giovedì 31 marzo 2011

Dal sito amico: Eleousa .net

Russia - Visita dell'ambasciatore d'Italia

Mosca, 30 marzo 2011 – Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kyrill ha ricevuto presso la sua residenza di lavoro al centro di Mosca, l’ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica Italiana nella Federazione Russa, Antonio Zanardi Landi.
Alla riunione hanno partecipato anche il segretario del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, sacerdote Sergio Zvonarev, il segretario facente funzione per le relazioni intercristiane sacerdote Demetrio Sizonenko, così come padre Antonio (Sevryuk), nominato parroco della chiesa stavropegica di San Nicola a Roma durante il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa il 22 marzo 2011.
Landi ha ringraziato il Patriarca per la solidarietà in difesa della tradizione cristiana nel caso Lautsi contro l'Italia alla Corte europea dei diritti dell'uomo. “In qualità di rappresentante della Repubblica d'Italia, desidero ringraziarvi per il sostegno dato al governo italiano nel caso della Lautsi. Alla fine, questa battaglia che abbiamo combattuto insieme ha avuto un risultato positivo. Essa ci ha aiutato a prendere coscienza delle cose che abbiamo in comune e come proseguire in futuro, perché chiaramente il problema del futuro dell'Europa è legato inscindibilmente con il passato”, ha detto l'ambasciatore italiano.
Il rappresentante della Repubblica Italiana a Mosca ha parlato del libro recentemente pubblicato dal professor Carlo Cardio "L’identità religiosa e culturale europea. La questione del Crocifisso", dedicato proprio a questo caso. La prefazione all'edizione italiana è stata scritta dal ministro degli Esteri italiano Franco Frattini.
Landi ha detto che durante l'incontro con il presidente del Dipartimento per le Relazioni esterne della Chiesa, il metropolita Hilarion, si è parlato della traduzione e della pubblicazione in russo del lavoro del professor Carlo Cardio, che ha sollevato questioni di rilevanza anche per la Russia. Il lavoro di traduzione è già iniziato. L’ambasciatore d'Italia ha espresso la speranza che la prefazione all’edizione russa sarà scritta da Sua Santità il Patriarca Kyrill, o, con la sua benedizione, da un rappresentante della Chiesa ortodossa russa.
Il capo della missione diplomatica italiana in Russia ha portato i saluti del Presidente dell’Italia e del presidente del Consiglio dei ministri. L'ambasciatore italiano ha anche promesso il suo sostegno al dialogo tra le culture su varie questioni tra cui la moralità.
Landi ha consegnato al Patriarca una parte delle reliquie di S. Panteleimon come dono alla Chiesa ortodossa russa da Mons. Giuseppe Betori di Firenze, e parti delle reliquie dei Santi Martiri di Aquileia. Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kyrill ha accettato con gratitudine affermando: "Sono profondamente commosso di questo dono che mostra le nostre comuni origini spirituali cristiane. I martiri di Aquileia, san Panteleimon e san Nicola Nicola il taumaturgo, le cui reliquie riposano a Bari - sono santi la cui intercessione è chiesta sia dai credenti italiani che dai fedeli della Chiesa ortodossa russa.
La storia appartiene al passato che vive nei monumenti e nei manoscritti. Ma nella Chiesa, la storia vive una vita particolare, ci rivolgiamo ai santi martiri non perché essi sono vissuti in passato e li veneriamo come eroi o autorità del passato, ma perché per noi sono vivi. E attraverso la loro venerazione, la storia diventa parte della nostra vita. Forse questa è una caratteristica solo della Chiesa e crediamo che avviene attraverso la potenza dello Spirito Santo”.
Ricordando le parole di Papa Giovanni XXIII, che la Chiesa non è un museo che conserva le cose importanti per la scienza, ma non molto necessarie per la vita ordinaria, Sua Santità Kyrill ha sottolineato che “nella Chiesa, la tradizione è viva. Infatti, non è solo la memoria dei martiri, non solo la storia cristiana, ma i valori, soprattutto morali, che vivono nella Chiesa. La predicazione della chiesa porta questi valori per la coscienza dell’uomo moderno.
Sua Santità ha osservato che in vari momenti della storia, i valori morali della vita umana sono stati contestati da entrambe le società e dall'individuo. “Ma oggi stiamo vivendo un momento speciale in un certo senso, quando il modo di vita delle persone diventa spesso una sfida negativa ai valori morali”, ha detto.
E’ parere diffuso in vari ambienti sociali che i valori morali appartengono al passato. E' stato questo il parere richiesto da Lautsi nella sua azione contro l'Italia, chiedendo che il crocifisso sia tolto dalle scuole pubbliche. “Il popolo italiano insieme a persone di altri paesi europei che hanno sostenuto l'Italia, insieme con il popolo russo ha dimostrato a tutta l'Europa e al mondo intero che gli europei di oggi devono rispettare la tradizione cristiana e che, se necessario, siamo pronti a difendere con mezzi pacifici la presenza di questa tradizione nei luoghi pubblici”, ha detto Sua Santità.
Il Patriarca Kyrill ha ringraziato Landi per il libro "L'identità religiosa e culturale europea. La questione del Crocifisso" dicendo: "E' molto importante che questo lavoro sia tradotto in russo. Attendo la traduzione e spero vivamente che la pubblicazione in russo sia rilasciata con una prefazione della Chiesa, tanto più che la Chiesa ortodossa russa ha una certa parte nella considerazione di questo caso da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo”.
Il patriarca ha anche parlato di una particolare simpatia che i due popoli provano reciprocamente. I rapporti tra loro sono in via di sviluppo anche nel quadro del Forum russo-italiano di Dialogo delle società civili. Secondo Sua Santità, questo forum ha un grande futuro.
Il Primate della Chiesa ortodossa russa ha parlato anche della cura pastorale dei connazionali in Italia, tra cui russi, ucraini, moldavi e altri. Ha informato il suo ospite circa il lavoro pastorale delle parrocchie situate in varie città in Italia e ha sottolineato il crescente numero di pellegrini che vengono a venerare i santuari cristiani dai paesi sotto la cura pastorale del Patriarcato di Mosca.
In conclusione, Sua Santità e l'ambasciatore italiano a Mosca si sono scambiati i doni.

(Fonte: Decr Servizio Comunicazione; www.mospat.ru)

martedì 29 marzo 2011

Pubblicata da Ieromonaco Isidoro

L'Arcivescovo di Cipro rilancia Ratisbona: “Se B-XVI potesse alzerebbe la voce”

Sua beatitudine Chrysostomos II, primate della chiesa ortodossa di Cipro (fondata dall’apostolo Barnaba, è la più antica comunità cristiana dopo Gerusalemme) è appena uscito col suo lungo abito nero quaresimale dall’appartamento del Papa. Dice: “Il motivo della visita è soltanto uno, chiedere ancora una volta aiuto. Al Papa e tramite il Papa alla comunità europea affinché faccia qualcosa per i cristiani costretti come noi, e come tutti in medio oriente, a vivere sotto lo scacco di regimi militari che dietro una parvenza di democrazia intendono esclusivamente islamizzare ogni cosa”.
Cipro nel 1974 ha subìto l’invasione turca. Metà isola andò in mano ad Ankara che attraverso coloni illegali ha ripopolato un territorio un tempo in mano ai ciprioti. Dice Chrysostomos: “In Europa c’è chi crede che la Turchia sia un paese democratico e pronto all’entrata nella comunità. Io dico a questa gente: aprite gli occhi. Venite a Cipro a vedere le nostre chiese distrutte e ridotte a porcili. Nessuno può dire messa. Nessuno è libero di tornare nelle proprie case. E’ questa democrazia?”.
Spiega Chrysostomos che Benedetto XVI è informatissimo delle difficoltà che i cristiani vivono a Cipro e che “se potesse alzerebbe la voce”. Cioè? “Ha capito che le dichiarazioni di fuoco purtroppo non servono a nulla. Ha capito che non sempre si può dire fino in fondo ciò che si pensa. E così ci aiuta per come può. A Ratisbona nel 2006 fu molto chiaro: l’islam deve rinunciare alla violenza, deve rinunciare a usare il nome di Dio per giustificare il proprio odio religioso. Beninteso, conosco tutti i leader mediorientali delle diverse comunità islamiche e la maggior parte è gente di buon senso. Ma, mi domando: sono capaci di emarginare i violenti? Sono capaci di calmierare i predicatori dell’odio che, piaccia o no, fanno parte delle loro stesse comunità?”.
Probabilmente non è un caso che Chrysostomos sia arrivato a Roma mentre, sotto l’egida dell’Onu e con il coinvolgimento della Nato, diversi paesi intervengono militarmente in Libia. Dice: “Spesso i paesi occidentali svolgono azioni militari in nome della difesa dei diritti umani. E’ avvenuto in Iraq, in Afghanistan. Ora, senza arrivare alla guerra, perché questi stessi paesi così solerti nell’esportazione della democrazia non provano a spingere la Turchia a cambiare? Perché non la costringono ad adeguarsi a uno stile di vita veramente moderno ed europeo? In Italia giustamente siete preoccupati per l’arrivo di migliaia di profughi dalla Libia. Ma voi potete decidere quale strategia adottare. Potete accogliere i profughi oppure rimandarli indietro se la situazione divenisse insostenibile. Noi no. Noi non possiamo fare nulla. Hanno occupato le nostre case, sventrato i nostri orti, la terra dove i nostri nonni sono cresciuti. I coloni occupano tutto, anche le case dei turco ciprioti ai quali venne concesso nel 1974 di restare nelle proprie abitazioni. Anche loro sono vittime del regime islamico turco. E’ una grave ingiustizia sulla quale la religione islamica dovrebbe fare un grosso esame di coscienza. L’islam avanza e prende sempre più terreno. A Cipro siamo più esposti di voi ma è un problema che riguarda tutta l’Europa”.

Pubblicato sul Foglio martedì 29 marzo 2011

lunedì 28 marzo 2011

Dalla Chiesa Ortodossa Russa

Le persecuzioni ai cristiani oggi.

Intervista del metropolita Hilarion


Su ogni 100 vittime dell’intolleranza religiosa nel mondo, 75 sono cristiani. Il 20 gennaio 2011, dopo l’atto terroristico a Alessandria d’Egitto, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che riconosce la violazione dei diritti dei cristiani. Delle persecuzioni contro i cristiani del XXI secolo parla il metropolita Hilarion in questa intervista al giornale russo Izvestija (N. 50 del 24 marzo 2011).
- Come valuta la risoluzione del Parlamento europeo circa le violazioni dei diritti dei cristiani? In che modo e perché è stata adottata?
- Il Parlamento europeo ha adottato la risoluzione “Sulla situazione dei cristiani alla luce della difesa della libertà religiosa” e il 22 febbraio il Comitato dei ministri degli esteri dell’Unione Europea ha fatto una dichiarazione nella quale esprime “preoccupazione per il crescente numero di espressioni di intolleranza e discriminazione nei riguardi delle minoranza religiose che si manifestano, tra l’altro, in episodi di violenza e aggressioni contro i cristiani”. In buona parte entrambe queste dichiarazioni sono il risultato dell’impegno attivo delle Chiese cristiane. Occorre menzionare anche il messaggio di Nuovo anno del Papa Benedetto XVI, che ha definito i cristiani “la comunità religiosa che più di tutte è vittima di persecuzioni per la propria fede”. La difesa dei diritti dei cristiani oggi è un compito di assoluta urgenza. L’atto terroristico contro una chiesa copta il 1 gennaio è stato l’episodio che ha spinto il Parlamento europeo a adottare questa risoluzione.
Una settimana più tardi, i ministri degli esteri di una serie di paesi europei hanno proposto al rappresentante supremo dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza di reagire a questi episodi di violenza. Il documento del Parlamento europeo rappresenta questa reazione; si può considerarlo rivoluzionario, poiché per la prima volta i parlamentari europei si sono pronunciati apertamente su questo problema che finora preferivano ignorare.
Secondo i dati dell’organizzazione indipendente Aiuto alla Chiesa che soffre, negli ultimi anni su 100 vittime morte in seguito a manifestazioni di intolleranza religiosa, 75 sono cristiani.
L’immagine del nemico
- A cosa sono dovute le violazioni dei diritti dei cristiani nei paesi menzionati nella risoluzione?
- Ogni paese ha le sue caratteristiche in ciò che riguarda i rapporti interreligiosi. I cristiani vivevano già nella maggior parte di questi paesi per molti secoli, anche quando i regimi politici locali si dichiaravano molto più radicali che ora. Ma proprio ai nostri giorni, quando tutti i paesi si sono assunti l’obbligo di difendere i diritti dell’uomo, l’esodo dei cristiani da molti paesi non fa che crescere. Questo, a mio parere, testimonia del fallimento della politica mondiale nella sfera della libertà religiosa e della mancanza di interesse per l’istruzione religiosa. Ne consegue, che molte persone formano la propria identità religiosa semplicemente contrapponendo le proprie opinioni a quelle altrui. E l’ignoranza religiosa è quell’humus in cui si sviluppa l’odio verso i fedeli di altre religioni, fino agli appelli all’annientamento fisico. Se nell’immediato avvenire non si farà qualcosa per favorire l’istruzione religiosa, l’ignoranza farà ulteriormente crescere le tensioni etniche. I cristiani poi diventano vittime dei calcoli politici dell’Occidente. In Irak la situazione è molto grave. Secondo alcuni dati, dal 2003 almeno la metà dei 1,4 milioni della popolazione cristiana ha già lasciato il paese. Non voglio parlare della situazione politica in Irak prima dell’intervento della NATO, ma non posso che notare che non si era mai arrivati all’annientamento fisico dei cristiani. L’intervento armato straniero ha fatto dei cristiani locali dei prigionieri delle azioni sconsiderate dei paesi membri della NATO.
Pesante è anche la situazione in India. Dal 2001 ogni anno vengono compiute in media 130 aggressioni ai cristiani, nel 2010 sono state 149. In Pakistan i cristiani sono spesso vittime della cosiddetta legge contro le bestemmie, che prevede la pena di morte. Il 2 marzo a Islamabad è stato ucciso il ministro per gli affari delle minoranze religiose, il cattolico Shahbaz Bhatti, che aveva fatto molto per superare la tensione religiosa nel paese e non aveva paura di condannare pubblicamente l’operato degli estremisti religiosi.
- E’ possibile fermare quest’ondata di violenza?
Lungo la storia molti paesi, e tra questi la Russia, tradizionalmente difendevano le comunità cristiane che si trovavano nella situazione di minoranze oppresse. Ai nostri giorni quest’ufficio di garanti esterni dei diritti delle minoranze non è possibile poiché viene considerato un’ingerenza negli affari interni di un altro stato. Ciò però non significa che dobbiamo rinunciare a sostenere le comunità cristiane in altri modi. Si può per esempio porre la questione nell’arena delle organizzazioni internazionali, sviluppare programmi di cooperazione che possano rafforzare la pace tra le religioni in alcune regioni del mondo. La risoluzione del parlamento europeo propone un piano d’azione concreto, che può essere riassunto con questo principio basilare: ogni sostegno economico e finanziario ai paesi in questione verrà concesso in cambio di garanzie di rispetto dei diritti dell’uomo. Questo principio deve diventare uno dei fattori della politica estera dell’Occidente. I diritti dei cristiani possono essere garantiti solo sostenendo il dialogo delle comunità religiose tradizionali, sia a livello interno, che a livello internazionale. Proprio per questo la Chiesa Russa partecipa al Consiglio interreligioso della Russia e della CSI, e sostiene la costituzione di un meccanismo di dialogo della comunità religiose con l’UNESCO.
Dialogo interconfessionale
- Le violazioni dei diritti dei cristiani avvengono solo fuori dall’Europa?
- E’ chiaro che l’Europa non ammette la violenza diretta nei confronti di rappresentanti di qualsiasi religione. Ma la tendenza verso la totale secolarizzazione genera realtà politiche e legislative inaccettabili per i cristiani. Si cerca di bandire la religione dalla sfera pubblica. Qui basta ricordare la sentenza della corte europea per i diritti dell’uomo nella causa “Lautsi vs. Italy” che intendeva vietare la presenza di ogni simbolo cristiano nelle scuole. Così pure non ispirano ottimismo i progetti di educazione sessuale per i bambini che intendono adottare diversi stati dell’Unione europea. Diversi cristiani europei vedono nelle varie marce degli omosessuali in città europee tradizionalmente cristiane un’offesa ai propri diritti. Diverse personalità cristiane sono state vittime di attacchi per aver espresso la propria opinione personale contro l’omosessualità. Per queste ragioni non si può dire che i diritti dei cristiani in Europa siano pienamente rispettati. Si tratta di un problema generale. Per questo la Chiesa Ortodossa Russa incita tutti a affrontare questo tema in un dialogo aperto e profondo.
Non rubare
Che prospettive reali ci sono che ortodossi, cattolici e protestanti uniscano i loro sforzi in difesa delle minoranze cristiane?
Purtroppo oggi alcuni stati dell’Europa occidentale cercano di limitare le manifestazioni della religiosità cristiana alla sola sfera privata, col pretesto di voler rispettare i diritti dei fedeli di altre religioni o degli atei. Perciò occorre che i cristiani delle varie confessioni siano solidali nella difesa dell’identità cristiana dell’Europa e della tradizione culturale cristiana.
Nel caso del processo “Lautsi vs. Italy” questa solidarietà ha già dato i suoi frutti. Il Patriarcato di Mosca ha appoggiato le proteste della Chiesa Cattolica e ciò ha spinto la Federazione Russa a pronunciarsi in favore dell’appello che il governo italiano ha presentato alla Grande camera della corte europea. Anche altri paesi hanno appoggiato l’appello dell’Italia.
Recentemente, il 18 marzo, questa stessa posizione è stata sostenuta dal tribunale europeo per i diritti dell’uomo a Strasburgo, il quale ha stabilito che i crocefissi possono trovarsi nelle aule delle scuole europee.
- Che ruolo gioca il proselitismo?
- Il proselitismo, ovvero il tentativo di una Chiesa di rubare i fedeli si un’altra, già da tempo ha dimostrato di nuocere al dialogo tra cristiani. Nella situazione odierna, in cui ci confrontiamo con certe manifestazioni dell’estremismo islamico, la solidarietà di tutti i cristiani, a qualunque Chiesa o comunità ecclesiale appartengano, è una necessità vitale. I cristiani del Medio Oriente lo hanno capito già da tempo e cercano di sostenersi gli uni gli altri. Il Medio Oriente è la culla del cristianesimo ed è importantissimo salvaguardare la presenza cristiana in questa regione del mondo. Ma ciò si può fare solo con l’appoggio della comunità internazionale.

http://mitropolia.md

Mitropolia de Milano şi Aquileia devine parte a Patriarhiei Moscovei

28 Martie 2011 11:07
Veşti din Apus, unde Biserica Mitropoliei de Milano şi Aquileia, a decis să treacă sub omoforul Î.P.S. Mitropolit Vladimir, al Chişinăului şi Întregii Moldove (Patriarhia Moscovei). O lume mică, la urma urmei.
În acest mod, B.O.R. e în comuniune cu ierarhii "Milanezi", iar Patriarhia Moscovei îşi mai asigură, via Moldova, un avanpost. Sântem în Postul Paştelui, 2011. Cine ştie ce mai urmează?
Sua Beatidudine Evloghios ha celebrato la Divina Litrugia nella Parrocchia di Como. Comunicando ai fedeli presenti che la nostra chiesa di Como sarà concessa alla Chiesa Ortodossa Moldava posta sotto l'Omoforion di S.E. Metropolita Vladimir di Chisinau (del patriarcato di Mosca).
sursa: crucea.ro

sabato 26 marzo 2011

 
Shpetimtari yne i Kryqezuar,duke te pare ty mbi kryq,nje shkrimtar i madh pyeste veten dhe mendohej:”Si e beri Perendia njeriun, dhe si Njeriu e katandisi Perendine.” Dhe duke vazhduar shkruan : “Qe te sakrifikohet nje prind per femijet e tij,apo nje femije per prindin e tij,ky eshte nje ligj i natyres. Qe te sakrifikohet nje mik per ...mikun tij, ky eshte nje ligj i miqesise, por qe te sakrifikohet dikush per armiqte e tij, kete as natyra nuk e urdheron dhe as miqesia nuk e pretendon.”

Dhe kjo e vertete eshte e madhe. Zot, te gjithe ne qe jemi sot ketu dhe i gjithe populli yne ndjejme hidherim, per padrejtesine e madhe qe tu be, dhe e shnderrojme kete hidherim ne nje adhurim lirik ndaj personit tend te shenjte. U treguam shume mosmirenjohes ndaj teje, O Zot mos na i mumero kete mekate, por sic i ke duarte te hapura dhe zemren te gjere na prit ne te gjitheve ne gjirin tend dhe na jep mundesi te te duam aq sa te meriton dhe ta shtrijme kete dashuri dhe ndaj njerezve te tjere, sepse, Zot kjo jete vetem nese udhehiqet nga dashuria ka kuptim. Nje bote pa dashuri eshte thjeshte nje ferr tokesor. Dashuria jote ishte gjeja me e persosur qe mund te na jepje dhe kete dashuri Apostulli yt Pavel e vendos mbi te gjitha diturite, por c,them? E vendos permbi te gjitha vyrtytet, por c,them? Ai e vendos ate dhe permbi vete besen dhe tha se dashuria nuk zhgenjen kurre. Dhe ne me dashuri ne kete moment gjunjezohemi perpara teje dhe nga thellesia e e zemres te therresim.

I falemi pesimeve te tua o Krisht. (3 here).

Tregona dhe Ngjalljen tende te shenjte.Amin.

venerdì 25 marzo 2011

Domenica 27 marzo 2011
Terza Domenica di Quaresima
  Adorazione della preziosa e vivificante Croce 
  Tono III  –   Digiuno con licenza di olio e vino
Liturgia di San Basilio



Antifone della festa:

1) Lettore: Esimiòthi ef’imàs to fos tu prosòpu su, Kirie.
E’dhokas efrosìnin is tin kardhìan mu.

Coro: Tes presvìes tis Theotòku,
Sòter, sòson imàs.


2) Lettore: Ìdhosan panda ta pèrata tis ghìs
To sotìrion tu Theù imòn.

Coro: Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs
ek nekròn, psàllondàs si:
Alliluia.



3) Lettore: Ipsùte Kìrion ton Theòn imòn, ke proskinìte
To ipopodhìo ton podhòn aftù, òti àghiòs estìn.

Coro: Sòson Kìrie, ton laòn su, ke evlòghison tin klironomìan su,
nìkas tis vasilèfsi katà varvàron dhorùmenos, ke to sòn
filàtton dhià tu Stravrù su polìtevma.


Tropari


Tono III

Evfrenèstho ta urània, *
agalliàstho ta epìghia, * òti
epìise kràtos * en vrachìoni
aftù * o Kìrios; epàtise to
thanàto ton thànaton, * pro-
tòtokos ton nekròn eghèneto;
* ek kilìas Àdhu errìsato
imàs, * ke parèsche to kòsmo
to mèga èleos.

Tropario della festa

Sòson Kìrie, ton laòn su, ke evlòghison
tin klironomìan su, nìkas tis vasilèfsi katà
 varvàron dhorùmenos, ke to sòn
filàtton dhià tu Stravrù su polìtevma.

(Tropario del Santo della Chiesa)

………   …….    ……..


Kontakion

Ti ipermàcho stratigò ta nikitìria,
os litrothìsa ton dhinòn efcharistìa
anagràfo si i pòlis su, Theotòke.
All’os èchusa to kràtos aprosmàchiton,
Ek pandìon me kindhìnon elefthèroson,
Ìna kràzo si: Chère, Nìmfi anìmfefte.


Invece del Trisajon  (Santo Dio ……..)

Ton Stavròn su proskinùmen, Dhèspota,
ke tin aghìan su Anàstasin dhoxàzomen.


Apostolo  (Ebrei 4,14 – 5,6))

- Salva, o Signore, il tuo popolo e  benedici la tua eredità.

- A te grido, Signore; non restare in silenzio, mio Dio.

Lettura dalla lettera di San Paolo agli Ebrei.
Poiché dunque abbiamo un grande sommo sacerdote, che ha attraversato i cieli, Gesù, Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della nostra fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno. Ogni sommo sacerdote, preso fra gli uomini, viene costituito per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati.  In tal modo egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell'ignoranza e nell'errore, essendo anch'egli rivestito di debolezza;  proprio a causa di questa anche per se stesso deve offrire sacrifici per i peccati, come lo fa per il popolo.  Nessuno può attribuire a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne.  Nello stesso modo Cristo non si attribuì la gloria di sommo sacerdote, ma gliela conferì colui che gli disse:
Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato.  Come in un altro passo dice:
Tu sei sacerdote per sempre, alla maniera di Melchìsedek.

Alliluia (3 volte).

Ricordati, Signore, del tuo popolo che ti sei acquistato
da principio; hai riscattato lo scettro della tua eredità.

Alliluia (3 volte).
Eppure Dio che è stato nostro re prima dei secoli,
ha operato la salvezza nella nostra terra.

Alliluia (3 volte).

Vangelo  (Mc. 8,34b-9,1)

«Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà. Che giova infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? E che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi». E diceva loro: «In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno senza aver visto il regno di Dio venire con potenza».

Megalinarion

Epì si chère, Kecharitomèni, pàsa i ktìsis, anghjèlon to sìstema, kje anthròpon to ghènos, ighiasmène naè, kje paràdise loghikè, parthenikòn kàfchima, ex is Theòs esàrkothi, kje pedìon ghègonen o pro eònon ipàrchon Theòs imòn; tin gar sin mìtran thrònon epìise, kje tin sin gastèra platitèran uranòn apirgàsato. Epì si chère, Kecharitomèni, pàsa i ktìsis, dhòxa si.

Kinonikon

Esimiòthi ef’imàs to fòs
tu prosòpu su, Kìrie.
Alleluia   

giovedì 24 marzo 2011

Dal sito: Pravoslavie.ru

Четверток 3-й седмицы Великого Поста

Блаженны чистые сердцем, ибо они Бога узрят.
Мф. 5, 8
Святой праведный Иоанн Кронштадский
Святой праведный Иоанн Кронштадский
Для очищения сердца нужны великие труды и скорби; частые (покаянные) слезы, непрестанная внутренняя молитва; воздержание, чтение Слова Божия, писаний и житий святых угодников Божиих, но главное – частое покаяние и Причащение Пречистых Таин и ежедневное самоиспытание; размышление о том, сколь чистым человек сотворен в начале и как вошла в мир скверна греха; о подобии и образе Божием в нас и о нашей обязанности уподобляться Первообразу – Пречистому Богу; о искуплении нас бесценною кровию Сына Божия, о сыноположении нашем во Христе Иисусе, о заповеди нам быть святыми во всем житии (1 Пет. 1, 15); размышление о смерти, о суде, о геенне огненной. Нужны великие скорби, потому что они врачуют болезнь греха, сжигают терние греха… Все святые перенесли великие скорби и труды для стяжания сердечной чистоты, и никто не был увенчан без скорбей: одни претерпели многоразличные мучения от гонителей, другие самопроизвольно томили и удручали себя постом, бдением, телесными трудами, непрестанно бодрствовали в молитве и благоуханием ее отражали всякое скверное приражение греха, часто причащались Святых Тайн, как самого могущественного средства к очищению, освящению и обновлению души и тела; непрестанно поучались в Слове Божием, занимались богомыслием. Иные из святых были проповедниками слезного покаяния, например, преподобный Ефрем Сирин. Искренние глубокие слезы особенно нужны нам, ибо они очищают скверну сердца и весьма много способствуют его спокойствию и блаженству, ибо вместе с ними вытекает, так сказать, грех из душ наших; после них настает тишина и спокойствие совести и какое-то духовное благоухание и радость: человек умными очами зрит в себе Бога, очищающего все его беззакония и несказанно милующего его.
О чистоте сердца
Чисто сердце, я полагаю, у того, кто не только не бывает тревожим и тяготим какой-либо страстью, но не помышляет даже ни о чем худом или мирском, хотя бы кто хотел того, и одну память о Боге держит в себе с неудержимою любовью. Ибо око души – ум, когда ничто не мешает его созерцанию, чисто в чистом свете видит Бога. Сердце чисто есть и называется то, которое не находит в себе никакого помышления или помысла мирского, но все прилеплено к Богу и сочетано с Ним так, что не вспоминает ничего мирского, ни печального, ни радостного, но превитает в созерцании, возносясь до третьего неба, восторгаясь в рай и видя наследие благ, обетованных святым, применительно к чему представляет потом, сколько возможно сие для немощи человеческой, и блага вечные. Вот что служит знамением чистоты сердечной и верным признаком, по которому всякий может определить меру своей чистоты и видеть себя, как в зеркале.
Преподобный Симеон Новый Богослов
Вместе с усерднейшей и частой молитвой очищению сердца служат воздержание и пост.
Чистыми сердцем Иисус Христос называет тех, которые приобрели всецелую добродетель и не сознают за собой никакого лукавства, или тех, которые проводят жизнь в целомудрии. Ибо для того, чтобы видеть Бога, мы ни в чем столько не имеем нужды, как в этой добродетели.
Чистым сердце делают не одна, не две, не десять добродетелей, а все вместе, слившись так сказать, в едину добродетель.
Преподобный Симеон Новый Богослов
Чистота души есть первоначальное дарование нашему естеству. Без чистоты от страстей душа не врачуется от недугов греха и не приобретает славы, утраченной преступлением.
Преподобный Исаак Сирин
Бог есть Око всевидящее, как бы умное Солнце, стоящее над миром, проникающее умными очами Своими в мысли и сердца людей, озаряющее всякую тварь. Душа наша – око от Ока, зрение от Зрения, свет от Света. Но ныне, по грехопадении, на нашем оке – душе болезни – грехи. Сними бельмо – и увидишь Солнце мысленное, Око бесконечное, неизмеримо светлейшее солнца вещественнаго.
Душе чистой свойственны: слово независтное, рвение незлобивое и рачение о славе Господа непрестающее. Тогда (когда душа чиста) и ум верно устанавливает свои чаши (как устанавливаются на весах чаши весовые) и трезвением пребывает в своем о всем суждении, как на чистейшем и неподкупном судилище.
Блаженный Диадох
Что такое сердце чистое? Кроткое, смиренное, нелукавое, простое, доверчивое, нелживое, неподозрительное, незлобивое, доброе, некорыстное, независтливое, непрелюбодейное.
Кто хочет, чтобы его прозвали мудрым и разумным и другом Божиим, тот да печется усердно душу свою представить Господу такою, какою от Него приял ее: чистою, неуязвленною, и всю непорочною. За это увенчан будет он на небесах и ублажен Ангелами.
Преподобный Иоанн Карпафский
Средства к приобретению чистоты сердца
У нас есть верные средства, через которые мы можем очистить себя и свое сердце от всякой греховной скверны.
1. Это благоговейное призывание имени Господа Иисуса Христа.
Именем Моим бесы ижденут (Мк. 7, 17), сказал сам Спаситель. Именем Иисуса Христа изгоняются из сердца мысленные бесы, греховные помыслы, злые вожделения. Поэтому и Святая Церковь заставляет нас непрестанно взывать к Спасителю: Иисусе, очисти мой ум от помыслов суетных; Иисусе, сохрани сердце от похотей лукавых (Акаф. Иисусу, икос 11).
Многие наблюдения показывают, что частое призывание с верою и благоговением сладчайшего имени Иисуса Христа в так называемой «молитве Иисусовой» способно не только изгнать из сердца христианина все нечистые его движения, но и наполнить его высоким блаженством, небесной радостью и миром.
2. Второе средство к очищению сердца – усердная молитва.
Сердце сокрушенно и смиренно Бог не уничижит (Пс. 2. 19), говорит один из очищавших свое сердце. Святая молитва согревает сердце, возбуждает благоговейное умиление и привлекает благодать, очищающую и освящающую сердце. Так и Святая Церковь научает нас очищать сердце теплою умилительною молитвою, когда повелевает взывать к Спасителю: слезные ми подаждь, Христе, капли, скверну сердца моего очищающия (Из Последования ко Святому Причащению).
Преподобный Пимен Великий дает следующий совет о том, как бороться с искусительными помыслами, вредящими хранению сердца в чистоте: «Это дело подобно тому, – говорит он, – как если бы у человека в левой руке был огонь; он берет из чаши воду и гасит огонь. Огонь – это внушения врага, а вода – усердная молитва перед Богом».
3. Далее, постоянное наблюдение за сердцем и воздержание его от злых вожделений и страстей.
«Сыне, всяцем хранением блюди твое сердце» (Притч. 4, 23), т.е. смотри, старайся, чтобы сердце твое было соблюдаемо от греха и хранимо в невинности и чистоте таким, каким оно вышло из купели святого крещения. Вот несколько советов опытных в хранении сердца от всякой скверны греховной подвижников: «Когда горшок снизу подогревается огнем, – говорит авва Пимен, – то ни муха, ни иное какое насекомое или пресмыкающееся не может прикоснуться к нему; когда же простывает, то садятся на него: то же бывает и с человеком: доколе он пребывает в духовном делании, враг не может поразить его».
От невнимательности к хранению в сердце чистоты главным образом и происходит нравственное падение человека. Один из подвижников (авва Орсисий) вот как изображает гибельные последствия такой невнимательности. «Я думаю, – говорит он, – что если человек не будет тщательно блюсти своего сердца, то все, что ни услышит он, забывается у него и остается в небрежении, а таким образом враг, нашедши в нем место в себе, ниспровергает его. Когда приготовят и зажгут лампаду, то, если не станут подливать в нее масло, мало-помалу свет ее ослабеет, и она, наконец, совсем погаснет. Кроме этого, случается иногда, что мышь ходит около нее и ищет съесть светильню, но, пока не погаснет масло, не может этого сделать; если же увидит, что лампада не только погасла, но уже и охладела, тогда, желая унести светильню, сваливает и лампаду. Если лампада глиняная, она разбивается; если же медная, то хозяин ставит ее по-прежнему. То же бывает и с нерадивою душою: мало-помалу удаляется от нее Дух Святый, пока совсем она не потеряет горячность свою, а потом враг истребляет расположение души к добру и самое тело оскверняет злом. Впрочем, ели человек не совсем оскудел в любви к Богу и дошел до нерадения только по слабости, то милосердый Бог, посылая в душу его страх Свой и памятование о муках, побуждает его бодрствовать над собою и блюсти себя с большою осторожностью, впредь до посещения Своего».
4. Труд телесный, ослабляя нападение на душу нечистых помыслов (сладострасных, гневных и т.п.), в высокой степени содействует сохранению сердца в чистоте.
Спросили однажды авву Агафона: что важнее – телесный труд или хранение сердца? На это старец отвечал: «Человек подобен дереву; труд телесный – листья, а хранение сердца – плод. Но так как, по Писанию, всяко древо, еже не творит плода добра, посекаемо бывает и в огнь вметаемо (Мф. 3, 10); то очевидно, что должны мы иметь все попечение о плоде, т.е. о хранении ума. Впрочем, для нас нужно и лиственное одеяние, т.е. труд телесный».
5. Пост есть одно из верных средств к достижению чистоты сердца.
«Пост укрощает наши страсти и обуздывает худые навыки, а бдением, – говорит святой Иоанн Лествичник, – сердце смягчается, чистота мыслей блюдется, непристойные воображения прогоняются».
6. Уединение также одно из средств к достижению этой добродетели.
Чистоте сердца много способствует уединенное пустынножительство. Устраняя все соблазны и всякий повод к развлечению, оно доставляет полную возможность войти в себя, наблюдать за всеми внутренними движениями души, открывать слабые стороны, яснее видеть свои грехи и опасности со стороны духовных врагов.
Один святой подвижник хорошо объяснил это следующим опытом: три ученые друга решились поступить в монашество. Один из них избрал себе дело – умиротворять спорящихся, по Писанию: блажены миротворцы (Мф. 5, 9); другой – посещать больных; а третий пошел в пустыню на безмолвие. Первый, сколько ни трудился, не мог прекратить раздоров между людьми и всех успокоить. Побежденный скукою, пошел к тому, который услуживал больным, и нашел, что и он изнемогает от малодушия и не в силах более исполнять заповеди. Тогда оба пошли посетить того, который живет в пустыне, рассказали ему свои дела, просили и его сказать им, какую он получил пользу в уединении. Тот, немного помолчав, вливает воду в сосуд и говорит им: «Посмотрите в воду». Вода была мутна. Через несколько времени опять говорит им: «Посмотрите же, как светла сделалась вода». Те посмотрели и как в зеркале увидели свои лица. Тогда сказал им: «Точно то же бывает и с нами, когда кто находится среди людей, – от людского шума и суетливости он не видит свои грехи, а сподобившийся увидеть себя, свои грехи, по словам святого Исаака Сириянина, блаженнее сподобившегося увидеть Ангела, конечно, потому, что, видя свои грехи, можно очищать их, и по чистоте сделать душу ангелоподобною» (Древний Патерик).
Протоиерей Григорий Дьяченко

Dalla Chiesa Ortodossa Russa

Prima seduta della sessione estiva del Sinodo

Il 22 marzo nella residenza patriarcale al centro di Mosca si è svolta, sotto la presidenza del patriarca Kirill, la prima seduta della sessione estiva del Sacro Sinodo della Chiesa Ortodossa Russa.
Membri permanenti del Sinodo sono: Sua Beatitudine Vladimir, metropolita di Kiev e tutta l’Ucraina; il metropolita Vladimir di San Pietroburgo e Ladoga; il metropolita Filaret di Minsk e Slutsk, esarca patriarcale della Bielorussia; il metropolita Juvenalij di Krutitsy e Kolomna; il metropolita Vladimir di Kishinev e tutta la Moldavia; il metropolita Varsonofij di Saransk e della Mordovia, responsabile della gestione centrale del Patriarcato; il metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne.
Sono inoltre stati invitati a partecipare alla sessione estiva (di marzo e aprile): il metropolita Ioannikij di Lugansk e Alcev; l’arcivescovo Feofan di Berlino e della Germania; l’arcivescovo Manuil di Pietrozavodsk e della Carelia; l’arcivescovo Iona di Astrachan e Enotaevsk; l’arcivescovo Rostislav di Tomsk e Assino.
All’ordine del giorno, l’esame della proposta di costituzione del Consiglio ecclesiastico supremo, del quale dovrebbero far parte i responsabili di tutte le strutture sinodali, l’approvazione della Concezione dello sviluppo dell’istruzione religiosa nella Chiesa Russa, decisioni riguardanti l’organico della Chiesa (trasferimenti di vescovi), i resoconti dei responsabili di alcune strutture sinodali.

Dal sito: Testimonianza ortodossa

TI SUPPLICO VERGINE MARIA


UFFICIO DELL’INNO AKATHISTOS
Testo greco a fronte
GRANDE & PICCOLO CANONE DI SUPPLICA ALLA VERGINE


PROLOGO
di Sua Eminenza il Metropolita Gennadios Arcivescovo d’Italia, Malta e San Marino
Il libro viene offerto dietro di un offerta di euro 10,5 comprese le spese postali
SCHEDA LIBRO: 128 pagine, interno bicolore, rilegatura a brossure

mercoledì 23 marzo 2011

Dal sito della Chiesa Ortodossa d'Albania

Doli në qarkullim libri “Përmbledhje e besimit orthodhoks”


kopertina_per_shtyp_delikostopulos_janar_2011_2.jpgI formuluar me një gjuhë të thjeshtë, shkurt, për të qenë sa më i saktë dhe me kthjelltësi dogmatike, duke pasur parasysh gjithmonë njeriun bashkëkohor që hulumton, kërkon dhe “troket” në derën e njohjes së të pafundmes, vjen para lexuesit botimi më i ri i Kishës sonë, “Përmbledhje e besimit orthodhoks”, me autor teologun Athanas Delikostopulos, i përkthyer në shqip nga Dhjakon Anastas Bendo.
Ky libër përmban “Besimin e Orthodhoksëve”, ashtu siç e mësoi Zoti, siç e transmetuan Apostujt e Shenjtë, siç e ruajti Tradita e Shenjtë, siç e shpjeguan Etërit e Shenjtë dhe ashtu siç ky besim jeton ndër shekuj i ruajtur si thesar në Kishën tonë Orthodhokse, e cila është kujdestarja dhe ruajtësja e tij. Libri u shkrua për ata që ecin në rrugën e virtytit, për popullin orthodhoks të Perëndisë, që të jetë më pranë të vërtetave që beson, për t’i kuptuar ato dhe për t’i përçuar edhe tek të tjerët. “Ndërmarrja e shkrimit të një libri të tillë, sado e përulur të duket, është e madhe në thjeshtësinë e saj, serioze për sa i takon qëllimit dhe e hirshme në paraqitje” – tregon autori në parathënie. 
Libri ofron njohuri të rëndësishme teorike dhe praktike të besimit dhe gjendet në të gjitha enoritë e Kishës sonë.

martedì 22 marzo 2011

Dal sito amico: Eleousa .net

Turchia - Ordinazione episcopale in San Giorgio

Istanbul, 19/20 marzo 2011 – Il 19 marzo, il presidente del Dipartimento per le Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion è arrivato a Istanbul con la benedizione di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kyrill. Durante la due giorni in Turchia, il metropolita Hilarion è stato accompagnato dal rev. Igor Yakimchuk, segretario del Decr per le relazioni inter-ortodosse, dal rev. Ioann (Kopeikin), suo assistente, e dal signor L. Sevastyanov, direttore esecutivo della Fondazione san Gregorio il Teologo.
Il 20 marzo, il presidente del Decr ha partecipato alla Divina Liturgia celebrata nella Cattedrale di san Giorgio del Patriarcato di Costantinopoli, durante la quale è stato consacrato vescovo l’archimandrita Elpidophoros (Lambriniadis), già segretario del Santo Sinodo del Patriarcato di Costantinopoli. Il nuovo vescovo ha ricevuto il titolo di metropolita di Prussia
Hanno preso parte alla celebrazione l’arcivescovo Jeronymos di Atene e di Tutta la Grecia, accompagnato da vescovi e sacerdoti della Chiesa ortodossa di Grecia, i rappresentanti delle Chiese ortodosse di Alessandria, Antiochia, Gerusalemme, Georgia, Romania, Bulgaria, Cipro e della Chiesa ortodossa in America. La consacrazione è stata presieduta da Sua Santità il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I.
Era presente in chiesa il Console Generale russo a Istanbul A. Yerkhov.
Al termine della consacrazione, il metropolita Elpidophoros ha preso la parola e ha espresso la sua gratitudine al metropolita Hilarion di Volokolamsk per la partecipazione al servizio.
Nel corso di un grande ricevimento, il metropolita Hilarion ha letto il messaggio di congratulazioni del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kyrill al metropolita Elpidophoros. Poi ha fatto le sue personali congratulazioni al nuovo vescovo, sottolineando che “la partecipazione di un gerarca della Chiesa Ortodossa Russa in una consacrazione episcopale nella Cattedrale di S. Giorgio è un evento unico che mostra le buone relazioni tra le nostre due Chiese, in continuo e dinamico sviluppo”. Sua Eminenza ha ricordato di aver conosciuto il metropolita Elpidophoros quando erano studenti e ha espresso la speranza che la loro lunga amicizia diventi più forte e porti i frutti ricchi dell’amore di Cristo. In conclusione, il metropolita Hilarion ha presentato al metropolita Elpidophoros una panagia.
Il presidente del Decr ha avuto un breve incontro con il patriarca Bartolomeo e l'arcivescovo Jeronymos.
Lo stesso giorno, il metropolita Hilarion e i suoi collaboratori sono partiti per Mosca, accompagnati all’aeroporto Atatürk dal Console russo Yerkhov.

(Fonte: Decr Servizio Comunicazione; www.mospat.ru)

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Russia - Sull'adesione dei non-ortodossi

Mosca, 21 marzo 2011 - Il Dipartimento per le relazioni esterne della Chiesa, presieduto dal metropolita Hilarion, ha tenuto una riunione della Commissione del Consiglio di Inter-presenza in relazione ai non-ortodossi e le altre religioni.
I membri della Commissione hanno discusso i risultati del primo anno della Commissione e hanno elaborato durante la riunione intermedia la bozza del documento “Sull’adesione nella Chiesa ortodossa dei cristiani non-ortodossi”. A seguito della discussione, la Commissione ha deciso di formare un gruppo di lavoro con esperti per studiare vari aspetti della pratica di ricevere nella Chiesa Ortodossa il sacramento della Cresima e la storia di questo problema. Inoltre, la Commissione ha istituito un gruppo di lavoro per lo studio e la classificazione delle sette. Un gruppo di lavoro separato prenderà in considerazione i riti di accoglienza dei pentecostali, battisti e avventisti. Un altro gruppo di lavoro prenderà in considerazione la prassi di accettare gli anglicani, riformati, luterani e Vecchi Credenti.
I progetti saranno presentati alla prossima riunione della Commissione a giugno 2011.

(Fonte: Decr Servizio Comunicazione; www.mospat.ru)

venerdì 18 marzo 2011

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Russia - Il Patriarca riceve il cardinale Koch

Mosca, 16 marzo 2011 - Sua Santità il Patriarca di Mosca e tutta la Russia Kyrill ha ricevuto nella sua residenza al centro di Mosca il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani.
Da parte della Chiesa Ortodossa Russa, all’incontro hanno partecipato: il sacerdote Dimitrij Sizonenko, responsabile ad interim del Segretariato per i rapporti intercristiani del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato, il sacerdote Aleksandr Vasjutin e il diacono Aleksij Dikarev, collaboratori dello stesso Segretariato.
Da parte cattolica erano presenti il sacerdote Visvaldas Kulbokas, responsabile ad interim della Nunziatura apostolica della Santa Sede presso la Federazione Russa, e il sacerdote Milan Zust, assistente per la sezione orientale del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani.
Lungo il colloquio sono stati affrontati temi concernenti le più importanti sfere di collaborazione tra le due Chiese.
Prima di tutto si è trattato delle questioni affrontate nel quadro della Commissione internazionale mista ortodosso-cattolica di dialogo teologico; dalla sua costituzione nel 1979 essa rappresenta la principale piattaforma di dialogo tra ortodossi e cattolici, anche per il fatto che vi partecipano rappresentanti di tutte le Chiese ortodosse. La Commissione ha fin qui prodotto una serie di documenti che riguardano la dottrina dei sacramenti e la natura sacramentale della Chiesa.
Come è stato rilevato, nonostante le divergenze nell’ambito teologico, la Chiesa Ortodossa e quella Cattolica possono fin d’ora collaborare nei campi in cui le loro posizioni coincidono, come la difesa dei valori morali tradizionali in Europa, la proposta di principi cristiani nella sfera sociale e economica, nella bioetica e nell’etica della scienza. Su questa base è possibile sviluppare la collaborazione sulla piattaforma delle organizzazioni internazionali, come l’Onu, l’Osce, varie strutture della Comunità europea.
Si è parlato anche del problema della cristianofobia, che riguarda non soltanto le regioni in cui i cristiani sono apertamente perseguitati, ma in senso più largo anche gli stessi paesi europei con una tradizione cristiana plurisecolare. Il Parlamento europeo e il Comitato dei ministri degli esteri dell’Unione Europea, in gennaio e febbraio 2011, hanno riconosciuto l’esistenza di questo problema; ecclesiastici ortodossi e cattolici in diverse occasioni sono intervenuti pubblicamente, presentando la posizione comune delle due Chiese a questo riguardo.
A proposito della propaganda di posizioni di estremo liberalismo, che contraddicono la morale cristiana, il presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani ha espresso la propria soddisfazione per il fatto che le posizioni del Papa Benedetto XVI e del Patriarca Kirill coincidono pienamente, sottolineando che questa prossimità di principi non può che facilitare l’ulteriore sviluppo della collaborazione interecclesiale.
Il capo della Chiesa Ortodossa Russa ha dichiarato la propria stima nei confronti di Papa Benedetto XVI per il suo impegno in favore della difesa dei valori cristiani nonostante gli attacchi a lui rivolti da parte di ambienti laicisti.

mercoledì 16 marzo 2011

Dal sito amico: Eleousa .net

Turchia - Visita della delegazione russa al Fanar

Istanbul, 15 marzo 2011 - Sua Santità il Patriarca Bartolomeo I di Costantinopoli ha ricevuto la delegazione della Chiesa ortodossa russa presso la sua residenza al Fanar, un quartiere di Istanbul. La delegazione partecipa al Summit sui Cambiamenti. Il capo della delegazione, il metropolita Alessandro di Astana e Kazakistan, è stato accompagnato dal vice presidente del Dipartimento per le Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, igumeno Filippo (Riabykh), dal vice presidente del Dipartimento Chiesa-Società rev. Georgy Roschin, dal presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Distretto Metropolitano in Kazakistan ieromonaco Seraphim (Petrovsky) e dall’assistente del metropolita A. Mitroshin. Il Console Generale dell'ambasciata russa a Istanbul A. Yerkhov ha partecipato alla riunione.
La delegazione ha visitato la Cattedrale Patriarcale di S. Giorgio al Fanar e ha venerato le reliquie dei Santi Giovanni Crisostomo e Gregorio il Teologo.
Sua Santità il Patriarca Bartolomeo ha condiviso i ricordi della sua visita in Kazakistan nel 2006. Ha detto ai rappresentanti del Patriarcato di Mosca degli annuali pellegrinaggi in Cappadocia e ha invitato il metropolita Alexander a prendervi parte.
Dopo aver ringraziato il Primate della Chiesa ortodossa di Costantinopoli per la riunione, il metropolita Alexander ha portato i saluti fraterni di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kyrill e gli ha raccontato la vita della Chiesa ortodossa in Kazakistan allo stato attuale, rilevando i buoni rapporti con le autorità e la Umma islamica nel paese. Verso la fine dei colloqui, il metropolita Alexander ha presentato a Sua Santità il Patriarca Bartolomeo un’Icona di San Nicola di Myra e un simbolo di Almaty, la capitale del sud del Kazakistan.
Lo stesso giorno, la delegazione del Patriarcato di Mosca ha visitato la residenza del console generale russo e ha pregato nella Chiesa russa dei Ss. Costantino ed Elena, situata nel territorio della rappresentanza diplomatica russa.

(Fonte: Decr Servizio Comunicazione; www.mospat.ru)

Dalla Chiesa Ortodossa Russa

Incontri del metropolita Hilarion con i vertici della chiesa Ortodossa in America

Il 15 marzo, il metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, con la benedizione del Patriarca di Mosca e tutte le Russie Kirill è arrivato a New York.
Durante il suo soggiorno a New York, il metropolita Hilarion ha visitato la Cancelleria della Chiesa Ortodossa in America a Syosset, dove si è incontrato coi vescovi Nikon di Boston, Tikhon di Philadelphia, segretario del Sinodo, Melchisedek di Pittsburg, Cancelliere ad interim, Michail di New York e Mark di Baltimora.
Il metropolita Hilarion, che è accompagnato dall’arciprete Nikolaj Balashov, vicepresidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, ha anche potuto incontrare diversi rappresentanti del clero di diverse diocesi della Chiesa Ortodossa in America.
Nei diversi incontri, il metropolita ha informato i suoi interlocutori sui recenti incontri della Commissione interortodossa di preparazione del Grande Sinodo, avvenuti a Chambésy nei giorni 21-26 febbraio 2011.
Il presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca ha affermato che la posizione della Chiesa Russa riguardo all’autocefalia della Chiesa Ortodossa in America rimane immutata, la stessa fin dal 1970. Ha sottolineato che la Chiesa Russa non intende intervenire negli affari interni della Chiesa Ortodossa in America; d’altra parte, avendo sempre sostenuto l’autocefalia della Chiesa americana nel dialogo interortodosso, il Patriarcato di Mosca desidera essere al corrente della situazione attuale.
I dialoghi si sono svolti in un’atmosfera di apertura fraterna. I gerarchi della Chiesa Ortodossa in America hanno espresso gratitudine verso il Patriarca Kirill e il metropolita Hilarion per l’interessamento e la partecipazione alle loro vicende.
Durante il suo viaggio, su richiesta del Patriarca Kirill, il metropolita Hilarion incontrerà anche Sua Beatitudine l’arcivescovo Jonah di Washington, metropolita di tutta l’America e del Canada.

Dal sito: http://katundetarbereshe.jimdo.com/

“C’era una volta…” Così inizia la “favola”raccontata e apparsa nella rivista dell’Arberia, Jeta Arbëreshë” (n. 47 del 2006, pag. 3). L’autore Gaetano Passarelli è un illustre professore, dove mette in evidenza il caso del “feudo” di Villa Badessa.
     Il piccolo villaggio arbëreshë di Villa Badessa,in provincia di Pescara, si trova a pochi chilometri dal comune di Rosciano (in Abruzzo), dove esiste una delle parrocchie uniate (la più settentrionale in Italia) delle 29 appartenenti alla diocesi di Lungro (in provincia di Cosenza). Anche a Villa Badessa è accaduto di assistere a quanto ormai avviene in quasi tutta l’isola (o ghettizzata) “chiesa bizantina arbëreshë”.
     Dell’articolo ci interessa soprattutto sottolineare (se mai abbiamo inteso bene) il valore “feudale” del popolo di Dio nella chiesa uniata-arbëreshë, o per dirla in termini moderni il numero “politico”. Purtroppo ben sappiamo, che per chi vive (come i fedeli arbëreshë) all’interno della gabbia vaticanista, esiste e “canta”, alla stessa s-tregua di quell’uccello del celebre proverbio popolare dove si dice che: “chiuso in gabbia, non canta per amore, ma per rabbia”. Quindi comprendiamo la nostra povera gente arbëreshë.
     Una cosa comunque è certa: la scomparsa silenziosa di tutto un popolo (quello arbëreshë appunto) si sta compiendo davanti agli occhi di tutti. E chi fino a ieri si vantava di aver aiutato, difeso, custodito l’identità degli arbëreshë e il “rito greco-bizantino” (la classe levitica, cortigiana e/o scriba-cchina di popolo) oggi si sta procedendo di gran corsa, alla cancellazione di quel poco che è rimasto di una tradizione orientale nei piccoli villaggi arbëreshë. Insomma, pare che vogliano mettere fine alla presenza secolare degli Arbëreshë.
 
 
UNA FAVOLA ROMENA: IL FEUDO DI VILLA BADESSA
 
 
di Gaetano Passarelli
veduta interna del paese arbershe di Villa Badessa
   C’era una volta. Così cominciavano e cominciano le storie, e così comincia anche quella che vi voglio raccontare.
   C’era una volta un conte, un signorotto in Calabria che, non si sa perché, non si sa per come, aveva ereditato un piccolo feudo in Abruzzo, di nome Villa Badessa.
   Questo signorotto, duro di cuore e di cervice, aveva diversi vassalli barbuti che amministravano le sue terre. Un giorno morì quello del feudo di Badessa, ma non si diede pensiero, lasciò che un mezzadro lo conducesse. Il poveretto s’era però lasciato abbindolare da una nobile famiglia. Così, nel piccolo feudo, non c’era foglia che non fosse soppesata al generoso desco della nobile famiglia.
   Un giorno il signorotto decise di nominare un vassallo barbuto per questa sua terra lontana. I sudditi, diffidenti, pensavano che nulla sarebbe cambiato: l’uno vale l’altro, si dicevano sconsolati, ma ben presto dovettero ricredersi. Questa terra cominciò a verdeggiare, a fiorire, e tanto era il profitto che tutti erano convinti, tranne la nobile famiglia spodestata. Non si diede, tuttavia, per vinta, e intensificò l’invito di piccioni viaggiatori al signorotto che solitamente non ascoltava alcuno, ma, per uno strano scherzo del destino, prestava sempre orecchio ai messaggi della nobile famiglia.
   Ora, avvenne che da un regno lontano cominciarono a venire dal signorotto uomini imberbi, tanti che gli riempirono la corte. “Sono incapaci di amministrare – si disse il signorotto – ma prima o poi impareranno”; e, all’insaputa di qualche vassallo, cominciava a nominare qualche uomo imberbe come valvassore. “tanto che cosa possono dire: loro sono miei vassalli ed io sono al di sopra della legge, anzi io sono la legge”, si rassicurava il signorotto. Ed essendo lui la legge, spesso non si peritava di passare maldestramente sopra a vassalli, valvassori e valvassini. Voi mi chiederete: ed i sudditi? Facile a dirsi. Quelli erano sempre poveretti, sia che appartenessero al grande o al piccolo feudo. Erano solo numeri.
   Un giorno in cui il vassallo di Badessa era lontano, arrivò all’improvviso, il signorotto con un valvassino imberbe. La nobile famiglia gli preparò il desco. Il cibo abbondante, la grande disponibilità, e chissà cos’altro, fecero prendere al signorotto una decisione: “Io sono la legge, quindi, tolgo quel vassallo barbuto e nomino il mio fedele ciambellano che si può servire del valvassino imberbe!”.
   Così avvenne che, senza nessun preavviso, nel piccolo feudo di Badessa giunse il ciambellano dalla voce possente, lesse il proclama del signorotto che lo nominava vassallo di quella terra, ma, lui impegnato a corte, lasciava il valvassino imberbe, coadiuvato dalla nobile famiglia.
   I sudditi piangevano tutti, tranne la nobile famiglia, che dopo tre anni di sofferenza, finalmente, riprendeva il controllo di ogni foglia.
   Avvenne in tal modo che i sudditi del piccolo feudo di Badessa dovettero constatare che il loro signorotto dalla lontana Calabria ancora una volta non li aveva considerati neppure numeri, ma questo poco importava, al signorotto, al suo ciambellano, alla nobile famiglia.
Una storia d’altri tempi, direte. L’epilogo è avvenuto solo l’altro giorno, 4 giugno,[i]giorno della Pentecoste. Perché questa precisazione cronologica? Perché la storia è molto chiara per i badessani, ma il lettore ignaro adesso deve sapere che quel signorotto è il vescovo di Lungro, il ciambellano il suo Vicario, il valvassino imberbe il vice-parroco romeno. Sì, l’ennesimo romeno. Esagerato aver usato una tale figura per designare il vescovo, mi si potrà dire. Certo, il comportamento non è stato paterno né rispettoso delle persone, di quella che spesso vien detta “la comunità ecclesiale”. Eh, sì, la realtà spesso supera la fantasia e la finzione. Chi ha orecchie da intendere, intenda.

lunedì 14 marzo 2011

Dal sito:http://www.tradizione.oodegr.com/


La santità e la forza dell’Ortodossia

di M. D. Protic


 


Tutti i Cristiani ortodossi, membri della Chiesa del Cristo, Una, Santa, Cattolica (Sobornaja) ed Apostolica, celebrano la Domenica dell’Ortodossia come una festa la cui corona è il frutto di innumerevoli vittorie da essa conseguite.
Come festa la Domenica dell’Ortodossia fu istituita circa undici secoli or sono (842) in occasione della vittoria della Chiesa contro gli iconoclasti avversari della venerazione delle sante icone. L’istituzione di questa festa fu preceduta da una violenta lotta che durò più di un secolo, dopo la quale, come sino ad allora, l’Ortodossia continuò sino ad oggi e continuerà sino alla fine dei secoli ad alternare periodi di persecuzioni a vittorie. Infatti per la Chiesa del Cristo non c’è alcuna sconfitta né battaglia definitivamente perduta, secondo le parole del Dio-Uomo suo fondatore: “Edificherò la mia Chiesa e la potenza degli inferi non prevarrà su essa” (Matteo 16, 18).
Comunque sino all’editto dell’imperatrice Teodora e di suo figlio Michele III, che ristabiliva il culto delle immagini, patriarchi, vescovi, sacerdoti e molti confessori, i quali difendevano la Chiesa, ebbero a sopportare atroci sofferenze a difesa della Chiesa e fra questi vanno particolarmente menzionati san Giovanni Damasceno e sant’Andrea di Creta.
La storia della solennità della Domenica dell’Ortodossia invita i Cristiani a venerare le icone, venerazione che la Chiesa ha confermato nel VII Concilio ecumenico con la seguente professione di fede:
 
 
1.       Quando ci inchiniamo ed accendiamo ceri davanti alle icone, non preghiamo di fronte ad una tavola colorata, ma ci rivolgiamo a quelle figure che in essa sono rappresentate, poiché veneriamo le icone come oggetti sacri. Perciò nella nostra Chiesa ci sono icone miracolose, ma i miracoli non provengono da esse, ma bensì da quelle persone che sono rappresentate nelle icone. L’icona è una cosa divina, non divinizzata…
 
2.       Quelle cose che si richiamano l’un l’altra evidentemente si dimostrano reciprocamente. Perciò l’onore che si rende all’icona passa al suo prototipo, per cui coloro che venerano un’icona, venerano la persona che in essa è raffigurata. Infatti quanto più si vedono raffigurati nelle icone il Cristo, la Madre di Dio, gli Angeli ed i Santi, tanto più vivamente si risveglierà in noi il ricordo del loro prototipo, lo si amerà e gli si offrirà una venerazione razionale.
 
3.       Se non è peccato avere a casa l’immagine del proprio padre e quelle dei propri cari e  parlare per mezzo di esse con loro, perché dovrebbe essere peccato parlare e piangere ai piedi del Cristo misericordioso, della Madre di Dio e di tutti coloro la cui vita fu gradita a Dio e le cui fattezze sono dipinte sul legno o sul metallo o sul muro?
 
 
Così si espressero i 350 Santi Padri al VII Concilio Ecumenico del 787 e così pure san Sava, secondo le parole del suo biografo Domentian, raccomanda al popolo Serbo, al ritorno dall’oriente, da dove, oltre a preziose reliquie, portò in Serbia molte icone miracolose. “Inchiniamoci” – disse san Sava – “e baciamo la sacra immagine del Verbo di Dio… Chiniamoci davanti al legno della Croce, all’icona della Santissima Madre di Dio e dei Santi elevando i nostri occhi spirituali al primo modello. Questa è la nostra professione di fede riguardo alle icone e malediciamo tutti gli eretici e le loro dottrine accogliendo i sette concili ecumenici ed in particolare il settimo dei 350 Padri, che condannò coloro i quali non accettano le sacre immagini, non le raffigurano e non venerano”.
Tra le altre numerose conferme della santità e della forza dell’Ortodossia, oltre ai numerosi nostri Santi, alle reliquie incorrotte, ai luoghi ed agli oggetti sacri, va annoverata anche una santità visibile nella nostra iconografia Serba, specialmente nelle numerose sante e miracolose immagini, in particolare della Madre di Dio. È difficile che si trovi un figlio della Chiesa Serba che non conosca l’esistenza o che non si sia chinato di fronte all’icona miracolosa della Madre di Dio di Pec, di quella Cajnicka Krasnica, della Savinska, della Lepavinka, della Vilikoremetska Zastitnica, e non abbia sentito parlare dei loro innumerevoli miracoli e dell’aiuto offerto a molti che pregarono davanti ad esse, i quali le ornarono d’oro, d’argento e di pietre preziose. Ininterrottamente dall’antichità e specialmente negli ultimi anni in gruppi numerosi i fedeli si recano al Hilandar sull’Athos per venerare l’icona della Trojerucica, Igunija di quel monastero, icona che restituì la mano destra a san Giovanni Damasceno, amputatagli durante le lotte contro gli iconoclasti, e nello stesso tempo per richiedere la benedizione delle altre icone di Hilandar e della Santa Montagna.
I miracoli che si compiono per mezzo delle sante icone, si manifestano anche attraverso le reliquie incorrotte dei numerosi Santi della Chiesa Serba. “Non permetterò che il mio Santo veda la corruzione” (Salmo 15, 10), dice il Signore attraverso il Salmista. È difficile menzionare tutti i miracoli che si verificano nell’Ortodossia per effetto della santità delle icone e delle reliquie, per cui la nostra storia può considerarsi sacra. Perciò giustamente si può dire di essa, secondo il genio popolare: “Tutto è stato santo ed onesto e gradito al buon Dio”.

Da un articolo di M. D. Protic in “Pravoslavlje” del 15 febbraio 1977. Trad. A. S. in “Messaggero Ortodosso”, Roma, febbraio-marzo 1984 nn. 2-3, 1-3.