giovedì 28 febbraio 2013

 
Chiesa Ortodossa 
 Patriarcato di Mosca
Parrocchia
San Giovanni di Kronstadt
Palazzo Gallo - P.zza Vittorio Em. II 
Castrovillari (cs)


 
03 Marzo  2013
 
Domenica del Figliol prodigo

San Leone, papa di Roma

 
 
Tono VI
 
Orario Ufficiature:
 
  Sabato  02    ore  16,30    Vespro (Vecernie)
 
Domenica  03  ore  10.00   Divina Liturgia
 

  Carissimi Fedeli Ortodossi di 
Castrovillari e del circondario, 
carissimi Arbëreshë  dei paesi viciniori,
(San Basile - Frascineto - Ejanina - Civita)
 come sempre vi aspetto numerosissimi,
 per celebrare con Voi le Ufficiature 
della Vostra Chiesa e della Vostra
 Santa Tradizione Ortodossa.
Per qualsiasi informazione chiamate
 il Parroco al: 3280140556

venerdì 22 febbraio 2013

Dal sito della Chiesa Ortodossa Sorella di Torino


Funerali e commemorazioni dei defunti

Adattamento dal blog di padre Sergej Sveshnikov - 14 novembre 2011

   DIRETTIVA ANTICIPATA PER IL FUNERALE E LA SEPOLTURA
 
 
Le ultime ore prima della morte
Quando si lascia alle spalle la vita terrena piena di sofferenza e si passa nell’eternità è il momento più solenne nella vita di ogni cristiano. Tuttavia, amici e parenti, a volte lontani dalla tradizione cristiana, vivono la morte di una persona cara con grande dolore. Spesso perdono il proprio orientamento e lasciano il lavoro importante dell'accompagnamento di un cristiano ortodosso nel suo viaggio finale nelle mani di un'impresa di pompe funebri.
La cosa più importante che possiamo fare per un amico o un parente prima della sua morte è invitare un sacerdote, in modo da poter accompagnare la sua partenza con i santi doni. Non bisogna preoccuparsi che il padre sia occupato o stanco, o che sia troppo presto, o troppo tardi, o troppo lontano. Si devono semplicemente assumere le proprie responsabilità di fronte alla persona amata. Non ci si deve interessare se il malato guarirà. Se questa è la volontà di Dio, allora guarirà, e se l'ora dell'incontro con l'eternità è venuta, allora nulla può ritardare questo momento, ma tutto è nelle mani di Dio. E non è affatto necessario essere in punto di morte, per fare la comunione ai santi misteri di Cristo. Mentre c'è ancora tempo, lasciate che il prete venga a dare la comunione al malato, preghi per la sua guarigione, e compia il sacramento dell'unzione degli infermi.
Quando, alla fine, è giunto per i nostri cari l'importante momento del passaggio dal temporale all'eterno, se non è ancora arrivato il sacerdote, allora possiamo e dobbiamo cominciare a leggere il servizio dell'uscita dell'anima dal corpo, che è la particolare regola di preghiera che si legge mentre una persona è ancora in vita, ma non può pregare con sue labbra. In questo servizio, il morente si unisce con il cuore e l'anima alle parole della preghiera che leggiamo, e le offre al creatore. Se non avete a disposizione questa regola, è bene leggere i salmi. Sembra sbagliato, anche se è sincero, stare semplicemente a piangere, privando i nostri cari di questo conforto finale della preghiera in questa vita, e aumentando le sue già notevoli sofferenze.
 
Il funerale e la sepoltura
Il corpo di un cristiano ortodosso defunto viene lavato, vestito di abiti puliti, coperto da un lenzuolo funebre, e una fascia speciale è posta sul suo capo per ricordarci delle corone incorruttibili di giustizia che il Signore ha preparato per coloro che lo amano (cfr 2 Tim 4:8). Una croce è posta nelle mani della persona defunta per simboleggiare che questa persona, prendendo la sua croce, ha seguito Cristo (Lc 9,23). Oltre alla croce, non c'è altro che deve essere collocato nella bara insieme con il defunto. Forse durante la sua vita, il defunto ha amato o raccolto alcuni oggetti, ma non può prendere con sé nulla di terreno sulla via della vita eterna, ma solo le ricchezze spirituali che ha costruito. Così, nulla deve essere messo nella bara con il defunto, tranne la croce di Cristo. Vi è una pratica di collocare le icone nella bara con il defunto. Questa non è molto corretta. È molto meglio dopo il funerale togliere le icone dalla bara e tenerle in casa come ricordo di preghiera dei defunti.
La sepoltura di un cristiano ortodosso può avere luogo il primo giorno dopo la morte, il secondo giorno, il terzo giorno, o più tardi, a seconda delle circostanze. La bara con il corpo del defunto viene portata alla chiesa, in cui si tiene il servizio funebre. Il giorno e l'ora del funerale in chiesa deve essere predisposto con il rettore. Un cristiano ortodosso dovrebbe essere sepolto in un cimitero ortodosso, dove questo è possibile.
 
Quaranta giorni di commemorazione
La parola russa "Sorokoust" (40 commemorazioni) si riferisce alla commemorazione di un cristiano ortodosso defunto alla Liturgia ogni giorno per quaranta giorni dopo la morte, dato che nei primi quaranta giorni dopo la morte, l'anima appena liberata ha particolare bisogno delle nostre preghiere. Quaranta giorni di commemorazione sono possibili solo in quelle chiese che hanno la Liturgia ogni giorno, di solito si tratta di cattedrali, con un gran numero di sacerdoti, oppure di monasteri. Nella maggior parte delle chiese parrocchiali, in cui servono uno o due sacerdoti, la Liturgia non è servita tutti i giorni, e quindi 40 giorni di commemorazione non è possibile. Per ulteriori informazioni, si prega di consultare il rettore.
 
Pasti memoriali
Pasti e servizi memoriali si svolgono il terzo, il nono e il quarantesimo giorno dopo la morte, e anche nell'anniversario della morte. Se possibile, non dovrebbero essere invitati solo amici e parenti, ma anche i poveri, le persone sole e addolorate. Oltre a questo, è una lodevole consuetudine aiutare i poveri e donare a cause meritevoli in memoria di un defunto.
 
Funzioni di commemorazione
Una funzione di commemorazione funebre è un officio di preghiere della Chiesa per un cristiano ortodosso defunto. Le funzioni di commemorazione possono essere tenute non solo il terzo, il nono e il quarantesimo giorno e nell'anniversario della morte, ma anche il giorno dell’onomastico della persona defunta o in qualsiasi altro giorno appropriato (con l’eccezione di alcuni giorni dell'anno). Si deve contattare il parroco per organizzare un giorno e l'ora per un servizio funebre.
Si può portare il kolivo a una commemorazione funebre. Si tratta di grano bollito con l’aggiunta di miele o frutta dolce o secca. Il grano ci ricorda che siamo sepolti nel terreno, al fine di risorgere a nuova vita. Il miele e la frutta ricordano la dolcezza della vita futura con Dio.
 
Quanto costa?
Le preghiere per i defunti, come tutte le altre preghiere, non hanno prezzo. Non possono essere acquistate o vendute. Tuttavia, è consuetudine ringraziare il prete per il suo tempo e i suoi sforzi, e anche contribuire alla manutenzione della chiesa. Gli importi di queste donazioni sono determinati dai parenti del defunto in base alla loro situazione finanziaria individuale. La povertà o le difficoltà finanziarie non dovrebbero mai essere un ostacolo al compimento di un funerale o servizio funebre. Pregare per i defunti è il dovere di ogni sacerdote, e questo adempimento è di gran lunga più importante di qualsiasi somma di denaro.
 
Una lista di controllo per il funerale
Bisogna tenere a mente che un'impresa di pompe funebri è un organizzazione commerciale, il cui principale obiettivo è quello di fare soldi. Naturalmente, alcuni servizi funebri sono molto convenienti, ma spesso le agenzie funebri suggeriscono servizi che non sono affatto necessari. Chi utilizza i servizi delle agenzie funebri dovrebbe tenere a mente quanto segue:
• Secondo le indicazioni delle sacre Scritture, un cristiano non deve essere cremato, ma sepolto nella terra.
• La bara deve essere in legno, in modo che il corpo del cristiano possa ritornare naturalmente alla terra.
• cristiani non devono essere imbalsamati, perché l’imbalsamazione ostacola il naturale processo di ritorno del corpo alla terra. Se il funerale deve essere tenuto alcuni giorni dopo la morte, quindi è sufficiente chiedere di pompe funebri di conservare il cadavere per mezzo della refrigerazione.
• Nella tradizione ortodossa, i funerali si svolgono in chiesa. È quindi necessario garantire che la bara contenente il corpo di un cristiano ortodosso sia portata in chiesa. Dopo il funerale, la bara viene trasportata a mano o con il carro funebre (a seconda della distanza) al cimitero per la sepoltura.
• Una croce viene posta sopra la tomba di un cristiano ortodosso. Alcuni cimiteri comunali non consentono croci sulle tombe, ma solo lapidi piatte. In questo caso, ci si deve assicurare che vi sia una croce raffigurata sulla lapide.
In allegato a questa lista di controllo, si trova una "direttiva anticipata per il funerale e la sepoltura." Questo modulo può essere compilato e conservato in un luogo accessibile e noto, in modo che i nostri parenti possano portarlo all’agenzia funebre. Avere questa "direttiva" pronta può contribuire a evitare molta confusione da parte dell’agenzia funebre, così come da parte dei nostri cari.

Dal sito della Chiesa Ortodossa Russa

Intronizzazione del Patriarca Giovanni X

Il 17 febbraio 2013 una delegazione della Chiesa Ortodossa Russa, guidata dal presidente del Dipartimento per le relazioni esterne, metropolita Hilarion di Volokolamsk, ha partecipato alle celebrazioni per l’intronizzazione di Sua Beatitudine il Patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente Giovanni X.
I festeggiamenti sono iniziati con la Divina Liturgia nella cattedrale di San Nicola il Taumaturgo a Beirut, nel quartiere Ashrafieh, celebrata da Sua Beatitudine il Patriarca di Antiochia Giovanni, dall’arcivescovo di Nuova Giustiniana e di tutta Cipro Khrysostomos e dal metropolita delle Terre Ceche e della Slovacchia Khristofor. Alla Liturgia hanno partecipato i vescovi e il clero della Chiesa Ortodossa di Antiochia e le delegazioni delle Chiese Ortodosse Locali: per il Patriarcato di Costantinopoli – il metropolita della Gallia Emmanuel, il metropolita della Prussia Elpidofor e il metropolita di Ierapetra e Sitia Eugenios; per il Patriarcato di Alessandria – il metropolita di Leontopoli Gavriil; per il Patriarcato di Gerusalemme – l’arcivescovo di Konstantinia Aristarkh, il metropolita di Vostria Timofej e l’archimandrita Galaktion (Avar); per il Patriarcato della Georgia – il metropolita di Akhaltsikhe e Tao-Klardjeti Feodor e l’arciprete David Sharashenidze; per il Patriarcato serbo – il vescovo di Braničevo Ignatij e il vescovo Afanasij (Jevtic); per il Patriarcato rumeno – l’arciprete Daneil Buda; per la Chiesa ortodossa di Cipro – il vescovo di Neapolis Porfirij; per la Chiesa Ortodossa di Ellade – il metropolita di Berea, Naoussa e Kampani Panteleimon e il metropolita di Kilkis e Poliani Emmanuel; per la Chiesa Ortodossa di Albania – il metropolita di Argirocastro Dimitrij e l’archimandrita Panteleimon (Miru); per la Chiesa Ortodossa Polacca – l’arcivescovo di Lublino e Chelm Abel e l’arciprete Miroslaw Wisniewski; per la Chiesa Ortodossa in America – l’arcivescovo di San Francisco e America Occidentale Venjamin, il vescovo di Quebec Irinej e l’arciprete Leonid Kishkovsky.
In chiesa erano presenti: il Presidente della Repubblica libanese M. Suleiman, il primo ministro libanese N. Mikati, l’ambasciatore russo in Libano A.S. Zasypkin, l’ambasciatore ucraino in Libano V.A. Koval, gli altri membri del corpo diplomatico accreditato a Beirut, il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, cardinale Kurt Koch, il Patriarca maronita cardinale Béchara Boutros al-Rai, il Patriarca Greco-cattolico Melchita Gregorio III, il Patriarca siro-malabarese Ignatius Joseph III, il Patriarca Siro- Giacobita di Antiochia Moran Mor Ignatius Zakk I Iwas, il Catholicos della Grande Casa di Cilicia Aram I, rappresentanti di altre confessioni non ortodosse e rappresentanti pubblici del Libano e della Siria.
Le preghiere sono state offerte in arabo, greco, latino, slavo, georgiano, serbo, rumeno, ceco, francese, inglese e tedesco.
Al termine della Liturgia è stato dato un ricevimento, durante il quale il metropolita Hilarion di Volokolamsk ha letto il messaggio di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill rivolto a Sua Beatitudine il Patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente Giovanni X, il cui testo è riportato qui di seguito integralmente:

Beatitudine,
amato fratello in Cristo e concelebrante presso il Trono di Dio!

Con la Provvidenza di Dio e con decreto del Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Antiochena, ispirato dallo Spirito Santo, siete stato chiamato al servizio Patriarcale e a salire sul glorioso trono dei Santi Pietro e Paolo nella terra scelta da Dio.
È stato ad Antiochia che i discepoli del Salvatore per la prima volta sono stati chiamati cristiani. Mantenendo ferma la loro confessione di fede (Eb 4,14), che è stata trasmessa dai santi apostoli, la Chiesa di Antiochia ha sigillato il potere invincibile della fede con il sangue di molti suoi fedeli. Nel corso dei secoli, la comunità cristiana con il suo centro nella grande città di Dio Antiochia è stata una comunità importante nel mondo e famosa per una serie di grandi santi, studiosi e devoti.
Attraverso le fatiche dei Vostri compianti predecessori, i Patriarchi di Antiochia Alexander, Teodosio, Elia e Ignazio, la Chiesa Ortodossa di Antiochia ha esteso la sua missione salvifica ben oltre la Siria, il Libano e in altri Paesi dell’Oriente. L’attuale gregge della Santa Chiesa di Antiochia comprende la diaspora araba dell’Europa occidentale, dell’America e dell’Australia, così come migliaia di persone che si sono convertite all’Ortodossia attraverso la predicazione della vostra Chiesa con vero zelo apostolico. Ora, il Signore affida questo immenso gregge alla cura pastorale di Vostra Beatitudine.
State assumendo su di Voi l’alto e responsabile ministero Primaziale in un momento difficile per i cristiani del Medio Oriente. Di nuovo la loro fede è messa alla prova, mentre le condizioni di vita nella loro terra natale stanno diventando sempre più difficili. In tali circostanze, tutte le persone che servono la Chiesa sono state crocifisse con Cristo, ma al tempo stesso “hanno ricevuto salario e hanno raccolto frutto per la vita eterna” (Gv 4, 36). Il ministero del Primate è particolarmente difficile, dato che deve rappresentare e difendere la Chiesa, della quale egli ha cura nei rapporti con il mondo circostante che spesso si rivela ostile.
La Santa Chiesa di Antiochia non è sola in queste circostanze difficili. Le relazioni fraterne che legano i discepoli di Cristo mediante l’amore evangelico si manifestano chiaramente nei periodi difficili. La Chiesa di Siria e Libano, guidata da Vostra Beatitudine, può sempre contare sul sostegno della Chiesa Ortodossa Russa, come è accaduto molte volte nella storia.
In occasione dell’invio della delegazione della nostra Chiesa alla grande celebrazione della intronizzazione al trono della Chiesa di Antiochia, vorrei trasmettere a Voi il mio augurio di forza spirituale e fisica nel Vostro ministero appena iniziato.
Che la grazia del Signore nel Vostro ministero Primaziale nella Santa Chiesa di Antiochia possa ripristinare la pace nell’antica terra d’Oriente, far crescere l’amore tra i suoi popoli, la fermezza nella fede e la pietà tra il clero e i fedeli affidati alle Vostre cure.
Con amore fraterno nel Signore,
+ Kirill
Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’

Il presidente del Dipartimento ha presentato al Primate della Chiesa Ortodossa Antiochena un dono di Sua Santità il Patriarca Kirill – il pastorale del Patriarca, realizzato da maestri russi.
La sera stessa, il metropolita Hilarion e la delegazione della Chiesa Ortodossa Russa sono partiti da Beirut per Mosca.

giovedì 21 febbraio 2013

 
Chiesa Ortodossa 
 Patriarcato di Mosca
Parrocchia
San Giovanni di Kronstadt
Palazzo Gallo - P.zza Vittorio Em. II 
Castrovillari (cs)


 
24  Febbraio  2013
 
Domenica del Pubblicano e del Fariso

Santo ieromartire  Biagio

(Si entra nel Triodion)
 

 
Tono V

 
Orario Ufficiature:
 
  Sabato  23    ore  16,30    Vespro (Vecernie)
 
Domenica  24  ore  10.00   Divina Liturgia
 

  Carissimi Fedeli Ortodossi di 
Castrovillari e del circondario, 
carissimi Arbëreshë  dei paesi viciniori,
(San Basile - Frascineto - Ejanina - Civita)
 come sempre vi aspetto numerosissimi,
 per celebrare con Voi le Ufficiature 
della Vostra Chiesa e della Vostra
 Santa Tradizione Ortodossa.
Per qualsiasi informazione chiamate
 il Parroco al: 3280140556

domenica 17 febbraio 2013

Noi lo chiamiamo racconto di fantasia, ma domani potrebbe succedere e allora........ Quindi non mettiamo paletti alle ruote della Divina Provvidenza. Dal sito della Parrocchia Ortodossa di Torino: http://www.ortodossiatorino.net


Un racconto di fantasia su un nuovo papa di Roma
 
Notizia da Internet: 20 Settembre 2023

http://orthodoxengland.org.uk/internet.htm

L’assassinio avvenuto questa mattina a Berlino di Papa Lino II è stato un grande shock per il mondo. Questo Papa, che aveva trasformato il Cattolicesimo romano in una generazione, è stato colpito da un singolo proiettile di un fanatico ebreo, che accusava il Papa per i suoi ripetuti richiami alla giustizia per il popolo palestinese.
Papa Lino II, al secolo George Zakiyah, era nato in un villaggio impoverito di lingua aramaica in Siria occidentale il giorno di San Giorgio, 6 maggio 1945. Anche se i suoi genitori, Yousef e Myriem, erano di fede ortodossa, furono forzati a far crescere il loro unico figlio come cattolico, dato che a quel tempo questo era il solo modo per potere ottenere un’istruzione scolastica e cure mediche. Di umile origine contadina, George dimostrò di essere un allievo molto capace, e con l’aiuto di una borsa di studio andò a studiare lingue moderne all’Università di Damasco, studiando dopo la laurea teologia all’Università Gregoriana di Roma. Nel 1963, all’età di 28 anni, George fu ordinato, e lavorò come parroco in Libano, soprattutto a Beirut. Nel 1988 fu nominato vescovo cattolico di Damasco, dove mostrò grandi abilità diplomatiche che possono essere ben state la causa della sua nomina a Cardinale solo sei anni dopo, nel 1994. A questo punto sembrava che la sua già distinta carriera fosse al termine, e che si sarebbe alla fine ritirato nell’oscurità ecclesiastica del Medio Oriente. Tuttavia, alla morte di Papa Giovanni Paolo II, quando una Chiesa Cattolica divisa non riuscì ad accordarsi su un successore, questo giovane e oscuro Cardinale cattolico arabo fu eletto Papa di Roma. Questa scelta a sorpresa era di fatto un compromesso. Per i tradizionalisti sembrava una scelta sicura eleggere un non-europeo e non-americano, nominato Cardinale dal conservatore Giovanni Paolo II. Ai liberali sembrava una buona scelta per rappresentare il Terzo Mondo, dato che era giovane e veniva da una minoranza oppressa. Solo lo Stato di Israele disapprovò la sua elezione di sorpresa. La sorpresa aumentò quando il nuovo Papa rifiutò di prendere il nome di 'Giovanni Paolo III', come tutti si aspettavano, e prese invece il nome di Lino II dal primo Papa di Roma, Lino I, consacrato da San Pietro. Di fatto la scelta del nuovo papa era la prima di molte, che simboleggiavano una radicale dipartita da ciò che era accaduto prima, e un genuino ritorno alla Chiesa primitiva.
Papa Lino II prese come suoi slogan: 'Tornare al primo millennio per avanzare nel terzo millennio' e 'Mettere gli orologi indietro di mille anni per metterli avanti di mille anni'. E queste frasi furono davvero il modello di tutto il suo 'episcopato' – come egli lo chiamava. Tradizionalisti e liberali furono storditi allo stesso modo dalla richiesta di Papa Lino di gettare via tutti gli 'errori', come li chiamava apertamente, ammassati dalla Chiesa Cattolica Romana durante il secondo millennio. Il primo atto simbolico di Papa Lino, abbandonare il latino come lingua ufficiale del Vaticano e rimpiazzarlo con l’inglese, sconvolse molti. Ancor di più quando egli fece notare che Cristo non aveva mai parlato latino ma aramaico (la madrelingua del papa), e che se Cristo tornasse, non parlerebbe una lingua morta come il latino. Ma questo non era nulla a paragone del suo atto successivo, che fu quello di permettere agli uomini sposati l’accesso al presbiterato. Per la prima volta dopo oltre 900 anni, ai preti cattolici sposati fu permesso ufficialmente di celebrare la messa. Ma il terzo atto del papa sconvolse ancor di più i tradizionalisti. Ammettendo che i suoi predecessori si erano sbagliati nel loro dogmatismo, Papa Lino dichiarò che il Papa non aveva nulla da dire sull’uso della contraccezione, dichiarando che questa non era una questione dogmatica, ma pastorale, e che stava ai cattolici trovare il proprio modo di agire in questo campo, secondo le proprie coscienze e il consiglio del proprio confessore. Egli stesso, disse, poteva vedere casi in cui non vi era alcuna alternativa alla contraccezione.
Nel furore, ma anche nell’acclamazione popolare che seguì a queste azioni, il quarto gesto di Papa Lino, ritornare alla teologia e spiritualità trinitaria tradizionale mettendo fuori legge il 'filioque' e rimuovendolo per sempre dal Credo cattolico, passò quasi inosservata, tranne che dalla Chiesa Ortodossa. Ma fu di fatto questo gesto che portò allo straordinario rinnovamento spirituale che la Chiesa Cattolica ha testimoniato negli ultimi due decenni. La realizzazione che molto di ciò che era passato precedentemente per spiritualità era stata di fatto una contraffazione psichica fu forse il più profondo cambiamento in tutto il radicale episcopato di Papa Lino. Certamente condusse alla decanonizzazione di diversi ‘santi’ cattolici un tempo popolari. In questo punto vitale, nel febbraio del 2002, sembrava che la Chiesa Cattolica stesse per spezzarsi in due tra tradizionalisti e liberali. La situazione fu salvata, tuttavia, quando nella primavera del 2002 Papa Lino affermò la sua chiara opposizione alle donne preti, alla cremazione, al cambiamento della data della Pasqua, condannando la massoneria e reinserendo nel calendario diversi santi, come San Giorgio, patrono della Palestina, Santa Caterina, Santa Barbara e San Cristoforo, che erano stati accantonati dopo il Concilio Vaticano Secondo. I tradizionalisti furono così compiaciuti da queste mosse da essere quasi pronti a perdonare il Papa per la sua precedente posizione apparentemente liberale. Di fatto tali gesti marcarono l’intero episcopato di Papa Lino. Così nel 2003 quando abbandonò i palazzi del Vaticano, che trasformò in un  'Museo del Rinascimento', abbandonando il suo status di leader politico e abolendo lo Stato del Vaticano, terrorizzò i tradizionalisti ma compiacque i liberali. Ma nello stesso anno, quando chiamò i cattolici di tutto il mondo a rinnovare la loro vita di preghiera, chiedendo un rinnovamento monastico e chiamando tutti i cattolici al digiuno settimanale e alla confessione regolare, entrambe cose che erano state quasi totalmente abbandonate, avvenne l’opposto. In particolare la sua restaurazione dei digiuni della Quaresima e del Natale, del digiuno al mercoledì e al venerdì e del digiuno eucaristico sconvolse i liberali ma compiacque i tradizionalisti.
Il coronamento dell’episcopato di Papa Lino fu comunque la sua convocazione del Primo Concilio di Roma, a cui invitò non solo i vescovi cattolici, ma anche tutti i vescovi ortodossi, dando agli ultimi un pari diritto di voto e accogliendo i patriarchi ortodossi come suoi eguali. Fu a questo concilio nel 2010 che Papa Lino in un grande atto di umiltà condannò il dogma dell’infallibilità papale e rigettò i dogmi dell’immacolata concezione e dell’assunzione. Le sue riforme liturgiche che fecero ritornare il Cattolicesimo alle pratiche della Chiesa primitiva attrassero l’attenzione di molti: esse includevano la sua richiesta che i preti amministrassero la cresima assieme al battesimo, che si desse la comunione ai bambini, che la comunione fosse per tutti sotto le due specie, che si ritornasse a celebrare con i preti rivolti verso l’altare, e con le spalle al popolo. Ma fu soprattutto il ritorno del Cattolicesimo romano alla collegialità e il totale abbandono di quello che lo stesso Papa Lino chiamava 'papismo' che davvero rapì l’attenzione del mondo. La sua nomina di sei Patriarchi per il Nord America, l’America Latina, l’Africa, l’Australasia, la Cina e l’India, con autorità assoluta per tutti i cattolici nella loro giurisdizione, è stata certamente la più grande riforma del Cattolicesimo dalle riforme hildebrandine dell’undicesimo secolo, che introdussero per prime il celibato clericale obbligatorio e rafforzarono l’autoritarismo papale. Oggi il Papa di Roma è meramente un venerabile portavoce tra i Metropoliti-Vescovi dell’Europa occidentale, e in altri continenti i vescovi cattolici locali eleggono i loro Patriarchi dal proprio seno, in modo indipendente da Roma.
In campo ecumenico le decisioni di Papa Lino furono salutate con entusiasmo sia dai protestanti che dagli ortodossi. I primi furono compiaciuti quando Papa Lino condannò i 'gravi errori' del Medio Evo come le indulgenze, e per la sua decanonizzazione di diversi pseudo-santi cattolici medievali, ben noti per la loro persecuzione dei protestanti e di altri dissidenti. Papa Lino, forse in modo non sorprendente date le sue origini, portò il cattolicesimo molto più vicino, tuttavia, alla Chiesa Ortodossa, che chiamava 'la fonte della vera tradizione cattolica'. La sua decanonizzazione di 'santi politici' e di assassini di massa tanto differenti come Carlo Magno, Josaphat di Polotsk, Andrea Bobola o Stepinac di Zagabria, fu accolta calorosamente, come lo fu il suo abbandono degli uniati e il suo invito al loro ritorno all’Ortodossia. La sua condanna del filioque, un tempo giustificato, come 'profondo errore spirituale' che aveva portato alla 'deformazione spirituale del Cattolicesimo', assieme alla sua condanna della teologia scolastica come 'mera filosofia' e il suo richiamo al ritorno ai 'valori della teologia patristica', così come le decanonizzazioni dei filosofi scolastici, furono apprezzati allo stesso modo. Ma fu forse soprattutto la sua categorica condanna delle Crociate come 'abominevole banditismo', e la condanna dell’aggressione austriaca, polacca e croata verso gli ortodossi nel ventesimo secolo e della diretta e indiretta responsabilità del Vaticano per lo sterminio di massa degli ortodossi nella prima e seconda guerra mondiale, che rese Papa Lino popolare tra gli ortodossi ordinari. Nessuno dimenticherà il suo pentimento in Serbia e la sua inserzione nel calendario cattolico dei nuovi martiri serbi massacrati dai cosiddetti 'cattolici' fanatici, cosa che tanto indignò il governo radicale croato nel 2012. Nessuno fu sorpreso quando a questo seguì l’anno successivo l’inclusione nel calendario cattolico di tutti i santi ortodossi, inclusi i nuovi martiri russi. Anche se le relazioni con il mondo musulmano sono state in qualche modo migliorate dalla condanna delle crociate fatta da questo papa arabo, in generale i legami con il mondo non-cristiano sono cambiate poco durante l’episcopato del Papa, e quelli con il Giudaismo sono probabilmente peggiorati. Di fatto sono stati i reiterati appelli di Papa Lino per il ritorno della Palestina ai palestinesi a provocare stamane il suo assassinio per mano di un fanatico ebreo a Berlino.
Francamente è difficile vedere ciò che accadrà ora nella Chiesa Cattolica. È difficile vedere chi possa rimpiazzare questo capo del Cattolicesimo in Europa occidentale che ha condannato gli 'errori del Cattolicesimo', chiamando i cattolici a 'ritornare alla Chiesa' e che ripetutamente chiamava se stesso 'solo un vescovo di Roma'. Dal momento in cui Papa Lino ha abolito i Cardinali, è ora il compito non invidiabile dei Metropoliti dell’Europa occidentale di scegliere il nuovo Papa. Come potrà mai essere rimpiazzato questo uomo che ha riscritto la storia del cristianesimo occidentale? Questa domanda resta senza risposta, a meno ovviamente che si decida che non c’è bisogno di rimpiazzarlo... 

Dal sito della Chiesa Ortodossa Russa


Il metropolita Hilarion commenta le dimissioni del Papa


L’11 febbraio 2013 il metropolita Hilarion, Presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, ha rilasciato un commento all’agenzia ITAR-TASS circa la notizia delle annunciate dimissioni del Papa Benedetto XVI.

L’informazione delle dimissioni di Papa Benedetto XVI è stata inattesa anche per i suoi più stretti collaboratori. Il Cardinale Sodano ha parlato di un “fulmine a ciel sereno”. In effetti nella storia recente della Chiesa Cattolica Romana non ci sono precedenti. Papa Giovanni Paolo II è rimasto al suo posto fino alla fine, nonostante i gravi problemi di salute.
La posizione del Pontefice Romano, come quella del Primate di ogni Chiesa, richiede un lavoro attivo; non si tratta di un posto meramente rappresentativo. Se l’età e la salute costituiscono un ostacolo a un lavoro efficace, il Primate di una Chiesa può decidere di rinunciare all’esercizio del ministero. Negli ultimi anni la Chiesa cattolica ha dovuto affrontare sfide molto serie che richiedono nuovi impulsi dalla sede di Roma. Forse questo è ciò che ha spinto il Papa a cedere il governo della Chiesa a un presule più giovane e dinamico, che dovrà essere eletto dal conclave dei cardinali. La decisione di Papa Benedetto XVI di lasciare il suo posto nella situazione attuale deve essere considerata un atto di coraggio personale e di umiltà.
Siamo grati a Papa Benedetto XVI per la comprensione dei problemi che ostacolano la piena normalizzazione delle relazioni tra ortodossi e cattolici, soprattutto in regioni come l’Ucraina occidentale. Proprio ieri, dialogando con il nuovo ambasciatore della Russia presso la Santa Sede A. Avdeev, in un programma televisivo del canale “Russia-24″, ho parlato di Papa Benedetto XVI, sottolineando la dinamica positiva nei rapporti tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa cattolica romana dopo la sua ascesa alla cattedra di Roma. Il mondo cristiano ne ha grande rispetto. E’ un teologo autorevole, conosce bene la tradizione della Chiesa ortodossa ed ha una sensibilità che gli permette di costruire le relazioni con le Chiese ortodosse in maniera giusta.
Personalmente ho un buon ricordo dei miei incontri personali e dei dialoghi avuti con Papa Benedetto XVI. Sono stati tre dopo la mia nomina a presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca. In questi dialoghi con il pontefice mi hanno sempre colpito le sue risposte calme e ponderate, la sua sensibilità per le questioni che abbiamo sollevato, la disponibilità a risolvere i problemi esistenti. In particolare, ho potuto esporre al Papa nel dettaglio la mia visione dei problemi che abbiamo incontrato nel dialogo cattolico-ortodosso (di questi problemi ho riferito pochi giorni fa al Concilio dei Vescovi della Chiesa Russa e il Concilio ha adottato alcune decisioni in merito). Ho una posizione piuttosto critica riguardo al corso di questo dialogo; l’ho esposta confranchezza al Papa, e da parte sua ho sempre trovato comprensione.
Già prima della sua ascesa al trono pontificio, il cardinal Ratzinger dichiarò guerra alla “dittatura del relativismo” che caratterizza la società occidentale moderna. Questo lo ha reso subito impopolare agli occhi di politici e giornalisti laici. Papa Benedetto XVI non è una star dei media. E’ un uomo della Chiesa. I mass-media lo criticano costantemente per il suo tradizionalismo e conservatorismo, ma ci sono milioni di cristiani che apprezzano le sue qualità: sono cattolici e non cattolici che vogliono preservare i valori morali cristiani tradizionali.
Speriamo che il suo successore prosegua sulla stessa strada, e che il rapporto tra ortodossi e cattolici continui a crescere costantemente per il bene comune di tutto il mondo cristiano.

Dal sito amico: http://www.eleousa.net

Libano - Incontro con il Patriarca Giovanni X

Beirut, 16 febbraio 2013 – Il metropolita Hilarion di Volokolamsk e la delegazione che lo accompagna durante la visita in Libano per partecipare alla cerimonia di intronizzazione del nuovo Primate della Chiesa Ortodossa di Antiochia, hanno avuto un incontro con Sua Beatitudine il Patriarca della grande città di Antiochia e di tutto l'Oriente Giovanni X presso il monastero della Dormizione della Beata Vergine di Balamand. Alla riunione hanno partecipato il metropolita di Homsk Georgij, il vescovo di Kars Gattas, il vescovo di Chania Nikolaj, il vescovo di Tartu Afanasij, il vescovo di Larissa Ignatijj, il vescovo di Seleucia Efrem.
Il presidente del Decr ha portato al neo eletto Primate della Chiesa Ortodossa Antiochena i saluti fraterni e l’augurio di molti anni di ministero pacifico da parte di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill.
Accogliendo con favore i rappresentanti del Patriarcato di Mosca, Sua Beatitudine il Patriarca Giovanni ha sottolineato che le relazioni fraterne tra la Chiesa di Antiochia e la Chiesa Ortodossa Russa risalgono agli inizi del Cristianesimo in Russia, ricordando che il primo metropolita di Kiev e di tutta la Russia era San Michele, un siriano di nascita. Sua Beatitudine ha ammesso che, nel salire alla sede patriarcale di Antiochia, sente una grande responsabilità per il suo gregge, in particolare per quella parte di esso che è attualmente oggetto di persecuzione in Siria a causa del peggioramento del conflitto interno nel Paese.Secondo il Patriarca, decine di migliaia di cristiani in fuga dalla violenza sono stati costretti a lasciare le loro case e andare in esilio. Egli ha espresso a nome della Chiesa Ortodossa di Antiochia la profonda gratitudine alla Russia e alla Chiesa Ortodossa Russa per il loro sostegno in questa difficile situazione.
"Il documento conciliare sulla istituzione del trono patriarcale di Mosca venne firmato da diversi Primati, tra cui il Patriarca di Antiochia" - ha detto il metropolita Hilarion. - "Ci ricorderemo sempre di questo e ringraziamo la nostra sorella maggiore - la Chiesa Ortodossa Antiochena, ma soprattutto sentiamo una speciale affinità di cuore con i cristiani antiocheni che nell'attuale periodo stanno vivendo prove difficili". Il presidente del Decr ha assicurato Sua Beatitudine il Patriarca Giovanni della disponibilità della Chiesa Ortodossa Russa di continuare a pregare e a fornire altre forme di sostegno morale per i cristiani perseguitati in Medio Oriente.
Nel sottolineare il loro comune desiderio di sviluppare le relazioni fraterne tra il Patriarcato di Mosca e quello di Antiochia in vari settori, le parti hanno anche affrontato temi di attualità di carattere pan-ortodosso.

(Fonte: Decr Servizio Comunicazione; www.mospat.ru)