venerdì 31 gennaio 2014

http://www.ortodossiatorino.net

La vendetta euro-americana contro
 l'Ortodossia internazionale

                                                Dal blog del sito Orthodox England,
                                                              28 gennaio 2014

 

 
Gli attuali disordini violenti a Kiev e in alcune città galiziane ex polacche nel selvaggio ovest dell'Ucraina sono venuti dopo il rifiuto del governo ucraino a cedere ai desideri della violenta minoranza filo-occidentale, e a fare così dell'Ucraina la prossima colonia europea in bancarotta. E' chiaro come il sole che le attuali rivolte accuratamente orchestrate sono la vendetta etnocentrica occidentale per la scelta di libertà del governo democraticamente eletto e del popolo ucraino.
Dopo diverse "visite" accuratamente predisposte a sostegno dei terroristi (molti dei quali noti criminali violenti) compiute fin dallo scorso novembre da vari commissari d'alto rango dell'Unione Europea e da politici repubblicani degli Stati Uniti, simili a tanti generali e senatori romani pagani di duemila anni fa, dopo le minacce da parte dell'amministrazione statunitense e del loro fantoccio l'Unione Europea (l'Unione Europea è sempre stata una creatura degli Stati Uniti dal 1945) di imporre sanzioni contro il governo ucraino e in sostegno di poche migliaia di terroristi (molti di loro ritenuti cittadini polacchi, e di cui si dice che sono pagati una piccola fortuna - per loro - di 30 euro al giorno da parte dell'amministrazione degli Stati Uniti), dopo le minacce di invasione dell'integrità territoriale dello stato certamente artificiale dell'Ucraina da parte di forze in Polonia, Ungheria e Romania, è chiaro che l'Ucraina potrebbe non sopravvivere.
Il governo ucraino si sta cercando disperatamente di mantenere l'integrità territoriale di un'Ucraina vecchia solo di una generazione. Ha un approccio molto dolce verso i terroristi a Kiev e altrove, anche se le loro tattiche sono attentamente orchestrate e molti di loro sono stati professionalmente addestrati ed equipaggiati, come si può vedere nelle loro tecniche di rapimenti di donne e bambini. Se questa fosse Belfast, Washington o Parigi, chiaramente la polizia e i soldati avrebbero ormai sparato a decine di loro. Ma anche con questo approccio, potrebbe non essere possibile per il governo conservare l'unità dello Stato ancora bambino. Proprio come gli altri Stati coloniali, tra cui l'Iraq, la Siria e praticamente tutta l'Africa, non sono stati in grado di sopravvivere a guerre civili in definitiva causate da burocrati a Londra o Parigi che hanno disegnato le loro frontiere con linee rette tracciate sul dorso di buste decenni fa, così anche l'Ucraina, una formazione coloniale dello stalinismo e del e khruscevismo, potrebbe non sopravvivere all'attuale conflitto civile.
In particolare, sembra ormai quasi certo che il centro russo, il sud (chiamato 'Nuova Russia'), tra cui la Crimea russa già autonoma, e quasi tutto l'est puramente russo non tollererà più le attività dei cattolici orientali e degli altri scismatici dalla Galizia. È abbastanza notevole che preti cattolici abbiano avuto un ruolo importante nell'incoraggiare gli scontri a Kiev, e anche il cardinale di New York, Timothy Dolan, abbia dato loro incoraggiamento. Molti già dicono che 'è tutta colpa di Stalin'. questi avrebbe dovuto, dicono, lasciare le tre province filo-naziste nell'estremo occidente, note come Galizia, alla Polonia, come prima del 1939. Queste persone, i galiziani, costituiscono la spina dorsale dell'emigrazione 'ucraina' (in realtà polacca) nel mondo occidentale e molti dei loro discendenti ora sono consiglieri del governo etnocentrico e assolutamente pregiudizievole degli Stati Uniti. La loro partenza avrebbe lasciato le altre 21 province dell'Ucraina alla libertà al di fuori dell'Unione Europea filo-tedesca - per la gelosia degli amanti della libertà, greci, ciprioti, bulgari, romeni, lettoni, italiani, francesi, irlandesi, inglesi e molti altri.
Se i circa sei milioni di galiziani desiderano lasciare l'Ucraina per l'Unione Europea in bancarotta sponsorizzata dagli Stati Uniti, questo sarebbe molto meglio per gli altri. In tal caso il resto dell'Ucraina, l'85 % del paese, di gran lunga la parte più ricca, sarebbe libero di godere dei benefici dell'Ortodossia multinazionale e dell'Unione eurasiatica. Per quanto riguarda la piccola minoranza ortodossa, questa potrebbe diventare semplicemente parte della diaspora ortodossa russa, sia sotto la cura della Chiesa ortodossa polacca, oppure direttamente sotto la cura di Mosca. L'unica domanda sarebbe cosa fare con gli ortodossi della Transcarpazia, la provincia sud-occidentale dell'Ucraina, che è stata così perseguitata dal nazionalismo ucraino da quando è stata staccata dalla Cecoslovacchia nel 1945, quando ancora si chiamava Rus' Subcarpatica.
Potrebbe desiderare di diventare un paese indipendente, chiamato Rutenia o Carpato-Russia, e di aderire all'Unione Eurasiatica. Certamente ha bisogno di protezione dall'attuale imperialismo dell'Unione Europea e dell'Ungheria, dalla quale ha subito così tante amarezze prima del 1919. La sua Chiesa, con 600 parrocchie e una moltitudine di monasteri, abbastanza grande per essere indipendente, potrebbe facilmente diventare una nuova Chiesa autocefala ortodossa. Certo, questa sarebbe secondo il modello russo dell'unità trinitaria nella diversità, che ha fondato nuove Chiese locali (a differenza del patriarcato di Costantinopoli, che non ha mai liberamente consentito ad alcuna Chiesa di ricevere l'autocefalia e non condivide questa visione di unità nella diversità, ma solo quella del centralismo frantumante, come quello dell'Unione europea o del suo predecessore, l'Unione Sovietica).
Non è una coincidenza che nello stesso momento in cui questi eventi accuratamente organizzati hanno luogo in parti limitate dell'Ucraina, è in atto una persecuzione contro i tartari ortodossi in Tatarstan. Sono state bruciate delle chiese e 250.000 tartari ortodossi sono stati minacciati dagli islamisti organizzati, addestrati e finanziati all'estero, principalmente dagli alleati degli occidentali, Arabia Saudita e Qatar. (Quanto ricordiamo bene come il presidente George Bush ha protetto la famiglia saudita di Bin Laden dopo gli attacchi terroristici sauditi dell'11 settembre). Così, sia in Oriente sia in Occidente, i nemici di Cristo stanno tentando di distruggere l'Ortodossia multinazionale (la Chiesa della Russia è composta da 62 diverse nazionalità). Quello che i nemici di Cristo vogliono creare - e in molti luoghi l'hanno già creato - con la loro vecchia tecnica di dividere e imperare, è un mondo ortodosso nazionalista disunito, una serie di piccole chiese mono-nazionali balcanizzate, semplici dipartimenti sdentati di assortiti stati sdentati dell'Unione Europea, per i consumatori di pietismo individualista e di folklore, sul modello disincarnato dei protestanti occidentali.
È chiaro che nel 2014 siamo di fronte ad un punto di svolta sulla strada della storia del mondo. Da un lato, abbiamo le quattro nazioni della neo-costituita Unione Eurasiatica (la Federazione Russa, il Kazakistan, la Belarus' e l'Armenia) con la sua base originaria di unità cristiana ortodossa nella diversità e l'ideale della sinfonia tra Chiesa e Stato; dall'altro, abbiamo gli anti-cristiani Stati Uniti e Unione Europea, molto imitati dal resto del mondo, in gran parte costituito da colonie, un tempo dell'Unione Europea e ora americane, anche se sono diversi decenni indietro rispetto ai loro padroni coloniali. Pertanto, ci sono oggi solo due scelte. Quello che è incerto è se questa sia la fine o solo l'ultima scossa prima del restauro dell'Ortosfera e del governo ortodosso, che è l'unica cosa che ora si trova tra Cristo e Anticristo, tra la Chiesa ortodossa e i suoi fedeli e il mondo occidentale ateo militante. Il tempo ci mostrerà da che parte ci accingiamo ad andare.

giovedì 30 gennaio 2014

Dal sito del nostro Confratello P. Ambrogio di Torino

Il patriarca di Antiochia in visita a Mosca – notizie e silenzi



Oggi termina la visita in Russia di sua Beatitudine il patriarca Giovanni X di Antiochia e di tutto l’Oriente. Ecco le notizie della visita in italiano dal sito del Dipartimento delle relazioni ecclesiastiche esterne:

25 gennaio
Arrivo a Mosca;
Accoglienza del patriarca Kirill e Moleben al monastero di san Daniele;
Incontro dei patriarchi e delle delegazioni nella sala del Trono patriarcale al monastero di san Daniele.

26 gennaio
Appello congiunto dei due patriarchi ai partecipanti della Conferenza internazionale sulla Siria «Ginevra-2»;
Solenne Liturgia patriarcale alla cattedrale di Cristo Salvatore.

27 gennaio
Inaugurazione delle annuali “Letture di Natale” con il patriarca di Antiochia come ospite d’onore.
Altre notizie non sono state ancora rese disponibili in italiano, ma i dettagli della visita sono accuratamente seguiti dal sito del Patriarcato e dal sito del Dipartimento per le relazioni esterne.
Ora vorremmo invitare i nostri lettori a rispondere a questa domanda, soprattutto tenendo conto dell’attuale situazione di conflitto e di difficoltà in Medio Oriente:

Vi sembra un argomento da passare sotto silenzio?

Ah, no? Eppure, mentre nella scorsa settimana siamo stati rimpinzati di notizie su tutte le reazioni ecclesiali riguardanti l’Ucraina, incluse le attitudini prevalenti in Occidente, fino ai dettagli dei lanci di colombe in piazza San Pietro e di falchi in piazza Maidan, il silenzio sulla visita del patriarca Giovanni a Mosca pare un po’ più che distratto… pare assordante.
Guardiamo per non fare che un esempio come il 27 gennaio il sito di Radio Vaticana mette un annuncio dell’appello congiunto dei due patriarchi da Mosca riciclando essenzialmente la notizia di AsiaNews del 22 febbraio (3 giorni prima dell’inizio della visita patriarcale… si sono ricopiati perfino la foto!), e insistendo solo sulla richiesta della liberazione degli ostaggi, come se la Siria oggi non avesse alcun problema più grave.
Chissà quali conclusioni possiamo trarre... forse, dato che si è appena conclusa la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, dovremmo arguire che ciò che fanno i patriarcati ortodossi di Mosca e di Antiochia interessa poco perché – almeno loro due – sono già uniti?

mercoledì 29 gennaio 2014



       


PARROCCHIA CRISTIANA ORTODOSSA
PATRIARCATO DI MOSCA
SAN GIOVANNI DI KRONSTADT
CASTROVILLARI  (CS)


CALENDARIO LITURGICO ORTODOSSO
PASQUA   2014



Febbraio  

09   D       Domenica del Pubblicano e del Fariseo – Entrata nel Triodion  -  Tono   VIII
               Luca: 18,10-14       II° Tim.: 3,10-15   
  
16   D      Domenica del Figlio prodigo   -   Tono   I
               Luca 15,11-32        I Cor. : 6,12-20

17   L      Inizia la settimana dei defunti       
              (Ogni sera con inizio alle ore 18.00  Panichida in suffragio dei defunti)                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   
22  S     Sabato dei defunti (ore 16.30  Panichida in suffragio dei defunti) - Vespro
23   D     Domenica di Carnevale     -   Tono   II
              Matteo 25,31-46      I° Cor.: 8,8- 9,2

Marzo

01  S      Commemorazione dei defunti  e  Vespro (vecernie)

02  D     Domenica dei Latticini   -   Tono  III
              Matteo 6,14-21             Romani 13,11-14,4 


Lunedì 03 marzo inizio della Santa Quaresima

Lunedì, Martedì, Mercoledì, Giovedì
preghiera del Drande Apodipnon  (Compieta)
Venerdi
Piccolo Apodipnon (Compieta) e I Stasis dell’Inno Akathistos

08   S     Commemorazione dei defunti  e  Vespro (vecernie)

09   D     Domenica  prima di quaresima - dell’Ortodossia   -   Tono   IV
                Giovanni 1,43-51       Ebrei 11,24-26,32
Processione con le Sacre Icone

Lunedì, Martedì, Mercoledì, Giovedì
preghiera del Drande Apodipnon  (Compieta)

Venerdi
Piccolo Apodipnon (Compieta) e II Stasis dell’Inno Akathistos

15  S      Commemorazione dei defunti  e  Vespro
16  D   Domenica seconda di quaresima – San Gregorio Palamas  -  Tono  V 
Marco 2,1-12       Ebrei 1,10 – 2,3

Lunedì, Martedì, Mercoledì, Giovedì
Preghiera del Drande Apodipnon  (Compieta)

Venerdi
Piccolo Apodipnon (Compieta) e III Stasis dell’Inno Akathistos


22   S    Commemorazione dei defunti  e  Vespro

23   D    Domenica terza di quaresima  -  Adorazione della preziosa e vivificante Croce  
             Tono VI

  Lunedì, Martedì, Mercoledì, Giovedì
Preghiera del Drande Apodipnon  (Compieta)

Venerdi
Piccolo Apodipnon (Compieta) e IV Stasis dell’Inno Akathistos

29  S    Commemorazione dei defunti  e  Vespro
30  D    Domenica quarta di quaresima  -  San Giovanni  Climaco  -  Tono VII
             Marco  9,17-31           Ebrei  6,13-20

Lunedì, Martedì, Giovedì
Preghiera del Drande Apodipnon  (Compieta)

Mercoledì
Piccolo Apodipnon (Compieta) e dopo si recita il Grande Canone
di San Andrea di Creta

Venerdi
Piccolo Apodipnon (Compieta) ed intero Inno Akathistos


Aprile

05  S     Commemorazione dei defunti  e  Vespro
06 D    Domenica quinta di quaresima  -  Santa Maria Egiziaca   - Tono  VIII                                  
             Marco 10,32-45                 Ebrei 9,11-14
12  S   Sabato di Lazzaro – Vespro (Vecernie) delle Palme
13  D    Domenica delle Palme – Ingresso di N.S.G.C. a Gerusalemme  
           Giovanni 12,1-18            Filippesi  12,28   - 13,8


La sera, ore 18.00, ufficatura  del Nimfios  (Mattutino)

INIZIO DELLA GRANDE E SANTA SETTIMANA

(Tutte le ufficiature della Settimana Santa inizieranno alle ore 18.00)

  14   L       La sera Ufficatura del Nimfios    (Mattutino)
  15  M     La sera Ufficatura del Nimfios    (Mattutino)
  16  M     La sera Ufficatura del Nimfios    (Mattutino)
  17  G      Mattutino e 12 evangeli
18  V    Ufficio delle Grandi Ore e Epitafios Trinos 
           (Sante sofferenze del Signore) - Processione
19  S      Mattutino di Pasqua

  20  D                            PASQUA  DI  RISURREZIONE

DIVINA  LITURGIA    ORE  09.30



    ХРИСТОС ВОСКРЕСЕ     ВОИСТИННУ ВОСКРЕСЕ
   HRISTOS A ÎNVIAT    ADEVARAT A ÎNVIAT
       CRISTO Ė RISORTO     VERAMENTE Ė RISORTO
KRISTOS ANESTI        ALITHOS ANESTI
KRISHTI U NGJALLË        VIRTETA U NGJALLË


A TUTTI  I  FEDELI  ORTODOSSI

B U O N A   P A S Q U A

Ваша во Христе  (In Cristo)

Padre  Giovanni  Capparelli

A proposito di colombe e colombacci vaticane o papiste: un mio personale pensiero.


  Due colombe vengono rilasciate durante l'angelus, ma sono attaccate da un corvo e un gabbiano:

Sai caro lettore cosa significa tutto questo? Ciò che è stato detto in piazza san Pietro non usciva dal cuore o dallo spirito, ma semplicemente solamente dalla bocca, tanto per prendere per i fondelli coloro che erano in piazza e tutti coloro che ascoltavano in TV e quelli che sarebbero stati "istruiti" dai TG. Le colombe erano le parole, ma il corvo e il gabbiano sono gli stessi che mirano alla  democrazia e alla libertà del popolo ukraino. Sono coloro, vescovi e preti,  che in questi multimi tempi hanno istruito i loro fedeli a scendere in piazza per perorare la sottomissione del popooo ukraino alle scristianizzate nazioni dell'europa unita (?) e al dominio della così detta "religione cattolica o papista" che ovunque ha messo piede ha solo creato rivoluzioni, incomprensioni e distruzione della libertà individuale politica e religiosa. Quelle parole che potevano sembrare vere, sicure, amorevoli, fraterne, paterne e amichevoli, in realtà nascondevano mire diverse, atte allo sconquasso di una nazione intera e alla sua vendita ad altre nazioni che nel loro interno invece di pensare al bene del proprio popolo hanno pensato all'arrichimento di pochi. Quindi il Signore non ha permesso che quelle parole, non sincere, arrivassero nel cuore del popolo ukraino e con quello che le colombe hanno subito ha voluto dimostrare che il nuovo, tanto propagandato è soltanto un modo per portare l'Ukraina in uno stato vegetativo, come daltronte sta succedendo al popolo italiano, greco ecc. Fratelli, fedeli della santa terra Ukraina, non permettete che il demonio si impossessi del vostro cuore e della vostra anima, non ascoltate le parole ed i sermoni di chi si presenta come "colomba" ma dentro è soltanto una zizzania pronta ad essere seminata per  coprire maleficamente il vostro spirito, il vostro pensiero ed il vostro vivere  quotidiano. Il principe di questo mondo vuole distruggere la vostra pace, ma voi ascoltate solo coloro, come i monaci che si sono interposti tra i dimostranti e la polizia, che con la preghiera vogliono tenervi dentro la retta Fede. 
Il Signore ha voluto far capire, con quello che è successo, che non tutto quello che sembra vero, solo perchè raffigurato con i simboli della pace, con i simboli dell'amore, è un gesto in favore dei suoi Figli; con quello che è accaduto il Signore desidera che  il suo popolo si guardi dai falsi profeti i quali fuori, in questo caso, sono colombe, ma dentro nascondono solo rabbia, dolore e non sono altro che "lupi rapaci". I segni ci sono, ascoltiamoli e mettiamoli in pratica. 

martedì 28 gennaio 2014

http://makj.jimdo.com/

PER FARLA BREVE: LA SANTA CHIESA ORTODOSSA
 
di Sergio Monaco
 
“Lo zelo della tua casa mi divora”


La festa dell’Epifania (2014) nel Sacro Monastero Ortodosso di Pantocrator sul Monte Athos (Grecia). [tratta dal sito: www.amen.gr]
 

Quando si parla della Chiesa è bene essere subito chiari ed espliciti.
 
1. La sola ed unica Chiesa è la Santa Chiesa Ortodossa: La Chiesa di Cristo. Questa è l’Una, Santa, Cattolica ed Apostolica Chiesa “costruita” e istituita da Cristo per la nostra salvezza.
 
2. La Chiesa è Una e non esistono altre chiese. Le c.d. “altre”, che si (auto)denominano o si (auto)definiscono chiesa o “passano” per (la) chiesa non sono la Chiesa di Cristo. Sono in realtà le loro chiese. Ad esempio: la Chiesa dei papi.
 
3. La Chiesa Ortodossa è eterna come eterno è Colui che la istituita. Essa esiste prima “del  principio”. La Chiesa “E’”. 
 
4. Essa è divina e umana come divino e umano è il suo Capo, il nostro Signore Gesù Cristo. Nasce dal sangue versato per noi da Cristo e con questo sangue è nutrita e alimentata. Ed a questo sangue è mescolato il sangue di tutti coloro che l’hanno arricchita e custodita: in primis la Tuttasanta Theotokos (la Genitrice-di-Dio), che la protegge e i nostri santi padri che la custodiscono. Di conseguenza è estremamente pericoloso pensare di imbrattare, mercanteggiare o giocare a nascondino con (il sangue di) Cristo, con la Tuttapura sua Genitrice e con i martiri della fede ortodossa. S. Paolo ci avverte: “E’ terribile cadere nelle mani del Dio vivente.”
 
5. La Chiesa è di Cristo e non è nostra. Noi per sua grazia siamo nella sua Chiesa, ma non siamo la Chiesa. A partire dall’ultimo bottone delle brache sino al primo della graduatoria siamo tutti membri della Chiesa, ognuno con un suo compito stabilito da Dio. E se mai c’è “chi vuole essere il più grande sia il più piccolo,” nella consapevolezza e coscienza che mai nessuno potrà prendersi “l’ultimo” (il primo) posto scelto da Dio.
 
6. La Chiesa (Ortodossa) non è mai stata divisa e mai nessuno può dividerla: chi può dividere Cristo? E’ un’illusione (diabolica) la tentazione del/i divisore/i tentare di dividere e/o prevalere sulla Chiesa di Cristo. Nella sua esistenza terrena è stata sì, “provata” ma mai “vinta”. Non (gli) sono mancati gli eretici, i sobillatori di discordie, di zizzania, gli uniati o i filo-unionisti & compagnia varia. Per ultimi oggi ci sono gli ecumenisti e i loro derivati. E’ bene ricordare a tutti costoro il detto che “tutto ciò che si fa nel segreto verrà manifestato”. Chi (at)tenta alla vita della Chiesa è come attentare alla nostra vita e salvezza. Tutti quindi siamo chiamati a concorrere in suo aiuto e difesa.
 
7. La Chiesa non ha mai scomunicato, ne reso eretico qualcuno, visto che la Chiesa “è venuta per salvare non per condannare”. Nella Chiesa Ortodossa, i santi padri ci hanno insegnato e dimostrato che “da peccatori si diventa santi.” Ma, chi “vuole separarsi si separi.” Per “il resto” l’importante è non allontanarsi, non estraniarsi da Dio. E’ non distrarsi ma vigilare, è non addormentarsi ma pregare, affinchè Dio (ci) soccorri e (ci) difenda dall’amore ingannevole dei
“lupi vestiti da pecora”.
 
8. Non dimentichiamoci che è la Chiesa a salvare noi, non noi la Chiesa. Noi abbiamo bisogno di Cristo e della sua Chiesa, non Cristo di noi. Lui esisteva prima che noi venissimo alla luce. E se esistiamo e ci salviamo è per il suo infinito amore e la sua inesprimibile carità. “Dio ci ha amati prima che noi l’amassimo, Dio ci salva per sua grazia”. E come l’arca di Noè, la Chiesa (della salvezza) aspetta con apocalittica attesa tutti quelli che vogliono salire e salvarsi.
 
9. Chi dice di amare Dio non può che non amare la (sua) Chiesa e chi ama la Chiesa non può che non amare i suoi fratelli nella fede e il suo prossimo. Chi dice di amare Dio ma non la sua Chiesa è un menzognero.
 
10. Per concludere: Chi vuole sapere come si ami e come ci si salva nella Chiesa interroghi i padri: i custodi della santa fede ortodossa.
 
Spero di essere stato chiaro. Grazie.

Questi nuovi tre articoli sono stati estratti dal sito della Parrocchia Ortodossa - Patriarcato di Mosca - di Torino

Lettera del Segretario del Sinodo dei Vescovi al Presidente dell'Assemblea dei vescovi ortodossi canonici in Nord e Centro America
Dal sito della Chiesa russa all'estero

 

  Dalla redazione del sito della ROCOR: Martedì 9 dicembre 2013, il Sinodo dei Vescovi della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia, nel corso di una riunione ordinaria, ha deliberato sui risultati della precedente Assemblea dei vescovi ortodossi canonici in Nord e Centro America tenuta a settembre. Durante la discussione in merito alla proposta di riorganizzare le diocesi ortodosse in Nord e Centro America, il Presidente del Sinodo dei Vescovi ha sottolineato che la Chiesa russa all'estero è sotto l'autorità canonica della sua cara e grande Madre, la Chiesa ortodossa russa, ed è obbligata a servire la propria moltitudine di gregge devoto che si trova all'estero e che desidera rimanere nel suo seno. I membri del Sinodo dei Vescovi, concordando con il parere del loro presidente, hanno notato che l'Ortodossia in America non è preparata per la riorganizzazione delle diocesi ortodosse in America. In relazione a questo, il Sinodo dei Vescovi ha incaricato il suo segretario, sua Eminenza Kyrill, arcivescovo di San Francisco e dell'America occidentale, di inviare la seguente lettera al presidente dell'Assemblea dei vescovi ortodossi canonici del Nord e Centro America spiegando la posizione sostenuta dalla gerarchia della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia in questa materia.
A: S. Em Rev.ma l'arcivescovo Demetrios
Presidente dell'Assemblea dei vescovi ortodossi canonici in Nord e Centro America
Vostra eminenza!
Durante la nostra recente Quarta Assemblea dei vescovi ortodossi canonici in Nord e Centro America, una "Proposta di Ristrutturazione canonica della Chiesa ortodossa negli USA" è stata presentata dal Comitato per la pianificazione territoriale canonica, presieduto da vostra Eminenza, in cui sono stati offerti quattro possibili approcci per future ristrutturazioni, tra i quali il quarto è la principale raccomandazione del comitato. Siamo grati a Dio che i legami fraterni tra noi come gerarchi del Nord e Centro America siano cresciuti a un tale livello, in questi ultimi anni di una maggiore cooperazione e di dialogo, da poter essere in grado di condividere apertamente, direttamente e in reciproca umiltà pensieri e preoccupazioni di tutti gli arcipastori delle chiese in relazione a questi concetti, e abbiamo voluto dare seguito alle discussioni plenarie e in piccoli gruppi della quarta Assemblea con una lettera che chiarisce la posizione della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia su tali questioni, che riconosciamo che il comitato continuerà a considerare nel corso del prossimo anno.
La nostra principale preoccupazione e considerazione, come eredi indegni della carica apostolica del Signore, è per la salvezza del nostro gregge, considerato non in termini di potenzialità, ma di realtà. Coloro che il Signore nella sua misericordia ci ha affidato sono diversi per età, provenienza, razza e retaggio – e, anzi, per etnia – e per ogni anima ci rallegriamo come un pastore che ritrova la pecora smarrita (Isaia 53:6; Matteo 18:12-13). Eppure non possiamo mai negare, e anzi esultiamo di cuore, per il fatto che Dio ha consegnato a questo Sinodo un incarico sacro di sorvegliare e prendersi cura, con particolare intensità, di quelli di retaggio e origine russa, che si trovano "sparpagliati" fino a tutti i confini della terra. La rivoluzione dei senza Dio attraverso il quale il ladro di anime ha cercato invano di depredare un popolo a lungo credente del proprio vero fondamento, ha creato una situazione che persiste anche ai nostri giorni, anche se per la misericordia di Dio, la tirannia dell'ateismo comunista militante è stata spezzata e sollevata dalle spalle della patria russa. Eppure in tutto il mondo, anche qui nelle terre del Nord e del Centro America di responsabilità della nostra Assemblea, i russi e i loro parenti sono stati guidati dal Signore, come da una mano invisibile, in luoghi dove le macchinazioni degli uomini non sono riuscite a privarli del libero esercizio della loro pietà e del loro amore di Dio profondamente radicato. E forse da nessuna parte i loro numeri sono stati maggiori rispetto al Nord America, dove enormi popolazioni sono arrivate su entrambe le coste e si sono fatte strada nel cuore di una nuova nazione, trovando qui la libertà e la stabilità di conservare all'estero ciò che era stato reso impossibile a casa. Così, come uomini per i quali "ogni terra straniera è una patria, e ogni patria è straniera" (Lettera a Diogneto 5:5), hanno stabilito radici in questo luogo, preservando il loro patrimonio e cultura anche quando si sono adattati e hanno fatto proprie nuove terre e culture.
La nostra Chiesa russa ha conosciuto la sua parte di dolori di divisione e separazione, che alla fine sono sempre i segni della nostra propria peccaminosità e debole pietà. Tuttavia, per misericordia di Dio, abbiamo anche visto come, attraverso il pentimento e la reciproca umiltà, lo Spirito Santo opera riconciliazione e unità in mezzo alla terra, prendendo ciò che il peccato umano aveva fratturato nella divisione e trasformandolo in una sacra unità che persiste nella diversità. I nostri cuori si sono rallegrati "con una grandissima gioia" ( Mt 2,10) nella festa dell'Ascensione del nostro Signore e Dio e Salvatore Gesù Cristo nel maggio del 2007, quando dopo lunghi anni di divisione, la frattura all'interno della nostra Chiesa ortodossa russa è stata guarita. Attraverso la sapienza divinamente guidata dei nostri arcipastori, in particolare sua Santità il patriarca Alessio e sua Eminenza il metropolita Lauro, entrambi di beata memoria, la nostra tanto desiderata unità è stata restaurata - non attraverso la conglomerazione di entità amministrative o la ristrutturazione di territori canonici, ma con un atto di riconciliazione che ha permesso alla Chiesa all'estero e alla Chiesa in patria di esistere fianco a fianco, in amore e lavoro reciproco, ciascuna libera e operante all'interno di tale libertà, e tuttavia legate inseparabilmente come una madre e sua figlia. E all'interno della nostra Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia, questo rinnovato legame con la nostra Madre Chiesa è venuto a noi come un premio agognato, una perla di grande valore, e un legame di forza spirituale che non sarà rotto.
La nostra missione al nostro gregge in Nord e Centro America è una fonte di gioia profonda, come lo è stata per la Chiesa ortodossa russa fin dai giorni in cui i primi missionari ortodossi hanno lasciato il suolo della Santa Rus' e hanno messo piede su questa nuova terra, portando con loro la fede apostolica. Da quel momento, la Chiesa ortodossa russa ha servito i fedeli in Nord America come una madre la figlia, prestando particolare cura ai suoi figli, indipendentemente dalla loro origine. Eppure la storia dell'Ortodossia in America del Nord è stata unica, subito afflitta dai tanti problemi del ventesimo secolo, in particolare, e allo stesso tempo benedetta dalla diversità unica di popoli che rappresenta questa terra. In questa terra troviamo russi e greci, arabi e romeni, bulgari, francesi e tedeschi, italiani e inglesi, nonché popoli nativi, e troviamo, inoltre, molti gradi diversi di vita etnica. Per molti, soprattutto delle generazioni successive di emigrazione, quelle origini del passato si possono essere fuse in un'identità singolarmente americana, mentre per altri, resta un forte, costante senso di connessione alle loro origini nazionali o etniche, uniti alla loro nuova vita culturale in queste terre. Per tutte queste cose ci rallegriamo, perche questa è in un certo senso la vera unicità delle terre americane: che da molti, risulta uno ('e pluribus, unum'), non per un crollo di quelle identità diverse, ma per la loro pacifica co-esistenza e vita unita. Questa unità nella diversità è resa ancora più perfetta nella Chiesa, dove, come dice il santo Apostolo, "non c'è né ebreo né greco, né schiavo né libero, né uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù" (Galati 3,28). Restiamo riccamente diversi, la molteplice creazione di Dio che ordina tutte le cose; ma siamo uno al tempo stesso nella fede, nella missione, nella comunione, nella chiamata e nella sacra speranza.
Questo, crediamo fermamente, è anche il mezzo di forgiare un'unità più forte tra le Chiese ortodosse del Nord e Centro America – non con il collasso delle identità e delle strutture delle nove giurisdizioni attualmente rappresentate in questo territorio, per quanto ben intenzionata possa essere una "ristrutturazione", o per quanto attente possano essere le intenzioni verso le questioni di etnicità – ma attraverso un aumento del legame di amore reciproco che ci permette di vivere insieme nella nostra diversità, e tuttavia nell'unità più perfetta dello Spirito.
Ci troviamo in forte accordo con una moltitudine di sentimenti espressi da sua Grazia il vescovo Daniil della Diocesi bulgara negli Stati Uniti e in Canada, nella sua lettera presentata al comitato di vostra Eminenza e distribuita durante la recente Assemblea. In particolare, noi affermiamo le dichiarazioni di sua Grazia sui paradigmi che esistono all'interno dei sacri canoni della Chiesa ( che sono la mano benedetta che ci guida nel determinare ogni corso d'azione ecclesiale) per i mezzi accettabili di organizzare l'unità della Chiesa in una regione che per vari motivi non può seguire il paradigma altrimenti standard di una struttura puramente locale. Questi includono, per esempio, il 39° canone del sesto Concilio Ecumenico, che ha consentito una provincia ecclesiastica indipendente della Chiesa di Cipro entro il territorio di un'altra Chiesa locale (dimostrando che i canoni consentono, in caso di necessità pastorale, una dipartita dalla normale localizzazione di supervisione episcopale, anche nel territorio di Chiese stabilite), così come il 2° canone del secondo Concilio Ecumenico, che recita: "le chiese di Dio che si trovano in territori appartenenti a nazioni barbare (cioè dove non c'è una Chiesa ortodossa locale stabilita) devono essere amministrate in conformità con la prassi dei Padri", che, secondo le antiche spiegazioni dei canoni, significa l'invio di vescovi da eparchie stabilite per prendersi cura di loro (dimostrando così che la situazione di Chiese sorelle che hanno reciprocamente cura dei loro greggi nella diaspora e, quindi, "la fornitura di ciò che manca a un sinodo locale" è ciò che i canoni stessi considerano non un'aberrazione, ma l'antica pratica dei Padri). Affermiamo, allo stesso modo, altre pratiche esistenti all'interno delle Chiese locali dei nostri giorni, come la fondazione di monasteri o comunità stavropigiali, che allo stesso modo si dimostrano mezzi accettabili per cui il principio storicamente normativo di organizzazione locale con un singolo vescovo ordinario in un singolo territorio fisico ha avuto una deroga da parte dei santi Padri, dei Concili e dei gerarchi del passato, in modi che si addicono alle esigenze pastorali di una regione. Per essere chiari, non possiamo ritenere e non riteniamo che questi contesti del passato siano "non canonici", e nemmeno consideriamo che l'attuale situazione di molteplici Chiese sorelle che si occupano delle diverse esigenze del gregge nella situazione culturale unica del Nord America sia, di per sé, una violazione dell'ordine canonico.
Consideriamo che l'esortazione di quelli riuniti a Chambesy sia importante, e che dobbiamo tendere verso un migliore ordine canonico all'interno dei nostri ministeri in queste terre. Anche se non possiamo accettare che la comunità ortodossa in Nord e Centro America richieda o sia sotto mandato canonico di ristrutturare la propria organizzazione in un modo che recida i legami attivi con le sue varie Chiese madri (e di fatto noi considereremmo tale ristrutturazione una questione di grave pericolo spirituale per le anime di tutto il nostro gregge in queste terre, che sia etnicamente di retaggio russo oppure no, perché noi consideriamo che questi legami abbiano un valore spirituale essenziale per fornire un sicuro fondamento spirituale per la vita di tutti gli ortodossi in America del Nord), nondimeno affermiamo la necessità di adoperarci per una maggiore cooperazione tra tutti i nostri ordinamenti, in modo che il legame d'amore cresca tra noi e la nostra diversità si mostri sempre più nella vera unità dello Spirito Santo. In questa luce, ci rendiamo conto che ci sono situazioni di vera e propria anomalia canonica che un ente come la nostra Assemblea dovrebbe considerare correttamente, di fronte a contesti in cui la variazione non è il frutto di necessità, ma di molteplicità umana o si lassismo verso i sacri canoni. Queste sono le anomalie che dispiacciono allo Spirito Santo, e che devono essere corrette (quali le questioni importanti per quanto riguarda le pratiche divergenti sulla conduzione dei matrimoni interreligiosi; le pratiche di accoglienza nella Chiesa; approcci divergenti al digiuno; questioni riguardanti la confessione e la preparazione alla santa comunione, l'escardinazione e la ricezione del clero, ecc.) Qui vi è la necessità di una maggiore cooperazione e dialogo tra tutti i gerarchi del Nord America, in umile obbedienza alla tradizione della Chiesa, in modo che i fedeli giungano facilmente a vedere quell'unità più vera, che esiste nella diversità, e che supera le carenze attraverso l'obbedienza e l'amore. Riaffermiamo il nostro impegno ai lavori dell'Assemblea dei Vescovi per tali attività, e per l'aumento di lavoro comune che può avvenire attraverso i suoi lavori, in cui prenderemo parte attiva finché il Signore ce ne darà la forza.
Alla luce di tutto quanto è stato detto, sia qui che nelle discussioni della nostra recente Quarta Assemblea, concludiamo con una citazione delle parole del Vescovo Daniil. Sua Grazia ha scritto:
"Siamo fermamente convinti che un piano, che è interamente nello spirito dell'ecclesiologia ortodossa, della tradizione canonica e della prassi della Chiesa ortodossa, e che conserva i diritti delle Chiese sorelle di amministrare il proprio greggi nella diaspora, è fattibile e applicabile, e questa in effetti è la nostra comprensione della decisione delle Chiese sorelle della quarta Conferenza pre-conciliare pan-ortodossa a Chambesy".
Anche questo rappresenta il nostro punto di vista come gerarchi riuniti del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia, e chiediamo all'unico Signore, venerato nella Trinità, di concedere alla nostra Assemblea comune la grazia di rafforzare l'unità della nostra testimoniare in queste terre su questo modello.
Con amore fraterno e rispetto in Cristo,
+ Kyrill,
Arcivescovo di San Francisco e America Occidentale,
Segretario del Sinodo dei Vescovi della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia
3 gennaio 2014
 
Una parrocchia a misura di bambino

  

"Lasciate che i bambini vengano a me, e non glielo vietate, perché loro è il regno di Dio". (Matteo 10:14)
E vostra parrocchia accoglie i bambini?
Ma naturalmente amate i bambini. Come la mia, la vostra è probabilmente una chiesa dove gli adulti sono felici di essere insieme ai più giovani, e dove anche le persone scontrose rendono comunque grazie per la loro presenza. Darò per scontato che la vostra chiesa ama i bambini.
Ma non è questa la mia domanda.
Anche se vi piace avere bambini in giro, la struttura fisica della vostra chiesa rende onerosa per i bambini la partecipazione alle funzioni?
Come genitori di un bambino di dieci mesi, mia moglie Daphne e io abbiamo scoperto un sacco di cose nuove sulla nostra parrocchia. A nostro figlio piace venire alle funzioni. Ma a volte abbiamo paura di portarlo, perché alcune cose nella nostra chiesa – come, forse, nella vostra – rendono particolarmente gravoso avere un bambino piccolo in chiesa. Il parroco e il consiglio parrocchiale hanno iniziato a fare alcuni piccoli miglioramenti che renderanno le cose molto migliori per noi e per le altre famiglie con bambini.
Ecco alcune domande che vi aiuteranno a vedere se la vostra parrocchia "lascia che i bambini piccoli vengano a Cristo", o se si tratta di un ambiente ostile per le famiglie con bambini.
C'è un fasciatoio? Vi capita mai di perdere le conversazioni dopo la Liturgia con i genitori dei bambini, perché questi devono correre in macchina prima ancora che si serva il caffè? Molto probabilmente hanno vergogna di cambiare il pannolino del loro bambino su una sedia, sul pavimento o su un tavolo dove gli altri stanno mangiando. Installate un fasciatoio, e i vostri amici ritorneranno.
Avete probabilmente visto un fasciatoio ribaltabile nei ristoranti e nei negozi. Occupano poco spazio, e sono convenientemente situati nel bagno dove i genitori hanno facile accesso ai servizi igienici, al lavandino e a un bidone della spazzatura. Ovunque si installa un fasciatoio, deve essere alla portata di un lavandino e di un bidone della spazzatura. Non mettetelo solo nel bagno delle donne, assicuratevi che anche i papà possano cambiare i bambini!
C'è una zona nido privata, comoda? Il blogger Tony Alexiou ci ha ricordato ciò che Papa Francesco ha recentemente ricordato ai cattolici - che la chiesa è un luogo dove le madri dovrebbero sentirsi a proprio agio ad allattare i loro figli.
Ma a volte i bambini hanno bisogno di nutrirsi, e fate alla mamma un favore enorme se le fornite uno spazio tranquillo e privato dove può ritirarsi e allattare comodamente il suo bambino. Anche se non si dispone di un vero nido, potete mettere una sedia a dondolo nell'ufficio parrocchiale o addirittura appendere una tenda nel nartece o nella sala parrocchiale. Assicuratevi che la mamma sia in grado di sentire la funzione. Per favore, non spedite lei e il bambino al bagno. Voi vorreste mai mangiare in un gabinetto?
Ci sono seggioloni nella sala parrocchiale? Se avete la moquette, mettete un tappeto lavabile sotto il seggiolone. Un bollitore, un forno a microonde, un lavello aiuteranno i genitori a preparare le pappe.
Le strutture per bambini sono facilmente accessibili dalla navata? Se nel bel mezzo della funzione ho bisogno di portare mio figlio a cambiare il pannolino, devo prima impacchettarlo per uscire fuori in una bufera di neve? Idealmente, i genitori dovrebbero essere in grado di portare i loro figli dentro e fuori della funzione senza essere esposti alla furia degli elementi. Assicuratevi inoltre di controllare che le icone, i portacandele, le sedie e altri ostacoli nella navata siano disposti in modo tale che i genitori possano fare facilmente uscite e rientri.
Avete delle braccia in più? Anche se la struttura fisica della vostra parrocchia è al 100% ostile ai bambini, qui c'è qualcosa che si può già fare anche alla funzione successiva: tenere in braccio un bambino.
Darete a mamma o papà la possibilità di fare il segno della croce o anche una prosternazione. Potrai dare loro un momento in più di preghiera. Dopo la Liturgia, i genitori ringrazieranno il cielo per voi se terrete il bambino abbastanza a lungo perché possano prendere un sorso di caffè e un boccone di cibo.
Poiché alcune persone sono ansiose riguardo al tenere i figli, i genitori stanchi probabilmente non metteranno il loro bambino nelle vostre braccia a meno che voi non vi offriate. A proposito: i bambini piccoli sono più o meno indistruttibili. È molto difficile tenerli in modo sbagliato .
Mai sentito questo? "Quando avremo finito il nostro programma di costruzione e ci sposteremo nella nuova struttura, tutto sarà bello. Fino ad allora, non c'è niente che possiamo fare" .
No, no, NO! I programmi di costruzione possono richiedere decenni per essere completati. Potete lasciare che i bambini vengano oggi. Chiedete ai genitori dei bambini nella vostra congregazione di spiegarvi in dettaglio la loro domenica mattina. È probabile che vedrete miglioramenti molto modesti che renderanno molto più facile che i più piccoli tra voi siano presenti e partecipino alla vita liturgica della Chiesa.
Scoprite chi nella Chiesa ha l'autorità e la responsabilità di apportare modifiche. Potrebbe essere il parroco, ma l'autorità potrebbe essere delegata al consiglio parrocchiale o a un altro gruppo. Assicuratevi che le persone giuste siano consapevoli, e che sappiano che siete pronti ad aiutare. Parlate a nome dei genitori.
Cristo dice a tutti noi di "ricevere il regno di Dio come un bambino". Quindi cerchiamo di essere sicuri che non stiamo facendo nulla per vietare il regno di Dio ai bambini in mezzo a noi.