sabato 27 giugno 2015

Iosif Constantinos su Face Book: "QUEL CONCETTO DI FALSA PACE CHE SOFFOCA IL CRISTIANESIMO"

Uno sguardo al cattolicesimo romano. “Fare della << pace >> uno stato di inerzia, di immobilità, di conservazione dell’uguale porta all’entropia, impedisce, la voglia di vivere, toglie la speranza di un future cambiamento, uccide il contrasto delle idee… Nessuno si azzarda a discutere, neanche i sacerdoti e i vescovi, consentendo a priori con quello che dice il Papa.” 

QUEL CONCETTO DI FALSA PACE CHE SOFFOCA IL CRISTIANESIMO *

Un grido di allarme sulla fine del cristianesimo in Italia. L’ha lanciato il vescovo di Como, monsignor Alessandro Maggiolini in una intervista al Corriere della Sera… (E ci si dovrebbe meravigliare) che una preoccupazione così grave non sia sentita dai 250 vescovi e dai circa 54.000 sacerdotì italiani, e neanche dal Papa, che pure è il Vescovo di Roma e il Primate d'Italia, e che, quando lancia i suoi messaggi di esortazione alla cristianità, non sembra particolarmente allarmato dalla situazione italiana.
Invece è proprio qui, in questo tranquillo silenzio uno dei sintomi, e al tempo stesso delle cause della malattia mortale che stà uccidendo non soltanto il cristianesimo ma la società italiana.
Un tranquillo silenzio dettato dalla volontà di conservare la «pace», di indurre, anzi, a ritenere la «pace» esaltandone la bellezza come il massimo piacere, il migliore dei sistemi sociali e politici di cui godono gli italiani e possibilmente dovrebbero godere tutti gli uomini.
Bisogna, dunque, intendersi sul concetto di pace… Bisognerà pur chiedersi di chi siano le responsabilità maggiori di un tale stato di cose e se esso non abbia le sue radici proprio in quel concetto di «pace» che ha condotto la Chiesa cattolica a un tragico ripensamento di se stessa.
In altri termini si tratta dell'errore, troppo facile, per il quale si ritiene che si possa non farsi la guerra soltanto cercando «ciò che ci unisce, piuttosto che ciò che ci divide»; slogan fatto, proprio anche dai capi politici, non soltanto in Italia ma in tutta l'Europa.
Da qui l'ostinata volontà di attenuare il più possibile la frattura-differenza fra l'ebraismo e il cristianesimo, operazione cominciata in sordina dal Concilio Vaticano II, ma poi esplosa con l'opera totalitaria di Wojtyla; tesa a includere anche l'islamismo nell'idea che ciò che ci unisce è il monoteismo, il padre Abramo. Wojtyla ha annullato così qualsiasi dinamica nelle religioni con la stessa sicurezza con la quale ha ritenuto di poter annullare a suo piacimento la «storia», semplicemente chiedendo scusa, cosa di cui a ragione si lamenta Maggiolini.
Da questo falso concetto di pace discendono due gravissime conseguenze. La prima è la riduzione al minimo comun denominatore di qualsiasi fenomeno umano, una riduzione che elimina l'intelligenza, il pensiero, la ricerca, la critica, la differenza, il nuovo, il difficile, il «meglio», assieme allo sforzo, alla passione, al sacrificio per conquistarlo. L'altra inevitabile conseguenza connessa alla prima è… la tendenza al suicidio, all'estinzione.
Il conflitto, la tensione, la volontà di agire, di raggiungere una meta e di affermarla; come giusta e vera davanti a tutti, è la vita dell'uomo, quello che lo caratterizza e lo definisce con l'attività del.pensiero (capire significa sempre andare al di là del confine).
Fare della << pace >> uno stato di inerzia, di immobilità, di conservazione dell’uguale porta all’entropia, impedisce, la voglia di vivere, toglie la speranza di un future cambiamento, uccide il contrasto delle idee, lasciando questa possibilità soltanto a coloro che governano, ben felici di questo comodo modo di gestire il potere.
In Italia questo è successo sia nell'ambito politico che in quello religioso. Nessuno si azzarda a discutere, neanche i sacerdoti e i vescovi, consentendo a priori con quello che dice il Papa, cosa che ha comportato la cancellazione di una forte personalità, e di una reale presenza dei sacerdoti, al di fuori della funzione «amministrativa» con incluse le buone parole.
Non è forse anche per questo motivo che il vescovo Maggiolini appare cosi privo di speranza? Sarebbe indizio di vitalità l'esistenza di qualche movimento ereticale piuttosto che la «pace» dell'indifferenza. [...]

* Articolo a firma di Ida Magli (antropologa italiana) apparso ne “Il Giornale” di Giovedì 3 maggio 2001)

mercoledì 24 giugno 2015

https://mospat.ru

Visita del Patriarca in Bielorussia

 


Il 20 giugno 2015 Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill ha iniziato la visita primaziale alla Chiesa ortodossa bielorussa.
La delegazione ufficiale che accompagna Sua Santità comprende il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca (Decr), metropolita Hilarion di Volokolamsk, il capo della Segreteria amministrativa del Patriarcato di Mosca, vescovo Sergij di Solnechnogorsk, il vicepresidente del Decr, arciprete Nikolaj Balashov, il capo del Servizio di protocollo di Sua Santità il Patriarca, arciprete Andrey Milkin, il capo del Servizio stampa del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, diacono Alexander Volkov.
All’aeroporto Minsk-2 Sua Santità Vladyka è stato accolto dall’esarca patriarcale di tutta la Bielorussia, metropolita Pavel di Minsk e Zaslawe, dal vice primo ministro della Bielorussia, N.I. Kochánova, dal commissario per gli affari religiosi ed etnici della Repubblica di Bielorussia, L.P. Guljaako, dal capo del protocollo di Stato del Ministero degli Esteri della Repubblica di Bielorussia, J.O. Sluka, dall’ambasciatore della Federazione Russa nella Repubblica di Bielorussia A. A. Surikov, dai vescovi e il clero dell’Esarcato di Bielorussia.
In un’intervista con i giornalisti, Sua Santità il Patriarca Kirill ha detto tra l’altro: «Ogni volta provo grande gioia nel venire in Bielorussia. Questa volta la mia visita è collegata con la celebrazione del 1000° anniversario del trapasso del principe Vladimir, che ha gettato le basi della civiltà cristiana degli slavi orientali, la fede ortodossa che collega i popoli fratelli. E la visita in Bielorussia, che rappresenta il fiore all’occhiello di queste grandi nazioni cristiane ortodosse, per me è molto importante e umanamente piena di gioia».
Durante la visita primaziale Sua Santità deporrà una corona di fiori dinanzi al Monumento della Vittoria a Minsk, benedirà il centro spirituale ed educativo dell’Esarcato bielorusso e avrà un incontro con il presidente A.G. Lukashenko.
Il Patriarca ha ricordato in special modo la visita alla Fortezza di Brest, tra i cui difensori c’era uno zio di Sua Santità: «Per via della parentela, in termini umani sono molto legato a questi luoghi», ha concluso il Primate della Chiesa ortodossa russa.










http://www.ortodossiatorino.net

Julia Sysoeva: "Le donazioni non bastano mai"
intervista di Ekaterina Ljul'chak
pravoslavie.ru, 12 giugno 2012


In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano cade in terra e non perisce, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Giovanni 12: 24
Julia Sysoeva, madre e vedova, ha istituito un fondo per sostenere le famiglie dei sacerdoti assassinati – cosa che sognava insieme al suo defunto marito, padre Daniil Sysoev. Il suo fondo opera come parte del centro missionario che prende il nome del suo defunto marito.
Matushka Julia Sisoeva. Foto: E. Stepanova, Miloserdia.ru
Come è nata l'idea di creare una fondazione di beneficenza?
L'dea è nata molto tempo fa, mentre padre Daniil era ancora in vita. In origine, l'idea era quella di creare un fondo per aiutare le famiglie dei sacerdoti. Ci sono fondi per aiutare ampie varietà di persone: i disabili, gli orfani, i malati. Tuttavia, non ci sono fondi dedicati ad aiutare le mogli vedove, le madri e le famiglie dei sacerdoti defunti. E ho condiviso la mia idea con padre Daniil, che ha risposto: "Ti è venuta in mente l'idea, ora mettila in pratica".
Ha creato il fondo dopo aver appreso di qualche particolare caso drammatico, o era un'idea astratta?
Una volta mi sono imbattuta in un annuncio internet circa una matushka che era rimasta vedova con cinque figli da allevare, uno dei quali era malato di leucemia acuta. La situazione mi ha scioccato. C'erano persone che diffondevano la voce e raccoglievano fondi, ma per conto proprio, senza alcuna organizzazione particolare. E poi ho pensato che sarebbe bene creare un fondo che potrebbe contribuire a organizzare l'assistenza per queste famiglie.
Ma l'attività della vita di tutti i giorni non mi ha permesso di trasformare quest'idea in realtà. Per triste che sia, lo slancio per l'attuazione di questa idea è stato dato dalla morte di padre Daniil. In quel momento mi sono resa conto che è impossibile non farlo.
È stato difficile in un primo momento?
La cosa più difficile è stata applicarmi all'opera. Per esempio, padre Daniil aveva una gran volontà e una tremenda energia. Ardeva continuamente di zelo per il suo lavoro. La maggior parte di noi è sepolta negli affari della vita quotidiana ... e talvolta diventiamo freddi o pigri anche verso il più ardente dei desideri iniziali. Io sono una persona passiva per natura. Di solito ho bisogno di una spinta, mentre padre Daniil era in grado di lavorare senza tali motivazioni esterne. Ma la cosa principale è stata avere la forza di iniziare. In seguito ci sono stati naturalmente molti problemi, ma li superiamo tutti con l'aiuto di Dio. Io li considero sfide. C'è un problema: come farò a risolverlo?
Come si presenta oggi il fondo?
Il nostro centro lavora in tre direzioni principali: opera missionaria, pubblicazioni e filantropia.
L'opera missionaria comprende la formazione missionaria e un programma educativo. Stampiamo i materiali e li distribuiamo a chiese e parrocchie. Questo è importante, la gente legge, colma le lacune nella propria conoscenza e rafforza la propria fede.
La formazione missionaria stata un'idea di padre Daniil. Accettiamo iscrizioni da parte di cristiani ortodossi che conoscono il catechismo e vogliono diventare missionari.
Le pubblicazioni sono un progetto autosufficiente. Fondamentalmente, anche questa è un'eredità del padre Daniil, di cui non tutti gli articoli sono stati ancora pubblicati. Ora ci stiamo preparando a pubblicare le memorie della vita di padre Daniil, tra cui una raccolta di testimonianze e di ricordi di ottanta persone che lo conoscevano. Il mio contributo sono state due ampie parti sul mio rapporto con lui. Il libro è quasi pronto: siamo all'opera sull'aspetto finale. Speriamo, con l'aiuto di Dio, che sia pubblicato presto. Tra l'altro, una parte dei proventi della casa editrice andrà alle famiglie che stiamo aiutando. Le donazioni non bastano mai, quindi le entrate dall'editoria sono un grande aiuto per noi.
La chiesa dell'apostolo Tommaso in via Kantemirovskaja, Mosca.
Avete piani di espansione?
Ci sono riflessioni sull'organizzazione di pellegrinaggi missionari nei luoghi santi, dei quali i pellegrini in genere non si occupano. Anche questa, per inciso, era un'idea di padre Daniil. Dopo tutto, la maggior parte dei pellegrinaggi segue percorsi standard. E vogliamo trovare qualcosa di speciale, di insolito, perché molti luoghi e chiese sono "fuori dai sentieri battuti," sono dimenticati se non da poche persone. Ma non so tra quanto tempo verrà messa in pratica quest'idea: Abbiamo circa 20 collaboratori a tempo pieno, ma purtroppo non abbiamo volontari.
E quanti di questi 20 collaboratori si occupano della parte filantropica?
Quando è stato istituito il fondo, abbiamo subito iniziato a sostenere un gruppo iniziale di famiglie. All'inizio assistevamo sei famiglie, oggi ce ne sono circa una quarantina. E il nostro gruppo filantropico era di tre persone: io, la mia assistente, matushka Lidia, e nostro direttore Sergej, che oltre alla filantropia è anche coinvolto a dirigere altri progetti. Ma soprattutto attraverso matushka Lidia scopriamo quali sono le necessità: chi ha bisogno di riparare un tetto, chi di mandare un bambino a un campo estivo, chi ha bisogno di cure mediche. Lavoriamo principalmente attraverso Skype, siamo al telefono tutto il tempo, perché queste famiglie sono sparse in diverse regioni della Russia. Ma quando se ne presenta l'occasione, facciamo in modo di visitarle. Pertanto, comunichiamo a distanza, ma personalmente, con tutti. Il modo più semplice, naturalmente, è quello di trasferire del denaro, ma per quanto possibile cerchiamo di aiutare risolvendo il problema stesso.
Trovate da soli le famiglie che hanno bisogno di aiuto?
Ci sono momenti in cui troviamo noi stessi le famiglie che hanno bisogno di aiuto, a volte altri ce le segnalano. In ogni caso, ci colleghiamo direttamente con la famiglia e verifichiamo l'esattezza delle informazioni. Purtroppo, infatti, a volte dei truffatori tentano di accedere al fondo per i propri scopi egoistici... ci sono anche quelli che estorcono denaro con il pretesto di vedove di sacerdoti che chiedono l'elemosina per un'operazione o una riparazione. Ma questi casi di solito vengono alla luce rapidamente. Spesso basta ricordare loro che prima dobbiamo chiamare la diocesi o il decano, e queste persone semplicemente svaniscono.
Non siete accusati di tentare di "batter cassa" per voi stessi?
A volte ci viene chiesto se quelle sul nostro sito web sono persone reali, a volte la gente dubita, ma siamo pronti a fornire tutte le informazioni ai donatori e fare rapporti sui risultati. Noi incontriamo persone molto diverse. La maggior parte dei donatori è composta da persone buone, gentili che vogliono veramente aiutare, ma ce ne sono anche altri che ci potrebbero accusare di punto in bianco. Alla nostra domanda: "Perché pensate così?" a volte rispondono: "Non riesco a mettermi in contatto con questa o quella vedova; il numero di telefono è falso, questa vedova non esiste, siete degli imbroglioni." E il fatto che quella vedova potrebbe non sentire immediatamente la chiamata, oppure non rispondere entro cinque minuti, non passa neppure per la loro mente. A volte abbiamo donatori che ci chiamano un paio di volte al giorno, chiedendo se abbiamo inviato i loro 100 dollari. E ogni volta spieghiamo che dobbiamo prima accumulare una certa quantità, e quindi inviarla. In queste cose è fondamentale reagire con calma.
Le donazioni sono costituite per la maggior parte da importi piccoli, più modesti, o ci sono casi in cui qualcuno dona l'intero importo in una sola volta?
Tutti donano quanto meglio credono. Ma, come si sa, di solito in piccole quantità... È chiaro che quando un pensionato invia 200 rubli, questa è una grande parte della loro pensione. Persone più ricche donano somme più significative. Abbiamo nel fondo un donatore che dona a volte somme molto consistenti di denaro, ma lo fa a condizione che sia mantenuto il suo anonimato, fatta eccezione per la richiesta alle vedove di ricordarlo nelle loro preghiere.
Ci sono persone che donano con una vedova specifica in mente, o invece donano semplicemente al vostro fondo, perché la somma sia suddivisa come meglio credete?
Se qualcuno vuole aiutare una famiglia specifica, rispettiamo questo desiderio. Altri donano al nostro fondo in generale, da dove distribuiamo a nostra discrezione a chi ha più urgente bisogno. In primo luogo copriamo le necessità urgenti. Recentemente, il tetto di una vedova è crollato e aveva bisogno di riparazioni urgenti. Naturalmente, prima forniamo i soldi per questo tipo di casi, e solo in seguito invieremo bambini a un campo estivo. Alcune cose possono aspettare, altre no. In effetti, il 90 per cento dei nostri beneficiari è costituito da vedove. Hanno il maggiore bisogno di aiuto. Infatti, quando una famiglia perde un capofamiglia, sopravvivere – soprattutto con bambini – diventa molto difficile. Quindi sono contenti per qualsiasi aiuto. L'unica cosa che non accettiamo sono articoli usati – non lavoriamo con dei senzatetto. Ma prendiamo alcune cose nuove, in particolare abbigliamento per bambini.
Avete assistenza dalla diocesi e dal governo?
Il governo paga una pensione di indennità di 3.800 rubli a persona. Con questo, la loro assistenza finisce. Forse da alcune parti offrono qualche viaggio di riposo. E con la diocesi, dipende da quanto sei fortunato. Ogni diocesi e vescovo è differente e offre un aiuto diverso. So che un vescovo ha aiutato a risolvere il problema abitativo della famiglia di un prete defunto. Ci sono casi, però, in cui alle vedove non rimane nulla. Ma non abbiamo il diritto di criticare o giudicare gli altri. Non sono affari nostri. Siamo responsabili per i nostri affari, non per quelli degli altri. In ogni caso, spesso anche se si ottiene un po' di assistenza, questa non copre abbastanza.
Andate al di là dell'aiuto con i problemi urgenti delle vedove?
Certo, aiutare nei bisogni acuti è molto importante, ma a volte vorremmo solo rendere felice la gente in altri modi, fare per loro quello che una vedova con bambini in genere non può permettersi. Per esempio, organizzare una vacanza al mare: per molte delle nostre famiglie questo è un lusso inimmaginabile. Pertanto, stiamo organizzando tali vacanze ad Anapa, ora per il secondo anno. L'anno scorso, abbiamo inviato nove vedove con bambini al mare, e quest'anno altrettante. Abbiamo inviato due vedove a Cipro quest'anno su invito del monastero di Kikkos. Speriamo che Cipro continuerà con noi questo progetto. Noi paghiamo i viaggi, e il monastero dona la sistemazione. In generale, vogliamo organizzare più viaggi di questo tipo.
Fornite vedove aiuto materiale, o cercate anche di fornire sostegno morale?
Ma certo! Ci occupiamo di tutte le vedove personalmente. Le nostre conversazioni con loro, naturalmente, hanno natura diversa. Ci sono vedove per le quali è molto difficile sopravvivere alla tragedia della morte del marito, e che sembrano risiedere permanentemente nel loro dolore. Di solito cercano di evitare i contatti, quindi con loro è molto difficile. Ma per la maggio parte le vedove sono donne molto cordiali e amabili, a dispetto di tale tragedia.
Alcuni dei loro mariti sono scomparsi per malattia, alcuni sono stati uccisi in incidenti, alcuni sono stati assassinati. Per esempio, a Podolsk, a padre Aleksandr Filippov hanno sparato nella tromba delle scale del suo appartamento. Padre Anatolij Sorokin è stato ucciso vicino alla sua chiesa. Nel 2005, padre Vladimir Ivusov è stato ucciso durante una rapina, e al tempo stesso padre Evgenij Adigamov è stato brutalmente assassinato. Ma noi non distinguiamo le cause: in tutti i casi, si tratta di una tragedia.
E come aiutate a sopravvivere a questa tragedia?
Tutto dipende dalla persona. Noi non ci facciamo strada a forza nei loro cuori. Se una persona non vuole parlare della sua angoscia, non curiosiamo. Altre persone, invece, ne parlano a lungo, e quei casi cerchiamo di offrire parole di conforto. Ma la maggior parte si sforza di adattarsi rapidamente e riguadagnare la propria compostezza. La maggior parte non ha necessariamente bisogno di una parola di conforto, ma proprio di una normale, adeguata assistenza. Se si dovessero osservare molte di queste vedove dall'esterno, potrebbe sembrare che vivano una vita normale: svolgono il loro lavoro. Il mito delle vedove costantemente in lacrime, vestite a lutto in abiti grigi e neri è esattamente questo: un mito. Io stesso ho vissuto questi momenti spiacevoli, quando la gente mi parlava non come a una persona normale, ma come a una paziente. Quando vengono a sapere che sei una vedova, per qualche motivo, il loro tono di voce cambia. Ne sono stata spesso delusa. Non c'è bisogno di piangere per me, per favore parlatemi come a una persona normale. Ho imparato a evitare queste 'persone eccessivamente compassionevoli'. Penso che altre vedove abbiano problemi simili .
Cos'è stato più difficile per lei dopo la perdita del coniuge?
Probabilmente come per tutte le nuove vedove: la cosa più difficile è imparare a vivere di nuovo senza di lui. La vita è divisa in "prima" e "dopo" – in epoche diverse. Ma è necessario iniziare una nuova vita, e non trascinare il carico di continui, deprimenti ricordi e risentimenti. Questo periodo di transizione tra uno stato e l'altro è stato il più difficile. Ma dal primo giorno ho visto che il Signore interviene in tutte le situazioni, disponendo il percorso necessario. Il Signore mi conduce. Questo ci dà forza.
Pensa che padre Daniil abbia immaginato un fondo proprio come il vostro?
In vita, non poteva immaginare che la nostra idea di un aiuto alle famiglie dei sacerdoti avrebbe comportato un intero centro dedicato alle pubblicazioni, e un centro missionario che, per inciso, padre Daniel ha tentato di creare durante la sua vita, ma non è riuscito. Dopo la sua morte, quest'idea ha preso carne. Anche altre sue opere continuano a vivere. Io mi sono dedicata al fondo, i suoi parrocchiani continuano la sua opera missionaria, altri suoi amici hanno finito di costruire la chiesa, la cui costruzione era stata iniziata da padre Daniil. Questa è la Provvidenza di Dio. Padre Daniil continua ad aiutarci dal cielo. Siamo convinti che tutto è fatto con il suo aiuto e la sua benedizione. Pertanto, andiamo sempre a pregare e a servire una cerimonia commemorativa sulla tomba di Padre Daniil prima di prendere iniziative importanti. Quanto a me, il fondo è diventato una questione di vita. Ora ho due problemi nella mia vita: ci sono le mie figlie da allevare, e c'è un fondo che deve continuare a crescere.
Per i dettagli su come partecipare al lavoro della fondazione, e informazioni su come fare una donazione, fate clic qui (in russo).

martedì 23 giugno 2015

Il mio carissimo Amico e Fratello Ιωσήφ Κωνσταντίνος su Face book ha pubblicato il seguente articolo che io copio ed incollo.

“In tutto questo contesto, è stato completamente deformato il concetto dell’Amore evangelico, esercitato nella Verità e attraverso la Verità.” Un pò di storia dell’ecumenismo.

ECUMENISMO (E SINCRETISMO)

La parola “ecumenico-a” è stata introdotta nella lingua ecclesiastica dall’epoca dei Padri con un contenuto ortodosso (Concilio Ecumenico, Padre Ecumenico, Simbolo Ecumenico, etc). Al 20° secolo sono apparsi i termini tecnici di “Ecumenismo” e di “Movimento Ecumenista”, senza tuttavia contenuto ortodosso, poiché sono legati con i tentativi di riunione dei Cristiani divisi di tutta l’Ecumene (il globo terrestre, il mondo), su una base errata-eretica riguardo all’Ecclesiologia (di ciò che è relativo alla natura e all’essenza della Chiesa, come Corpo di Cristo.)
Il termine “Sincretismo” esprime il mescolamento di elementi di provenienze differenti (religione, culto, ideologie, dogmi, Confessioni, etc) allo scopo di farne risultare qualcosa di nuovo senza unione veritabile e essenziale.
L’Ecumenismo, come concetto teologico, come movimento sociale organizzato e come atto religioso. È l’avversario più subdolo delle Chiese Ortodosse locali, e anche il nemico più pericoloso della salvezza in Cristo dell’uomo
L’Ecumenismo proviene dal mondo protestante (dal XIX° secolo in poi) e coltiva la relativizzazione della Verità (cioè la negazione del carattere assoluto della Verità in Cristo), della Vita e della Salvezza in Cristo, rifiutando in essenza la Cattolicità e l’Unicità della Chiesa, poiché alla sua base giace, da un lato, la teoria errata di una “Chiesa Invisibile” con limiti indeterminati, i membri della quale potrebbero appartenere a varie “Confessioni” e, dall’altro, la sua variante, cioè la cosiddetta “Teoria dei Rami”, secondo la quale le diverse “Confessioni” cristiane sarebbero rami dello stesso albero della Chiesa, ciascuno dei rami possedendo una parte della Verità e - tutti i rami insieme - costituendo così l’insieme della Chiesa.
Malgrado la varietà delle teorie prodotte dall’Ecumenismo, il suo scopo principale è di coltivare una coesistenza e collaborazione sincretistiche, e anche più in là, una fusione all’inizio di tutte le Comunità cristiane (Ecumenismo Intercristiano), e in seguito di tutte le religioni (Ecumenismo Interreligioso).
Per via del suo carattere sincretistico, l’Ecumenismo ha una stretta parentela con la Fra - massoneria, la quale autoreclamizzandosi come tollerante, adeguata ai bisogni della società20 e indulgente ai riguardi delle eresie e delle religioni, è emersa nella pratica come Religione e Yperreligione, che contribuisce direttamente e indirettamente alla promozione dell’Ideale Ecumenista, cioè alla creazione di una base Ideologica (piattaforma) che racchiuderebbe tutti i Dogmi e tutte le Religioni insieme, nella quale la Verità Rivelata sarà completamente relativizzata e messa allo stesso livello di qualsiasi illusione e credenza umana e diabolica.
L’Ecumenismo ha cominciato a colpire la Chiesa Ortodossa Cattolica22 alla fine del XIX° secolo; e con la Enciclica Sinodale “A tutte le Chiese di Cristo del mondo” del Patriarcato di Costantinopoli nell’anno 1920, che costituisce innegabilmente la “Carta Costituzionale dell’Ecumenismo”, poiché caratterizza le eresie dell’Occidente e di ogni dove come “onorabili Chiese Cristiane”, non più “come estranee e alienate”, ma come “familiari e intimi in Cristo e «membri dello stesso corpo e coeredi della promessa di Dio in Cristo» ”, proponendo anzi come prima misura per la sua applicazione l’uso di un calendario comune, perché gli ortodossi celebrino le feste assieme agli eterodossi.
In applicazione di questa Enciclica ecumenista e dopo le Decisioni anticanoniche del Congresso antiortodosso di Costantinopoli nell’anno 1923, è stato adottato in essenza il cosiddetto Calendario Gregoriano come calendario Giuliano “corretto”, benché appena apparso in Occidente (1582) questo era stato giudicato e condannato come grave innovazione del Papa, da tre Concili Panortodossi in Oriente (1583, 1587, 1593), dei Quali le decisioni continuano ad essere valide e gravano gli Innovatori che si trovano nello scisma
Gli Ecumenisti provenienti dagli ortodossi (cioè che provengono dalla Chiesa Ortodossa e che partecipano, si sono integrati nel Movimento Ecumenista si accontentano di mettere i fedeli di altre confessioni allo stesso piano con gli ortodossi, parlando del “corpo intero della Chiesa”, come se questi (gli eterodossi) si trovassero dentro i Limiti della Chiesa; infatti, loro non fanno coincidere i Limiti canonici della Chiesa con quelli Carismatici 24, essendo sostenitori della “Chiesa Ampliata” o “Chiesa nel senso ampliato o più esteso”, poiché scoprono o riconoscono l’esistenza di “Chiese” e di “Grazia Divina”/di “Salvezza” anche al di fuori dei Limiti della Verità e della Vera Chiesa Ortodossa (ecclesia extra ecclesiam, extra muros).
Alla base di queste percezioni anti-ortodosse e del tutto nuove, si trova la cosiddetta “Teologia Baptismatica”, il Sincretismo Dogmatico, la soppressione dei “Limiti” della Chiesa, il sentimento della “Fraternità Ecumenica”, la teoria delle “Chiese Sorelle”, la così detta “Teologia dei Due Polmoni”, la teoria della “Chiesa Una e Divisa”, il “superamento dell’antica eresiologia”, come anche varie altre credenze errate, che hanno condotto progressivamente gli Ecumenisti ortodossi alla rinnegazione dell’esclusività ecclesiologica e soteriologica della Chiesa Ortodossa, e anzi pure al riconoscimento sinodale delle Comunità eterodosse, alle preghiere in comune con loro.
In tutto questo contesto, è stato completamente deformato il concetto dell’Amore evangelico, esercitato nella Verità e attraverso la Verità si è realizzata una mescolanza tra cose non mescolabili; ed è apparsa una veritabile unione subalterna tra Ecumenisti di tutte le provenienze, di un Corpo dei Credenti, ovviamente non sulla base dell’Unica Verità della Chiesa Ortodossa Cattolica, ma sulla base di un ideale umanistico nebuloso.

Nelle foto: Un cuore ecumenico – Il mondo della pace ecumenica – e i (Fra)Massoni
Mi piace · Commenta ·

Liturgia domenicale del 28 giugno 2015

Domenica prossima, 28 giugno 2015, la Chiesa Ortodossa "San Giovanni di kronstadt"del Patriarcato di Mosca, in Castrovillari (cs), festeggia il santo profeta Amos e San Giovanni, metropolita di Mosca e di tutta la Russia.
Il tono è il terzo (III).
La Divina Liturgia come sempre inizierà alle ore 9,30 circa.
Il Signore sia con voi e vi benedica.


Tropari:
Да веселятся небесная, да радуются земная, яко сотвори державу мышцею Своею Господь, попра смертию смерть, первенец мертвых бысть; из чрева адова избави нас, и подаде мирови велию милость.

Очистив духом, пророче, твое светозарное сердце, славный Амосе, пророчествия дар свыше прием, возопил еси велегласно во странах: се Бог наш, и не приложится ин к Нему.

Ярем Господень измлада восприим, и Того стопам невозвратным желанием последовал еси, и освященнаго подвига достигл, святительства паству приим и чудес от Бога дары прият, с верою приходящим к раце мощей твоих подавши различным недугом исцеление неоскудно, отче наш Ионо, святителю Христов, моли Христа Бога даровати нам велию милость.

Православныя веры поборниче, земли Российския печальниче, пастырем правило и образе верным, покаяния и жизни во Христе проповедниче, Божественных Таин благоговейный служителю и дерзновенный о людех молитвенниче, отче праведный Иоанне, целителю и предивный чудотворче, граду Кронштадту похвало и Церкве нашея украшение, моли Всеблагаго Бога умирити мир и спасти души наша.

Предстательство христиан непостыдное, ходатайство ко Творцу непреложное, не презри грешных молений гласы, но предвари, яко Благая, на помощь нас, верно зовущих Ти; ускори на молитву и потщися на умоление, предстательствующи присно, Богородице, чтущих Тя.

Dal sito: http://www.maurizioblondet.it

Putin isolato? Il re saudita gli manda l’erede a invitarlo.

L’ordine di Washington era stato: sminuire il Forum Internazionale di san Pietroburgo, farlo fallire, oscurarlo. Non ci devono andare i politici di primo piano e disertarlo gli uomini d’affari europei. I media non ne devono parlare. Così tutti capiranno quanto Mosca è isolata, e che Putin non conta niente.
Ed ecco la sorpresa. Non annunciato, al Forum è sbarcato il principe ereditario in seconda e ministro della Difesa Mohannad bin Salman Al Saud – trentenne e figlio prediletto del re in carica – e davanti al presidente russo, ha scandito: “Ho l’onore di invitarla a visitare il Regno di Arabia Saudita, in quanto consideriamo la Russia uno degli stati importanti nel mondo contemporaneo, e le nostre relazioni hanno radici nel passato”. accompagnavano il giovin pricnipe due pezzi da novanta della cricca saudita: il ministro degli esteri Adel al-Jubeir e l’ancor più potente ministro del petrolio, l’ottantenne Ali al-Naimi. Immediatamente la delegazione ha firmato coi russi “sei nuovi accordi di cooperazione che comprendono aspetti nucleari e militari”.
Naimi, il ras del petrolio saudita, ancor più ostentatamente ha detto: “Sono ottimista sul futuro del mercato (petrolifero) nei mesi prossimi per quanto riguarda il continuo miglioramento della domanda globale e il basso livello delle riserve commerciali, che ci si aspetta miglioreranno i livelli dei prezzi: due patenti menzogne – la domanda mondiale non cresce e le riserve strategiche, dati i prezzi bassi, sono tali che non si sa più dove mettere il greggio e si affittano petroliere come depositi – ma ciò è ancora più significativo, se si pensa che è l’Arabia Saudita ad aver voluto rovinare il mercato stracciando i prezzi; infliggendo danni alla Russia, ma anche al protettore americano che s’è messo a produrer shale oil.
Ancor più ostentato, Naimi ha lodato la “più intensa cooperazione bilaterale” che “porterà ad una alleanza petrolifera tra i due paesi per il bene del mercato internazionale come delle potenze produttrici”.   Ma come? I sauditi si oppongono a Mosac in tuttto: sulla Siria, sullo Yemen, sull’Iran…e adesso salta fuori che auspicano una “alleanza petrolifera”!
In ogni caso è un bel cambiamento da quei giorni del 2013 quando il nero principe Bandar Bin Sultan, detto “Bandar Bush”, capo de i servizi sauditi e gestore dei terroristi jihadisti,   “offrì” a Putin il controllocongiunto del meracto energetico, purchè il presidente russo abbandonasse il siriano Assad ai cani; altrimenti…Altrimenti cosa? “Posso darvi la garanzia di proteggere le Olimpaidi invernali di Sochi”, rispose Bandar : “Sa, i gruppi ceceni che minacciano la sicurezza dei giochi sono controllati da noi”. Un’offerta che non si poteva rifiutare, dicono i gangster.
Putin dovette rifiutarla. Il greggio andava a 112 dollari il   barile, quei giorni. Le entrate russe erano prospere. Il prezzo rapidamente più che dimezzò, i sauditi s’eran messi a intensificare l’estrazione ai loro costi di produzione che sono i più bassi del mondo.
Ma ora c’è un nuovo re, che ha fatto molti cambiamenti. L’Arabia saudita – commenta l’ambasciatore Bhadrakumar, oggi bravo notista di Asia Times – è ingolfata nella guerra contro lo Yemen, paventa l’accordo Usa-Iran come la peste, è terrorizzata dal saldarsi della mezzaluna sciita Hezbollah-Siria-Iraniana;   la   propria politica del petrolio a prezzi da liquidazione intacca anche le sue finanze, aggravate dalla guerra yemenita (che non va’ affato bene) e dalle spese della sovversione wahabita (è   lei che paga gli stipendi del Califfato e dei suoi guerrieri). La copertura americana alle monarchie autocratiche del Golfo è tutt’alrto che salda; e rischia di trasformarsi in abbandono se Washington si accorda davvero con l’Iran e leva le sanzioni. L’alleanza con Israele? Non potrà mai essere aperta, non è presentabile; e la stessa Israele è oggi isolata. Il re saudita e la sua numerosa famiglia devono sentirsi le parti molli scoperte.
Dunque la mossa d un avvicinamento a Mosca. Mostrando ostentatamente che il Re non ritiene affatto Putin un isolato, anzi…Un nemico inutile in meno? Nel calcolo che anche Mosca può guardare con inquietudine l’avvicinamento di Teheran all’Occidente? Che (se si toglie l’ostinata volontà di distruggere Assad) fra Mosca eRiad ci sono convergenze di interessi oggettive sul piano geopolitico? E’ prematuro dirlo. Ma certo ha ragione Bhadrakumar: questa visita a sorpresa “è un drammatico sviluppo in Medio Oriente”.

http://www.ortodossiatorino.net

L'Ortodossia non si trova attraverso l'archeologia
di Gabe Martini
dal blog On Behalf of All
17 giugno 2015


Molti cristiani ortodossi parlano di una ricerca della Chiesa primitiva; di una ricerca di una "antica fede". In quanto tale, può essere fin troppo facile confondere l'ortodossia con ciò che è "vecchio".
Ma Ortodossia non è vera perché è vecchia; è vera perché è ortodossa. Anche se molte persone confondono i riferimenti all'antica fede o alla fede degli apostoli con una chiamata al passato, ciò di cui stiamo parlando, o meglio, ciò di cui dovremmo parlare - è una fede che ha le sue radici nell'intramontabile Chiesa apostolica di Gesù Cristo.
Noi siamo in grado di seguire le tracce della nostra fede indietro nel tempo fino agli apostoli - questi giganti spirituali dell'antichità, ma la fede e la pratica di oggi non è identica a quella della Palestina del primo secolo. Di fatto, fin da quel tempo ha subito un'enorme quantità di sviluppi e perfezionamenti da allora.
La teologia non è archeologia
Una chiamata ripetuta a emulare la Chiesa primitiva o a trovare il suo "banco di prova" è ciò che mi piace definire "teologia come archeologia".
Questo approccio errato si può trovare spesso nel protestantesimo, ma si può anche trovare tra i recenti convertiti all'Ortodossia o tra quelli che fraintendono lo scopo stesso dell'Ortodossia. Ma, come ho detto, non noi crediamo a una cosa semplicemente perché è antica, ma piuttosto perché è vera – perché è ortodossa. E c'è una grande differenza tra i due approcci.
Chi fa teologia come archeologia esaminerà una prassi della Chiesa nel passato e penserà che dovremmo fare così anche nel presente. Ma questo è tradizionalismo, piuttosto che tradizione. Innestare artificialmente qualcosa da un punto nel passato sulla Chiesa del presente è un esercizio di archeologia, in quanto trascura lo"sviluppo"  l'organico, spirituale della Chiesa nella storia. Può anche dare l'impressione che lo Spirito Santo abbia in qualche modo lasciato la Chiesa da sola per un certo numero di secoli (una sorta di deismo).
Ma i cristiani ortodossi devono credere e capire che Cristo è Emmanuele, Dio con noi, e che egli ha promesso di inviare un Consolatore per guidare i fedeli in tutta la verità. Come membri della Chiesa una, santa, cattolica e apostolica, noi crediamo che Dio non ci ha lasciato a noi stessi, ma che invece è con noi in ogni passo del nostro cammino.
Questo non significa che tutto sia perfetto per tutto il tempo – la Chiesa è ancora composta da esseri umani dopo tutto – ma significa che la natura divina della Chiesa non è danneggiata a causa delle nostre varie mancanze. Pensare altrimenti sarebbe una forma di monofisismo o addirittura di docetismo ecclesiastico.
La iper-semplificazione della Chiesa primitiva
Avete mai sentito qualcuno chiedere: "Come si celebrava il culto nella Chiesa primitiva?" Oppure: "Che cosa credeva e insegnava la Chiesa primitiva riguardo al battesimo?"
In queste domande apparentemente innocenti si cela una teologia sostanzialmente viziata – una teologia che si assume che tutta la dottrina cristiana sia stata perfezionata al momento dell'ascensione di Cristo. Ma ciò che sappiamo dalla storia della Chiesa è che la teologia ha progredito e ha lottato attraverso la storia, sia di fronte alle persecuzioni sia a una moltitudine di eresie, per divenire il luogo molto raffinato e sviluppato che è oggi.
There was no golden age of the Church. One need only consider the canonization of Imperial Saints like Constantine and Justinian the Great—Christian Emperors that helped eliminate widespread doctrinal errors in the Church and who paved the way for a long line of Christian posterity. In the significant struggles of every century since the days of the apostles, the Church made great strides in defining what it means to be an orthodox Christian.
Non è mai esistita alcuna età dell'oro nella Chiesa. Basti pensare alla canonizzazione di santi imperiali come Costantino e Giustiniano il Grande – imperatori cristiani che hanno contribuito a eliminare gli errori dottrinali diffusi nella Chiesa e che hanno aperto la strada a una lunga serie di posterità cristiana. Nelle significative lotte di ogni secolo fin dai tempi degli apostoli, la Chiesa ha fatto grandi passi avanti nella definizione di ciò che significa essere un cristiano ortodosso.
Accanto a quelle lotte dottrinali vi è stato lo sviluppo artistico, in particolare nella espressione dei nostri servizi divini, inni, nell'iconografia e nell'architettura. Mentre gli antenati perseguitati del primo e secondo secolo si incontravano nelle case dei ricchi, la Chiesa emancipata di Teodosio e Giustiniano celebrava Divine Liturgie in templi ornate come il mondo non ne aveva mai avuti –funzioni così gloriose che portarono alla conversione di intere nazioni alla loro sola vista.
Quindi no, noi non guardiamo alla Chiesa primitiva per le nostre specifiche forme di culto e di pietà (anche se gli stessi elementi di base vi erano presenti in forma di seme). Invece, guardiamo alla stessa Chiesa del primo e del secondo secolo che persiste nel mondo di oggi.
E ora e sempre
Essendo il corpo di Cristo, la Chiesa è, per molti aspetti, lo stesso ieri, oggi e nei secoli dei secoli. Allo stesso tempo, è una Chiesa storica – una Chiesa composta da persone come voi e come me, che vive e respira in questa presente epoca malvagia. In questo paradosso si trova la verità più profonda che, per la Chiesa del Dio vivente, la nostra vita cultuale è senza tempo.
Quando celebriamo le grandi feste, annunciamo che "in questo giorno" Cristo è nato, crocifisso, o risorto. Diciamo "in questo giorno" Maria entrò nel tempio o Cristo fu battezzato nel fiume Giordano. Tutti sanno che "questo giorno" è – nella realtà da noi percepita – un giorno nel 2015. Ma la Chiesa vede oltre il materiale e nel nascosto, in un posto dove cielo e terra si incontrano, e il tempo stesso è reso insignificante, o (quanto meno) è a nostra disposizione per essere plasmato.
Questa semplice lezione di meccanica temporale ricorda ai fedeli che non stiamo solo partecipando a una fede che è "antica". Invece, sappiamo che quest'antica fede è tale perché è predicata dall'Anziano dei Giorni. La nostra Divina Liturgia è un piede inserito nell'eterna sala del trono del cielo, anche se ci troviamo sui pavimenti piastrellati dei nostri templi terrestri.
La Chiesa ortodossa è legata alla Chiesa primitiva, non perché noi preghiamo esattamente come hanno fatto i primi cristiani, ma piuttosto perché il carisma apostolico che è sceso su quegli apostoli santificati dal fuoco è lo stesso che scende sui nostri fedeli vescovi e sacerdoti nel XXI secolo.
L'ortodossia della nostra fede non si trova attraverso l'archeologia o una ricerca del passato, ma piuttosto nella continuità apostoliche di ogni età.
Se stiamo cercando la fede degli apostoli, stiamo cercando la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica nel mondo di oggi, non una ricostruzione artificiale della nostra immaginazione.

http://www.ortodossiatorino.net

Un monaco athonita a Parigi
22 giugno 2015

Ci sono idealisti che non hanno letto le opere di autori ortodossi pre-rivoluzionari (come gli scritti del metropolita Antonij Khrapovitskij) o sono troppo giovani per aver potuto parlare con quelli che erano adulti nella Russia pre-rivoluzionaria, e non conoscono neppure la Russia contemporanea. Essi pensano spesso che tutto andasse bene nella Chiesa russa prima della rivoluzione. Questo è sbagliato. Oltre a un gran numero di santi, purtroppo, anche fenomeni negativi di impurità spirituale sono usciti dalla Chiesa russa dopo la rivoluzione.
In primo luogo, ci fu il tradimento dello tsar (lo stesso spirito che aveva respinto la restaurazione del patriarcato, che lo tsar Nicola II aveva proposto nel 1905), che diede il benvenuto al nuovo governo anti-ecclesiale di Kerenskij. In secondo luogo, c'era il servilismo protestante (o erastianismo) nei rapporti tra Stato e Chiesa, che Pietro I aveva imposto 200 anni prima, così che quando il nuovo governo ateo sovietico pose la Chiesa sotto il suo controllo dopo il 1917, vi trovò persone abbastanza deboli per obbedire. A questo servilismo fu dato il nome di sergianismo. In terzo luogo, ci fu il rinnovazionismo, un movimento di intellettuali che volevano protestantizzare la Chiesa, immaginando che le pietre del loro arido razionalimo e intellettualismo avrebbero potuto nutrire le anime dei pii ortodossi, affamati di pane spirituale. Ciò causò un terribile scisma in Russia e un terribile scisma al di fuori della Russia, dove modernizzatori, massoni e occultisti, provenienti soprattutto da San Pietroburgo, detestavano la Chiesa russa, tanto che la lasciarono per andare sotto il Patriarcato di Costantinopoli controllato dall'Occidente.
Nessuna parte di quanto ho scritto è frutto di immaginazione. Questi tre vizi erano esattamente quelli a cui si riferiva lo tsar Nicola dopo la sua caduta, quando parlava di 'tradimento, viltà e inganno tutto intorno'. Il primo gruppo mostrò infatti tradimento, il secondo gruppo, i sergianisti, mostrò codardia e il terzo gruppo, i rinnovazionisti, che si definivano ortodossi mentre non lo erano interiormente, mostrò inganno, di fatto auto-inganno. Ciascuno dei tre gruppi rappresentava l'infedeltà a una delle tre pietre di fondazione dell'Impero ortodosso: l'Ortodossia, l'indipendenza sovrana e il popolo. I primi erano traditori dell'Ortodossia, i secondi erano codardi verso l'indipendenza sovrana tra Stato e Chiesa, i terza ingannavano il popolo. Di conseguenza l'impero ortodosso è caduto, proprio come lo tsar aveva descritto.
Nella storia i tre gruppi sono stati rappresentati da tre gruppi distinti nella Chiesa russa. Il primo gruppo, di cui alcuni si facevano addirittura chiamare 'monarchici', assassinò Rasputin e affermò di essere 'bianco', ma in realtà aveva poco tempo per la vera Chiesa o il vero tsar o il vero popolo, anzi giocò una politica di destra, cercò il denaro e il potere e utilizzò la Chiesa, lo tsar e il popolo come bandiera per nascondere i propri veri motivi. Senza la nobile causa dello tsar, perse la guerra contro il bolscevismo e dovette emigrare. Questi sono esemplificati dagli ortodossi nazionalisti e nominali ai margini della Chiesa della diaspora, che in seguito misero sotto processo il grande santo dell'emigrazione, san Giovanni di Shanghai, e lo perseguitarono.
Il secondo gruppo furono quelli che all'interno della Russia non ebbero il coraggio dei nuovi martiri e confessori e non furono fedeli all'indipendenza sovrana (dello tsar e della Chiesa), asservendo esteriormente quest'ultima allo Stato ateo. Il terzo gruppo, sconfitto in Russia, furono quelli che ingannarono il semplice popolo ortodosso, voltando le spalle del tutto alla Chiesa russa, e anche se pretendevano di essere di tradizione ortodossa russa, erano filosofi e massoni protestantizzanti. Il loro centro era a Parigi dove formarono 'la giurisdizione di Parigi' e da dove hanno cercato di colonizzare New York, dove ora hanno perso molte delle loro posizioni mentre sorge la realtà e tramonta la fantasia.
I primi due gruppi si sono liberati dell'impurità spirituale del passato e si sono uniti insieme come una cosa sola. Ora attendiamo il pentimento del terzo e più piccolo gruppo a Parigi, le cui eccentricità dottrinali e pratiche sono immediatamente evidenti a tutti tranne che a loro stessi, e alcuni dei quali stanno ancora cercando di giustificare se stessi. A differenza dei suoi quattro predecessori, che a me estraneo erano tutti ben noti, un nuovo arcipastore della giurisdizione di Parigi, l'arcivescovo Job, anch'egli un estraneo, ha avuto l'occasione e il coraggio di affrontare i rinnovazionisti. Ha voluto ristabilire l'Ortodossia, bloccando la persecuzione rinnovazionista dei fedeli, molti dei quali sono stati costretti a lasciare questa giurisdizione sempre più piccola, una persecuzione che iniziata negli anni '80 e che dura con alterne vicende da oltre 30 anni.
Ora l'Istituto Saint Serge ha chiuso, 90 anni dopo la sua fondazione. Ironia della sorte, l'Istituto era stato il vero motivo per cui nel 1925 il gruppo di Parigi per la prima volta entrò in scisma e lasciò la Chiesa fuori dalla Russia, lasciando subito dopo del tutto la Chiesa russa. Il suo primo rettore, padre Sergej Bulgakov, si è rivelato un eresiarca, e le sue fantastiche teorie sono state condannate da tutta la Chiesa Russa. Ora, 90 anni dopo, è entrato in scisma persino dal proprio arcivescovo!
La nostra impressione è che l'arcivescovo Job si renda conto che se la sua piccola giurisdizione ha un destino, anzi se ha proprio un futuro, in tal caso deve tornare alla canonicità dopo oltre trent'anni di totale allontanamento dalla tradizione ortodossa russa. La Chiesa russa si appresta a stabilire una Metropolia in Europa occidentale, fondamento di una futura nuova Chiesa locale, molto più grande rispetto al piccolo e sempre più irrilevante gruppo di Parigi e con un gran numero di vescovi, sacerdoti, fedeli e chiese reali. È tempo che le fantasie del gruppo isolato di Parigi abbiano fine e che il gruppo ritorni sulla terra. La giurisdizione di Parigi è ora come un agglomerato di naufraghi su un'isola deserta, insicuri se salire sull'ultima barca che sta partendo o rimanere bloccati in un isolamento autoimposto.
Naturalmente, l'arcivescovo, un monaco athonita legato a una dipendenza di Simonopetra, si trova ad affrontare calunnie e intimidazioni dal nazionalismo francese (il trucco più vecchio dei parigini contro gli estranei), ed è accusato di frenare il 'libero pensiero' e la 'creatività' nella repubblica atea. In realtà, egli è sostenuto da un gran numero di persone che capiscono che tutte queste accuse sono assurde. Il nostro compito ora, come prima, è di pregare per lui nel suo compito di restaurare la giurisdizione di Parigi canonicità ortodossia e all'autentica tradizione russa. Altrimenti non farà altro che scomparire ed essere dimenticata, come altri fenomeni marginali della storia della Chiesa, e diventare una semplice curiosità archeologica.

giovedì 18 giugno 2015

Tratto dal sito amico: http://www.eleousa.net

Russia - Tsipras in visita da Putin

San Pietroburgo, 19 giugno 2015 - Il primo ministro greco, Alexis Tsipras, incontrerà il Presidente russo Vladimir Putin venerdì prossimo, 19 giugno, a San Pietroburgo a margine dell'International World Economic Forum. È quanto ha annunciato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, spiegando che si tratterà di un incontro di lavoro e che Putin vedrà, durante l'evento, anche altri leader stranieri.
Intanto, il primo ministro greco, Alexis Tsipras, ha duramente rilanciato i toni della polemica con il Fondo monetario internazionale, accusandolo di «responsabilità criminale» per la crisi del Paese. E si è appellato agli altri Stati europei: «È giunto il momento che le proposte dell’ Fmi vengano giudicate non solo da noi, ma dall'Europa», - ha affermato incontrando il gruppo parlamentare di Syriza. Nel fine settimana, le trattative di Atene con i creditori internazionali sono tornate ad arenarsi, e il premier greco ne ha incolpato l'istituzione di Washington.
«Ora come ora, quello che pesa sono le rigide visioni dell’ Fmi su misure dure, e il rifiuto dell'Europa di discutere la sostenibilità del debito».
«Fissarsi sui tagli, molto probabilmente fa parte di un piano per umiliare un intero popolo che nei passati cinque anni ha sofferto per colpe non sue», -
ha aggiunto il leader 40enne.

(Fonte: it.sputniknews.com/politica)

Dal sito: https://mospat.ru

Il metropolita Hilarion dal Papa

  Il 14 e il 15 giugno 2015, con la benedizione di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill, il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca ha effettuato una visita di lavoro a Roma.

La sera del 14 giugno il metropolita Hilarion ha incontrato il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, cardinale Kurt Koch. Le parti hanno discusso vari aspetti della cooperazione tra il Patriarcato di Mosca e la Santa Sede. Alla riunione ha partecipato padre Hyacinte Destivelle, ufficiale del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani.
Il 15 giugno il metropolita Hilarion è stato ricevuto dal Papa Francesco nel Palazzo Apostolico Vaticano. Il metropolita ha trasmesso al capo della Chiesa Cattolica Romana i saluti di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill. Il Papa e il metropolita hanno discusso una vasta gamma di questioni, tra cui la situazione della popolazione cristiana in Medio Oriente e Nord Africa, così come la necessità di un’azione comune per proteggere la comprensione tradizionale della famiglia nella società laica di oggi. Si è anche parlato della collaborazione della Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa russa nel campo della cultura.
Al termine dell’incontro il metropolita Hilarion ha presentato a Papa Francesco la delegazione che lo accompagnava: il Segretario dell’Amministrazione delle parrocchie del Patriarcato di Mosca in Italia, archimandrita Anthonij (Sevrjuk), e il dipendente del segretariato per l’estero del Decr, Miguel Palacio.
In ricordo dell’incontro, Papa Francesco ha fatto dono al metropolita Hilarion e ai membri della delegazione della Chiesa ortodossa russa di una medaglia coniata in onore del suo pontificato. A sua volta, il presidente del Decr ha offerto al capo della Chiesa cattolica romana una copia di un’antica icona russa del Salvatore, dipinta dal Protodiacono Alexij Trunin, chierico della Chiesa di Mosca dell’icona della Madre di Dio “Gioia di tutti i sofferenti”.
Prima dell’inizio dell’udienza, il metropolita Hilarion, accompagnato dal personale della Prefettura della Casa Pontificia, ha visitato una mostra che comprendeva tele di Raffaello e El Greco. L’attenzione della delegazione è stata attirata da una Crocifissione realizzata in malachite e pietre preziose, che nel dicembre 1845 fu regalata al Papa Gregorio XVI dall’imperatore russo Nicola I, nel corso dell’unica visita nella storia di un monarca russo in Vaticano.
Lo stesso giorno, il metropolita Hilarion ha fatto ritorno a Mosca.

https://mospat.ru

Il Patriarca alla festa nazionale russa

Il 12 giugno 2015, festa nazionale russa, nella sala San Giorgio del Gran Palazzo del Cremlino si è svolta la cerimonia di assegnazione dei premi di Stato della Federazione Russa.

Alla cerimonia ha partecipato il Primate della Chiesa ortodossa russa, Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill.
I premi sono stati assegnati dal Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin a persone che si sono distinte per altissimi meriti nel campo della scienza e della tecnologia, della letteratura e dell’arte, così come nel campo umanitario.
Al termine della cerimonia, sulla piazza di Ivan il Grande del Cremlino è stato dato un ricevimento in occasione del Giorno della Russia, a cui hanno partecipato rappresentanti della leadership del Paese, i vincitori dei premi di Stato, scienziati, artisti, rappresentanti delle comunità religiose in Russia.
Al ricevimento hanno partecipato in rappresentanza della Chiesa ortodossa russa: il vicario patriarcale della diocesi di Mosca, metropolita Juvenalij di Krutitsy e Kolomna, il cancelliere del Patriarcato di Mosca, metropolita Varsonofij di San Pietroburgo e Ladoga, il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne, metropolita Hilarion di Volokolamsk, il presidente del Dipartimento sinodale per i rapporti tra la Chiesa e la società, arciprete Vsevolod Chaplin, il segretario esecutivo del Consiglio Patriarcale per la Cultura, archimandrita Tikhon (Shevkunov), il capo del Servizio di protocollo di Sua Santità il Patriarca, arciprete Andrej Milkin.

 

Dal sito del nostro Padre Ambrogio di Torino

Protodiacono Andrej Kuraev: l'idea del papa di una singola data della Pasqua per i cristiani "non è realistica"




Pravmir, 16 giugno 2015

"La proposta del papa di designare un solo giorno di Pasqua per tutti i cristiani non è realistica", ha scritto padre Andrej sul suo blog.
A suo avviso, la presenza di diverse date della festa "non ha nulla di pericoloso per il cristianesimo". I motivi che stanno dietro all'insistenza della Chiesa sull'unità della Pasqua nel IV secolo oggi non sono più rilevanti: "nessuno ci scambia per ebrei", ha detto.
"Per i cattolici, la decisione del papa è sufficiente in sé, mentre i cristiani ortodossi sono ancora vincolati dalla loro tradizione, o per essere più precisi, dalla decisione del Primo Concilio Ecumenico. E se la questione di quale debba essere considerato il giorno dell'equinozio di primavera sta nell'interpretazione della decisione del Concilio (nondimeno riconosciuta da tutti), istituire un giorno fisso per la Pasqua (la terza domenica del mese di aprile) è in netto contrasto con quella decisione", ha scritto il protodiacono.
Una simile proposta che tutti i cristiani celebrino la Pasqua nello stesso giorno era stata fatta in precedenza da papa Giovanni Paolo II, ma l'idea è stata poi abbandonata. Una proposta analoga era stata fatta dal Concilio Vaticano II, nel 1965, quando ai cristiani è stato offerto di celebrare la loro festa principale alla seconda domenica del mese di aprile.
La differenza delle date della Pasqua deriva dai diversi giorni dell'equinozio di primavera nel calendario giuliano e in quello gregoriano, utilizzati rispettivamente dai cristiani orientali e occidentali, e dal rifiuto dei cattolici della regola della mancata corrispondenza tra la Pasqua cristiana e quella ebraica (Pesach).
Nel 1948, la conferenza delle Chiese ortodosse a Mosca ha deciso che le date della Pasqua e di tutte le feste mobili dovrebbero essere fissate in base al calendario giuliano, e le feste a data fissa secondo il calendario utilizzato da ogni Chiesa locale. Solo la Chiesa ortodossa finlandese celebra la Pasqua secondo il calendario gregoriano.
 


mercoledì 17 giugno 2015

Dal sito del Confratelloe Concelebrante P. Ambrogio della Chiesa Ortodossa Russa di Torino.

Che cosa si dovrebbe fare per far ritornare la preghiera
dell’archimandrita Touma (Bitar)
Pravmir, 9 giugno 2015

 Una persona è venuta a chiedermi: "Ultimamente non ho pregato molto. Ho paura di essere sul punto di cadere nella negligenza. Che cosa dovrei fare per far ritornare la mia preghiera?"

Se veramente volete far ritornare la vostra preghiera, allora potete farlo in un istante. Si acquista la preghiera attraverso la preghiera. La preghiera è un atto di volontà. Pregate regolarmente. Poco o molto? Non importa. Con sentimento o senza sentimento? Nenache questo importa. Iniziate con il corpo, con le parole e i movimenti. Quello che è importante è che facciate attenzione. Non siate frettolosi e non siate lenti. Non alzate la voce e non sussurrate. Siate moderati. Mettete la vostra mente in quello che state dicendo, in ogni parola. Capite quello che state dicendo. Ogni volta che la vostra mente vaga, anche un po', riportatela indietro. La preghiera con il corpo, con la lingua, la mano, le dita, piegando il corpo in inchini e prosternazioni, mantenendo l'attenzione e la comprensione dei significati, tutto questo e cose simili, è l'introduzione alla preghiera del cuore. Nella preghiera, il moto è dall'esterno verso l'interno e verso l'alto. La preghiera attraverso il controllo del corpo ci fa entrare nella tranquillità. La tranquillità ci fa entrare nell'umiltà e l'umiltà suscita in noi il profumo della pace. Tutto il resto segue dopo questo.
La preghiera non è una questione di temperamento. È per questo che viene solo con lo sforzo. Uno si sforza, e gli è data la preghiera. In effetti, gli è data come un dono del cielo! Allo stesso modo, se per pregare si aspetta di essere trascinati da un desiderio di preghiera, allora non si potrà mai pregare. Una preghiera con desiderio è generalmente una preghiera psicologica senza alcun valore spirituale. Il desiderio di base per la preghiera, o si potrebbe dire la preghiera spontanea, arriva solo con la forza e la grazia dell'Altissimo. L'inizio della preghiera non è così. Lo zelo per la preghiera potrebbe sorgere nell'anima dopo aver incontrato una persona che prega o dopo aver ascoltato o letto parole sulla preghiera che muovono il cuore, e poi quando si inizia a pregare l'interesse cessa rapidamente, trovando la preghiera monotona e asciutta. Se indietreggia la perde, ma se rimane fermo e costante arriva quindi alla vera preghiera che affonda le sue radici nella sua anima, a poco a poco, fino a raggiungere le sue profondità!
Di solito il Signore Dio consola chi prega, all'inizio del percorso, perché rimanere fermo. Tuttavia, la consolazione non viene quando ce l'aspettiamo Non sappiamo quando verrà a noi. Fate attenzione a non divagare nell'immaginazione. Non fare spazio a immagini e sensazioni che vi possono mentire. Queste vi porteranno fuori strada! Proprio il contrario, una volta acquisita familiarità con la preghiera, fate attenzione a fantasie, immagini e sentimenti perché in queste c'è una dipartita dalla preghiera. Allo stesso modo siate attenti a sentimentalismo e lassismo mentale. La preghiera è qualcosa di calmo e fermo! Stare davanti a Dio in preghiera è qualcosa di molto serio. Naturalmente, Dio non è duro, ma non è neppure indulgente. La preghiera ha le sue caratteristiche particolari. La sua gioia è tranquilla e la sua pace è vigile. Il conforto è mescolato con la gratitudine, con un senso di indegnità, e con il pentimento.
La preghiera vi collega a Dio, alla Santissima Trinità, al Padre, al Figlio e al santo Spirito. La preghiera è il linguaggio di Dio all'uomo perché quest'ultimo possa salire fino a lui ed entrare in relazione con lui. Così, la lingua della preghiera vi insegna la preghiera e ogni suo passo vi porta al successivo, proprio come il numero uno porta al numero due e al tre e così via. Non c'è bisogno di tecniche nella preghiera. La preghiera viene a voi da sola quando insistete a stare alla presenza di Dio e quando il Signore vi dà quello che chiedete. Dio cerca la comunione e vi chiama a lui, e quando fate un passo nella sua direzione, vi conduce a lui, proprio come un padre prende la mano del suo bambino o una guida cammina davanti a un viaggiatore. Nulla è più vicino al cuore umano della preghiera. L'uomo è formato per essere un essere di preghiera. Al livello più profondo, nella preghiera l'uomo realizza la sua umanità in cui Dio lo ha creato. Perché il cuore non è incline alla preghiera spontaneamente fin dall'inizio? Poiché le passioni dell'anima e del corpo hanno assassinato il cuore dell'uomo e preso il controllo su di esso. Proprio per questo motivo, all'inizio una persona ha bisogno di costringersi alla preghiera, e poi il suo cuore l'accoglierà e gioirà in essa, perché la preghiera corrisponde a ciò è profondamente radicato in lui, anche se in un primo momento era nascosto.
Così la preghiera è il dono più grande per l'uomo, non solo perché collega l'uomo a Dio, ma anche perché è la necessità e la soluzione per tutte le cose che l'uomo deve affrontare. La gente immagina che i propri problemi e preoccupazioni possano essere risolti a livello orizzontale, attraverso le capacità umane. Non c'è dubbio che qualcosa di questo sia necessario, ma tutto, senza eccezione, tutte le preoccupazioni e le difficoltà, tutto dovrebbe essere affrontato in primo luogo con la preghiera, cioè a livello verticale, gettando ogni cosa ai piedi di Gesù. Non è una sorpresa che il Signore abbia detto: "Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi darò riposo." Le nostre soluzioni e iniziative razionali non sono sempre corrette, ma il Signore Dio sa esattamente di che cosa abbiamo bisogno. È per questo che con la preghiera, mettendo tutto nelle mani di Dio, attraverso il dono di sé e l'abbandono delle preoccupazioni di un corso, si trova la soluzione adeguata a tutti i propri problemi!
Tuttavia, se praticate correttamente la preghiera, questa vi attrae ai comandamenti divini, al pentimento, alla fede, alla dolcezza, e soprattutto all'amore. Poi, se praticate i comandamenti divini, la presenza di Dio diventerà più profonda nella vostra vita e i comandamenti nutriranno la vostra preghiera e vi spingeranno alla preghiera. Ma se trascurate i comandamenti, allora la preghiera appassirà rapidamente. Se i comandamenti fanno crescere il rapporto con Dio, allora lo farà anche la preghiera. Per questo motivo, i comandamenti e la preghiera si sostengono a vicenda in modo che i fedeli crescano e raggiungano la pienezza della statura di Cristo, ovvero l'amore. Anche questo sostegno è accompagnato. Si prega e si lavora. Ci si sforza di sollevare il proprio cuore verso l'alto in ogni momento e in ogni occasione. Questo per quanto riguarda i comuni credenti. Ma ci sono quelli per i quali la preghiera diventa lavoro. Tali persone raggiungono il fine della preghiera e l'obiettivo del lavoro allo stesso tempo!
La verità è che la preghiera invita la preghiera. Finché si è assorti nella preghiera, finché questa è un'abitudine, essa governa il cuore. Alla fine della giornata, non c'è niente come la preghiera che soddisfa l'essere dell'uomo. La via è aperta perché l'uomo beva dalla preghiera tanto quanto vuole. La preghiera è l'obiettivo del cammino dell'uomo sulla terra. Una persona che non prega e che non solleva il suo cuore e la sua mente verso l'alto rimane solo il contorno di una persona, non importa ciò che ha compiuto! "Cosa giova all'uomo, se ha guadagnato tutto il mondo, ma ha perso la sua anima?"