Le donne indisposte, il ciclo mestruale e la Chiesa Ortodossa
Quali sono le regole di comportamento per una donna ortodossa nel suo
"momento"? Sappiamo bene che è un argomento assai delicato e non è
nostro interesse essere offensivi e in alcun modo giudichiamo le donne
per questo, o intendiamo far pesare loro la loro fisicità. Anticamente
non tutte le donne non avevano gli assorbenti o dei palliativi di
questi, sporcando così di sangue il pavimento della chiesa (che, a quel
punto, andava riconsacrata!). A cagione di ciò, alle donne durante il
ciclo mestruale veniva interdetto l'ingresso nei giorni particolari.
Tuttavia, oggigiorno è molto improbabile non potersi dotare di un
assorbente: a cagione di questo, gli Ortodossi hanno costituito un
piccolo codice di comportamento per le donne che si trovano durante i
giorni del ciclo.
Prima di leggere il codice di comportamento, è bene ricordarsi che il
Levitico e l'Antico Testamento sono ancora validi nelle loro
prescrizioni più autentiche e nobili, così come ci ricorda san Paolo
nella Lettera gli Ebrei (Ebrei 7-10) e che quindi, sia per gli
uomini che per le donne, molti aspetti rituali sono rimasti attivi nella
cristianità. Nelle Costituzioni Apostoliche (secolo IV) vi è un
capitolo apposito sulla purificazione rituale delle donne e degli uomini
che si sono macchiati di crimini o che sono venuti al contatto col
sangue, e qui, specifichiamolo, qualsiasi tipo di sangue. Le
mestruazioni difatti sono solo uno dei possibili contatti con il sangue;
il canone I di Sant'Atanasio è molto importante per comprendere la
dinamica dei fluidi corporei: secondo il santo, il ciclo mestruale è
paragonabile al moccio o a qualsiasi altro genere di emissioni corporee
sia maschili che femminili. Due autori antichi, san Dionigi
d'Alessandria (+264) e san Timoteo d'Alessandria (+385), espongono per
primi il concetto di purificazione post partum e ritengono che un
mese sia sufficiente affinché la donna sia purificata e possa tornare
in chiesa a chiedere la benedizione. Essi tuttavia non prescrivono
alcuna regola nel caso la donna nei periodi indisposti tocchi qualcosa
di sacro. Ben diverso fanno i canonisti medievali bizantini i quali si
rilevano molto più duri rispetto agli antichi: nelle raccolte canoniche
di Giovanni Diacono di Costantinopoli (IX secolo) quest'ultimo
prescrive il divieto di accesso alla chiesa per quaranta giorni dopo il
parto, necessari per la purificazione.
Vediamo ora come la Chiesa Ortodossa oggi codifica il comportamento delle donne indisposte.
1. Non si può fare la Comunione. La donna indisposta non può
accostarsi al calice eucaristico. Ovviamente la donna che si è preparata
per la funzione può prendere l'anafora (il pane benedetto) e bere
l'acqua santa o il vino benedetto. Non c'è ragione per NON prendere
l'acqua benedetta, visto che con essa vengono benedetti perfino gli
animali, che sono notoriamente inferiori all'essere umano. Se il ciclo
mestruale è al suo termine, il giorno seguente la donna può recarsi in
chiesa e chiedere la comunione separata, e il sacerdote non può tirarsi
indietro.
2. Non si può accedere al Battesimo. Così come per la comunione, è
bene non sporcare un sacramento con le nostre impurità corporee che
defluiscono dal nostro corpo, le quali si mescolerebbero con l'acqua
santa e con il crisma.
3. La donna indisposta può tranquillamente entrare in chiesa,
venerare le icone, baciare il Vangelo, accendere candele e svolgere
tutte le funzioni di pietà. La donna indisposta può leggere le
Scritture, recitare il salterio e pregare seguendo il proprio pensiero o
tramite i libri della Chiesa senza alcun problema.
4. La donna dopo il parto si trova in un "congedo liturgico" di quaranta giorni nei quali ella non può entrare in chiesa.
Dopo che sono passati i 40 giorni rituali, la donna (col bambino) si
presenta in chiesa e su di lei vengono recitate le preghiere di
purificazione e la benedizione del neonato con l'imposizione del nome e
la Presentazione al Tempio del bambino. Da questo momento in poi alla
donna è permesso nuovamente entrare in chiesa e prendere tutti i
sacramenti. Dopo un periodo concordato col sacerdote, è bene battezzare
il bambino.
Inoltre, le bambine prima del loro primo ciclo mestruale (indicativamente attorno agli 11-12 anni) non sono obbligate ad indossare il velo in chiesa.
Ricordiamo che, oggigiorno, non vi è più alcuna preghiera particolare
per lo "scioglimento delle impurità" della donna, escluse quelle del
parto, molto importanti, e che sono obbligatorie prima della
Presentazione al Tempio del bambino.