mercoledì 26 agosto 2020

Continua l'opera anti Patriarcato di Mosca, questa volta in Bielorussia, della inesistente chiesa fanariota. L'anticristo continua la sua opera di demolizione della Santa Ortodossia(http://www.ortodossiatorino.net)

Archimandrita Savva (Mazhuko): il Fanar sta preparando uno scisma ecclesiale in Bielorussia

  Русская линия, 21 agosto 2020

Un monaco del monastero Nikolskij a Gomel ha detto che il Patriarcato di Costantinopoli intende creare il proprio esarcato nel paese...

La politica ecclesiastica del Patriarcato di Costantinopoli è finalizzata al massimo indebolimento della Chiesa ortodossa russa, e quindi non sorprende se il Fanar cerca di approfittare della crisi politica in Bielorussia, come di quella in Ucraina, e interferisce negli affari della Chiesa bielorussa. Lo ha affermato un monaco del monastero Nikolskij a Gomel, l'archimandrita Savva (Mazhuko), come riferisce Interfax.

Secondo il chierico, la carta del nazionalismo bielorusso potrebbe essere giocata in Bielorussia nel prossimo futuro, a seguito della quale la Chiesa ortodossa russa dovrà affrontare "grandi e tristi conseguenze". Non è un caso che l'opposizione bielorussa abbia incluso nel suo programma un punto sull'autocefalia della chiesa.

Il sacerdote ha ricordato che il Patriarcato di Costantinopoli alcuni anni fa ha dichiarato il territorio della Bielorussia come zona di sua influenza, “ed è già stata effettuata una certa preparazione canonica per istituire o un'autocefalia o un esarcato bielorusso del Patriarcato di Costantinopoli. In ogni caso, ci attende uno scisma ecclesiale”, è sicuro padre Savva.

Il sacerdote ritiene che circa un terzo del clero andrà in scisma nelle diocesi occidentali, per esempio a Grodno o Minsk, “e in alcune diocesi la metà accetterà volentieri questa nuova "chiesa". È triste, ma è proprio così”, ha riassunto.

 

martedì 11 agosto 2020

http://www.ortodossiatorino.net

  Le tre sfide del XXI secolo per l'intera Chiesa ortodossa

dal blog del sito Orthodox England, 5 agosto 2020

  

 

 

Introduzione

Le quattordici Chiese locali, molte delle quali di recente fondazione, che attualmente compongono la Chiesa ortodossa, affrontano molte sfide diverse a seconda delle loro condizioni locali. Fondamentalmente, tuttavia, tutte queste sfide possono essere raggruppate in tre categorie. Queste sono:

Vivere nel passato

Qui stiamo parlando, per dirla in modo crudo, di una sorta di vita da retrogradi. Un esempio estremo sono quelli del Fanar di Istanbul, che pensano ancora che il 1453 non sia ancora avvenuto: sono oltre 550 anni indietro rispetto alla realtà. Costantinopoli non esiste più e il suo gregge è ben al di sotto di un migliaio di persone. Un altro patriarcato, che solo nel XX secolo ha cominciato a rivendicare tutta l'Africa e non solo l'Egitto come suo territorio, è ancora bloccato ad Alessandria, dove non ha praticamente alcun gregge. Un altro gruppo siriano si autodefinisce "di Antiochia", un altro luogo che non esiste più con quel nome e oggi è in Turchia. Un altro è gestito dal ministero degli Esteri greco ad Atene, e il popolo palestinese locale, che non parla greco, non ha voce in capitolo sugli stranieri che lo comandano e non parlano la sua lingua. Tuttavia, tutte le Chiese locali possono fornire un esempio di questa mentalità arretrata.

Allo stesso modo, in tutte le Chiese locali ci sono chierici e persino alcuni laici che sono così bloccati negi anni della loro giovinezza tra gli anni '60 e '70 che in realtà credono ancora nell'ecumenismo, nel modernismo e nel nuovo calendarismo! Questo è incredibile; quei movimenti assurdi, a cui comunque non abbiamo mai creduto, si sono estinti alla fine del millennio. Come puoi essere un modernista in un mondo post-modernista?! Come puoi essere un sincretista quando il mondo intero esalta la diversità?! Come puoi affermare di essere ortodosso eppure di vivere secondo il calendario papale - mentre i musulmani e gli ebrei mantengono il loro?! Tuttavia, poiché i gerontocrati, spesso ottantenni e novantenni, si estinguono e vengono sostituiti dalla nuova generazione che guarda al futuro, questi movimenti saranno dimenticati, rinchiusi in musei coperti di ragnatele e nei bidoni della spazzatura della storia.

Centralizzazione

Ecco un problema più serio, perché riguarda tutti, ma soprattutto le Chiese locali più grandi. Questo è infatti il ​​problema del potere e del denaro. La burocratizzazione della Chiesa attraverso le strutture di potere e la tassazione delle parrocchie come risultato per sostenere queste sovrastrutture, la cui stessa esistenza sembra a molti abbastanza inutile, è un grave problema. Così, durante la crisi del Covid, molte parrocchie non hanno praticamente ricevuto alcun reddito, ma in alcuni luoghi i burocrati della "Chiesa" hanno comunque chiesto ingenti somme per gestire i loro palazzi a chierici costretti a trovare un lavoro secolare per sostenere le loro famiglie. Ora c'è molto malcontento alla base, tanto più che molti vedono tale burocrazia come un parassita in ogni caso. Presto potrebbe scoppiare una rivolta a questo livello. La riforma qui sta iniziando, come deve.

Decadenza morale

Anche qui c'è un problema molto serio, peraltro strutturale e di fatto istituzionale. Questa decadenza morale significa i doppi problemi della simonia e della sodomia. Il primo problema è un problema enorme in diverse Chiese locali, non ultime la russa, la costantinopolitana e la romena. Inutile dire che questa pratica è totalmente non canonica, i canoni sulla simonia sono molto rigidi. Il secondo problema si è sviluppato a causa della mancanza di vita monastica e, peggio ancora, del rifiuto di consacrare buoni monaci come vescovi, anche dove c'è vita monastica, e di consacrare invece celibi di qualsiasi genere.

In una Chiesa locale, un metropolita è tale solo perché lui e i suoi genitori appartenevano al partito politico "giusto" (oppure avevano il cognome giusto) e lui non era sposato. È abbastanza? Ovviamente no. Le emigrazioni sono state per decenni afflitte da famigerate mafie gay di vescovi, che perseguitano il clero sposato, probabilmente per gelosia. Gli scandali sono infiniti. Tutto quello che possiamo dire è, grazie a Dio, che, a differenza del cattolicesimo romano, la maggior parte dei preti ortodossi è composta da uomini sposati e almeno qui non ci sono scandali simili.

Conclusioni: tre soluzioni a tre sfide

La forma del futuro sembra chiara. Entro la fine di questo secolo, se non già entro la metà di questo secolo, ci saranno tre grandi cambiamenti, che devono avvenire, all'interno della Chiesa ortodossa. Si riconoscerà che ora viviamo in un mondo globale e che il tempo degli anacronismi assurdi e dei nazionalismi meschini e sciocchi è passato da tempo.

In primo luogo, in risposta alla decadenza morale, ci sarà, ancora una volta, un episcopato sposato, che ci piaccia o no. Ciò significa che, come prima, le diocesi saranno molto più piccole, con forse solo una dozzina di parrocchie in ciascuna. I nuovi vescovi potranno, come prima, avere lavori secolari e ne conseguirà una semplificazione del loro ruolo. Così, le diocesi delle Chiese locali, come prima, torneranno a essere veramente locali. Ciò significa che ci sarà finalmente la leadership che ci è mancata così totalmente negli ultimi secoli, quando i vescovi agivano come semplici funzionari dello Stato.

In secondo luogo, in risposta alla centralizzazione, dovranno apparire quattro nuove Chiese locali, una per l'Europa occidentale e tre per il Nuovo Mondo: una per il Nord America, una per l'America Latina e una per l'Oceania.

In terzo luogo, in risposta al vivere nel passato, si potrà vedere fonfere tra loro un certo numero di Chiese locali molto piccole, molto fragili e quindi molto dipendenti e molto nazionaliste, alcune inventate nel XIX e XX secolo per ragioni puramente politiche, altre per meri anacronismi. Quindi, potremmo ritrovarci con solo dodici patriarcati, dodici Chiese locali, forse come segue:

La Rus' (Chiesa di Nuova Gerusalemme e di tutta la Rus').

L'Est europeo (di Bucarest e di tutta l'Europa orientale).

L'Africa (di Nairobi e di tutta l'Africa).

Il Medio Oriente (di Gerusalemme e tutto l'Est (ex musulmano)).

Il Giappone (di Tokyo e di tutto il Giappone).

La Cina (di Pechino e di tutta la Cina).

Il Sud-est asiatico (di Hanoi e tutto il Sud-est asiatico).

L'India (di Delhi e tutta l'India).

L'Europa occidentale (di Parigi e di tutta l'Europa occidentale (ex cattolica romana ed ex protestante)).

Il Nord America (di Chicago e tutto il Nord America).

L'America Latina (di Caracas e di tutta l'America Latina).

L'Oceania (di Sydney e tutta l'Oceania).

 

mercoledì 5 agosto 2020

CELEBRAZIONI DEL MESE DI AGOSTO 2020


  Chiesa Ortodossa 

 Patriarcato di Mosca

Parrocchia

San Giovanni di Kronstadt

Palazzo Gallo

 P.zza Vittorio Em. II 

 Castrovillari (cs)

 Calendario Ufficiature

del mese di AGOSTO

2020

CELEBRAZIONI DEL MESE DI AGOSTO 2020

VENERDI 14 AGOSTO  — Inizio del digiuno della Dormizione – Divina Liturgia ore 09,30 – Processione della preziosa e vivificante Croce de Signore.

DOMENICA 16 AGOSTO  — Tono I - Divina Liturgia: Ore 09.30   

MERCOLEDI 19 AGOSTO Trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo – Divina Liturgia ore 09,30

DOMENICA 23 AGOSTO – Tono II – Divina Liturgia: ore 09,30

VENERDI 28 AGOSTODormizione della Santissima Genitrice di Dio – Divina Liturgia Ore 09,30      Processione con l’Epitafio della festa

DOMENICA 30 AGOSTO  Tono III – Divina Liturgia: Ore Ore 09,30   

martedì 4 agosto 2020

TROPARI LITURGIA DI DOMENICA 9 AGOSTO 2020 IN MEMORIA DI SAN PANTELEIMON.

PATRIARCATO  DI  MOSCA

 Patriarhia Moscovei  

МОСКОВСКОГО ПАТРИАРХАТA

 -

Parrocchia Ortodossa

PAROHÌA ORTODOXĂ

ПРАВОСЛАВНЫЙ  ПРИХОД

 San Giovanni di Kronstadt

Sf. Ioan de la Cronstadt

Святой Иоанн Кронштадский

 

CASTROVILLARI

КАСТРОВИЛЛАРИ

 

Domenica  9 AGOSTO 2020

Tono VIII

Memoria del santo megalomartire e guaritore

Panteleimon

 Tropari:

С высоты снизшел еси, Благоутробне, погребение приял еси тридневное, да нас свободиши страстей, Животе и воскресение наше, Господи, слава Тебе.

Стpастоте́pпче святы́й и целе́бниче Пантелеи́моне,/ моли́ Ми́лостиваго Бо́га,/ да пpегpеше́ний оставле́ние// пода́ст душа́м на́шим.

 

Слава Отцу, и Сыну, и Святому Духу. -

 

Православныя веры поборниче, земли Российския печальниче, пастырем правило и образе верным, покаяния и жизни во Христе проповедниче, Божественных Таин благоговейный служителю и дерзновенный о людех молитвенниче, отче праведный Иоанне, целителю и предивный чудотворче, граду Кронштадту похвало и Церкве нашея украшение, моли Всеблагаго Бога умирити мир и спасти души наша.

 

И ныне и присно и во веки веков. Аминь.

 

Предстательство христиан непостыдное, ходатайство ко Творцу непреложное, не презри грешных молений гласы, но предвари, яко Благая, на помощь нас, верно зовущих Ти; ускори на молитву и потщися на умоление, предстательствующи присно, Богородице, чтущих Тя.

lunedì 3 agosto 2020

http://www.ortodossiatorino.net

Il primate della Chiesa ortodossa ucraina:
la nostra Chiesa sostiene tutte le iniziative
per fermare la guerra

di Ekaterina Filatova

Unione dei giornalisti ortodossi, 1 agosto 2020




il primate della Chiesa ortodossa ucraina, sua Beatitudine il metropolita Onufrij. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Il primate della Chiesa ortodossa ucraina, sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di Tutta l'Ucraina, ha rilasciato una dichiarazione in merito al processo di mantenimento della pace in Ucraina.

La Chiesa ortodossa ucraina condivide e sostiene pienamente le iniziative pacifiche delle autorità ucraine volte a superare lo spargimento di sangue e a trovare modi per risolvere pacificamente la situazione nel Donbass. Lo afferma la Dichiarazione del primate della Chiesa ortodossa ucraina, sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di Tutta l'Ucraina, datata 1 agosto 2020, relativa al processo di mantenimento della pace in Ucraina, che è stata pubblicata sul sito web del Dipartimento di informazione ed educazione della Chiesa ortodossa ucraina.

L'Unione dei giornalisti ortodossi fornisce il testo completo della dichiarazione del primate della Chiesa ortodossa ucraina.

"Da sei giorni è in corso un cessate il fuoco pieno e completo in Ucraina. Si tratta di un nuovo e decisivo passo verso la risoluzione del conflitto armato nell'Ucraina orientale e l'instaurazione della tanto attesa pace.

Nel corso della sua storia, dai tempi della Rus' di Kiev ai giorni nostri, la Chiesa ortodossa ucraina ha sempre richiesto e contribuito efficacemente alla causa della pace e della riconciliazione. La Chiesa lo fa perché questo è il comandamento del Signore Gesù Cristo: "Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio" (Matteo 5:9). E in condizioni moderne, quando il nostro stato ucraino sta attraversando momenti difficili, la Chiesa ortodossa ucraina, condividendo il dolore del suo gregge, prega costantemente che regnino in Ucraina la pace terrena e la pace di Dio, che "trascende ogni comprensione" (Fil.4:7)... Le preghiere sono offerte in modo speciale durante i giorni del cessate il fuoco nel Donbass, che è iniziato alla vigilia di un grande giorno per l'Ucraina, il giorno del Battesimo della Rus'.

La Chiesa ortodossa ucraina ha ripetutamente proclamato la sua immutabile posizione di risoluzione pacifica dei conflitti in numerosi testi, dichiarazioni e lettere. Dall'inizio delle ostilità nell'Ucraina orientale, il Concilio dei vescovi, il Santo Sinodo e il primate della Chiesa, per conto della Chiesa ortodossa ucraina, hanno fatto appello alla leadership dello stato, alla comunità ucraina e mondiale, a tutte le persone di buona volontà fare ogni sforzo per fermare lo spargimento di sangue nella terra ucraina e a stabilire una vita pacifica. La nostra Chiesa ha chiesto e continua a chiedere alle persone che si trovano da entrambe le parti del conflitto militare di ricordare che siamo tutti figli di un solo Dio, e che il Signore ci ha creato non per inimicizia o omicidio, ma per una vita di amore per Dio e per ognuno.

La Chiesa ortodossa ucraina esprime il desiderio dell'avvento della vera pace nel nostro stato non solo nelle preghiere e nelle omelie, ma lo conferma anche con vere azioni. Dai primi giorni del conflitto armato ai giorni nostri, il clero e i laici della Chiesa ortodossa ucraina hanno fornito assistenza a tutte le vittime di ostilità, militari e civili, sostenendo i familiari delle vittime, affrontando le esigenze degli sfollati interni che hanno abbandonato le loro case e lasciato la zona dello scontro armato. Con l'assistenza della Chiesa ortodossa ucraina, militari e volontari ucraini catturati sono stati liberati dai territori non controllati dall'Ucraina. Queste e molte altre azioni testimoniano che la Chiesa ortodossa ucraina sta facendo tutto il possibile per portare la pace nella nostra terra.

Nonostante i tentativi di alcune forze di aggiungere retorica politica alla vita ecclesiastica, di imporre questa o quella posizione politica sulla Chiesa, la Chiesa ortodossa ucraina non interferisce nei processi politici, poiché ha una missione diversa. Allo stesso tempo, la Chiesa ortodossa ucraina condivide e sostiene pienamente le iniziative pacifiche delle autorità ucraine volte a superare lo spargimento di sangue e trovare modi per risolvere pacificamente la situazione nel Donbass.

Il gregge della nostra Chiesa si trova sia nei territori sotto il controllo dell'Ucraina sia nei territori al di fuori di tale controllo. Il clero, i monaci e i laici che hanno sede nei territori non controllati del Donbass sono anch'essi pronti ad assistere il processo di negoziazione e ad aiutare a ripristinare la pace desiderata e tanto attesa, l'integrità territoriale e la sovranità dell'Ucraina all'interno di confini internazionalmente riconosciuti.

La voce della Chiesa risuona invariabilmente a tutti i livelli della società, proclamando che qualsiasi conflitto nella vita terrena ha una soluzione pacifica, e chiunque la cerchi in questo modo la troverà sicuramente. Chiediamo al Signore di concedere a tutti, di chiunque si tratti, la saggezza di trovare questa strada e di muoversi con fiducia su di essa.

Esortiamo tutti a pregare per la fine della guerra, per la riconciliazione, per l'istituzione della pace e dell'ordine in Ucraina!"

Come riferito dall'Unione dei giornalisti ortodossi, nel giorno del Battesimo della Rus', sua Beatitudine il metropolita Onufrij ha affermato che la Chiesa ortodossa ucraina prega Dio e chiede alle persone di riconciliarsi e di non combattere l'una con l'altra.