giovedì 24 settembre 2020

http://www.ortodossiatorino.net

   La Bielorussia che non vi fanno vedere  

 

La foto che potete vedere qui sopra rappresenta l’altra Bielorussia, quella maggioritaria, che non si riconosce nelle ondate di protesta delle ultime settimane e che non vuole svendere il proprio paese nell’ennesima rivoluzione colorata. Parlando di colori, quelle che vedete in questa foto sono le bandiere nazionali, che i cittadini più autentici del paese non hanno paura di portare in piazza. Ma le bandiere delle proteste anti-governative, quelle che i nostri media vi hanno mostrato fino alla nausea, erano in gran parte le bandiere bianco-rosse della repubblica popolare del 1918-1919. Quello che i nostri media si sono ben guardati dallo spiegare è che l’ultima volta che quelle bandiere hanno sventolato legalmente a Minsk è stato durante il periodo dei collaborazionisti del nazismo. I bielorussi di oggi ricordano ancora che l’occupazione nazista è costata lo sterminio di un quarto della popolazione del paese... forse questa è una notizia che avrebbero dovuto riportare, almeno per par condicio, quelli che si sono affrettati a riempire i video, i giornali e le teste di immagini di folle in protesta. Chissà cosa diranno di fronte a queste altre folle, che protestano contro le proteste?

mercoledì 23 settembre 2020

Il "Dio Denaro" servirà anche questa volta per donare un altro Tomos di autocefalia??? Aspettiamo, il tempo è signore !!! Dal Sito del confratello padre Ambrogio di Torino.

            La Macedonia del Nord chiede al Fanar                                   l'auocefalia per la propria "Chiesa"

di Ekaterina Filatova

Unione dei giornalisti ortodossi, 21 settembre 2020

 

 

il presidente della Repubblica della Macedonia del Nord Stevo Pendarovski. Foto: infoshqip.com

Il presidente Stevo Pendarovski ha invitato il Patriarcato ecumenico a servirsi del diritto di appello per riconoscere la "Chiesa ortodossa macedone" scismatica.

Le autorità della Macedonia del Nord chiedono a Costantinopoli l'autocefalia per la "Chiesa ortodossa macedone - Arcidiocesi di Ohrid", non riconosciuta nel mondo ortodosso. Lo afferma la lettera del capo di Stato Stevo Pendarovski al patriarca Bartolomeo di Costantinopoli datata 16 settembre 2020, pubblicata dall'agenzia religija.mk della Macedonia del Nord.

Congratulandosi con il capo del Fanar per il capodanno ecclesiastico, il presidente della Macedonia del Nord, a nome dei cittadini del paese, gli ha chiesto di continuare il processo in corso e di utilizzare il diritto di appello al Patriarcato ecumenico per riconoscere l'autocefalia della "Chiesa" macedone scismatica.

"Il Patriarcato ecumenico è un esempio di come rimanere coerenti con i valori e allo stesso tempo essere dinamici nella risoluzione dei problemi attuali”, dice la lettera del presidente della Repubblica della Macedonia del Nord. "In qualità di presidente del mio paese, voglio informarla personalmente che <...> abbiamo deciso di lasciarci alle spalle le differenze storiche. Mi rivolgo a lei a nome di molti dei miei concittadini che si identificano come cristiani ortodossi e il cui unico desiderio e bisogno è quello di regolare i conti con i loro vicini e andare verso un futuro comune, verso una vita comune e la vera libertà. A questo proposito, chiedo a vostra Santità di accettare l'appello del nostro pio popolo e della nostra Chiesa a usare il loro diritto di appello, in modo che i nostri cittadini ortodossi abbiano finalmente l'opportunità di essere uguali a tutti gli altri cristiani ortodossi nel mondo".

Ricordiamo che la Macedonia del Nord appartiene al territorio canonico del Patriarcato di Serbia. Secondo gli autocefalisti della Macedonia del Nord, nel 1920 il Patriarcato di Costantinopoli "in accordo con le realtà politiche" di quel tempo cedette le diocesi sul territorio dell'attuale Macedonia del Nord alla Chiesa ortodossa serba, ma il Patriarcato di Serbia non è stato in controllo effettivo della vita ecclesiastica per più di 70 anni, il che conferisce a Costantinopoli il diritto di riconsiderare la sua decisione.

Come riportato dall'Unione dei giornalisti ortodossi, nel gennaio 2020, il patriarca Bartolomeo ha ricevuto al Fanar il primo ministro della Macedonia del Nord Oliver Spasovski, che in precedenza aveva annunciato la sua disponibilità a "fare senza problemi una donazione in denaro" al capo del Fanar per concedere il Tomos alla "Chiesa macedone" non riconosciuta.

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mercoledì 9 settembre 2020

Dal sito di Padre Ambrogio di Torino: Le mire espansionistiche del "FU" Patriarcato di Costantinopoli !!!!

 Il secolo del dominio di Costantinopoli sulla Chiesa moderna
Russian Faith, 27 agosto 2020

  Da oltre 100 anni il patriarca di Costantinopoli va contro gli antichi canoni, invadendo illecitamente i territori di altri patriarcati. Costantinopoli era stata umiliata, perdendo quasi tutto il proprio gregge a causa di una guerra tra Grecia e Turchia. L'unico modo per riguadagnare il proprio numero precedente, così come il proprio reddito precedente, era prendere persone e territori ad altri vescovi.
"La predicazione data dal pulpito di tutte le chiese del Patriarcato ecumenico non riguardava più le verità del Vangelo, ma solo il trionfo del partito che aveva nominato il patriarca ...".

Il sito web Orthodox History ha recentemente pubblicato un affascinante articolo intitolato La posizione del Patriarcato ecumenico nella Chiesa ortodossa, che riporta un articolo scritto dall'allora metropolita Christophoros di Leontopolis (futuro patriarca Christophoros II di Alessandria) nel 1924. Come affermato nell'introduzione:
L'articolo è stato scritto in un momento cruciale della storia ortodossa, quando l'ordine secolare era appena morto di morte violenta e l'Ortodossia stava entrando in un futuro pericoloso e incerto...
Nel maggio 1919, l'esercito greco invase la Turchia, scatenando la sfortunata guerra greco-turca. I greci, guidati dal loro primo ministro Eleftherios Venizelos, stavano seriamente perseguendo la "Megali Idea" ("Grande Idea") – il sogno di un nuovo impero bizantino, completo della riconquista di Costantinopoli. La guerra che seguì fu un disastro per i greci: i turchi vinsero in modo decisivo, una rivoluzione filo-venizelista rovesciò il re greco e il trattato di Losanna portò a uno "scambio di popolazione" – l'allontanamento forzato dei greci dalla Turchia e dei turchi dalla Grecia. Il Patriarcato ecumenico perse all'improvviso praticamente tutto il suo gregge".
Durante questo periodo, Meletios divenne patriarca di Costantinopoli, e apportò cambiamenti radicali durante il suo breve mandato di 20 mesi. Oltre a introdurre il nuovo calendario e prendere il controllo dell'Arcidiocesi greco-ortodossa d'America, promosse anche una nuova interpretazione del Canone 28 del Concilio di Calcedonia: la cosiddetta teoria delle "terre barbare", che presuppone che il Patriarcato ecumenico possa rivendicare tutti i territori che non fanno parte di un'altra Chiesa ortodossa.
Questo pezzo storico testimonia il fatto che l'interpretazione moderna delle "terre barbare" del Canone 28 (del Concilio di Calcedonia) aveva solo due anni quando l'articolo fu scritto. In altre parole, era un'innovazione creata durante il mandato di Meletios.
Questo affascinante pezzo storico è diviso in tre sezioni principali:
I. Tendenze del Patriarcato ecumenico alla supremazia
II. La condotta del Patriarcato ecumenico è contraria ai canoni e alla prassi della Chiesa
III. Ragioni dell'attuale comportamento del Patriarcato ecumenico
Storicamente, il patriarca di Costantinopoli aveva giurisdizione solo su un territorio limitato. L'articolo spiega così:
"...la giurisdizione spirituale del Patriarcato di Costantinopoli, secondo i canoni della Chiesa, non si estendeva oltre le diocesi del Ponto, dell'Asia (oggi Asia Minore) e della Tracia, comprese le nazioni barbare che si trovavano in quelle diocesi, come gli alani e i russi; i primi, vicini alla diocesi del Ponto, e i secondi, vicini a quella della Tracia ".
L'articolo prosegue descrivendo il modo fraterno in cui il patriarca di Costantinopoli interagiva normalmente con i suoi fratelli patriarchi:
Il Patriarcato ecumenico, conforme all'ordine stabilito dai santi canoni, nonostante lo splendore che lo circonda, non ha mai avuto pretese così forti. E, per quanto riguarda i patriarchi, i suoi fratelli, non ha mai voluto assumere un'aria altera...
Questa è dunque la posizione del Patriarcato ecumenico rispetto agli altri patriarcati secondo i santi canoni della Chiesa ortodossa orientale. È puramente fraterno. I quattro patriarchi sono uguali in dignità, in nessun modo uno è inferiore all'altro. Ciascuno di loro si muove e agisce all'interno della propria sfera, avendo come regola che la sua azione non si discosti in nulla dai dogmi dell'Ortodossia e dall'ordine stabilito dai santi canoni e dalle sacre tradizioni. E, se sorgeva una trasgressione o contro il dogma, contro i santi canoni, o contro la disciplina ecclesiastica, tutti i patriarchi intervenivano insieme. Nelle questioni ecclesiastiche generali, i patriarchi agivano insieme e solo le decisioni prese in comune avevano forza di legge nella Chiesa. Così fu il caso nella lite tra papa Nicola di Roma e il patriarca Fozio; quest'ultimo, in un'enciclica, denunciò il papa agli altri tre patriarchi. La stessa azione congiunta da parte dei quattro patriarchi ebbe luogo durante il Concilio di Firenze. Allo stesso modo, quando la Chiesa di Russia fu istituita come patriarcato e quando i bulgari furono dichiarati scismatici, tutti i patriarchi ritennero indispensabile riunirsi e prendere una decisione comune.
Sfortunatamente, dopo la perdita di gran parte del suo gregge un secolo fa, il patriarca di Costantinopoli iniziò a oltrepassare i propri confini, cercando di prendere il controllo su persone e territori non precedentemente sotto la sua giurisdizione. L'articolo articola il problema così:
Cosa ha potuto decidere in questi anni il Patriarcato ecumenico? Ha deciso di discostarsi dalla buona linea di condotta che aveva seguito fino a quel momento. Conquistare ogni paese considerato privo di un leader (religioso) e annetterlo al proprio territorio ecclesiastico. Interferire nei territori delle altre Chiese autocefale. E infine, volere, solo lui stesso – cioè senza il consiglio degli altri patriarchi – pronunciarsi su questioni religiose di carattere generale e, in caso di disaccordo con gli altri patriarcati, desiderare che la sua opinione predomini e che essa solo prevalga.
...non sarebbe contro ogni logica, in un momento in cui il Patriarcato ecumenico sta attraversando un calvario e il nemico di ogni bene lo ha privato di tutta la sua antica gloria e lo ha umiliato davanti al mondo? Non sarebbe del tutto irragionevole rivendicare un primato papale nella Chiesa e disdegnare sconsideratamente ogni opinione proveniente dai tre patriarcati orientali?
L'articolo originale è affascinante e contiene un gran numero di dettagli specifici. Lo raccomandiamo vivamente al lettore. L'articolo completo si può trovare al seguente link: The Position of the Ecumenical Patriarchate in the Orthodox Church

domenica 6 settembre 2020

Nessuna novità sostalziale: "Chi si mette pontro Dio subisce sconfitte sicure !!!" (http://www.ortodossiatorino.net)

           Ancora una volta il Tomos non ha aiutato:                               perché il "Poroshenko montenegrino" ha perso le elezioni

di Kirill Aleksandrov

Unione dei giornalisti ortodossi, 3 settembre 2020

 

 

Milo Đukanović, che ha annunciato la creazione di una "Chiesa nazionale", ha perso le elezioni

Il presidente del Montenegro, che ha dichiarato guerra alla Chiesa canonica, ha perso le elezioni e ha praticamente perso il potere. Un anno fa, la stessa cosa è successa a Poroshenko.

Alla fine di dicembre 2019, il parlamento montenegrino ha approvato una legge anti-ecclesiale, secondo la quale la metropolia canonica del Montenegro e del Litorale della Chiesa ortodossa serba ha perso le sue proprietà ed è stata di fatto messa fuori legge. Il suo posto doveva essere preso dalla Chiesa ortodossa montenegrina scismatica. Alla vigilia del voto su questo disegno di legge, le autorità montenegrine hanno condotto una vera e propria operazione speciale: quei membri della Skupština Crne Gore (il Parlamento del Montenegro) che erano contrari al disegno di legge anti-chiesa sono stati arrestati dalla polizia e non hanno potuto prendere parte alla votazione. Ma il resto ha votato all'unanimità e la legge è stata approvata. Allo stesso tempo, i deputati della Skupština hanno respinto 117 (!) emendamenti al disegno di legge.

La legge anti-ecclesiale montenegrina prevede il trasferimento dalla Chiesa ortodossa serba allo stato (ovvero, alla Chiesa ortodossa montenegrina scismatica) di praticamente tutti i beni ecclesiastici, comprese chiese, monasteri, ecc., che sono stati costruiti o trasferiti dallo stato alla Chiesa prima del 1 dicembre 1918. Pertanto, più di 600 chiese e monasteri devono essere confiscati alla Chiesa ortodossa serba e le comunità ortodosse devono diventare scismatiche o finire per strada.

Il sentiero verso il "Tomos montenegrino"

La campagna anti-ecclesiale in Montenegro è entrata nella sua fase attiva nell'estate del 2019, quando il presidente montenegrino Milo Đukanović ha affermato che la Chiesa ortodossa serba era qualcosa come i tentacoli del "mondo serbo", che stava lavorando per un paese straniero e minando l'indipendenza del Montenegro. È stata una fotocopia precisa delle dichiarazioni dell'ex presidente dell'Ucraina Petro Poroshenko.

E proprio come l'ex leader ucraino, Milo Đukanović ha detto che avrebbe chiesto al Fanar l'autocefalia per gli scismatici montenegrini. È stato rassicurato al riguardo dall'intervista dell'ex esarca di Costantinopoli in Ucraina, l'arcivescovo Daniil (Zelinskij) di Panfilia, alla BBC l'11 gennaio 2019. "Sostengo la tesi che ogni nazione desideri avere la propria Chiesa ortodossa dovrebbe avere il diritto di istituirlo e chiederne il riconoscimento da parte di altre Chiese ortodosse, anche nel caso di Macedonia e Montenegro", disse all'epoca l'ex esarca. E sebbene il patriarca Bartolomeo abbia dichiarato di non avere intenzione di dare il Tomos alla Chiesa ortodossa montenegrina, dopo il suo intervento negli affari della chiesa in Ucraina, tutti capiscono perfettamente quanto valgano queste affermazioni di "sua Santità". Ciò che il patriarca Bartolomeo non ha in programma oggi, lo può realizzare domani e, come si dice, in un batter d'occhio. Queste parole infatti sono confermate dal leader degli scismatici montenegrini, Miraš Dedeić, che nel gennaio 2020 ha dichiarato che la sua struttura avrebbe presto ricevuto il suo Tomos.

I montenegrini difendono la loro Chiesa

Anche prima che in Montenegro fosse approvata la legge anti-ecclesiale, le proteste di massa hanno dilagato in tutto il paese. Centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza e in ogni luogo di culto della Chiesa ortodossa serba sono stati istituiti comitati speciali per la protezione dei luoghi santi. Petizioni in difesa della metropolia del Montenegro e del Litorale della Chiesa ortodossa serba sono state firmate da 2.500 insegnanti e 300 avvocati del Montenegro, oltre a più di cento ufficiali e militari.

proteste contro la legge anti-ecclesiastica in Montenegro

Le proteste contro la persecuzione della Chiesa ortodossa serba sono continuate quasi costantemente fino all'introduzione della quarantena a causa del coronavirus. Due volte alla settimana, i montenegrini si riunivano in gran numero in processioni religiose in difesa della loro Chiesa. Questi raduni differivano da tutte le altre proteste in tutti gli altri paesi sotto due aspetti.

In primo luogo, erano enormi e senza precedenti. In alcuni giorni, sono scese in piazza in tutte le città del Montenegro per difendere la Chiesa ortodossa serba fino a 300mila persone, vale a dire quasi la metà dell'intera popolazione del Montenegro. In secondo luogo, nessuna forza politica organizzata o coordinata si è unita a queste proteste e, di conseguenza, non ha ricevuto da esse alcun beneficio politico. Le proteste sono state pacifiche, si sono svolte esclusivamente in difesa della Chiesa ortodossa serba canonica, e le persone che vi hanno partecipato lo hanno fatto esclusivamente con il cuore.

Sua Beatitudine Onufrij e i vescovi della Chiesa ortodossa ucraina, che hanno visitato il Montenegro nel febbraio 2020, hanno potuto vederlo di persona.

Dopo l'introduzione della quarantena, la Chiesa ortodossa serba ha ottemperato alle richieste delle autorità e ha interrotto i raduni di massa, ma non appena la quarantena si è indebolita, le proteste sono riprese, questa volta con le necessarie misure antiepidemiologiche. Tuttavia, nonostante la Chiesa ortodossa serba osservasse queste misure, il 13 maggio le autorità montenegrine hanno arrestato il vescovo Joanikije di Budimlje-Niksic e diversi sacerdoti della Chiesa ortodossa serba. In totale di 67 sostenitori della Chiesa ortodossa serba sono stati puniti amministrativamente con il pretesto di presunta violazione delle norme di quarantena e casi penali sono stati istituiti contro 11 persone, tra cui il metropolita Amfilohije (Radović) del Montenegro e del Litorale.

Ma queste persecuzioni hanno solo intensificato le proteste della gente contro le politiche anti-ecclesiali delle autorità. Il governo montenegrino e la Chiesa ortodossa serba hanno tentato più volte di negoziare l'abrogazione della legge anti-ecclesiale, ma non sono stati raggiunti risultati, nonostante gli appelli dell'Unione Europea. Questi appelli, a dire il vero, non erano affatto imparziali. La portavoce della Commissione europea Ana Pizonero ha dato una netta preferenza alle autorità montenegrine: "Accogliamo con favore gli sforzi del governo per trovare un compromesso. Sfortunatamente, in questi colloqui non è stata trovata alcuna soluzione. Chiediamo a entrambe le parti di continuare il dialogo", ha detto nel giugno 2020. Come si può vedere, ha raccomandato solo il governo montenegrino.

A causa dell'ostinata riluttanza delle autorità montenegrine ad abrogare la legge anti-ecclesiastica, che viola i diritti dei credenti della Chiesa ortodossa serba, l'episcopato della metropolia del Montenegro e del Litorale è stato costretto ad affermare che le attuali autorità montenegrine si sono screditate con la loro politica anti-ecclesiale chiesa e non possono più godere della fiducia della gente. Alla vigilia delle elezioni parlamentari, svoltesi il 30 agosto, il metropolita Amfilohije (Radović) del Montenegro e del Litorale ha registrato un video discorso e ha invitato tutti i cittadini ad andare alle urne per votare "in difesa dei luoghi santi di Dio".

"Nel mio 82° anno di vita, per la prima volta andrò alle elezioni parlamentari – il 30 agosto – e invito tutti i montenegrini, i residenti del Montenegro e tutti gli altri a votare in difesa dei luoghi santi di Dio, che ora sono sotto attacco in Montenegro da parte di chi non sa cosa sia un luogo santo. A Dio piacendo, che questa difesa vinca per il bene del futuro di tutti i montenegrini. Venite tutti a votare in difesa dei luoghi santi!" ha detto il metropolita Amfilohije.

il metropolita Amfilohije (Radović) del Montenegro e del litorale

Commentando la posizione della Chiesa sulla questione delle elezioni parlamentari, il metropolita Amfilohije ha detto: "La Chiesa non ha un proprio partito né una propria lista elettorale. La Chiesa non sostiene nessun partito e quindi lascia il processo politico ai politici".

Tuttavia, la Chiesa può dare una valutazione morale delle azioni delle autorità, soprattutto se sono dirette così chiaramente contro di lei. La Chiesa può richiamare l'attenzione degli elettori su quelle azioni delle autorità che ritiene inammissibili e sollecitare i cittadini a fare scelte appropriate. "D'altra parte, i cittadini possono essere incoraggiati ad avvicinarsi alle imminenti elezioni usando i loro diritti politici. Poiché la legge incostituzionale viola i diritti e le libertà religiose dei cristiani e della Chiesa, e come tutte le nostre preghiere e richieste di armonizzazione dei nostri requisiti minimi sono respinto, come cittadini a pieno titolo di questo stato riteniamo legittimo esortare i fedeli a non votare per i politici che promuovono leggi anti-ecclesiali", ha affermato il metropolita Amfilohije.

Il fallimento del persecutore della Chiesa

Ora le elezioni in Montenegro sono passate. Hanno mostrato il peggior risultato per il Partito Democratico dei Socialisti del Montenegro al governo, il cui vero leader è il presidente Milo Đukanović. Il partito ha ottenuto il 35,06% dei voti, che anche in una coalizione con partiti vicini – i socialdemocratici del Montenegro, il partito bosniaco e la lista albanese – gli consente di prendere nella Skupština solo 37 seggi su 81. Le forze di opposizione politica, "Per il futuro del Montenegro", "La pace è la nostra nazione", "Azione di riforma unita" e il Partito socialdemocratico, hanno vinto 43 seggi alle elezioni, guadagnando un totale del 53,75%.

I leader delle forze politiche "Per il futuro del Montenegro", "La pace è la nostra nazione" e "Azione riformista unita" hanno già dichiarato la loro disponibilità a creare una coalizione di governo e a formare un governo. Il Partito socialdemocratico sta ancora pensando, ma anche senza i suoi due seggi, le attuali forze di opposizione hanno la maggioranza in parlamento. Tali risultati hanno permesso al leader della coalizione di opposizione "Per il futuro del Montenegro" Zdravko Krivokapić di dichiarare la vittoria alle elezioni. "Cittadini del Montenegro, grazie per il vostro sostegno! Il regime durato 30 anni è caduto", ha detto, parlando alla televisione nazionale.

E come prima decisione della nuova coalizione di governo in caso di sua formazione, ha chiesto l'abolizione della legge anti-ecclesiale: "Il primo passo, ovviamente, sarà l'abrogazione della legge sulla libertà di religione, seguita dall'adozione della Legge sulla lustrazione e della Legge sull'origine della proprietà, che determineranno l'atteggiamento verso coloro che hanno portato il Montenegro alla disperazione, raggiunto ricchezze indicibili e reso povero il resto dei cittadini del Montenegro. Sarà un trattamento giusto e un avvertimento a tutti coloro che entrano in politica che la politica non è il lavoro più redditizio".

Naturalmente, le elezioni in Montenegro e i loro risultati non significano che il governo di questo paese cambierà. Puoi contestare i risultati del voto, puoi attirare singoli deputati, comprarli o semplicemente intimidire, puoi organizzare un Majdan, organizzare nuove elezioni e così via. Ci sono molti modi per cercare di non rinunciare al potere se davvero non lo vuoi. Ma un fatto resta per sempre: la forza politica che governa il Montenegro da quasi 30 anni ha perso la fiducia degli elettori proprio a causa delle sue politiche anti-ecclesiali. E i rappresentanti delle forze che sono direttamente opposte sono d'accordo su questo.

Per esempio, Konstantin Kosachev, presidente del Comitato per gli affari esteri del Consiglio della Federazione Russa, ha affermato: "La Chiesa, sebbene separata dallo Stato, ha svolto un ruolo molto importante in questa battaglia elettorale". Inoltre, la pubblicazione filo-occidentale ucraina 'Zekalo Nedeli' ('Specchio della settimana') ha pubblicato un articolo analitico, in cui si diceva che la posizione della Chiesa è stata la ragione principale della sconfitta del partito al potere di Montenegro: "La legge sulla libertà di religione ha allontanato dai candidati filogovernativi molti elettori che hanno scelto la Chiesa nel dilemma 'partito contro chiesa'."

***

Il metropolita Amfilohije ha parlato delle cause globali della sconfitta dell'attuale partito al governo del Montenegro nelle elezioni del luglio 2020. La chiave è l'inimicizia verso Dio e la sua Chiesa. "Coloro che sono ora al potere in Montenegro dovrebbero anche capire che hanno dichiarato guerra a Dio, non ad Amfilohije o al popolo del Montenegro. Hanno dichiarato guerra al Dio vivente, e chi combatte Dio perde la sua immagine e la sua anima, rinuncia a tutti i veri governanti che hanno governato questa terra dal tempo dell'imperatore Costantino al tempo del re Nikola Petrović", ha detto il metropolita Amfilohije.

E in questo contesto, non possiamo non tracciare un parallelo con gli eventi ucraini. Petro Poroshenko, dopo aver organizzato una nuova "chiesa" composta da due strutture scismatiche e organizzato la persecuzione della Chiesa ortodossa ucraina, così come Milo Đukanović "ha dichiarato guerra al Dio vivente". Poroshenko ha subito un fiasco politico. Anche Đukanović ha perso.

Le elezioni parlamentari in Montenegro nel 2020, così come le elezioni presidenziali e parlamentari in Ucraina nel 2019, hanno chiaramente dimostrato che l'ostilità contro la Chiesa porta al fatto che la gente comune si allontana da tali politici e si rifiuta di sostenerli alle elezioni. Di conseguenza, perdono il loro potere. Ma l'inimicizia contro la Chiesa porta non solo a una sconfitta alle elezioni e alla perdita del potere, ma a conseguenze ben più terribili: una sconfitta nella lotta per la loro anima immortale e una perdita di speranza nella salvezza.