lunedì 28 agosto 2023

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08/08/2023
Russia - Sospesi trattati con Paesi ostili


Mosca, 8 agosto 2023 - La Russia sospenderà alcuni punti degli accordi fiscali con Paesi ostili, sul portale delle informazioni legali è stato pubblicato il decreto firmato dal presidente Vladimir Putin.
«Sulla base della necessità di adottare misure urgenti in relazione alla commissione di azioni ostili da parte di un certo numero di Stati stranieri contro la Federazione Russa, i suoi cittadini e le persone giuridiche, decido: <...> sospendere le seguenti disposizioni dei trattati internazionali», - dice il testo.

Pertanto, l'attuazione delle principali norme degli accordi bilaterali relative alla tassazione è bloccata:

• beni mobili e immobili;
• dividendi;
• percentuale;
• proventi da servizi e diritti d'autore;
• commissioni;
• reddito da lavoro dipendente;
• tassazione del capitale.

Inoltre, il decreto presidenziale fa riferimento ad articoli sugli incentivi fiscali, nonché a norme non discriminatorie, che consentono di non pagare tasse più gravose.

Restano ferme le norme dei trattati relative all'eliminazione delle doppie imposizioni. Pertanto, i contribuenti registrati nei paesi aderenti agli accordi potranno compensare in Russia gli importi pagati all'estero.

Il documento sospende i punti principali degli accordi fiscali con 38 Paesi: Usa, Polonia, Corea del Sud, Bulgaria, Svezia, Lussemburgo, Romania, Gran Bretagna, Ungheria, Irlanda, Slovacchia, Albania, Belgio, Slovenia, Croazia , Canada, Montenegro, Svizzera, Repubblica Ceca, Danimarca, Norvegia, Italia, Finlandia, Germania, Francia, Macedonia, Cipro, Spagna, Lituania, Islanda, Austria, Portogallo, Grecia, Nuova Zelanda, Australia, Singapore, Malta e Giappone.

Il Ministero degli Esteri è stato incaricato di inviare opportune comunicazioni a questi Paesi e il governo deve presentare alla Duma un disegno di legge sulla sospensione degli accordi.

(Fonte: RIA Novosti)

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  Non ha vergogna? La Chiesa serba condanna la risposta egocentrica del patriarca Theodoros alla sofferenza degli ortodossi ucraini

Orthochristian.com, 25 agosto 202

 

il patriarca Theodoros (a sinistra), il patriarca Porfirije (a destra)

Alla fine del mese scorso, sua Santità il patriarca Porfirije, primate della Chiesa ortodossa serba, si è rivolto ai suoi colleghi primati ortodossi e ad altri leader religiosi e mondiali, invitandoli a fare tutto ciò che è in loro potere per ottene il rilascio dell'abate della Lavra delle Grotte di Kiev, a quel tempo detenuto in un centro di custodia cautelare a Kiev.

Per fortuna, l'abate, sua Eminenza il metropolita Pavel di Vyshgorod, è stato rilasciato dal centro di detenzione, anche se lo Stato continua un procedimento persecutorio contro di lui, che rimane agli arresti domiciliari.

Il patriarca Theodoros di Alessandria ha risposto rapidamente al patriarca Porfirije. Tuttavia, il primate alessandrino, che un tempo era un difensore degli ortodossi ucraini canonici ma ora è in comunione con gli scismatici, ha scelto di concentrarsi sui problemi interni alla propria Chiesa piuttosto che sulle sofferenze dei fedeli ortodossi ucraini.

Il patriarca Theodoros "osserva con dolore" che il patriarca Porfirije è venuto in difesa del metropolita Pavel ma non alla difesa del Patriarcato di Alessandria contro l'Esarcato africano della Chiesa russa.

La Chiesa ortodossa serba ha pubblicato oggi un saggio in cui esamina la posizione del primate alessandrino.

"È difficile credere che un primate ortodosso di rango così elevato come il patriarca di Alessandria possa abbassarsi a [tale] livello", scrive l'autore.

Il saggio recita integralmente :

E io?

Il patriarca di Alessandria Theodoros ha risposto con una lettera all'appello in cui sua Santità il patriarca Porfirije intercede per il metropolita ucraino Pavel di Vyshgorod e Chernobyl, che è ingiustamente imprigionato mentre i fedeli in Ucraina sono perseguitati e i loro diritti umani quotidianamente violati. Questo gesto nobile, profondamente cristiano e davvero umano, di sua Santità Porfirije, di appellarsi alla coscienza dei leader religiosi mondiali a nome di coloro che sono perseguitati a causa della loro fede cristiana e dell'appartenenza all'unica Chiesa ortodossa canonica in Ucraina risuona in ogni cuore fedele. Ma non sembra tanto risuonare in quello del oatriarca di Alessandria.

È semplicemente sorprendente che il Patriarca di Alessandria abbia sfruttato un'occasione simile, un appello alla sofferenza del popolo fedele dell'Ucraina, solo per attirare l'attenzione su di sé e lamentarsi della presunta invasione della sua giurisdizione da parte dei russi. Egli paragona la sofferenza dei fedeli in Ucraina alla presunta sofferenza del suo gregge, alcuni dei quali, tra parentesi, si sono trasferiti alla giurisdizione russa in modo del tutto volontario e di propria iniziativa. Il patriarca di Alessandria è stato il primo a violare la giurisdizione territoriale della Chiesa russa riconoscendo un'organizzazione ecclesiale illegittima per la Chiesa legittima in Ucraina. Per questo motivo alcuni membri del suo gregge hanno ritenuto questo atto non canonico, hanno dissentito e hanno chiesto invece di essere accettati nella Chiesa russa.

È difficile credere che un primate ortodosso di così alto rango come il patriarca di Alessandria possa abbassarsi al livello di un tentativo a buon mercato di coinvolgere la santa Chiesa ortodossa serba in una disputa che egli ha personalmente con la Chiesa ortodossa russa. Una disputa causata, bisogna aggiungere, soltanto dalle sue stesse azioni. E inoltre, tentare tutto questo su una questione così incontrovertibile come l'intercessione del patriarca serbo per un fratello vescovo che è imprigionato in violazione di tutte le norme civili.

Non si può fare a meno di chiedersi se l'Ortodossia istituzionale sia davvero compromessa a tal punto da poter tollerare un egoismo di questa portata unito a una completa assenza di qualsiasi senso di giustizia, dove espressioni come quelle del patriarca di Alessandria possono essere messe per iscritto e diffuse in tutto il mondo. Non ha nemmeno una traccia di vergogna? Come si possono paragonare il saccheggio e l'incendio delle chiese, le percosse e il terrore sui chierici e sui fedeli, la privazione dei diritti civili e umani e perfino della cittadinanza, le deportazioni, le incursioni, gli imprigionamenti e cose simili, al passaggio volontario di un certo numero di sacerdoti a un'altra giurisdizione?

Se il patriarca di Alessandria volesse parlare della sofferenza del suo gregge, potrebbe forse citare esempi di come egli stesso abbia proibito al "suo gregge" l'accesso all'unico pozzo di acqua potabile come punizione per essersi trasferito in un'altra giurisdizione. O forse come alcuni abbiano rubato gli antimensi russi solo per scattare foto e deriderli, o come i suoi vescovi abbiano reagito in vari modi contro il clero dissenziente e contro molte simili violazioni dei loro diritti e persino della fondamentale dignità umana.

Ma no, il patriarca di Alessandria ha invece scelto di richiamare pubblicamente e quasi condannare sua Santità il patriarca serbo per il suo appello a rispettare i diritti umani di un fratello in Cristo ingiustamente condannato, di altri sacerdoti e fedeli, del corpo sofferente di Cristo in Ucraina. Il patriarca di Alessandria ha utilizzato questa solenne occasione nel modo più vergognoso e sconveniente per dire semplicemente: "e io?".

Vedran Gagić

mercoledì 16 agosto 2023

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   Procedimento penale aperto contro il metropolita Luka di Zaporozh'e

Orthochristian.com, 11 agosto 2023

 

foto: screenshot di Telegram

Il focoso e schietto metropolita di Zaporozh'e è l'ultimo obiettivo della persecuzione statale contro la Chiesa ortodossa ucraina canonica.

Sua Eminenza il metropolita Luka di Zaporozh'e è stato convocato ieri per un interrogatorio, dopo il quale ha rivelato che contro di lui è stato aperto un procedimento penale.

La notizia arriva pochi giorni dopo che i tribunali hanno condannato sua Eminenza il metropolita Ionafan di Tulchin a cinque anni di carcere con la confisca dei suoi beni.

Sulla base di un esame linguistico dei suoi post su Telegram, lo stato lo accusa di incitamento all'inimicizia religiosa, che è la stessa accusa che muove contro qualsiasi vescovo o chierico nel mirino. Sono in corso anche casi simili contro sua Eminenza il metropolita Pavel di Vyshgorod, l'abate della Lavra delle Grotte di Kiev, e sua Eminenza il metropolita Feodosij di Cherkassy.

"Mi hanno mostrato i risultati di un esperto di filologia", spiega il metropolita Luka in un video pubblicato dopo l'interrogatorio. "Forse questa persona capisce la filologia, ma non capisce assolutamente la teologia, i canoni della Chiesa, l'ecclesiologia, la vita della Chiesa".

"Per esempio, mi stanno accusando di usare la frase 'bestemmia contro lo Spirito Santo'," ha detto sua Eminenza, riferendosi a Mt 12:31-32.

Il metropolita Luka spiega che gli è stato chiesto anche del suo atteggiamento nei confronti del tomos concesso alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" scismatica dal Patriarcato di Costantinopoli e personalmente nei confronti del "metropolita" Epifanij Dumenko.

il metropolita della Chiesa ortodossa ucraina ha spiegato che solo quattro delle 16 Chiese ortodosse locali hanno riconosciuto la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e Dumenko, il che dimostra che egli stesso è dalla parte della pienezza della Chiesa.

Quando gli è stato chiesto dello scopo del suo canale Telegram, il metropolita Luka ha spiegato:

Il canale è stato creato con un solo scopo: proteggere la mia Chiesa madre, trasmettendo a ciascuno di voi la parola della verità, affinché il peccato che causa la morte eterna dell'anima non tocchi il vostro cuore. Questo è il mio dovere. Sono obbligato a farlo come pastore della Chiesa. Proprio a questo sono chiamato dall'apostolo Paolo, da tutta la pienezza della Chiesa, dai santi della Chiesa. Sono obbligato a farlo. È mio dovere.

Ha anche sottolineato che dice verità ortodosse, ma senza parole offensive o odiose:

Io non insulto nessuno. Mostratemi almeno una parola ingiuriosa - a differenza di quelle parole che volano contro di me, contro la mia Chiesa madre... Io condanno il peccato, ma non condanno l'uomo. L'uomo, qualunque esso sia, è immagine di Dio, ma questa immagine può essere oscurata dal peccato. E devo parlarne, non ho il diritto di tacere. Cristo chiama tutti all'amore, e io chiamo all'amore, non all'odio. Chiamo tutti a una cosa, miei cari, alla salvezza delle nostre preziose anime immortali.

In conclusione, il metropolita invita il suo gregge a rimanere fedele alla Chiesa.

sabato 5 agosto 2023

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  La Chiesa russa piange per ogni chiesa distrutta nel Donbass e in Ucraina

Global Orthodox, 2 agosto 2023

 

La Chiesa ortodossa russa piange per ogni chiesa distrutta e vandalizzata nel territorio del Donbass e dell'Ucraina, ha detto il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus' in una lettera di risposta al vicario della diocesi di Odessa, l'arcivescovo Viktor di Arziza, che ha scritto una lettera aperta al primate della Chiesa ortodossa russa in relazione alla distruzione della cattedrale della Trasfigurazione a Odessa.

Il 23 luglio, l'arcivescovo ha scritto un appello aperto al patriarca Kirill e ai membri del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa in relazione alla distruzione della Cattedrale della Trasfigurazione di Odessa a seguito di un attacco missilistico. L'arcivescovo ha scritto, in particolare, che ogni razzo della Federazione Russa in arrivo sul territorio dell'Ucraina è percepito dai suoi residenti come una "benedizione ai propri figli" del primate della Chiesa ortodossa russa.

"Il tono aspro ed estremamente audace da lei scelto per esprimere i suoi sentimenti, lo posso solo spiegare con lo stato di forte shock emotivo in cui si trova a causa della tragedia avvenuta. La notizia della distruzione della cattedrale della Trasfigurazione di Odessa ha ha causato grande dolore e profonda tristezza nel mio cuore", ha detto il patriarca in una lettera pubblicata sul sito web della Chiesa ortodossa russa.

Il patriarca ha ricordato all'arcivescovo che nel 2010 ha consacrato personalmente la cattedrale della Trasfigurazione con il grande rito. "Pertanto, non ci sono parole ora per descrivere l'amarezza che ho provato quando ho saputo del danno arrecato alla chiesa. Capisco quanto la vista della distruzione della cattedrale della Trasfigurazione abbia ferito la sua anima. Condivido pienamente il dolore di tutti i residenti ortodossi della città, così come la loro gioia per il fatto che l'oggetto sacro principale della chiesa – l'icona della Madre di Dio Kasperskaja – miracolosamente non ha sofferto danni ed è stato ritrovato intatto", ha scritto il patriarca.

Il patriarca Kirill ha osservato che le accuse e i rimproveri mossi contro di lui personalmente e contro i vescovi della Chiesa ortodossa russa sembrano "per usare un eufemismo, infondati e ingiusti". "Un approccio selettivo ai fatti in tali situazioni è del tutto inappropriato. La distruzione delle chiese, la morte e la sofferenza dei civili sono iniziate nove anni fa nel Donbass... L'intero pleroma della Chiesa russa piange per ogni luogo santo distrutto o vandalizzato", ha sottolineato il patriarca Kirill.

Ha osservato che in tutti questi anni la Chiesa ortodossa russa ha fatto tutto il possibile per aiutare i bisognosi e le persone colpite, indipendentemente dalla loro fede, nazionalità e convinzioni politiche. "Comprendo bene le difficoltà degli arcipastori e del clero della Chiesa canonica ucraina, che ora vivono in condizioni tali in cui una normale congratulazione o cordoglio diventa motivo per avviare un procedimento penale. Per questo motivo, non posso dirle molto in questa lettera", ha concluso il patriarca.

In precedenza, il Ministero della Difesa della Federazione Russa ha smentito le informazioni del regime di Kiev sui danni nella cattedrale della Trasfigurazione a Odessa a seguito dell'uso di armi ad alta precisione nella notte di luglio 23, Secondo il ministero, la più probabile causa della distruzione del tempio è stata la caduta di un missile antiaereo ucraino a seguito di azioni da analfabeti degli operatori di quei sistemi di difesa aerea che le forze armate ucraine hanno intenzionalmente sistemato in aree residenziali.