sabato 28 settembre 2019



 
 Vëllezirë e motra arbreshë, vëmi re, nesëmenat, 


e ll’urtmja  e diall e muajit vjeshëtit,
 Lliturgjia e Qishësë Orthodokse Arbëreshe 
 do të festohet ket hera 9,30 Ka Pullasi Gjelit / 
Qaca Vittorio Em. II,  ket Qisha e Patriarkatit e 
Moskës, Kastrofilë. 
In Zot qëfët me gjithë juve !!!!
 



venerdì 27 settembre 2019

Non tutta la santa ortodossia è sotto le angherie del "demonio"........... (http://www.ortodossiatorino.net)

Chierici greci che hanno concelebrato con il 
metropolita Onufrij e gli hanno dato una lettera 
di sostegno sono censurati da un vescovo greco
Orthochristian.com, 24 settembre 2019


foto: news.church.ua
Domenica 22 settembre, diversi chierici greci hanno concelebrato la Divina Liturgia a Kiev con sua Beatitudine Onufrij, metropolita di Kiev e di Tutta l'Ucraina, e hanno offerto a lui e a tutti i fedeli della Chiesa ortodossa ucraina il loro sostegno di preghiera.
I chierici includono l'archimandrita Theologos dal monastero di Grigoriou sul Monte Athos, ora abate del monastero di Sant'Elia sull'isola di Idra, l'arciprete Nikolaos Savvopoulous, ex rappresentante della Chiesa greca nell'Unione Europea, e lo ieromonaco Hierotheos Savvopoulos, che ha ricevuto una benedizione da sua Eminenza il metropolita Efraim di Idra, Spetses ed Egina per il pellegrinaggio a Kiev, come riferisce Romfea.
I sacerdoti greci hanno invitato i fedeli della Chiesa ucraina a rimanere fedeli a Cristo nella sua Chiesa e a stare vicini al metropolita Onufrij e a sostenerlo, quale unico primate canonicamente riconosciuto in Ucraina.
Hanno anche fatto appello ai propri vescovi greci, che potrebbero discutere della questione ucraina nella prossima sessione del Concilio episcopale di ottobre, perché non riconoscano gli scismatici ucraini. Tuttavia, anche questi padri sono stati censurati dal loro vescovo per aver trasmesso questo messaggio alla Chiesa ucraina.
Nella loro lettera consegnata al metropolita Onufrij, i chierici scrivono di avere vissuto una lezione d'umiltà nel visitare l'Ucraina sofferente e nel trasmettere al popolo un messaggio di amore e fratellanza ortodossa, rilevando lo speciale apprezzamento del popolo greco per l'esempio d'umiltà dimostrato dal primate ucraino.
Inoltre, visitando l'Ucraina, i chierici greci scrivono di aver sperimentato il podvig del popolo ucraino che rimane fedele all'Ortodossia nonostante la feroce persecuzione contro di esso.
Essere in comunione con coloro che hanno creato e continuato lo scisma è "come un'espressione estrema di egoismo, che porta sicuramente alla morte spirituale", scrivono i sacerdoti.
E lo scisma è stato in gran parte causato da pressioni esterne, che sembrano provenire dalla politica internazionali, scrivono. Una Chiesa ortodossa forte e globale non è gradita a coloro che desiderano imporre una religione unica nel mondo.
I chierici ricordano anche il fatto importante che il Patriarcato di Costantinopoli ha rotto la comunione con sua Beatitudine l'arcivescovo Christodoulos di Atene e di tutta la Grecia nel 2004 e ha minacciato di revocare il Tomos di autocefalia della Chiesa di Grecia perché questa ha eletto tre metropoliti per le diocesi delle "Terre Nuove" senza consultare il patriarcato.
"Apparentemente, la stessa minaccia incombe oggi sui vescovi, che saranno chiamati a elaborare una decisione sull'autocefalia ucraina", hanno affermato i padri Theologos, Nikolaos e Hierotheos.
La situazione ha diviso la Chiesa di Grecia e il Monte Athos, con alcuni vescovi pronti a seguire Costantinopoli in iniziative non canoniche, mentre altri si rifiutano fermamente di concelebrare con coloro che hanno già concelebrato con gli scismatici ucraini.
I chierici notano anche il triste fatto che si stanno creando tensioni tra le chiese ortodosse di lingua slava e greca, che non hanno basi reali nei semplice fedeli e nel clero. I fedeli greci sono orgogliosi della loro connessione con il mondo ortodosso slavo, scrivono. La pressione per seguire Costantinopoli e riconoscere il Tomos concesso agli scismatici ucraini, perché quello è presumibilmente il loro dovere di greci, è proprio l'eresia dell'etnofletismo, scrivono i padri.
Inoltre, la teoria ecclesiologica di Costantinopoli del "primo senza eguali" è falsa, quindi i padri ascolteranno invece gli altri primati e ierarchi che hanno coraggiosamente parlato contro l'illegalità di Costantinopoli in Ucraina.
Solo il percorso della conciliarità può portare a una soluzione al problema ucraino in corso, scrivono i padri, di concerto con l'episcopato di tutto il mondo.
E in conclusione, scrivono: "Concludendo questo umile saluto, estendiamo un umile appello a tutti coloro che amano la nostra fede ortodossa e desiderano la sua unità, e rivolgiamo questo appello in particolare ai nostri vescovi in ​​Grecia e in tutto il mondo: inchinatevi ad ascoltare il dolore, il pianto, la tristezza e le lacrime di milioni di nostri fratelli ortodossi in Ucraina".
Per il fatto della loro concelebrazione con il metropolita Onufrij e pubblicizzazione della loro lettera a lui diretta, i chierici greci sono stati fortemente censurati dal loro vescovo, il metropolita Ephraim di Idra, che scrive che essi gli hanno nascosto le loro vere intenzioni nel viaggiare a Kiev, come riferisce Romfea.
"Hanno nascosto il loro piano fraudolento di concelebrare con il metropolita Onufrij e la loro intenzione di dichiarare lealtà al Patriarcato di Mosca e condannare le azioni del Patriarcato ecumenico", scrive il metropolita Ephraim, anche se va notato che la loro lettera non dice nulla sulla lealtà al Patriarcato di Mosca.
I padri, sostiene, sono colpevoli di cattiva condotta e inganno del loro metropolita e potrebbero essere puniti secondo il diritto canonico.
I padri hanno continuato il loro pellegrinaggio fino a Chernigov, dove hanno incontrato sua Eminenza il metropolita Amvrosij, che ha parlato loro della persecuzione contro la Chiesa nella sua diocesi.

giovedì 26 settembre 2019

Il demonio, sostenuto dalle farneticazioni fanariote e dai suoi accoliti scismatici dell'Ukraina continua la sua attività demolitrice della Chiesa di Cristo. Ora si vuole incuneare, in Bucovina, nelle parrocchie di lingua romena. (http://www.ortodossiatorino.net)

Gli scismatici ucraini fanno pressioni sui fedeli
 di lingua romena perché si uniscano a loro
Orthochristian.com, 25 settembre 2019

 foto: spzh.news

Il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa romena si è riunito il 21 febbraio, discutendo, tra l'altro, dell'attuale crisi della Chiesa ucraina. Nel loro rapporto, i vescovi hanno notato di essere particolarmente preoccupati per le 127 parrocchie di lingua romena della Bucovina ucraina, vicina alla Romania, e per la conservazione della loro etnia e lingua.
A tal fine, il Sinodo ha deciso che "è necessario ottenere garanzie scritte dalle autorità della Chiesa che... avranno l'opportunità di organizzarsi in un vicariato romeno e di coltivare la loro connessione spirituale con il patriarcato romeno", rilevando che un vicariato ucraino opera in Romania dal 1990.
Il Sinodo non ha dichiarato esplicitamente se si riferiva alle autorità della Chiesa canonica ucraina sotto sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di Tutta l'Ucraina, o quelle della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" scismatica sotto il "metropolita" Epifanij Dumenko, o entrambe, ma gli scismatici si sono affrettati a cogliere l'occasione, annunciando ai primi di marzo che erano pronti a creare un tale vicariato.
Il Sinodo dei vescovi della "Chiesa Ortodossa dell'Ucraina" ha deciso il 27 luglio di creare questo vicariato, sebbene, fino a oggi, non includa una sola delle 127 parrocchie romene. Gli scismatici stanno pianificando di cambiare le cose, tuttavia, con l'aiuto delle loro solite tattiche.
Una fonte della Chiesa ortodossa romena ha dichiarato all'agenzia ucraina Vesti che "la "Chiesa Ortodossa dell'Ucraina" sta esercitando una forte pressione sui sacerdoti e sui laici affinché entrino nel loro vicariato romeno, e questo potrebbe portare alla creazione di strutture rivali di lingua romena in Ucraina".
Il movimento scismatico ucraino esiste da 30 anni come gruppo rivale della Chiesa, e solo l'anno scorso ha ottenuto la benedizione del Patriarcato di Costantinopoli per questa controversa esistenza. Dato che i vescovi, il clero e i fedeli della Chiesa ucraina hanno attestato molte volte che la "Chiesa Ortodossa dell'Ucraina" non può costringere le persone e le parrocchie a unirsi, gli scismatici ricorrono spesso a sequestri violenti di chiese o a registrarle nuovamente in modo illegale.
Secondo la fonte romena, la diaspora di lingua romena prevede di fare appello a Bucarest e alla Chiesa ortodossa romena per sostegno e di dichiarare la sua lealtà alla Chiesa canonica ucraina.
Dopo la sessione del Sinodo romeno di febbraio, singole parrocchie romene in Ucraina hanno iniziato a dichiarare la loro lealtà a Cristo nella Chiesa ucraina e al suo primate il metropolita Onufrij.
Il servizio stampa della diocesi di Chernovtsy della Chiesa ucraina ha anche riferito che la Romania ha paura delle azioni aggressive della "Chiesa Ortodossa dell'Ucraina" contro la diaspora romena in Ucraina.
Come ha spiegato il portavoce della diocesi, romeni e ucraini vivono insieme in armonia in Bucovina e spesso si aiutano reciprocamente come fratelli ortodossi, quando gli scismatici lanciano attacchi fisici contro le loro chiese. Ha notato in particolare il recente esempio nel villaggio di Mikhalcha nella regione di Storozhinets nella provincia di Chernovtsi, dove i fedeli romeni sono venuti in aiuto ai loro fratelli ucraini, aiutandoli a proteggere la chiesa parrocchiale locale.
Ha inoltre ricordato il triste incidente di fine marzo nel villaggio di Tovtry nella provincia di Chernovtsiy, dove "sacerdoti" della "Chiesa Ortodossa dell'Ucraina" e attivisti ubriachi hanno tentato di impadronirsi di una chiesa e hanno attaccato fisicamente il prete, urlandogli contro di tornare a casa in Romania. Questo non solo dimostra l'odio etnico tra alcuni nella "Chiesa Ortodossa dell'Ucraina", ma rivela anche la sua completa assurdità, dato che gli scismatici non sono stati nemmeno in grado di capire che il prete era, in effetti, un ucraino etnico.
Sorprendentemente, un "sacerdote" della "Chiesa Ortodossa dell'Ucraina" non si è nemmeno vergognato di accusare i romeni della Bucovina di incitare all'inimicizia etnica.
"Epifanij e Zorja [il portavoce della "Chiesa Ortodossa dell'Ucraina", ndc] mostrano intenzioni di creare un vicariato romeno, ma di fatto ci sono esempi di amore inverso", ha commentato il portavoce.
Inoltre, come osserva Vesti, i media romeni sono in subbuglio per la questione.
"La comunità romena sa che nello stato ucraino esiste una politica di assimilazione forzata delle minoranze, che è culminata nella legge sull'istruzione del 2018 e nella legge sulla lingua statale del 2019... Nessun prete romeno è andato tra gli scismatici, anche se questi hanno annunciato che avrebbero permesso loro di servire in romeno. Come si può credere loro dopo decenni di affermazioni contrarie?" Si chiede Iosif Mihaileanu, che scrive per l'agenzia romena Active News.
I fedeli della Bucovina ora temono che la "Chiesa Ortodossa dell'Ucraina" e il suo zelante sostenitore, il governatore ad interim di Chernovtsy Mikhail Pavlyuk, inizieranno semplicemente a registrare nuovamente le parrocchie romene nella "Chiesa Ortodossa dell'Ucraina", come hanno fatto più volte con le parrocchie ucraine.

mercoledì 25 settembre 2019

PATRIARCATO DI MOSCA
PARROCCHIA ORTODOSSA
“SAN GIOVANNI DI KRONSTADT”
Palazzo Gallo / Piazza Vittorio Em. II
CASTROVILLARI
Domenica 29 settembre 2019
Tono VI / Divina Liturgia Ore 9,30
Santa Eufemia megalomartire
San Cipriano Metrop. Di Kiev e tutta la Rus


Tropari:
Ангельския силы на гробе Твоем и стрегущии омертвеша, и стояше Мария во гробе, ищущи Пречистаго Тела Твоего. Пленил еси ад, не искусився от него; сретил еси Деву, даруяй живот. Воскресый из мертвых, Господи, слава Тебе.


А́гница Твоя́, Иису́се, Евфи́мия/ зове́т ве́лиим гла́сом:/ Тебе́, Женише́ мой, люблю́,/ и Тебе́ и́щущи страда́льчествую,/ и сраспина́юся, и спогреба́юся креще́нию Твоему́,/ и стражду́ Тебе́ ра́ди,/ я́ко да ца́рствую в Тебе́,/ и умира́ю за Тя, да и живу́ с Тобо́ю,/ но, я́ко же́ртву непоро́чную приими́ мя, с любо́вию поже́ршуюся Тебе́./ Тоя́ моли́твами,// я́ко Ми́лостив, спаси́ ду́ши на́ша.

Правосла́вия учи́телю,/ просвеще́ния ревни́телю,/ красото́ бо́лгарския страны́/ и Руси́ достосла́вный свети́льниче,/ святи́телю о́тче наш Киприа́не,/ моли́ Христа́ Бо́га// сохрани́ти нам ве́ру до сконча́ния ве́ка.

Слава Отцу, и Сыну, и Святому Духу.
Православныя веры поборниче, земли Российския печальниче, пастырем правило и образе верным, покаяния и жизни во Христе проповедниче, Божественных Таин благоговейный служителю и дерзновенный о людех молитвенниче, отче праведный Иоанне, целителю и предивный чудотворче, граду Кронштадту похвало и Церкве нашея украшение, моли Всеблагаго Бога умирити мир и спасти души наша.


И ныне и присно и во веки веков. Аминь.
Предстательство христиан непостыдное, ходатайство ко Творцу непреложное, не презри грешных молений гласы, но предвари, яко Благая, на помощь нас, верно зовущих Ти; ускори на молитву и потщися на умоление, предстательствующи присно, Богородице, чтущих Тя.

martedì 24 settembre 2019

http://www.ortodossiatorino.net

Il centro può reggere a causa 
della purificazione della Chiesa
dal blog del sito Orthodox England, 20 settembre 2019

 


Things fall apart; the centre cannot hold;
Mere anarchy is loosed upon the world,
The blood-dimmed tide is loosed, and everywhere
The ceremony of innocence is drowned;
William Yeats, The Second Coming

Ogni cosa crolla; il centro non può reggere;
assoluta l’anarchia dilaga nel mondo,
dilaga la marea sporca di sangue, e ovunque
il rito dell’innocenza annega.
William Yeats, La Seconda Venuta
Tutti e tre i gruppi di emigrati ortodossi russi sono stati ora purificati dai loro estremismi:
Nel 2006 il Patriarcato di Mosca ha subito uno scisma in Gran Bretagna e Francia, quando le vestigia di un modernismo e di un ecumenismo di vecchia data si sono finalmente estinte. Chi restava attaccato ai propri pregiudizi culturali russofobi e al desiderio di diluire l'Ortodossia in un altro dipartimento ideologico dell'establishment occidentale ha lasciato la Chiesa ortodossa russa per il gruppo pseudo-ortodosso fanariota gestito dagli Stati Uniti in Turchia. La Chiesa è stata purificata da coloro che non avevano amore per i nuovi martiri e confessori dell'Impero cristiano e della civiltà ortodossa e preferivano il secolarismo occidentale compromesso alla pienezza della Chiesa di Dio.
Nel 2007 la ROCOR, o Chiesa fuori dalla Russia, alla fine ha perso le sue frange censorie e settarie, finite in piccoli scismi e in varie sette strane ed estremiste che giustificano il fariseismo. La Chiesa è stata purificata.
Ora, nel 2019, l'Arcivescovado di Rue Daru (l'ex "giurisdizione di Parigi") ha perso i suoi estremisti, in realtà piuttosto una grande minoranza di modernisti marginali. Perché ci è voluto così tanto tempo? Perché questo era il gruppo più profondamente infettato dall'estremismo, in questo caso, del tipo "liberale", così noto per la sua intolleranza e per la caccia alle streghe in stile terroristico contro i fedeli ortodossi nel corso dei decenni. Di conseguenza, molti erano già partiti, anche decenni fa, perseguitati da modernisti e massoni nel gruppo. I dissidenti della minoranza, che preferiscono celebrare filosofi parigini morti 60-80 anni fa piuttosto che i santi di Dio, ora si fonderanno completamente con il gruppo turco gestito dagli Stati Uniti al Fanar (se non lo hanno già fatto).
Molti di questi gruppi dissidenti sono in Inghilterra. C'è anche una parrocchia a Bruxelles che è andata nella Chiesa romena (il suo sacerdote russofobo era già stato sospeso dal gruppo turco qualche anno fa, quindi non poteva tornarvi) e alcune parrocchie in Francia rimangono ancora indecise. Tuttavia, il fatto è che la Chiesa è stata purificata, con gli ortodossi che sono tornati alla Chiesa russa, e gli estremisti che se ne stanno andando. Inoltre, molti a Parigi che se ne erano andati disgustati per il fatto che la Chiesa non commemorasse il patriarca ortodosso Kirill, il leader del mondo ortodosso, sono già ritornati domenica scorsa per congratularsi con l'arcivescovo Jean, che era in lacrime di gioia, per la sua decisione finale.
Essendo forse l'unico sacerdote che ha sofferto della "marea sporca di sangue" di tutti e tre i gruppi di estremisti aggressivi e disturbatori, non posso che rallegrarmi con i nostri fratelli e sorelle che sono finalmente sfuggiti alle grinfie dei fanarioti. La trama del Fanar per consegnare la cattedrale parigina di sant'Aleksandr Nevskij agli scismatici ucraini e di ridedicarla a traditori apostati e assassini di massa come i ladri di anime Andrej Bobola e Josaphat, è fallita.
Nel frattempo, l'incoerente e scismatico capo del Fanar, il patriarca Bartolomeo, ha incontrato ieri papa Francesco e il capo degli uniati ucraini a Roma per discutere della fusione degli uniati con la sua piccola e fallimentare organizzazione, la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Una sinagoga galiziana congiunta fanaro-papista di xenofobi ucraini fascisti potrebbe presto formarsi, unendo tutti gli odiatori della Chiesa di Dio. Sarà finanziata dal Dipartimento di Stato a Washington, che ha già inviato i suoi ambasciatori nei Balcani per opprimere e corrompere le Chiese locali, cercando di far loro riconoscere la sinagoga galiziana. In questo hanno fallito.
Il centro può reggere - perché solo gli estremi cadono a pezzi, ed è così che la Chiesa viene purificata. Gloria a Dio per la sua provvidenza, poiché il male inflitto dai fanarioti ha avuto l'effetto contrario. Gli ortodossi sono stati rafforzati, purificati dalle frange pseudo-ortodosse che sono decadute.

 

venerdì 20 settembre 2019

http://www.ortodossiatorino.net/

Lettera pastorale dell'arcivescovo 
Jean del 17 settembre 2019
Comunicato stampa dell'ufficio dell'arcivescovo, 17 settembre 2019



Numero di protocollo: 19.047
Cari padri, fratelli e sorelle, beneamati in Cristo,
Alcuni membri del Consiglio dell'Arcivescovado, senza informare gli altri, e me in particolare, hanno preso l'iniziativa di scrivevti, presumibilmente a nome del Consiglio nel suo insieme, per annunciarvi di aver sollecitato presso il patriarca di Costantinopoli, al quale l'Arcivescovado non è più attaccato, la nomina di un locum tenens. Per fare ciò, fanno affidamento su una lettura letterale dei nostri statuti che prevede che l'arcivescovo che presiede l'Unione direttrice diocesana faccia parte del Patriarcato ecumenico. Ne deducono che, dato che non è più così, non ci sarebbe più nessun Arcivescovado (!), e quindi sostengono, mettendosi al suo posto, di essere in grado di emettere congedi canonici. Tuttavia, per quanto riguarda i chierici tra questi membri del Consiglio, questi hanno allo stesso tempo chiesto il proprio attaccamento canonico alle metropolie greche o alla Chiesa romena. Ultimo ma non meno importante, invitano gli altri chierici a legarsi a una di queste entità.
Quindi, con il pretesto di voler "proteggere" e "continuare" il nostro Arcivescovado, quello che stanno chiedendo è in realtà, per una successione di idee prive di senso, lo smantellamento del nostro Arcivescovado.
È vero che i nostri statuti menzionano l'attaccamento canonico al Patriarcato di Costantinopoli. Ma abbiamo rotto con questo patriarcato. In assemblea. Abbiamo rotto la prima volta il 23 febbraio 2019 quando, contro l'Atto di sottomissione canonica del 12 gennaio 2019, abbiamo votato al 93% contro lo scioglimento del nostro Arcivescovado. E finalmente abbiamo rotto con il Patriarcato ecumenico il 7 settembre, quando una grande maggioranza ha votato a favore dell'adesione al Patriarcato di Mosca. Aggiungo che tra coloro che hanno votato contro il progetto di attaccamento al Patriarcato di Mosca, un gran numero non ha voluto mantenere l'attaccamento canonico al Patriarcato ecumenico.
Cari padri, beneamati fratelli e sorelle, il vostro clero celebra l'Eucaristia ogni domenica. Per fare questo, e poiché siamo e vogliamo rimanere una Chiesa canonica, questa celebrazione fondamentale e fondante della nostra vita di cristiani ortodossi deve far parte di un chiaro, sincero legame canonico, senza che vi possa essere alcuna ambiguità di fronte al calice. Come potete immaginare che il vostro arcivescovo possa commemorare il patriarca Bartolomeo in queste condizioni dopo la decisione dell'Assemblea Generale Straordinaria del 7 settembre?
Vi ho scritto che io sono il garante del ministero pastorale, cosa che i nostri statuti ricordano. La decisione dell'assemblea si è imposta su di me. Era una decisione di rottura con il Patriarcato ecumenico. Questa mi ha imposto una decisione pastorale, che ho preso nella mia anima e coscienza, per ripristinare questo legame di franchezza e chiarezza.
Le nostre assemblee generali straordinarie del 23 febbraio e 7 settembre 2019 hanno quindi reso obsoleti i riferimenti al Patriarcato ecumenico nei nostri statuti. Sono le nostre assemblee, le nostre decisioni in conciliarità, che hanno modificato i nostri statuti, e questi dovranno essere modificati di conseguenza.
I nostri statuti contengono oggi molte altre disposizioni che non esistono più o non sono state applicate per anni, a cominciare dall'elezione dei nostri vescovi ausiliari o dal funzionamento del Consiglio episcopale. Ciò non significa che l'Arcivescovado abbia smesso di funzionare o di esistere.
Lo vedete: essere attaccati a una lettura letterale e insignificante dei nostri statuti – ricordo qui che i nostri statuti organizzano la pastorale, non sono il fondamento – consente ogni genere di deviazioni e ci porta al nulla.
È da questa lettura letterale che si crea una vera finzione, che vorrebbe che alcuni sacerdoti e laici, che hanno tutto il diritto di voler essere posti sotto l'attaccamento canonico del Patriarcato di Costantinopoli attraverso le sue metropolie greche in Europa, possano far finta di rappresentare il nostro Arcivescovado, o anche di esserne i "continuatori", mentre le nostre assemblee, e quindi quelle del nostro Arcivescovado, hanno chiaramente e in maggioranza rotto con questo stesso Patriarcato.
Questo ragionamento è anti-conciliare. Ed è assurdo: come possono questi pochi chierici e laici affermare di poter allo stesso tempo sollecitare la nomina di un locum tenens per il nostro Arcivescovado al Patriarca di Costantinopoli quando le assemblee hanno chiaramente respinto il legame canonico, mentre peraltro essi stessi si legavano... alla metropolia romena? O che avrebbero avuto il diritto di proporre di emettere congedi canonici al posto dell'arcivescovo?
Il rispetto dei nostri statuti (aggiungerò, dei nostri canoni) passa per il rispetto del loro spirito e dei loro principi, il primo dei quali è la conciliarità. Io ho convocato le nostre assemblee pastorali e generali, e ho dovuto farlo nonostante l'opposizione di coloro che vi hanno scritto durante l'ultima assemblea generale. Ho sentito il forte messaggio che queste assemblee hanno consegnato. E mi sono preso le mie responsabilità, come garante dei nostri statuti e del ministero pastorale.
Mi sarebbe piaciuto che coloro che affermavano di rispettare i nostri statuti così alla lettera fossero altrettanto cauti quando toccava loro di eludere le norme statutarie della convocazione del Consiglio dell'Arcivescovado e del suo funzionamento, e quando hanno affermato di agire e comunicare ampiamente a nome dello stesso Consiglio nel suo insieme, mentre dei membri di spicco dello stesso Consiglio, il suo presidente, il vicepresidente e il segretario, sono stati deliberatamente licenziati e tenuti all'oscuro di tutte le loro iniziative. Non mi hanno nemmeno inviato quel comunicato...
Cari padri, beneamati fratelli e Sorelle, parlo in particolare a quelli di voi che vivono con malessere la situazione attuale e le fratture delle ultime settimane.
Penso nel profondo della mia anima e del mio cuore che non c'era e che non esiste altra soluzione se non quella per la quale ho optato come vostro pastore, dopo le decisioni della maggioranza delle nostre assemblee.
Vi esorto a misurare il vuoto canonico e giuridico e la paura morale che costituisce ciò che vi viene presentato come una presunta alternativa alla scelta per la quale mi assumo la responsabilità e che assumo per voi e con voi, perché, da parte mia, non vi ho lasciato.
Dobbiamo avere la forza di superare le perdite e le sofferenze del passato degli ultimi mesi e di costruire insieme il nostro futuro.
Presto convocherò un'assemblea pastorale, in modo che il nostro clero possa, insieme a me e accanto a me, in conciliarità, confermare il collegamento canonico che abbiamo ottenuto, che consentirà al nostro Arcivescovado di unirsi al Patriarcato di Mosca, con la sua autonomia, secondo le modalità negoziate e definite nel Progetto di riunificazione sul quale abbiamo concordato quest'estate con il Patriarcato di Mosca. Potremo quindi modificare i nostri statuti.
Nel frattempo, e ora che le scelte sono chiare, così come le loro implicazioni, invito ciascuno di noi a calmarsi, riflettere e pregare. Le scelte sono spesso dolorose, ma non dobbiamo perdere di vista noi stessi come i primi testimoni, il nostro amore e il nostro rispetto per gli altri.
† JEAN, Arcivescovo capo dell'Unione direttrice diocesana delle associazioni ortodosse russe nell'Europa occidentale

martedì 17 settembre 2019

http://www.ortodossiatorino.net (Se non ci fosse, dovremo inventarla)

Perché aderire alla Chiesa ortodossa russa?
dal blog del sito Orthodox England, 14 settembre 2019

 


Introduzione
Una volta che gli occidentali avranno comprensione ed esperienza spirituale, potranno iniziare a fuggire dalle ristrettezze del loro condizionamento culturale e dalle manipolazioni imposte loro dai loro controllori. Allora riconosceranno che il cattolicesimo, l'anglicanesimo e le altre forme di protestantesimo, che oggi si stanno rapidamente estinguendo nel mondo occidentale, hanno solo poche centinaia di anni e sono solo invenzioni umane, definite da potenti rappresentanti politici occidentali, papi, re e governanti, passati e presenti. Ci chiedono: qual è allora la nostra identità di cristiani? Dove allora possiamo andare in chiesa ad adorare la santissima Trinità, il nostro Dio che non accetta di essere deriso?
Con un tale livello di comprensione di base, diventa ovvio che solo la Chiesa ortodossa è la Chiesa, fondata da Cristo, contro la quale le porte dell'inferno non prevarranno. Da qui, tuttavia, sorge la domanda, a quale Chiesa locale unirci? La Chiesa ortodossa è infatti una famiglia di quattordici Chiese ortodosse locali canoniche universalmente riconosciute, di cui sette hanno rappresentanze tra i loro immigrati e i loro discendenti nei paesi occidentali. Queste sette Chiese locali sono la russa, la greca (correttamente, la costantinopolitana), l'antiochena, la romena, la serba, la bulgara e la georgiana.
La maggior parte dei fedeli si unisce alla comunità ortodossa geograficamente più vicina appartenente a una di queste sette Chiese, a condizione che ne esista una vicina (quelle bulgare e georgiane sono molto, molto poche e lontane tra loro) e che accolga altre nazionalità. Tuttavia, la maggior parte dei romeni, serbi, bulgari, georgiani e molti greci non accolgono altre nazionalità, ma rappresentano un ethos di club nazionali, di ghetti etnici. Queste ultime Chiese sono chiamate mononazionali (a volte solo "nazionaliste"). In altre parole, mostrano in modo evidente le loro bandiere nazionali, soddisfano solo una nazionalità immigrata e chiederanno persino a quelli di altre nazionalità di andarsene, cosa che i visitatori fanno comunque perché non capiscono le lingue che usano queste nazionalità. La vera scelta quindi è spesso molto limitata: greca, antiochena e russa.
Per molti la piccolissima e impoverita Chiesa greca di Costantinopoli non è un'opzione a causa dei suoi modi di fare orientali e della sua curiosa musica, nonché dei suoi compromessi dottrinali, costrizioni sulla sua debolezza da parte di pressioni e finanziamenti esterni negli ultimi 100 anni. Inoltre, c'è il suo straordinario imperialismo razzista, che negli ultimi tempi l'ha portata ad atti scismatici e persino eretici, mettendola fuori dalla comunione con la maggioranza degli ortodossi. La Chiesa antiochena sembrerebbe un'opzione per gli anglicani. Tuttavia, poiché ci sono solo circa 750.000 anglicani praticanti in Inghilterra, questo lascia 55 milioni che non sono attratti e non si sentono affatto a casa in una chiesa "angliochena", con il suo clero non addestrato (che spesso tenta di vestirsi e cantare come il clero ortodosso russo, ma commette errori di base) e la sua filosofia di "anglicanesimo con icone". Chiunque abbia sperimentato la realtà vera, la vera Ortodossia con i suoi valori cristiani viventi, lo percepisce immediatamente. La sua mentalità istituzionale la fa sembrare un ramo dell'anglicanesimo, una cultura aliena e abbastanza sconosciuta alla stragrande maggioranza della gente comune inglese. Data questa mancanza di scelta sul campo, quali sono i pro e i contro dell'adesione alla Chiesa ortodossa russa?
Le ragioni che presentano quelli che non vogliono aderire alla Chiesa ortodossa russa
Per chi vive nel passato, la Chiesa ortodossa russa è un rullo compressore sovietico centralizzato. Ovviamente ciò è accaduto in una certa misura a generazioni fa durante il periodo sovietico, quando tutti i vescovi russi che rappresentavano la Chiesa ortodossa russa a Mosca erano controllati dal KGB. Allora alcuni di questi vescovi commettevano liberamente gravi violazioni dei canoni della Chiesa in luoghi come Londra, Parigi e Vienna, nonché all'interno dell'Unione Sovietica. Questa non era la Chiesa ortodossa russa, ma la "Chiesa sovietica" (e quindi, per definizione, non ortodossa). Tuttavia, tutta questa è storia antica. Cerchiamo piuttosto di vivere nel presente per il bene del futuro.
Alcuni accusano la Chiesa ortodossa russa di non essere abbastanza aperta al mondo secolare. Qui c'è un profondo fraintendimento: non tocca alla Chiesa diventare come il mondo, ma al mondo diventare come la Chiesa! Coloro che non sono ancora diventati cristiani ortodossi, sebbene attratti da alcuni aspetti, a volte trovano autoritari i vescovi ortodossi russi (e in realtà tutti gli altri vescovi). Tuttavia, questo è perché hanno una comprensione protestante e non apostolica di ciò che è un vescovo. Quando i vescovi rifiutano le fantasie secolari "democratiche" o il sostegno al "matrimonio" omosessuale (segno del mondo anticristiano) di tali individui, si sentono spesso molto offesi. Pertanto, le critiche al loro "autoritarismo" sono semplicemente auto-giustificazioni psicologicamente motivate per la propria disobbedienza e mentalità laicista, che giustificano come la propria "cultura" (!), ma che in realtà non è parte della mentalità cristiana.
Infine, ci sono quelli che sono stati così sottoposti al lavaggio del cervello dalla propaganda della guerra fredda occidentale e dai pregiudizi politici che sono diventati culturalmente dei nazionalisti occidentali, e di conseguenza russofobi. Questa russofobia viene dalla mentalità secolare nazionalista occidentale e dal rifiuto di guardare ai fatti della storia, confidando piuttosto in giornalisti incredibilmente ignoranti, pagati da ricchi gruppi politici, che riversano le loro assurdità. Per esempio, tali persone crederanno davvero alla propaganda secondo cui lo stato della Federazione Russa controlla la Chiesa ortodossa russa! Stanno ovviamente pensando in termini anglicani, dal momento che la Chiesa d'Inghilterra è effettivamente controllata dallo stato britannico. Ecco perché se sei una spia britannica, con base a Londra o Cheltenham, per esempio, non ti sarà permesso di unirti alla Chiesa ortodossa russa, ma solo ai greci. Altri diranno in modo simile che non possono essere ortodossi russi perché ci sono così tanti aborti e tanta corruzione nella Russia post-sovietica. Ma è come dire che non possono essere protestanti perché ci sono così tanti aborti e omicidi in Inghilterra!
Ragioni per entrare a far parte della Chiesa ortodossa russa
La prima ragione per farlo è che la Chiesa ortodossa russa è di gran lunga la più grande delle quattordici Chiese locali. Per oltre il 75% gli ortodossi sono membri della Chiesa ortodossa russa. Più esattamente, su 220 milioni di cristiani ortodossi nel mondo, 164 milioni sono membri della Chiesa ortodossa russa, oltre un terzo dei quali non sono russi. È chiaro che solo una Chiesa del genere può persino sperare di fornire le infrastrutture necessarie. In effetti molti altri dipendono da essa in questo campo.
In secondo luogo, come abbiamo visto sopra, il mondo ortodosso russo (a volte chiamato "Rus’") non è necessariamente russo in senso etnico. La Chiesa ortodossa russa è di gran lunga la più multinazionale. Ha almeno settanta nazionalità al suo interno, il suo canto (a differenza di quello di altre Chiese locali) può essere adattato a qualsiasi lingua, ha fondato Chiese indipendenti in Polonia e nelle Terre ceche e Slovacchia, Chiese autonome come la ROCOR – la Chiesa al di fuori della Russia (con sede a New York e diffusa principalmente nel mondo di lingua inglese), in Giappone e in Cina e ha esarcati (future Chiese autonome) nell'Europa occidentale e nel sud-est asiatico. La sua cultura, come il suo canto, è molto europea, a differenza dei corrispettivi della Chiesa greco-ortodossa. Come risultato delle sue qualità multinazionali e multilinguistiche, la Chiesa ortodossa russa può essere chiamata "imperiale", anche se certamente non "imperialista".
Infine, oggi la Chiesa ortodossa russa è politicamente indipendente ed è quindi fedele alla tradizione cristiana. Pertanto, non è controllata da alcun governo, incluso il Dipartimento di Stato di Washington, che controlla completamente la minuscola Chiesa greca (costantinopolitana) e che ha anche nominato il leader della Chiesa romena, oltre a esercitare una forte pressione politica e finanziaria sulle chiese locali in piccoli paesi come Grecia, Cipro e Georgia. Chiaramente, solo una Chiesa così grande come quella ortodossa russa può resistere alle pressioni di stati di qualsiasi tipo con il rischio di compromettere se stessa e i suoi insegnamenti cristiani. Con il suo tesoro spirituale dei nuovi martiri e confessori del giogo comunista, almeno 100.000 e forse molti altri, di cui circa 35.000 sono stati canonizzati finora, la Chiesa ortodossa russa è spiritualmente resistente. Pertanto, è tradizionale, e per esempio mantiene fedelmente il calendario cristiano ortodosso, anche se non si associa alle minuscole sette non canoniche di "vecchi calendisti" estremisti, che si possono trovare nell'Ortodossia greca.
Conclusione
Seguendo un'aurea via media tra gli estremi, la Chiesa ortodossa russa ha attrattive. Il suo punto debole è la mancanza di infrastrutture in paesi come il Regno Unito e l'Europa occidentale in generale. Qui ci sono ancora grandi aree e città dove non è possibile trovare un'unica chiesa ortodossa russa! Negli ultimi 45 anni è toccato a noi, come ad altri, iniziare a rimediare a questa mancanza cronica di copertura. I progressi ci sono, ma sono molto lenti, poiché dobbiamo lottare contro condizioni straordinariamente difficili, mancanza di finanziamenti e mancanza di sostegno. Potete aiutarci?

sabato 14 settembre 2019

Benedizione scolari e studenti !!!

Ricordo, paternamente, alle mamme che hanno figli e figlie in età scolare che lunedì, 16 settembre 2019, in Calabria riapriranno le scuole di ogni ordine e grado. Come ogni anno presso la nostra Chiesa Parrocchiale, San Giovanni di Kronstadt, del Patriarcato di Mosca, Palazzo Gallo / P.zza Vittorio Em. II a Castrovillari, dopo la Divina Liturgia, provvederemo alla benedizione dei bambini che anche quest'anno dovranno affrontare mesi di lavoro intellettuale per apprendere cose che serviranno loro per tutta la vita. Ricordo che è utile che i bambini abbiano la forza della benedizione, proprio per superare tutte le insidie che il demonio vorrà loro apportare per distrarli e condurli verso la strada sbagliata. Il Signore, con il suo angelo custode, li preserverà da tutte le macchinazioni e gli inganni di chi vuole che l'uomo abbandoni l strada maestra indicata da Dio, per iniziare un percorso errato, che pur sembrando agevole, li conduce alla perdizione. La Chiesa, grazie a chi ha ricevuto l'imposizione delle mani da parte del Vescovo, il presbitero, a sua volta impone le sue mani sul capo dei nostri figli e li benedice con l'aspersione dell'acqua benedetta.
Rammento alle mamme, di non prendere sotto gamba questa celebrazione, quindi, consiglio loro di essere presenti con i loro pargoli in Chiesa per la Liturgia e la benedizione finale.
La celebrazione Liturgia come ogni domenica avrà inizio alle ore 9,30 circa.
Il Signore sia con tutti voi, vi benedica e vi protegga. Amìn


venerdì 13 settembre 2019

Chiediamo al nostro Fratello di sangue arvanita, S.B. l'Arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, di ascoltare in piena umiltà e libertà il grido di implorazione a non accettare il riconoscimento della chiesa scismatica ed anti canonica della chiesa ortodossa dell'Ukraina, voluta escusivamente dal Patriarca del Fanar, su istigazione simoniaca degli ambienti politici, anti russi degli Stati Uniti d'America. Il Signore illumini il Santo Sinodo della nostra amata Chiesa Ortodossa Greca. (Dal sito del nostro confratello P. Ambrogio di Torino

Il clero della Chiesa greca pubblica 
una lettera aperta sulla "questione ucraina"
di Tat'jana Chajka
Unione dei giornalisti ortodossi, 12 settembre 2019


chierici della Chiesa greca hanno pubblicato una lettera aperta 
sulla "questione ucraina". Foto: ria.ru

Il clero della Chiesa greca ha pubblicato una lettera aperta sulla "questione ucraina", sollecitando i propri vescovi a non riconoscere la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" contrariamente alla posizione di altre Chiese.
L'11 settembre 2019, 179 rappresentanti del clero, dei monaci e dei laici della Chiesa ortodossa di Grecia hanno pubblicato una lettera aperta sulla "questione ucraina" all'arcivescovo Hieronymos di Atene e ai vescovi, come riferisce vimaorthodoxias.gr.
Nella loro lettera aperta 179 firmatari, chierici della Chiesa ortodossa ellenica, dichiarano di essere consapevoli delle pressioni che la Chiesa greca sta affrontando riguardo alla "questione ecclesiastica ucraina".
Tuttavia, secondo loro, nonostante "il Patriarcato di Costantinopoli abbia il diritto di concedere l'autocefalia a qualsiasi nazione, questo diritto dovrebbe essere esercitato a condizione di essere soggetto a condizioni chiare e rigorose previste dalla tradizione ecclesiale e in linea con l'ecclesiologia e con l'ordine canonico ortodosso", nel caso di concessione dell'autocefalia alla nuova struttura ecclesiastica della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", queste condizioni "non sono state soddisfatte".
Gli autori della lettera ne forniscono le ragioni.
In primo luogo, dicono, "la Chiesa dell'Ucraina, guidata dal metropolita Onufrij, con 90 vescovi, 12.000 parrocchie, 250 monasteri, 5.000 monaci e monache e milioni di credenti, che è riconosciuta da tutte le Chiese ortodosse, incluso il Patriarcato ecumenico, non ha chiesto l'autocefalia. La Chiesa canonica, che ha tutto il diritto di farlo, non ha chiesto e non ha accettato l'autocefalia. È possibile forzarla ad accettarla, oppure punirla per averla respinta?"
"Mentre tutti, anche il Patriarcato ecumenico, riconoscono l'esistenza del metropolita Onufrij e degli altri 90 vescovi (non vi è alcun atto canonico sul loro esonero / rimozione dal trono, o scomunica, o proibizione nel ministero), una struttura ecclesiastica parallela viene creata successivamente a quella canonica esistente", sottolinea il clero.
Inoltre, secondo la loro opinione, "La Chiesa ucraina appartiene canonicamente al Patriarcato di Mosca, non a quello ecumenico. Tutti gli atti di concessione dell'autocefalia da parte di Costantinopoli prima di questo sono stati compiuti sotto la sua giurisdizione".
"Quasi tutte le Chiese locali hanno seri dubbi sulla canonicità e sulla legalità del sacerdozio della nuova chiesa. Inoltre, circa 15 su 50 dei suoi vescovi hanno ricevuto la loro "dignità" per mezzo di una auto-ordinazione! Questo non è mai successo da nessuna parte! Non una sola Chiesa ortodossa ha riconosciuto l'autocefalia concessa – un evento senza precedenti nella storia della Chiesa!", precisano i firmatari.
I chierici scrivono: "Non possiamo capire come, senza alcuna decisione congiunta di tutte le Chiese locali, un gruppo di scismatici scomunicati, anatematizzati, auto-ordinati che non si sono nemmeno preoccupati di dimostrare il loro pentimento, sono stati ripristinati per mezzo di un atto, rattoppati assieme al "concilio d'unificazione" e allo stesso tempo è stata loro concessa la "autocefalia", mentre i vescovi canonici che costituiscono il Sinodo canonico e rappresentano la Chiesa canonica, sono stati disprezzati del tutto".
I chierici della Chiesa greca sottolineano: "È estremamente deludente rendersi conto che mentre prima, nonostante interessi politici e periodi estremamente difficili, la Sede ecumenica e i suoi santi patriarchi hanno combattuto per l'unità dei popoli della Russia sotto un'unica amministrazione spirituale ed ecclesiastica, oggi tale sede cede alle tentazioni e alle pressioni transatlantiche, cercando di dividere questi popoli con la forza, coinvolgendo la Chiesa ortodossa in interessi geopolitici e trasformando la Chiesa di Cristo in una parte di processi e problemi geopolitici. Il possibile riconoscimento dell'autocefalia da parte della Chiesa di Grecia, senza una decisione pan-ortodossa, coinvolgerà la nostra Chiesa locale in un gioco di scacchi geopolitici".
Di seguito, l'Unione dei giornalisti ortodossi pubblica il testo completo della traduzione della lettera aperta. Link qui per leggere la versione originale.
UNA LETTERA APERTA SULLA QUESTIONE UCRAINA
A sua Beatitudine l'arcivescovo Hieronymos di Atene e di tutta la Grecia, Atene,
Alle loro Eminenze i metropoliti della Chiesa di Grecia, presso le loro sedi
Eccellenze,
reverendissimi padri,
essendo membri della Chiesa ortodossa e figli spirituali della vostra gerarchia episcopale e paterna, sentiamo il bisogno di rivolgerci a voi come padri spirituali ed ecclesiali per esprimere la nostra preoccupazione per la concessione non canonica dell'autocefalia ucraina.
Condividiamo la vostra preoccupazione e le serie paure e dubbi canonici ed ecclesiastici espressi direttamente e indirettamente nello spirito del vostro giudizio pastorale. Siamo anche consapevoli delle pressioni esercitate sulla Chiesa greca e sui suoi vescovi da parte di vari tipi di ambienti ecclesiastici e non ecclesiastici, che non dovrebbero esercitarle. Vogliamo credere che le solide tradizioni spirituali dei nostri vescovi saranno in grado di far fronte agli attacchi esterni.
Naturalmente, diamo onore e rispetto al trono ecumenico di Costantinopoli, che ha il primato d'onore e il primo trono tra le Chiese ortodosse. Indubbiamente, il primato d'onore, concesso dai Concili ecumenici, rimane senza fine.
La prerogativa di Costantinopoli esiste e si svolge esclusivamente nell'ambito del sistema spirituale e santo di comunicazione gerarchico-sinodale tra le Chiese ortodosse locali, ma non al di fuori o al di là di questo: consiste principalmente nel coordinare le Chiese ortodosse sulle questioni più importanti d'interesse inter-ortodosso, nel presiedere riunioni e concili inter-ortodossi e pan-ortodossi, nonché nell'esprimere e attuare le decisioni adottate a seguito di discussioni pan-ortodosse.
Un'interferenza eccessiva, anche al fine di risolvere un problema serio, in un'altra giurisdizione, senza consenso, o piuttosto con l'unanimità in disaccordo con essa, non può essere basata sull'interpretazione ortodossa del primato d'onore, ma non è altro che la sua alterazione e interpretazione errata. Qualsiasi tentativo di imporre tale interpretazione, sfortunatamente, porterà a conseguenze ecclesiologiche molto gravi con l'immediata perdita del primo trono onorario. L'esempio del famigerato primato di Roma come primo trono nella storia della Chiesa antica dimostra la gravità di questo problema. Qualsiasi distorsione o tentativo di trasformare il primato d'onore in primato di potere mina l'ecclesiologia ortodossa e la conduce al papismo con tutti i postumi dannosi.
Come greci di nascita, onoriamo e rispettiamo il patriarcato quando questo esprime amore. Siamo rattristati perché oggi vediamo come, a causa della scelta sbagliata fatta dalla sua leadership, rischia di essere isolato e di perdere il suo ruolo di coordinatore nelle relazioni ortodosse, nonché di esprimere e adempiere la volontà delle Chiese ortodosse locali. Insistere ulteriormente sulla scelta sbagliata avrà solo ulteriori conseguenze negative per il trono.
Il Patriarcato ecumenico ha il diritto di concedere l'autocefalia a qualsiasi nazione, di innalzarla al livello di autocefalia solo sotto condizioni chiare e rigorose previste dalla tradizione ecclesiale e in linea con l'ecclesiologia ortodossa e l'ordine canonico, condizioni che non sono state osservate in questo caso .
Non possiamo condividere l'opinione che la negazione dell'adozione dell'autocefalia in Ucraina metta in discussione le autocefalie concesse nel XIX e XX secolo. Questa affermazione non ha basi canoniche o storiche. Non c'è la minima somiglianza tra l'autocefalia ucraina e l'autocefalia canonica di altre Chiese per i seguenti motivi:
La Chiesa autonoma dell'Ucraina, guidata dal metropolita Onufrij, con 90 vescovi, 12.000 parrocchie, 250 monasteri, 5.000 monaci e monache e milioni di fedeli, riconosciuta da tutte le Chiese ortodosse, persino dal Patriarcato ecumenico, non ha richiesto l'autocefalia. La Chiesa canonica, che ha tutti i suoi diritti, non ha chiesto e non ha accettato l'autocefalia. È possibile forzarla ad accettarla o punirla per averla respinta?
Mentre tutti, anche il Patriarcato ecumenico, riconoscono l'esistenza del metropolita Onufrij e dei 90 vescovi (non vi è alcun atto canonico sulla loro rimozione dal trono, o scomunica, o sospensione dal ministero), una struttura ecclesiastica parallela viene creata accanto a quella canonica esistente. Noi (come Chiesa, ndc) incolpiamo e condanniamo in modo assolutamente giusto le giurisdizioni parallele nella diaspora, ma ora le stiamo applicando all'interno della Chiesa?
La Chiesa dell'Ucraina appartiene canonicamente al Patriarcato di Mosca, non a quello ecumenico. Tutti gli atti di concessione dell'autocefalia da parte di Costantinopoli prima di questa furono compiuti sotto la sua giurisdizione.
Quasi tutte le Chiese locali hanno seri dubbi sulla canonicità e la legalità del sacerdozio della nuova chiesa. Inoltre, circa 15 su 50 dei suoi vescovi hanno ricevuto la loro "dignità" mediante un'auto.ordinazione! Non c'è mai stato un tale precedente da nessuna parte!
Non una sola Chiesa ortodossa ha riconosciuto l'autocefalia concessa – un evento senza precedenti nella storia della Chiesa!
È estremamente deludente rendersi conto che mentre prima, nonostante interessi politici e periodi estremamente difficili, la Sede ecumenica e i suoi santi patriarchi hanno combattuto per l'unità dei popoli della Russia sotto un'unica amministrazione spirituale ed ecclesiastica, oggi tale sede cede alle tentazioni e alle pressioni transatlantiche, cercando di dividere questi popoli con la forza, coinvolgendo la Chiesa ortodossa in interessi geopolitici e trasformando la Chiesa di Cristo in una parte di processi e problemi geopolitici. Il possibile riconoscimento dell'autocefalia da parte della Chiesa di Grecia, senza una decisione pan-ortodossa, coinvolgerà la nostra Chiesa locale in un gioco di scacchi geopolitici.
La regione dell'Ucraina (nelle fonti ecclesiali viene principalmente chiamata Piccola Rus') dal 988 d.C. fino al 1686 d.C. appartenne al Trono ecumenico. Con l'Atto patriarcale del patriarca Dionysios IV, venne canonicamente subordinata al Patriarcato di Mosca. Lo stesso Patriarcato ecumenico per 332 anni ha interpretato il suddetto Atto patriarcale come completa subordinazione alla Chiesa russa! Questo riconoscimento fu confermato in vari modi dallo stesso Patriarcato ecumenico e fu registrato ufficialmente nei Tipici del XVII secolo, nelle Sintagmatie / Costituzioni del 1797 (San Gregorio V), 1829, 1855, 1896, 1902, emesse a Costantinopoli dalla stamperia patriarcale negli annuari patriarcali, inclusa quella dell'anno 2018! In queste edizioni patriarcali ufficiali, il Trono ecumenico ha accettato senza riserve il fatto che l'Ucraina è affiliata canonicamente al Patriarcato di Mosca! La stessa fiducia è stata registrata dai delegati del Trono ecumenico (detentore dell'archivio K. Delikanis, insegnanti Metropolitan Kallistos (Ware) di Diokleia (Oxford), Theodoros Zisis (Salonicco), Vasilios Stavridis (Halki), Gr. Larendzakis (Vienna), vladyka Fidas (Atene-Zambezi) e personalmente il patriarca ecumenico Bartolomeo, sia per iscritto che nel suo discorso ufficiale a Kiev, così il Patriarcato del 1686 fu interpretato dal Patriarcato ecumenico per 332 anni!
E, soprattutto: è così che l'Atto patriarcale è stato interpretato dalla coscienza della chiesa pan-ortodossa per 332 anni! A partire dalla famosa Costituzione del patriarca di Gerusalemme Chrysanthos (Notaras) del 1715-2019, tutti gli annuari, calendari e tipici delle Chiese ortodosse locali hanno considerato l'Ucraina come parte della Chiesa russa. Chi può disdegnare il nucleo della tradizione e dell'esperienza ecclesiastica pan-ortodossa? Chi ha il diritto di stare al di sopra della coscienza pan-ortodossa?
Esprimiamo la nostra massima preoccupazione, poiché non vi è stata una risposta convincente riguardo alla "santa dignità" canonicamente inesistente della nuova chiesa. Naturalmente, fatte salve le rigorose condizioni, la Chiesa può riconoscere le consacrazioni nello scisma e l'eresia per il principio di oikonomia. Ma cosa dice la nostra Chiesa ortodossa al riguardo? In Oriente, non abbiamo un trono papale che esprime la sua opinione, mentre altri dovrebbero obbedire! Invece, le Chiese locali in Concilio, presiedute dal patriarca di Costantinopoli, decidono di curare lo scisma e accettare le consacrazioni! Tuttavia, quando tutte le Chiese locali hanno rifiutato di riconoscere una tale "santa dignità", secondo quale legge canonica il Patriarca di Costantinopoli afferma di rappresentare la Chiesa come primo trono e di accettare le ordinazioni scismatiche per oikonomia? Il patriarca di Costantinopoli non è superiore all'opinione generale di tutte le Chiese locali. Non è il papa che esprime l'ex cathedra della Chiesa ortodossa, non tenendo conto delle opinioni degli altri suoi subordinati.
Sfortunatamente, le ordinazioni nella nuova chiesa ucraina provengono non solo da Filaret scomunicato e anatematizzato, la cui scomunica e anatema sono stati riconosciuti dalla pienezza dell'Ortodossia (incluso il patriarca ecumenico) per 26 anni, ma provengono anche da un ex diacono che non fu mai ordinato né sacerdote né vescovo, lo spergiuro e criminale Viktor Chekalin. Santo cielo, come può la Chiesa greca riconoscere degli auto-ordinati? Dopotutto, noi siamo orgogliosi nel Signore della successione apostolica dell'Arcivescovado ortodosso. È possibile per noi, dopo il riconoscimento delle "ordinazioni" di Chekalin, continuare a predicare la successione apostolica dei sacerdoti ortodossi?
In che modo dunque la "santità" degli auto-ordinati è stata "guarita"? Può il solo patriarca di Costantinopoli con un suo unico atto curare l'assenza di successione apostolica? Le scuse fornite dai sostenitori dell'autocefalia sono così contraddittorie e auto-confutanti che non solo non riescono a convincere dell'esistenza dell'ordinazione canonica degli scismatici auto-ordinati, ma confermano l'assenza di successione apostolica. Detto questo, con quale coscienza gerarchica interiore un vescovo può iniziare a riconoscere tali "ordinazioni"? Non stiamo parlando di dubbi sulla purezza morale di alcuni individui, ma dell'assenza ontologica del nucleo stesso del sacerdozio; non abbiamo a che fare con una "contaminazione" non "morale", ma ontologica del Corpo dell'episcopato a livello pan-ortodosso.
Non possiamo capire come, senza alcuna decisione congiunta di tutte le Chiese locali, un gruppo di scismatici scomunicati, anatematizzati, auto-ordinati che non si sono nemmeno preoccupati di dimostrare il loro pentimento, sono stati ripristinati per mezzo di un atto, rattoppati assieme al "concilio d'unificazione" e allo stesso tempo è stata loro concessa la "autocefalia", mentre i vescovi canonici che costituiscono il Sinodo canonico e rappresentano la Chiesa canonica, sono stati disprezzati del tutto,
La leadership della nuova chiesa autocefala non garantisce affidabilità, serietà ed etica ecclesiale (vedi le dichiarazioni del "primate" Epifanij sugli Stati Uniti, sui diritti LGBT (movimento omosessuale, ecc.), sulla cooperazione con gli uniati, sulla sua partecipazione all'inaugurazione del monumento al "metropolita di Kiev" Vasilij Lipkovskij e così via). La secessione del "patriarca onorario" Filaret e alcuni "vescovi" della nuova chiesa e le sue gravi lamentele dimostrano nel modo più tragico il fallimento della guarigione dello scisma ucraino, perché gli scismatici non si sono mai pentiti, e questa è la condizione più necessaria per la guarigione lo scisma.
Non possiamo giustificare il conferimento dell'autocefalia come punizione per il Patriarcato di Mosca per la sua "arroganza", "azioni anti-ecclesiali", "disordine", "sentimenti di secolarizzazione", ecc. È impossibile usare l'autocefalia come punizione per il disobbediente perché la mancanza di rispetto e la violazione dei santi canoni non portano a una soluzione genuina e permanente dei problemi legati alla Chiesa. Dopotutto, indipendentemente dal problema che potrebbe sorgere tra Istanbul e Mosca, come può la prima guarire lo scisma?: Dichiarando non canonico l'intero Sinodo di 90 vescovi? Disprezzando l'intera Chiesa con le sue 12.000 congregazioni e milioni di credenti? Voi, vescovi di Costantinopoli, non avevate concelebrato con sua Beatitudine Onufrij e il suo Santo Sinodo quando eravate venuti a Kiev? Non lo avevate riconosciuto come l'unico e canonico metropolita di Kiev? Come avete potuto cancellarlo e riconoscere invece qualcun altro? Quali basi canoniche hanno queste azioni?
Siamo dinanzi a voi con profondo rispetto ed esprimiamo la nostra inseparabile solidarietà e sostegno ai milioni di membri della Chiesa ortodossa ucraina canonica che soffrono di dolore e persecuzione perché vogliono rimanere nella Chiesa in cui sono nati e si sono nutriti. Le azioni organizzate e le persecuzioni da parte dello stato e degli enti non statali contro la Chiesa canonica in Ucraina, allo scopo di costringere il clero e i credenti a trasferirsi nella nuova chiesa (OCU – ndc.)  mostrano il fallimento dell'autocefalia e il fatto che i fedeli dell'Ucraina non la richiesto. In che modo la Chiesa greca, invece di sostenere i credenti perseguitati, riconoscerà ciò che la stragrande maggioranza degli ucraini ortodossi ha respinto?
Infine, la cosa più allarmante è che il problema ecclesiale in Ucraina si sta trasformando da problema di struttura canonica in un grande problema ecclesiologico con un continuo tentativo di cambiare il primato d'onore del Patriarcato ecumenico in un primato di potere nello stile del papismo.
Sfortunatamente, il patriarca ecumenico nel caso dell'autocefalia ucraina rifiuta la riconosciuta tradizione del suo ruolo di coordinatore nell'espressione e attuazione delle decisioni sinodali delle Chiese ortodosse locali; pertanto, rifiuta di convocare un concilio pan-ortodosso o una sinassi dei primati.
Al contrario, come il papa, egli:
• agisce al di là della sua autorità, in una giurisdizione straniera che fa parte della Russia, come egli stesso ha ammesso fino a poco tempo fa;
• prende decisioni sovrane e indipendenti contro l'opinione non solo della Chiesa ucraina, ma anche di altre Chiese ortodosse locali;
• afferma che il resto dei vescovi ortodossi di tutto il mondo è obbligato ad accettare la sua decisione;
• ritiene che la sua decisione non debba essere approvata da altre Chiese, né che possa essere contestata o ritirata;
• interviene con la sua suprema autorità nella Chiesa ortodossa universale "come qualcosa di scontato e obbligatorio", "non solo in relazione a dogmi e tradizioni sacre e canoni delle disposizioni della Chiesa o riguardanti questioni generali in tutto il Corpo della Chiesa, ma anche in ogni questione separata relativamente importante di tale interesse o della Chiesa locale ”(lettera del patriarca ecumenico Bartolomeo all'arcivescovo Anastasio d'Albania del 22 febbraio 2019). Questa fraseologia patriarcale ricorda il famoso Dictatus Papae (1075) di papa Gregorio VII, che chiese che tutte le "cause majores" (domande serie) delle chiese ecumeniche fossero sottoposte al papa per una soluzione! "
È più che ovvio che se improvvisamente, Dio non voglia, prevarrà un simile approccio, si verificheranno gli eventi più gravi e desolanti nella nostra Chiesa ortodossa.
Vostra Beatitudine,
La riluttanza del prossimo Santo Sinodo permanente a "chiudere" rapidamente la decisione su tale autocefalia problematica mediante procedure abbreviate e la successiva affermazione che "non ci si può" assumere la responsabilità di tale decisione, dimostrano la prudenza e la grande umiltà dei nostri dirigenti ecclesiastici, ma allo stesso tempo ci mostrano che nella mente dei vescovi greci, ci si ricorda dei giuramenti presi davanti al santo altare alle loro ordinazioni episcopali, quando hanno promesso davanti a Dio e alla sua Chiesa di osservare i santi canoni dell'Ordine della Chiesa, così come l'unità della Chiesa ortodossa.
L'abuso della sacra istituzione dell'autocefalia che, invece di servire l'unità e la stabilità delle sante Chiese del nostro Signore Gesù Cristo, cerca di far esplodere la vera unità della nostra Chiesa ortodossa, rendendola una buffonata agli occhi dei suoi nemici, a nostro parere, non può essere accettata dal Concilio episcopale della Chiesa greca. Perché, in effetti, la Chiesa greca dovrebbe essere la prima ad assumersi una tale responsabilità opponendosi alla coscienza ecclesiastica di tutte le Chiese locali al fine di soddisfare la scelta falsa e infruttuosa del Fanar? Perché la Chiesa greca dovrebbe mettere in imbarazzo le anime di milioni di ucraini ortodossi che, attraverso privazioni e persecuzioni, lottano per rimanere fedeli alla loro tradizione ecclesiale? Perché, alla fine, dovrebbe confondere le anime di milioni di credenti in tutte le Chiese ortodosse locali, che attribuiscono grande valore alla Chiesa greca nelle loro menti e la considerano un faro? Crediamo che non renderà un buon servizio a se stessa, o alla Sede ecumenica o all'Ortodossia ecumenica.
Siamo fiduciosi che i nostri padri spirituali non ci deluderanno e ci mostreranno l'ecclesiologia e l'ordine canonico ortodossi come unici criteri per risolvere il problema ucraino.
Settembre 2019
Seguono le firme del clero, dei monaci e dei laici
Archimandrita Maxim Karavas, abate del monastero di santa Parascheva a Milochori, Tolemaida
Archimandrita Pichos Chrysostom, abate del monastero della Fonte vivificante a Langovardas, Pharos
Archimandrita Grigorios Hatzhinikolau, Abate del monastero della santa Trinità, Ano Gazea, Volos
Archimandrita Chrysostomos, abate del monastero del Ven. Nicodemo Pendalofu, Kilkis
Archimandrita Grigorios Papasotiriou, confessore dell'isicastirio della santa Trasfigurazione, Calcidica
Archimandrita Athanasios Anastasiou, vice abate del monastero della Grande Meteora, Kalambaka
Archimandrita Sarantos Sarantis, parroco della chiesa dell'Assunzione della santissima Theotokos ad Amarousiou, Atene
Archimandrita Simeon Georgiadis, Monastero della santissima Trinità di Ano Gazea, Volos
Archimandrita Ambrosios Gionis, monastero della santissima Trinità Ano Gazea, Volos
Archimandrita Laurentios Grazias, metropolia di Florina, Prespa ed Eordaea, Florina
Archimandrita Paulos Dimitrakopoulos, metropolia del Pireo, Pireo
Archimandrita Ignatios Kalaindzopoulos, monastero di santa Parascheva a Milochori, Tolemaida
Archimandrita Hierotheos Kokonos, Florina
Archimandrita Timotheos Papastaurus, predicatore della metropolia di Patrasso
Archimandrita Nikodemus Petropoulos, parroco della chiesa dell'apostolo Paolo a Patrasso, Patrasso
Archimandrita Augustinos Syarras, monastero della santissima Trinità di Ano Gazea, Volos
Arciprete Georgios Metallinos, Professore emerito della Facoltà teologica di Atene, Atene
Arciprete Theodoros Zisis, Professore emerito della Facoltà teologica di Salonicco, Salonicco
Arciprete Angelos Angelakopoulos, Pireo
Arciprete Photios Vizinias, professore di matematica in pensione, Salonicco
Arciprete Nikolaos Gavalas, chiesa dei santi Apostoli a Psalidi, Atene
Arciprete Anastasios Gotsopoulos, chiesa di san Nicola a Patrasso, Patrasso
Arciprete Ioannis Dimitropoulos, chiesa di sant'Antonio a Iteon, Patrasso
Arciprete Vasilios Kokkolakis, chiesa dell'Esaltazione della Santa Croce a Hololargos, Atene
Arciprete Nikolaos Manolis, Salonicco
Arciprete Antonios Buzdekis, chiesa di san Nicola a Nicea, Atene
Arciprete Eleftherios Palamas, chiesa di san Cristoforo, Eordea
Arciprete Ioan Fotopoulos, chiesa di santa Paraskeva, Atene
Arciprete Atanasios Tsambras, chiesa dell'apostolo Paolo, Patrasso
Monaco Seraphim Zisis, Salonicco
Monaco Simeon, Kapsala, Montagna Santa
Monaca Mariam, madre superiora del monastero di san Lorenzo, Pilion, Volos
Monaca Laurentia, Monastero di San Lorenzo, Pilion, Volos
Monaca Christonimfi, Monastero di San Lorenzo, Pilion, Volos,
E altri, in tutto 179 firme.