"Se c'è scritto cavallo, vuol dire che è un cavallo": sulle persecuzioni contro la Chiesa ortodossa ucraina
Orthochristian.com, 29 dicembre 2022
La persecuzione contro la Chiesa
ortodossa ucraina sta raggiungendo il culmine. Il 28 dicembre,
programmato come se il governo volesse "voltare pagina" prima del nuovo
anno, la Corte costituzionale dell'Ucraina ha stabilito che il disegno
di legge che prevede la ri-denominazione forzata delle organizzazioni
religiose associate alle organizzazioni in Russia è costituzionale.
Questo ovviamente è rivolto esclusivamente alla Chiesa ortodossa
ucraina, che il parlamento ucraino, con il sostegno del presidente
Zelenskij, è disposto a vietare completamente.
Sebbene le giurisdizioni nazionalistiche
in competizione abbiano sostenuto questo progetto per trent'anni, solo
ora i tribunali hanno cambiato la nozione di ciò che è costituzionale. E
sebbene la Chiesa ortodossa ucraina si sia autogovernata per tanto
tempo, e anche di recente abbia modificato il suo statuto per
dissociarsi completamente dal Patriarcato di Mosca, è ancora vista dallo
stato come "associata alla Russia". La ragione di queste macchinazioni è
stata resa abbastanza ovvia quando il 27 dicembre l'abate della Lavra
delle Grotte di Kiev, il cuore dell'ortodossia ucraina e russa, è stato
informato che il suo contratto di locazione era scaduto e che a partire
dal 1 gennaio 2023, la confraternita non sarebbe stata autorizzata a
tenere servizi nelle principali chiese della Lavra. E possiamo solo
aspettare che cada il colpo successivo, quando ai fratelli sarà detto
(che Dio non voglia) che devono lasciare la loro casa.
Queste azioni legislative hanno lo scopo
di rendere il sequestro delle chiese appartenenti alla Chiesa ortodossa
ucraina, un comportamento che già da decenni è rimasto impunito, una
cosa del tutto legale e "costituzionale". In altre parole, è stata
legalizzata la vera e propria rapina del lavoro e della proprietà di
altre persone.
il metropolita Luka di Zaporozh'e
Il metropolita Luke (Kovalenko) di Zaphorozhe ha commentato questo in un recente post su Telegram:
Questa non è una favola, ma qualcosa che
mi è realmente accaduto. Una volta un mio figlioccio mi ha chiesto di
comprargli un cavallo giocattolo. Sono andato al negozio e ho chiesto
alla commessa se hanno un cavallo. 'Lo abbiamo', ho sentito la risposta
affermativa. Un minuto dopo mi ha portato un simpatico asinello di
peluche – una coda con una folta pelliccia all'estremità, muso e
orecchie da asino – tutto tipicamente da asino. 'Ma questo è un asino',
protestai. La donna mi ha mostrato la targhetta del giocattolo, dove
c'era appunto scritto 'cavallo'. 'Beh, mi scusi', ho continuato, 'ma non
vede lei stessa che questo è un asino?' Lei ha risposto con tono
minaccioso: 'Ma signore!!! (Per inciso, indossavo una tonaca). Non sa
leggere? Qui c'è scritto chiaramente: CAVALLO'.
Ho ricordato questa storia che ha avuto
luogo molto tempo fa in relazione alla decisione della Corte
costituzionale sulla ri-denominazione forzata della nostra Chiesa. Il
fatto stesso di questa ri-denominazione è assurdo in sé e per sé. A
quanto pare, che i fedeli lo vogliano o no, saranno chiamati come gli
altri vogliono chiamarli, e non come considerano se stessi. Inoltre, i
fedeli hanno già fatto la loro scelta quando hanno varcato la soglia
della chiesa. (Proprio come l'asino giocattolo, che non aveva alcuna
possibilità di diventare quello che era veramente.)
Siamo stati registrati molto tempo fa
come Chiesa ortodossa ucraina. Ma fin dall'inizio qualcuno ha deciso di
appiccicarci un'etichetta con il nome "Patriarcato di Mosca". E ora
questa "commessa" o venditore, solo questa volta nella persona di un
giudice, decide di ribattezzarci con qualunque nome gli venga in mente
(appendendoci di fatto un'etichetta per un processo di linciaggio
pubblico). Ma il segreto sta solo nella necessità di slegare le mani di
certe persone perché compiano razzie e si impossessino delle proprietà
della Chiesa, dal momento che non hanno il cervello per creare qualcosa
da soli. E per quanto io provi a dimostrarlo, sentirò di nuovo la
risposta: "Ma signore! È scritto nella sentenza del tribunale IN QUESTO
MODO, quindi è così: consegni la sua proprietà".
E il silenzio nell'Occidente
"democratico" è sbalorditivo. Come se la gente pensasse che dovrebbe
essere così. Dalla caduta del comunismo, quando le chiese sono state
restituite alle comunità religiose per l'uso dopo anni di distruzione e
persecuzione, chi ha supervisionato il restauro nella moderna Ucraina di
chiese e monasteri originariamente costruiti dalla storica Chiesa
ortodossa canonica? Sono stati i chierici e i fedeli della Chiesa
ortodossa ucraina che hanno hanno restaurato questi edifici con grandi
fatiche.
il metropolita Pavel di Vyshgorod e Chernobyl'
Come ha annunciato l'abate della Lavra
delle Grotte di Kiev, il metropolita Pavel di Vyshgorod e Chernobyl',
dopo che l'amministratore del museo delle Grotte di Kiev gli aveva detto
che dopo il capodanno la Chiesa non avrebbe più avuto accesso alla
cattedrale della santa Dormizione e alla chiesa della trapeza:
Per trent'anni, come abate del monastero,
sono stato costantemente qui, e insieme a me 220 fratelli che pregano
costantemente per il nostro stato, per il nostro esercito. E non solo
preghiamo: lavoriamo costantemente, cercando di aiutare tutti i
bisognosi, tutti coloro che ci chiedono intercessione in preghiera e
aiuto nella loro vita terrena. Nessuno ci ha informato per iscritto con
almeno un mese di anticipo. Abbiamo contratti di locazione a lungo
termine e la Chiesa ortodossa ucraina è responsabile della manutenzione
fisica degli edifici.
Conosco ogni pietra qui, ogni pezzo di
terra, perché qui abbiamo costruito tutto con le nostre mani, con le
donazioni dei fedeli... Anche se lo Stato ha finanziato alcuni lavori di
restauro, si è ripreso quei fondi sotto forma di tasse...
Non possiamo permettere che gli edifici costruiti dai nostri santi antenati vengano distrutti.
Quindi è chiaro che la Chiesa ortodossa
ucraina sta per affrontare lo stesso tipo di persecuzione che subì sotto
il regime comunista. E proprio come a nessuno sembrava importare
nell'Occidente "democratico" quando le persecuzioni furono scatenate dai
comunisti all'inizio del XX secolo, a nessuno sembra importare neanche
adesso.
Inoltre, il Patriarcato di Costantinopoli
sta trattando queste persecuzioni allo stesso modo di allora, sebbene
uno dei suoi stessi ecclesiastici abbia invitato il suo patriarcato a
fare qualcosa contro queste persecuzioni. Padre Tarasij Petrunak del
Patriarcato di Costantinopoli, che presta servizio in Spagna, si è
rivolto al vescovo Mikhail di Comana, che guida "l'esarcato" di
Costantinopoli a Kiev, all'inizio di dicembre dopo i recenti oltraggi
contro la Chiesa ortodossa ucraina, quando monasteri e chiese hanno
subito perquisizioni in tutta l'Ucraina: [1]
il sacerdote Tarasij Petrunak. Foto: spzh.news
Eminenza! Mi rivolgo a lei come capo
della stavropegia di Costantinopoli in Ucraina, nella speranza che i
concetti di equità e coscienza cristiana non le siano estranei.
I recenti avvenimenti legati alla vita
ecclesiale nella Chiesa ortodossa ucraina mi costringono a indirizzarle
una lettera aperta.
Domenica scorsa alla Liturgia abbiamo
letto il Vangelo in cui Cristo racconta la parabola del buon samaritano.
Sappiamo che le parole della Sacra Scrittura dovrebbero essere il
fondamento delle nostre azioni, senza le quali la nostra fede è morta
(Gc 2:17). Oggi stiamo assistendo a episodi di tirannia contro la Chiesa
ortodossa ucraina. Coloro che sono chiamati a vigilare sulla sicurezza e
sui diritti costituzionali dei cittadini, nelle ultime settimane hanno
sottoposto a persecuzione laici e chierici di quella Chiesa.
Dobbiamo dare il dovuto rispetto
all'umiltà cristiana del primo ierarca e del gregge della Chiesa
ortodossa ucraina, che in questi tempi difficili continuano a portare la
loro croce con silenziose preghiere di gratitudine sulle labbra,
riponendo la loro unica speranza nel Signore. Va notato che i testimoni
di questa illegalità, che parlano continuamente di "un solo popolo", in
realtà agiscono in modo diametralmente opposto, mostrando solo
intolleranza e inimicizia religiosa. Possiamo notare come i presunti
"fratelli" – i greco-cattolici e il loro arcivescovo maggiore – passino
in silenzio davanti alla Chiesa ortodossa ucraina come se non vedessero
nulla, non volessero alzare la voce contro l'ingiustizia; allo stesso
modo, il "clero" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", [2] il cui "metropolita" distoglie la faccia dall'illegalità, e poi predica falsamente l'amore per il prossimo.
Non le sembra che noi, chierici della
Chiesa che è la prima in onore, non dovremmo agire in modo così
ipocrita? Dovremmo alzare la nostra voce in difesa dei nostri fratelli
di fede e di sangue! Dopotutto, anche lei ed io siamo ucraini. Non
dobbiamo permettere che questa tirannia sia commessa dalla SBU [3],
in modo simile a tutti gli effetti alla Cheka-NKVD o alla Gestapo
nazista: perquisizioni umilianti che sconvolgono la vita ecclesiale
delle comunità monastiche, accuse infondate di tradimento e basse
provocazioni contro i vescovi . È stata consentita anche l'offerta di
scambiare chierici ortodossi [ucraini] con prigionieri di guerra
dell'esercito ucraino... Nel difendere la verità, non dobbiamo temere i
politici ma solo Dio: "Conoscendo dunque il terrore del Signore,
persuadiamo gli uomini; ma noi siamo resi manifesti a Dio; e confido che
si manifestino anche nelle vostre coscienze". (2 Cor 5:11)
Con questa lettera piego il ginocchio
davanti alla sua destra con una sola richiesta: alzare la sua voce
autorevole in questo deserto privo di spirito (cfr Mt 3:3) e intercedere
presso il presidente dell'Ucraina affinché cessi questa tirannia contro
i nostri fratelli nella Chiesa ortodossa ucraina!!!
" Ma se aveste saputo cosa significa questo, avrò misericordia e non sacrificio, non avreste condannato l'innocente". (Mt 12:7)
È passato un mese e nessuno a
Costantinopoli o nel suo "Esarcato" ha detto una parola contro questa
tirannia. Nessuno si è rivolto al presidente, anche se firma un
documento che consente al parlamento di bandire l'antica Chiesa
ortodossa, la Chiesa maggioritaria in Ucraina. E nessuno esprime
indignazione per una sentenza incostituzionale di una cosiddetta Corte
costituzionale.
E per favore non inviateci alcuna
citazione che mostri statistiche a favore della "Chiesa ortodossa
dell'Ucraina" non canonica: è il massimo della spavalderia rubare chiese
e poi affermare che la maggior parte delle chiese in Ucraina
appartengono alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e non all'UOC. E poi
cacciare i fratelli dai luoghi più sacri di tutto il Paese e dire che
l'UOC non ha monasteri.
A proposito, non è stata ancora data una
risposta definitiva alla domanda: cosa intende fare il governo con la
Lavra delle Grotte di Kiev, una volta che non sarà più nelle mani
legittime della Chiesa ortodossa ucraina? Dopotutto, la "Chiesa
ortodossa dell'Ucraina" non ha assolutamente il numero di monaci
necessari per mantenere il monastero. Nemmeno i fedeli li sosterranno.
Resta da vedere l'esito, ma si può solo dedurre che se le chiese
diventeranno un museo, la gente dovrà pagare per entrarvi. C'è un
precedente per questo dai tempi sovietici. Forse il costo di un
biglietto sarà di trenta pezzi d'argento...
Note
[1] Si veda https://spzh.news/ru/news/69904-svjashchennik-fanara-obratilsja-k-ekzarkhu-v-kieve-v-svjazi-s-situatsiej-vokruh-upts [in russo].
[2] La "Chiesa" messa insieme in Ucraina dal patriarca di Costantinopoli, a partire da vescovi e sacerdoti non canonici.
[3] I servizi segreti ucraini.