Uno spettacolo estremamente dignitoso sia per i valori della musica di Peçi che ha offerto al pubblico albanese in anteprima mondiale 9 delle 30 opere del ciclo Alpine String, sia per la qualità interpretativa della Camerata di Tirana che è riuscita a trasmettere l’emozionalità e l’originalità delle opere di Peçi. Inoltre le poesie dei poeti albanesi più famosi come Gjergj Fishta, Ndre Mjeda, Fan Noli, Lasgush Poradeci e Ismail Kadare recitate dagli attori più famosi albanesi, hanno fatto si che il pubblico intervenisse più volte con lunghi applausi.
Il Ciclo "Alpine String" di Aleksandër Peçi, un corpus gigante di 30 opere per orchestra d'archi, con circa 2600 pagine, scritto in un tempo record febbraio-giugno 2009, contiene idee potenti del viaggio quanto storico e etnico anche così drammatico e vitale degli albanesi. La fatalità dell'albanese è stata tale che non solo la vita dell'individuo e è stata una storia tra segregazione e libertà (in riferimento al codice di vendetta, ancora presente da oltre 500 anni, che ha portato all’isolamento in casa di centinaia di famiglie albanesi nell’Albania del Nord), non solo quella degli intellettuali, ma anche il destino della società albanese e della Patria è stato, da un lato, una storia tra segregazione, isolamento o morte, e dall'altro tra apertura, libertà, indipendenza, vita, esistenza e sopravivenza. E' in questo senso che a sua volta il termine "Alpine" del ciclo "Alpine String” che ha le sue radici sonore nell’Epos dell'Albania del Nord, è un grido potente contro la morte. Solo nel periodo maggio-ottobre 2009, Peçi ha dato alla cultura albanese 64 nuovi titoli di pubblicazioni musicali (da 530 titoli in totale che ha). Inoltre, tra maggio e dicembre 2009, il compositore albanese ha eseguito 30 performance internazionali a Sofia con "Sofie Solists", a Brescia e Cremona con "Dedalo Ensemble" di Vittorio Parisi, a Prishtina e Sudan, e Utrecht con il pianista olandese Marcel Worms su "Radio France International".
giovedì 31 dicembre 2009
mercoledì 30 dicembre 2009
W l'italia e tutti noi.......'taliani (Da Repubblica.it)
Privo di biglietto perché impossibilitato a farlo mostra i soldi
al controllore. Ma viene costretto a scendere dalla polizia ferroviaria
Quel ragazzo senza braccia sul treno dell'indifferenza
di SHULIM VOGELMANN
Sì, senza braccia, con due moncherini fatti di tre dita che spuntano dalle spalle. È salito sul treno con le sue forze. Posa la borsa a tracolla per terra con enorme sforzo del collo e la spinge con i piedi sotto al sedile. Crolla sulla poltrona. Dietro agli spessi occhiali da miope tutta la sua sofferenza fisica e psichica per un gesto così semplice per gli altri: salire sul treno. Profondi respiri per calmare i battiti del cuore. Avrà massimo trent'anni.
Si parte. Poco prima della stazione di (...) passa il controllore. Una ragazza di venticinque anni truccata con molta cura e una divisa inappuntabile. Raggiunto il ragazzo senza braccia gli chiede il biglietto. Questi, articolando le parole con grande difficoltà, riesce a mormorare una frase sconnessa: "No biglietto, no fatto in tempo, handicap, handicap". Con la bocca (il collo si piega innaturalmente, le vene si gonfiano, il volto gli diventa paonazzo) tira fuori dal taschino un mazzetto di soldi. Sono la cifra esatta per fare il biglietto. Il controllore li conta e con tono burocratico dice al ragazzo che non bastano perché fare il biglietto in treno costa, in questo caso, cinquanta euro di più. Il ragazzo farfugliando le dice di non avere altri soldi, di non poter pagare nessun sovrapprezzo, e con la voce incrinata dal pianto per l'umiliazione ripete "Handicap, handicap".
I passeggeri del vagone, me compreso, seguono la scena trattenendo il respiro, molti con lo sguardo piantato a terra, senza nemmeno il coraggio di guardare. A questo punto, la ragazza diventa più dura e si rivolge al ragazzo con un tono sprezzante, come se si trattasse di un criminale; negli occhi ha uno sguardo accusatorio che sbatte in faccia a quel povero disgraziato. Per difendersi il giovane cerca di scrivere qualcosa per comunicare ciò che non riesce a dire; con la bocca prende la penna dal taschino e cerca di scrivere sul tavolino qualcosa. La ragazza gli prende la penna e lo rimprovera severamente dicendogli che non si scrive sui tavolini del treno. Nel vagone è calato un silenzio gelato. Vorrei intervenire, eppure sono bloccato.
La ragazza decide di risolvere la questione in altro modo e in ossequio alla procedura appresa al corso per controllori provetti si dirige a passi decisi in cerca del capotreno. Con la sua uscita di scena i viaggiatori riprendono a respirare, e tutti speriamo che la storia finisca lì: una riprovevole parentesi, una vergogna senza coda, che il controllore lasci perdere e si dedichi a controllare i biglietti al resto del treno. Invece no.
Tornano in due. Questa volta però, prima che raggiungano il giovane disabile, dal mio posto blocco controllore e capotreno e sottovoce faccio presente che data la situazione particolare forse è il caso di affrontare la cosa con un po' più di compassione.
Al che la ragazza, apparentemente punta nel vivo, con aria acida mi spiega che sta compiendo il suo dovere, che ci sono delle regole da far rispettare, che la responsabilità è sua e io non c'entro niente. Il capotreno interviene e mi chiede qual è il mio problema. Gli riepilogo la situazione. Ascoltata la mia "deposizione", il capotreno, anche lui sulla trentina, stabilisce che se il giovane non aveva fatto in tempo a fare il biglietto la colpa era sua e che comunque in stazione ci sono le macchinette self service. Sì, avete capito bene: a suo parere la soluzione giusta sarebbe stata la macchinetta self service. "Ma non ha braccia! Come faceva a usare la macchinetta self service?" chiedo al capotreno che con la sua logica burocratica mi risponde: "C'è l'assistenza". "Certo, sempre pieno di assistenti delle Ferrovie dello Stato accanto alle macchinette self service" ribatto io, e aggiungo che le regole sono valide solo quando fa comodo perché durante l'andata l'Eurostar con prenotazione obbligatoria era pieno zeppo di gente in piedi senza biglietto e il controllore non è nemmeno passato a controllare il biglietti. "E lo sa perché?" ho concluso. "Perché quelle persone le braccia ce l'avevano...".
Nel frattempo tutti i passeggeri che seguono l'evolversi della vicenda restano muti. Il capotreno procede oltre e raggiunto il ragazzo ripercorre tutta la procedura, con pari indifferenza, pari imperturbabilità. Con una differenza, probabilmente frutto del suo ruolo di capotreno: la sua decisione sarà esecutiva. Il ragazzo deve scendere dal treno, farsi un biglietto per il successivo treno diretto a Roma e salire su quello. Ma il giovane, saputa questa cosa, con lo sguardo disorientato, sudato per la paura, inizia a scuotere la testa e tutto il corpo nel tentativo disperato di spiegarsi; spiegazione espressa con la solita esplicita, evidente parola: handicap.
La risposta del capotreno è pronta: "Voi (voi chi?) pensate che siamo razzisti, ma noi qui non discriminiamo nessuno, noi facciamo soltanto il nostro lavoro, anzi, siamo il contrario del razzismo!". E detto questo, su consiglio della ragazza controllore, si procede alla fase B: la polizia ferroviaria. Siamo arrivati alla stazione di (...). Sul treno salgono due agenti. Due signori tranquilli di mezza età. Nessuna aggressività nell'espressione del viso o nell'incedere. Devono essere abituati a casi di passeggeri senza biglietto che non vogliono pagare. Si dirigono verso il giovane disabile e come lo vedono uno di loro alza le mani al cielo e ad alta voce esclama: "Ah, questi, con questi non ci puoi fare nulla altrimenti succede un casino! Questi hanno sempre ragione, questi non li puoi toccare". Dopodiché si consultano con il capotreno e la ragazza controllore e viene deciso che il ragazzo scenderà dal treno, un terzo controllore prenderà i soldi del disabile e gli farà il biglietto per il treno successivo, però senza posto assicurato: si dovrà sedere nel vagone ristorante.
Il giovane disabile, totalmente in balia degli eventi, ormai non tenta più di parlare, ma probabilmente capisce che gli sarà consentito proseguire il viaggio nel vagone ristorante e allora sollevato, con l'impeto di chi è scampato a un pericolo, di chi vede svanire la minaccia, si piega in avanti e bacia la mano del capotreno.
Epilogo della storia. Fatto scendere il disabile dal treno, prima che la polizia abbandoni il vagone, la ragazza controllore chiede ai poliziotti di annotarsi le mie generalità. Meravigliato, le chiedo per quale motivo. "Perché mi hai offesa". "Ti ho forse detto parolacce? Ti ho impedito di fare il tuo lavoro?" le domando sempre più incredulo. Risposta: "Mi hai detto che sono maleducata". Mi alzo e prendo la patente. Mentre un poliziotto si annota i miei dati su un foglio chiedo alla ragazza di dirmi il suo nome per sapere con chi ho avuto il piacere di interloquire. Lei, dopo un attimo di disorientamento, con tono soddisfatto, mi risponde che non è tenuta a dare i propri dati e mi dice che se voglio posso annotarmi il numero del treno.
Allora chiedo un riferimento ai poliziotti e anche loro si rifiutano e mi consigliano di segnarmi semplicemente: Polizia ferroviaria di (...). Avrei naturalmente voluto dire molte cose, ma la signora seduta accanto a me mi sussurra di non dire niente, e io decido di seguire il consiglio rimettendomi a sedere. Poliziotti e controllori abbandonano il vagone e il treno riparte. Le parole della mia vicina di posto sono state le uniche parole di solidarietà che ho sentito in tutta questa brutta storia. Per il resto, sono rimasti tutti fermi, in silenzio, a osservare.
L'autore è scrittore ed editore
lunedì 28 dicembre 2009
Messaggio Natale 2009/2010 di Mons. Innokenti
Message de Noël de l'archevêque Innocent de Chersonèse
Chers Pères, frères et sœurs, bienaimés dans le Seigneur, J’ai hâte d’adresser mes meilleurs vœux à l’occasion de la solennité de la Nativité de notre Seigneur Jésus-Christ à vous tous, enfants fidèles de notre Église orthodoxe russe, confiés à la sollicitude pastorale de notre diocèse en Europe occidentale. « Ce que nous célébrons maintenant, écrit saint Grégoire le Théologien, c’est la venue de Dieu parmi les hommes, venue qui nous ramène à Dieu, afin que, déposant le vieil homme, nous revêtions l’homme nouveau (Ép 4, 22) ». Le jour de la Nativité du Christ, nul n’est oublié, marginalisé ou passé inaperçu. Le Christ Sauveur naît dans la chair, dans notre monde de péché, pour ouvrir à toute personne la voie de la réconciliation avec Dieu, pour que tout homme, levant le regard vers le ciel, puisse appeler Père le Créateur du monde visible et invisible. Chaque fois que nous remémorons et célébrons en Église les grandes étapes de l’économie de notre salut, dont la Nativité est un des événements fondateurs et les plus glorieux, nous devons, très chers, nous souvenir que cette histoire n’est pas achevée. Elle se poursuit et chacun de nous peut y ajouter une page personnelle. Notre vie, notre action de grâce, notre foi doivent être notre réponse aux bienfaits que le Seigneur nous a accordés et qu’Il continue à nous accorder. Nous devons devenir les témoins vivants de la bonté, de la miséricorde et de la longanimité dont le Seigneur fait preuve envers ceux qui invoquent Son nom. Je vous adresse encore et encore mes meilleurs vœux pour la fête de la Nativité du Christ et pour la Nouvelle année ! Que la grâce de notre Seigneur Jésus-Christ, né aujourd’hui de la Vierge, soit avec vous tous.
Samedi 26 Décembre 2009
sabato 26 dicembre 2009
giovedì 24 dicembre 2009
Comunicato dell'arcivescovado dei copti ortodossi di Giza.
In data 15 dicembre 2009, durante il patriarcato di S.S. Papa Shenuda III e il vescovado di S.E. Anba Domadio, arcivescovo di Giza, l'arcivescovado di Giza rende noto che il giorno venerdì 11 dicembre 2009, all'una di notte, si è verificata l'apparizione della Vergine Maria nella chiesa a Lei dedicata nel quartiere di Warraq al-Khodr (anche noto come al-Warraq, Il Cairo) che è sottoposto al nostro arcivescovado.
Rivestita di luce, la Vergine è apparsa nella sua interezza sulla cupoletta mediana della chiesa vestita di un abito bianco lucente con una cintura regale di colore azzurro con in capo una corona al di sopra della quale era posta la croce che sovrasta la cupoletta. Le altre croci che sovrastano la chiesa emettevano luci splendenti. Tutti gli abitanti del quartiere hanno visto la Vergine spostarsi e apparire sul portale tra i due campanili. L'apparizione è durata dalle una di notte fino alle quattro all'alba di venerdì.
La fine delle apparizioni è stata registrata da telecamere e videocellulari. Dal quartiere e dai quartieri limitrovi sono sopraggiunte circa 3000 persone che si sono riversate nella strada antistante la chiesa stessa. L'apparizione è stata seguita per qualche giorno, da mezzanotte fino al mattino, da apparizioni di colombe e di stelle luminose che apparivano rapidamente e sparivano dopo aver percorso circa 200 metri in mezzo ai canti della folla festante che attendeva la benedizione della Vergine.
Quest'apparizione rappresenta una grande benedizione per la Chiesa e per il popolo egiziano tutto. Dio abbia misericordia di noi per intercessione della Vergine e per le sue preghiere.
+ S.E. Anba Teodosio
vescovo generale di Giza
Pubblicato dalla carissima Amica Lina.
Una mamma serba e una mamma albanese davanti ad una scuola
Non ho cambiato neanche una virgola :…in realtà, è andata così: io ho visto, davanti alla scuola, che c'era questa ragazza, che fra l'altro, assomiglia tanto alle mie cugine, da parte di papà, e stava sempre da sola soletta. poi ho sentito che era albanese, e per evitare storie e polemiche, la evitavo anch'io. stavo quasi sempre da sola o con un'altra ragazza, Rom romena, ma è un'altra storia bella anche questa... e te la racconto un'altra volta.la ragazza albanese aveva un figlioletto strano ma simpatico.e così è andata per UN ANNO E MEZZO!un bel giorno questa si avvicina a me e io mi dico "ecco, ci siamo....". lei mi dice "ciao, ho sentito che anche tu sei straniera..." e io "ehm, sì...". lei fa "ma di dove sei?" e io "sono jugoslava". lei: "sei serba?" ... "ehm, sì..." sottovoce... e pensavo, ora chissà cosa mi dice :))e invece, LEI FA: "e hai della musica?? Lepa Brena, Ceca...?" al che mi sono sentita proprio sollevata e mi sono messa a ridere, che ora se ci penso mi viene da piangere e mi viene la pelle d'oca... poi dopo le avevo passato delle cassette e così via…abbiamo cominciato a parlare sempre e tutti gli altri ci evitavano sempre perché noi tre eravamo straniere e loro italiani, anche se eravamo molto diverse: la "zingara" piccolina e timida, questa con le guance cicciotte ma sempre timida, e io per niente timida. se ero da sola, mi parlavano, perché parlavo bene e non si capiva nemmeno che ero straniera - finché non mi hanno visto sempre con queste altre due. e quando c'era una di loro, NESSUNO SI AVVICINAVA a noi!!! è incredibile, perché nella zona di questa scuola non c'è gente ricca o di professioni "belle"... forse solo un paio di famiglie di intellettuali... gli altri erano tutti con problemi, anche seri, o poveri, del sud, o comunque ignoranti.. e pure guardavano noi dall'alto in basso, pazzesco veramente. a me una cosa del genere da fastidio e mi fa stare ancora di più con gi stranieri, ecco.e lei mi raccontava questa cosa, che loro sono ortodossi e che gli altri albanesi a milano, per offendere il marito, gli dicevano “serbo, serbo”. lui non sembrava serbo per niente, dalla faccia, era il tipico albanese, ma lei nemmeno quello comunque, lei aveva dei problemi, perché non aveva i documenti, poi suo marito è riuscito a trovare lavoro, al lavaggio macchine, e si stava mettendo in regola… ma lei e il bambino non ancora. a quel punto sua mamma si era ammalata e lei non poteva andare a trovarla. piangeva spesso…. poi un giorno è arrivata tutta distrutta e… la mamma era morta e lei manco poteva andare al funerale… era tristissima, puoi immaginare quanto…. e diceva così, che solo io le parlavo, solo io la capivo, solo io ero una vera amica e come una sorella per lei.e devo dire che ne ero abbastanza orgogliosa ;) visto come stavano le cose in generale… dopo non ci siamo viste molto, da quando i figli non vanno più nella stessa scuola ci siamo incontrate 3-4 volte, l’ultima più di due anni fa… e poi ci siamo sentite un’ora fa per quella traduzione. parla molto meglio l’italiano e la sento più sicura. prima chiedeva tutto a me: per esempio, la maestra aveva tentato di farle cambiare idea riguardo alla frequentazione dell’ora di religione del figlio… pensa che un giorno era tutta preoccupata e mi chiedeva cosa dire alla maestra e come comportarsi e mi ha detto che l’aveva tenuta un’ora per convincerla… mentre a me non mi aveva mai accennato niente: l’aveva vista debole e ha attaccato subito! non aveva osato farlo con me, ma nemmeno per scherzo ;)così sono andate le cose. spero ti sia piaciuta… non te la scrivo ben bene, che la scriverò meglio quando usciranno le mie memorie ;)) intanto la metti come vuoi tu se vuoi.bacionesegue firma
Pubblicato da Lina
Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo
B A R T O L O M E O
A TUTTO IL PLEROMA DELLA CHIESA
“Il cielo e la terra sono uniti attraverso la nascita di Cristo. Oggi Dio è disceso sulla terra e l’uomo è asceso ai cieli” (Idiomelo della Litia della Natività)
La distanza e la polarizzazione tra Dio e l’uomo, che fu conseguenza del peccato dell’uomo, è stata abolita attraverso la assunzione dell’intera natura umana da parte del Figlio Unigenito e Pre-eterno Verbo di Dio. La Incarnazione del Suo Figlio, secondo la sua “compiacenza”, cioè secondo la Sua piena ed arcana volontà, annulla ogni distanza, unisce il cielo con la terra e collega la creatura con il Creatore!
“Oggi è il preludio del beneplacito del Signore ed il primo annuncio della salvezza degli uomini”, canta la Chiesa durante la festa dell’Ingresso della Madre di Dio, che attraverso la dedicazione della Beata Maria al Tempio e la sua preparazione lì, per divenire ricettacolo del Dio senza spazio, ha aperto la via della Provvidenza Incarnata di Dio e proclamato la nostra salvezza.
“Oggi è il principio della nostra salvezza e la manifestazione del mistero nascosto da secoli; il Figlio di Dio diviene Figlio della Vergine”, di nuovo canta la Chiesa durante la festa della Annunciazione, allorché avvenne per mezzo della Spirito Santo il concepimento senza seme dell’Inconcepibile, nel santo seno della Madre di Dio ed iniziò a “coesistere” la natura divina con quella umana e Dio divenne uomo “affinché noi fossimo deificati”, secondo l’espressione di San Atanasio. La “compiacenza” dunque, che fu salutata all’Ingresso e la “salvezza”, la quale fu resa principio e fu rivelata durante la Annunciazione, oggi, nel Grande e Santo giorno della Natività, sono divenute una realtà tangibile.Oggi il Verbo di Dio si è fatto carne ad ha abitato tra noi e gli angeli hanno festeggiato l’avvenimento cantando: “Gloria a Dio negli Eccelsi e pace sulla terra agli uomini di buona volontà”.
Con la incarnazione, la umanizzazione del Verbo, la salvezza del genere umano si è già realizzata con forza. Perciò, quelli che credono in Gesù, vivono una vita in accordo con la loro fede, in accordo con i comandamenti e con tutto l’insegnamento di Gesù, si elevano con questa vita gradita a Dio e si costituiscono in amici e partecipi di Dio. Divengono “partecipi della natura divina”, - déi per grazia! Questo si realizza specialmente dentro la Chiesa, dove l’uomo rinasce in Cristo e viene adottato dal Padre per mezzo del Santo Battesimo e di conseguenza -, attraverso i Santi Misteri e l’esercizio della virtù, è riempito di grazia divina e di Spirito Santo e cresce “fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo”, fino ad arrivare a dire con l’Apostolo Paolo: “Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”5. Coloro che hanno raggiunto tale perfezione, Cristo non li considera semplicemente amici o fratelli, ma li riconosce come membra del Suo Corpo. Per questo disse anche dall’alto della Croce verso la sua Santissima Madre per l’Evangelista Giovanni: “Ecco tuo Figlio”, e a Giovanni: “Ecco tua Madre”. La Natività pertanto, apre completamente la porta della cristificazione e della deificazione per grazia dell’uomo e a causa di ciò esattamente “tutto il creato fa festa con gioia e i cieli insieme a noi esultano”, durante questo nobile giorno di salvezza..
Con queste realtà davanti a noi, gioiose e di speranza, estendiamo da questa Cattedra santificata dell’augusto Patriarcato Ecumenico, al Fanar, calorosi auguri di festa e cordiali benedizioni patriarcali nella occasione della “capitale delle feste”, a tutti i figli amati e desiderati nel mondo della Santa Madre Chiesa, ai chierici di ogni grado, ai monaci e ai laici, alle autorità ed ai cittadini, grandi e piccoli e specialmente a coloro che soffrono e si trovano in afflizioni, necessità o tribolazioni.
Colui che è nato in una grotta ed è stato deposto in una mangiatoia, il Pre-eterno Figlio di Dio e per noi Figlio dell’Uomo, voglia renderci tutti degni del suo amore kenotico e della Sua Santa e venerabile Provvidenza incarnata.
Fanar, Natale 2009
Il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo
Kisha Orthodhokse Autoqefale e Shqipërisë
Krishtlindje 2009
Krishti, Drita e botës
† Anastasi
Kryepiskop i Tiranës, Durrësit dhe i gjithë Shqipërisë
Klerit dhe besimtarëve shpresëtarë Orthodhoksë,
Bij të shtrenjtë më Zotin,
“Ishte drita e vërtetë, që ndriçon çdo njeri, i cili vjen në botë” (Joan 1:9)
Fjala “ishte drita e vërtetë, ajo që ndriçon çdo njeri i cili vjen në botë”. Në Krishtlindje kremtojmë këtë ngjarje tronditëse, e cila prek mbarë njerëzimin. Kjo e kremte e sotme e shkëlqyer, na fal siguri të tërëndritshme dhe shpresë që nuk zhgënjen.
Në Lindjen e Krishtit, siç psal Kisha jonë, “drita prej dritës, që parashkëlqeu para çdo kohe, në kohë u shfaq në mish në ata që ishin mbi tokë dhe botën e ndriçoi” (Lutjesorja, ting. I, Mëngjesorja e së Enjtes).
Jisu Krishti, Fjala e mishëruar e Perëndisë, pa perifrazime, në mënyrë të përsëritur dhe publike, shpalli: “Unë jam drita e botës” (Jn. 8:12, 9:4). Një dritë që lidhet drejtpërsëdrejti me jetën: “ai që më ndjek mua, nuk do të ecë në errësirë, por do të ketë dritën e jetës” (Jn. 8:12).
Pas Kryqëzimit dhe Ngjalljes së Tij, gjithësia mbushet plotpërplot me dritë. Dhe kur historia e shpëtimit të njerëzve arrin në fundin e saj, në krijesën e re, drita do të jetë vetë Biri dhe Fjala e Perëndisë! (Zb. 21:23). Në këtë mënyrë, nga drita natyrale, që në jetën e përkohshme kombinohet me errësirën e natës, do të shkojmë përfundimisht drejt dritës që nuk perëndon, që është vetë Perëndia.
Natyra e dritës gjendet gjithnjë në epiqendër të kërkimit njerëzor dhe lidhet drejtpërsëdrejti me zhvillimin shkencor. Pasuria e re e njohurive në lidhje me dritën natyrale, “të krijuar”, i zgjeron edhe më tej simbolizmat për ndikimet e mahnitshme të dritës shpirtërore në botë.
Drita e botës, Jisu Krishti, shfaqet e njohur dhe familjare, sikundër edhe drita natyrale. Por, në të njëjtën kohë, mbetet e paafrueshme dhe e pakonceptueshme për sa i takon esencës së saj. Perëndia quhet dritë sipas energjive të Tij, të cilat bëhen të kapshme për njerëzit dhe janë të kungueshme. Ndërsa esenca e Perëndisë është e panjohur dhe e pakungueshme për njerëzit (Shën Grigor Pallamai).
Drita e Fjalës është dhuratë hyjnore, që i falet çdo njeriu gjatë lindjes së tij. Shën Kirilli i Aleksandrisë qartëson se “Fjala e Perëndisë ndriçon... vendos farë urtësie, pra perëndinjohjeje, në çdo njeri që vjen në jetë dhe mbjell brenda tij rrënjën e mençurisë”. Pra, do të guxonim të formulonim se në ndërgjegjen e çdo njeriu ekziston një foton nga drita e Krishtit, edhe sikur të jetë errësuar nga injoranca dhe indiferentizmi. Çdo gjë fisnike dhe e vërtetë në mendim, në sjellje, në jetën fetare të njerëzve është reflektim nga drita e Birit dhe Fjalës së Perëndisë.
Sigurisht, kanë ekzistuar shumë raste me re të dendura arrogance, pabesie, urrejtjesh dhe net të errëta të interesave të paligjshme, të cilat u përpoqën ta pengonin dritën e Ungjillit të shkëlqejë në botë.
Por edhe në këto periudha me re të errëta, drita e përshkon mistikisht atmosferën me mënyra të ndryshme. Shumëformësia e depërtimeve të dritës natyrale, siç e konstaton dhe shkenca bashkëkohore, nxit mendimin tonë për t’u ndërgjegjësuar për depërtimet mistike të dritës së Krishtit në ecurinë e njerëzimit, por edhe të jetës sonë personale, në rastet e tundimeve të shumëllojta dhe impakteve të errëta.
* * *
Krishti, duke qenë Ai vetë drita e vërtetë, i ftoi nxënësit e Tij të bëhen edhe ata vetë dritë brenda botës: “Kështu le të shndrisë drita juaj përpara njerëzve, që të shikojnë veprat tuaja të mira dhe të lavdërojnë atin tuaj që është në qiejt” (Matth. 5:16). Ai e lidh shkëlqimin e dritës jo me gjendje ekstaze, të tipit neoplatonik ose indian, por me veprat e mira. Duke përthithur dhe shpërndarë pareshtur dritën e Krishtit, çdo besimtar ftohet të shprehë besimin e tij me vepra shërbese ndaj të gjithëve, pa bërë përjashtim. Pothuajse të gjitha iniciativat humanitare dhe strukturat që u zhvilluan kudo qoftë, për të lehtësuar dhimbjen, të qenit jetim, varfërinë, pleqërinë, të qenit i huaj, vetminë e kanë origjinën nga njerëz të ndriçuar -direkt ose indirekt- nga drita e Krishtit. Këtë traditë duhet ta vazhdojmë edhe ne, me ide krijuese, iniciativa bujare dhe veprimtari të larmishme.
Ngjyra e bardhë e dritës, në shikim të parë, siç dihet, është sintezë e shtatë ngjyrave të ndryshme. Drita e kungueshme e Krishtit, në jetën personale e sociale, shpërhapet me ngjyrime të shumëllojta. Nga ky spektër i dritës, ne të krishterët “si bij të dritës”, ftohemi të shfaqim sa më shumë ngjyrime që është e mundur:
Dritë paqeje, me veten tonë, me mjedisin që na rrethon dhe mbarë botën;
Dritë të vërtetë, për kuptimin e shkakut më të thellë të korrupsionit dhe të krizës shumëformëshe;
Dritë drejtësie, në përpjekjet shoqërore në nivel lokal e global;
Dritë fryme krijuese, që inkurajon mendimin origjinal, shkencat, artet, qytetërimin;
Dritë shprese, që fuqizon reciprocitetin e të gjithë popujve për shpëtimin e planetit;
Dritë dashurie, me vepra, pa interes dhe me sinqeritet ndaj çdo njeriu;
Dritë besimi që nuk perëndon, e cila çon në kapërcimin final të mëkatit, të prishjes dhe të vdekjes, me fuqinë e Kryqit dhe Ngjalljes së Krishtit.
“Ishte drita e vërtetë, që ndriçon çdo njeri, i cili vjen në botë”.
Le të hapen tejpërtej zemrat tona gjatë këtyre ditëve festive, që të depërtojë në thellësitë e qenies sonë Biri i mishëruar dhe Fjala e Perëndisë, “Drita e vërtetë”. Të ndriçojë mendimet tona, vendimet dhe veprimet tona. Që të gjallërojë qenien tonë. Le të urojmë që të mbështesë dhe të fuqizojë jetën e të dashurve tanë dhe të gjithë njerëzve. Dhe le të lutemi që drita e Krishtit të drejtojë ecurinë e botës.
Krishtlindje të bekuara! Viti i Ri 2010 qoftë i tëri i ndriçuar!
Me lutje të zjarrta te Perëndia
†Anastasi
Kryepiskop i Tiranës, Durrësit dhe i gjithë Shqipërisë
mercoledì 23 dicembre 2009
Dal Patriarcato di Romania
„Naşterea Mântuitorului Iisus Hristos este mai presus de fire şi de înţelegere, adică neobişnuită, deşi uneori Iisus este prezentat ca fiind copilul unei familii, adică fiul lui Iosif şi al Mariei. Naşterea lui Hristos este mai presus de fire şi mai presus de gândirea umană, pământească, întrucât Cel ce Se naşte pe pământ din mamă fără tată este Fiul veşnic al lui Dumnezeu-Tatăl, Care Se naşte veşnic din Tatăl Cel ceresc fără mamă. Prin această minune a zămislirii şi a naşterii Mântuitorului Hristos ca Om de la Duhul Sfânt şi din Fecioara Maria se leagă viaţa cerească spirituală cu viaţa pământească“
lunedì 21 dicembre 2009
Dal sito amico:eleousa.net
Mosca, 19 dicembre 2009 –
Durante la Divina Liturgia di San Cirillo, il Patriarca ha ordinato sacerdote il diacono Timoteo Kuropatova, della chiesa della Madre di Dio di Kazan a Kolomna.
Dopo la Divina Liturgia, Sua Santità il Patriarca Kirill ha fatto una preghiera e ha benedetto l’iconostasi della cattedrale.
Poi, l’Arciprete Vladimir ha rivolto il benvenuto a Sua Santità. "San Nicola, il protettore del monastero più antico e della sua chiesa, non ci lascia. Noi possiamo testimoniare che solo attraverso il nostro celeste patrono San Nicola è stato possibile ripristinare l'antica bellezza della casa di Dio ".
Sua Santità il Patriarca ha ringraziato il clero, per il loro impegno nel ripristino dell’ex Monastero di Nicola Perervinsky, e tutti i partecipanti alla Liturgia.
Al termine, il Patriarca ha benedetto il monumento dedicato al Metropolita Platon (Levshin), realizzato dallo scultore russo Anatoly Bichukov.
Secondo alcune fonti, il monastero fu fondato durante la battaglia di Kulikovo. Le sue origini, tuttavia, si fanno risalire al 1660 circa, quando fu costruito il chiostro. La Cattedrale di San Nicola fu costruita nel 1696-1700. Il monastero fu la residenza del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Adrian. Nel 1775 il metropolita di Mosca Platon (Levshin) fondò la Scuola Teologica.
La Cattedrale della Madre di Dio di Iviron fu costruita nel 1904-1908 con la benedizione del Santo Martire Vladimir, metropolita di Mosca (in seguito Metropolita di Kiev e Galizia).
Nel 1940-1941.i templi del Monastero Perervinsky furono chiusi. La loro rinascita si ebbe nel 1991 e nel 1996 con una solenne processione fu portata l'Icona della Madre di Dio di Iviron.
Il complesso architettonico dell'ex-monastero di Nicholas Perervinsky comprende oggi la Cattedrale di San Nicola, la Chiesa della Dormizione della Madre di Dio,la Chiesa di San Sergio di Radonez, la Cattedrale della Madre di Dio di Iviron, la residenza del Patriarca e la scuola teologica.
Esso è il simbolo dell'unificazione spirituale della Russia, la nazione russa unita.
(Fonte: Ufficio stampa del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia; www.patriarchia.ru)
domenica 20 dicembre 2009
sabato 19 dicembre 2009
Italia - L'Icona di Pochaev a Milano e Roma
Con la benedizione di Sua Beatitudine il Metropolita di Kiev e di tutta l’Ucraina Vladimir, dal 17 al 28 Dicembre 2009 l’Icona miracolosa della Madre di Dio Pochaevskaya sarà portata in pellegrinaggio nelle città italiane di Milano e Roma, dove vive e lavora un numero significativo di ucraini. Milano - L'Icona sarà esposta alla venerazione dei fedeli il 17, il 19 e 22 dicembre nella Chiesa di S. Ambrogio, dove il 20 dicembre, il metropolita Vladimir, durante la sua visita in Italia, celebrerà la Divina Liturgia. Il 18 e il 23 dicembre l’Icona miracolosa sarà portata nel Tempio dedicato a San Serafino di Sarov e San Sergio di Radonez. Roma - L'Immagine della Madre di Dio sarà presente dal 24 al 25 dicembre nel tempio di San Nicola, e dal 26 al 27 dicembre nella Chiesa di Santa Caterina. (Fonte: Decr Servizio Comunicazione; sito web della Chiesa Ortodossa in Ucraina)
Con la benedizione di Sua Beatitudine il Metropolita di Kiev e di tutta l’Ucraina Vladimir, dal 17 al 28 Dicembre 2009 l’Icona miracolosa della Madre di Dio Pochaevskaya sarà portata in pellegrinaggio nelle città italiane di Milano e Roma, dove vive e lavora un numero significativo di ucraini. Milano - L'Icona sarà esposta alla venerazione dei fedeli il 17, il 19 e 22 dicembre nella Chiesa di S. Ambrogio, dove il 20 dicembre, il metropolita Vladimir, durante la sua visita in Italia, celebrerà la Divina Liturgia. Il 18 e il 23 dicembre l’Icona miracolosa sarà portata nel Tempio dedicato a San Serafino di Sarov e San Sergio di Radonez. Roma - L'Immagine della Madre di Dio sarà presente dal 24 al 25 dicembre nel tempio di San Nicola, e dal 26 al 27 dicembre nella Chiesa di Santa Caterina.
giovedì 17 dicembre 2009
Piena solidarietà alle mamme di Acquaformosa
Tema:
Domenica 13 Dicembre presso la Parrocchia della Chiesa ortodossa Arbëreshe del Patriarcato di Mosca ad Acquaformosa, si è svolta la celebrazione della Divina Liturgia mensile. Nonostante la Cappella è inserita, come nei tempi antichi dei primi cristiani quando le grandi chiese o le cattedrali non esistevano, nella cucina della casa paterna del parroco, c’era un nutrito numero di fedeli ad accompagnare, cantando le lodi al Signore, l’ufficiatura.
Nel pomeriggio il parroco della chiesa cattolica, come fa da qualche tempo, riunisce il popolo cristiano del paese per discutere e conversare di problemi vari.
Sembra che qualche fedele abbia riferito nel corso della riunione che presso la nostra Chiesa c’era un nutrito numero di persone ad assistere alla Divina Liturgia e che qualcuno abbia sostenuto che c’erano più fedeli presso la Chiesa Ortodossa che quella parrocchiale.
Furbescamente il parroco ha interrogato i fedeli presenti chiedendo l’identità di chi frequenta la Parrocchia ortodossa, i quali candidamente hanno fatto nomi e cognomi.
Svolgimento:
Da questo stato di cose e di avvenimenti, il parroco, intelligentemente, non si è permesso di alzare la voce, perché è cosciente che la Chiesa Parrocchiale Ortodossa, essendo parte integrante del grande Patriarcato Ortodosso di Mosca, è legittimamente autorizzata, nell’ambito del territorio italiano, di aprire Chiese, Parrocchie, Missioni o Cappelle, per espletare la sua funzione ecclesiale.
Articolo 8 della Costituzione Italiana: “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze."
Quindi tutti i cittadini italiani, io parlo di cittadini italiani, nati cresciuti e dimoranti nel territorio italiano e in particolare in quello di Acquaformosa, sono liberi di seguire la propria coscienza anche nella scelta di frequentare sporadicamente la Chiesa che ritengono più opportuno. La libertà è una prerogativa del cittadino dal punto di vista giuridico, la libertà dal punto di vista Cristiano è qualcosa di più sublime. Cristo con la sua venuta, ‘quando venne la pienezza dei tempi’, ci ha ridato quella libertà che il principe di questo mondo, nel corso dei millenni ci aveva tolto. E questa libertà, per l’umanità , è diventata la presa di coscienza del suo essere “Creatura di Dio” e recuperare la sua dimensione divina.
I fedeli, che una volta al mese frequentano la Chiesa Parrocchiale Ortodossa, sanno molto bene e possono anche testimoniarlo, che il Parroco ortodosso non ha mai, dico mai, sparlato contro la consorella parrocchia cattolica del paese; ha spiegato solamente la differenza, anzi le differenze che intercorrono tra le due strutture ecclesiali.
Era doveroso che i fedeli comprendessero le diversità e le uguaglianze, le analizzassero e di conseguenza recepissero le spiegazioni, fatte sempre in modo garbato, semplice e sintetico.
Se quindi i fedeli hanno continuato a seguire la Liturgia presso la Chiesa Ortodossa, vuol dir che nessuno ha coartato pesantemente e diabolicamente la loro coscienza.
Io mi chiedo, come mai nessuno si strappa le vesti se in paese aumentano i seguaci dei Testimoni di Geova (e ce ne sono veramente tanti), mentre si fanno fuoco e fiamme per denigrare una Chiesa canonica, con cui Roma intrattiene rapporti di stima e fratellanza ed è sicuramente la Chiesa ortodossa più potente della terra e cercare con grida e schiamazzi, inopportuni, di intimorire un popolo libero e cosciente come quello di Acquaformosa che innegabilmente non ha bisogno di essere ammonito da chi con la realtà italo-albanese, la sua storia, le sue tradizioni politiche e religiose non ha nulla da spartire in quanto nato a migliaia e migliaia di km lontano, parla una lingua diversa dalla nostra, ed è stato catapultato nel nostro comune per grazia ricevuta? Assurdo !!!!!!!
Ora, noi Arbresh, nonostante nel nostro trascorso passato abbiamo dovuto subire umiliazioni da parte di potenti e signorotti ignoranti, quando pensavamo che potevamo avere una vita tranquilla e pacifica, in pieno secondo millennio, ecco che all’orizzonte spuntano nubi nere come la pece, impersonificate attualmente da chi, solamente perché indossa una veste nera e porta un colletto bianco, si arroga il diritto di umiliare le nostre madri di famiglia, le quali mentre cercano una parola di conforto, ricevono invece una bastonata tra i denti.
Invece di prendere esempio da queste sante donne, le quali con tanti sacrifici portano avanti la propria famiglia e l’educazione dei propri figli, che si dannano per far quadrare i bilanci familiari causa recessione e crisi, che almeno la domenica si ritagliano un orario per seguire la Divina Liturgia e per avvicinarsi al Signore, succede il contrario, ricevono umiliazioni e mortificazioni da chi potrebbe essere certamente loro figlio.
Mai nel passato è successo una cosa del genere, mai il nostro compianto parroco P. Vincenzo Matrangolo, di felice memoria, si è permesso di sgridare il suo gregge, mai ha alzato la voce contro il suo popolo ed in special modo contro le madri di Acquaformosa.
Ed ecco che invece di trovare grazia, le nostre mamme trovano giustizia.
Per questi motivi si alza con forza e senza tentennamenti, la voce di un figlio della Terra di Acquaformosa, che voi conoscete molto bene perché di lui sapete vita e miracoli, Prete Ortodosso come i nostri Avi per primi venuti in Italia, che dopo attenta analisi e tanto studio è ritornato alla Fede dei nostri Santi e Martiri Padri, il quale consiglia ai fedeli di Acquaformosa: “ Sorelle e Fratelli, non abbiate paura, non intimoritevi, non preoccupatevi, non angustiatevi, non addoloratevi, ricordatevi che nessuno, dico nessuno, può costringervi ed obbligarvi ad agire contro la vostra volontà. Siate coscienti delle vostre azioni e delle vostre scelte, perché solo di uno dobbiamo avere timore, e questi è Gesù Cristo, Figlio di Dio, Seconda Persona della Santissima Trinità. Quando vorrete venire presso la nostra e vostra Chiesa, quella Ortodossa, la porta la troverete sempre aperta e nessuno sarà dietro questa porta ad angustiarvi e tormentarvi. Anzi ci sarà sempre il Parroco a ringraziarvi e ricevervi con il sorriso e la riverenza che vi meritate. La vostra libertà di scelta sarà la sua libertà ed il suo orgoglio di darvi il benvenuto.”
Per questo vi aspetta sempre più numerosi presso la Chiesa di Santa Caterina Megalomartire ogni qualvolta ci sarà la celebrazione della Divina Liturgia.
Con profonda stima ed ammirazione, il Vostro affezionatissimo Figlio
Padre Giovanni Capparelli
mercoledì 16 dicembre 2009
Dal Sito amico: Eleousa.net
Ginevra, 13 dicembre 2009 - Il Presidente del Dipartimento per le Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, Arcivescovo Hilarion Volokolamsky, che si trova in Svizzera per partecipare ai lavori della Commissione preparatoria al Santo e Grande Concilio della Chiesa ortodossa, ha presieduto la Divina Liturgia nella Chiesa dell'Esaltazione della Santa Croce.
Con l’Arcivescovo Hilarion hanno concelebrato l'Arcivescovo di Berlino, Germania e Gran Bretagna, Mark, l’Arcivescovo di Ginevra ed Europa occidentale, Mikhail, il Vice presidente del Dipartimento per le Relazioni esterne, Arciprete Nikolai Balashov, il rappresentante del Patriarcato di Mosca al Consiglio Mondiale delle Chiese, Arciprete Michael Gundyaev, e il Sacerdote più anziano della Chiesa dell’esaltazione della Santa Croce, l’Arciprete Pavel Cvetkov.
Durante il servizio, i Vescovi hanno pregato per il riposo in Dio di Sua Santità il Patriarca di Serbia Pavle.
Al termine della Liturgia, è stata tenuta una veglia di preghiera in onore del Santo Apostolo Andrea; poi Monsignor Hilarion ha pregato dinanzi alle reliquie della Granduchessa Elisabetta Fëdorovna e Suor Barbara Jakovleva.
Nel suo discorso di benvenuto, l'Arcivescovo di Ginevra ed Europa occidentale, Mikhail ha ringraziato l’Arcivescovo Hilarion Volokolamsky per la preghiera comune, sottolineando che la sua presenza a Ginevra rafforza i legami fraterni tra le Chiese ortodosse locali. “E’ un segno visibile dell'unità della nostra Chiesa locale. La nostra preghiera comune è una fonte di potere spirituale fornita dallo Spirito Santo per tutti i fedeli della Chiesa, che vivono lontano dalla loro terra", - ha affermato il vescovo Mikhail”.
A sua volta, il presidente del Decr ha ricordato che in questo giorno la Chiesa commemora il Santo Apostolo Andrea. "La personalità di Andrea, che divenne il primo discepolo del Salvatore, è di esempio per tutti i futuri discepoli di Cristo, - ha detto l’Arcivescovo Hilarion. Nel rispondere alla chiamata di Gesù, l'apostolo Andrea ha lasciato tutto e ha seguito il Salvatore, per diventare evangelizzatore della verità divina. Come gli altri apostoli, innumerevoli vescovi e dottori della Chiesa hanno dedicato la loro vita al servizio di Dio e delle persone".
“La grazia divina viene trasmessa ai vescovi e ai sacerdoti nella Chiesa di tutti i secoli. Nessuno può pensare che lo Spirito Santo oggi sia meno generoso rispetto alla Chiesa primitiva. E oggi, come ai tempi degli apostoli, nelle nostre chiese viene celebrata la stessa Eucaristia che Cristo compì nel Cenacolo, la stessa grazia dello Spirito Santo, che discese sugli Apostoli nel giorno di Pentecoste. Spirito Santo che, invocato durante le preghiere nella divina liturgia, discende per i santi doni a tutta la comunità, dando forza spirituale e verità ", - ha continuato l'Arcivescovo Hilarion.
Secondo il presidente del Decr, nessuno deve pensare che solo i gerarchi siano i testimoni e gli annunciatori di Cristo in questo mondo. "Ogni cristiano è chiamato ad essere apostolo, ogni cristiano è chiamato con la propria parola, ed ancor più con la propria vita, a testimoniare Cristo e ad essere strumento dello Spirito Santo. Questa è l'essenza del ministero apostolico di ogni cristiano"- ha concluso il Presule.
In ricordo della celebrazione, monsignor Hilarion ha donato al Vescovo Mikhail un’Icona della Panaghia, scritta nei laboratori del Patriarcato di Mosca.
Poi l’Arcivescovo Hilarion si è congratulato con l'Arciprete Nikolai Balashov nel giorno del suo compleanno. "La vostra obbedienza al presidente del Decr è un esempio lampante di diligenza e di obbedienza alla Santa Chiesa. Siete sempre in allerta, sempre pronto ad aiutare. Queste caratteristiche, combinate ad una grande esperienza e ad una vasta erudizione rendono il vostro ministero prezioso e fecondo per la gloria della Santa Chiesa", - ha detto.
Poi ha preso la parola l’Arcivescovo di Berlino, Germania e Gran Bretagna Mark. Egli ha osservato che il ministero al di fuori della Patria richiede particolare concentrazione di sforzi per dare testimonianza cristiana nel mondo moderno. Rilevando l'importanza del dialogo interreligioso, il vescovo Mark ha espresso profonda gioia che i vescovi della Chiesa ortodossa russa sono un esempio di comunione fraterna e di amore.
(Fonte: Decr Servizio Comunicazione)
martedì 15 dicembre 2009
Dal sito:Il fattoonline.com
COSENZA – La Regione Calabria ha finanziato tre interventi proposti dal Parco Nazionale del Pollino nell'ambito del Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 per valorizzare un'area di pregio dell'area protetta: la Tenuta della Principessa, situata a Campotenese, nel comune di Morano Calabro (CS).
Due dei tre interventi finanziati consentiranno, tra l'altro, il riutilizzo degli ex Lavoratori Socialmente Utili del Parco, del versante calabrese, per i quali il Consiglio direttivo dell'Ente sta per approvare lo schema di convenzione con la Regione Calabria. Il 21 ottobre prossimo, inoltre, il presidente del Parco, Domenico Pappaterra, incontrerà le Organizzazioni sindacali calabresi per concertare il Piano di utilizzo degli stessi lavoratori. L'importo finanziato è di poco superiore al milione di euro e punta a creare un unico intervento integrato per migliorare, dal punto di vista ambientale, l'area in questione, rendendola fruibile quale polo di accoglienza e di attrazione per l'informazione ed i servizi didattici ed educativi.
La prima misura prevede il miglioramento del soprassuolo forestale per la prevenzione degli incendi, per la somma di 368mila euro. La seconda, il miglioramento ambientale e di pubblica utilità, per la somma di 168mila euro. La terza misura prevede la realizzazione di un Centro d'informazione e servizi di accoglienza didattica, per la somma di 551mila euro.
"Si tratta - ha commentato il presidente del Parco, Pappaterra – di tre interventi che mirano a dare dinamicità economica e valorizzazione attraverso il PSR calabrese ad un'area bellissima, situata in una posizione baricentrica del Parco, su cui stiamo puntando per offrire alle popolazioni e ai visitatori maggiori e più qualificati servizi. Due dei tre interventi - spiega Pappaterra - saranno realizzati, grazie all'apporto del nostro Ufficio Tecnico, in economia. Una scelta di campo, questa, effettuata proprio per poter offrire una nuova opportunità d'impiego ai Lavoratori socialmente utili calabresi, al pari di quella data ai loro colleghi lucani".
Il primo intervento, nello specifico, prevede lavori di ricostituzione del potenziale produttivo forestale e interventi preventivi, con l'obiettivo di migliorare la qualità del paesaggio favorendo processi di rinaturalizzazione mediante un nuovo impianto di latifoglie. Così operando si punta a riqualificare complessivamente il bosco della Tenuta.
Il secondo intervento prevede lavori di protezione del nuovo impianto di latifoglie, cartellonistica e tabellazione del sito forestale, sentieristica e micro aree di accoglienza, aree picnic e punti privilegiati di osservazione naturalistica. Offrendo così la possibilità di fruire del bosco.
La terza misura prevede lavori di realizzazione di un centro di informazione e servizi di accoglienza didattica in grado di ospitare scolaresche e gruppi di associazioni varie. Oltre a locali per i servizi di assistenza e cura forestale e per la valorizzazione naturalistica dell'area. L'idea su cui poggia il progetto è far divenire il Centro meta e supporto per le diffuse attività agrituristiche e ricettive del Parco.
domenica 13 dicembre 2009
Siamo orgogliosi perchè la Liturgia Ortodossa è amata e seguita da un popolo, quello italo-albanese, che non vuole per nessun motivo mettere nel dimenticatoio le sue origini e le sue tradizioni ortodosse, portate in Italia durante la migrazione.
Un popolo amante e fiero delle sue radici, che nel corso degli anni si è strariempito, non per colpa sua, di imposizioni arbitrarie non consoni ai principi della storia dei suoi padri.
Questo popolo martoriato, ora inizia a comprendere la storia del suo essere e man mano che il tempo passa, desidera appropriarsi di ciò che gli è stato tolto: "La Santa Fede Ortodossa".
Ora il nuovo appuntamento è per il 10 gennaio 2010, sempre con inizio alle ore 10.oo.
Dopo la Divina Liturgia, in corteo a benedire le acque presso la Fontana Vecchia.
Signore....Grazie!!!
sabato 12 dicembre 2009
Dal sito cattolico: Zenit.org
Il giorno dopo il massacro di Baghdad
ROMA, venerdì, 11 dicembre 2009 (ZENIT.org).-
“Non si ferma la violenza anticristiana in Iraq. Nella serata di ieri la polizia ha rinvenuto i cadaveri di due fratelli cristiani a Mosul”, ha reso noto questo giovedì la “Radio Vaticana”.
Sono stati assassinati con un colpo d'arma da fuoco alla testa. Quella che sembra un'esecuzione può essere dovuta a “estremisti sunniti”, che hanno già attaccato i cristiani in passato, precisa la fonte.
I cristiani assassinati erano originari di Batnaya, un villaggio cristiano situato a 20 chilometri a nord di Mosul. Erano nella zona industriale della città per riparare il loro camion cisterna.
L'8 dicembre a Baghdad 127 persone sono morte in un attentato che ha provocato anche circa 500 feriti. L'attentato è stato rivendicato da Al Qaeda, che ha chiesto l'applicazione della legge islamica nel Paese.
venerdì 11 dicembre 2009
Dal sito amico:eleousa.net
I risultati della Commissione preparatoria saranno presentati nella V Conferenza pan-ortodosso pre-conciliare, i cui termini non sono stati determinati. In precedenza, la Conferenza pan-ortodossa si è tenuta nel 1976, 1982, 1986 e 2009.
La riunione è stata presieduta dal metropolita Giovanni di Pergamo (Patriarcato ecumenico). La delegazione della Chiesa ortodossa russa, guidata dal presidente del Dipartimento per le Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, Arcivescovo Hilarion Volokolamskoy, era composta dall'arcivescovo di Berlino, Germania e Gran Bretagna Mark (Chiesa russa all'estero), dal Vice-Presidente, l'Arciprete Nikolai Balashov, da AG Churyakova del Decr.
Le altre Chiese ortodosse erano rappresentate dalle delegazioni del:
Patriarcato di Costantinopoli - Metropolita Emmanuel, Archimandrita Bartolomeo (Samaras), Protopresbitero George Tsetsis;
Patriarcato di Alessandria - il Metropolita Sergio;
Patriarcato di Antiochia - Metropolita dell'Europa Occidentale ed Europa Centrale Europa, John e il Dr. Albert Laham;
Patriarcato di Gerusalemme - Metropolita Kapitoliadsky Esichio, Protopresbitero George Dragas;
Patriarcato della Georgia - Metropolita Zugdidi e Tsaishsky Gerasimos, Vescovo Dedoplistskaroysky e Heretsky Melchisedec, Arciprete George Zviadadze;
Patriarcato della Serbia - locum tenens del Trono Patriarcale, metropolita del Montenegro Amfilohy, Arcivescovo di Ohrid e Metropolita Skoplyansky John;
Patriarcato della Romania - Il vescovo Cipriano Kympinsky, Arciprete Viorel Ionitsa;
Bulgarian Patriarcato - Metropolitan Neophyte Rouse, il professor Ivan Dimitrov;
Chiesa ortodossa di Cipro - Metropolita di Paphos George Chorbishop Karpasiysky Christopher;
Chiesa ortodossa Greca - Metropolita Nikopol e Prevezsky Meletii, Protopresbitero Stefan Avramidis;
Chiesa Ortodossa Albanese - Metropolita Argirokastrsky Dimitri, Pirros Kondylis;
Chiesa Ortodossa Polacca - Vescovo Semyatychsky George, il reverendo Andrew Kuzma;
Chiesa Ortodossa in Terre Ceca e Slovacchia - Mons. George Michael.
La Segreteria della Commissione è costituita dal Metropolita svizzero e dal professor Geremia Blasius Fidas (Patriarcato ecumenico).
Dopo le preghiere, il metropolita Giovanni di Pergamo ha introdotto i lavori. I Primati delle varie Chiese locali hanno inviati telegrammi con benedizioni e preghiere. I capi delle delegazioni hanno poi dato il loro benvenuto.
L’Arcivescovo Hilarion Volokolamsky ha portato il saluto di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Kirill, sottolineando la partecipazione di Sua Santità nella precedente riunione della Inter-Commissione preparatoria del 1993, quando era presidente del Dipartimento per le Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca e Metropolita di Smolensk e Kaliningrad.
L’Arcivescovo Hilarion ha sintetizzato la posizione della Chiesa ortodossa russa sulle questioni chiavi all'interno del programma di lavoro della Commissione – l’autocefalia e le modalità della sua dichiarazione, così come l'autonomia e le modalità della sua presentazione.
Poi la relazione all’ordine del giorno del Segretario della Commissione per la preparazione del Santo e Gran Concilio della Chiesa Ortodossa, il Metropolita della Svizzera, Geremia.
La riunione si protrarrà fino al 16 dicembre.
(fonte: Decr Servizio Comunicazione)
Invito
Дорогие братья и сестры!
По благословению Святейшего Патриарха
Московского и всея Руси КИРИЛЛА
с 26 по 28 декабря с.г.,
в храме св. вмц. Екатерины в Риме будет пребывать
Чудотворная Почаевская икона Божией Матери
Вход с 9.00 до 22.00.
Cari fratelli e sorelle!
Con la benedizione di Sua Santità, il Santissimo Patriarca
di Mosca e di tutte le Russie KIRILL
dal 26 al 28 dicembre a.c.,
nella Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria sarà esposta
alla venerazione dei fedeli
l’icona Miracolosa della Madre di Dio di Pochaev.
La chiesa sarà aperta dalle 9.00 alle 22.00
Per informazione: 328 8179715 arciprete Anatoliy
giovedì 10 dicembre 2009
mercoledì 9 dicembre 2009
Dal sito amico:eleousa.net
Il concerto è stato trasmesso in diretta sulla televisione nazionale macedone. Tra il pubblico, erano presenti il Presidente della Repubblica di Macedonia, Ivanov e sua moglie, il presidente del Parlamento T. Delianov con la moglie, l'arcivescovo Stefan, e i membri del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa macedone, l'ambasciatore della Russia VD Solotsinsky e i capi delle missioni diplomatiche di molti paesi stranieri, il presidente e i membri dell'Accademia delle Scienze della Repubblica di Macedonia, rettori di istituti di istruzione superiore, di governo e personaggi pubblici, i rappresentanti delle religioni tradizionali del paese. Dalla Chiesa ortodossa russa, ha partecipato il Vice Presidente del Dipartimento per le Relazioni esterne, arciprete Nikolai Balashov.
Il lungo applauso al termine dell’Oratorio ha testimoniato il grande successo del concerto, che costituisce un evento importante nella vita culturale della capitale macedone e nel contempo dà un contributo significativo allo sviluppo della cooperazione russo-macedone. L’Arcivescovo Stefan, Primate della Chiesa ortodossa macedone, è leader del dialogo con il Patriarcato serbo per il ripristino della comunione ecclesiale e della posizione canonica, unitamente al presidente Ivanov.
(Fonte: Decr Servizio Comunicazione)
Dal sito amico:eleousa.net
In occasione della ricorrenza della festa della Presentazione di Maria al Tempio e della memoria di Santa Caterina Megalomartire, il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill ed il Metropolita di tutta l’America ed il Canada, Arcivescovo di Washington Giona, hanno celebrato la Divina Liturgia nella Chiesa di Santa Caterina la Grande Martire, per commemorare il 15° anniversario dell’apertura della rappresentanza della Chiesa ortodossa d’ America a Mosca. Il Metropolita Giona è giunto a Mosca il 5 dicembre. Al suo arrivo, è stato accolo dall'Arcivescovo Hilarion Volokolamsky.
Hanno concelebrato l'Arcivescovo Hilarion Volokolamsky, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, e i rappresentanti della Chiesa Ortodossa di Antiochia e di tutto l’Oriente, della Serbia, della Bulgaria, l’Archimandrita Zaccheo, rappresentante della Chiesa ortodossa americana a Mosca, il rettore della chiesa di Santa Caterina martire, arciprete Dimitry Smirnov, il presidente del Dipartimento sinodale per le relazioni con le Forze Armate e organismi preposti all'applicazione della legge, l'arciprete Vsevolod Chaplin, il presidente del Dipartimento sinodale per il rapporto tra Chiesa e società, Arciprete Alessio Yushchenko, il rappresentante della Chiesa ortodossa di Terra Ceca e Slovacchia a Mosca, l'arciprete Michael Dudich, il cappellano della Chiesa ortodossa polacca per l'Esercito, arciprete Vladimir Vorobiev, il rettore dell’Università San Tichon, Arciprete Alexander Abramov, il rappresentante del Patriarcato di Mosca negli Stati Uniti, Rev. Igor Yakymchuk, i chierici della Chiesa di Santa Caterina, i sacerdoti di Mosca.
Prima della Divina Liturgia, Sua Beatitudine il Metropolita di tutta l'America e il Canada, Giona ha insignito dell’Ordine di San Innocenzo II grado l’Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario degli Stati Uniti in Russia John Beyrle.
Durante il servizio, Sua Santità il Patriarca Kirill ha pregato per le vittime dell’incendio di Perm. Il Santo Padre ha pregato per il riposo delle anime delle persone uccise "dalla follia e dalla malvagità umana".
Tra gli ospiti d’onore, erano presenti gli ambasciatori e i membri delle agenzie diplomatiche degli Stati Uniti d'America, così come dell'Australia, Argentina, Brasile, Bulgaria, Grecia, Repubblica Dominicana, Egitto, Colombia, Cuba, Lettonia, Moldavia, Emirati Arabi Uniti, Perù, Polonia , Romania, Serbia, Francia, Etiopia e di altri paesi.
Dopo la Divina Liturgia, il Patriarca e Sua Beatitudine il Metropolita Giona hanno fatto la preghiera a S. Caterina.
Poi i capi della Chiesa russa e americana hanno accolto l’Archimandrita Zaccheo, rappresentante della Chiesa ortodossa d’America. Padre Zaccheo, in particolare, ha dichiarato: "Centinaia, se non migliaia di sacerdoti in tutto il mondo possono solo sognare il ministero del vescovo della Santa Chiesa di Dio nel loro tempio nel giorno della festa patronale. Noi abbiamo uno speciale onore di accogliere i primati di due Chiese ortodosse locali. Questo è un evento storico non solo nella vita della nostra Chiesa, non solo di quella di Mosca e d’America, ma dell’intera ortodossia. Oggi, il Primate delle due chiese autocefale hanno presieduto le celebrazioni in onore del 15 ° anniversario del monastero di Mosca della Chiesa ortodossa d’America, destinato a diventare un luogo di incontro, di comprensione, di amore e di riconciliazione, di gioia e di unità, come in questa celebrazione, gioia e unità che possono venire solo da Cristo ".
Durante la Liturgia, Sua Santità il Patriarca Kirill ha rivolto ai fedeli la parola primaziale e ha donato alla Comunità l’Icona della Madre di Dio di Kazan.
Sua Beatitudine il Metropolita Giona si è detto felice di visitare la Chiesa ortodossa russa, esprimendo la sua gratitudine a Sua Santità il Patriarca Kirill per l’amicizia e il sostegno fraterno nel rafforzare i legami della Chiesa americana non solo con il Patriarcato di Mosca ma anche con le altre Chiese ortodosse locali.
Il Metropolita Giona ha ricordato di quanto da laico guidava il coro del Monastero di San Daniele. Da allora, ne è passato di tempo! "E così bello vedere lo sviluppo che è avvenuto da allora", - ha aggiunto.
"Sono particolarmente grato all’Archimandrita Zaccheo, che ha lavorato sodo per ripristinare questa bella chiesa e rafforzare la comunità, - ha detto il Primate della Chiesa ortodossa in America. Sono molto grato anche del sacrificio e dell'amore di molte persone, membri di questa comunità ".
In occasione del 15° anniversario della presenza a Mosca della rappresentanza della Chiesa ortodossa d’America, Sua Beatitudine il Metropolita Giona ha consegnato all’Archimandrita Zaccheo e al Consiglio parrocchiale e a tutti i parrocchiani una lettera di ringraziamento, firmata da tutti i vescovi della Chiesa ortodossa d’America.
(Fonte: Ufficio stampa del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia; www.patriarchia.ru)
sabato 5 dicembre 2009
13 Dicembre: Divina Liturgia mensile
87010 Acquaformosa (cs)
Cari Fedeli:
Vi comunico che domenica 13 Dicembre 2009
presso la nostra Chiesa Parrocchiale di Santa Caterina
ad Acquaformosa (cs), in Via Garibaldi, 64
con inizio alle ore 10.00
CELEBREREMO
la Divina Liturgia mensile. Come sempre, vi aspetto
numerosi per cantare insieme le lodi al Signore.
Dal sito: Albania News
LA PATRIA - Una storia tra segregazione e libertà
venerdì 4 dicembre 2009
Dal Sito amico: Eleousa.net
...Ed ora, il sacerdote prende Maria per la mano, l’introduce nella parte più sacra del Tempio, mentre cantiamo “Il tempio molto puro del Salvatore è introdotto nel tempio del Signore”.
Successivamente, negli evangeli, Cristo ha detto “distruggete questo tempio e in tre giorni io lo riedificherò” ma come precisava l’Evangelista, “parlava del tempio del Suo Corpo” (Giovanni 2,19-21).
Il significato di tutti questi eventi, parole e memorie, è semplice: d’ora in poi, l’uomo stesso diventa il tempio. Non un tempio di pietra, non un altare, ma l’uomo – il suo cuore, il suo corpo, e la sua vita – tutto ciò è il cuore divino e sacro del mondo, il suo “Santo dei Santi”. Un tempio, Maria – viva ed umana – è introdotta in un tempio fatto di pietra, e dall’interno, lo porta al compimento del suo significato ed importanza.
Con questo evento, la religione, e la vita ancora di più, è sottoposta ad un’inversione di valore. Ciò che entra nel mondo ora è un insegnamento che mette in alto nient’altro che l’uomo, poiché Dio stesso ha assunto la forma umana per rivelare all’uomo la sua vera vocazione e significato, alla conoscenza divina. Fin da questo momento, l’uomo è libero. Nulla più c’è nel suo cammino, poiché il mondo intero è per lui, come un dono di Dio per compiere il suo destino divino.
A partire dal momento in cui la Vergine Maria è entrata nel “Santo dei Santi”, la vita stessa è diventata il Tempio. E quando celebriamo il suo Ingresso nel Tempio, celebriamo il significato divino dell’uomo e l’abbagliamento del suo tanto alto appello. Questi ultimi non possono essere evacuati o strappati dalla memoria umana.
Alexander Schmemann