giovedì 31 maggio 2012
mercoledì 30 maggio 2012
Dal sito: http://makj.jimdo.com/
LA SANTA LUCE
di Charis Skarlakidis
di Charis Skarlakidis
Prefazione
L’avvento della Santa Luce nel Santo Sepolcro di Gesù Cristo,
ogni Sabato Santo, è un evento meraviglioso e speciale che si svolge da
oltre un millennio. Ogni anno,
intorno a mezzogiorno del Sabato Santo, una luce si sprigiona dal
Sepolcro di Cristo e dà luce alla cosiddetta lampada «non dormiente» che
si trova all’interno del Sepolcro, mentre,
simultaneamente, lampi di colore blu e bianco lampeggiano dalla
diffusione della stessa luce attraversando la Chiesa della Resurrezione,
illuminando lo spazio e accendendo alcune delle candele
della Chiesa e alcune delle candele dei fedeli presenti.
Di questo evento esistono documentazioni da almeno dodici secoli. Le testimonianze storiche di questo evento all’interno di questo libro ammontano a quarantacinque e descrivono la cerimonia della Luce Santa in un periodo storico fra il IX e XIV secolo.
Tutte queste testimonianze, in impressionante e unanime maniera, parlano di una luce o un fuoco che miracolosamente cade dal cielo, di fronte a una folla di fedeli, e accende la lampada che si trova all’interno del Sepolcro vuoto di Cristo. Questa luce è considerata la medesima luce soprannaturale che ha illuminato il Sepolcro di Cristo nel momento della sua Risurrezione.
La Luce Santa è scaturita, la prima volta, nel momento della Resurrezione di Cristo dopo la mezzanotte del Sabato Santo e poche ore prima dell’alba della Domenica di Pasqua, con la probabile data del 5 aprile 33 d.C. (1)
Oggi, dopo due millenni, la stessa luce continua a scaturire, nello stesso luogo, all’interno del Sepolcro di Cristo, ma anche all’esterno, durante la cerimonia del Sabato Santo.
Sono stato personalmente presente a questa cerimonia, per un totale di undici volte. Durante la prima di queste, nell’aprile 1998, mi trovavo in un luogo molto buio della Chiesa della Resurrezione, appena sotto il Calvario, e quando apparve la Luce Santa ho visto alcuni bagliori di colore blu e bianco che attraversavano il luogo e la candela di un credente, che si trovava di fronte a me, si è accesa da sola. Naturalmente, il fatto che una candela si accenda da sé si presta a interpretazioni diverse a seconda del giudizio personale e la fede di ognuno. Un scetticismo benintenzionato di fronte ad un improvviso fenomeno «soprannaturale » è necessario e nel pieno rispetto del precetto di s. Giovanni l’Evangelista per la sperimentazione degli spiriti «se provengono da Dio». (2)
Per quel che riguarda la presenza della Luce Santa, esso non è un fatto eccezionale o temporaneo, ma si ripete di continuo da 12 secoli, in modo manifesto e storicamente documentato.
Per molte persone l’apparizione della Luce ogni Sabato Santo, al Sepolcro di Cristo è un vero miracolo. Per altri invece non lo è. Punti di vista differenti, ma tutti rispettabili.
Questo libro non è destinato né a convincere alcuno sulla validità del miracolo, né a imporre un parere. Lo scopo di questo studio è di presentare tutte le informazioni e le testimonianze provenienti sia da un lontano passato sia dal nostro tempo, in modo che ognuno possa valutare il miracolo da solo.
Particolare valore ha anche l’approccio scientifico all’intera questione. Le misurazioni dello spettro delle radiazioni elettromagnetiche effettuate nella zona intorno al Sepolcro di Cristo nel Sabato Santo del 2008, dal russo fisico dr. Andreij Volkov, sono di grande interesse e saranno elencate in una sezione separata del libro.
La parte centrale di questo libro è un viaggio affascinante, attraverso il tempo, che avviene attraverso le storie e le testimonianze di decine di visitatori, di storici, di crociati, di storici musulmani, di cristiani pellegrini e di viaggiatori comuni che hanno vissuto il miracolo della Luce Santa da vicino, o lo hanno appreso da testimoni.
Secondo il chierico greco Niceta (sec. X.) la Santa Luce ha cominciato a manifestarsi fin dal tempo di Cristo, subito dopo la sua ascensione, ogni Sabato Santo senza interruzione nel corso dei secoli. Invece lo storico arabo al-Masudi e lo storico armeno Kiracos determinano il momento di partenza del miracolo poco dopo; secondo loro infatti la Santa Luce comincia ad apparire durante il periodo di costruzione della Chiesa della Risurrezione, 326-336 d.C. Lo storico Kiracos fa rilevare inoltre che la prima persona che ha vissuto il miracolo è s. Gregorio l’Illuminatore, intorno all’anno 330 d.C.
Cinque secoli più tardi, a metà del IX secolo, iniziano i primi espliciti riferimenti storici sulla Luce celestiale che scende sul Sepolcro di Cristo e con il passare dei secoli le testimonianze aumentano. Questo libro contiene solo le testimonianze storiche più importanti, per il periodo compreso tra la metà del IX secolo fino al tardo XVI.
La questione della registrazione di tali testimonianze è stata affrontata da alcuni studiosi in passato. Tra questi ricordiamo i tedeschi Johann L. Mosheim (3) (1736) e Gustav Klameth (4) (1913), il russo Ignatij Kratčkovskij (5) (1914), l’archimandrita Kallistos Miliara (6) (1934), Μarius Canard (7) (1955), Otto Meinardus (8) (1962), Francis E. Peters (9) (1985), e il vescovo Auxentios di Fotice (1)0 (1999).
La ricerca di J. Mosheim è impressionante per l’epoca, quella di I. Kratčkovskij è particolarmente preziosa in quanto comprende molti rapporti arabi e anche lo studio di Kallistos Miliara è ammirevole e lodevole. Nonostante la notevole letteratura e gli articoli che hanno prodotto questi studiosi, essi però citano un numero relativamente piccolo di testimonianze e molte storie importanti non sono mai state registrate.
Per di più, in nessuno di questi studi sono stati inclusi i testi originali (latino, arabo, greco, ecc), ma solo le traduzioni, e inoltre non vi è alcun riferimento ai manoscritti originali.
Durante il mio lavoro raccogliendo le varie testimonianze, non riuscivo ad immaginare la quantità e l’importanza delle cronache che sono rimaste dimenticate dalla storia. Per capire questo, vale la pena annotare che l’evento dell’anno 1101, una storia unica, in cui la Luce Santa non si è manifestata nel giorno del Sabato Santo (ma il giorno successivo), è descritto da otto diversi cronisti. Ma di questo evento non si trova traccia in nessuno degli studi fatti.
Di questi cronisti quattro sono francesi, uno tedesco, uno inglese, uno italiano e uno armeno e le loro descrizioni sono di grande valore, perché una testimonianza conferma e corrobora l’autenticità delle altre.
Molte delle storie sono così dettagliate e precise che è come essere portati nel passato e nel luogo dove l’evento si è verificato. Vediamo gli avvenimenti attraverso gli occhi delle persone che li hanno vissuti.
Grande importanza ha, anche, la testimonianza di eminenti arabi e persiani; in particolare la testimonianza di Ibn al-Qass e di al-Biruni è di fondamentale importanza perché proviene da musulmani, la cui religione vieta l’accettazione del miracolo.
Colpisce, anche, che i musulmani di Gerusalemme, anche se di diversa religione, partecipano a migliaia alla cerimonia della Luce Santa, accettando l’autenticità del miracolo e portando la Luce, con devozione, nelle moschee e nelle case, conservandolo per l’anno intero.
Nel presente studio è stato deciso di non includere testimonianze di contemporanei, ad eccezione di alcuni casi particolari, perché in primo luogo l’orientamento del libro è diverso; in secondo luogo, tale tentativo richiederebbe uno spazio molto grande. (...)
Di questo evento esistono documentazioni da almeno dodici secoli. Le testimonianze storiche di questo evento all’interno di questo libro ammontano a quarantacinque e descrivono la cerimonia della Luce Santa in un periodo storico fra il IX e XIV secolo.
Tutte queste testimonianze, in impressionante e unanime maniera, parlano di una luce o un fuoco che miracolosamente cade dal cielo, di fronte a una folla di fedeli, e accende la lampada che si trova all’interno del Sepolcro vuoto di Cristo. Questa luce è considerata la medesima luce soprannaturale che ha illuminato il Sepolcro di Cristo nel momento della sua Risurrezione.
La Luce Santa è scaturita, la prima volta, nel momento della Resurrezione di Cristo dopo la mezzanotte del Sabato Santo e poche ore prima dell’alba della Domenica di Pasqua, con la probabile data del 5 aprile 33 d.C. (1)
Oggi, dopo due millenni, la stessa luce continua a scaturire, nello stesso luogo, all’interno del Sepolcro di Cristo, ma anche all’esterno, durante la cerimonia del Sabato Santo.
Sono stato personalmente presente a questa cerimonia, per un totale di undici volte. Durante la prima di queste, nell’aprile 1998, mi trovavo in un luogo molto buio della Chiesa della Resurrezione, appena sotto il Calvario, e quando apparve la Luce Santa ho visto alcuni bagliori di colore blu e bianco che attraversavano il luogo e la candela di un credente, che si trovava di fronte a me, si è accesa da sola. Naturalmente, il fatto che una candela si accenda da sé si presta a interpretazioni diverse a seconda del giudizio personale e la fede di ognuno. Un scetticismo benintenzionato di fronte ad un improvviso fenomeno «soprannaturale » è necessario e nel pieno rispetto del precetto di s. Giovanni l’Evangelista per la sperimentazione degli spiriti «se provengono da Dio». (2)
Per quel che riguarda la presenza della Luce Santa, esso non è un fatto eccezionale o temporaneo, ma si ripete di continuo da 12 secoli, in modo manifesto e storicamente documentato.
Per molte persone l’apparizione della Luce ogni Sabato Santo, al Sepolcro di Cristo è un vero miracolo. Per altri invece non lo è. Punti di vista differenti, ma tutti rispettabili.
Questo libro non è destinato né a convincere alcuno sulla validità del miracolo, né a imporre un parere. Lo scopo di questo studio è di presentare tutte le informazioni e le testimonianze provenienti sia da un lontano passato sia dal nostro tempo, in modo che ognuno possa valutare il miracolo da solo.
Particolare valore ha anche l’approccio scientifico all’intera questione. Le misurazioni dello spettro delle radiazioni elettromagnetiche effettuate nella zona intorno al Sepolcro di Cristo nel Sabato Santo del 2008, dal russo fisico dr. Andreij Volkov, sono di grande interesse e saranno elencate in una sezione separata del libro.
La parte centrale di questo libro è un viaggio affascinante, attraverso il tempo, che avviene attraverso le storie e le testimonianze di decine di visitatori, di storici, di crociati, di storici musulmani, di cristiani pellegrini e di viaggiatori comuni che hanno vissuto il miracolo della Luce Santa da vicino, o lo hanno appreso da testimoni.
Secondo il chierico greco Niceta (sec. X.) la Santa Luce ha cominciato a manifestarsi fin dal tempo di Cristo, subito dopo la sua ascensione, ogni Sabato Santo senza interruzione nel corso dei secoli. Invece lo storico arabo al-Masudi e lo storico armeno Kiracos determinano il momento di partenza del miracolo poco dopo; secondo loro infatti la Santa Luce comincia ad apparire durante il periodo di costruzione della Chiesa della Risurrezione, 326-336 d.C. Lo storico Kiracos fa rilevare inoltre che la prima persona che ha vissuto il miracolo è s. Gregorio l’Illuminatore, intorno all’anno 330 d.C.
Cinque secoli più tardi, a metà del IX secolo, iniziano i primi espliciti riferimenti storici sulla Luce celestiale che scende sul Sepolcro di Cristo e con il passare dei secoli le testimonianze aumentano. Questo libro contiene solo le testimonianze storiche più importanti, per il periodo compreso tra la metà del IX secolo fino al tardo XVI.
La questione della registrazione di tali testimonianze è stata affrontata da alcuni studiosi in passato. Tra questi ricordiamo i tedeschi Johann L. Mosheim (3) (1736) e Gustav Klameth (4) (1913), il russo Ignatij Kratčkovskij (5) (1914), l’archimandrita Kallistos Miliara (6) (1934), Μarius Canard (7) (1955), Otto Meinardus (8) (1962), Francis E. Peters (9) (1985), e il vescovo Auxentios di Fotice (1)0 (1999).
La ricerca di J. Mosheim è impressionante per l’epoca, quella di I. Kratčkovskij è particolarmente preziosa in quanto comprende molti rapporti arabi e anche lo studio di Kallistos Miliara è ammirevole e lodevole. Nonostante la notevole letteratura e gli articoli che hanno prodotto questi studiosi, essi però citano un numero relativamente piccolo di testimonianze e molte storie importanti non sono mai state registrate.
Per di più, in nessuno di questi studi sono stati inclusi i testi originali (latino, arabo, greco, ecc), ma solo le traduzioni, e inoltre non vi è alcun riferimento ai manoscritti originali.
Durante il mio lavoro raccogliendo le varie testimonianze, non riuscivo ad immaginare la quantità e l’importanza delle cronache che sono rimaste dimenticate dalla storia. Per capire questo, vale la pena annotare che l’evento dell’anno 1101, una storia unica, in cui la Luce Santa non si è manifestata nel giorno del Sabato Santo (ma il giorno successivo), è descritto da otto diversi cronisti. Ma di questo evento non si trova traccia in nessuno degli studi fatti.
Di questi cronisti quattro sono francesi, uno tedesco, uno inglese, uno italiano e uno armeno e le loro descrizioni sono di grande valore, perché una testimonianza conferma e corrobora l’autenticità delle altre.
Molte delle storie sono così dettagliate e precise che è come essere portati nel passato e nel luogo dove l’evento si è verificato. Vediamo gli avvenimenti attraverso gli occhi delle persone che li hanno vissuti.
Grande importanza ha, anche, la testimonianza di eminenti arabi e persiani; in particolare la testimonianza di Ibn al-Qass e di al-Biruni è di fondamentale importanza perché proviene da musulmani, la cui religione vieta l’accettazione del miracolo.
Colpisce, anche, che i musulmani di Gerusalemme, anche se di diversa religione, partecipano a migliaia alla cerimonia della Luce Santa, accettando l’autenticità del miracolo e portando la Luce, con devozione, nelle moschee e nelle case, conservandolo per l’anno intero.
Nel presente studio è stato deciso di non includere testimonianze di contemporanei, ad eccezione di alcuni casi particolari, perché in primo luogo l’orientamento del libro è diverso; in secondo luogo, tale tentativo richiederebbe uno spazio molto grande. (...)
Professor Enrico Morini
Note:
(a) Il libro con la traduzione di Stilinos Bouris (dell’Associazione Testimonianza Ortodossa - consta di 388 pagg.) edito da: testimonianza ortodossa - dal sito: http://www.ortodoxia.it;
(a) Il libro con la traduzione di Stilinos Bouris (dell’Associazione Testimonianza Ortodossa - consta di 388 pagg.) edito da: testimonianza ortodossa - dal sito: http://www.ortodoxia.it;
1. La crocefissione di Gesù avvenne di Venerdì, alla vigilia della Pasqua giudaica, quando governatore della Giudea era Ponzio Pilato (26-36 d.C.). Durante questi dieci anni, la vigilia di Pasqua ha coinciso solo due volte col Venerdì: il 7 aprile 30 d.C. e 3 aprile 33 d.C. Quindi, ci sono solo due date possibili per stabilire il giorno della crocifissione di Cristo. Il Vangelo di Luca dice che Giovanni Battista iniziò la sua azione nel 15° anno del regno dell’imperatore Tiberio, cioè nel periodo 19/8/29 - 19/8/30 d.C. Ciò significa che l’azione pubblica di Gesù, quasi un anno dopo, inizia intorno al 30-31 d.C. Considerando che l’azione pubblica di Gesù durò approssimativamente da 2,5 a 3 anni, l’unica data possibile per la sua crocifissione è il 3 aprile e per la sua risurrezione il 5 aprile 33 d.C. Molti cronisti dell’Impero Romano d’Oriente (bizantini), come Giovanni Filopono, Georgio Cedreno, Georgio Sincello, ma anche altre fonti (Acta Pilati) affermano che la crocifissione di Gesù, ha avuto luogo durante il 19° anno di regno dell’imperatore Tiberio, vale a dire nel 33 d.C.
2. «Carissimi, non credete in ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio, perché molti falsi profeti sono venuti fuori nel mondo» (Giovanni 1, 4:1-3). I racconti di tutte queste persone costituiscono il nucleo di questo libro e ci danno la possibilità di viaggiare, mentalmente, indietro di molti secoli e scoprire aspetti sconosciuti della celebrazione più importante del cristianesimo: la risurrezione di Gesù Cristo e la discesa della Luce Santa.
3. J. L. VON MOSHEIM, De Lumine Sancti Sepulchri Commentatio, Helmstadii 1736.
4. G. KLAMETH, Das Karsamstagsfeuerwunder der heiligen Grabeskirche, Vienna 1913.
5. I.J. KRACHKOVSKӰ, ‘Blagodatnyj ogon’ po rasskazy al-Biruni i drugich musul’manskich pisatelej X-XIII vekov (Il Sacro Fuoco secondo il racconto di al-Biruni e di altri autori musulmani
dal 10° al 13° secolo), in Christianskӱ Vostok 3, 1915.
6. K. MILIARA, Studio storico sulla Luce Santa, Gerusalemme 1934.
7. Μ. CANARD, La Destruction de l’Église de la Résurrection par le Calife Hakim et l’histoire
de la descente du Feu Sacré, in Byzantion 35 (1955).
8. O. MEINARDUS, The Ceremony of the Holy Fire in the Middle Ages and to-day, in Bulletin de la Societe d’Archeologie Copte 16 (1961-62), pp. 242-253.
9. F.E. PETERS, Jerusalem: The Holy City in the Eyes of Chroniclers, Visitors, Pilgrims, and Prophets, Princeton 1985.
10. BISHOP AUXENTIOS OF PHOTIKI, The Paschal Fire in Jerusalem: A Study of the Rite of the Holy Fire in the Church of the Holy Sepulchre, Berkeley 1999.
lunedì 28 maggio 2012
Celebrazioni per la Pentecoste nella Chiesa Parrocchiale ortodossa di Castrovillari (CS)
DOMENICA 3 GIUGNO 2012
P E N T E C O S T E
Celebrazione delle Ufficiature:
Sabato 2 giugno 2012, Ore 17.00
VESPRO
Domenica 3 giugno 2012: Ore 10.00
DIVINA LITURGIA
Domenica 3 giugno 2012: Ore 17.00
VESPRO DELLO SPIRITO SANTO
Chiesa Ortodossa del Patriarcato di Mosca
Parrocchia di
San Giovanni di Kronstadt
Palazzo Gallo - P.zza Vittorio Em. II
Parrocchia di
San Giovanni di Kronstadt
Palazzo Gallo - P.zza Vittorio Em. II
(di fronte la pizzeria da Armando)
Castrovillari (cs)
Carissimi Fedeli Ortodossi di
Castrovillari (cs)
Carissimi Fedeli Ortodossi di
Castrovillari e del circondario,
carissimi Arbresh dei paesi viciniori,
come sempre vi aspetto numerosissimi,
per celebrare con voi le Ufficiature
della nostra Chiesa e della nostra
Santa Tradizione Ortodossa.
Per qualsiasi informazione chiamate
Per qualsiasi informazione chiamate
il Parroco al: 3280140556
sabato 26 maggio 2012
dal sito: http://luceortodossa.blogspot.it/
Ecumenismo
Oggi si parla con molta semplicità di Chiesa
e nel nostro linguaggio giornaliero è stato introdotto un nuovo termine: “
Ecumenismo “.
Questa parola spesso sembra riecheggiare nelle
nostre orecchie con il termine “ buonismo “.
Un vocabolo che spesso sembra descrivere l’immagine
di coloro che si commuovono facilmente davanti all’imperativo di dover essere “ buoni a tutti i costi “, con atteggiamenti esteriori che possono anche
ingannare, ma che nella sostanza possono avere tutt’altro fine e scopo.
Questo nuovo “ movimento pluri-religioso e
pluri-confessionale “ viene oggi anche sponsorizzato da teologi, costruiti ad
arte sulle filosofie che uomini occhialuti che sembrano usciti da lugubri
armadi, hanno messo a punto nei propri lunghi e frustrati soliloqui.
Avendo speso una vita intera alla ricerca del
senso e del significato di una parola, sono diventati oggi i maggiori
responsabili di questa teologia dell’inganno, il Modernismo.
Tutto ciò è davvero orrendo e dissacrante, perché
seppure è una regola valida per il progresso scientifico dell’uomo, non è così
vero in ordine alla Fede.
Sono stati liberati questi “ teologi
modernisti “ dai propri rifugi, per andare a prendere il posto dei Santi Padri nella
Una, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa indivisa del primo millennio.
Se si pensa, che dietro una parola della
Sacra Scrittura, sono state fatte mille traduzioni con mille significati, ecco
il perché il Vangelo è stato dilaniato con mille significati, gesti, eventi e
dati archeologici tanto da mettere in dubbio anche i semplici sull’autenticità
degli scritti, lasciando così spazio a tutti i detrattori odierni che sfornano
films a sfondo esoterico.
Quella Verità che appariva semplice, che doveva essere
appresa con cuore piccolo e umile, essendo stata indirizzata proprio ai piccoli,
è divenuta nei secoli un “ affare per pochi addetti ai lavori “, facendone diventare
così un concetto artefatto e contorto, comprensibile solo ai pochi, adatto solo
ad essere interpretato a seconda delle circostanze per poi essere dato al
popolo digiuno.
( Matteo 11:25 In quel tempo
Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai
tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai
rivelate ai piccoli.)
Così questa corsa all’apparire “ il più buono
“ , ha posto automaticamente colui che osserva la Verità e non si uniforma, nei panni
del personaggio “ cattivo “ che perseguita, “ l’intransigente “ o il paradossalmente
ostinato, il fondamentalista del momento!
Del resto i congressi ecumenici hanno portato
a questo: far apparire coloro che vi fanno parte come i “ buoni “ della terra,
mentre i restanti che non aderiscono “ come i Talebani “ della Chiesa o delle
professioni religiose.
Ritengo che oggi più che mai c’è bisogno di
chiarezza, al contrario di alcuni anni fa, dove non si sapeva nulla di tali
problematiche. Oggi veniamo bombardati da una quantità di notizie, concetti,
eventi culturali, che attraverso i mille mezzi di comunicazione, (internet,
radio, tv, giornali) sono alla portata di tutti, trasmettendo ideologia ed
informazione.
Sì, beata tecnologia, se è un “ dono” da un
punto di vista, da un altro può trasformarsi in un evento terribile, perché da
una mole informatica immensa, dalle mille notizie per chi vuole conoscere e capire
la giustezza delle informazioni, rischia di trovarsi come un pesciolino rosso
in una piscina di squali, pronti a dargli “ la loro verità “ o meglio quella
del pesce più grosso...!!
In questo mondo variegato dai mille colori e
dalle mille sfumature, non basta appartenere ad una tinta, rosso ad esempio, ma
si giunge a mille tonalità diverse e ciascuna con un nome proprio, pur facendo
parte e traendo vita tutti da un colore principale, dove ciascuno pretende di
essere quello vero.
Allora viene spontaneo chiedersi dov’è la Verità…??
L’ecumenismo, se da una parte porta alla
conoscenza di forme di culto o filosofie diverse, nel nostro caso specifico, ci
si chiede se esiste “ un altro Cristianesimo “ . Quello Ortodosso per
intenderci, guardando il frutto di coloro che sono parte di questa “ Nuova
Religione chiamata Ecumenismo” porta necessariamente a dire e pensare, che
questa Ortodossia da loro così proposta, è un’altra religione o un’altra fede,
come il Cattolicesimo Romano è divenuto dopo il 1054 con le mille innovazioni.
In queste riunioni, la più famosa quella di
Assisi, dove ci sono i rappresentanti di altre religioni, innanzi ad un Vescovo
di Roma che si auto-proclama “ capo “ della Chiesa Universale.
Davanti a questa dichiarazione, è d’obbligo trarne
la conclusione che i rappresentanti di quelle Chiese Ortodosse presenti a
quelle riunioni, appartengono o peggio hanno trasformato una Vera Chiesa in
un’altra religione diventando difatto, il contro-altare di Roma e di tutte
quelle Religioni e Fedi con cui siede al tavolo dell’Eresia del nostro oggi.
In questi incontri ecumenici notiamo sempre
Il Vescovo di Roma sfolgorante in bianche vesti, il Patriarca di Istanbul, il
quale è definito Ecumenico ed Ortodosso in vesti scure, unitamente ad altri
rappresentanti di Chiese Ortodosse di cui ormai nella professione della Fede ne
è rimasto soltanto il nome e l’abito; se tradiscono così ciò che i Santi Padri
della Chiesa hanno comandato di fare in forza di quale nome arrogano primati, forse
nel segno di una prepotenza ideologica che diventa di potere, ciascuna nelle
proprie giurisdizioni?
Sotto un profilo psicologico ci fa
comprendere, che essendo stato il Papa di Roma l’organizzatore degli incontri
di Assisi, certamente è Lui il buono di turno che cerca di far pace con gli
altri e quindi portare la pace su questa terra tormentata dai conflitti.
Ma l’evento patriottistico dei Latini per
Fede, si basa essenzialmente un pò come avviene nel calcio.
Si tifa per l’Italia, per la squadra vista
nel concetto totale o per i giocatori di club che ne fanno parte?
Ovvero riflette davvero una cosciente e seria
osservanza della Verità, intesa come cammino di Fede autentico, o peggio basta
essere nati in una contrada per proclamarsi dei “ contradaioli ?”
Sembra purtroppo emergere ciò
dall’atteggiamento di alcuni, l’esser nati di colore bianco non può permettere
a ciascuno di scegliere il proprio colore preferito, pena l’inferno.
Forse su questa “ paura “ più psicologica che
effettiva ( basta leggersi i Veri documenti della Vera Chiesa fino all’anno 1054 per comprendere che è
perfettamente vero l’opposto ) che la
Chiesa fondata da Cristo, non vive più in quella di Roma,
dove ogni cosa è stata stravolta e in parte protestantizzata, perdendo così
quel Primato d’Amore che ebbe per il primo millennio della storia del
cristianesimo, dove tutte le Chiese del mondo conosciuto guardavano e
ascoltavano la Santa Chiesa di Roma dei Santi Papi.
Dietro l’ideologia del “ Buono “ che vive in
pace con il cosmo intero, si è giunti a prendere esempi di altre religioni o
personaggi ad esse appartenenti, come esempi di Bontà proprio da coloro, clero
in prima fila, che dovrebbero essere i primi assertori dell’ Unica Verità del
Signore Gesù Cristo, il Figlio di Dio!!
Non è però la Verità del Vangelo di Gesù,
né dei Martiri della Vera Cristianità che oggi viene proclamata con
l’Ecumenismo.
Erano forse degli esaltati, dei
fondamentalisti, degli invasati questi Santi Martiri che i Cattolici Latini
festeggiano con tante vacanze dal lavoro, ricordandosi di loro solo per queste
ricorrenze o per le gite fuoriporta?
Qui certamente non vorrei far apparire Gesù
Cristo come il novello Kamikaze al centro di questa o di quell’altra ideologia
religiosa, anche se il rischio per come ho scritto sopra è reale.
Il Dio e Signore Nostro Gesù Cristo, ebbene
afferma tutto il contrario di quanto si attua da parte di molti Cristiani anche
Ortodossi oggi, principalmente di quanti approvano questi incontri ecumenici.
Voglio porre una domanda provocatoria.
In questi Incontri Ecumenici, quanti
Stregoni, quanti Pastori Protestanti, quanti Induisti, quanti Musulmani, quanti
Buddisti o Pagani sono stati convertiti al Cristianesimo?
In Verità, se non questo, quale scopo, quale
“ dialogo “ dovrebbe tra loro sussistere, a meno che, non si parli poi
privatamente di altri argomenti.
La Pace…concetto generico, ciascuno ricerca
la pace e la vuole, ogni religione la persegue e ciascuna ne parla, ma sappiamo
bene che chi persegue la Pace Vera deve prima convertire il proprio cuore.
La conversione è solo in Dio, il Vero Dio.
Cosa fa allora la “Religione di Roma”?
Si erge sul pensiero mondiale dietro il massonico
slogan << Ecumenismo >> , che dall’effetto “ buonistico a buon
mercato” non fa paura a nessuno e in fin dei conti mette tutti d’accordo,
politici compresi che ne traggono motivi di slogan e marce elettorali sul paese
della Pace.
Credo che nessuna di questa gente abbia voltato
pagina o meglio cambiato il libro nella propria vita.
Se davanti tutto ciò, possano esserci fiumi
di sorrisi, abbracci, e colorati pranzi, essi finiscono entro le ventiquattro
ore successive, se non in meri interessi di politica ecclesiastica per fini
territoriali – espansionistici, al fine di poter introdursi in territori
dichiaratamente anti-cristiani, avendone il beneplacito dei rappresentanti delle
religioni lì rappresentati e convenuti.
Allora qual’è lo scopo di questi incontri?
Dov’è la Parola di Cristo predicata agli altri, dove il
trionfo della Verità sulla menzogna e l’inganno?
Matteo 10:34 Non crediate che io
sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una
spada.
Dov’è questa spada di S.Paolo che ha bagnato
con il proprio santo Sangue quella terra e quei cuori, che oggi partorisce
questo veleno, per testimoniare con il proprio sacrificio la Verità dei Primi Padri
della Chiesa?
Dove il confronto dei Primi Concili con tutti
i falsi dogmi sino ad oggi promulgati, dove l’attualizzazione degli insegnamenti
dei Padri della Chiesa del primo Millennio con l’attuale falsa, filosofica ed
umana teologia dei moderni saccenti ecclesiastici?
Ebrei 4:12 Infatti la parola di
Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa
penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e
delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore.
Ma in luogo dove si parla di Gesù Cristo come
un Profeta qualsiasi, ovvero al pari di un santone indiano…cosa dire, basta
anche guardare gli spot pubblicitari in televisione dove un induista premio
nobel della pace ( il Nobel, una statua raffigurante un uomo, emblema
dell’uomo-divinità ) se avesse avuto uno strumento telematico, avrebbe avuto “
lui “ il potere di cambiare il mondo in forza delle sue idee.
Dove va a finire Gesù Cristo, gli Apostoli, Paolo
di Tarso, Pietro, se poi chi dovrebbe immolare se stesso o darsi in difesa di
Dio contro la cultura eretica dilagante, abbassa la testa e chiude gli occhi,
invece di alzare la voce come tromba?
Chi del resto permette in occasione di Assisi
di intronizzare un “ budda d’oro ” sull’altare della Basilica inferiore, sopra
le spoglie di Francesco d’Assisi, come può ritenersi tranquillo nella propria
coscienza ed avere l’ardire di alzare la voce, quando Egli stesso è il primo ad
aver lasciato la Via
degli Apostoli e dei Santi Padri, Suoi predecessori?
Davanti tutto questo scempio, si potrebbe
andare avanti e scrivere fiumi di considerazioni e di fatti storici, ma ciò che
addolora, è che molti Cristiani Latini ( appartenenti alla Chiesa Cattolica Romana
) passano inesorabilmente ad altre forme religiose, ingannati da tutta questa
Universalità di Credo che costituisce la realtà dell’Anticristo, cioè quello di
far credere che tutto è Vero e Verità, che poi alla fine nulla lo è nella
propria singolarità, ma che la totalità porta alla vera fratellanza e al vero
amore, a Dio stesso.
Che poi lo si possa chiamare in modi diversi,
o pregarlo con culti diversi, è sempre lo stesso Dio.
Questa è l’anima Luciferina dell’Ecumenismo.
Allontanarsi o prendere le distanze da tutto
ciò, diventa Fondamentalismo, ma io aggiungo che è FONDAMENTALE !!!.
Quando poi certi partiti politici approvano
tutto ciò, perché il senso della Libertà viene a non interporsi con gli sporchi
interessi, che tale atteggiamento porta inevitabilmente ad una perdita dei
valori cristiani ( primo nemico di una certa politica ) e quindi ad una
scristianizzazione, allora dovremmo avere davvero il termometro della
situazione in mano.
Questa è la sentenza dell’Anticristo che
porta ad una religione mondiale dove tutti possono convivere l’un l’altro,
condividere il proprio Dio a turno e magari scambiarsi reciproche forme di
culto in un unico Tempio.
Dietro questa Pax dell’Ecumenismo c’è tutto
ciò!!
Matteo 28:18-20 E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni
potere in cielo e in terra.
Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del
Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto
ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine
del mondo».
Credo che per Roma e per le più false
Ortodossie, queste parole possano essere davvero motivo di riflessione per
guardarsi indietro e fare penitenza, e per riprendere il cammino tracciato da
Cristo nella Verità!!
P.Ambrogio
venerdì 25 maggio 2012
Dal Blog: http://isegretidellacasta.blogspot.it/
venerdì 25 maggio 2012
I segreti del Vaticano: arrestato il maggiordomo del Papa. Ecco i documenti top-secret divulgati.
È il maggiordomo del Papa il "corvo" che ha fatto uscire dal Vaticano le carte segrete. Si tratta, secondo l'Ansa,
di Paolo Gabriele, aiutante di camera della famiglia pontificia, in
sostanza il cameriere del Pontefice. Questa mattina Gabriele sarebbe
stato ascoltato in un interrogatorio dal promotore di giustizia
vaticano, Nicola Picardi. Le autorità vaticane avevano dato notizia del
fermo di una persona «in possesso illecito di documenti riservati».
Almeno così aveva riferito in mattinata il responsabile della Sala
Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, senza però rivelare il
nome del "corvo".
Ecco una sintesi dei documenti riservati che il maggiordomo del Papa ha fatto uscire
«Beatissimo Padre, un mio trasferimento in questo momento
provocherebbe smarrimento e scoramento in quanti hanno creduto fosse
possibile risanare tante situazioni di corruzione e prevaricazione da
tempo radicate nella gestione delle diverse Direzioni (del
governatorato, l’amministrazione vaticana, nda)». È il 27 marzo del
2011. A rivolgersi in termini così drammatici direttamente a Benedetto
XVI, denunciando privilegi, corrutele e zone opache Oltretevere, è un
sacerdote di primo piano. Carlo Maria Viganò, un monsignore che viene
incaricato nell’estate del 2009 su fiducia del Santo Padre a controllare
tutti gli appalti e le forniture del Vaticano. La sua opera di tagli e
pulizia dà fastidio. Tanto che finisce vittima di una congiura per
bloccare l’opera di pulizia che aveva avviato. Da novembre Viganò è
stato rimosso. È diventando nunzio apostolico a Washington negli Stati
Uniti, andando a ricoprire la più prestigiosa rappresentanza diplomatica
della Santa Sede nel mondo.È una vicenda inquietante quella denunciata
da Viganò al Papa, che riporta indietro le lancette in Vaticano agli
anni dei silenzi, delle omissioni, delle denunce silenziate, della
rimozione di chi cercava di colpire privilegi, di chi voleva allontanare
i mercanti dal Tempio finendo invece lui allontanato, vittima delle sue
denunce. Stavolta però Viganò non tace, reagisce a certe logiche della
Curia Romana e scrive al Papa e al segretario di Stato, il cardinale
Tarcisio Bertone. Di più, chiede ai sensi del diritto canonico che sia
aperta una commissione di inchiesta su questa vicenda. Si lavora così
nelle segrete stanze dei Sacri Palazzi. Chi viene sentito non deve farne
parola con nessuno. Tanto che diverse delle persone contattate, come
Ettore Gotti Tedeschi, il presidente dello Ior, la banca del Papa, fa
esplicito riferimento all’imposizione del segreto pontificio che vincola
le persone che vengono ascoltate. Un segreto che violato prevede sino
alla scomunica, un segreto - giusto per avere un paragone - che venne
posto sullo scandalo dei preti pedofili.
«Quando accettai l’incarico al Governatorato il 16 luglio 2009 - scrive Viganò il 4 aprile 2011 al Papa - ero ben conscio dei rischi a cui andavo incontro, ma non avrei mai pensato di trovarmi di fronte ad una situazione così disastrosa. Ne feci parola in più occasioni al Cardinale Segretario di Stato, facendogli presente che non ce l’avrei fatta con le sole mie forze: avevo bisogno del suo costante appoggio». Appoggio che Viganò fa capire non esserci stato. Le finanze sono in uno stato disastroso: «La situazione finanziaria del Governatorato -prosegue -, già gravemente debilitata per la crisi mondiale, aveva subito perdite di oltre il 50/60%, anche per imperizia di chi l’aveva amministrata. Per porvi rimedio, il cardinale presidente aveva affidato di fatto la gestione dei due fondi dello Stato ad un Comitato finanza e gestione, composto da alcuni grandi banchieri, i quali sono risultati fare più il loro interesse che i nostri. Ad esempio, nel dicembre 2009, in una sola operazione ci fecero perdere 2 milioni e mezzo di dollari. Segnalai la cosa al Segretario di Stato e alla Prefettura degli Affari Economici, la quale, del resto, considera illegale l’esistenza di detto Comitato. Con la mia costante partecipazione alle sue riunioni ho cercato di arginare l’operato di detti banchieri, dai quali necessariamente ho dovuto spesso dissentire». In effetti questo gruppo di banchieri opera senza riconoscimento legale e amministra quasi 300 milioni di investimenti ogni anno. Un portafoglio che si è ridotto - per le perdite - negli ultimi anni.
Chi sono questi banchieri? Volti noti della finanza cattolica. A presiedere il comitato c’è Pellegrino Capaldo, banchiere schivo, già presidente della banca di Roma. Era nella commissione segreta vaticana che concordò il «contributo volontario» per sollevare lo Ior da qualsiasi responsabilità nel crac dell’Ambrosiano con Paul Casimir Marcinkus che portò a Ginevra il 25 maggio 1984 insieme a monsignor Donato de Bonis (quello che dieci anni dopo riciclerà la tangente Enimont ricevuta da Luigi Bisignani sempre allo Ior) l’assegno del silenzio da 242 milioni di dollari. Troviamo poi Gotti Tedeschi, nel comitato fino a quando non è andato al vertice della banca del Papa, Massimo Ponzellini, già numero uno della Popolare di Milano, indagato per associazione a delinquere dalla procura di Milano nell’inchiesta sui finanziamenti Bpm al gruppo dei videogiochi Atlantis, e Carlo Fratta Pasini, scupoloso presidente della popolare di Verona.
Viganò taglia i costi e dà sempre più fastidio: «La Direzione dei Servizi Tecnici era quella più compromessa - prosegue -, da evidenti situazioni di corruzione: i lavori affidati sempre alle stesse ditte, a costi almeno doppi di quelli praticati fuori del Vaticano». La lista dei tagli è infinita, sempre documentata al Papa: «I costi dei lavori sono stati quasi dimezzati». Insomma Viganò taglia del 50% medio ogni lavoro nel piccolo Stato. Un caso su tutti? «Il presepe di piazza S. Pietro del 2009 era costato 550.000 euro, quello del 2010 300 mila euro». E anche il bilancio ne guadagna passando dal passivo -7,8 milioni a un attivo di oltre 34 in dodici mesi. Ma l’opera viene «spesso apertamente contrastata, a volte chiaramente boicottata». Tanto che passano pochi mesi e parte «una campagna stampa contro di me e azioni per screditarmi presso i superiori, per impedire la mia successione al cardinale presidente Lajolo, tanto che ormai è stata data per scontata la mia fine». Nel mirino di Viganò degli articoli ritenuti diffamatori usciti su Il Giornale che sarebbero stati confezionati ad hoc per delegittimarlo. Articoli non riconosciuti dal vaticanista del quotidiano dell’epoca, Andrea Tornielli. Articoli non firmati ma Alessandro Sallusti, il direttore, respinge che si tratti di una manovra denigratoria: “Avevamo all’interno del Vaticano un insider che scriveva per noi». Quegli articoli sarebbero uno degli strumenti della congiura denunciata dal monsignore. Nel carteggio, Viganò indica anche i nomi e cognomi dei congiurati. Monsignori e laici che avrebbero tramato per interrompere la pulizia su appalti e forniture. Tra questi Viganò indica anche un nome ormai noto alle cronache, il giovanissimo Marco Simeon, amico del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, direttore dei rapporti istituzionali della Rai, consigliere in una fondazione in Vaticano. Simeon batte ogni record in una carriera folgorante: da Genova viene proiettato da giovanissimo all’ombra di Cesare Geronzi prima in Capitalia poi in Mediobanca, tanto da diventare uno dei pontieri da Santa Sede e istituzioni italiane. Non da ultimo persino al professor Mario Monti - ricorda il nostro vicedirettore Franco Bechis durante la puntata - viene raccomandato per incarichi nell’attuale governo. Simeon smentisce, Viganò rimane vittima dell’antico detto «promoveatur ut amoveatur» ed è diplomatico a Washington ma la storia - è questa l’impressione - è solo all’inizio.
«Quando accettai l’incarico al Governatorato il 16 luglio 2009 - scrive Viganò il 4 aprile 2011 al Papa - ero ben conscio dei rischi a cui andavo incontro, ma non avrei mai pensato di trovarmi di fronte ad una situazione così disastrosa. Ne feci parola in più occasioni al Cardinale Segretario di Stato, facendogli presente che non ce l’avrei fatta con le sole mie forze: avevo bisogno del suo costante appoggio». Appoggio che Viganò fa capire non esserci stato. Le finanze sono in uno stato disastroso: «La situazione finanziaria del Governatorato -prosegue -, già gravemente debilitata per la crisi mondiale, aveva subito perdite di oltre il 50/60%, anche per imperizia di chi l’aveva amministrata. Per porvi rimedio, il cardinale presidente aveva affidato di fatto la gestione dei due fondi dello Stato ad un Comitato finanza e gestione, composto da alcuni grandi banchieri, i quali sono risultati fare più il loro interesse che i nostri. Ad esempio, nel dicembre 2009, in una sola operazione ci fecero perdere 2 milioni e mezzo di dollari. Segnalai la cosa al Segretario di Stato e alla Prefettura degli Affari Economici, la quale, del resto, considera illegale l’esistenza di detto Comitato. Con la mia costante partecipazione alle sue riunioni ho cercato di arginare l’operato di detti banchieri, dai quali necessariamente ho dovuto spesso dissentire». In effetti questo gruppo di banchieri opera senza riconoscimento legale e amministra quasi 300 milioni di investimenti ogni anno. Un portafoglio che si è ridotto - per le perdite - negli ultimi anni.
Chi sono questi banchieri? Volti noti della finanza cattolica. A presiedere il comitato c’è Pellegrino Capaldo, banchiere schivo, già presidente della banca di Roma. Era nella commissione segreta vaticana che concordò il «contributo volontario» per sollevare lo Ior da qualsiasi responsabilità nel crac dell’Ambrosiano con Paul Casimir Marcinkus che portò a Ginevra il 25 maggio 1984 insieme a monsignor Donato de Bonis (quello che dieci anni dopo riciclerà la tangente Enimont ricevuta da Luigi Bisignani sempre allo Ior) l’assegno del silenzio da 242 milioni di dollari. Troviamo poi Gotti Tedeschi, nel comitato fino a quando non è andato al vertice della banca del Papa, Massimo Ponzellini, già numero uno della Popolare di Milano, indagato per associazione a delinquere dalla procura di Milano nell’inchiesta sui finanziamenti Bpm al gruppo dei videogiochi Atlantis, e Carlo Fratta Pasini, scupoloso presidente della popolare di Verona.
Viganò taglia i costi e dà sempre più fastidio: «La Direzione dei Servizi Tecnici era quella più compromessa - prosegue -, da evidenti situazioni di corruzione: i lavori affidati sempre alle stesse ditte, a costi almeno doppi di quelli praticati fuori del Vaticano». La lista dei tagli è infinita, sempre documentata al Papa: «I costi dei lavori sono stati quasi dimezzati». Insomma Viganò taglia del 50% medio ogni lavoro nel piccolo Stato. Un caso su tutti? «Il presepe di piazza S. Pietro del 2009 era costato 550.000 euro, quello del 2010 300 mila euro». E anche il bilancio ne guadagna passando dal passivo -7,8 milioni a un attivo di oltre 34 in dodici mesi. Ma l’opera viene «spesso apertamente contrastata, a volte chiaramente boicottata». Tanto che passano pochi mesi e parte «una campagna stampa contro di me e azioni per screditarmi presso i superiori, per impedire la mia successione al cardinale presidente Lajolo, tanto che ormai è stata data per scontata la mia fine». Nel mirino di Viganò degli articoli ritenuti diffamatori usciti su Il Giornale che sarebbero stati confezionati ad hoc per delegittimarlo. Articoli non riconosciuti dal vaticanista del quotidiano dell’epoca, Andrea Tornielli. Articoli non firmati ma Alessandro Sallusti, il direttore, respinge che si tratti di una manovra denigratoria: “Avevamo all’interno del Vaticano un insider che scriveva per noi». Quegli articoli sarebbero uno degli strumenti della congiura denunciata dal monsignore. Nel carteggio, Viganò indica anche i nomi e cognomi dei congiurati. Monsignori e laici che avrebbero tramato per interrompere la pulizia su appalti e forniture. Tra questi Viganò indica anche un nome ormai noto alle cronache, il giovanissimo Marco Simeon, amico del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, direttore dei rapporti istituzionali della Rai, consigliere in una fondazione in Vaticano. Simeon batte ogni record in una carriera folgorante: da Genova viene proiettato da giovanissimo all’ombra di Cesare Geronzi prima in Capitalia poi in Mediobanca, tanto da diventare uno dei pontieri da Santa Sede e istituzioni italiane. Non da ultimo persino al professor Mario Monti - ricorda il nostro vicedirettore Franco Bechis durante la puntata - viene raccomandato per incarichi nell’attuale governo. Simeon smentisce, Viganò rimane vittima dell’antico detto «promoveatur ut amoveatur» ed è diplomatico a Washington ma la storia - è questa l’impressione - è solo all’inizio.
Domenica 27 maggio 2012
Dei Santi Padri - Tono VI
Dei Santi Padri - Tono VI
Ангельския силы на гробе Твоем, и стрегущии омертвеша:
и стояше Мариа во
гробе, ищущи пречистаго тела Твоего.
Пленил еси ад, не искусився от
него: сретил еси Деву, даруяй живот,
воскресый из мертвых, Господи слава
Тебе.
Вознеслся еси во славе Христе Боже наш,
радость сотворивый учеником
обетованием Святаго Духа,
извещенным им бывшим благословением,
яко Ты
еси Сын Божий, Избавитель мира.
Препрославлен еси Христе Боже наш,
светила на земли отцы наши основавый,
и теми ко истинней вере вся ны наставивый:
Многоблагоутробне, слава
Тебе.
Апостол проповедание, и отец догматы,
Церкви едину веру запечатлеша, яже
и ризу носящи истины,
исткану от еже свыше богословия, исправляет
и
славит благочестия великое таинство.
Еже о нас исполнив смотрение,
и яже на земли соедниив небесным,
вознеслся еси во славе Христе Боже наш,
никакоже отлучаяся, но пребывая
неотступный,
и вопия любящим Тя: Аз есмь с вами, и никтоже на вы.
celebrazione della Divina Liturgia con inizio alle ore 10.00 presso
la Chiesa Ortodossa del Patriarcato di Mosca
Parrocchia di
San Giovanni di Kronstadt
Palazzo Gallo - P.zza Vittorio Em. II
(di fronte la pizzeria da Armando)
Castrovillari (cs)
Carissimi Fedeli Ortodossi di Castrovillari e del circondario, carissimi Arbresh dei paesi viciniori
Castrovillari (cs)
Carissimi Fedeli Ortodossi di Castrovillari e del circondario, carissimi Arbresh dei paesi viciniori
come sempre vi aspetto numerosissimi,
per cantare le lodi al Signore!
Per qualsiasi informazione chiamate il Parroco al: 3280140556
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