lunedì 31 marzo 2014

Urime e gezime pir ditlindjen!!!!


Al nostro Arcivescovo Mark, che oggi compie 50 anni... 

 
 
Pir shum vjet !
Per molti anni!
Многая лета!
La mulţi ani!
Ad Multos Annos!

venerdì 28 marzo 2014

www.ortodossiatorino.net

“Dimmi con chi vai, e ti dirò chi sei” (senza commenti)


L'arcivescovo cattolico romano di Philadelphia Charles Chaput, il metropolita-arcivescovo Stefan Soroka della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina di Philadelphia, e il metropolita Antony (Scharba) della Chiesa Ucraina Ortodossa degli USA (Patriarcato Ecumenico) presiedono al servizio per la pace in Ucraina nella cattedrale greco-cattolica ucraina dell'Immacolata Concezione a Philadelphia, 16 marzo 2014.

 

Nella Chiesa Russa criticano gli uniati per la connivenza nelle ingerenze occidentali negli affari dell'Ucraina


 















dal blog Parlons d'orthodoxie
Mosca. 26 marzo. Interfax 

Nel Patriarcato di Mosca sono state mosse critiche agli ucraini greco-cattolici per le intromissioni nella politica.
"Nella persona del suo arcivescovo supremo Svyatoslav Shevchuk, così come già l'ex arcivescovo Lyubomyr Husar, che ora è a riposo, hanno preso una posizione molto chiara fin dall'inizio del dissenso civile, che in seguito si è sviluppato, purtroppo, in un conflitto armato sanguinoso", ha detto il capo del Dipartimento sinodale per le relazioni ecclesiastiche esterne, il metropolita Hilarion di Volokolamsk, nel programma "La Chiesa e il mondo" sul canale televisivo "Russia-24".
Nelle sue parole, gli uniati non hanno solo sostenuto la cosiddetta integrazione europeam "ma hanno anche chiesto ai paesi occidentali in intromettersi più attivamente nella situazione in Ucraina".
"L'arcivescovo Svyatoslav Shevchuk non ha esitato ad andare negli Stati Uniti con il falso patriarca Filarete (Denisenko), si è recato negli uffici del Dipartimento di Stato e ha chiesto l'ingerenza degli Stati Uniti negli affari ucraini", ha detto il metropolita.
Nello stesso tempo la Chiesa ortodossa ucraina, ha proseguito, ha preso la posizione che la Chiesa dovrebbe essere un luogo per persone di diverse convinzioni politiche, tranne quelle apertamente estremiste e ultra-nazionaliste.
La Chiesa ortodossa canonica ha posto per tutti. Non sta da una sola parte della barricata. Unisce tutti, e, quando è necessario, si frappone tra i rivali come hanno fatto i monaci che sono usciti all'aperto e si sono frapposti tra le parti, rischiando la loro vita e la loro salute, per evitare spargimenti di sangue tra due parti in conflitto", ha ricordato il metropolita.
Ha anche detto che l'uniatismo come "progetto speciale della Chiesa cattolica è stato sempre percepito dagli ortodossi in modo estremamente negativo perché, in realtà, gli uniati sono persone vestite da ortodossi, che osservano riti ortodossi, ma sono cattolici".
Secondo lui, questo stato sui generis dà un certo margine di manovra sia agli stessi greco-cattolici sia al Vaticano.
"Per esempio, ho avuto occasione di parlare  della posizione dei greco-cattolici agli alti funzionari del Vaticano, ai quali ho chiesto: Come è possibile che la Chiesa greco-cattolica sia a tal punto solidale con gli scismatici da realizzare congiuntamente con loro dimostrazioni, preghiere e visite? A questo mi hanno risposto, sono autonomi, noi in Vaticano non li controlliamo", ha detto il metropolita, aggiungendo che, allo stesso tempo, il Vaticano non ritiene possibile dissociarsi dalle azioni degli uniati.
Parlando dell'inizio di un dialogo tra la Chiesa canonica e le entità non canoniche in Ucraina, ha espresso il parere che questo dialogo abbia prospettive.

 

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NATO: Nations Against The Orthodox

15 anni fa, il 24 marzo 1999, la NATO ha cominciato a bombardare la Serbia, e, infine, ha consegnato il Kosovo, il cuore storico della Serbia, a terroristi islamici. Prima di questo, la NATO si è schierata con i croati contro i serbi, con i musulmani bosniaci contro i serbi, e in Egitto si è schierata con i fratelli musulmani contro i copti e i cristiani ortodossi, e in Siria, si è schierata con i jihadisti contro i cristiani ortodossi siriani. Ora si sta schierando con gli uniati e gli scismatici contro gli ortodossi in Ucraina. È un peccato che un'organizzazione sorta per frenare l'espansione comunista sia diventata così chiaramente anti-cristiana ortodossa in ogni occasione.

 

sabato 15 marzo 2014

 

 Chiesa Ortodossa 


 Patriarcato di Mosca
Parrocchia
San Giovanni di Kronstadt

Palazzo Gallo - P.zza Vittorio Em. II 


Castrovillari (cs)

 




Русская Православная Церковь 

Московского Патриархата 

 




Biserica Ortodoxă Rusă

 Patriarhia Moscovei  




















  DOMENICA 16 marzo 2014



Seconda DOMENICA di quaresima


 TONO V

San Gregorio Palamas



Sabato 15.03.2014  :  Ore  17,30  Vespro (Vecernie)

 

Domanica 16.03.2014  :  Ore  09.30 

DIVINA  LITURGIA

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Crisi in Ucraina

Quali frontiere per le Chiese ortodosse?

di Luigi Sandri 
 
Insieme ai loro decisivi risvolti geopolitici – che qui diamo per conosciuti – le drammatiche giornate di Kiev, bagnate dal sangue a piazza Majdan, e il contrasto russo-ucraino per la Crimea hanno innescato anche una questione religiosa che è forse utile focalizzare, in se stessa e per le sue inestricabili connessioni con la situazione storica e sociale, ieri e oggi, dell’Ucraina.

Ucraina: come eravamo
Storicamente, il Paese da mille anni è sempre stato ortodosso. Nel 988 missionari bizantini battezzarono il principe Vladimir di Kiev, guida della Rus’ (l’Ucraina meridionale), e di conseguenza il popolo dovette farsi cristiano. Nel 1054 Roma e Costantinopoli si scomunicarono reciprocamente; una frattura, però, quasi ignorata nella Rus’. Quando i Tartari, alla metà del secolo XIII, devastarono Kiev, il metropolita della città riparò in Russia, infine fissando la sua sede a Mosca, pur mantenendo il suo titolo ecclesiastico originario. Con la nascita del patriarcato di Mosca (1589) la Chiesa ortodossa russa si riorganizzò, fino a controllare ecclesialmente parte dell’Ucraina.
Ma nel 1595-96 gran parte dei vescovi ucraini riconobbero il papato: nacquero così i greco-cattolici, definiti “uniati” dagli ortodossi, che li detestavano e li detestano. I primi ritennero di esplicitare un’unione mai in realtà spezzata con Roma; i secondi accusarono i re polacco-lituani ed i pontefici di aver organizzato il “tradimento” per distruggere dall’interno l’Ortodossia. Complicate vicende politiche porteranno poi l’Ucraina ad essere spartita: in particolare, la Galizia finirà sotto l’impero austro-ungarico; e Leopoli sarà asburgica dal 1772 al 1918, poi polacca e, dal 1939, sovietica.
Ai tempi dell’Urss, e nei limiti di azione permessi dal regime comunista, il patriarcato di Mosca ad un certo punto creò in Ucraina un esarcato, guidato dal metropolita di Kiev, membro permanente del Santo Sinodo russo. Tra la prima e la seconda Guerra mondiale vi fu un tentativo di creare in Ucraina una Chiesa autocefala, ma rimase minoritaria e svanì.
Quando, nel 1941, Hitler attaccò l’Urss, gruppi di “uniati” (forse pochi, ma il Cremlino li ritenne molti) salutarono i nazisti come liberatori dal giogo dei sovietici atei. Nel 1946, a Leopoli, un Sinodo – praticamente imposto da Stalin, e disapprovato dalle legittime autorità canoniche – annullò l’unione a Roma che i greco-cattolici avevano deciso nel XVI secolo; perciò essi divennero fuorilegge, e i loro beni, chiese ed edifici, passarono allo Stato o alla Chiesa ortodossa. L’arcivescovo maggiore di Leopoli degli Ucraini, Iosif Slipyj, già nel ‘45 era stato arrestato e mandato ai lavori forzati in Siberia: lo farà liberare, nel 1963, Nikita Khruscëv, per un gesto di deferenza verso Giovanni XXIII.

Ucraina: come siamo
Nel clima della perestrojka avviata da Mikhail Gorbaciov, e nel contesto di un’Urss che vedeva i Paesi baltici proclamarsi indipendenti, anche in Ucraina, nel 1990, si avviano analoghi movimenti, spesso guidai da “uniati”. Nel ’91 l’Ucraina proclama la sua indipendenza; nel dicembre di quell’anno l’Urss implode. Nel 1992 l’esarcato dipendente dal patriarcato russo si sfalda, e gli ortodossi si dividono in tre tronconi: Chiesa ortodossa ucraina, legata a Mosca; Chiesa autocefala ucraina; patriarcato di Kiev. Queste ultime due creazioni non sono riconosciute da nessuna Chiesa ortodossa al mondo. Il Santo Sinodo russo, da parte sua, degrada al rango di semplice monaco il metropolita Filaret, l’autoproclamatosi patriarca di Kiev; ma lui tira dritto.
Nel frattempo, gli “uniati”, pienamente rilegittimati, chiedono la restituzione dei beni loro sottratti nel 1946: nascono molti contenziosi, perché le tre Chiese ortodosse, là ove sono in possesso di beni già “uniati”, spesso non intendono restituirli.
Il patriarca di Mosca, Aleksij II, accusa Giovanni Paolo II di sostenere la causa degli “uniati” a spese della Chiesa ortodossa russa. Quando papa Wojtyla, nel 2001, programma un viaggio in Ucraina, il Santo Sinodo russo si oppone, per quanto può, a quell’iniziativa; ma il pontefice insiste e, malgrado il niet di Mosca, nel giugno di quell’anno il papa visita Kiev e Leopoli, qui accolto trionfalmente. Nella capitale ucraina Wojtyla incontra il Consiglio pan-ucraino delle Chiese e delle Organizzazioni religiose: tra i suoi rappresentanti manca però il metropolita (moscovita) di Kiev e di tutta l’Ucraina, Vladimir – «partito per le ferie», si premura egli stesso, polemicamente, di far sapere. E, nell’incontro con il Consiglio, è il “patriarca” Filaret a dare il benvenuto al papa. Uno schiaffo inaudito a Mosca.
D’altronde, vi erano tensioni anche in casa cattolica, soprattutto tra i latini ucraini – quasi tutti di origine polacca – e i greco-cattolici. Il che spinse papa Wojtyla, pochi mesi prima di recarsi in Ucraina, ad una singolarissima decisione: nel concistoro del 21 febbraio 2001 creò cardinali l’allora arcivescovo maggiore di Leopoli degli Ucraini, Lubomyr Husar, e l’allora arcivescovo di Leopoli dei latini, Marian Jaworski. Una città, due porporati!

Ucraina: come, forse, saremo
Nell’ultimo decennio ci sono state varie proposte – sostenute da molti politici ucraini; non da tutti – per unificare le tre Chiese ortodosse e crearne una sola, così come esistono la Chiesa ortodossa russa, romena, serba, bulgara, greca… Ipotesi sempre respinta dal patriarcato russo. Ma le recentissime vicende geopolitiche inaspettatamente hanno modificato anche lo scenario religioso.
Infatti, il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina (legata a Mosca) il 24 febbraio ha comunicato al patriarca russo Kirill di avere deciso, essendo il metropolita Vladimir di Kiev assai malato, di nominare locum tenens al suo posto Onufrij, metropolita di Chernovtsy e Bukovina. E Kirill ha augurato al neo-eletto di «essere aiutato da Dio a sostenere le sue responsabilità nel servizio della Chiesa in un momento difficile per il popolo ucraino». Parole significative, dato che nella stessa riunione nella quale aveva scelto Onufrij, il Santo Sinodo ucraino aveva deciso di creare una Commissione per aprire il dialogo con la Chiesa autocefala ucraina e con il patriarcato di Kiev; un dialogo, negli ultimi vent’anni, mai davvero avviato.
Si potrebbe dunque dischiudere una pagina nuovissima nell’Ortodossia ucraina; per andare dove, però? Al momento – e mai scordando che la situazione geopolitica, e il mantenimento o, al contrario, la dissoluzione dell’unità territoriale dell’Ucraina, peserà moltissimo sulle decisioni delle Chiese – si delineano scenari assai differenti. Ove le tre Chiese ortodosse ucraine si unificassero, dando vita ad una sola Chiesa ortodossa nel Paese, quali sarebbero i suoi rapporti con Mosca? Il patriarcato russo, che ha “assorbito” l’eredità della Rus’, accetterebbe una Chiesa ucraina autocefala, da esso slegata e guidata da un patriarca di Kiev? Insomma, per dirla con la terminologia cara alle Chiese ortodosse: l’Ucraina fa parte, o no, del “territorio canonico” del patriarcato russo, cioè di quello da esso storicamente controllato? D’altronde, a parte le questioni di principio, o di gloria, non va dimenticato che, oggi come oggi, proprio dall’Ucraina proviene una parte notevole del clero della Chiesa russa, e questa non potrebbe privarsene a cuor leggero.
Comunque, se gli ucraini riuscissero nel loro ambizioso progetto (il che non è scontato: intricatissimi sono i nodi, storici e canonici, da sciogliere), epperò Mosca lo contrastasse, che accadrebbe? Non rischierebbe, l’intera Ortodossia, dai patriarcati storici (Costantinopoli, Antiochia, Alessandria e Gerusalemme) a quelli balcanici (Serbia, Romania, Bulgaria), di spaccarsi tra favorevoli e contrari alla scelta di Kiev? E i greco-cattolici – tra i maggiori sostenitori della rivolta di febbraio contro il presidente Viktor Yanukovich – come si muoverebbero? E il papato?I drammatici eventi sociali e geopolitici che hanno avuto il loro epicentro in piazza Majdan hanno avviato qualcosa di irreversibile anche nell’Ortodossia ucraina e nell’insieme delle Chiese di quel Paese; ma, per ora, è arduo sapere in quale direzione.

* Giornalista vaticanista e saggista

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Russia - Proteggere i compatrioti in Ucraina

Mosca, 14 marzo 2014 - Le autorità di Kiev non sono in grado di avere sotto controllo la situazione nel paese, così che Mosca si vede costretta a riservarsi il diritto di prendere sotto la propria protezione i compatrioti che vivono in Ucraina, ha detto venerdì il Ministero degli Esteri russo sugli eventi a Donetsk del 13 marzo.
“Abbiamo più volte affermato che chi è salito al potere a Kiev deve disarmare i militanti estremisti e garantire la sicurezza pubblica e il legittimo diritto delle persone di tenere comizi. Sfortunatamente... questo non sta accadendo", ha sottolineato in un comunicato pubblicato sul sito del Ministero degli Esteri.
Il 13 marzo a Donetsk, contro i manifestanti pacifici che si opponevano al nuovo governo di Kiev si sono accaniti gli estremisti di destra provenienti da altre regioni del paese. Una persona è rimasta uccisa. Molti sono stati i feriti.

(Fonte: La Voce della Russia)

giovedì 6 marzo 2014

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Ucraina - La Crimea aderisce alla Russia

Mentre il Parlamento della Crimea ha preso la decisione di integrarsi alla Russia, indicendo il referendum il prossimo 16 marzo, e l’UE sembra aver congelato i beni del presidente Viktor Yanukovich e dei membri del suo governo, anche se questa decisione si sarebbe dovuta prendere di sicuro anche nei confronti dei membri del precedente Governo ucraino per fatti noti a tutti, pubblichiamo un articolo de La Voce della Russia, nel quale si fa un interessante confronto tra gli eventi in Crimea e quelli in Kosovo, dettato dalla verità.

La Crimea e il Kosovo: quali differenze?

La Crimea e il Kosovo hanno molte cose in comune: l'essere autonome, le basi militari di Paesi stranieri nel proprio territorio e il sentimento di indipendenza della maggioranza della popolazione. Ma c'è qualcosa di diverso: i loro protettori.
Nei giorni scorsi molti paragonano gli eventi in Crimea con l'aggressione della NATO contro la Jugoslavia nel 1999. Questi eventi vengono interpretati a proprio piacimento. Ad esempio l'ex ambasciatore americano a Mosca Michael McFaul ha sostenuto sulla CNN che l'intervento militare russo non sia accettabile perché esiste una grande differenza tra la situazione in Crimea e quella in Kosovo nel 1999.

Non ha senso paragonare la Crimea e l'Ucraina con il Kosovo e la Serbia. La Serbia aveva minacciato i kosovari, mentre l'Ucraina non minaccia nessuno.

Ma può uno Stato minacciare una parte del suo territorio? Nella Provincia autonoma del Kosovo vivono serbi, albanesi, turchi ed altri popoli. Non esistono i kosovari. Chi difendevano gli Stati Uniti? In Kosovo non vive nessun americano, mentre in Crimea vive un milione e mezzo di russi: questa è una grande differenza.
Per i media occidentali tuttavia ci sono molte somiglianze tra la Crimea e il Kosovo. Come ha scritto sul Guardian Ian Traynor:
La tattica e i metodi utilizzati da Milosevic durante le guerre nella ex Jugoslavia e nel Kosovo sono qui evidenti. Se Putin ha deciso di essere il nuovo Milosevic, l'Occidente vedrà una nuova divisione in Europa.

Slobodan Milosevic voleva che tutto avvenisse per il meglio, ma è finita come sempre. Non aveva la forza di resistere all'espansione della NATO verso est. Volendo concentrare le proprie forze dall'ovest all'est d'Europa, l'America ha scelto la Provincia autonoma serba del Kosovo e Metohija per creare la sua base strategica. Per tale fine hanno usato l'Esercito di Liberazione del Kosovo (UCK), che poco prima faceva parte persino della lista delle organizzazioni terroristiche redatta dagli Stati Uniti.
L'operazione anti-terrorismo delle forze speciali serbe contro l'UCK,nel villaggio di Racak nel gennaio 1999, venne usata come pretesto per il bombardamento della Jugoslavia, senza l'autorizzazione delle Nazioni Unite. I media occidentali, dipingendo l'operazione nel villaggio di Racak come una strage di civili, avevano invitato gli Stati Uniti a reagire e proteggere la popolazione inerme. Dieci anni più tardi Helena Ranta, esperto giuridico finlandese, ha scritto nella sua autobiografia che la relazione sui fatti nei Balcani era stata scritta sotto la pressione dell'allora capo della missione OSCE in Kosovo William Walker e del ministero degli Esteri della Finlandia: in realtà i corpi delle vittime erano di terroristi albanesi e non di civili.
Dopo che le forze della NATO sono entrate in Kosovo, gli Stati Uniti hanno costruito la seconda più grande base in Europa, "Bondsteel".Permette agli Stati membri dell'Alleanza Atlantica di controllare l'area del Mediterraneo e del Mar Nero, così come le rotte in Medio Oriente, Nord Africa e nel Caucaso e il transito delle risorse energetiche dalla regione del Caspio e dell'Asia centrale. Per gli USA essersi stabiliti in Serbia è legittimo e molto vantaggioso. Gli americani non pagano nessun canone per l'utilizzo di terreni pubblici in Kosovo.
La Russia, a differenza degli americani in Kosovo, per la sua base paga 100 milioni di dollari all'anno. La Flotta russa del Mar Nero si trova in Crimea già da 230 anni. " La Flotta del Mar Nero non è senza dimora . Sebastopoli è la sua sede naturale" ,- ha dichiarato il vice primo ministro Dmitry Rogozin. Inoltre la Crimea 50 anni fa faceva parte dell'Unione Sovietica, mentre gli Stati Uniti solo dopo un'aggressione hanno occupato una parte del territorio serbo e fanno di tutto per creare da lì un proprio Stato fantoccio.
I legami storici, economici e culturali tra la Russia e l'Ucraina danno il diritto a Mosca ad intervenire per proteggere i propri cittadini. 
Una domanda: cosa ci fanno gli Stati Uniti in Serbia?
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Attraverso l’Ucraina è stata dichiarata “guerra” alla Russia già a partire dalla lettera che la Tymoshenko, mentre era in carcere, inviò al presidente Yanuchovich in occasione della decisione di entrare o meno in Unione Europea. La lettera aveva toni minacciosi pesanti, davvero di cattivo gusto e per niente civili, prodromica degli eventi che poi sono accaduti. Questo fatto gravissimo è stato ignorato dai principali mezzi di comunicazione. Ora gli autori dell’attuale crisi ucraina dovrebbero farsi da parte. Sarebbe un loro dovere civile perché agli Usa, alla Nato e all’Europa non interessa nulla del destino di una nazione e della sua gente, ma interessa molto più la possibilità di controllo e penetrazione in un’area a ridosso della Russia.
Le conseguenze potrebbero essere pericolose anche per "l’altra faccia" dell’Ucraina che si è venduta. Dopo aver speso cinque miliardi di dollari per finanziare ed organizzare i cosiddetti rivoltosi di Kiev, ora "l’altra faccia" dell’Ucraina non sopporta che una parte della popolazione ucraina decida di non stare dalla loro parte e non tollera che sia adesso la Russia a stare in mezzo a questa parte di popolazione in Crimea.


Dal sito amico: http://www.eleousa.net

Turchia - Preparazione della riunione dei Primati

Istanbul, 5 marzo 2014 – Nella sala del trono del Patriarcato di Costantinopoli, la Commissione preparatoria, presieduta dal metropolita Ioannes di Pergamo, ha continuato a fornire un contributo alla prossima riunione dei Primati delle Chiese ortodosse. Ai lavori della Commissione, con la benedizione di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill, ha partecipato la delegazione della Chiesa ortodossa russa, composta dal presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne, metropolita Hilarion di Volokolamsk, dal suo vice, arciprete Nikolaj Balashov, e dal dipendente del Decr, diacono Anatolij Churyakov.
Sono state scambiate opinioni su una vasta gamma di questioni, compresi i preparativi del Concilio Panortodosso.
Il metropolita Hilarion ha sottolineato nel suo discorso, in particolare, l'importanza e la responsabilità dei lavori preparatori, che devono prendere in considerazione alcune differenze di opinione tra le Chiese ortodosse. «L'unità della Santa Chiesa Ortodossa, che abbiamo preservato per 2000 anni, pur non avendo avuto quegli strumenti amministrativi di unità che ha, per esempio, la Chiesa Cattolica, - è un aspetto molto importante del nostro patrimonio, che dobbiamo assolutamente preservare e rafforzare», - ha detto Vladyka. In conformità con le disposizioni del Consiglio dei Vescovi della Chiesa ortodossa russa nel 2013, il metropolita Hilarion ha sottolineato anche l’esigenza che il potere decisionale in seno al Concilio avvenga per consenso. Il presidente del Decr ha inoltre aggiunto: «Non si deve pensare solo al buon esito del Concilio, ma anche alla successiva accoglienza delle sue decisioni – il fatto che i suoi risultati siano adottati nelle Chiese ortodosse locali».
Durante i lavori della Commissione preparatoria è stato riconosciuto che la riunione dei Primati sarà consultiva, dal momento che ciascun Primate dovrà informare i membri del Sacro Sinodo della sua Chiesa, che darà un giudizio sulle decisioni adottate.

Dal sito: https://mospat.ru

Incontro dei due patriarchi

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Il 5 marzo 2014, al suo arrivo ad Istanbul, Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill si è recato al Fanar, sede del Patriarcato di Costantinopoli, dove ha incontrato Sua Santità il Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli.
Il Patriarca Bartolomeo ha calorosamente accolto il Primate della Chiesa russa e il suo seguito e ha espresso la gioia per la partecipazione di Sua Santità il Patriarca Kirill alla riunione (sinassi) dei Primati e dei rappresentanti delle Chiese ortodosse locali.
«Ringrazio Vostra Santità per l’invito a partecipare alla riunione – ha detto il Patriarca Kirill. – Voi sapete che abbiamo una rigorosa disciplina durante la prima settimana di Quaresima, e abitualmente celebro i vari uffici liturgici la mattina e la sera in diverse parrocchie di Mosca, ma quando ho ricevuto la Vostra lettera ho deciso di venire qui».
Sua Santità il Patriarca Bartolomeo, da parte sua, ha espresso comprensione per il rammarico che i fedeli di Mosca provano a causa della temporanea assenza del proprio vescovo, notando tuttavia che l’imminente riunione dei Primati e rappresentanti delle Chiese ortodosse locali intende servire l’unità generale della Chiesa.
I due Patriarchi nel corso della fraterna conversazione hanno discusso varie questioni.
Secondo l’uso delle Chiese ortodosse all’inizio della Quaresima, Sua Santità il Patriarca Bartolomeo e Sua Santità il Patriarca Kirill si sono chiesti reciprocamente perdono e ognuno ha chiesto all’altro di pregare per lui.
All’incontro hanno partecipato il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion di Volokolamsk, il capo della Segreteria amministrativa del Patriarcato di Mosca, vescovo Sergij di Solnechnogorsk, e gli altri membri della delegazione che accompagna Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill, mentre per il Patriarcato di Costantinopoli erano presenti il metropolita Ioannes di Pergamo, il metropolita Emmanuel di Gallia e il segretario generale del Sacro Sinodo, archimandrita Bartolomeos (Samaras).

mercoledì 5 marzo 2014

Dal Dipartimento Relazioni Esterne della Chiesa Ortodossa Russa

Messaggio del Patriarca Kirill 

alla Chiesa Ucraina

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Il 2 marzo 2014 Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill ha rivolto al locum tenens della sede metropolitana di Kiev, metropolita Onufrij di Chernivtsy e Bucovina, all’episcopato, al clero e a tutti i fedeli figli e figlie della Chiesa ortodossa ucraina, un appello riguardante la difficile situazione in Ucraina.
Eminenza, amato metropolita Onufrij, locum tenens della sede metropolitana di Kiev, reverendi vescovi e chierici, cari fratelli e sorelle!
Con dolore, trepidazione e sofferenza apprendo quanto sta accadendo in Ucraina.
Le lotte politiche stanno portando scontri e divisioni tra le persone, compresi quanti sono legati dalla comune fede. È minacciata l’esistenza stessa dell’Ucraina come stato unitario. Questi eventi sono il risultato della crisi politica interna, dell’incapacità di varie forze sociali e politiche a trovare una soluzione non violenta dei problemi esistenti nella società.
Tra i figli della nostra Chiesa vi sono persone che hanno opinioni politiche e convinzioni diverse, e anche persone che si trovano dai due lati opposti delle barricate. La Chiesa non si schiera né da una parte né dall’altra nella lotta politica. Ma ha il dovere di contristarsi per quanti sono esposti alla violenza, o hanno bisogno di protezione perché si trovano in pericolo.
Rispondendo al Vostro appello, Eminenza, assicuro a Voi e al nostro gregge ucraino che farò tutto il possibile per convincere tutti coloro che detengono il potere, che è inammissibile la morte di persone innocenti nella mia amata terra dell’Ucraina.
Il sangue dei nostri fratelli, versato a Kiev e in altre città ucraine, è frutto di quell’odio che i membri di entrambe le fazioni contrapposte hanno permesso al nemico del genere umano di far crescere nei loro cuori. Possa il Signore fermare ogni mano alzata con l’intento di provocare dolore e sofferenza, e benedire coloro che sostengono la pace. Egli, nostro Padre misericordioso, non permetterà che il fratello si erga contro il proprio fratello, che la violenza continui, che i santuari siano sottoposti a profanazione. Eleviamo la nostra fervente preghiera comune perché non ci siano più vittime sul suolo ucraino.
Nessuno di coloro che ora vivono in Ucraina deve sentirsi estraneo nella propria casa, a prescindere dalla lingua che parla. Non possiamo permettere l’ulteriore divisione della società, la crescente violenza contro i civili, ma è necessario garantire a tutta la popolazione i propri diritti e le libertà fondamentali, compreso il diritto di partecipare all’adozione di decisioni cruciali. Quanti detengono il potere devono prevenire la violenza e l’illegalità. Il popolo ucraino deve, senza alcuna influenza esterna, determinare il proprio futuro.
La fratellanza dei popoli russo, ucraino e bielorusso è una realtà, è la storia conquistata a fatica da molte generazioni dei nostri antenati. Questa realtà, che vive nei nostri cuori, dovrebbe determinare il nostro futuro, e non può essere sacrificata agli interessi contingenti.
Oggi, Domenica del perdono, mi rivolgo a tutti i miei fratelli e sorelle in Cristo con un fervente appello al perdono e alla comprensione. Mi rivolgo a tutti coloro che detengono il potere: evitate la violenza contro i civili!
Signore, benedici il tuo popolo e proteggi da ogni male tutti coloro che vivono in terra ucraina!
+ Kirill, Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’

Chiesa Ortodossa di Torino - Patriarcato di Mosca

Ecco l'altra Ukraina (quella vera) 
che chiede libertà (quella vera).
 

Lo striscione dice Мы не мясо жирафа для Евросоюза ("Noi non siamo carne di giraffa per l'Unione Europea"), riferimento al maschio di giraffa perfettamente sano e recentemente abbattuto senza necessità allo zoo della "civile" Copenaghen, nonostante le molte offerte di prendere in carico l'animale. Il più importante stendardo della Одесская дружина ("Guardia di Odessa") dice Мы помним свою историю! ("Noi ricordiamo la nostra storia!")
 
Questa è Odessa: un raduno dell'Ucraina civile e pacifica (quella che NON ci hanno fatto vedere in TV) che protesta... contro cosa? Contro l'Euromaidan!
Prendetevi un po' di tempo per guardare lo svolgimento della marcia «Одесса без Майдана» (Odessa senza Maidan). Lo troverete istruttivo.
 
 
Intanto, vedrete per lo più volti di VERE persone, e non muri di elmetti e passamontagna (ce ne sono anche qui, ma in proporzione fisiologica a qualsiasi corteo popolare). Poi, vedrete simboli della VERA popolazione, che come tale, ha idee diverse: ci sono bandiere ucraine e vessilli cittadini, stendardi imperiali e bandiere comuniste. In pratica, tutto uno spaccato di una società senza una società spaccata: persone con idee contrastanti tra loro ma civili, che non cercano di imporre la loro posizione con la forza o con la violenza.
...e voi, da che parte state?
 

lunedì 3 marzo 2014

QUARESIMA 2014

Dalla nostra Chiesa Parrocchiale "San Giovanni di Kronstadt" del Patriarcato di Mosca a Castrovillari: " Buona Santa e Grande Quaresima" con le foto interne della nostra Chiesa.

Care Sorelle e Cari Fratelli: dopo l'ufficiatura del Vespro (vecernie), secondo la tradizione ortodossa, siamo già entrati nel vivo della Santa Quaresima. Altri giorni non li prendiamo in prestito per prolungare il magna magna ed il divertimento, altrimenti dovremmo cambiare il suo nome. Imitando il Signore Nostro, anche noi per 40 giorni, forti del suo esempio, iniziamo questo periodo di preparazione al trionfo sulla morte del Signore. E' un periodo che ci permetterà di ritemprare il corpo e l'anima affinchè possiamo essere più forti e rigettare le provocazioni e le "dolci" tentazioni del demonio. Tentazioni che riguardano sia lo spirito che il corpo. Sappiamo che il principe di questo mondo è sicuro di ciò di cui noi andiamo pazzi ed è proprio su questo, sulle nostre meschinità e sulle nostre debolezze che lui ci sguazza e ci contorce come si fa con la lana. Ma sappiamo che la lotta pur essendo impari possiamo vincerla, l'uomo pur nella sua immensa debolezza ha le carte in regola per sopportare le inquietudini e gli strali demoniaci. Chiediamo aiuto al nostro Creatore ed egli non permetterà che la sua creatura cada nelle mani del demonio. Signore abbi misericordia di noi, abbi misericordia della tua decaduta creatura e donale forza e perseveranza per la lotta contro il demonio, solo così si potrà presentare davanti a te con l'animo e lo spirito pronto a ritornare in quel Paradiso che i nostri padri hanno perso con la loro disobbedienza. A tutti noi....Buona e Santa Quaresima. Il Signore ci benedica.








Dal sito: http://www.imolaoggi.it/

Cosa sta accadendo in Ucraina? Perché è sbagliato attaccare la Russia?

 

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3 mar – Lasciamo per un attimo perdere le idiozie che dicono in televisione e che raccontano i Capi di Stato e i politici occidentali. Ecco alcune mie considerazioni.
L’Ucraina è strategica nella politica espansionistica americana in quantogli Stati Uniti hanno come obiettivo di allargare le proprie influenze indebolendo gli altri blocchi di potere che ci sono nel mondo. Con alcuni Paesi del Medio Oriente hanno accordi economici e finanziari e di recente gli Stati Uniti hanno cambiato la geopolitica dei Paesi del Nord Africa e ci hanno provato anche nel Medio Oriente senza grandi successi.L’Europa non costituisce un potere in quanto una costola di quello americano. Non ci tengono in minima considerazione in quanto sanno che i Paesi europei sono manovrabili come burattini. Restano la Russia e la Cina. Il blocco della guerra fredda si è mitigato negli anni ma mai sparito del tutto, con posizionamenti e schieramenti strategici di varia natura.
Perché l’Ucraina?
Perché è particolarmente strategica per la Russia, sia per una questione militare (non dimentichiamo che in Crimea oltre la flotta militare vi sono tre grosse industrie per la costruzione di armi russe), sia perché è regione di transito di risorse energetiche con cui vengono approvvigionati i Paesi europei, sia perché costituisce una importante via di accesso al Mar Nero attraverso la quale la Russia può accedere al Mediterraneo e alla Siria. Agli Stati Uniti e all’Europa non importa assolutamente nulla del popolo ucraino. L’Ucraina non potrà essere ammessa all’Unione Europea mancando ogni condizione per l’adesione. Non solo. Non esistono nemmeno le risorse (35 miliardi di euro oltre circa 25 di garanzie bancarie) che l’Unione Europea dovrebbe dar loro se si staccassero dall’influenza russa. All’Ucraina conviene molto più restare in orbita russa e ottenere aiuti che diversamente perderebbe. L’Ucraina agli Stati Uniti interessa per una sola ragione: farla entrare nella NATO e poter impiantare basi militari quasi in territorio russo. Democrazia, libertà, diritti non c’entrano assolutamente niente e non interessano né agli Stati Uniti né all’Unione Europea. Per questo motivo gli Stati Uniti hanno pagato e armato tantissimi soldati per scendere in piazza a Maidan e costringere Yanukovich alla fuga attaccando l’esercito e lo Stato sovrano ucraino attuando un vero e proprio attacco militare.
Perché la reazione di Putin?
Putin non si può permettere di farsi sottrarre una zona così strategica e importante per la Russia. Mentre Obama combatte le sue guerre con finte rivoluzioni armando ribelli e soldati camuffati da civili, Putin non si lascia raggirare. Obama fa chiacchiere e combatte guerre mediatiche per influenzare l’opinione pubblica e cercare una legittimazione della sua guerra espansionistica. Putin risponde con i fatti, agendo. Obama vorrebbe prendere tempo con la diplomazia ingannando Putin e intanto occupando e militarizzando l’Ucraina. Ma Putin ovviamente ha dovuto agire per tempo prima che fosse troppo tardi e riprendere possesso dei propri interessi sia economici sia relativi alla popolazione prevalentemente russa in Ucraina.
Perché è sbagliato attaccare la Russia?
Il mondo vive di equilibri, tra poteri e potenze. Un po’ come la democrazia. Non possiamo avere una maggioranza senza una opposizione. Lo stesso meccanismo regola il mondo. Immaginate ora un mondo globalista soggetto a una unica potenza che regola tutto. Sarebbe una dittatura che non darebbe spazio a nessuna libertà. La presenza di altri blocchi di potere è essa stessa una garanzia di libertà, oltre quel che questi poteri rappresentano. La diversità e le singole sovranità sono da preservare e sono l’unica forma di salvezza della nostra libertà. Non si tratta di essere filo-russi e anti-americani, si tratta di far sì che culture e civiltà vengano rispettate mantenendo degli equilibri, senza oltrepassare dei limiti. Quegli stessi limiti che da troppo tempo gli Stati Uniti, e Obama in particolare, stanno oltrepassando in tutto il mondo, con risultati a dir poco imbarazzanti.
Flavio Facioni

 

domenica 2 marzo 2014

Care Sorelle e Cari Fratelli: dopo l'ufficiatura del Vespro (vecernie), secondo la tradizione ortodossa, siamo già entrati nel vivo della Santa Quaresima. Altri giorni non li prendiamo in prestito per prolungare il magna magna ed il divertimento, altrimenti dovremmo cambiare il suo nome. Imitando il Signore Nostro, anche noi per 40 giorni, forti del suo esempio, iniziamo questo periodo di preparazione al trionfo sulla morte del Signore. E' un periodo che ci permetterà di ritemprare il corpo e l'anima affinchè possiamo essere più forti e rigettare le provocazioni e le "dolci" tentazioni del demonio. Tentazioni che riguardano sia lo spirito che il corpo. Sappiamo che il principe di questo mondo è sicuro di ciò di cui noi andiamo pazzi ed è proprio su questo, sulle nostre meschinità e sulle nostre debolezze che lui ci sguazza e ci contorce come si fa con la lana. Ma sappiamo che la lotta pur essendo impari possiamo vincerla, l'uomo pur nella sua immensa debolezza ha le carte in regola per sopportare le inquietudini e gli strali demoniaci. Chiediamo aiuto al nostro Creatore ed egli non permetterà che la sua creatura cada nelle mani del demonio. Signore abbi misericordia di noi, abbi misericordia della tua decaduta creatura e donale forza e perseveranza per la lotta contro il demonio, solo così si potrà presentare davanti a te con l'animo e lo spirito pronto a ritornare in quel Paradiso che i nostri padri hanno perso con la loro disobbedienza. A tutti noi....Buona e Santa Quaresima. Il Signore ci benedica.