Il tribunale blocca l’ingresso in Russia di un milione di opuscoli dei testimoni di Geova |
|||||
Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi > Apri la notizia del blog | |||||
|
martedì 22 settembre 2015
Dal sito di P. Ambrogo di Torino.
mercoledì 16 settembre 2015
Dal sito: http://it.sputniknews.com/politica
Putin, ultimo difensore dell’Occidente
Per chi è cresciuto durante la Guerra Fredda è una cosa difficile da digerire, ma ormai è evidente come l’ultima strenua difesa dell’Occidente sia rappresentata da Vladimir Putin e dalla Russia, e l’evoluzione della crisi siriana lo sta dimostrando.
Per
decenni gli Stati europei si sono sfamati aggrappandosi alle mammelle
di mamma America, che li ha nutriti a caro prezzo, imponendo loro di
divenire colonia economica soggetta ad asfissiante propaganda. Tuttavia,
la Storia insegna che i valori in campo possono cambiare
all'improvviso, e chi era dalla "parte giusta" ieri può esserlo da
quella "sbagliata" oggi, e viceversa. Si pensi alla Germania, che dopo
aver provocato due conflitti mondiali, guida le sorti dell'UE nel
silenzio assordante degli altri Paesi membri, senza neppure averne
ricevuto il mandato.
Ed ecco quindi che quanto sta accadendo in queste ore è uno di quei passaggi che ribaltano la Storia. La notizia principale è che Ucraina e Bulgaria hanno chiuso lo spazio aereo ai velivoli russi diretti in Siria. Si ribaltano così gli equilibri che fino a oggi erano la nostra bandiera valoriale. Perché l'Occidente rifiuta l'intervento russo contro la minaccia dell'Isis? Solo qualche giorno fa Putin aveva domandato in modo chiaro la creazione di una coalizione internazionale contro il terrorismo, ed ecco la risposta occidentale.
E così USA e UE fanno fronte comune non contro l'orribile minaccia dell'Isis, ma contro la Russia e il suo leader: una politica miope che inizia ad assumere dimensioni grottesche anche per chi ha sempre sostenuto le tesi obamiane.
Come
si può dire che gli americani e gli europei siano legittimati a
sostenere un governo straniero, come quello ucraino, mentre la Russia,
chiamata in soccorso da quello siriano, non possa fornire il supporto
richiesto? L'ipocrisia spinge così ad azioni frettolose: ora la Francia
sarebbe disposta a mandare i propri cacciabombardieri in Sira, ma
ricordiamo bene i bombardamenti francesi sulla Libia: siamo sicuri di
voler raccogliere gli stessi risultati ottenuti di quel caso? Ed è un
film già visto anche la defenestrazione occidentale dei leader
mediorientali fino a poco prima profumatamente finanziati, a cui seguono
zero certezze per il futuro democratico del Paese appena "liberato" e
il diffondersi dell'instabilità politica.
Ed ecco quindi che quanto sta accadendo in queste ore è uno di quei passaggi che ribaltano la Storia. La notizia principale è che Ucraina e Bulgaria hanno chiuso lo spazio aereo ai velivoli russi diretti in Siria. Si ribaltano così gli equilibri che fino a oggi erano la nostra bandiera valoriale. Perché l'Occidente rifiuta l'intervento russo contro la minaccia dell'Isis? Solo qualche giorno fa Putin aveva domandato in modo chiaro la creazione di una coalizione internazionale contro il terrorismo, ed ecco la risposta occidentale.
È chiaro che Ucraina e Bulgaria non chiuderebbe
lo spazio aereo se a ordinarlo non fossero gli USA (col benestare dei
vassalli UE). Così cade paradossalmente nel vuoto la proposta di buon
senso lanciata dal premier russo: Vogliamo davvero creare una sorta
di coalizione internazionale per la lotta a terrorismo ed estremismo. A
tal fine, abbiamo consultazioni con i nostri partner americani: ho
personalmente parlato del tema con il presidente Obama. Ne ho parlato
anche con i leader di Turchia, Giordania e Arabia Saudita.
Si sta sgretolando quella certezza di superiorità morale che dalla
Seconda guerra mondiale a oggi ha portato a idealizzare l'immagine
dell'Occidente nelle varie campagne belliche in giro per il mondo. USA e
UE, gli stessi che hanno sostenuto (se non finanziato) quella primavera
araba che ha destabilizzato un'intera area geografica, vorrebbero oggi
dare lezioni alla Russia, dopo essere rimasti immobili per mesi di
fronte agli eccidi che ha subito la popolazione siriana per mano di una
minoranza di terroristi ben organizzata. Pare evidente che se Putin non
avesse rotto gli indugi e non si fosse deciso a dare sostegno ad Assad,
l'Occidente sarebbe stato fermo a guardare. Forse gli interessi
economici e petroliferi in Siria sono minori rispetto a quelli in ballo
in Libia e Iraq? A pensar male si fa peccato, ma spesso si azzecca.E così USA e UE fanno fronte comune non contro l'orribile minaccia dell'Isis, ma contro la Russia e il suo leader: una politica miope che inizia ad assumere dimensioni grottesche anche per chi ha sempre sostenuto le tesi obamiane.
Se la Russia volesse difendere militarmente Assad, sarebbe uno sviluppo negativo: le parole del ministro degli Esteri italiano Gentiloni sono
talmente di parte da non meritare nemmeno attenzione, visto che non
considerano la disponibilità alle attività belliche recentissimamente
espressa da Gran Bretagna e Francia.
Ci troviamo di fronte alle macerie dell'Occidente, abbattuto dai
colpi di pochi grandi gruppi di potere. Assistiamo impotenti allo
svolgersi di un pericolosissimo risiko, dove si profila all'orizzonte un
nuovo conflitto mondiale. Sarà un caso che la copertina di un numero
speciale dell'Economist "World in 2015" presenti un fungo atomico tra le
varie raffigurazioni? Sicuramente è una suggestione, ma spesso
l'immaginazione si avvicina alla realtà.http://sakeritalia.it/europa/ucraina
Il Sud Est dell’Ucraina è il vero Obiettivo del Blocco del Donbass attuato da Kiev
Incapace
di riconquistare il Donbass Kiev vuole farne un paria economico per
azzerare i sentimenti secessionisti nel resto del sud est ucraino.
Con un processo iniziato nel luglio del 2014 e completato nel novembre successivo, il governo Ucraino di Kiev ha reciso ogni legame con
il Donbass controllato dai ribelli dell’Ucraina orientale. Questo
significa che ha cessato di erogare le prestazioni sociali ai cittadini
ed ha tagliato i finanziamenti a tutte le istituzioni dello Stato: le
corti, gli archivi, gli ospedali, le banche, gli uffici postali e le
aziende di proprietà statale. Sotto il profilo strategico questo si è
dimostrato un errore.
Niente avrebbe potuto sottolineare la
legittimazione del potere di Kiev nell’Ucraina orientale più del fatto
di continuare a svolgere molte delle funzioni statali in quella regione.
Infatti il popolo dell’est Ucraina non avrebbe potuto fare a meno di
notare che era proprio Kiev che continuava fornirgli servizi cui i
ribelli erano incapaci di provvedere (mentre la Russia, che ne era
capace, non voleva farlo). Invece, per come sono andate le cose, il
governo di Kiev è diventato un fattore esclusivamente negativo nelle
vite degli abitanti della regione, con le sue dolorose operazioni
militari offensive e con l’equipaggiamento dei neo nazisti.
Al contrario i ribelli sono stati costretti a colmare la lacuna e
ora, assieme al prestigio derivante dall’essere la gente che ha tenuto a
bada i neo nazisti, possono vantare anche la legittimazione che gli
spetta dal momento che sono loro a fornire elettricità, acqua,
riscaldamento, pensioni e assistenza medica alla gente del Donbass.
Inizialmente i due staterelli ribelli (le Repubbliche di Donetsk e di Lugansk) si sono mostrati restii e lenti ad assumersi la responsabilità di molti di questi compiti. Quindi possono davvero ringraziare Kiev per averli costretti a prendere sul serio il compito di costruzione di una struttura statale, compito che spettava vista la loro aspirazione di costituire repubbliche antagoniste e secessioniste.
In ogni caso l’argomento esposto sopra è sottile. In quanto tale è comprensibile che Kiev non lo abbia colto, ma abbia, al contrario, anteposto la cruda logica secondo cui sbarazzarsi delle responsabilità sociali scaricandole sui ribelli avrebbe diminuito l’entità delle risorse che questi potevano destinare al perfezionamento delle loro capacità militari.
E’ molto meno comprensibile il motivo per cui Kiev ha fatto seguire al suo ritiro dal Donbass un completo blocco economico. Le due conseguenze più evidenti che il blocco ha avuto sono state di permettere a Poroshenko di assumere un contegno da duro e di consegnare definitivamente i cuori e le menti dei residenti nel Donbass ai ribelli.
Dei sondaggi effettuati nel marzo di quest’anno hanno mostrato che il blocco ha indotto un sorprendente 93% della gente che vive nelle zone dell’est Ucraina controllate dai ribelli a sottrarre il proprio appoggio al Governo di Kiev. Questo non rappresenta una gran sorpresa visto che che Poroshenko aveva proclamato in maniera plateale che il blocco era da interpretarsi quale una continuazione della guerra con mezzi di rappresaglia collettiva contro i civili del Donbass:
“Avremo i nostri lavori, e loro no. Avremo le nostre pensioni, e loro no. Avremo assistenza per bambini, cittadini e pensionati, e loro no. I nostri bambini andranno a scuola ed all’asilo… i loro dovranno rintanarsi nelle cantine. Perché sono dei buoni a nulla. E’ così che vinceremo questa guerra!”
E’ un mistero come Poroshenko abbia potuto pensare in concreto che Kiev avrebbe vinto la guerra. L’idea secondo cui civili disarmati si sarebbero sollevati contro ribelli armati e provenienti dalle loro stesse fila, il tutto per il vantaggio dei loro persecutori sostenitori del Maidan era alquanto bizzarra. Lo stesso dicasi per l’idea che il Donbass, che controlla un tratto di confine con la Russia, potesse veramente essere messo in ginocchio ad implorare pietà.
E’ abbastanza orribile che durante l’inverno 2014 – 2015 il blocco abbia contribuito ad innescare una grande crisi umanitaria. C’era poco cibo in vendita e grave carenza di molti tipi di farmaci. Ci sono state addirittura segnalazioni di decessi collettivi – specialmente di pensionati isolati rimasti senza pensione. Non c’è dubbio comunque che le cose sarebbero andate anche peggio senza l’assistenza umanitaria della Russia.
In ogni caso questa situazione è stata comunque, ora come ora, stabilizzata. Fra il commercio con la Russia, il contrabbando da una parte all’altra della linea del fronte, e il transito attraverso la Russia per la zona controllata dal governo le condizioni in Donbass, per quanto riguarda i rifornimenti, sono diventate allo stato abbastanza vivibili. Non ci sono segni che il Donbass sia pronto a cadere in ginocchio davanti al governo di Kiev, come Poroshenko aveva predetto in novembre. Semmai dobbiamo presumere che molti Ucraini orientali che vivono nei territori controllati dai ribelli debbano provare una certa dose di orgoglio nell’avere respinto il tentativo di Kiev di strangolare la loro regione. In altre parole, oltre ad essere ripugnante sul piano morale il blocco si è dimostrato un grottesco fallimento nel suo obiettivo proclamato di riportare il Donbass sotto il controllo del governo centrale, anzi ha reso questo obiettivo più irraggiungibile che mai.
Quindi è più probabile che i politici di Kiev abbiano considerato cosa fatta la perdita del Donbass ed abbiano attuato il blocco per finalità interne, ovvero semplicemente mostrare che stavano “facendo qualcosa” per recuperare la regione anche dopo la sospensione delle operazioni militari su larga scala a causa di perdite e sconfitte (e pazienza se il blocco aveva l’effetto esattamente opposto).
E’ vero, in ogni caso, che la guerra e il blocco hanno prodotto un effetto: la qualità della vita materiale nei territori controllati dai ribelli è persino peggiore di quella nelle aree controllate dal governo. Questo fatto costituisce una remora per molti, dal momento che la speranza di una migliore situazione economica era forse la maggiore forza che spinse alla mobilitazione i partecipanti alle manifestazioni filorusse nell’Ucraina orientale in reazione a Maidan. La maggior parte dei componenti delle folle che parteciparono alle manifestazioni anti Maidan in febbraio, marzo ed aprile 2014 in tutto l’est Ucraina non cercava avventure o insurrezioni armate (queste sono giunte molto più tardi come reazione al pugno di ferro ed all’intransigenza di Kiev controllata dai maidanisti). Quello che chiedevano era anzi che la Russia, un Paese relativamente più ordinato e prospero economicamente, li prendesse sotto la sua ala protettrice, come aveva già fatto con la Crimea (entusiasmando i suoi abitanti).
Ovviamente la delusione per il fatto che la Russia non si è assunta la responsabilità di proteggere il Donbass non diventerà, per gli abitanti della regione, desiderio di essere schiavizzati dalle forze affiliate al Maidan che li stanno bombardando, bloccando e demonizzando ogni giorno di più. Ma quello che il blocco potrebbe ottenere, è dimostrare agli altri Ucraini anti Maidan che, a prescindere dall’abisso economico che incombe sull’Ucraina, una eventuale separazione dalle zone controllare da Kiev maidanista non poterebbe sollievo materiale.
Educati dall’esempio del blocco del Donbass (e, di quello, per certi versi simile, della Transnistria) gli Ucraini del Sud Est al momento non possono avere dubbi sul fatto che per quanto la situazione materiale in Ucraina sia terrificante, un tentativo di secessione può solo risolversi in un ulteriore peggioramento della situazione.
Nikolai Holmov (‘OdessaBlogger’), un commentatore Ucraino filo-Maidan spiega i fattori che devono essere considerati dai dirigenti e dalla popolazione delle aree dai forti sentimenti anti Maidan come Kharkov, Mariulol e la zona meridionale in cui si trova Odessa:
Anton Cisse [capo della minoranza Bulgara nella regione meridionale di Odessa] non è alleato politicamente del Presidente Poroshenko e quindi, per estensione, non è alleato del Governatore Saakashvili, comunque non è uno stupido. Non è il matto di nessuno. Il sig. Cisse è abbastanza capace di guardare oltre il confine della Transinistria e vedere quanto la situazione è disperata da quelle parti, specialmente sotto il profilo economico. Essendo prima di tutto un uomo d’affari (e solo in seconda battuta un politico) semplicemente non c’è nessun vantaggio per lui, sotto nessun aspetto, nel costituire un movimento separatista nella sua regione di massimo insediamento, una mossa che condurrebbe la sua comunità verso il disastro economico, tagliandola fuori da Odessa, dalle sue infrastrutture e dal suo benessere. Non credo che gli sorrida l’idea di trasformare il suo feudo in un secondo, devastato, Donbass, per il sogno di una illusoria “Bessarabia”. E così, a prescindere dalle simpatie che il Sig. Cisse ha (o non ha) per il progetto “Bessarabia” ispirato dal Cremlino, sia lui che i suoi fedelissimi Bulgari etnici non asseconderanno, incoraggeranno, forniranno supporto significativo o promuoveranno alcun cambiamento che voglia produrre una Bessarabia autonoma o indipendente nel prossimo futuro.
Inizialmente i due staterelli ribelli (le Repubbliche di Donetsk e di Lugansk) si sono mostrati restii e lenti ad assumersi la responsabilità di molti di questi compiti. Quindi possono davvero ringraziare Kiev per averli costretti a prendere sul serio il compito di costruzione di una struttura statale, compito che spettava vista la loro aspirazione di costituire repubbliche antagoniste e secessioniste.
In ogni caso l’argomento esposto sopra è sottile. In quanto tale è comprensibile che Kiev non lo abbia colto, ma abbia, al contrario, anteposto la cruda logica secondo cui sbarazzarsi delle responsabilità sociali scaricandole sui ribelli avrebbe diminuito l’entità delle risorse che questi potevano destinare al perfezionamento delle loro capacità militari.
E’ molto meno comprensibile il motivo per cui Kiev ha fatto seguire al suo ritiro dal Donbass un completo blocco economico. Le due conseguenze più evidenti che il blocco ha avuto sono state di permettere a Poroshenko di assumere un contegno da duro e di consegnare definitivamente i cuori e le menti dei residenti nel Donbass ai ribelli.
Dei sondaggi effettuati nel marzo di quest’anno hanno mostrato che il blocco ha indotto un sorprendente 93% della gente che vive nelle zone dell’est Ucraina controllate dai ribelli a sottrarre il proprio appoggio al Governo di Kiev. Questo non rappresenta una gran sorpresa visto che che Poroshenko aveva proclamato in maniera plateale che il blocco era da interpretarsi quale una continuazione della guerra con mezzi di rappresaglia collettiva contro i civili del Donbass:
“Avremo i nostri lavori, e loro no. Avremo le nostre pensioni, e loro no. Avremo assistenza per bambini, cittadini e pensionati, e loro no. I nostri bambini andranno a scuola ed all’asilo… i loro dovranno rintanarsi nelle cantine. Perché sono dei buoni a nulla. E’ così che vinceremo questa guerra!”
E’ un mistero come Poroshenko abbia potuto pensare in concreto che Kiev avrebbe vinto la guerra. L’idea secondo cui civili disarmati si sarebbero sollevati contro ribelli armati e provenienti dalle loro stesse fila, il tutto per il vantaggio dei loro persecutori sostenitori del Maidan era alquanto bizzarra. Lo stesso dicasi per l’idea che il Donbass, che controlla un tratto di confine con la Russia, potesse veramente essere messo in ginocchio ad implorare pietà.
E’ abbastanza orribile che durante l’inverno 2014 – 2015 il blocco abbia contribuito ad innescare una grande crisi umanitaria. C’era poco cibo in vendita e grave carenza di molti tipi di farmaci. Ci sono state addirittura segnalazioni di decessi collettivi – specialmente di pensionati isolati rimasti senza pensione. Non c’è dubbio comunque che le cose sarebbero andate anche peggio senza l’assistenza umanitaria della Russia.
In ogni caso questa situazione è stata comunque, ora come ora, stabilizzata. Fra il commercio con la Russia, il contrabbando da una parte all’altra della linea del fronte, e il transito attraverso la Russia per la zona controllata dal governo le condizioni in Donbass, per quanto riguarda i rifornimenti, sono diventate allo stato abbastanza vivibili. Non ci sono segni che il Donbass sia pronto a cadere in ginocchio davanti al governo di Kiev, come Poroshenko aveva predetto in novembre. Semmai dobbiamo presumere che molti Ucraini orientali che vivono nei territori controllati dai ribelli debbano provare una certa dose di orgoglio nell’avere respinto il tentativo di Kiev di strangolare la loro regione. In altre parole, oltre ad essere ripugnante sul piano morale il blocco si è dimostrato un grottesco fallimento nel suo obiettivo proclamato di riportare il Donbass sotto il controllo del governo centrale, anzi ha reso questo obiettivo più irraggiungibile che mai.
Quindi è più probabile che i politici di Kiev abbiano considerato cosa fatta la perdita del Donbass ed abbiano attuato il blocco per finalità interne, ovvero semplicemente mostrare che stavano “facendo qualcosa” per recuperare la regione anche dopo la sospensione delle operazioni militari su larga scala a causa di perdite e sconfitte (e pazienza se il blocco aveva l’effetto esattamente opposto).
E’ vero, in ogni caso, che la guerra e il blocco hanno prodotto un effetto: la qualità della vita materiale nei territori controllati dai ribelli è persino peggiore di quella nelle aree controllate dal governo. Questo fatto costituisce una remora per molti, dal momento che la speranza di una migliore situazione economica era forse la maggiore forza che spinse alla mobilitazione i partecipanti alle manifestazioni filorusse nell’Ucraina orientale in reazione a Maidan. La maggior parte dei componenti delle folle che parteciparono alle manifestazioni anti Maidan in febbraio, marzo ed aprile 2014 in tutto l’est Ucraina non cercava avventure o insurrezioni armate (queste sono giunte molto più tardi come reazione al pugno di ferro ed all’intransigenza di Kiev controllata dai maidanisti). Quello che chiedevano era anzi che la Russia, un Paese relativamente più ordinato e prospero economicamente, li prendesse sotto la sua ala protettrice, come aveva già fatto con la Crimea (entusiasmando i suoi abitanti).
Ovviamente la delusione per il fatto che la Russia non si è assunta la responsabilità di proteggere il Donbass non diventerà, per gli abitanti della regione, desiderio di essere schiavizzati dalle forze affiliate al Maidan che li stanno bombardando, bloccando e demonizzando ogni giorno di più. Ma quello che il blocco potrebbe ottenere, è dimostrare agli altri Ucraini anti Maidan che, a prescindere dall’abisso economico che incombe sull’Ucraina, una eventuale separazione dalle zone controllare da Kiev maidanista non poterebbe sollievo materiale.
Educati dall’esempio del blocco del Donbass (e, di quello, per certi versi simile, della Transnistria) gli Ucraini del Sud Est al momento non possono avere dubbi sul fatto che per quanto la situazione materiale in Ucraina sia terrificante, un tentativo di secessione può solo risolversi in un ulteriore peggioramento della situazione.
Nikolai Holmov (‘OdessaBlogger’), un commentatore Ucraino filo-Maidan spiega i fattori che devono essere considerati dai dirigenti e dalla popolazione delle aree dai forti sentimenti anti Maidan come Kharkov, Mariulol e la zona meridionale in cui si trova Odessa:
Anton Cisse [capo della minoranza Bulgara nella regione meridionale di Odessa] non è alleato politicamente del Presidente Poroshenko e quindi, per estensione, non è alleato del Governatore Saakashvili, comunque non è uno stupido. Non è il matto di nessuno. Il sig. Cisse è abbastanza capace di guardare oltre il confine della Transinistria e vedere quanto la situazione è disperata da quelle parti, specialmente sotto il profilo economico. Essendo prima di tutto un uomo d’affari (e solo in seconda battuta un politico) semplicemente non c’è nessun vantaggio per lui, sotto nessun aspetto, nel costituire un movimento separatista nella sua regione di massimo insediamento, una mossa che condurrebbe la sua comunità verso il disastro economico, tagliandola fuori da Odessa, dalle sue infrastrutture e dal suo benessere. Non credo che gli sorrida l’idea di trasformare il suo feudo in un secondo, devastato, Donbass, per il sogno di una illusoria “Bessarabia”. E così, a prescindere dalle simpatie che il Sig. Cisse ha (o non ha) per il progetto “Bessarabia” ispirato dal Cremlino, sia lui che i suoi fedelissimi Bulgari etnici non asseconderanno, incoraggeranno, forniranno supporto significativo o promuoveranno alcun cambiamento che voglia produrre una Bessarabia autonoma o indipendente nel prossimo futuro.
Questa, assieme con un penetrante controllo poliziesco (formale ed
informale) deve essere stata la ragione per cui abbiamo visto pochi
indizi di sentimenti secessionisti anche in zone del sud est Ucraina
dove questi sentimenti erano molti evidenti l’anno scorso, prima che la
guerra iniziasse. In altre parole, anche se il regime del Maidan non è
capace di suscitare un reale entusiasmo ed un consenso nel sud est, è
riuscito a dimostrare la capacità di rendere le esistenze abbastanza
miserabili sul piano della vita quotidiana per quelli che cercano di
affrancarsene, anche nel caso riescano a farlo.
E’ la classica logica del terrorismo: il Donbass è vittima di una rappresaglia collettiva, il cui fine non è costringerlo alla resa o rieducarlo, ma farne una lezione per quelli che possono essere tentati dall’idea di seguire i suoi passi.
E’ la classica logica del terrorismo: il Donbass è vittima di una rappresaglia collettiva, il cui fine non è costringerlo alla resa o rieducarlo, ma farne una lezione per quelli che possono essere tentati dall’idea di seguire i suoi passi.
*****
Articolo di Marko Marianovich pubblicato su Russia Insider il 21/08/2015
Traduzione in italiano a cura di Marco Bordoni per Sakeritalia.it
Traduzione in italiano a cura di Marco Bordoni per Sakeritalia.it
Dal sito amico: Eleousa.net
Russia - Il Patriarca è arrivato a Norilsk
Norilsk, 15 settembre 2015 – Nel quadro della visita primaziale nelle diocesi, situate nelle regioni dell’Estremo Nord e della Siberia occidentale, Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill è arrivato nella città di Norilsk, nel Territorio di Krasnojarsk (diocesi di Norilsk della metropolia di Krasnojarsk).
All'aeroporto Alykel di Noril’sk il Primate della Chiesa ortodossa russa ha incontrato il governatore del Territorio di Krasnojarsk, V.A. Tolokonskij, il metropolita Panteleimon di Krasnojarsk e Achinsk, il vescovo Filaret di Kansk e Bogučany, il vescovo Nikanor di Enisej e Lesosibirsk, il vescovo Agafangel di Noril’sk e Turukhansk, il sindaco di Noril’sk O.G. Kurilov, il vice presidente della società mineraria e metallurgica «Norilsk Nickel», il direttore della filiale della Regione Polare dell’azienda A.A. Ryumin, il clero della metropolia di Krasnojarsk.
All’incontro hanno partecipato i rappresentanti dei popoli indigeni che vivono a Tajmyr - dolgan, nenets, entsev, evenki, nganasan, - che hanno salutato Sua Santità Vladyka nelle loro lingue nazionali.
Domani, 16 settembre, Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill celebra la Divina Liturgia nella Cattedrale dell’icona della Madre di Dio «Gioia di tutti coloro che soffrono» della città di Norilsk.
(Fonte: Servizio stampa del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’)
La critica all'islam di san Giovanni Damasceno
Il brano che segue è tratto dall'opera monumentale di san Giovanni, La fonte della conoscenza, nella seconda parte intitolata Eresie in epitome: come sono iniziate e da dove hanno tratto la loro origine. Di solito è citata solo come Eresie. L'introduzione del traduttore sottolinea che La fonte della conoscenza
è una delle più "importanti singole opere prodotte nel periodo
patristico greco, ...che offre un'ampia e lucida sintesi della scienza
teologica greca di tutto il periodo. È la prima grande summa
di teologia a comparire sia in Oriente sia in Occidente. "San Giovanni
(+ 749) è considerato uno dei grandi Padri della Chiesa, e i suoi
scritti hanno un posto di grande onore nella Chiesa. La sua critica
all'islam, o "l'eresia degli ismaeliti", è particolarmente rilevante per
i nostri tempi.
Vi è anche la superstizione degli
ismaeliti che ancora oggi prevale e mantiene la gente in errore, come
precursore dell'Anticristo. Essi discendono da Ismaele, nato ad Abramo
da Agar, e per questo motivo sono chiamati agareni o ismaeliti. Sono
anche chiamati saraceni, che deriva da Sarras kenoi, o privi di
Sara, a causa di ciò che Agar disse all'angelo: 'Sara mi ha mandato via
indigente'. [99] Questi un tempo erano idolatri e adoravano la stella
del mattino e Afrodite, che nella loro lingua chiamavano Khabár, che
significa grande. [100] E così fino al tempo di Eraclio furono grandi
idolatri. Da quel momento ad oggi un falso profeta nome Mohammed è
apparso in mezzo a loro. Quest'uomo, dopo aver conosciuto per caso il
Vecchio e il Nuovo Testamento e anche, a quanto pare, dopo aver
conversato con un monaco ariano, [101] elaborò la propria eresia. Poi,
dopo essersi insinuato nelle grazie del popolo con un'esibizione di
apparente pietà, ha fatto sapere che un certo libro era stato fatto
scendere su di lui dal cielo. Egli aveva esposto alcune composizioni
ridicole in questo suo libro, che diede loro come oggetto di
venerazione.
Egli dice che c'è un solo Dio, creatore
di tutte le cose, che non è stato generato né ha generato. [102] Egli
dice che il Cristo è la Parola di Dio e il suo Spirito, ma è una
creatura e un servitore, e fu generato, senza seme, da Maria, la sorella
di Mosè e di Aronne. [103] Perché, dice, la Parola e Dio e lo Spirito
sono entrati in Maria, e lei partorì Gesù, che era un profeta e un servo
di Dio. E dice che gli ebrei vollero crocifiggerlo in violazione della
legge, e che presero la sua ombra e crocifissero questa. Ma il Cristo
stesso non è stato crocifisso, dice, non è morto, perché Dio per il suo
amore per Lui lo ha preso a sé in cielo. [104] E dice che quando Cristo
ascese al cielo Dio gli chiese: "O Gesù, hai forse detto: 'Io sono il
Figlio di Dio e Dio'?" E Gesù, dice, rispose: 'Abbi misericordia di me,
Signore. Tu sai che io non ho detto questo e che non ho disprezzato di
essere tuo servo. Ma gli uomini peccatori hanno scritto che io ho fatto
questa dichiarazione, e hanno mentito su di me e sono caduti in errore'.
E Dio rispose e disse: 'Io so che tu non hai detto questa parola'.
"[105] Ci sono molte altre cose straordinarie e abbastanza ridicole in
questo libro, che egli pretende che sia stato inviato a lui da Dio. Ma
quando ci chiediamo: 'E chi c'è a testimoniare che Dio gli ha dato il
libro? E quale dei profeti predisse che sarebbe dovuto sorgere un tale
profeta?' Non sanno cosa rispiondere. E facciamo notare che Mosè
ricevette la Legge sul monte Sinai, con Dio che apparve agli occhi di
tutto il popolo sotto forma di nuvola, e fuoco, e tenebre, e tempesta. E
diciamo che tutti i profeti, da Mosè in poi, hanno predetto la venuta
di Cristo, e come Cristo Dio (e Figlio di Dio incarnato) sarebbe venuto e
sarebbe stato crocifisso, sarebbe morto e risorto, e sarebbe stato il
giudice dei vivi e dei morti. Quindi, quando diciamo: 'Come è possibile
che questo vostro profeta non sia venuto nello stesso modo, con gli
altri che gli offrono testimonianza? E come è possibile che Dio non
abbia presentato in vostra presenza a questo uomo il libro di cui
parlate, così come ha dato la Legge a Mosè, con il popolo che guardava e
il monte fumante, in modo che anche voi possiate avere la certezza?' –
rispondono che Dio fa come vuole. 'Questo', diciamo, 'Lo sappiamo, ma
stiamo chiedendo come il libro è venuto al vostro profeta'. Allora
rispondono che il libro gli è venuto mentre dormiva. Quindi noi diciamo
scherzosamente loro che, se ha ricevuto il libro nel sonno e non ha
effettivamente percepito cosa accadeva, per lui vale l'adagio popolare
che dice: Mi stai tessendo dei sogni. [106]
Quando chiediamo di nuovo: 'Come mai
quando ci ha ingiunto in questo vostro libro di non fare nulla né di
ricevere nulla senza testimoni, voi non gli avete chiesto: "Prima
mostraci con testimoni che sei un profeta e che sei venuto da Dio, e
mostraci quali Scritture testimoniano di te",' si vergognano e rimangono
in silenzio. [Poi continuiamo:] 'Anche se non potete prendere una
moglie senza testimoni, o comprare o acquistare beni; anche se non
ricevete un asino né possedete una bestia da soma senza testimoni; e
anche se avete mogli e beni e asini e così via attraverso testimoni,
sono proprio la vostra fede e le vostre Scritture che non comprovate con
testimoni. Chi ve le ha tramandate non aveva garanzie da qualsiasi
fonte, né vi è noto qualcuno che abbia testimoniato di lui prima del suo
arrivo. Al contrario, ha ricevuto tutto mentre dormiva'.
Inoltre, ci chiamano eteriasti o
associatori, perché, dicono, introduciamo un associato a Dio dichiarando
il Cristo Figlio di Dio e Dio. Noi diciamo a loro come replica: 'I
profeti e le Scritture ci hanno tramandato questo, e voi, come sostenete
costantemente, accettate i profeti. Quindi, se dichiariamo a torto che
Cristo è il Figlio di Dio, sono loro che lo hanno insegnato e ce lo
hanno tramandato'. Ma alcuni di loro dicono che è per errata
interpretazione che abbiamo detto che i profeti hanno asserito queste
cose, mentre altri dicono che gli ebrei ci odiavano e ci hanno
ingannati, scrivendo nel nome dei profeti in modo da farci perdere. E di
nuovo noi diciamo loro: 'Fino a quando dite che Cristo è la Parola e lo
Spirito di Dio, perché ci accusate di essere eteriasti? Infatti la
parola e lo spirito sono inseparabili da colui nel quale hanno
naturalmente esistenza. Pertanto, se la Parola di Dio è in Dio, allora è
evidente che è Dio. Se, invece, è al di fuori di Dio, allora, secondo
voi, Dio è senza parola e senza spirito. Di conseguenza, evitando di
introdurre un associato a Dio, voi lo avete mutilato. Sarebbe molto
meglio per voi dire ha un associato piuttosto che mutilarlo, come se si
trattasse di una pietra o un pezzo di legno o qualche altro oggetto
inanimato. Così, mentite quando ci chiamate eteriasti; noi replichiamo
chiamando voi mutilatori di Dio'.
Essi, inoltre, ci accusano di essere
idolatri, perché noi veneriamo la croce, che essi hanno in abomino. E
noi rispondiamo loro: 'Come mai, allora, vi strofinate contro una pietra
nella vostra Ka'ba [107] e la baciate e l'abbracciate?' Alcuni di loro
dicono che Abramo ebbe rapporti con Agar su di essa, ma altri dicono che
vi ha legato il cammello, quando stava per sacrificare Isacco. E noi li
rispondiamo: 'Dal momento che la Scrittura dice che la montagna era
boscosa e aveva alberi da cui Abramo tagliò legna per l'olocausto e la
posò su Isacco, [108] e poi lasciò indietro gli asini con i due giovani,
perché dite sciocchezze? In quel posto non ci sono né boschi né
sentieri di montagna per asini'. E sono imbarazzati, ma affermano
comunque che la pietra è di Abramo. Allora diciamo: 'Ammettiamo pure che
sia di Abramo, come stupidamente dite. Dunque, solo perché Abramo ebbe
rapporti con una donna su di essa o vi legò un cammello, non vi
vergognate di baciarla, ma ci biasimate perché veneriamo la croce di
Cristo con la quale è stato distrutto il potere dei demoni e l'inganno
del diavolo'. Questa pietra di cui parlano è una testa di Afrodite che
essi adoravano e che chiamavano Khabár. Anche ai nostri giorni, le
tracce della scultura sono visibili su di essa agli osservatori attenti.
Come si è detto, questo Mohammed ha
scritto molti libri ridicoli, a ciascuno dei quali ha fissato un titolo.
Per esempio, vi è il libro Sulla donna, [109] in cui dispone
chiaramente la legge di avere quattro mogli e, se è possibile, mille
concubine – quante ne si può mantenere, oltre alle quattro mogli. Egli
ha anche reso legale ripudiare qualunque moglie si possa desiderare, e,
se si agisce così, di prenderne un'altra nello stesso modo. Mohammed
aveva un amico di nome Zeid. Quest'uomo aveva una bella moglie della
quale Mohammed si innamorò. Una volta, mentre erano seduti insieme,
Mohammed disse: 'Ah, a proposito, Dio mi ha ordinato di prendere tua
moglie.' L'altro rispose: 'Tu sei un apostolo. Fa' come Dio ti ha detto e
prendi mia moglie'. O piuttosto, per raccontare la storia da capo – gli
disse: 'Dio mi ha comandato che tu ripudi tua moglie'. E lui la
ripudiò. Poi qualche giorno dopo disse: 'Ora, Dio mi ha ordinato di
prenderla'. Poi, dopo che lui l'ebbe presa ed ebbe commesso adulterio
con lei, fece questa legge: 'Se qualcuno ripudia sua moglie e, dopo
averla ripudiata, vuole tornare con lei, lasciate che un altro la sposi.
Perché non è lecito prenderla a meno che non sia sposata a un altro.
Inoltre, se un fratello ripudia sua moglie, suo fratello la può sposare,
qualora lo desideri' [110] Nello stesso libro egli dà precetti come
questo: 'Lavorate la terra che Dio vi ha dato e abbellitela. E fate
questo, e fatelo in questo modo" [111] – per non ripetere tutte le cose
oscene che ha fatto.
Poi c'è il libro La cammella di Dio.
[112] Parla di una cammella che veniva da Dio e che beveva tutta
l'acqua di un fiume e non poteva passare attraverso due montagne, perché
non c'era abbastanza spazio. C'erano persone in quel luogo, dice, che
un giorno bevevano l'acqua, mentre la cammella la beveva il giorno dopo.
Inoltre, bevendo l'acqua dava loro nutrimento, perché forniva loro il
latte al posto dell'acqua. Allora, perché questi uomini erano malvagi,
dice lui, uccisero la cammella. Tuttavia, questa ebbe una figlia, una
piccola cammella, che, dice lui, quando la madre fu uccisa, invocò Dio e
Dio la portò a se. Allora diciamo loro: 'Da dove viene quella
cammella?' Dicono che viene da Dio. Allora diciamo: 'C'è stato un altro
cammello che si è accoppiato con lei?' E allora dicono: 'No'. 'Allora,'
diciamo, 'come è stata generata? Vediamo che la vostra cammella è senza
padre e senza madre e senza genealogia, e che colui che ha generato ha
subito del male. Né è evidente chi l'ha allevata. E anche questa piccola
cammella è stato preso da Dio. Allora perché il vostro profeta, con il
quale, secondo ciò che dite, Dio ha parlato, non ha saputo qualcosa
della cammella – dove pascolav, e chi ha ottenuto il latte dalla sua
mungitura? O forse, come sua madre, aveva incontrato uomini malvagi ed
era stata uccisa? O era entrata in paradiso prima di voi, in modo che
voi possiate avere il fiume di latte di cui così stupidamente parlate?
Infatti dite che ci sono tre fiumi che scorrono in paradiso – uno di
acqua, uno di vino, e uno di latte. Se la vostra precursore, la
cammella, è al di fuori del paradiso, è evidente che si prosciuga di
fame e di sete, o che altri si avvantaggiano del suo latte – e così il
vostro profeta si vanta invano di aver conversato con Dio, perché Dio
non gli ha rivelato il mistero della cammella. Ma se lei è in paradiso,
sta ancora bevendo acqua, e voi per mancanza di acqua vi prosciugherete
in mezzo al paradiso delle delizie. E se, in assenza di acqua, perché
l'avrà bevuta tutta la cammella, prenderete il vino dal fiume di vino
che scorre, sarete intossicati per aver bevuto vino puro, crollerete
sotto l'influenza della bevanda inebriante e vi addormenterete. Poi,
soffrendo di una sbornia e ammalati per il vino, perderete i piaceri del
paradiso. Come, dunque, non è entrato nella mente del vostro profeta
che potrebbe accadervi questo nel paradiso delle delizie? Non ha mai
avuto alcuna idea di dove sta andando la cammela, e voi non glie lo
avete neppure chiesto, quando vi ha raccontato i suoi sogni riguardo ai
tre fiumi. Noi chiaramente vi assicuriamo che questa vostra meravigliosa
cammella vi ha preceduto tra le anime degli asini, dove anche voi, come
le bestie, siete destinati ad andare. E là ci saranno tenebra esterna e
punizione eterna, fuoco crepitante, vermi che non dormono e demoni
infernali'.
Ancora, nel libro della tavola, Mohammed
dice che Cristo ha chiesto a Dio una tavola e questa gli è stata data.
Dio, egli dice, gli disse: 'ho dato a te e ai tuoi una tavola
incorruttibile'. [113]
E ancora, nel libro della giovenca [114]
dice alcune altre cose stupide e ridicole, che, a causa del loro grande
numero, penso che dovremo passarci sopra. Ha fatto una legge che essi
siano circoncisi e anche le donne, e ha ordinato loro di non osservare
il sabato e non di essere battezzati.
E mentre ha ordinato loro di mangiare
alcune delle cose proibite dalla legge, ha ordinato loro di astenersi da
altei. Ha inoltre assolutamente proibito il consumo del vino.
Note[99] Cfr Gen 16:8. Sozomeno dice anche che erano discendenti di Agar, ma si facevano chiamare discendenti di Sara per nascondere la loro origine servile (Storia Ecclesiastica 6,38, PG 67.1412AB).
[100] L'arabo kabirun significa 'grande,' sia in termini di dimensioni sia di dignità. Erodoto menziona il culto arabo della 'Afrodite Celeste', ma dice che gli arabi la chiamavano Alilat (Erodoto 1.131)
[101] Questo può essere il monaco nestoriano Bahira (Giorgio o Sergio) che ha incontrato il ragazzo Mohammed a Bostra in Siria e ha affermato di riconoscere in lui il segno di un profeta.
[102] Corano, Sura 112.
[103] Sura 19; 4,169.
[104] Sura 4,156.
[105] Sura 5,116s.
[106] I manoscritti non hanno questo detto, ma Lequien suggerisce che provenga da Platone.
[107] La Ka'ba, chiamata 'La Casa di Dio,' si suppone sia stata costruita da Abramo con l'aiuto di Ismaele. Occupa il posto più sacro nella moschea della Mecca. Incorporata nella sua parete è la pietra di cui si parla, la famosa pietra nera, che è ovviamente una reliquia dell'idolatria degli arabi pre-islamici.
[108] Gen 22:6.
[109] Corano, Sura 4.
[110] Cfr Sura 2,225s.
[111] Sura 2,223.
[112] Non nel Corano.
[113] Sura 5.114,115.
[114] Sura 2.
Da Writings, by St John of Damascus, The Fathers of the Church, vol. 37 (Washington, DC: Catholic University of America Press, 1958), pp. 153-160. Postato il 26 marzo 2006.
http://www.ortodossiatorino.net
Le reliquie incorrotte dei santi Giobbe
e Anfilochio di Pochaev
pravoslavie.ru10 settembre 2015
Per ricevere la benedizione del santo e
venerabile Giobbe, abate e taumaturgo di Pochaev, i credenti possono
scendere nella chiesa delle Grotte. Le sue reliquie incorrotte riposano
in un reliquiario d'argento in una caverna di pietra nel tempio. Il
venerabile Giobbe nacque a Pokuttja (nell'odierna regione di
Ivano-Frankovsk) nel 1551. All'età di dieci anni, rivolgendosi a di Dio e
in cerca di una devozione privata, Ivan lasciò i suoi genitori e fu
accettato nel monastero di Ugornits. Prese i voti due anni dopo e stupì
tutti con la sua mitezza, entusiasmo e diligenza nella preghiera;
divenne quindi un vero modello di vita monastica. Su richiesta del
principe Costantino di Ostrozh, lo ieromonaco Giobbe fu trasferito al
monastero di Dubno per dare un esempio di gesta monastiche ai fratelli.
Per più di venti anni servì come abate di questo monastero, difendendo
attivamente l'Ortodossia contro i suoi nemici.
Evitando la gloria di questo mondo, nel
1604 partì segretamente per la collina di Pochaev. Ben presto vi divenne
famoso per la sua rigorosa vita monastica, e alla fine fu eletto dai
fratelli come abate. Trascorse tutta la sua vita tra lavoro manuale,
sforzi ascetici e preghiere. Sopportò molti dolori e offese dai
polacchi, che intendevano sequestrare il monastero e convertirlo al
cattolicesimo, e da Andrew Firley, un nipote protestante di Anna Gojska,
che trascurò la Fundusheva gramota (Atto di
dotazione) della nonna e riprese indietro tutto ciò che era stato
generosamente donato al monastero dalla gentildonna, tra cui l'icona
miracolosa. Quanto più forti e persistenti erano gli attacchi contro i
cristiani, tanto più inesorabilmente San Giobbe custodiva il monastero a
lui affidato. Con i suoi sermoni e precetti, con la sua purezza
spirituale e vita pia l'abate rivelò l'essenza dell'esistenza terrena
dell'uomo.
Le reliquie di san Giobbe di Pochaev
Come aveva previsto sette giorni prima
della morte, partì per la beata eternità e dopo quasi otto anni le sue
reliquie furono rinvenute e trovate incorrotte.
Le reliquie del venerabile Anfilochio di
Pochaev riposano nella chiesa Grotte, nella stessa caverna di delle
reliquie di san Giobbe. Sant'Anfilochio è nato nel 1894 nella regione
della Volinia, nel villaggio di Mala Ilovytsja in una famiglia pia con
molti figli. Ha trascorso la sua infanzia nel suo paese natale insieme
alla famiglia, e in seguito ha prestato servizio nell'esercito dello
tsar. Passato attraverso le prove militari, ha scelto la via stretta
della salvezza, la vita monastica, ed è giunto alla Lavra di Pochaev nel
1925. Come giovane monaco ha compiuto la sua obbedienza con amore per
il lavoro e umiltà ed è stato considerato degno dell'ordinazione a
ieromonaco con il nome di Iosip. Dopo aver dedicato tutta la sua vita a
Dio e al prossimo, sant'Anfilochio ha acquisito una forte fede e un
grande amore. Dio gli ha donato la grazia della profezia e il dono dei
miracoli. Guariva, esorcizzava, faceva udire i sordi e vedere i ciechi, e
consolava gli afflitti.
Non ha lasciato la santa Lavra durante le
persecuzioni, sopportandole insieme ai fratelli, pregando Dio giorno e
notte. Con il suo coraggio e la sua audacia ha protetto la cattedrale
della Trinità. Per questo è stato arrestato e portato in un ospedale
psichiatrico a Budanov, ma per la provvidenza di Dio, è stato rilasciato
per opera di brave persone che lo conoscevano. Le autorità gli hanno
proibito di tornare alla Lavra e così si è stabilito nella sua nativa
Ilovytsja, dove per molti anni ha servito la gente con amore, evitando
la gloria umana in ogni modo possibile. Sant'Anfilochio ha concluso il
suo viaggio terreno il 1 gennaio 1971 ed è stato canonizzato il 12
maggio 2002.
Le reliquie di sant'Anfilochio di Pochaev
martedì 15 settembre 2015
Dal sito amico: Eleousa.net
Russia - Il Patriarca è arrivato a Salekhard
Salekhard, 14 settembre 2015 - È iniziata la visita di più giorni di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill nelle diocesi situate nelle regioni del Nord della Russia e della Siberia occidentale. Durante la settimana il Primate della Chiesa ortodossa russa visiterà le diocesi di Salekhard, Norilsk, Gornoaltajsk e Barnaul.
La delegazione ufficiale che accompagna Sua Santità durante il viaggio comprende: il cancelliere del Patriarcato di Mosca, metropolita di San Pietroburgo e Ladoga Varsonofy, il capo della Segreteria amministrativa del Patriarcato di Mosca, vescovo Sergij di Solnechnogorsk, il capo del Servizio di protocollo del Patriarca, arciprete Andrej Milkin, il responsabile del Servizio stampa del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, diacono Aleksandr Volkov.
La visita primaziale è iniziata a Salekhard - il centro amministrativo del Distretto Autonomo di Yamalo-Nenets, dove Sua Santità Vladyka è arrivato la mattina del 14 settembre.
All'aeroporto di Salekhard Sua Santità il Patriarca Kirill ha incontrato il rappresentante plenipotenziario del Presidente della Federazione Russa nel Distretto Federale degli Urali, I.R. Kholmanskikh, il vescovo Nikolaj di Salekhard e Novy Urengoy, il governatore ad interim del Distretto Autonomo di Yamal-Nenets D.N. Kobylkin, il presidente dell’Assemblea Legislativa del Distretto Autonomo di Yamal-Nenets, S.N. Kharyuchi, il sindaco di Salekhard I.L. Kononenko, il clero della diocesi di Salekhard, i rappresentanti dei media.
In un'intervista con i giornalisti Sua Santità Vladyka, in particolare, ha detto: «Ho sempre desiderato visitare questi luoghi, perché il Nord della Russia è di grande importanza per tutto il Paese. Non solo perché ci sono grandi tesori - doni naturali, che aumentano il potere economico del nostro Paese, ma anche perché lo sviluppo del Nord è sempre stato associato con la prodezza. Qui, le persone fanno affidamento sulla forza dello spirito».
Secondo Sua Santità, lo sviluppo del Nord della Russia è stato fatto con la Chiesa ortodossa russa. «Le prime persone ortodosse che sono venute qui alla fine del XVI secolo, sono venute qui non solo perché era economicamente necessario, ma anche perché era ben chiaro che la predicazione del cristianesimo doveva essere diffusa in tutto il Paese», - ha detto Sua Santità il Patriarca.
«Rafforzare la fede ortodossa, la dimensione spirituale della persona umana è molto importante. Pertanto, vorrei pregare con le persone che vivono e lavorano qui, guardare ciò che è stato fatto, anche nel settore della Chiesa», - ha concluso il Primate della Chiesa russa.
Dall'aeroporto, Sua Santità il Patriarca Kirill è andato alla Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo di Salekhard.
(Fonte: Servizio stampa del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’; www.patriarhiya.ru)
https://mospat.ru
Riunione del Consiglio Ecclesiastico Supremo
Il 9 settembre 2015 si è tenuta nella sala del Consiglio Ecclesiastico Supremo della Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, sotto la presidenza di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill, la riunione ordinaria del Consiglio Ecclesiastico Supremo della Chiesa ortodossa russa.
Nel dare inizio alla riunione, il Primate della Chiesa ortodossa russa si è rivolto ai membri del Consiglio Supremo con alcune considerazioni introduttive.Il programma comprende questioni relative all’attuazione delle decisioni del Consiglio Ecclesiastico Supremo della Chiesa ortodossa russa e del Consiglio episcopale, così come la discussione del progetto del concetto della Chiesa ortodossa russa sulla cura spirituale e il sostegno dei cosacchi.
Fanno parte del Consiglio Supremo della Chiesa, presieduto da Sua Santità il Patriarca:
– il cancelliere del Patriarcato di Mosca, metropolita Varsonofij di San Pietroburgo e Ladoga;
– il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion di Volokolamsk;
– il presidente del Consiglio editoriale della Chiesa Ortodossa Russa, metropolita Kliment di Kaluga e Borovsk;
– il presidente del Dipartimento sinodale missionario, metropolita Ioann di Belgorod e Stary Oskol;
– il presidente del Dipartimento per l’istruzione religiosa e la catechesi della Chiesa Ortodossa Russa, metropolita Merkurij di Rostov e Novocherkassk;
– il presidente del Comitato sinodale per la cooperazione con i cosacchi, metropolita Kirill di Stavropol e Nevinnomyssk;
– il presidente del Comitato sinodale per l’istruzione, arcivescovo Evgenij di Verey;
– il presidente del Dipartimento sinodale per i monasteri e il monachesimo, arcivescovo Feognost di Sergiev Posad;
– il presidente del Dipartimento economico e finanziario del Patriarcato di Mosca e capo dell’Ufficio per le istituzioni estere del Patriarcato di Mosca, arcivescovo Mark di Egorevsk;
– il capo della Segreteria amministrativa del Patriarcato di Mosca, vescovo Sergij di Solnechnogorsk;
– il presidente del Dipartimento sinodale per il ministero carcerario, vescovo Irinarkh di Krasnogorsk;
– il presidente del Dipartimento sinodale per la pastorale giovanile, vescovo Ignatij di Vyborg e Priozersk;
– il presidente del Dipartimento sinodale per la carità e il servizio sociale della Chiesa, vescovo Panteleimon di Orekhovo-Zuevo;
– il segretario esecutivo del Consiglio Patriarcale per la Cultura, archimandrita Tikhon (Shevkunov);
– il presidente ad interim del Dipartimento sinodale per le relazioni con le forze armate e le forze dell’ordine, arciprete Sergej Privalov;
– il presidente della Commissione patriarcale per la famiglia, la maternità e la protezione dell’infanzia, arciprete Dimitrij Smirnov;
– il presidente del Dipartimento sinodale per i rapporti tra la Chiesa e la società, arciprete Vsevolod Chaplin;
– il presidente del Dipartimento sinodale per l’informazione V.R. Legojda.
Sono inoltre stati invitati a partecipare alla riunione il primo vicario del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill a Mosca, metropolita Arsenij di Istra, il vicedirettore del Dipartimento amministrativo del Patriarcato di Mosca, archimandrita Sava (Tutunov), il primo vice presidente del Comitato per l’istruzione, arciprete Maksim Kozlov il capo del Servizio giuridico del Patriarcato di Mosca, igumena Xenia (Chernega).
Dal sito del confratello P. Ambrogio di Torino
Perché i cristiani ortodossi celebrano il nuovo anno il primo giorno di settembre (1/14 settembre)
di Gabe Martinipravoslavie.ru, 14 settembre 2015
Il primo giorno del mese di settembre i
cristiani ortodossi festeggiano il nuovo anno ecclesiastico o Capodanno
della Chiesa. È anche un giorno segnato da preghiere per l'ambiente, che
ci ricordano di essere buoni amministratori del mondo che ci circonda.
Quindi è questo il nuovo anno?
Il vecchio termine romano per questo giorno è Indictio,
che significa "definizione" o "ordine". Questa era una giornata
stabilita come l'inizio di un ciclo di quindici anni, che segnava la
ridefinizione degli obblighi fiscali per i cittadini romani (soprattutto
perché i soldati romani servivano per una ferma di quindici anni),
probabilmente fin dal tempo di Cesare Augusto.
Una delle novelle dell'imperatore san
Giustiniano (anno 537) decretò che tutti i documenti ufficiali
dell'Impero avrebbero dovuto includere il riferimento all'indizione.
Quando si cerca di datare i manoscritti di questo periodo, può essere
utile sapere l'anno dell'indizione (da 1 a 15), perché le date o gli
anni esatti appaiono meno comunemente. E quando si trova una data,
corrisponde di solito all'Anno Mundi (in ebraico: לבריאת העולם) o "anno del mondo", a partire dalla data della creazione.
L'Anno Mundi (AM) è servito come
punto di partenza per i calendari fino all'epoca moderna in molte parti
del mondo, ed è ancora un punto di riferimento liturgico sia per il
giudaismo moderno sia per i cristiani. (Anche gli ebrei segnano l'inizio
del nuovo anno nel mese di settembre, ma in una data fluttuante).
La data della creazione del mondo,
individuata da una lettura letterale delle storie patriarcali della
Settanta greca – era determinata attorno al 5500 a.C. sul nostro
calendario moderno, con alcune variazioni qua e là. Nel calendario
giuliano, la data di creazione era fissata al 1 settembre del 5509 a. C,
con la nascita di Gesù Cristo che ha avuto luogo nel 5509 AM, cioè
5.509 anni dopo la fondazione del mondo.
Nel 1597, il patriarca Teofane I
(Karykes) di Costantinopoli utilizzò per primo una data basata sull'era
cristiana. Invece di segnare date sulla base della fondazione del mondo,
l'Incarnazione di Gesù Cristo è diventata il punto cruciale della
storia umana - e così nacque la distinzione tra a. C. (avanti Cristo) e
AD (Anno Domini o "nell'anno del nostro Signore").
Questo divenne ufficiale a Costantinopoli
nel 1728 e in Russia (per opera di Pietro il Grande) nel 1700, con il
calendario giuliano che ancora serviva come computo dei giorni e dei
mesi.
Mentre il calendario dell'Anno Mundi non è
più maggioritario (o parte dei calendari civili delle nazioni
prevalentemente ortodosse), serve ancora come base del nostro calendario
liturgico.
Raccolto, ringraziamento e semina
Segnando l'inizio di un nuovo anno nel
mese di settembre, l'Impero, e più tardi, la Chiesa ortodossa hanno
associato il nuovo anno al raccolto delle colture. Come si facevano i
preparativi per l'inverno, così si facevano anche i preparativi per
l'anno a venire.
Per i cristiani, era un momento di
ringraziamento, ricordando il buon clima e le piogge abbondanti che il
Signore aveva donato per il raccolto – una cosa per la quale preghiamo
a ogni Divina Liturgia.
Questo comporta stretti parallelismi con la festa delle trombe del popolo di Dio pre-incarnato (Lev 23:23-25):
E il Signore parlò a Mosè, dicendo:
"Parla ai figli d'Israele, e dì loro: 'Il settimo mese, il primo giorno
del mese, farete riposo, un memoriale delle trombe; sarà per voi una
santa convocazione. Non farete alcun lavoro servile, e porterete un
olocausto al Signore'."
Come osserva il sinassario, questo fu
anche il giorno in cui Cristo entrò in una sinagoga a leggere dal libro
di Isaia (cfr Lc 4:16-30).
Segnando l'inizio del nuovo anno al
momento del raccolto, ci ricordiamo ogni anno della nostra dipendenza
dal duro lavoro e dalle benedizioni di Dio. Al di là delle benedizioni
materiali e della salute dei raccolti, questo si applicava (come fanno
molti dei nostri inni) alle questioni imperiali, tra cui le preghiere
per la protezione dai nemici:
O creatore dell'universo, che hai
impostato i tempi e le stagioni per tua sola autorità, benedici il ciclo
dell'anno della tua grazia, o Signore, custodendo i nostri governanti e
la tua nazione in pace, per l'intercessione della Theotokos, e salvaci.
-Apolytikion (tono secondo)
Tu che hai creato tutte le cose nella
tua infinita sapienza, e hai impostato i tempi per tua autorità,
concedi vittorie al tuo popolo cristiano. Benedicendo i nostri ingressi e
le nostre uscite nel corso di quest'anno, guida le nostre opere secondo
la tua divina volontà.
-Kontakion (tono quarto)
E se consideriamo le crescenti calamità
naturali, siccità, inondazioni, incendi, uragani, e carestie, dovremmo
essere ancora più attenti in questa moderna era tecnologica, e pregare
ancor di più per queste cose, non di meno.
Non siamo usciti con le nostre forze
dalla dipendenza da Dio. Al contrario, più aumentano le nostre capacità,
tanto più abbiamo bisogno del favore e della misericordia di Dio.
Responsabilità ecologica
E questo porta al mio ultimo punto: il
nuovo anno ecclesiastico è ora una giornata caratterizzata da preghiere
per la cura dell'ambiente.
Il patriarca Demetrio di Costantinopoli
ha promulgato nel 1989 un'enciclica per l'ambiente, che chiamava tutti i
cristiani ortodossi a pregare e a proteggere il mondo che ci circonda.
La sua enciclica ha stabilito anche il 1 settembre – l'inizio del nuovo
anno della Chiesa, come "un giorno di preghiera per la protezione
dell'ambiente" per il Patriarcato ecumenico, cosa che è stata adottata
poco dopo dal resto delle Chiese ortodosse canoniche. (Il Vaticano ha
recentemente seguito l'esempio).
Dal momento della sua elevazione a
patriarca ecumenico, il patriarca Bartolomeo ha promulgato ogni anno il 1
settembre un'enciclica sull'ambiente. Bartolomeo è affettuosamente
conosciuto come "il patriarca verde", e spesso parla della salvaguardia
del creato a un pubblico internazionale.
E tutto questo ha perfettamente senso.
L'inizio del nuovo anno è stato per secoli una commemorazione della fondazione del mondo (Anno Mundi).
È un giorno per rendere grazie a Dio per un raccolto abbondante. È un
giorno che riconosce la protezione di Dio sul mondo e la sua
provvidenza, insieme alla nostra responsabilità e tutela per il creato.
Tutto questo risale naturalmente alla
storia della creazione stessa, una storia in cui al genere umano
rappresentato da Adamo ed Eva viene data la terribile responsabilità di
prendersi cura di ogni creatura vivente. Una restaurazione della pace
tra l'uomo e l'ordine creato si trova nel cuore della redenzione e della
divinizzazione, e ciò è in definitiva il tema del nuovo anno
ecclesiastico.
Conclusione
Come ho già detto in altri articoli,
l'anno della nostra Chiesa inizia e finisce con la vita di Maria. La
Natività di Maria è la prima grande festa dell'anno, mentre la sua
Dormizione o il suo "addormentarsi" è l'ultima.
In questo ciclo vediamo l'incarnazione
del Dio-uomo Gesù Cristo al centro della nostra storia come popolo di
Dio. E tra questi due punti di riferimento abbiamo questa festa che
potrebbe, a prima vista, sembrare un residuo peculiare o addirittura
irrilevante dell'Impero Romano.
Piuttosto, il nuovo anno ecclesiastico serve come punto cruciale per tutta la nostra vita liturgica di ogni anno.
Diamo il nostro addio al vecchio e il
benvenuto al nuovo. Rendiamo grazie per ciò che il Signore ha fatto, e
chiediamo la sua benignità e protezione per i giorni a venire. Ci
prendiamo un momento di pausa per considerare il nostro impatto sul
mondo che ci circonda, e se le nostre azioni procedono da un cuore di
egoismo o da un cuore di compassione.
Questo è un giorno di festa che punta al
centro stesso del messaggio di Cristo, della vera spiritualità
cristiana: preghiera, digiuno, elemosina. Preghiere per le benedizioni
visibili e invisibili, digiuno per il bene del mondo e per la nostra
mortificazione, e l'elemosina per la cura degli altri. Sacrificio di sé e
promessa, bellezza e autocontrollo.
Quindi, stappate una bottiglia di champagne e portate le vostre richieste al Signore. È l'inizio di un nuovo anno.
sabato 12 settembre 2015
A
proposito di 'ECUMENISMO' questa pan-eresia così definita da tanti
Santi Padri e non, dove ci si incontra e ci si scontra perchè "io sono
di Paolo e tu sei di Giovanni" (di proposito non ho messo di Pietro e di
Andrea) vorresi riportare le parole del Signore: " Prima che il gallo
canti mi rinnegherai (rinnegherete) tre volte" ! Qualcuno sostiene che
l'ecumenismo è il rinnegamento della vera e unica fede in Cristo, è
l'accoglienza dell'anticristo o del 666, il quale sta spadroneggiando
tra coloro che si definiscono cristiani.
<> !!!!!
<
Un anziano Athonita ha espresso il seguente pensiero parlando dell'amore per la pura Fede:
... "L'ira è necessaria solo quando difendiamo la nostra Fede, non per difenderci se qualcuno parla male di noi, dobbiamo accettarlo. Noi, invece, dobbiamo arrabbiarci quando viene attaccata la nostra Fede: l'ira deve essere utilizzata per la difesa dell'ortodossia ....allora è necessaria."
... "L'ira è necessaria solo quando difendiamo la nostra Fede, non per difenderci se qualcuno parla male di noi, dobbiamo accettarlo. Noi, invece, dobbiamo arrabbiarci quando viene attaccata la nostra Fede: l'ira deve essere utilizzata per la difesa dell'ortodossia ....allora è necessaria."
venerdì 11 settembre 2015
Patriarch Bartholomew: Opposition to Ecumenism is “Diabolical”
September 10, 2015
Se queste affermazioni dovessero essere vere, ecco un mio pensiero personale riguardo al "Diabolico":
Qui si continua a ...FUMARE... erba cattiva a tutta carica. Altrimenti non si spiegherebbero insensate definizioni contro i nostri Santi Padri definiti sevi del demonio. Siamo alla frutta....si vede che oramai al vaticano serve qualcosa di più forte che i soliti abbracci, i soliti baci, le solite riunioni che non servono a nulla, le solite sceneggiate amorevoli del vogliamoci bene assaporando kili di Nutella, le solite sviolinate telefotogeniche da invadere le stupide, ignoranti e lecchine TV italiane. Roma che (probabilmente) foraggia il Fanar, si è rotto le scatole di non dover avere nulla in cambio, vuole arrivare ed assaporare cose più concrete per lei. probabilmente a ordinato a Barty di fare la voce grossa...... Ma chi lo sente...Non credo Kirill il quale è rimasto l'unico baluardo allo strapotere papista-fanariota dell'unione a tutti i costi. San Marko d'Efeso non permetterà che ciò avvenga e ci manderà sicuramente un uomo, inviato da Dio, per difendere la Santa e Retta Fede ortodossa. Amìn !!!!!!
September 10, 2015
Se queste affermazioni dovessero essere vere, ecco un mio pensiero personale riguardo al "Diabolico":
Qui si continua a ...FUMARE... erba cattiva a tutta carica. Altrimenti non si spiegherebbero insensate definizioni contro i nostri Santi Padri definiti sevi del demonio. Siamo alla frutta....si vede che oramai al vaticano serve qualcosa di più forte che i soliti abbracci, i soliti baci, le solite riunioni che non servono a nulla, le solite sceneggiate amorevoli del vogliamoci bene assaporando kili di Nutella, le solite sviolinate telefotogeniche da invadere le stupide, ignoranti e lecchine TV italiane. Roma che (probabilmente) foraggia il Fanar, si è rotto le scatole di non dover avere nulla in cambio, vuole arrivare ed assaporare cose più concrete per lei. probabilmente a ordinato a Barty di fare la voce grossa...... Ma chi lo sente...Non credo Kirill il quale è rimasto l'unico baluardo allo strapotere papista-fanariota dell'unione a tutti i costi. San Marko d'Efeso non permetterà che ciò avvenga e ci manderà sicuramente un uomo, inviato da Dio, per difendere la Santa e Retta Fede ortodossa. Amìn !!!!!!
Dal sito amico: http://luceortodossamarcomannino.blogspot.it
Aggiornamento sul Concilio Pan-Ortodosso del 2016 - Settembre
L'articolo che segue è una traduzione libera dell'articolo At Last, a Council for the Ages, il
quale riporta le parole dell'Arcidiacono Ioannis Cryssavgis, consulente
teologico del Patriarca Bartolomeo I. Già apparso qualche mese fa un
articolo dello stesso diacono circa il Sinodo Pan-Ortodosso, è uscito
questo aggiornamento il 7 settembre e ho ritenuto opportuno pubblicarne il contenuto, sebbene sia identico a quello dell'articolo precedente.
Nel
2014 i leader delle quattordici chiese autocefale della Chiesa
Ortodossa si sono riuniti a Istanbul per progettare un canovaccio del
sinodo del 2016, idealisticamente riunito nella chiesa di Santa Irene,
adesso museo. In realtà, questo concilio era in cantiere dal 1961 -
anche se vi furono proposte durante gli anni Venti e Trenta - e sarà
epocale, dal momento che vi saranno patriarchi, arcivescovi e vescovi di
tutte e quattordici le giurisdizioni ortodosse, e di tutti gli antichi
patriarcati, esclusa Roma.
I
commentatori storici e gli analisti dovrebbero tenere a mente che non
sarà un concilio il quale apparirà organizzato o ordinato, così come
potrebbero apparire quelli delle Chiese Occidentali, poiché si tratta di
un consenso fra chiese, e non dell'imposizione delle parole di un
leader. Bisogna anche ricordarsi che spesso i conflitti che imperversano
fra le giurisdizioni hanno come prima causa il potere. Una tale
percezione delle cose non sarà del tutto erronea, e potrebbe risultare
frustrante sia per coloro che fanno parte della Chiesa, sia per quelli
che non lo sono, così infatti è stato spesso percepito - anche con
dolore - il metodo democratico della Chiesa Ortodossa.
Nelle foto i patriarchi Bartolomeo, Daniele
e Cirillo, i tre primarchi delle chiese maggioritarie in Italia, quelle
del Patriarcato Ecumenico, della Chiesa Ortodossa Romena e della Chiesa
Ortodossa Russa.
Gli argomenti del Concilio furono decisi già negli anni Settanta, se non già nel 1961, come ad esempio l'adozione di un unico calendario per tutte le chiese ortodosse; ma fondamentalmente, appare il problema di adattare la Chiesa alle istanze del mondo moderno, come ad esempio la percezione del digiuno e in particolar modo la regolamentazione del matrimonio in una prospettiva di un mondo multirazziale e multireligioso.
Ulteriormente, si parla anche dell'approccio che la Chiesa Ortodossa terrà nei confronti delle altre chiese cristiane e delle altre religioni,
e la risposta che la Chiesa Ortodossa darà ai cambiamenti epocali del
nostro tempo. Molti di questi argomenti hanno una cruciale importanza
dal momento che si tratterà di un'apertura ecumenica la quale investirà i
circoli tradizionalisti greci e slavi.
Uno degli ordini del giorno ci interessa
particolarmente: la regolamentazione dell'Europa Occidentale dal punto
di vista canonico.
Un'altro problema che verrà affrontato sarà la gestione dell'Ortodossia in Europa Occidentale, col fenomeno noto come diaspora. Si cercherà di rendere effettivo il canone di un vescovo per città
( o per diocesi ) e laddove esistono più vescovi di diverse chiese
etniche concorrenti per la stessa cattedra, si cercherà di spostarli
altrove per creare un sistema canonico. I primarchi daranno sufficiente
autonomia? e ancor più importante, saranno interessati i vescovi di
paesi come gli Stati Uniti a collaborare, o rimarranno ancorati alle
proprie prospettive nazionalistiche? L'organizzazione della Chiesa
Ortodossa nel mondo, in luoghi come l'Europa, l'America e l'Australasia (
Australia, Filippine, isole del Pacifico ), composta da convertiti e da
migranti ormai da tempo sistemati in questi luoghi, dipenderà da quanto
gli ortodossi di questi luoghi avranno maturato una visione matura e
completa dell'Ortodossia - anche se molte chiese ortodosse sono ancora
ancorate ad un certo provincialismo che mira a proteggere i propri
affari. Questi vescovi contemporanei dovranno fare i conti con un mondo globalizzato e sembrano poco propensi a superare il parrocchialismo e la xenofobia.
Ci saranno poi altri ordini da discutere, quale ad esempio la risposta
che la Chiesa Ortodossa darà al fanatismo. E' auspicabile una risposta
unica e completa ai circoli fondamentalisti mossi da alcuni monasteri
particolarmente duri, sulla scia della moderata via reale di discernimento percorsa nei secoli dalla Chiesa.
Solamente il tempo ci dirà come proseguirà questo Concilio del 2016.
Sperando che il nazionalismo e poteri del mondo non prevalgano.
mercoledì 9 settembre 2015
Finalmente ....la pioggia.
Speriamo che cada dolcemente e non si rafforzi in un uragano.
Carissime Fedeli della Santa Chiesa Ortodossa, dopo l'abbuffata vacanziera e dopo il ritorno dalle vostre nazioni di appartenenza, dove avete potuto godere dell'affetto dei vostri parenti, ogni domenica vi aspetterò presso la Vostra Chiesa Ortodossa in Castrovillari per la celebrazione della Divina Liturgia.
Scuse per disertare, credo, non ci siano più. Rimbocchiamoci le maniche e riprendiamo ad avvicinarci al Nostro Signore Gesù Cristo, il quale come un Padre vi sta aspettando nella sua casa sita presso Palazzo Gallo/Piazza Vittorio Em. II a Castrovillari (CS).
Inoltre il consiglio per le mamme rimane sempre attuale, ora che i vostri figli riprendono la scuola, considerato che ci saranno gli insegnanti di religione della chiesa cattolica che cercheranno di indottrinarli alla meglio, vi prego di portarli con voi nella nostra chiesa Ortodossa perchè possano ascoltare la voce della Santa Ortodossia e rimanere saldi nella Fede dei loro Avi.
Abituiamoli ad essere presenti ed amare la loro Chiesa. I bambini fino a 6 anni possono ricevere la Santa Comunione liberamente, mentre dai sette anni in poi dovranno confessare i lori, chiamiamoli, peccatucci.
E' bello entrare nella casa del Signore e sostare con lui in preghiera insieme a tutta la comunità parrocchiale della Santa Fede Ortodossa.
Io ogni domenica ci sarò ed aspetterò che anche voi veniate ..........
Il Signore Iddio sia con tutti noi e ci benedica nella sua infinita misericordia.........
La multi ani !!!!! Mnogaia leta !!! Per molti anni !!!!! Pir shum vjet !!!!
Speriamo che cada dolcemente e non si rafforzi in un uragano.
Carissime Fedeli della Santa Chiesa Ortodossa, dopo l'abbuffata vacanziera e dopo il ritorno dalle vostre nazioni di appartenenza, dove avete potuto godere dell'affetto dei vostri parenti, ogni domenica vi aspetterò presso la Vostra Chiesa Ortodossa in Castrovillari per la celebrazione della Divina Liturgia.
Scuse per disertare, credo, non ci siano più. Rimbocchiamoci le maniche e riprendiamo ad avvicinarci al Nostro Signore Gesù Cristo, il quale come un Padre vi sta aspettando nella sua casa sita presso Palazzo Gallo/Piazza Vittorio Em. II a Castrovillari (CS).
Inoltre il consiglio per le mamme rimane sempre attuale, ora che i vostri figli riprendono la scuola, considerato che ci saranno gli insegnanti di religione della chiesa cattolica che cercheranno di indottrinarli alla meglio, vi prego di portarli con voi nella nostra chiesa Ortodossa perchè possano ascoltare la voce della Santa Ortodossia e rimanere saldi nella Fede dei loro Avi.
Abituiamoli ad essere presenti ed amare la loro Chiesa. I bambini fino a 6 anni possono ricevere la Santa Comunione liberamente, mentre dai sette anni in poi dovranno confessare i lori, chiamiamoli, peccatucci.
E' bello entrare nella casa del Signore e sostare con lui in preghiera insieme a tutta la comunità parrocchiale della Santa Fede Ortodossa.
Io ogni domenica ci sarò ed aspetterò che anche voi veniate ..........
Il Signore Iddio sia con tutti noi e ci benedica nella sua infinita misericordia.........
La multi ani !!!!! Mnogaia leta !!! Per molti anni !!!!! Pir shum vjet !!!!
Iscriviti a:
Post (Atom)