cristiane, e colo che sono chiamati a professare insieme che Gesù Cristo è venuto nella carne (1 Gv. 4, 2) per la nostra salvezza, finiscono per trattarsi reciprocamente con ostilità. Lo sappiamo dalla storia. Per questo oggi ci rivolgiamo a tutti con parole di riconciliazione, ricordando che è giunto il momento in cui la memoria delle tragedie del passato deve ritirarsi in secondo piano di fronte alle sfide della modernità. Il nostro messaggio afferma che ai nostri giorni i popoli della Russia e della Polonia si confrontano con l’erosione dei principi morali basati sui comandamenti di Dio, con la promozione dell’aborto, dell’eutanasia, delle unioni omosessuali, con la negazione dei valori morali cristiani. Stiamo anche assistendo ad una lotta per l’espulsione non solo dei simboli religiosi, ma anche della stessa fede e della morale dallo spazio pubblico.
Il documento sottolinea che oggi i cristiani sono chiamati ad essere fianco a fianco per difendere il proprio diritto a vivere apertamente la fede, e a professare pubblicamente la verità a quanti ci circondano. Non abbiamo tempo per esitazioni e tentennamenti. Se oggi acconsentiamo allo sradicamento dei fondamenti spirituali dell’Europa, messi in pericolo anche dalle nostre divisioni, nel prossimo futuro ci attenderà tanto di quell’odio e violenza, che il XX secolo potrà sembrare un’epoca di pace e prosperità.
Per superare la diffidenza e il risentimento reciproco è necessario l’aiuto della grazia di Dio e la coscienza del sacrificio redentore di Cristo, il quale ha donato a tutti la vittoria sul peccato. Noi crediamo che lo sviluppo dei rapporti fraterni tra il popolo russo e il popolo polacco sia benedetto dal Signore nostro Gesù Cristo e che la nostra partecipazione sincera a questo processo porterà grandi frutti.
Rivolgendoci con un messaggio comune ai nostri popoli, vogliamo testimoniare insieme il fermo proposito dei cristiani della Russia e della Polonia di vivere in pace, perdonandoci reciprocamente e riaffermando insieme il valore intramontabile del Vangelo”.
Al termine della cerimonia al Palazzo Reale di Varsavia, Sua Santità ha firmato il libro degli ospiti d’onore: “L’evento storico della firma del documento congiunto per i popoli russo e polacco, che si è svolto in questo luogo, ha un significato speciale per la Polonia. Distrutto e ricostruito, il Palazzo Reale di Varsavia costituisce un simbolo del superamento del dolore, della distruzione e del tentativo di riscrivere la storia; esso è anche l’espressione tangibile e segno dell’impegno delle due Chiese per la ricostruzione e la trasformazione dei rapporti tra i due popoli fratelli”.

PATRIARCATO ECUMENICO
COMUNICATO


Il Patriarcato Ecumenico esprime la sua più viva inquietudine per la recrudescenza della violenza che si propaga oggi attraverso il mondo. Dall’America all’Africa, passando per l’Europa e l’Asia, i continenti di trovano a confronto con fenomeni di intolleranza, che non solo rendono fragile la pace mondiale, ma anche costituiscono in ugual modo una negazione della dignità umana. Omicidi razzisti, genocidi, pulizia etnica, antisemitismo, distruzione di luoghi di culto, ecc., costituiscono azioni di barbarie, che devono essere denunciate chiaramente e con forza, particolarmente quando si mascherano dietro la scusa della religione.
Il Patriarcato Ecumenico è particolarmente preoccupato per la situazione in Medio Oriente, in Nigeria ed in Sudan. I conflitti tra Cristiani e Mussulmani nei luoghi citati devono essere superati con il rafforzamento dell’amore verso il prossimo, quale espressione del legame pacifico tra gli uomini. Il Patriarcato Ecumenico è anche assai preoccupato per il futuro del popolo Siriano e per il futuro del Cristianesimo in questo paese, lancia un appello a tutti i protagonisti del conflitto, affinché tacciano le armi, visto il carattere urgente della situazione dal punto di vista umanitario.
La soluzione di tutti questi conflitti passa principalmente attraverso il dialogo. Poiché, oltre ad una migliore comprensione delle nostre differenze, il dialogo costituisce un fattore di trasformazione e di riconciliazione. Oltre a ciò, i capi religiosi del mondo hanno l’obbligo morale di resistere alla guerra e di promuovere la pace, come una necessità essenziale. I capi religiosi devono, in dialogo tra loro, affermare con enfasi la pace di Dio dentro un mondo di agitazione. La religione non può e non deve servire di fondamento alla guerra e al conflitto, o usata come leva del fondamentalismo e del fanatismo per puri fini politici. Di fatto, noi ripetiamo instancabilmente che il crimine, commesso in nome della religione, costituisce un crimine contro la religione. Il dialogo costituisce l’unico segno di speranza che può condurci al recupero della pace.
Così, Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo ed il Patriarcato Ecumenico esprimono la loro solidarietà e vicinanza a tutte le comunità, toccate da queste violenze.
Lanciano uno speciale ardente appello a tutte le Chiese Ortodosse Autocefale, a tutte le Chiese e Comunità Cristiane, come anche agli Organismi Internazionali, agli Stati e ad ogni uomo di buona volontà, per contribuire al trionfo della pace sulla guerra e sull’odio.
Fanar, 14 Agosto 2012
Dalla Segreteria del Santo e Sacro Sinodo

sabato 18 agosto 2012

Dalsito amico: Eleousa.net

Polonia - Sulla collaborazione inter-cristiana


Il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion di Volokolamsk, ha rilasciato un’intervista al giornale “Kommersant” sulla visita del Primate della Chiesa ortodosssa russa in Polonia, che è iniziata il 16 agosto 2012.

– Questa è la prima visita in Polonia del Patriarca. Perché nessuno dei Patriarca della Chiesa ortodossa russa ha visitato finora la Polonia?

- La Chiesa ortodossa polacca è una Chiesa autocefala relativamente giovane: la sua indipendenza canonica è stata riconosciuta solo nel 1948. Pertanto, la possibilità della visita del Patriarca di Mosca alla Chiesa polacca poteva avvenire solo nel periodo successivo a tale data. Ma l'attuazione di tale visita fu impedita da circostanze di diversa natura: la posizione della Chiesa nel nostro Paese nel XX secolo, lo stato di salute dei Primati delle due Chiese, la situazione politica sfavorevole, e le difficoltà nei rapporti con la Chiesa cattolica romana, e altre cause.

- Qual è lo scopo della visita? Chi è stato l'iniziatore e da quanto tempo sono in corso i preparativi?

- La Chiesa ortodossa ha una tradizione secondo la quale il Primate neoeletto visita i suoi cugini - i capi delle altre Chiese ortodosse locali. Dalla sua elezione, il Patriarca Kirill ha fatto un certo numero di tali visite, nel 2009 ha visitato il Patriarcato di Costantinopoli, nel 2010 quello di Alessandria, nel 2011 il Patriarcato di Antiochia, e nel mese di aprile 2012 il Patriarcato bulgaro. Nel mese di giugno 2012 si è svolta la visita di Sua Santità il Patriarca Kirill alla Chiesa ortodossa di Cipro. Dopo l'attuale visita in Polonia ci sarà una serie di visite pacifiche di Sua Santità alle Chiese ortodosse autocefale.
L'invito a visitare la Chiesa ortodossa polacca è stato rivolto al Patriarca Kirill da Sua Beatitudine il Metropolita di Varsavia e di tutta la Polonia Sawa durante il suo soggiorno a Mosca in occasione delle celebrazioni per il 65° compleanno di Sua Santità nel mese di novembre 2011. Nello stesso periodo è iniziata la preparazione della visita.

- Può la visita del Patriarca al Primate cattolico della Polonia diventare un importante passo avanti nei rapporti con la Chiesa cattolica romana?

- La visita del Patriarca in Polonia all’indomani della Sua elezione è la prima visita ufficiale in un Paese dalla cultura occidentale – e ciò è stato reso possibile grazie al significativo miglioramento delle relazioni cattolico-ortodosse. Gli ortodossi e i cattolici hanno rapporti frequenti e comunicano in modo sempre più efficace l’uno con l'altro soprattutto per la tutela del patrimonio cristiano dell'Europa e per i valori morali tradizionali basati sul Vangelo.
Tutti stiamo assistendo al fatto che in diversi continenti, ma soprattutto in Europa, che per secoli si è nutrita e si è formata all'ombra della grazia della fede cristiana, il secolarismo aggressivo sta cacciando il cristianesimo dalla sfera pubblica, alienandolo dalla società.
I credenti in Russia e Polonia hanno sperimentato durante il regno del potere ateo che un simile atteggiamento verso la religione porta a tante tragedie, e nel nostro mondo di oggi c'è una chiara comprensione del ruolo positivo del cristianesimo nella società. Siamo in grado di sensibilizzare gli abitanti dell'Europa, di ricordare loro che è impossibile rompere con la propria tradizione spirituale in nome dei valori liberali, perché sulla concezione cristiana dell'uomo come immagine e somiglianza di Dio si basa la dignità della persona, il valore dei diritti umani e della libertà.
Io credo che la Russia e la Polonia siano in grado di difendere l'eredità cristiana dell'Europa, e questo servirà come buon esempio di fruttuosa cooperazione inter-cristiana.

- Che tipo di documento sarà firmato durante la visita in Polonia, qual è l'essenza di questo documento, come è stato preparato?

- Questo documento sarà firmato da Sua Santità il Patriarca Kirill e dal Presidente della Conferenza Episcopale cattolica di Polonia, il metropolita Jozef Michalik, per i popoli di entrambi i Paesi. Hanno lavorato sul testo un gruppo di rappresentanti di entrambe le Chiese per diversi anni. Il suo significato principale riguarda la richiesta di riconciliazione dei nostri popoli. Questo non significa che la nostra gente oggi vive in uno stato di inimicizia, ma l'inimicizia riguarda il passato storico. Le Chiese invitano le persone dei loro Paesi ad affrontare questo argomento da una posizione cristiana, consapevoli delle responsabilità per l'Europa e per il mondo intero nel presente e nel futuro.
Il documento discute l'importanza della convergenza delle due nazioni di fronte alle sfide del secolarismo militante e all'imposizione nella sfera morale di norme liberali, che distruggono sempre più la base dell'esistenza e l'identità dei popoli europei.

- Ci sono state difficoltà per preparare il documento?

Il lavoro su questo documento non è stato facile, ma è stato condotto in uno spirito di sincera e aperta collaborazione. Esso identifica gli obiettivi della nostra collaborazione, e chiede di non soffermarsi sulle pagine drammatiche del passato ma di camminare insieme lungo il sentiero dell’amore cristiano e del perdono.

(Fonte: Decr Servizio Comunicazione; www.mospat.ru)

Dal sito cattolico: Zenit.org

Appello del Metropolita di Aleppo:
 "Riportate la Pace in Siria!"
In un messaggio inviato a ZENIT, Mar Gregorios Yohanna Abramo, Metropolita di Aleppo, della Arcidiocesi Ortodossa di Siria, racconta la drammatica situazione del paese, proponendo una soluzione al conflitto in atto
di Mar Gregorios Yohanna Abramo

ALEPPO, venerdì, 17 agosto 2012 (ZENIT.org) - I media hanno diffuso la notizia che Aleppo è stata attaccata e bombardata, e questa è una parte essenziale della mia diocesi. Ero turbato e ho pensato che questo è il momento giusto per stare con la mia gente in Aleppo.
So che è pericoloso e così difficile, ma questo è uno dei doveri di un pastore. Ringrazio tutti coloro che hanno scritto messaggi di consolazione e di solidarietà per la nostra attuale situazione di stallo in Siria. Mi scuso per il ritardo nella mia risposta, ma le comunicazioni elettroniche sono diventae intermittenti e difficili.
La carenza di carburante, elettricità, acqua, pane, gas, benzina e auto, oltre alle paralisi dei mercati e la disoccupazione si aggiunge alla mancanza di sicurezza e caos.
Assistiamo ad un fenomeno senza precedenti in Siria, è il rapimento di persone alla luce del sole. E’ fortunato chi riesce a negoziare il riscatto. Inoltre, ci sono i blocchi stradali che i banditi hanno messo su tutte le autostrade siriane.
Questo rende ogni viaggio molto rischioso e ha creato uno stato di orrore, disgusto e grande incertezza. Non è più possibile godere della convivenza pacifica che una volta era l’orgoglio della Siria.
Sono riuscito a lasciare Aleppo e a partecipare alla preghiera per la pace nel mondo al Vertice dei rappresentanti delle religioni del mondo a Enryakuji nel tempio sul Monte Hiei, a Kyoto in Giappone il 3 e 4 agosto.
La situazione attuale in Siria è drammatica. Più di 30.000 persone sono state uccise, i feriti sono circa  200.000 feriti, con migliaia di famiglie tra sfollati e rifugiati.
In questo momento non riusciamo a vedere la luce in fondo al tunnel. Inutile dire che sono molto triste, preoccupato e ho paura per quello che è successo in Siria mia nel corso dell'ultimo anno e mezzo. Anche se mantengo la speranza che una soluzione pacifica verrà trovata.
Vi invito a condividere con me ferventi preghiere per una soluzione pacifica della crisi siriana, per la sicurezza, e la stabilità.  Speriamo che la Siria del futuro sarà un luogo sicuro e confortevole per tutti i siriani a prescindere dalle loro differenze religiose, culturali, linguistiche o etniche.
Dalla metà di marzo del 2011, il mio paese la Siria, che è nota al mondo per la sua ricca storia, la cultura ed il sano ed esemplare pluralismo, sta vivendo oggi un caos senza precedenti. Tutto è cominciato con un movimento di protesta pacifica contro una corruzione che dagli anni ottanta è diventata dilagante.
Una lunga e inaccettabile serie di pratiche illecite manifestata da parte di alcuni funzionari siriani, hanno portato ad  diffusa corruzione che ha infestato molti dipartimenti dello Stato. Questo ha causato una profonda insoddisfazione tra i cittadini siriani. Il giogo della corruzione persistente ha scatenato il movimento di protesta.
Nel frattempo ci sono state ondate di cambiamento in Tunisia, Egitto, Libia e Yemen. Le rivolte sono stati descritte come una "primavera araba", che ha avuto un effetto domino. Molti siriani hanno pensato che fosse il momento giusto per sradicare la corruzione, e cambiare il sistema.
Nel bel mezzo delle rivolte popolari si è innescata la violenza, con omicidi, rapimenti, atti di vandalismo, saccheggi, incendio degli edifici governativi e impianti di pubblica utilità. La violenza ha sconvolto e ridotto in frantumi il tessuto demografico e la antica convivenza.
Così la città di Homs è diventata una città fantasma; con molti quartieri deserte e parte in rovina. All'interno di questi quartieri, molte case religiose di culto sono stati rovinati, in particolare sette antiche chiese cristiane.
Migliaia di persone hanno perso la casa, molti hanno urgente bisogno e cure mediche, con gli aiuti umanitari che hanno difficoltà a essere recapitati e che sono ancora scarsi.
Alla fine di luglio, altre città in Siria sono state attaccate, come Aleppo dove abbiamo trascorso giorni e notti preoccupati per il futuro dell’intera popolazione.
Gli scenari che si prefigurano sono agghiaggianti: Guerra civile;  sanzioni delle Nazioni Unite; Un intervento militare sotto la copertura del Consiglio di sicurezza dell’ONU; collasso completo delle istituzioni statali; divisione della nazione in etnie e religioni.
Tuttavia sembra che tutti i siriani siano d'accordo per mantenere in una nazione unita. I rivoltosi chiedono più libertà, chiedono maggiore giustizia sociale, uno stato di diritto, più potere alla società civile, l'unità e la co-esistenza. Essi hanno convenuto di lavorare insieme e di opporci a coloro che vogliono diffondere il caos e l'anarchia che minano il legame del tessuto nazionale e distruggere il concetto di unità nazionale.
Una soluzione che potrebbe rivelarsi sostenibile, plausibile ed efficace per affrontare le ragioni del movimento di protesta, è quella di ristabilire uno stato di diritto per portare sicurezza, e stabilità.
Finora, l’iniziativa più importante per ristabilire la pace e la stabilità in Siria è stata quella Kofi Annan, il quale chiedeva di realizzare un cessate il fuoco duraturo tra le parti in conflitto in Siria, per ristabilire la sicurezza e la normalità nella vita quotidiana dei siriani.
Annan ha chiesto di poter portare aiuto umanitario necessario,  ed entrare liberamente e rapidamente, soprattutto nelle zone più sensibili.
Alla Croce Rossa e alla Mezzaluna Rossa dovrebbe essere consentito di fornire l'assistenza umanitaria per tutti i bisognosi e in tutti i settori. Inoltre Annan ha chiesto di poter rimpatriare tutti i cittadini che hanno subito spostamenti forzati, interni ed esterni e la libertà di immigrazione.
L'obiettivo principale dei negoziati è di liberare la Siria dalle grinfie del male, che sta strangolando la società siriana.
Per il ritorno della pace e della stabilità in Siria, è necessario un Consiglio Nazionale che comprenda l'intero spettro del mosaico siriano. Un accordo tra le fazioni belligeranti per garantire parità di diritti per tutti i cittadini. Ricomporre le divisioni dell'esercito e il ripristino della sua unità.
Stabilire un codice di condotta per i servizi di sicurezza siriani per assicurare che gli errori del passato non si ripeta  Più importante di tutto è il ripristino della fiducia e il rispetto reciproco tra tutti i cittadini.
Il Consiglio nazionale dovrebbe essere responsabile di un governo di unità nazionale, che abbraccia tutte le parti, compresa l'opposizione sia all'interno che all'esterno della Siria.
Il Nuovo governo dovrà: garantire elezioni libere ed eque per il nuovo parlamento. Istituire una commissione in grado di sviluppare una costituzione moderna e permanente, per assicurare l'eliminazione del concetto di egemonia di individui, partiti politici o religiosi, una norma già sperimentata in molti paesi arabi.
Disporre l'elezione di un nuovo presidente sotto la nuova costituzione, un leader che possa tutelare gli interessi della Siria, e riportarlo allo stato sicuro, sicuro, stabile, pacifico e democratico.
Infine, un appello a tutti i cittadini onesti e nobili della Siria, per gli amanti della pace in tutto il mondo, e soprattutto dei partecipanti all’incontro a Monte Hiei, per aiutare a fermare lo spargimento di  sangue in Siria, per riportare la pace, la prosperità, la dignità e il conforto per il paese e la sua gente.

Dal sito cattolico: zenit.org

"Le Pussy Riots non sono eroine. Troppa cristianofobia da certi loro difensori"
Il sociologo Introvigne esprime il suo parere circa la condanna per teppismo religioso delle tre componenti della punk band russa
TORINO, sabato, 18 agosto 2012 (ZENIT.org) - Una voce fuori dal coro, dopo la condanna delle Pussy Riots, è quella del sociologo torinese Massimo Introvigne, coordinatore dell'Osservatorio della Libertà Religiosa costituito dal Ministero degli Esteri.
"Certamente - osserva il sociologo - le voci che protestano contro condizioni di detenzione troppo dure e una pena troppo severa meritano di essere ascoltate, tenuto conto della situazione personale delle giovani imputate".
"Tuttavia - prosegue - non si può, come alcuni fanno, andare oltre ed esaltare il gesto per cui le  Pussy Riots sono state condannate. Ho l'impressione che non tutti conoscano esattamente i fatti. Le Pussy Riots hanno cantato una canzone dove non si limitano ad affermazioni politiche ma chiamano il patriarca ortodosso 'puttana', e il cui ritornello fa il verso alla liturgia ortodossa ripetendo 'La merda, la merda, la merda del Signore'. E non l'hanno cantata in un loro locale, e neppure in una piazza, ma nella cattedrale di Mosca, uno dei luoghi più santi dell'ortodossia russa".
"Come sempre - afferma Introvigne - trovare l'equilibrio fra la libertà di espressione e il diritto delle confessioni religiose a non essere offese, specie nei loro luoghi di culto, è delicato. Ma non è giusto aggredire la Chiesa Ortodossa russa quando presenta, non senza buone ragioni, la presunta performance 'artistica' delle Pussy Riots come una violazione dei diritti dei cristiani all'integrità dei loro luoghi di culto, che non possono indiscriminatamente diventare teatro di proteste politiche, anche giustificate, nel corso delle quali si offende la sensibilità della comunità cristiana".
"Che alcuni sostenitori delle Pussy Riots siano talora animati da cristianofobia - conclude il sociologo - è confermato dal gesto delle 'contestatrici in topless' Femen, che nella piazza principale di Kiev hanno abbattuto con una motosega quella che non è, come è stato scritto, una semplice croce, ma un crocifisso con l'immagine di Gesù Cristo, che è stao gettato nella polvere urlando slogan anti-religiosi".

giovedì 16 agosto 2012

  DOMENICA 19 AGOSTO 2012

Trasfigurazione di N.S.G.C.

 
Celebrazione delle Ufficiature:
 
Sabato 18 agosto 2012, Ore 17.00
VESPRO
 
Domenica 19 agosto 2012: Ore 10.00
DIVINA LITURGIA

  Chiesa Ortodossa 
 Patriarcato di Mosca
Parrocchia di
San Giovanni di Kronstadt
Palazzo Gallo - P.zza Vittorio Em. II 
(di fronte la pizzeria da Armando -
seguendo Corso Garibaldi a destra)
Castrovillari (cs)

 
Carissimi Fedeli Ortodossi di 
Castrovillari e del circondario, 
carissimi Arbëreshë  dei paesi viciniori,
(San Basile - Frascineto - Ejanina - Civita)
 come sempre vi aspetto numerosissimi,
 per celebrare con Voi le Ufficiature 
della Vostra Chiesa e della Vostra
 Santa Tradizione Ortodossa.
Per qualsiasi informazione chiamate
 il Parroco al: 3280140556

Dal sito: http://tradizione.oodegr.com


Perché c’è un digiuno per la Dormizione?
St. John the Forerunner Antiochian Orthodox Church

 
 
            Sarebbe un grossolano eufemismo dire che è stato scritto molto circa la festa della Dormizione della Theotokos. È stato scritto ancora molto poco sul digiuno che lo precede.
Ogni cristiano ortodosso è consapevole e in genere conosce la ragione dietro i digiuni per Pasqua e Natale. Ma mentre possono sapere del Digiuno della Dormizione, è da notare che alcuni non osservano questo digiuno, e molti di più domandano il motivo per cui c’è, non capendo il suo scopo.
Dato l’equivoco dilagante sullo scopo del digiuno in sé, un aggiornamento sul suo obiettivo è sempre una buona idea. Vi è la percezione che dobbiamo digiunare quando vogliamo qualcosa, come se l’atto del digiuno soddisfacesse Dio in qualche modo, e vedere noi “soffrire” gli facesse concedere la nostra richiesta. Nulla può essere più lontano dalla verità.
  
Il digiuno è gradito a Dio?
Non è il nostro digiuno che piace a Dio, sono i frutti del nostro digiuno (purché digiuniamo con animo retto insieme con l’elemosina e la preghiera, e non facciamo solo dieta) che gli piacciono.
1) Digiuniamo, non per ottenere ciò che vogliamo, ma per prepararci a ricevere ciò che Dio vuole darci.
2) Lo scopo del digiuno è di portarci più in linea con un’altra Maria, la sorella di Lazzaro, e lontano dalla loro sorella Marta, che nel famoso brano era “ansiosa e agitata per molte cose”[1].
3) Il digiuno ha lo scopo di portarci alla realizzazione di “una cosa indispensabile”. È per aiutarci a mettere Dio al primo posto e i nostri desideri al secondo, se non l’ultimo. Come tale, serve a prepararci ad essere strumenti della volontà di Dio, come Mosè nella sua fuga dall’Egitto e sul monte Sinai, così come anche nostro Signore ha digiunato nel deserto. Il digiuno ci allontana da noi stessi e ci volge verso Dio.
4) Digiunare durante la Quaresima della Dormizione ci aiuta a diventare come la Theotokos, una serva obbediente a Dio, che ha ascoltato la Sua Parola e la ha messa in pratica meglio di chiunque altro lo abbia fatto o potuto fare.
 
Allora perché facciamo il digiuno prima della Dormizione?
In una famiglia molto unita, la notizia che la sua matriarca è sul letto di morte porta la vita normale ad una battuta d’arresto. D’altronde, le cose importanti (feste, TV, lussi, desideri personali) diventano poco importanti; la vita viene a ruotare intorno alla matriarca morente. È lo stesso nella famiglia ortodossa, la notizia che la nostra matriarca è sul letto di morte, non poteva (o almeno non dovrebbe) avere un effetto diverso da quello appena detto.
La Chiesa, attraverso l’ufficiatura della Paraclisis, ci dà l’opportunità di andare a quel letto di morte e di elogiare e supplicare la donna che ha portato Dio, la nave della nostra salvezza e nostra principale avvocata presso il Suo trono divino.
 
 L’ufficiatura della Paraclisis
L’ufficio della Paraclisis alla Theotokos[2] è composto da inni di supplica per ottenere conforto e coraggio. Dovrebbe essere recitato nei momenti di tentazione, scoraggiamento o di malattia. Viene utilizzato in particolare durante le due settimane prima della Dormizione, o Assunzione, della Theotokos, dall’1 agosto al 14 agosto. Il tema di questo ufficio della Paraclisis è incentrato intorno alla supplica: “Santissima Madre di Dio, salvaci!”.
Se avete un problema o se qualcosa grava sulla vostra anima, se vi sentite spiritualmente a disagio e se non siete in pace con voi stessi e con chi vi circonda, allora, dovreste andare alla Chiesa durante i primi quindici giorni di agosto e chiedere l’intercessione della Madre di Dio. Anche se siete abbastanza fortunati da essere tra quei pochissimi che sono in pace con se stessi e con Dio, allora qual beati dovreste venire a questi uffici e ringraziare Dio e la Sua Madre Santissima per le benedizioni che hanno concesso a voi e alla vostra famiglia.
Poiché queste ufficiature della Paraclisis alla Theotokos sono principalmente una supplica per il benessere dei vivi, fate che tutta la Chiesa preghi per voi durante i primi quindici giorni di agosto e soprattutto nella grande festa della Dormizione della Madre di Dio il 15 agosto. Non lasciate che la pigrizia e la vostra apatia vi facciano perdere questa grande benedizione e l’ispirazione che la Chiesa può dare su di voi. E la pace e la santità che solo la Madre di Dio può dare fate che entrino nella vostra vita. “Cerchiamo di mettere da parte tutte le preoccupazioni terrene”[3], e di farci veramente, nel corso di questi quindici giorni, partecipi della vita di digiuno e di preghiera della Chiesa, in modo da poter “Gustare e vedere quanto è buono il Signore”[4] e così che possiamo pienamente sperimentare le benedizioni spirituali che la Chiesa ci offre in questo tempo santo. “Benedetto colui che egli troverà vigilante”[5]. Venite a pregare la Madre di Dio con noi e con la Chiesa e per le sue preghiere e intercessioni, possano essere salvate le nostre anime!
 
Osservare il Digiuno della Dormizione
Il digiuno, nel suo senso pieno (astensione dal cibo, dai cattivi pensieri, da azioni e desideri) realizza questo. Meno tempo libero in svaghi o altre occupazioni lascia più tempo per la preghiera e la riflessione su Colei che ci ha dato Cristo, ed è divenuta la prima e più grande cristiana. Riflettendo su di lei e la sua vita incomparabile, vediamo un modello di vita cristiana, che incarna la risposta di Cristo alla donna che ha affermato che Maria era beata perché lo aveva portato: Beati piuttosto coloro che ascoltano la Sua parola e la custodiscono[6]. Maria ha fatto meglio di chiunque altro.
Padre Thomas Hopko ha osservato, Ella ha ascoltato la parola di Dio e l’ha messa in pratica così bene, che tra tutte le donne della storia è stata scelta non solo per ascoltare la Sua Parola, ma per dargli la vita. Così mentre digiuniamo nella contemplazione della sua vita, allo stesso tempo ci prepariamo a vivere una vita a imitazione di lei. Questo è lo scopo del Digiuno della Dormizione.
Quando si avvicinava l’assunzione del tuo corpo senza macchia, gli Apostoli fissando il tuo letto, ti guardavano con tremore. Alcuni contemplato il tuo corpo erano stati abbagliati, ma Pietro a te gridava in lacrime, dicendo: ti vedo con chiarezza, o Vergine, distesa, o vita di tutti, e mi stupisco. Tu, o incontaminata, in cui la beatitudine della vita futura ha abitato, imploro il tuo Figlio e Dio di conservare indenne il tuo popolo[7].
Tradotto per © Tradizione Cristiana da E. M. luglio 2011
Testo originale in: http://www.pravoslavie.ru

 
[1] Luca 10, 38-42.
[2] Per il testo della Piccola e della Grande Paraklisis alla Madre di Dio vedi: http://tradizione.oodegr.com/tradizione_index/testilit/piccolaparaclisis.htm
http://tradizione.oodegr.com/tradizione_index/testilit/grandeparaclisis.htm
[3] Dall’inno cherubico.
[4] Psalmo 33, 9.
[5] Matteo 24, 46; Luca 12, 43.
[6] Cfr. Luca 11, 27-28.
[7] Dal mattutino della festa della Dormizione.