ARBERIA ORTODOSSA

domenica 28 agosto 2016

Lettera aperta senza pretese al mio carissimo amico Franco Marchianò ka Spixana.

Lettera aperta senza pretese al mio carissimo amico Franco Marchianò ka Spixana:

Carissimo amico Franco Marchianò: ma questi pseudo acculturati, grandi conoscitori e grandi studiosi di storia patria, che ottusamente, scioccamente e stupidamente continuano a lamentarsi del mio appartenere al Grandissimo Patriarcato di Mosca e non a qualche altro Patriarcato con le fondamenta di sabbia o di argilla, la conoscono la storia del nostro triste passaggio dall’Arcidiocesi Ortodossa di Ocrida alla succube dominazione di Roma, facendoci diventare degli immeritevoli UNIATI? Mentre noi venivamo distrutti religiosamente, vediamo quanti nostri paesi oltre a perdere la lingua hanno perso anche l’appartenenza orientale ed il Rito Greco-ortodosso, chi si è preso la briga di difenderci dallo strapotere dei papi e dei vescovi locali (andate a leggere Padre F. Russo sulla storia della Diocesi di Cassano le accuse che i vescovi, ignoranti in cultura religiosa orientale, muovano agli arbresh e chiedevano lumi di come comportarsi al papa di Roma) ? NESSUNO !!!!!! Non il Patriarcato di Costantinopoli oramai sotto i Turchi. Non la Grecia, anche lei sotto l’islam e tantomeno l’Albania, anche perché a quei tempi, come l’Italia, era sconquassata dalle guerre fratricide dei signorotti di quel tempo e dal punto di vista politico non esisteva.
Diciamolo che se qualcosa si è salvato dal dominio clerical-papista di noi arbresh lo dobbiamo alla nostra caparbietà di esistere e dal fatto che moltissimi nostri paesi erano collocati in luoghi impervi dove avventurarsi per arrivare in paese era sconsigliato.
Ma col passare dei secoli abbiamo dovuto abdicare allo strapotere di Roma……. Abbiamo tradizioni orientali-ortodosse, ma siamo sotto la giurisdizione ecclesiale del Patriarcato d’Occidente, anche se Roma questo titolo lo ha abiurato.
Quindi intermini religiosi, noi arbresh non siamo, come osò dire tempo addietro in una riunione ad Acquaformosa, il rimpianto Papàs Matrangolo “NE’ CARNE NE’ PESCE” !!!! Cioè abbiamo tradizioni ortodosse, ma non siamo ortodossi; siamo con Roma ma questa con l’allargarsi del così detto ‘ecumenismo’ ci tratta da pezzenti perché sappiamo che l’ortodossia l’uniatismo non lo digerisce (Ultima porcata del vaticano alla diocesi arbresh di Piana degli Albanesi, nominando come vescovo uno che con gli arbresh non ha nulla da spartire perché è al 100% qualcosa di più che italiano, e ciò la dice lunga sulla tenuta o sulla distruzione di tale diocesi) e quindi non possiamo essere annoverati tra i latini .
Ora mi chiedo, cosa ha a che fare appartenere ad una giurisdizione ecclersiastica (Mosca o Costantinopoli) al posto di un’altra con l’essere Italo-albanese, l’essere di una certa cultura, di una certa lingua, di certe radici, di un certo ceppo sanguigno, quando al popolo arbrtesh la religiosità si è fermata solo nelle feste paesane perché il lavaggio del cervello subito nel corso dei secoli dallo strapotere romano non gli permette di esprimersi come “desidererebbe il cuore e il sangue”?
Lo dico con profondo orgoglio, io prete del Patriarcato di Mosca mi posso muovere senza che nessuno mi possa proibire di farlo, vestito con la tonaca, nei paesi arbresh, potrei volendo anche aprire chiese, potrei fare anche “proselitismo”. Ma non essendo ancora i tempi maturi per un discorso del genere me ne sto calmo per i fatti miei. Ai posteri l’arduo compito di riportare noi arbresh alla Fede dei nostri Padri.
Altri, questa possibilità, nei nostri paesi, non ce l’hanno, anzi è proibito persino di fiatare o di vestire la tonaca.
Mi ricordo qualche anno addietro, al tempo della ribellione di Santa Sofia d’Epiro, quando metà della popolazione voleva passare all’ortodossia sotto il Patriarcato di Costantinopoli, il rappresentante del Patriarcato, non faccio nomi chi fosse, presso l’Hotel Ferramonti ebbe a dire alla delegazione popolare, facendola restare di stucco: “ Fino ad ora abbiamo scherzato, siamo andati tropo in avanti, il mio (nostro) consiglio è quello di rimanere sotto Lungro”. (Sono notizie che le conoscono anche le pietre).
Questi potrebbero essere i tempi maturi per un travaso dalla latinità alla santa ortodossia, ma fino ad ora Costantinopoli tace, la Grecia ha altre gatte da pelare che poter battersi per far rientrare nel proprio Sinodo le due Eparchie arbresh d’Italia, pur sapendo che la stragrande maggioranza di noi proveniamo dai paesi arvaniti dell’attuale Grecia, poi l’Albania: ma a lei cosa frega di noi arbresh, quando sappiamo che nei tempi passati il Vaticano inviava preti o monaci italo-albanesi per dottrinare il popolo Shqip nella cattolicità latina????
E cari amici dalla bocca d’oro, sapete perché il Patriarcato giurisdizionale per gli arbresh non vuove foglia per il nostro rientro nella ortodossia?
Ve lo spiego in poche parole, anche se lo sto ripetendo da secoli: “ C’è una clausola non scritta tra le due Chiese quella di Roma e quella del Fanar……..
Sembra che Roma foraggi copiosamente il Fanar e questi non si permette neanche di nominare per un futuro avvicinamento Lungro e Piana degli Albanesi. Si ci sono vari incontri di corridoio, ma tali rimangono, passi in avanti non ci potranno mai essere. I nostri rappresentanti del clero arbresh vengono amorevolmente fatti entrare nelle stanze del Patriarcato, ma come rappresentanti della latinità.
Quando una delegazione italo-albanese, si recò al Fanar per avere un incontro con l’allora Patriarca, arvanita o arbrersh, S.S. Athenagora, alla proposta dei suoi consanguinei di passare con Costantinopoli questi rispose: “ Ju dua shum mir, rrini me a të çë jini”. Tradotto: “Vi amo tanto, ma rimanete con chi siete”………….. cioè con Roma.
In conclusione, considerato che la storia degli arbresh ancora non è stata scritta per bene, ognuno sente il sacrosanto diritto e dovere di “proferire ciò che non ha studiato, ma ha sentito da altri”.
Una cosa la voglio dire e chiudo: “ Siamo 4 gatti, non mostriamo la nostra incapacità di fratellanza e di amicizia; loro così vogliono e fin quanto noi ci scanneremo gli altri avranno su di noi il sopravvento, ma se saremo uniti nessuno potrà mai farci soccombere.
Pubblicato da Padre Giovanni Capparelli (Firmozioti) alle 21:35 Nessun commento:
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sabato 27 agosto 2016

Dal sito: http://www.ediesse.net

Monsignor Avondios ha presentato all’amministrazione comunale il suo progetto pilota di assistenza sociale, raccogliendo interesse

Un centro culturale ortodosso a Novegro


  Un centro culturale ortodosso, tecnicamente. In pratica un progetto pilota, una vera e propria novità nel campo dell’assistenza sociale per stranieri che giungono in Italia con il sogno di trovare il paradiso. Poche settimane per insegnare loro un mestiere, dargli una qualifica e poi tornare al loro Paese d’origine con un bagaglio lavorativo importante che potrà cambiare la loro vita, senza dover cercare fortuna all’estero. L’idea è venuta a monsignor Avondios della chiesa Metropolia di Milano e Aquileia. Il religioso ha avuto un paio di incontri con il sindaco Micheli e con gli assessori De Lotto e Di Chio e presto questa idea potrebbe divenire realtà proprio nel quartiere di Novegro. 

Mi è davvero piaciuta la mentalità del sindaco di Segrate» spiega Avondios, «ha capito subito la bontà del progetto che ho in mente: un aiuto agli stranieri per integrarsi, imparare un lavoro e riportarli in Patria. La chiesa infatti non deve solo accogliere, ma trovare anche soluzioni. Ecco allora che ho studiato un’iniziativa che possa andare in questa direzione. È possibile, non è una cosa utopistica». Monsignor Avondios viene dalla Romania e sa bene quanta difficoltà incontrano gli stranieri che, spesso spinti da fame e disperazione, raggiungono l’Italia sperando di trovare una soluzione alle loro sofferenze: «Purtroppo qui non possiamo dare risposte positive a tutti, ma possiamo trovare alternative legate a un rimpatrio. Questo progetto pilota può diventare il primo di tanti. Costituiremo una cooperativa e ci metteremo in contatto con le aziende non solo di Segrate, ma di tutto l’hinterland. Insegneremo a queste persone ad avere cura di sè e daremo loro una qualifica lavorativa che possa essere un valore aggiunto nel Paese da dove provengono. E dopo un breve tirocinio faranno proprio ritorno a casa per sviluppare il lavoro che avranno imparato. Non è un progetto complicato, ci vuole solo buona volontà».

L’area individuata dall’amministrazione sarebbe proprio a Novegro, ma è privata. Si dovrà intavolare una trattativa e capire se c’è possibilità di portarla a buon fine. «Dobbiamo fare un passo alla volta» conclude monsignor Avondios. «Inizialmente dovremmo ragionare su una cinquantina di persone e la scelta di Novegro mi piace davvero. Credo molto in questo quartiere, ha potenzialità importanti che potranno essere sviluppate. Sono certo che potremo aiutarci a vicenda».


Pubblicato da Padre Giovanni Capparelli (Firmozioti) alle 09:24 Nessun commento:
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venerdì 26 agosto 2016

Cordoglio del nostro Patriarca S.S. Kirill

Al Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana On. Matteo Renzi

Signor Presidente,

ho accolto con rammarico la triste notizia del terremoto che ha sconvolto l’Italia centrale. Questa calamità ha tolto la vita a diverse decine di persone, molti hanno sofferto e perso la casa. Condivido la sofferenza di parenti e prossimi dei defunti, dei feriti e di quanti sono stati costretti ad abbandonare le loro case. Le chiedo di voler trasmettere loro il mio sostegno e i miei auspici di fortezza d’animo e coraggio.
Che il Signore misericordioso conceda conforto ai colpiti e pronta guarigione ai sofferenti, e dia forza a quanti in queste ore sono all’opera per salvare vite umane, estrarre i feriti dalle macerie e superare le conseguenze della catastrofe.
Con profondo cordoglio,
+ Kirill,
Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’

Pubblicato da Padre Giovanni Capparelli (Firmozioti) alle 07:40 Nessun commento:
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mercoledì 24 agosto 2016

dal sitop Italo-albanese : http://contessioto.blogspot.it

Comunicato sui trasferimenti dei papàs. L'Eparchia sarebbe bizantina, ma il Vescovo alla latina dirige il traffico: tu di quà e tu di là

L'amarezza della gente
La data sui trasferimenti dei sacerdoti eparchiali e' quella del 17 agosto ( sotto il caldo di ferragosto) ma mons. Gallaro sull'indebolimento dell'immagine bizantina dell'Eparchia, mediante l'allontanamento dalla cittadina capoluogo dell'Eparchia -Piana degli Albanesi- di tutto il "grosso" del clero greco, ci pensa da mesi, forse dall'attimo in cui ha posto piede sulla piazzetta San Nicolò, antistante il Palazzo vescovile.


Come non pensare che possieda un elenco di cosucce da fare ?
La congettura e' plausibile e la possiamo legare alle centinaia di foto che conserviamo di questo personaggio che al suo esordio fra noi vestiva con paramenti alla latina.
Molta gente deduce che -forse- il neo Vescovo ha  interpretato in modo espansivo, estensivo, ciò che gli era stato suggerito  in forma curiale. O meglio, egli sta portando avanti ruvidamente ciò che gli era stato suggerito come tendenza da portare avanti nel tempo.

Perchè la gente ipotizza ?
Perchè vorrebbe trovare una spiegazioni su tutto ciò di illogico che sta accadendo nella Curia riempita di sacerdoti latini e  sull'allontanamento di molti (troppi) sacerdoti di rito bizantino da Piana degli Albanesi.

Perchè la gente ipotizza così tanto, al punto di allargare gli orizzonti di interferenze non solo della Congregazione Orientale ma pure della Segreteria di Stato ?
Perchè subito dopo la grande carnevalata dei paramenti latini usati ad ogni pie' sospinto all'esordio fra noi, da Roma per tirarlo fuori dagli inghippi di natura liturgico-teologici  e' arrivata una letterina di cinque righe firmata da un gesuita e un domenicano che avrebbe dovuto donargli la sanatoria su quegli episodi.

Sanatoria non valida sul piano canonico e sul piano giuridico.
Nessun da Roma ha indirizzato -come sarebbe stato doveroso- una lettera disciplinare, di contestazione, e successivamente di richiamo e punizione, con obbligo di studiare diligentemente Liturgia e Diritto Canonico.
I paramenti non sono vestitini o capi di abbigliamento come i calzini.

Cosa gli resta ancora da portare avanti, si chiede la gente ?
Dal web, da Piana e dalle Calabrie, arrivano voci sulle manovre in corso nell'ambito di alcune sfere clericali per istituire una Metropolia. 
La Metropolia non riguarderebbe solo gli arbëresh ma tutti i bizantini-cattolici d'Italia compresi, per esempio, gli slavi. 
La cosa -allo stato attuale e alla luce dell'esperienza più recente che stiamo vivendo- non interessa per nulla gli arbëresh, ne' quelli di Sicilia ne' quelli di Calabria ne' quelli sparsi in Italia e/o nel mondo. Si vorrebbe istituire infatti la Metropolia solamente ad uso e consumo, o meglio per creare una nicchia  ai burocrati disoccupati gesuiti e/o domenicani, e magari benedettini.

Cosa c'è ancora di strano ancora a cui dover assistere  ?

Di solito pure gli ambienti della Segreteria di Stato hanno qualche bisognino da soddisfare quando viene nominato un Vescovo. Non la Segreteria di Stato in quanto organismo, ma burocrati, funzionari, uomini di questo mondo che ignorano, non hanno mai conosciuto la Sofia (=Sapienza). 
Staremo a vedere. Basta aspettare.
La protesta  popolare per intanto monta sul web per le umiliazioni inferte  al rito bizantino, ai suoi papàs, alla identità comunitaria e al Popolo di Dio da parte dei "burocrati in abito talare"  e taluni pensano che non tarderà  a montare pure per le strade. 
Un Convegno laico e popolare è intanto previsto a Piana degli Albanesi nella seconda meta' di settembre per fare il punto sull'uso della lingua greca ed albanese nella Liturgia e nelle Istituzioni pubbliche (scuola).


I trasferimenti

Nostra convinzione e' che trasferimenti ordinari o per casi particolari sono utili e a volte necessari, purche' suffragati da motivazioni condivisibili alle orecchie di chiunque, si tratti di persona istruita o meno.
Non conosciamo tutti i papàs interessati dalla decisione vescovile (sono una decina), ne' conosciamo le possibili circostanze a carico o a loro merito.
Possiamo pero' riflettere liberamente sulla linea strategica che riteniamo venga fuori dall'elenco dei trasferimenti di sede reso noto dalla Curia.

A) Sguarnire Piana degli Albanesi del clero greco, nel momento in cui nel Palazzo Vescovile c'e' un uomo che viene da Pozzallo, centro amabile per altre buone iniziative ma non per la cultura bizantina, ci fa pensare male.

Conosciamo Papas Carbone unico o quasi lasciato a Piana; egli e' impegnato nel suo lavoro civile ed in quello ecclesiastico ed e' figlio spirituale di padre Emilio. 
Una cittadina come Piana affidata a lui che lavora a Palermo, al prete della cattedrale e ai sacerdoti pensionati settantenni o ultraottantenni non e' operazione da lasciare passare ridendo.


B) Traferire Papas Cuccia da Palermo dove ha costituito una comunita' vitale in soli due anni (gli altri due anni li ha trascorsi a Santa Macrina) e' pura e semplice cattiveria. Il suo curriculum e' quello di un sacerdote che ama la Chiesa e ad essa ha finora dedicata l'intera sua persona e quelle della sua famiglia.
Sarebbe cosa lodevole, finalmente, di non perseguitarlo immotivatamente  come agli occhi pubblici sta apparendo ormai da parecchio tempo.



E' prete uxorato con figlia e l'ennesimo ingiustificato trasferimento gli farebbe male e farebbe male ai moltissimi fedeli e non fedeli che gli vogliono bene.
Lo si lasci dove sta perchè possiede sufficiente scienza, coscienza e fede per proseguire la serie dei grandi parroci della Martorana, iniziata con papàs Lino LoIacono, e proseguita con papàs Matteo Sciambra e papàs Vito Stassi.
Molte persone ritengono che fra i suggeritori eparchiali e romani di questa iniziativa ci sia gente priva di sensibilità umana. Quale e' infatti il senso di rimandarlo la' dove quella decina di fanatici ignoranti, non credenti cristiani eppure tuttora infilati nelle strutture parrocchiali pur ignorando l'obbligo di accoglienza del "diverso", gli hanno interdetto la celebrazione di riti religiosi secondo una pratica secolare, barrando il portone ?



C) Michelangelo Mannina perchè dovrebbe togliere potenzialità alla Comunità di padre Emilio ? 
La Comunità e' costituita da gente di buon cattolicesimo romano che ha ha scelto la vita comunitaria, perchè quindi distrarla con gli impegni parrocchiali (funerali, prime comunioni, etc.) ?

La Comunità guidata da p. Emilio e' forse pervenuta alla svolta rispetto ai carismi posti alla base della sua costituzione ?


D) Su Padre Enzo Cosentino, sacerdote ben noto a chi scrive, abbiamo sempre pensato che sia sacerdote fra i più lungimiranti dell'Eparchia. Conosce il diritto canonico, conosce la legislazione sociale, e possiede capacita' organizzative mai riscontrate in altri sacerdoti dell'Eparchia e pure fuori da essa.
Il suo sostanziale allontanamento dall'Eparchia ha un significato? forse e' troppo impegnato e dinamico e fa ombra a qualcuno ?
Se esiste un significato ed un senso sarebbe bene che lo sapessero per prima i suoi parrocchiani e poi gli altri cristiani dell'Eparchia. Non si può assistere a iniziative che appaiono punitive senza che la gente, i fedeli, il corpo della Chiesa non ne conosca le motivazioni.
Egli adesso verrà sostenuto economicamente dalla diocesi di Palermo in quanto la chiesa che condurrà -in territori altri-  non appartiene alla giurisdizione di Piana. 
Viene fuori la convinzione che l'Eparchia può quindi permettersi il lusso di allontanare sacerdoti, di radiarli dalle sue file  ? 

Qualcuno ha fatto rilevare: egli e' da troppo tempo a Mezzojuso.
Ma allora la regola, se regola è, dovrebbe valere per tutti; esistono altri sacerdoti che hanno situazioni analoghe, ma non sono stati sfiorati. Quindi non è questa la regola di Gallaro.



E) I papas Piergiorgio Scalia e Marco Sirchia hanno costituito per lungo tempo la speranza dell'Eparchia. Quale e' il senso del loro allontanamento da Piana ? La candidatura di Gallaro e la sua nomina non li ha già posti, in questa fase, ... fuori gioco ? 
Forse perche' loro conoscono il rito bizantino e potrebbero fare anche da  "sconfitti" ... ombra  a disegni alternativi ancora da introdurre  ? Anche nel loro caso,  ciò che appare punizione sarebbe doveroso che venisse esplicitata. 

Allontanarli da Piana -resa deserta da tutti, proprio da tutti, i buoni conoscitori del rito- pare un attacco non a loro, ma al rito.

Fanno davvero ombra ? 
Hanno demeritato ? 
Vorremmo -come persone residenti nell'Eparchia- capire. 


F) Infine sia concesso a chi scrive queste righe di intrattenersi su Papas Janni Stassi. 
Ha raccolto una Parrocchia, a Contessa,  che era stata violentata dallo scippo del suo Parroco, personaggio caro a tutti anche perche' nel contempo era figlio della Parrocchia.

Per Papas Janni, arrivato dopo le rinunce (disubbidienze) di altri esponenti del clero di Piana, non fu facile raccogliere i tanti perchè della parrocchia contessiota, rimasta per qualche tempo nostalgica del prima che  -a distanza di anni- e' divenuto adesso passato.
Ha effettivamente attraversato molti momenti di difficoltà, magari per i consigli non appropriati offerti in buona fede da alcuni, ma alla fine e' divenuto il Parroco con la P maiuscola.
Perche' adesso punirlo, adesso che la Comunità si ritrova in lui ? trasferirlo immotivatamente, con una destinazione che generalmente viene affidata ai sacerdoti anziani, cosa vuole significare  questa iniziativa ?
Oggi a Contessa egli e' stimato da tutti (tranne forse di chi lo vorrebbe a proprio uso e consumo) e svolge con impegno la funzione di guida.
Lo stimano in tanti pure per la circostanza che nel corso della Liturgia inserisce antichi canti liturgici arbëresh che negli anni sessanta intonavano papàs Janni Di Maggio e papàs Gaspare Schiro' e che poi, dopo il terremoto del 1968 col susseguirsi di nuovi sacerdoti e con l'esecuzione di ampi lavori di restauro in  tutte le chiese, si erano persi, erano caduti in disuso.


G) Papas Borzi, riteniamo noi, meriterebbe di essere proficuamente impiegato in un contesto più popolato che un borgo rurale. E' stato parroco di Palazzo Adriano finora, non del borgo Castagnola.


Concludendo
Il Vescovo e' mons. Gallaro e la responsabilità di condurre l'Eparchia compete certamente a lui. 
A noi, noi destinatari della sua conduzione, tocca pero' il compito di riflettere e gridare contro le eventuali ingiustizie e sulle iniziative a danno della sopravvivenza della natura bizantina di Piana degli Albanesi.


Tiriamo le somme: Piana non va sguarnita di clero bizantino e la Curia deve riacquistare i colori culturali, cultuali e liturgici che le competono. La stessa meritoria presenza della Comunita' di p. Emilio non venga considerata sostitutiva dell'opera diversa che svolge il clero greco.


Noi grideremo forte, fortissimo, sugli eventuali favoritismi che dovessero andare a chi ama l'immagine e l'apparenza a demerito di chi il sacerdote lo fa in quanto soldato della Chiesa e sa adattarsi ovunque.  Non conta se saremo ascoltati o meno, grideremo sempre.
Niente premi -a nostro modo di vedere- a chi in passato ha snobbato e rifiutato la guida di Comunità in condizioni di difficoltà o a chi, disoccupato nella Roma papalina, cerca nicchie.


Questo e' il nostro punto di vista, opinabile ovviamente e suscettibile di correzione se verranno fornite spiegazioni orecchiabili sia per i dotti che per gli ignoranti, fra i quali ultimi non temiamo di essere annoverati.
Pubblicato da horaContessa Entellina a 10:42
Etichette: RELIGIONE-RITO BIZANTINO

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Pubblicato da Padre Giovanni Capparelli (Firmozioti) alle 23:25 Nessun commento:
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Scambio di idee....

Con Nicolino Mele abbiamo un rapporto di amicizia che va altro ciò che possiamo qualche volta dirci, anche per iscritto, nello scambiarci i nostri pensieri politici che non combaciano affatto. A lui voglio rispondere....amichevolmente su una sua affermazione un poco maliziosa sulla storia politica del nostro paese e dei nostri rispettivi partiti politici:
CARISSIMO AMICO NICOLINO:
No, su questo hai ragione, ma la toria non si è mai accanita sulla ex D.C., a farla fuori sono stati gli stessi suoi rappresentanti, i quali appena hanno notato la flessione elettorale si sono ben guardati di auto-espellersi, ma oltre ad aver cambiato il nome al partito si sono venduti all'ex P.C.I., infatti come puoi notare a dirigerlo ora 2016 sono tutti ex democristiani. La scritta che tu hai soprascritto "Terroristi di stato" è stata scritta dal mio carissimo cugino Manoccio, (me lo ha candidamente rivelato, dopo tanto tempo, dicendo che insieme ai suoi compagni di D.P. per farmi un dispetto mentre scrivevano sui muri epiteti contro il P.C.I., si sono divertiti, essendo io allora segretario sezionale ad insegnarci la loro cultura umanista, politica e ambientale. Non l'abbiamo mai cancellata....anche perchè, mentre noi di notte dormivamo, c'erano personaggi che come i ladri rovinavano i muri della gente e dimostravano tutta la loro intelligenza politica ad un popolo che li ha e li caldeggia animosamente). Spero tanto che non fossi anche tu in mezzo, quella notte, tra i tanti esilaranti compagni di....merende !!!! Ma la storia è diversa e la si può ancora dimostrare: i democristiani ancora governano, a capocchia ma governano, l'Italia, i compagni di cui anche tu facevi parte e lo fai ancora a leggere i tuoi interventi, succubi dei d.c. hanno perso quello smalto che li ha contraddistinti per tanto tempo. Cosa vuoi "il potere logora chi non ce l'ha !!!" diceva colui che tutti chiamavano il gobbuto. E come vedi, per concludere questo mio amichevole pensiero, tu che forse eri tesserato ed amavi il P.C.I. ora sei fuori, mentre chi lo ha criticato ed ha criticato, con epitteti vergognosamente irripetibili, sia nei comizi di piazza sia nei manifesti, i suoi uomini più rappresentativi, ora si erge, dopo aver conquistato l'ex sezione comunista, a 'CAPO' di ciò che una volta era il grande partito dei lavoratori. I tempi cambiano, Caro Nicolino (amico mio), e tu non sai quanti democristiani, insieme ai comunisti, lo esaltano, lo innalzano, gli baciano il fondoschiena, lo accarezzano, gli stanno vivino, dimenticando che ieri lui ed i suoi accoliti erano i loro nemici, non avversari, nemici per eccellenza. Ma devo anche sottineare che moltisimi dei miei ex amici democristiani non sono mai stati dei campioni di onestà. Li vedo ruffianarsi con colui che è stato il nostro avversario e nemico più subdolo che ci sia stato ad Acquaformosa....... solo perchè grazie anche al loro voto ora COMANDA il nostro VILLAGGIO!!!!Grazie di avermi dato la possibilità di esprimermi e perdonami se sono stato troppo lungo......ma le cose bisogna dirle e senza peli sulla lingua e senza paura di nulla. Questa è storia e la storia non si può non raccontarla con amore e serietà. A questo punto, essendo anche sangue che scorre nelle mie vene, non posso non lodare il suo "AVER SAPUTO FARE alla faccia dei ....fessi.....
Pubblicato da Padre Giovanni Capparelli (Firmozioti) alle 15:30 Nessun commento:
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lunedì 22 agosto 2016

Correva l'anno 2008 (se non erro) e con tanta enfasi ancora ci si ricordava dei nostri poveri EMIGRANTI, sballottati nei vari paesi europei ed extraeuropei perchè la loro Patria ingrata non era in grado di dare loro ciò che la Costituzione Italiana al primo punto sostiene: Repubblica fondata sul lavoro. A quei tempi i "nostri politici di paese" correvano in Germania, specialmente, per fare campagna elettorale e conquistare i voti dei nostri paesani i quali con slancio premiavano e continuano a premiare la classe politica Acquaformositana. Come sdebitarsi con loro? Facile !!!! Costruire una stele in loro onore. E detto ..... fatto. La si può ammirare perchè sempre sotto gli occhi di chi passeggia in Corso Vittorio Em., villetta ulivicola, ex statale 105.
L'ho rivista, ancora una volta, l'altra sera ed avvicinandomi mi sono accorto che lacrime copiose le inondavano la facciata.
Le ho chiesto: "Perchè queste lacrime?"
E lei mi ha risposto: " Sono stata abbandonata, nessuno si ricorda più di me, anche la Festa a me dedicata e insieme a me a coloro che io rappresento, o rappresentavo, non c'è più. Ora considerato che io non porto più dollari, franchi, marchi ed altro, sembra che dia fastidio e faccia ombra a coloro che fino a ieri mi osannavano".
......................... Amara considerazione..... il Bissinis (come la chiamavano gli italo-americani) ha sconvolto tutto.
Le nostra antiche tradizioni dimenticate e messe da parte da feste che con la nostra cultura non hanno nulla da spartire.
Tutto viene suclassato dai nuovi idiomi, infatti qualcuno ha inventato la nuova terminologia per il nostro popolo: "Cultura AFRO-ARBRESHE" !!!!
Ma cosa significa ? Ma cosa centra l'Africa con la nostra storia, le nostre radici?
Al Gruppo Folk di Acquaformosa chiederei di inserire, considerato che vengono considerati NOSTRI, canti del Congo o del Sud-Africa.
.......................... Ed intanto la STELE... continua a piangere !!!!


Pubblicato da Padre Giovanni Capparelli (Firmozioti) alle 19:47 Nessun commento:
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domenica 21 agosto 2016

Domenica 21 agosto 2016

Anche questa mattina la Divina Liturgia domenicale è partita in sordina. Ma poi piano piano ci siamo arricchiti di una nutritissima famiglia proveniente da Mosca, ma che in estate preferisce il mare di Scalea (cs). Una graditissima sorpresa anche perchè tutta la famiglia ha allietata la Liturgia improvvisando un coro fantastico.
Quindi due cori, uno russo ed uno rumeno che hanno a cantato divinamente le lodi al Signore.







Pubblicato da Padre Giovanni Capparelli (Firmozioti) alle 15:04 Nessun commento:
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martedì 16 agosto 2016

Vespro il 18 agosto ad Altomonte.

Con qualche giorno di anticipo COMUNICO con immensa gioia che giovedi sera, 18 agosto, con inizio alle ore 18.00 presso la nostra Chiesa Ortodossa "San Arsenio di Cappadocia" in Via Balbia n. 7 ad Altomonte (cs) ci sarà la celebrazione del Grande Vespro (Vecernie) in preparazione della Trasfigurazione del Signore sul Monte Tabor (Calendario giuliano) (Schimbarea la Faţă a Domnului).
Quindi invito tutte le Fedeli ed i Fedeli della Santa Ortodossia che si trovano ad Altomonte o nei paesi vicini (Lungro, Acquaformosa, Firmo, San Sosti, San Donato ed oltre) tutte le amiche e gli amici di FB residenti in questa splendida cittadina, tutti gli uomini e le donne di buona fede di essere presenti a questa celebrazione. 
Inoltre chiedo alle fedeli di Altomonte di fare il passa parola perchè tutte le famiglie e tutti i fedeli ortodossi in genere sappiano di questo avvenimento.
Il Signore sia con Voi, Vi benedica, Vi protegga !!! Amìn.




Pubblicato da Padre Giovanni Capparelli (Firmozioti) alle 17:39 Nessun commento:
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domenica 14 agosto 2016

Liturgia 14.8.2016

 Divina Liturgia e processione con la Santa e vivificante Croce di oggi domenica 14 (1 agosto) agosto 2016 presso la nostra Chiesa Parrocchiale Ortodossa del Patriarcato di Mosca a Castrovillari.
Vi presentiamo la sequenza fotografica. 








































 
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Foto insieme al Metropolita Vladika Innokentij

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Padre Giovanni Capparelli (Firmozioti)
Sono un Prete Ortodosso Arbëresh del Patriarcato di Mosca in Italia
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San Giovanni di Kronstadt

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Patrono della Parrocchia di Castrovillari (cs)

Metropolita Innokentij

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Mnogaia leta - Per molti anni

Santa Caterina Megalomartire

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Patrona della Chiesa Parrocchiale di Acquaformosa (cs)

Acquaformosa: Chiesa 'Madonna del Monte' (1426 slm)

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Arbëreshë prireni ka Besa e Virtet

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Il nostro Santo Patriarca: S.S. Kirill

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Un fraterno invito a tutti gli Arbëreshë della zona del Pollino a seguire l’unica Chiesa che i loro Avi avrebbero riconosciuta: la Chiesa Ortodossa. Essa si trova a Castrovillari presso Palazzo Gallo, P.zza Vittorio Emaunuele II. Fratelli Arbëreshë, ritornate alla Fede dei nostri Santi Padri, vi aspettiamo ogni domenica per la celebrazione della Divina Liturgia.

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