giovedì 26 ottobre 2023

 

DESIDERO RICORDARE A TUTTE LE FEDELI ED A TUTTI I FEDELI ORTODOSSI DELLA PARROCCHIA "SAN GIOVANNI DI KRONSTADT", DEL PATRIARCATO DI MOSCA, UNICA CHIESA CANONICA DELLA NOSTRA GIURISDIZIONE ECLESIASTICA RICONOSCIUTA DAL SANTO SINODO DELLA CHIESA RUSSA IN PROVINCIA DI COSENZA, CHE IL GIORNO 1° NOVEMBRE SI TERRA' LA FESTA PATRONALE IN ONORE DI SAN GIOVANNI.                                                         LA DIVINA LITURGIA SARA' CELLEBRATA CON INIZIO ALLE ORE 9,30 circa. DOPO LA LITURGIA SI TERRA', IN ONORE DEL NOSTRO PATRONO, LA PROCESSIONE CON L'ICONA DEL SANTO. 

NON SI ACCETTARANNO SCUSE PER NON ESSERE PRESENTI ALLA LITURGIA. IL NOSTRO SANTO PATRONO, NEL GIORNO DELLA SUA SOLENNITA',  DESIDERA ESSERE ONORATO CON LA PRESENZA FISICA DEI SUOI FEDELI. 


 

 

 

martedì 24 ottobre 2023

Nessun problema, il Signore Iddio saprà come ricompensare questi personaggi, attendiamo fiduciosi....... (Chiesa ortodossa di Torino)

   La proibizione della Chiesa ortodossa ucraina: suicidio su scala nazionale

di Jaroslav Nivkin

Unione dei giornalisti ortodossi, 20 ottobre 2023

 

Putin accoglie con favore la decisione della Rada, ne è contento. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

La Rada ha bandito senza alcuna ragione la denominazione più grande del paese, con milioni di credenti. Vediamo perché questo è un suicidio per un paese in guerra.

Il giorno 19 ottobre 2023 è già diventato parte della storia dell'Ucraina. Oggi la Verkhovna Rada ha votato a favore del disegno di legge 8371 che, di fatto, implica la messa al bando della Chiesa ortodossa ucraina, la più grande denominazione del paese, con almeno 5 milioni di aderenti ucraini.

Come è successo:

L'atmosfera nella Rada somigliava più a quella di un pub che a quella del parlamento di uno stato europeo. I parlamentari che hanno cercato di sostenere che il divieto della Chiesa contraddice la Costituzione sono stati fischiati e messi a tacere.

Nel contempo, i sostenitori del divieto si sono espressi liberamente, anche se hanno presentato evidenti falsità.

Il deputato Oleksandr Alyksiychuk, deputato del gruppo "Servitore del popolo": "Di quali altri fatti abbiamo bisogno per vietare finalmente l'attività degli agenti dell'FSB in Ucraina?"

Il deputato Ihor Huz: "L'ultimo avamposto di Mosca qui è la Chiesa russa. Tutti in questa sala lo sanno".

Il deputato Ivan Krulko: "Questa legge mira a eliminare finalmente l'Ucraina dalla feccia pro-Mosca dell'FSB, che qui fa di tutto per la vittoria di Mosca".

Anche un deputato greco-cattolico ha parlato liberamente, citando il metropolita uniate Sheptitskij.

Il deputato Pavel Bakunets: "Andrij Sheptitskij, il grande architetto del popolo ucraino, disse 100 anni fa: 'Se non esiste una religione ucraina, libera dall'influenza dei nemici, allora gli affari statali non possono svilupparsi con successo'."

Un totale di 267 deputati ha votato a favore del divieto della Chiesa ortodossa ucraina, mentre solo 15 sono stati contrari. Avrebbe potuto essere diverso oggi? Difficilmente. Non molto tempo fa, il leader del gruppo "C14" e altri radicali hanno minacciato pubblicamente di uccidere i deputati che non avessero votato contro la Chiesa ortodossa ucraina. Il capo del comitato per la politica dell'informazione della Rada ha invitato a stilare elenchi pubblici di tali deputati. Essenzialmente, sono stati dichiarati nemici del popolo. Chi vorrebbe essere un nemico del popolo in un paese in guerra?

Anche prima del voto i colleghi hanno minacciato apertamente i parlamentari della Rada.

Il deputato Ihor Huz: "Decine di milioni di ucraini guarderanno i nomi che voteranno tra pochi minuti. Quelli di voi che non premono questo pulsante possono considerarsi sostenitori di Mosca!"

La deputata Solomiya Bobrovska: "Vergognatevi (quelli che non votano per il divieto della Chiesa ortodossa ucraina, ndc). I vostri nomi saranno conosciuti da tutti gli ucraini nelle strade delle città, dei villaggi, ecc."

Da quasi un anno va avanti una frenetica propaganda contro la Chiesa ortodossa ucraina, a partire dai passi verso l'indipendenza spirituale dichiarati da Zelenskij, che hanno portato a perquisizioni di massa da parte della SBU nelle chiese e nei monasteri della Chiesa ortodossa ucraina. Una campagna senza precedenti per diffamare la Chiesa si è svolta nei media, dove sono state ripetutamente ventilate bugie secondo cui la Chiesa ortodossa ucraina è una struttura nemica controllata da Mosca, composta solo da traditori, collaboratori e agenti dell’FSB.

Un tipico esempio di tale propaganda è il film "Una Chiesa senza Cristo" del deputato Mykola Kniazhytsky del partito "Solidarietà Europea", che ha presentato alla Rada il disegno di legge per la proibizione della Chiesa ortodossa ucraina. Il suo video è stato diffuso solo un paio di giorni prima del voto.

La prima tattica è chiamare la Chiesa ortodossa ucraina "russa" e "controllata da Mosca". Tuttavia, non si troveranno questi nomi in nessun documento religioso o statale ucraino. È una falsità.

La seconda tattica è mentire agli ucraini, sostenendo che la Chiesa ortodossa ucraina è composta da russi e da nemici che hanno occupato il territorio ucraino.

Il deputato Mykola Kniazhitsky: "Vi racconterò una storia molto interessante sull'organizzazione pubblica più ricca dell'Ucraina. Partecipa alla guerra contro il nostro Stato. Solo a Kiev possiede 1520 ettari di terreno. Cos'è questa organizzazione? Si chiama Chiesa ortodossa russa. Opera non solo a Kiev ma in tutta l'Ucraina."

La terza tattica è mentire dicendo che i chierici della Chiesa ortodossa ucraina hanno commesso innumerevoli crimini.

Il deputato Mykola Kniazhytsky: "L'elenco dei crimini commessi dai preti di Mosca, che la SBU ha iniziato a documentare nel dicembre 2022, ha scioccato il paese. La portata dei loro crimini ha scioccato l'Ucraina".

La cosa è scioccante, ma nel senso opposto. La Chiesa ortodossa ucraina conta 12.500 sacerdoti, 4.550 monaci e oltre un centinaio di vescovi, per un totale di oltre 17.100 persone. Per questo numero, la SBU ha avviato 68 casi e solo 19 persone hanno ricevuto condanne. Per metterlo in prospettiva, uno su mille vescovi, sacerdoti o monaci della Chiesa ortodossa ucraina è stato dichiarato colpevole. E questa cifra è davvero scioccante, ma proprio al contrario. La SBU ha condotto oltre 1.300 perquisizioni all'interno della Chiesa ortodossa ucraina. Sotto il nuovo capo Maljuk, le forze di sicurezza hanno chiaramente scavato in profondità per trovare qualsiasi traccia di sporco sulla Chiesa ortodossa ucraina. E la SBU dispone di ampie risorse per questo. Qual'è il risultato? Quasi niente.

Un anno fa, nel luglio 2022, Zelenskij annunciò che erano stati avviati oltre 650 procedimenti penali relativi ad accuse di tradimento e collaborazione dello Stato contro pubblici ministeri, investigatori e altri funzionari delle forze dell’ordine.

Dopo aver perso la Crimea, il 98% di tutti i dipendenti della SBU si è trasformato in traditori, ovvero oltre 1.300 persone. Queste cifre sono davvero scioccanti. Perché Kniazhytsky non avvia una legislazione per vietare la SBU? Rispetto a questi numeri, 68 casi e 19 condanne su 17.100 rappresentanti della Chiesa ortodossa ucraina sono una goccia nell'oceano.

Il deputato Evhen Shevchenko: "Abbiamo più traditori nella SBU e nella polizia che nella Chiesa ortodossa ucraina. Quindi ora accanto alla Chiesa dovremmo bandire la SBU e la polizia?"

A proposito, Kniazhytsky è un uniate, come lo sono molti altri deputati della Rada. Nel 2019 costoro hanno sostenuto ardentemente Poroshenko. Ma ora si accontentano di Zelenskij. Inoltre, alcuni altri non sono meno contenti di Zelenskij.

Il deputato Artem Dmytruk: "Chi trae vantaggio da questo divieto? In primo luogo, questo divieto avvantaggia Putin, che dirà: 'Vi avevo detto che stanno perseguitando i cristiani ortodossi in Ucraina, ed eccomi qui a proteggerli.' Con questo divieto, stiamo solo giocando con le sue morbose ambizioni. Capisco i vantaggi di votare per questo disegno di legge per il precedente presidente che ha perso le elezioni. Capisco i vantaggi per la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Ma non capisco quale sia lo scopo utile di questo disegno di legge per il nostro paese."

Invece di unirsi e consolidarsi, il governo, gratuitamente, sta approvando una legge che causerà una colossale esplosione interna, non solo in Ucraina.

Il deputato Artem Dmytruk: "Molti credenti della nostra Chiesa stanno combattendo in prima linea. Come lo percepiranno? la Chiesa ortodossa ucraina non è un nemico; è composta da 6 milioni di cittadini ucraini che, in questo terribile periodo di guerra, difendono il nostro Paese sul fronte in prima linea e lavorano sul fronte interno. In tempo di guerra dovremmo unirci, ma purtroppo vediamo che molti lavorano contro l'Ucraina".

In realtà, 267 persone stanno commettendo azioni sovversive contro lo Stato ucraino, contro un paese che oggi si trova ad affrontare gravi sfide. Milioni di credenti non accetteranno mai che la loro fede venga loro portata via ingiustamente e sfacciatamente. Questi milioni non scompariranno; diventeranno un'opposizione interna. A sua volta, mettere al bando la Chiesa potrebbe diventare un vergognoso atto di suicidio di Stato.


lunedì 16 ottobre 2023

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 Nessuno tranne la Chiesa ortodossa ucraina vuole la pace religiosa in Ucraina

di Ivan Brovko

Unione dei giornalisti ortodossi, 13 ottobre 2023

 

l'arciprete Dimitrij Sidor. Foto: screenshot dalla pagina Facebook della cattedrale della santa Croce a Uzhgorod

L'arciprete Dimitrij Sidor ha affermato che nessuno, tranne la Chiesa ortodossa ucraina, suggerisce una convivenza religiosa pacifica in Ucraina.

Il rettore della cattedrale della santa Croce a Uzhgorod, l'arciprete Dimitrij Sidor, ha affermato che nessuno in Ucraina suggerisce la pace religiosa tranne i credenti della Chiesa ortodossa ucraina. Lo ha detto in un sermone in occasione della festa di san Michele, pubblicato sulla pagina Facebook della cattedrale.

Secondo lui, la Chiesa ortodossa ucraina chiede agli ucraini di restare uniti, mentre tutti gli altri chiedono una guerra di religione.

"Ognuno chiede il proprio: inventare una nuova religione, chiedere di bandire la nostra Chiesa, invocare una guerra di religione. Come bandire 5-6 milioni di persone? Come bandire chiese dove ci sono 12.000 preti, 5.000 monaci, 17.000 chierici e milioni di credenti? Al contrario, noi diciamo che in questo momento difficile si scopre chi è più santo, e restiamo uniti", ha detto il sacerdote.

Il rettore della cattedrale ha anche esortato i fedeli della Chiesa ortodossa ucraina a unirsi e a non cedere alle calunnie che oggi sono attribuite alla Chiesa.

"Siamo ufficialmente perseguitati, picchiati, ci sono attribuite cose terribili che non faremmo neppure nei nostri sogni. Ma i calunniatori hanno così tanto potere che oggi non possiamo punirli rivolgendoci a un tribunale. Cerchiamo di eludere le calunnie, cerchiamo di evitarle, di perdonarle, di sopportarle", dice. "Dio dice: 'Voi cristiani siete una luce per questo mondo. Non sorprendetevi. I vostri persecutori o sono analfabeti o non si rendono conto di quello che fanno infrangendo le leggi. Ma voi siete la luce e dovete far risplendere la vostra luce davanti alle persone con buone azioni, buona fede e pazienza".

lunedì 2 ottobre 2023

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  Perché i sacerdoti della Chiesa ortodossa russa sono stati espulsi dalla Bulgaria?

di Konstantin Shemljuk

Unione dei giornalisti ortodossi, 28 settembre 2023

 

le autorità bulgare non hanno spiegato il motivo per cui hanno espulso dal paese i sacerdoti della Chiesa ortodossa russa. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Le autorità bulgare hanno espulso dal paese il rettore della chiesa ortodossa russa di Sofia, accusandolo di spionaggio. Padre Vassian è una spia o ci sono altri motivi per la sua espulsione?

La situazione relativa alla chiesa di san Nicola in Bulgaria e l'espulsione dei sacerdoti della Chiesa ortodossa russa dal Paese potrebbero non solo mettere a dura prova i rapporti tra la Chiesa ortodossa russa e il Patriarcato bulgaro, ma potrebbero anche influenzare la cosiddetta "questione ucraina", in particolare il riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da parte della Chiesa bulgara. Analizziamo perché noi crediamo che sia così.

Spionaggio o promozione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"?

Il 12 settembre le autorità della Macedonia del Nord hanno vietato l'ingresso nel loro paese all'archimandrita Vassian (Zmeev), capo del metochio della Chiesa ortodossa russa in Bulgaria. Questa decisione è stata presa in seguito alle informazioni ricevute dalle autorità competenti, che suggerivano azioni da parte dei russi che violavano la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche.

Pochi giorni dopo, il 21 settembre 2023, le autorità bulgare hanno deciso di espellere l'archimandrita Vassian e altri due rappresentanti della Chiesa ortodossa russa, definendoli una "minaccia alla sicurezza nazionale della Bulgaria".

Il Ministero degli Affari Esteri russo ha definito questo incidente un "atto scandaloso e ostile da parte delle autorità bulgare" e ha affermato che l'obiettivo della Bulgaria era quello di "rompere le relazioni tra le Chiese ortodosse russa e bulgara".

In risposta, il primo ministro bulgaro Nikolai Denkov ha spiegato l'incidente affermando che la decisione di espellere i sacerdoti della Chiesa ortodossa russa dalla Bulgaria si basava su un rapporto riservato. Allora, qual è la "colpa" dell'archimandrita Vassian?

Risulta che sul sito web della chiesa di san Nicola sono stati pubblicati estratti del libro di Olga Reshetnikova sulla storia della chiesa russa a Sofia. A prima vista, questo potrebbe non sembrare problematico. Tuttavia, Olga Reshetnikova è la moglie del generale russo in pensione Leonid Reshetnikov, che è stato per un periodo a capo dell'Istituto per gli studi strategici sotto l'amministrazione del presidente russo. Il generale Reshetnikov ha guadagnato notorietà in Bulgaria quando nel 2016 ha predetto con precisione il nome del futuro presidente della Bulgaria – Radev – in un'intervista allo "Slavi's Show".

Nel 2019, il rapporto politico dell'Unione Europea ha collegato Reshetnikov alla figura dell'opposizione bulgara Nikolaj Malinov, leader del movimento nazionale "russofili", che sostiene il miglioramento delle relazioni tra Mosca e Sofia. Malinov è stato accusato di spionaggio e a Reshetnikov è stato vietato l'ingresso in Bulgaria. Ora, un destino simile è toccato all'archimandrita Vassian per aver pubblicato i capitoli del libro di Olga Reshetnikova sul suo sito web. Tuttavia, è improbabile che la semplice pubblicazione su un sito web giustifichi l’espulsione da un paese. Chiaramente ci sono ragioni più profonde per l'espulsione di Zmeev. Cosa potrebbero essere?

A nostro avviso, ciò potrebbe essere legato agli sforzi volti al riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da parte delle Chiese ortodosse bulgara e macedone.

Il mancato riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" come argomento di persecuzione

Il capo della Chiesa ortodossa macedone, l'arcivescovo Stefan, ha ripetutamente affermato che dopo aver ricevuto l'autocefalia dalla Chiesa ortodossa serba, anche i macedoni hanno bisogno di un Tomos del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli. Tuttavia, il Patriarcato ecumenico non si è affrettato a concedere questo ambito documento, forse lasciando intendere che esso debba essere "guadagnato". Un modo per ottenere potenzialmente il riconoscimento potrebbe essere attraverso il riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Nell'aprile 2023 la Chiesa macedone ha annunciato il suo rifiuto di concelebrare con la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" .

Fu in questo periodo che le pubblicazioni sulla stampa ecclesiastica e quasi ecclesiastica macedone iniziarono a suggerire che questa decisione fosse stata presa dal Sinodo di Skopje con il coinvolgimento dell'archimandrita Vassian (Zmeev), il capo del metochio della Chiesa ortodossa russa a Sofia, in Bulgaria.

Zmeev era stato nominato capo del metochion nel 2018 a seguito di uno scandalo diplomatico-ecclesiastico che aveva coinvolto il presidente della Bulgaria, Radev, e il patriarca Kirill della Chiesa ortodossa russa. Radev ha affermato che la Bulgaria è stata liberata dal dominio ottomano non solo dalle forze russe ma anche dai rappresentanti di molte altre nazioni.

Il patriarca Kirill ha corretto il presidente bulgaro, sottolineando che proprio la Russia è stata la liberatrice della Bulgaria, e non la Polonia, la Lituania o altri paesi. Ha dichiarato il sostegno alla verità storica e ha rifiutato qualsiasi tentativo di distorcerla o metterla a tacere per ragioni politiche o pragmatiche. Queste dichiarazioni hanno suscitato indignazione negli ambienti politici bulgari, che vedevano la Chiesa ortodossa russa come un avversario ideologico.

Fino a oggi non ci sono prove concrete del coinvolgimento dell'archimandrita Vassian nello spionaggio. Tutte le accuse si basano su supposizioni e "coincidenze".

Per esempio, i media macedoni hanno riferito che nel maggio 2023, appena due giorni dopo che l’arcivescovo Stefan aveva inviato una lettera al capo del Patriarcato ecumenico richiedendo un Tomos per la Chiesa macedone, l'archimandrita Vassian (Zmeev) è arrivato a Skopje senza preavviso per un incontro. I giornalisti hanno ricordato che Zmeev non solo ha supervisionato la visita del metropolita Antonij a Sofia nel 2022, subito dopo l'inizio della guerra in Ucraina, ma ha anche organizzato la visita di quest'ultimo a Skopje, a seguito della quale la Chiesa macedone ha annunciato il suo rifiuto di concelebrare con la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Come prova della "influenza" di Zmeev su alcune decisioni sinodali macedoni, hanno citato la sua concelebrazione con due vescovi influenti nel paese: il metropolita Grigorij di Kumanovo e Osogovo e il metropolita Petar di Prespa e Pelagonia.

Forse vi chiederete cosa c'è di insolito nella concelebrazione tra sacerdoti e vescovi di diverse Chiese ortodosse. Tuttavia, in Macedonia, la situazione sembra essere vista diversamente.

Si scopre che il metropolita Grigorij di Kumanovo e Osogovo è considerato un "agente d'influenza della Chiesa ortodossa russa" perché è stato visto mentre assisteva a una funzione a Jasenovac, in Croazia, dove era in "compagnia di rappresentanti dello Stato e della Chiesa russa".

È interessante notare che prima di ciò il presidente della Macedonia del Nord, Stevo Pendarovski, aveva menzionato di aver ricevuto un avvertimento da parte della leadership della NATO sui vescovi macedoni che "giocavano un ruolo" nelle relazioni tra Russia e Macedonia.

Oltre a questi vescovi, i media macedoni hanno riferito che "due o tre personalità della Chiesa ortodossa russa, con sede nei Balcani", hanno influenzato in modo significativo le relazioni tra le Chiese. Sebbene l'identità di queste "figure" rimanga poco chiara, un nome è noto con certezza: l'archimandrita Vassian (Zmeev).

Naturalmente non è appropriato accusare qualcuno di spionaggio sulla base della sua conoscenza con Reshetnikov, tanto meno per aver ospitato l'ambasciatrice russa in Bulgaria, Eleonora Mitrofanova, nella chiesa di san Nicola. Tuttavia, esercitare "influenza" sui vescovi in Macedonia e Bulgaria riguardo al riconoscimento non canonico della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" potrebbe essere considerata un'accusa grave nel contesto odierno.

La Bulgaria riconosce la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"?

La "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è vista come una creazione del Dipartimento di Stato americano, ed è naturale che il riconoscimento di questa struttura rientri nella sfera degli interessi geopolitici americani. Abbiamo più volte scritto della pressione esercitata dai rappresentanti dei servizi segreti statunitensi sui vescovi di altre Chiese autocefale riguardo al riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Pertanto, la situazione di Zmeev è solo un'altra prova in questo senso.

D'altro canto, già oggi il mancato riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" costituisce motivo sufficiente per avviare un’azione legale o una persecuzione contro un individuo. Esempi di ciò includono i vescovi ucraini che vengono perseguiti per aver rifiutato di chiamare bianco il nero. Quindi, la storia di Zmeev non è sorprendente.

Ciò che è interessante, tuttavia, è quanto lontano si spingerà.

La situazione tra la Chiesa ortodossa bulgara e quella russa continua ad aggravarsi. Dopo l'espulsione dei sacerdoti della Chiesa ortodossa russa da Sofia, l'ambasciata russa ha annunciato la chiusura della chiesa di san Nicola. Tuttavia, subito dopo, il patriarca bulgaro Neofit ha nominato personalmente dei preti bulgari in questa chiesa, affermando sostanzialmente di essere il proprietario della chiesa.

A conferma di questa posizione, il metropolita Naum di Rusenski del Patriarcato bulgaro ha dichiarato che la chiesa di san Nicola a Sofia è di proprietà della Chiesa ortodossa bulgara. A prova di ciò, il metropolita Naum ha menzionato che la chiesa fu costruita con la benedizione del patriarca di Bulgaria nel 1914 (il che non è una prova molto forte). Ha anche scritto che "negli ultimi anni i preti bulgari sono stati allontanati dalla chiesa di san Nicola senza giustificati motivi", cosa che egli trova assurda.

Naturalmente la Chiesa ortodossa russa non chiuderà un occhio di fronte alla nomina dei sacerdoti e alla "acquisizione" della chiesa di san Nicola. Ciò è dovuto principalmente al fatto che tali azioni da parte del Patriarcato bulgaro indicano chiaramente "ostilità" nei confronti della Chiesa russa. Ricordiamo che qualcosa di simile è accaduto a Mosca quando la Chiesa ortodossa russa ha effettivamente preso il controllo della chiesa di san Nicola a Kulishki dal Patriarcato di Alessandria, che ha riconosciuto la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Ed è una coincidenza che lo stesso giorno in cui il Patriarca Neofit ha nominato i sacerdoti nella parrocchia della Chiesa ortodossa russa a Sofia, lo ha visitato una delegazione ufficiale del Patriarcato di Alessandria?

Sorprendentemente, oltre al metropolita Emmanuel di Ptolemaidos, che guidava la delegazione, facevano parte della delegazione l'archimandrita Vartholomaios, l'abate del monastero athonita di Nuovo Esphigmenou e l'archimandrita Apostolos. Entrambi i monaci athoniti sono ardenti sostenitori del patriarca Bartolomeo e sostenitori delle sue idee, in primo luogo il riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Presumiamo che lo scopo della visita della delegazione del Patriarcato di Alessandria sia proprio quello di convincere il patriarca Neofit della necessità di riconoscere la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", come gli è già stato suggerito dal metropolita Emmanuel di Calcedonia del Patriarcato di Costantinopoli.

Tutto quanto sopra indica che il Patriarcato ecumenico (Costantinopoli) continua a muoversi in modo persistente e sistematico verso il suo obiettivo di costringere le Chiese autocefale a riconoscere la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Ci riuscirà?