venerdì 28 settembre 2018





AVVISO PARROCCHIALE

Comunico paternamente che domenica 30 settembre 2018, ultima del mese, la Divina Liturgia sarà celebrata, come sempre, presso la Chiesa Parrocchiale Ortodossa del Patriarcato di Mosca, San Giovanni di Kronstadt, Palazzo Gallo / Piazza Vittorio Em. II, a Castrovillari con inizio alle ore 9,30 circa. Il 27 del mese, giovedì, secondo il vecchio calendario giuliano, la nostra Chiesa, avrebbe dovuto festeggiare la Santa e vivificante Croce del Signore Gesù Cristo, ma considerato che tale giorno non è festivo e quindi tutti voi fedeli, come d’altronde anch’io, lavoriamo, la festa, come stabilito di comune accordo durante la Liturgia di domenica scorsa, viene  spostata per il giorno 30. Dopo la Liturgia si snoderà la processione con la Croce. Il Signore, Gesù Cristo, sia con voi, vi benedica e vi protegga. Amìn !!!

mercoledì 26 settembre 2018

Quello che fu il Patriarcato dell'ex Impero Romano d'Oriente, oggi una piccola chiesa senza fedeli, nell'attuale Stato della Turchia e che fu sotto il controllo della metropolia di Eraclea, continua la sua battaglia, pur non avendo titoli e fedeli, per essere elevata a "Vaticano dell'Ortodossia". (Articolo tratto dal sito del confratello p. Ambrogio di Torino)





 Che cosa spinge il patriarca Bartolomeo a distruggere l'Ortodossia ucraina?
di Kirill Aleksandrov
Orthochristian.com, 23 settembre 2018
Unione dei giornalisti ortodossi


i monaci del monastero delle Decime di Kiev manifestano per la pace tra la polizia e i rivoluzionari del Majdan. Questo monastero sarebbe divenuto in seguito vittima di un incendio doloso perpetrato dai nazionalisti ucraini
Le dubbie iniziative del Fanar in Ucraina lasciano sempre più perplessi; ma il patriarca Bartolomeo è davvero libero nelle sue azioni?
In molte pubblicazioni dedicate al tema della autocefalia ucraina e al corrispondente Tomos, si esprime l'idea che il Fanar, con l'obiettivo di affermare il suo dominio e l'esclusività nel mondo ortodosso, abbia deciso di approfittare di una situazione opportuna in Ucraina – usandola come un'opportunità per dichiarare il proprio patriarca come "capo canonico" di tutta l'Ortodossia ucraina, come leader "che verrà a stabilire l'ordine". [1]. Questo è lo stesso "ordine" che questi sostiene che la Chiesa ortodossa russa non sia stata in grado di portare al suo territorio canonico per oltre 25 anni.
I sostenitori di questa idea sostengono che l'appello del presidente ucraino per l'autocefalia sia caduto su suolo fertile per Costantinopoli, e che in questa iniziativa del presidente Petro Poroshenko, il Fanar abbia visto da sé l'opportunità di realizzare le sue pretese di supremazia territoriale.
Questo punto di vista ha diritto di esistere, e molte circostanze parlano a suo favore, ma l'argomento secondo cui Costantinopoli sta effettivamente cercando di diventare un "Vaticano ortodosso" interferendo negli affari della Chiesa in Ucraina si avvererà solo in un caso.
E cioè: se tutte le altre Chiese ortodosse locali saranno d'accordo con la legittimità delle azioni di Costantinopoli.
Oppure, nei termini dell'uomo della strada: se prenderanno per buoni i trucchi del Fanar in Ucraina.
Se non dovesse essere così, allora Costantinopoli perderà sicuramente in questo gioco religioso-geopolitico, e perderà anche la posizione che occupa ora nel mondo ortodosso.
Nella peggiore delle ipotesi per il patriarca Bartolomeo, può riunirsi un Concilio pan-ortodosso, in cui il Patriarca ecumenico sarebbe condannato per le sue affermazioni "papiste", per la grave interferenza negli affari di una Chiesa locale diversa e per il culto ecumenico con i cattolici. Il patriarcato di Costantinopoli (Istanbul) potrebbe essere semplicemente abolito come ente inutile. [2]
[Questo dovrebbe] semplicemente ripristinare la giustizia storica, tenendo conto che Costantinopoli non è più "la città dell'imperatore e del senato", ma Istanbul, che per lungo tempo non è stata una "città imperiale", ma piuttosto una provincia turca, e trasferirla di nuovo alla giurisdizione del metropolita di Eraclea, sotto il quale era nell'anno 381. [3]
Quale scenario di fine partita sembra più probabile? L'ascesa di Costantinopoli al livello di "Vaticano ortodosso" con un gregge di 300 milioni, o la sua discesa al livello di "Chiesa ortodossa turca"?
Per rispondere a questa domanda, ha un senso attirare l'attenzione sulla reazione delle Chiese ortodosse locali agli eventi che si svolgono in Ucraina e al livello di sostegno di queste Chiese alla Chiesa ortodossa ucraina canonica. Ecco alcune dichiarazioni fatte dai primati delle Chiese locali e dai loro vescovi:
Patriarca Teofilo di Gerusalemme: "L'unità della Chiesa è un dono dello Spirito Santo, e noi siamo chiamati a preservarla e a rafforzarla. La distruzione di questa unità è un grave crimine. Condanniamo nei termini più categorici coloro che stanno commettendo azioni dirette contro le parrocchie della Chiesa ortodossa canonica in Ucraina. Non invano i santi Padri ci ricordano che la violazione dell'unità della Chiesa è il peccato più grave".
Patriarca Teodoro II di Alessandria e di tutta l'Africa: "Preghiamo Dio, che fa tutto per il nostro bene, che ci istruisca tutti a trovare una soluzione a questi problemi. Se lo scismatico Denisenko [l'autoproclamato "patriarca" del "patriarcato di Kiev" scismatico, ndt] vuole tornare nel seno della Chiesa, allora deve rivolgersi al luogo da dove è partito. Ciò che è caduto deve tornare da dove è caduto. Dio è misericordioso verso coloro che si pentono e la Chiesa perdona e accoglie nel suo abbraccio materno tutti coloro che si pentono".
Patriarca Giovanni X di Antiochia e di tutto l'Oriente: "La Chiesa antiochena è unita alla Chiesa russa, esprimendosi contro lo scisma della Chiesa in Ucraina".
Patriarca Elia della Georgia: "Sua Beatitudine non è d'accordo con l'iniziativa del Patriarcato ecumenico riguardante l'Ucraina, poiché riconosce solo la Chiesa legittima guidata dal metropolita Onufrij".
Santo Sinodo della Chiesa ortodossa serba: "L'Assemblea esprime piena solidarietà, in un amore fraterno di co-sofferenza, con la Chiesa sorella martire in Ucraina, esposta alla più dura persecuzione da parte dell'attuale regime a Kiev".
Santo Sinodo della Chiesa ortodossa polacca: "Esprimiamo la chiara posizione della Chiesa ortodossa polacca, cioè che la vita ecclesiastica della Chiesa ortodossa canonica dovrebbe essere basata sui principi del dogma e dei santi canoni della Chiesa ortodossa. La violazione di questo principio porta al caos nella vita della Chiesa. Ci sono alcuni gruppi scismatici in Ucraina che devono prima pentirsi e ritornare alla Chiesa canonica. Solo allora potremo discutere la questione della concessione dell'autocefalia. Non dobbiamo essere guidati dal clima politico in questioni di dogma e di canoni".
Metropolita Rostislav delle Terre Ceche e della Slovacchia: "Uno scisma, causato dall'egoismo dell'uomo, può essere guarito solo attraverso il pentimento e il ritorno alla Chiesa", ha osservato il primate. "La nuova autocefalia deve essere il risultato di un consenso".
Patriarca Neofit della Bulgaria: "Ho sempre avuto un ottimo rapporto con sua Beatitudine il metropolita Onufrij. Sappiamo che ama il popolo ucraino e lavora umilmente per il bene dell'Ucraina e di tutti i cristiani ortodossi. Pregheremo che il Signore gli conceda salute e forza per sopportare con successo l'obbedienza che gli è stata data dal Signore e che porta con dignità".
Metropolita Giorgio di Kitros, Katerini e Platamon, Chiesa di Grecia: "La Chiesa greco-ortodossa e tutte le altre chiese ortodosse del mondo riconoscono solo una chiesa canonica dell'Ucraina – la Chiesa ortodossa ucraina guidata da sua Beatitudine il metropolita Onufrij".
Metropolita Atanasio di Limassol, Chiesa di Cipro: "Prima di tutto, questa questione dovrebbe essere risolta dal Patriarca di Mosca, nella cui giurisdizione si trova la Chiesa ucraina, quindi dalla Chiesa ortodossa ucraina canonica e poi da tutte le Chiese ortodosse sotto la presidenza del Patriarcato ecumenico, ma prima di tutto, la prima parola è della Chiesa madre della Chiesa ucraina, che è il Patriarcato di Mosca. Ad essa spetta la prima parola in questo processo. Che rapporto ha la Chiesa ecumenica con lo scisma di Filarete in Ucraina? Come può essere superato? Noi desideriamo che i nostri fratelli che sono nello scisma ritornino alla Chiesa sotto la guida del metropolita Onufrij: è l'unica Chiesa canonica in Ucraina, in comunione con il Patriarcato di Mosca e con tutte le chiese ortodosse canoniche... Preghiamo per questo".
Su un totale di quindici Chiese ortodosse locali, dodici hanno già espresso un sostegno inequivocabile alla Chiesa ortodossa ucraina e al metropolita Onufrij. Le Chiese americana, romena e albanese, diplomaticamente, non hanno finora indicato la loro posizione su questo tema.
Ma è un fatto innegabile che fino a questo momento nessuna ha espresso approvazione per le azioni del Patriarcato di Costantinopoli in Ucraina.
In questo modo, diventa chiaro che per il patriarca Bartolomeo il rischio di essere richiamato per ostruzionismo da parte di tutte, o quasi tutte, le Chiese ortodosse locali è molto alto.
Dopotutto, la "questione ucraina" è un evidente precedente per l'intero mondo ortodosso. [4] E nessuna delle Chiese autocefale – cioè indipendenti, che fanno capo a se stesse – vuole che interferisca nei loro affari un cittadino turco le cui attività sono finanziate dagli Stati Uniti. [5]
C'è ancora un altro punto importante che ci porta a capire che le azioni di Costantinopoli non sono semplicemente anticanoniche [ma anche motivate esternamente-politicamente].
Il Patriarca ecumenico negli ultimi anni ha chiaramente affermato di essere l'unico e indiscusso capo di tutta l'Ortodossia.
Pertanto, ha senso analizzare in quali momenti storici è nata l'idea del "papismo ortodosso" [6] che si è formata nelle menti dei primati di Costantinopoli (o dei loro mecenati stranieri) e in base a quali condizioni storiche si è manifestata.
Fino all'inizio del XX secolo, non sentiamo alcuna affermazione sul primato o sull'esclusività del Fanar e nessuna rivendicazione nei territori canonici di altre Chiese, specialmente di quella di tutta la Rus'. Non vi è alcuna prova diretta o indiretta che Costantinopoli avesse concesso temporaneamente al Patriarcato di Mosca la metropolia di Kiev, e che intendesse riprenderla – questo non fu mai noto nella storia. [7]
La prima di queste affermazioni risale al 1924, quando il patriarca di Costantinopoli Gregorio VII invase il territorio canonico della Chiesa ortodossa russa e consegnò il Tomos di autocefalia alla Chiesa ortodossa polacca. Il patriarca Bartolomeo ha fatto riferimento a questo documento nel suo discorso del 1° luglio 2018:
In questo spirito, la Chiesa Madre non ha ceduto i suoi diritti canonici sull'Ucraina, ma ha incorporato un riferimento speciale nel Tomo patriarcale e sinodale "sulla concessione dello status di autocefalia alla Chiesa di Polonia" (1924), notando che "il distacco originario dal nostro Trono della metropolia di Kiev e delle sue Chiese ortodosse dipendenti della Lituania e della Polonia, insieme al loro incorporamento nella santa Chiesa di Mosca, non avvenne affatto secondo le norme canoniche convenzionali; né le dichiarazioni concordate sulla totale autosufficienza ecclesiastica del metropolita di Kiev, recante il ​​titolo di esarca del Trono Ecumenico, sono state rispettate... [8]
Di fatto, riferendosi al documento del 1924 come base per le rivendicazioni sulla metropolia di Kiev, il patriarca Bartolomeo ha ammesso che semplicemente non esistevano documenti precedenti, perché se ce ne fossero stati, sarebbe stato meglio riferirsi a loro, o meglio ancora, a quelli e ad altri insieme.
E così, sua Santità ha riconosciuto che tra il Tomos del 1686 sul trasferimento della metropolia di Kiev e il Tomos del 1924 sull'autocefalia della Chiesa polacca (cioè per 238 anni) Costantinopoli non ha sollevato la questione della natura non canonica o temporale del trasferimento della metropolia di Kiev. [9]
Ma vediamo invece cosa è successo nel 1924 e negli anni precedenti.
Come risultato della sconfitta della prima guerra mondiale (1914-1918), l'Impero Ottomano fu diviso in diversi territori sotto la protezione di Francia e Gran Bretagna.
Questi sono gli stati moderni di: Siria, Libano, Iraq, Palestina, Arabia Saudita e Yemen. Poco dopo, nel 1923, si formò la Repubblica turca guidata da Kemal Ataturk. Nello stesso anno, ci fu uno scambio di popolazioni tra la Turchia e la Grecia, per il quale la Turchia divenne praticamente uno stato mono-etnico, e il Patriarca ecumenico, come risultato di ciò, perse quasi tutto il suo gregge.
La Repubblica di Turchia proclamò la separazione della religione dallo Stato e non considerò più il Patriarca come il capo del "Rûm millet" [10], una popolazione cristiana che in realtà non era più in Turchia. Quindi, il Fanar dovette urgentemente cercare una giustificazione logica per la propria esistenza, poiché era divenuto in realtà un "pastore senza un gregge". Questo è il momento in cui appaiono le prime pretese di governare l'intero mondo ortodosso.
Poi con il pretesto di essere la "Chiesa Madre" iniziano le invasioni del territorio della Chiesa ortodossa russa. [11] Nel 1923, Costantinopoli annunciò l'inclusione nel suo territorio della Chiesa ortodossa finlandese, che a quel tempo era autonoma all'interno della Chiesa ortodossa russa.
I finlandesi richiesero quindi l'autocefalia, ma i greci accettarono la chiesa ortodossa finlandese nelle loro proprietà e si dimenticarono dell' autocefalia.
Nel 1924, Costantinopoli dichiarò il proprio diritto di concedere l'autocefalia alla Chiesa polacca, cosa che fece.
E poi improvvisamente emerse dall'oblio l'idea che Costantinopoli non aveva trasmesso a Mosca la metropolia di Kiev, ma che aveva semplicemente dato a Mosca "il permesso di giocare a Kiev". [12]
Tutto ciò – la cattura in stile di razzia di un territorio altrui da parte del Fanar – divenne possibile, di fatto, per una semplice ragione.
Dopo la rivoluzione del 1917 nell'Impero Russo (che divenne l'Unione Sovietica nel 1922), la Chiesa ortodossa russa fu ridotta a una rovina senza precedenti nella storia della persecuzione del cristianesimo.
una chiesa distrutta dalle autorità sovietiche
Lo stato sovietico considerava la distruzione fisica delle chiese e del clero come parte delle sue politiche interne.
Nello stesso tempo in cui la Chiesa ortodossa russa stava portando avanti il ​​suo podvig di confessione, quando decine di vescovi e migliaia di chierici erano fucilati e gettati nelle prigioni, il Patriarcato di Costantinopoli si dichiarò proprietario dei suoi territori.
Allo stesso tempo, il Fanar si è macchiato di un altro segno indelebile di vergogna: il sostegno e il riconoscimento della "Chiesa vivente" (rinnovazioni sta), una falsa organizzazione ortodossa creata per iniziativa dei bolscevichi per combattere la Chiesa russa. Insieme hanno anche chiesto le dimissioni del patriarca (san) Tikhon. [13]
L'atto di annessione della Chiesa ortodossa polacca, da parte della diocesi del Fanar, fu commesso in un'epoca in cui il santo ierarca e confessore, il patriarca Tikhon, era in arresto nella prigione interna della GPU (Direzione politica dello Stato) [14] e minacciato di esecuzione.
Dagli anni '20, l'idea del papismo si è andata progressivamente sviluppando nel Fanar, attuandosi in varie iniziative. Il Trono ecumenico si è proclamato capo di tutta la diaspora ortodossa; poi Costantinopoli ha vantato l'autorità di rappresentare il mondo ortodosso nel dialogo con i cattolici e con altre organizzazioni religiose; quindi il Fanar ha annunciato il suo diritto esclusivo di convocare i Concili ecumenici e di concedere l'autocefalia; infine il Patriarcato ecumenico vorrebbe diventare il giudice supremo nelle dispute tra le Chiese ortodosse locali, o nei conflitti dei vescovi con i primati delle proprie Chiese.
Ma tutte queste idee sono state promosse dal Fanar sullo sfondo del significativo indebolimento, a dir poco, della Chiesa ortodossa russa e della sua influenza nel mondo.
Oggi, tuttavia, stiamo assistendo a una situazione completamente diversa. Certamente, il significato attuale della Chiesa ortodossa russa e il suo posto nello stato russo non è esattamente lo stesso di prima della rivoluzione del 1917, ma tuttavia si può dire che la Chiesa russa è risorta dalle ceneri e rinasce come la più popolosa Chiesa ortodossa locale nel mondo.
Circa 150 milioni di persone (secondo alcuni dati, fino a 180 milioni) si considerano il gregge della Chiesa ortodossa russa. In questa chiesa servono circa 40.000 membri del clero; ci sono più di 1000 monasteri, 72 seminari e scuole religiose e 11 istituti di istruzione superiore! A tale riguardo, la Chiesa ortodossa russa si sta sviluppando in modo dinamico.
Nel 2017, il numero dei chierici è aumentato di 521, il numero di parrocchie, di 1340, e il numero di monasteri di diciotto! L'influenza della Chiesa ortodossa russa nel mondo è aumentata incommensurabilmente rispetto al periodo sovietico. Di grande significato è stata la riunificazione della Chiesa ortodossa russa (ROC) e della Chiesa ortodossa russa all'estero (ROCOR) nel 2007.
Nei primi anni '90, la Società imperiale ortodossa di Palestina, che oggi ha filiali e uffici in undici paesi, è risorta e ha fornito un grande aiuto ai cristiani in Medio Oriente e in altre regioni. In Israele, una parte significativa delle proprietà della Chiesa ortodossa russa perse nel 1917 le è stata restituita. Nel 2016, a Parigi è stata consacrata una monumentale cattedrale della santa Trinità, insieme a un centro culturale ed educativo. La cattedrale si trova nel centro di Parigi, a poche centinaia di metri dalla torre Eiffel.
il centro ortodosso russo a Parigi
Durante il periodo sovietico, la Chiesa ortodossa russa non era assolutamente in grado di rispondere alle catture in stile di razzia dei suoi territori canonici e di opporsi efficacemente alle affermazioni papiste del Fanar. Ma ora la situazione è radicalmente diversa; ora la Chiesa ortodossa russa può ben organizzare un'opposizione ai tentativi di Costantinopoli di diventare un "Vaticano ortodosso".
Il 12 settembre, l'arciprete Igor' Jakimchuk, segretario per le relazioni inter-ortodosse del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne della Chiesa ortodossa russa, ha affermato che il Patriarcato di Mosca mantiene contatti regolari con tutte le Chiese ortodosse locali, e che "non una di loro sostiene il progetto di autocefalia ucraina intrapreso da Costantinopoli".
Gli esperti religiosi indipendenti sono meno ottimisti, ma dicono anche che probabilmente, a determinate condizioni e riserve, le azioni del Fanar possono essere sostenute solo da quelle Chiese locali che sono greche nella loro composizione etnica. [15]
Tutto questo è ben noto a Costantinopoli, in quanto i suoi rappresentanti si sono recati in visita praticamente in tutte le Chiese ortodosse locali e hanno chiarito il loro atteggiamento nei confronti di una teorica autocefalia ucraina.
E così sorge una domanda imbarazzante: quali sono le ragioni per cui il patriarca Bartolomeo sta deliberatamente giocando un gioco religioso-politico in perdita?
La risposta è semplice: non è esattamente il suo gioco. I promotori e i curatori di questo progetto non esitano.
Per quanto si può vedere, il curatore del progetto per l'autocefalia ucraina è Sam Brownback, che oggi è l'ambasciatore degli Stati Uniti per la libertà religiosa internazionale, e di recente è stato il governatore del Kansas, membro della Camera dei rappresentanti, senatore, e nel 2008, ha persino concorso per la carica di presidente degli Stati Uniti nel partito repubblicano.
il presidente Petro Poroshenko e l'ambasciatore statunitense per la libertà religiosa, Sam Brownback
È stato Sam Brownback che ha tenuto colloqui ad aprile sull'autocefalia ucraina con il patriarca Bartolomeo, e l'11 settembre è stato a Kiev, e ha parlato dello stesso tema con il presidente ucraino.
L'amministrazione presidenziale non ha nascosto il contenuto di questa conversazione: "L'ambasciatore Brownback ha assicurato che gli Stati Uniti continueranno a sostenere l'Ucraina nella sua lotta per il ripristino della sua sovranità e integrità territoriale e il diritto di avere un'unica Chiesa ortodossa autocefala ucraina".
Solo una persona prevenuta e coinvolta al di là di ogni speranza potrebbe credere che l'ex candidato presidenziale degli Stati Uniti sia venuto in Ucraina semplicemente per parlare al presidente ucraino del diritto alla propria chiesa.
Non si può nemmeno parlare della sovranità ucraina in generale senza un sorriso amaro, poiché la sovranità sotto l'attuale governo assume una forma piuttosto condizionale. [16] E l'arrivo di un "grande capo" dall'altra parte dell'oceano parla di qualcos'altro: è qui per controllare e monitorare i progressi del proprio progetto.
Le affermazioni di Brownback secondo cui "Gli Stati Uniti non interferiscono nella decisione su un Tomos per la Chiesa ucraina, ma contribuiranno a darle vita" è una dichiarazione di lodevole modestia, con l'aiuto della quale l'amministrazione americana cerca di nascondere il suo ruolo nel progetto. [17]
Solo una persona ingenua può credere che "gli Stati Uniti non interferiscano nella decisione sul Tomos". E la frase che gli Stati Uniti "aiuteranno a riportarlo in vita", rivela già le loro intenzioni. Se secondo la Costituzione dell'Ucraina, neanche lo stato ucraino non ha il diritto di creare una chiesa, quanto meno i funzionari statali di un paese straniero (USA) hanno il diritto di parteciparvi. E tuttavia, Brownback sta progettando di "aiutare".
E in quel momento, un ufficiale americano di grado inferiore si è recato in Georgia a spiegare alla Chiesa locale che non aveva bisogno di sostenere la Chiesa ortodossa russa, ma piuttosto, è meglio obbedire agli Stati Uniti.
L'assistente del Segretario di Stato per gli affari europei ed eurasiatici Aaron Wess Mitchell, in visita a Tbilisi, ha dichiarato: "Oggi i nostri sforzi sono principalmente rivolti alle città della Georgia. Ma ci sono molte persone nel paese che non usano i social media. La Chiesa ortodossa per loro è un conduttore indiretto dell'influenza della Russia. Dobbiamo fare di più per spiegare a queste persone: l'Occidente non è indifferente alle tradizioni e alle credenze della società georgiana. A lungo termine, è necessario vincere la Russia. Abbiamo molto da fare, ma è chiaro che il popolo georgiano ha scelto il futuro occidentale e ha bisogno di aiuto".
In altre parole, questa persona:
Wess Mitchell, assistente del Segretario di Stato degli Stati Uniti per l'Europa e l'Eurasia
dovrebbe insegnare a questa persona:
il patriarca Elia della Georgia
...come deve essere la Chiesa ortodossa georgiana.
Funzionari degli Stati Uniti rivelano apertamente il fatto che il Patriarcato di Costantinopoli è sotto l'egida dell'amministrazione statunitense.
Allo stesso tempo, nell'aprile 2018, l'ex ambasciatore degli Stati Uniti in Ucraina, e ora l'ambasciatore in Grecia, Geoffrey Pyatt, [18] ha visitato il Monte Athos e senza alcuna dissimulazione ha scritto su Twitter:
"Ho avuto l'onore di incontrare il metropolita Hierotheos di Nafpaktos a Vatopedi. Abbiamo avuto una discussione importante sull'Ortodossia in tutto il mondo e sul sostegno degli Stati Uniti al Patriarcato ecumenico".
screenshot dall'account Twitter di Geoffrey Pyatt
Benché a prima vista innocue, queste parole di sostegno parlano in realtà alla direzione effettiva del Fanar, da parte degli Stati Uniti. Se si guarda alla politica di Costantinopoli negli ultimi decenni, si può vedere che soddisfa pienamente gli interessi degli Stati Uniti. E questo non è un incidente. Il vantaggio e il fattore decisivo per il Fanar in questa interazione si basa sul fatto che, sotto la pressione delle autorità turche e senza il supporto dell'amministrazione statunitense, il Patriarcato di Costantinopoli avrebbe da tempo cessato di esistere.
 
Ma tutto ha il suo prezzo. Lo Stato americano non è la santa Rus', che per secoli ha potuto inviare enormi somme di denaro a Costantinopoli, costruire chiese e versare il sangue per i suoi fratelli cristiani. [19]
L'America è uno stato molto pragmatico che conta i suoi soldi e i benefici che riceve per averli spesi: "Niente di personale, sono solo affari". [20]
Non è un segreto per nessuno che il Fanar abbia una relazione lunga e molto stretta con l'amministrazione degli Stati Uniti. Così stretta che nel 1949, il presidente degli Stati Uniti Harry Truman [21] contribuì notevolmente a far diventare Atenagora (Spyrou) Patriarca ecumenico, e gli permise persino di usare il suo aereo presidenziale per il suo volo dall'America a Istanbul. [22]
La comunità greca negli Stati Uniti ha un'enorme influenza su Costantinopoli, e l'arcidiocesi americana è la parte più numerosa e ricca del Patriarcato di Costantinopoli. È questa struttura che è la principale fonte di finanziamento del Fanar e ha anche un'influenza significativa sulle decisioni prese dai vescovi di Costantinopoli.
La stessa comunità greca è strettamente integrata nei più alti ambienti finanziari e politici degli Stati Uniti; e naturalmente, i greci ortodossi non possono permettersi di agire in contrasto con la politica condotta dall'amministrazione americana nel suo insieme.
Inoltre, la morale sociale che regna nella società americana "progressista" influisce sull'autocoscienza dei membri dell'arcidiocesi americana. [23] Io voglio credere che i semplici greci ortodossi negli Stati Uniti vivano veramente secondo i comandamenti di Cristo e cerchino di "allontanarsi dal male e fare del bene". [24] Ma qui segue un esempio forte, che caratterizza la morale dei vertici dell'arcidiocesi americana, e va notato che, convenzionalmente, un ruolo molto importante nella sua gestione è giocato da laici, di solito uomini d'affari o politici.
Uno di questi politici influenti nella comunità greca è Michael Huffington, un membro di spicco del partito repubblicano, membro della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti dalla California nel 1993-95, e il fondatore dell'influente risorsa mediatica The Huffington Post, che nel 2012 è stato nominato il sito politico più popolare negli Stati Uniti.
Michael Huffington era dapprima membro della Chiesa presbiteriana, poi si è trasferito a una Chiesa evangelica, e nel 1996, dopo aver viaggiato a Istanbul e dopo aver avuto un colloquio con i fanarioti, è diventato ortodosso. Questo, tuttavia, non gli ha impedito di dichiarare apertamente la sua omosessualità due anni dopo, e nel 2007 ha anche pubblicato un film che promuove l'amore omosessuale con un titolo molto frivolo: "We're all Angels".
l'arcivescovo Demetrios (a sinistra), Michael Huffington (a destra).
Inoltre, l'arcidiocesi greco-ortodossa d'America e Michael Huffington sponsorizzano vari progetti per la promozione delle comunità LGBT, assieme a progetti ecumenici. [25] Per avvicinare gli ortodossi e i cattolici, ha creato presso l'Università Loyola Marymount, [26] un'istituzione ecumenica a suo nome, l'Istituto ecumenico Huffington, e ha affermato che il suo sogno è vedere cattolici e ortodossi entrare in comunione. Considerando che ha già 71 anni, spera che ciò accada presto.
E quest'uomo nel giugno 2018 ha apertamente chiesto le dimissioni dell'Arcivescovo Demetrios, il primate dell'arcidiocesi americana.
Il motivo di tale richiesta è stato uno scandalo che ha comportato la scomparsa di ingenti somme dal tesoro dell'arcidiocesi americana stanziato per la costruzione della cattedrale di san Nicola a New York e per alcuni altri fini. L'influente pubblicazione americana The National Herald ha pubblicato un articolo dedicato all'analisi dello scandalo nell'arcidiocesi americana alla recente sinassi.
screenshot dal National Herald online
La pubblicazione contiene le parole dell'arcivescovo Demetrios, per il quale ha avuto parole di riprovazione per l'uso improprio dei fondi, e l'affermazione secondo cui, dopo questo, gli sponsor dell'arcidiocesi non si fidano più di lui. L'arcivescovo ha detto che gli sponsor non hanno il diritto di chiedere cosa è successo ai soldi, proprio come lui non chiede loro come hanno fatto i loro soldi.
Certo, è molto raro sentire tali massime da un vescovo ortodosso. Ma c'è motivo di credere che le autorità statunitensi sappiano perfettamente chi ha speso questi fondi e come, e l'arcivescovo Demetrios con tale retorica cerca nobilmente di sfuggire alle minacce di alcuni dei suoi colleghi di alto rango.
Quindi, gli Stati Uniti sembrano avere molte leve di pressione sul patriarca ecumenico, quello che sostiene aggressivamente di essere il capo indiscusso dell'intero mondo ortodosso.
Nell'ottobre del 1998 c'è stato un Concilio pan-ortodosso a Sofia, a cui hanno partecipato capi e rappresentanti di quasi tutte le Chiese locali. Il concilio ha avviato la guarigione di uno scisma della Chiesa bulgara, in cui gli scismatici si rivolsero ai primati delle Chiese locali con una lettera penitenziale. Cioè, gli scismatici sono tornati alla Chiesa secondo i canoni, attraverso il pentimento. [27] Si tratta dello stesso pentimento che, come dicono gli scismatici ucraini, "li umilia" e che essi assicurano che è "impossibile" nella situazione attuale.
Il 14 settembre 2018, il Sinodo della Chiesa ortodossa russa ha deciso di appellarsi alle Chiese locali per condurre un giudizio panortodosso sulla situazione in Ucraina. È sorprendente che il patriarca Bartolomeo, lo stesso primate che venti anni fa ha attivamente (e con successo) guarito uno scisma, ora nella situazione dell'Ucraina, stia prendendo una posizione totalmente opposta – non guarire uno scisma, ma legalizzarlo. [28]
Può un capo dell'Ortodossia mondiale cambiare radicalmente la sua posizione sulle questioni più importanti e di principio della vita della Chiesa?
E se no, allora cosa spinge il primate della Chiesa di Costantinopoli ad agire in questo modo?
Ovviamente, nessuno ci darà una risposta diretta.
Ma in ogni caso, nel prossimo futuro, sia l'Ucraina sia l'intero mondo ortodosso devono aspettarsi grandi sconvolgimenti.
Note
[1] Come discusso in questo articolo, Costantinopoli ha dichiarato nel discorso che "Il Patriarcato ecumenico ha la responsabilità di porre le cose in ordine ecclesiastico e canonico perché esso solo ha il privilegio canonico e la preghiera e la benedizione della Chiesa e dei Concili ecumenici per svolgere questo compito supremo ed eccezionale come madre nutrice e genitrice di Chiese".
[2] Mentre le frasi precedenti erano scenari più probabili, quest'ultimo scenario di abolizione è proposto dall'autore come una possibilità teorica. In questo articolo non è un argomento che l'autore difende personalmente, né in generale riflette la posizione ufficiale del Patriarcato di Mosca o di Orthochristian.com. In generale, per quello che vale, il Patriarcato di Mosca ha fatto tutto il possibile in uno spirito fraterno [nonostante non abbia ricevuto sentimenti reciproci da Costantinopoli] per rendere possibile al Patriarcato ecumenico di cambiare idea e di tornare indietro da questa pericolosa posizione papista che ha apparentemente preso. – ndt
[3] Il Patriarcato di Costantinopoli era un tempo sotto il controllo del metropolita di Eraclea, prima di essere elevato alla dignità patriarcale, quando il vescovo locale era semplicemente il vescovo di Bisanzio. La città di Eraclea è oggi chiamata Marmara Ereğlisi. L'ascesa del Patriarcato di Costantinopoli coincise con la città di Bisanzio che si trasformò in Costantinopoli, nuova capitale dell'Impero Romano, la seconda Roma. Bisanzio era una volta, nei primi secoli, un territorio relativamente insignificante, paragonato ad Antiochia e ad Alessandria, per esempio.
[4] Se il Patriarcato di Costantinopoli è attivo a interferire negli affari di una Chiesa locale, cosa impedisce che ciò accada ad un'altra?
[5] È un fatto noto (e un elefante nella stanza) che la maggior parte del finanziamento e del sostegno del Patriarca ecumenico provenga dalle sue proprietà negli Stati Uniti d'America. Quindi ci sono domande sui motivi politici dei finanziatori, per quanto riguarda la Russia.
[7] Vedi la nota 9 qui sotto, questo è ampiamente discusso in questo articolo.
[8] Fonte: sinassi dei vescovi del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli - https://www.uocofusa.org/news_180901_1.html
[9] "Nella lettera del patriarca Dionisio IV, non vi è alcuna indicazione di un termine di tempo o di una data concreta. Sembra che la metropolia di Kiev non fosse così importante per Costantinopoli, dal momento che quest'ultima non si riservò una via d'uscita. Se il patriarca Dionisio avesse teoricamente avuto in mente una natura temporanea del dominio da parte del patriarcato di Mosca, allora non avrebbe esitato a rivendicare i suoi diritti alla prima occasione. Tuttavia, né durante la liquidazione della Confederazione polacco-lituana, né durante le guerre russo-turche, né dopo la rivoluzione di febbraio fino al 1923 (il tomos di autocefalia della Chiesa ortodossa polacca), vediamo alcun documento del Patriarcato ecumenico in cui rivendica i suoi diritti su questi territori". – Fonte: http://www.ortodossiatorino.net/DocumentiSezDoc.php?cat_id=35&id=6639
[10] La nazione romana, o Rûm millet, era il termine con cui i turchi ottomani e alcuni musulmani si riferivano ai cristiani nell'Impero Ottomano e nel Medio Oriente. Allo stesso modo, i cristiani stessi spesso si riferiscono a se stessi come Romani o Chiesa [Ortodossa] romana – NON con riferimento alla Chiesa cattolica romana, agli uniati melchiti, ai cattolici orientali, ecc., ma perché si consideravano il popolo dell'Impero Romano d'Oriente, il cui trono e retaggio fu conservato in Russia, con Mosca come "terza Roma". Tutto questo per illustrare come eventi tanto lontani, dal Battesimo della Rus' fino alla caduta della seconda Roma di Costantinopoli e al trasferimento del titolo "Roma" a Mosca, alla prima guerra mondiale e alla caduta dell'Impero Russo, hanno effetti sul mondo fino a oggi. – ndt
[11] Ci si deve ricordare che sono la prima guerra mondiale, il potente Impero Russo era collassato, e la Russia era nel caos, lasciando i suoi vasti territori "pronti da prendere", per così dire, da Costantinopoli per guadagnare a scapito della sfortuna e della sofferenza del popolo della santa Rus'.
[12] Cfr. Nota 9. Quest' idea, così come le circostanze storiche del trasferimento della metropolia di Kiev al patriarcato di Mosca, sono discusse in questo articolo, e la falsa idea di Costantinopoli viene smentita. Si deve sempre ricordare che la Chiesa di Kiev e la Chiesa russa emersero dallo stesso fonte battesimale, e furono brevemente separate (nel grande schema delle cose) come risultato di invasioni politiche (dei mongoli) e occupazioni (di Polonia-Lituania). Le Chiese in origine sono la stessa e unica cosa.
[14] Un predecessore del KGB, parte della lunga serie di servizi segreti russi per la sicurezza dello stato. La tradizione di lunga data di un potentissimo apparato di sicurezza statale in Russia iniziò probabilmente nel XVI secolo sotto Ivan il Terribile, con la sua Oprichnina. La grande dimensione della Russia e la necessità di una leadership centrale hanno creato nella società russa una certa abitudine di dedicare una grande quantità della società alla sicurezza dello stato e a prevenire i colpi di stato. Purtroppo, dopo la rivoluzione, questa abilità ampiamente sviluppata fu usata contro la Chiesa. L'attuale agenzia per la sicurezza dello stato, l'FSB, sta comunque contribuendo a finanziare e abbellire una chiesa, come parte della nuova Russia libera di oggi, in un ritorno alla sua antica tradizione.
[15] Detto questo, c'è stato un notevole sostegno da parte dei vescovi greci della Chiesa di Grecia e di altre alla Chiesa canonica dell'Ucraina.
[16] Nella guerra nell'Ucraina orientale, circa 10.000 cittadini ucraini tra cui bambini e chierici sono stati uccisi in una cosiddetta "Operazione anti-terrorismo", che in realtà ha assunto la forma di una persecuzione in stile fascista, con letterali marce neo-naziste per le strade.
[17] Un'interessante discussione sui complessi metodi di propaganda, relazioni pubbliche e guerra psicologica impiegati da agenti dello stato storico può essere trovata qui: http://orthochristian.com/115821.html
[18] Pyatt era tra i funzionari statunitensi con cui Victoria Nuland distribuiva biscotti sul Majdan ai combattenti ucraini durante i giorni caotici e violenti del colpo di stato. Quando Nuland è stata interrogata dal membro del Congresso americano Dana Rohrabacher riguardo alla presenza di neonazisti coinvolti tra i combattenti di strada sul Majdan e tra i gruppi che lei e gli Stati Uniti hanno sostenuto, ha faticato a parlare dell'argomento. È stata costretta ad ammettere che "c'erano molti colori dell'Ucraina coinvolti, compresi colori molto brutti", confermando in modo efficace con le sue stesse parole il noto sostegno del governo USA a gruppi neonazisti e radicali in Ucraina.
[19] Un piccolo esempio di ciò è la grande cattedrale di sant'Aleksandr Nevskij a Sofia, in Bulgaria, costruita dai bulgari riconoscenti all'esercito russo, che liberò gli slavi bulgari dall'occupazione turca ottomana. Questo è semplicemente un microcosmo di tale situazione.
[20] Questo parla in generale delle differenze tra la Santa Rus' / la Russia e la mentalità dell'Occidente. La mentalità russa, influenzata dall'Ortodossia, è immortalata nella citazione di Fjoodor Tjutchev: "Non puoi capire la Russia con la tua mente: non può essere imprigionata da misurazioni terrene; la Russia ha uno status speciale: nella Russia puoi solo credere". Questo essenzialmente significa che la Russia è un concetto spirituale, una questione di fede in cui si crede, basata sull'idea di "anima russa". È naturale per i russi credere che essi si sacrificano per la Russia, che gli individui si sacrificano per il collettivo, perché la Russia è una società collettiva, mentre l'Occidente post-illuminista è diventato individualista. Questo è il motivo per cui l'Occidente crede nell'idea del "vangelo della prosperità", cioè che più si è ricchi, più Dio ti ama. I russi tuttavia sono influenzati dall'idea che la sofferenza purifica l'anima, e che la sofferenza con amore per i fratelli cristiani concede la vicinanza a Dio. Questa idea è incomprensibile per l'Occidente individualista, perché la sua intera coscienza si basa sulla mentalità falsa e pragmatica dell'uomo. La Russia, tuttavia, è collettiva, basata sulla fede nella Russia, e alla fine in Dio, basata sull'anima. – ndt
[21] La prima (e finora unica) persona ad aver usato armi nucleari su altri esseri umani.
[22] Il patriarca Atenagora è un uomo molto controverso, per non dire altro. Fu il primo patriarca ad incontrare il papa dal Grande Scisma del 1054. Un blog della Chiesa greco-ortodossa in America sul tema, ammette apertamente tra le altre cose: "I presidenti americani capirono che il sostegno attivo di Washington e la difesa del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli non era solo coerente con il principio della libertà religiosa, ma era anche un'importante risorsa globale per evidenziare e comunicare i valori americani nelle arene gemelle delle relazioni internazionali e della diplomazia della Grande Potenza". Era un sostenitore dell'uso di organi in chiesa, e altri siti ortodossi rivendicano che quando era vescovo in America, aveva tentato di arruolarsi nell'esercito degli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale, ma era stato rifiutato (mostrando un falso documento di coscrizione), e che avrebbe dato un frammento della vera Croce al presidente Truman.
[23] Vedi nota 25: l'influenza delle ideologie politiche liberali nel Patriarcato ecumenico in generale è menzionata in questo articolo.
[24] Salmo 33:15 nelle Bibbie russe e slavoniche, elencato come 34:14 in alcune Bibbie non ortodosse.
[25] "...Costantinopoli predica una tendenza liberale nell'Ortodossia. Si parla di preghiere comuni con protestanti e cattolici, che, per usare un eufemismo, non sono gradite nell'Ortodossia... Stanno rilasciando costantemente segnali e segnali semi-trasparenti sulla liceità di orientamenti sessuali non convenzionali... Mosca, al contrario, incarna l'Ortodossia conservatrice, tradizionalista... Ma le discussioni teologico-scientifiche sono una cosa, mentre l'invasione diretta della casa di qualcun altro è una questione completamente separata... il patriarca ecumenico Bartolomeo ha proclamato e sottolineato uno scisma nell'Ortodossia, tra le linee liberali e conservatrici. Ed egli è ufficialmente diretto in una direzione liberale". Fonte: http://orthochristian.com/115696.html
[26] Un'università gesuita – gli stessi gesuiti che contribuirono all'omicidio di massa dei cristiani ortodossi in Ucraina, sotto forma di terrore cattolico-uniata che avvenne dal tardo XVI secolo fino alla seconda guerra mondiale, quando gli uniati (greco-cattolici) combatterono a fianco e all'interno della divisione SS Galizia di Hitler. Il clero uniate continua a celebrare memoriali a tema nazista in Ucraina.
[27] In un'intervista, l'arcivescovo Feodosij della Chiesa Ortodossa Ucraina ha chiaramente spiegato in questa stessa luce, che è solo attraverso il pentimento che gli scismatici possono essere ricondotti nel seno della Chiesa. Vladyka ha detto: "Per la guarigione dello scisma in Ucraina è necessario il pentimento, non l'autocefalia". http://orthochristian.com/115266.html
[28] Vedi sopra. Nella stessa intervista l'arcivescovo ha spiegato che legalizzare lo scisma non è (canonicamente) possibile.

sabato 15 settembre 2018

Quello che mai avremmo voluto che accadesse, si è avverato, dopo la sciagurata nomina di due Esarchi del patriarcato di Costantinopoli in Ukraina, terra canonica russa, il Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa del Patriarcato di Mosca, come aveva promesso, ha preso le sue contromisure.
Il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa, il 14 settembre, dopo aver studiato la situazione, ha deciso di sospendere:
1) Ogni ricordo orante del Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo nelle varie celebrazioni liturgiche;
2) Ogni cooperazione con i gerarchi del Patriarcato di Costantinopoli;
3) La partecipazione della Chiesa ortodossa russa in tutte le assemblee episcopali, dialoghi teologici, commissioni multilaterali e altre strutture, presiedute o co-presiedute dai rappresentanti del Patriarcato di Costantinopoli.
A questo riguardo, io padre Giovanni Capparelli, parroco delle Chiese del Patriarcato di Mosca di Castrovillari e Altomonte, a tutte le parrocchiane ed a tutti i parrocchiani affidati alla mia cura pastorale: "Consiglio paternamente non ricevere sacramenti dai sacerdoti del patriarcato di Costantinopoli, di non partecipare alle varie ufficiature liturgiche nelle chiese del patriarcato di Costantinopoli fino a quando le cose non dovessero mettersi sulla giusta strada".
Tutti i fedeli, indistintamente, che "credono" di appartenere al nostro nostro Patriarcato, sono pregati di rispettare le direttive emerse nella riunione del Santo Sinodo del 14 settembre 2018, presso il Monastero di San Daniele a Mosca, sotto la presidenza del Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill !!
Nel frattempo non ci resta che pregare. Grazie


venerdì 14 settembre 2018

Vi presento alcuni articoli, sulla situazione in Ukraina, circa l'intento del patriarcato turco, di dare, sotto le pressioni americane, massoniche e economiche, l'autocefalia alla chiesa scismatica del patriarcato di Kiev tratti dal sito del confratello p. Ambrogio di Torino.

  


Chi sta con Mosca?
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Che cosa dicono le Chiese ortodosse locali sulla situazione in Ucraina?
Patriarca Teofilo di Gerusalemme: "L'unità della Chiesa è un dono dello Spirito Santo, e noi siamo chiamati a preservarla e a rafforzarla. La distruzione di questa unità è un grave crimine. Condanniamo nei termini più categorici coloro che stanno commettendo azioni dirette contro le parrocchie della Chiesa ortodossa canonica in Ucraina. Non invano i santi Padri ci ricordano che la violazione dell'unità della Chiesa è il peccato più grave".
Arcivescovo Teodosio di Sebastia, Patriarcato di Gerusalemme: "Le Chiese ortodosse del mondo, inclusa Gerusalemme, riconoscono solo l'autorità della Chiesa ortodossa russa in Ucraina, guidata dal metropolita Onufrij, un membro del Sinodo della Chiesa ortodossa russa. Sosteniamo tutti gli sforzi per porre fine allo scisma nella Chiesa ortodossa ucraina: la Chiesa è un luogo di amore, unità e pace, e non di odio e di scisma. Lo scisma in Ucraina è molto sfortunato, e spero che il patriarca di Costantinopoli e gli altri capi delle Chiese ortodosse del mondo si coordinino con la Chiesa ortodossa russa per far avanzare iniziative per porre fine a questa situazione malsana, inaccettabile e ingiustificata".
Patriarca Teodoro II di Alessandria e di tutta l'Africa: "Preghiamo Dio, che fa tutto per il nostro bene, che ci istruisca tutti a trovare una soluzione a questi problemi. Se lo scismatico Denisenko [l'autoproclamato "patriarca" del "patriarcato di Kiev" scismatico, ndt] vuole tornare nel seno della Chiesa, allora deve rivolgersi al luogo da dove è partito. Ciò che è caduto deve tornare da dove è caduto. Dio è misericordioso verso coloro che si pentono e la Chiesa perdona e accoglie nel suo abbraccio materno tutti coloro che si pentono".
Patriarca Giovanni X di Antiochia e di tutto l'Oriente: "La Chiesa antiochena è unita alla Chiesa russa, esprimendosi contro lo scisma della Chiesa in Ucraina".
Patriarca Elia della Georgia: "Sua Beatitudine non è d'accordo con l'iniziativa del Patriarcato ecumenico riguardante l'Ucraina, poiché riconosce solo la Chiesa legittima guidata dal metropolita Onufrij".
Patriarca Irenej di Serbia: riferendosi all'Ucraina, il patriarca della Serbia definisce "molto pericoloso o addirittura catastrofico, probabilmente fatale per l'unità della Santa Ortodossia", l'atto "di reintegrare gli scismatici al rango di vescovi, in particolare gli scismarchi come il "patriarca" Filarete Denisenko di Kiev, e di riportare gli scismatici alla comunione liturgica e canonica senza il loro pentimento e il loro ritorno all'unità della Chiesa ortodossa russa dalla quale si sono staccati. E tutto senza il consenso del Patriarcato di Mosca e senza coordinamento con esso".
Santo Sinodo della Chiesa ortodossa serba: "L'Assemblea esprime piena solidarietà, in un amore fraterno di co-sofferenza, con la Chiesa sorella martire in Ucraina, esposta alla più dura persecuzione da parte dell'attuale regime a Kiev".
Santo Sinodo della Chiesa ortodossa polacca: "Esprimiamo la chiara posizione della Chiesa ortodossa polacca, cioè che la vita ecclesiastica della Chiesa ortodossa canonica dovrebbe essere basata sui principi del dogma e dei santi canoni della Chiesa ortodossa. La violazione di questo principio porta al caos nella vita della Chiesa. Ci sono alcuni gruppi scismatici in Ucraina che devono prima pentirsi e ritornare alla Chiesa canonica. Solo allora potremo discutere la questione della concessione dell'autocefalia. Non dobbiamo essere guidati dal clima politico in questioni di dogma e di canoni".
Metropolita Rostislav delle Terre Ceche e della Slovacchia: "Uno scisma, causato dall'egoismo dell'uomo, può essere guarito solo attraverso il pentimento e il ritorno alla Chiesa", ha osservato il primate. "La nuova autocefalia deve essere il risultato di un consenso".
Patriarca Neofit della Bulgaria: "Ho sempre avuto un ottimo rapporto con sua Beatitudine il metropolita Onufrij. Sappiamo che ama il popolo ucraino e lavora umilmente per il bene dell'Ucraina e di tutti i cristiani ortodossi. Pregheremo che il Signore gli conceda salute e forza per sopportare con successo l'obbedienza che gli è stata data dal Signore e che porta con dignità".
E da un'altra fonte: "Sua Santità ha detto che le questioni rilevanti erano state più volte discusse nelle sessioni del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa bulgara e ha ripetutamente espresso la sua posizione in merito. Il Segretario Generale del Santo Sinodo, il vescovo Gerasim di Melnik, ha sottolineato che la Chiesa ortodossa bulgara conosce bene la situazione ucraina e la sua complessità, ma è necessario osservare rigorosamente i canoni ecclesiastici, che la Chiesa ortodossa ha seguito per molti secoli".
Metropolita Gabriel di Lovech, Chiesa ortodossa bulgara: "Non c'è grazia di Dio nello scisma. E senza la grazia di Dio non ci può essere Chiesa. La gente deve ritornare alla Chiesa canonica, dove c'è la grazia di Dio e dove l'uomo può essere salvato. Lo scisma è un fenomeno molto dannoso e pernicioso. La base di ogni divisione è l'orgoglio. Questo è l'unico modo – non ce ne può essere un altro, secondo me".
Metropolita Giorgio di Kitros, Katerini e Platamon, Chiesa di Grecia: "La Chiesa greco-ortodossa e tutte le altre chiese ortodosse del mondo riconoscono solo una chiesa canonica dell'Ucraina – la Chiesa ortodossa ucraina guidata da sua Beatitudine il metropolita Onufrij".
Metropolita Atanasio di Limassol, Chiesa di Cipro: "Prima di tutto, questa questione dovrebbe essere risolta dal Patriarca di Mosca, nella cui giurisdizione si trova la Chiesa ucraina, quindi dalla Chiesa ortodossa ucraina canonica e poi da tutte le Chiese ortodosse sotto la presidenza del Patriarcato ecumenico, ma prima di tutto, la prima parola è della Chiesa madre della Chiesa ucraina, che è il Patriarcato di Mosca. Ad essa spetta la prima parola in questo processo. Che rapporto ha la Chiesa ecumenica con lo scisma di Filarete in Ucraina? Come può essere superato? Noi desideriamo che i nostri fratelli che sono nello scisma ritornino alla Chiesa sotto la guida del metropolita Onufrij: è l'unica Chiesa canonica in Ucraina, in comunione con il Patriarcato di Mosca e con tutte le chiese ortodosse canoniche... Preghiamo per questo".
Dichiarazione del Sinodo dei Vescovi della Chiesa ortodossa russa al di fuori della Russia a sostegno della Chiesa ortodossa ucraina canonica: "Con questa dichiarazione, esprimiamo il nostro completo sostegno a sua Beatitudine il metropolita Onufrij, insieme ai suoi confratelli arcipastori, al clero, ai monaci e al fedele gregge dell'unica Chiesa ortodossa ucraina canonica, e con amore ci inchiniamo davanti alle loro lotte di confessori. Nessuna alterazione della vita della Chiesa può essere avviata o imposta da autorità secolari. I tentativi attuali di influenzare la vita della Chiesa dall'esterno rivelano solo i motivi e gli obiettivi fondamentalmente non ecclesiali di coloro che cercano di attuarli".

    


La terza Roma o la quarta Roma?
dal blog del sito Orthodox England
12 settembre 2018
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In una sorprendente intervista sul noto giornale greco "Ethnos", il metropolita Emmanuel (l'etnarca greco per la Francia, spesso considerato come il successore del patriarca Bartolomeo) ha appena confessato un certo numero di eresie.
In primo luogo, ha insistito nel chiamare il Patriarcato di Costantinopoli "la Chiesa madre" di vasti territori, che sono completamente canonicamente indipendenti da Costantinopoli e lo sono stati per secoli, e ha affermato che questo titolo gli conferisce oggi il diritto di intromettersi nei loro affari interni.
In secondo luogo, ha affermato che il "processo di concessione dell'autocefalia in Ucraina" da parte di Costantinopoli è iniziato e che questa "è una priorità". In altre parole, Costantinopoli concederà gli scismatici filetisti della giunta di Kiev gestita dagli Stati Uniti (che chiama "il popolo ucraino"!) l'autocefalia, e che non si tratta di se, ma di quando. (È forse questa la vendetta sulla Chiesa russa per non aver partecipato all'eretico "Concilio di Creta" nel 2016, con il suo programma obamesco?).
In terzo luogo, ha affermato che "nel 1054 il cristianesimo si è diviso in Ortodossia e Cattolicesimo romano"! Eppure ogni scolaro ortodosso sa che nel 1054 l'élite dirigente dell'Europa occidentale si separò dalla Chiesa ortodossa e inventò il Cattolicesimo romano!
È chiaro che tutta la civiltà ortodossa, che ha come leader spirituale il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus', si trova di fronte a una scelta. Come ha fatto il presidente della Moldova Igor Dodon, che alcune forze hanno tentato di assassinare a Chișinău la scorsa settimana, può scegliere l'Ortodossia. È lui che ha dichiarato: "Io sono il presidente degli ortodossi, non dei sodomiti" e per il 13 settembre ha organizzato il "Congresso internazionale delle famiglie" contro il progetto anticristiano di globalizzazione del Nuovo Ordine Mondiale degli Stati Uniti e dei suoi vassalli della UE e della NATO. Oppure può preferire la corruzione del dollaro al cristianesimo ortodosso, commettendo così l'apostasia dalla Chiesa di Dio e perdendo la salvezza nell'eternità.
Ora vediamo che la profezia di san Paisio l'Athonita (+1994), che solo trent'anni fa sembrava impossibile, si sta avverando. Qui ci riferiamo alla sua profezia che un terzo dei turchi sarà battezzato. Quando il 15 luglio 2016 Washington ha tentato di uccidere il presidente turco Erdoğan, questi si è salvato con solo mezz'ora di anticipo grazie a un avvertimento proveniente dalla Russia, e ha poi cambiato posizione da Washington a Mosca. Arriverà il momento in cui vedremo una Chiesa ortodossa turca, aperta dalla Chiesa ortodossa russa. Nel suo filetismo, Costantinopoli si è sempre rifiutato di fare questo passo. (Nella nostra parrocchia abbiamo già un modesto numero di tre parrocchiani ortodossi turchi con le loro famiglie).
Questa sarà la risposta russa al secolo di intromissioni divisive di Costantinopoli in tutta la diaspora, in Estonia e ora in Ucraina. Noi russi ortodossi di tutte le nazionalità abbiamo saputo per oltre 500 anni che, dopo la caduta della prima e della seconda Roma, la terza Roma è Mosca e che non ci sarà una quarta Roma. Tuttavia, prima Parigi, poi Londra, poi Berlino e ora Washington hanno tutte cercato di essere una quarta Roma. Erano e sono progetti sciocchi.
Mentre un'enorme tempesta si accumula sulla costa orientale degli Stati Uniti, appena a sud di Washington, anch'essa imparerà che non si può giocare a fare Dio. Proprio come gli imperi francese, britannico e tedesco sono caduti fuori dalla storia, così cadrà anche l'impero americano e il suo vassallo a Costantinopoli. Una quarta Roma non ci sarà. Tutti i 216 milioni di ortodossi devono fare una scelta: Mosca, oppure il satellite di Washington, Costantinopoli.

 

  


Il declino del Patriarcato di Costantinopoli
Una panoramica scritta nel 1938
di san Giovanni (Maksimovich) di Shanghai e San Francisco
Orthochristian.com
9 settembre 2018
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Il seguente articolo, che fa parte di un rapporto su tutte le Chiese autocefale fatto dall'arcivescovo Giovanni al secondo Concilio di tutta la diaspora della Chiesa russa all'estero, tenuto in Jugoslavia nel 1938, fornisce il quadro storico dell'attuale stato del Patriarcato di Costantinopoli. Potrebbe benissimo essere stato scritto oggi, a parte alcuni piccoli punti che sono cambiati da allora. Lo riproduciamo qui per portare più chiarezza nell'attuale crisi ecclesiastica che circonda il Patriarcato ecumenico e l'Ucraina.
Il primato tra le Chiese ortodosse è posseduto dalla Chiesa della Nuova Roma, Costantinopoli, che è guidata da un patriarca che ha il titolo di ecumenico, e quindi è chiamata il Patriarcato ecumenico, che territorialmente ha raggiunto il culmine del suo sviluppo alla fine del XVIII secolo. In quel tempo vi era inclusa tutta l'Asia Minore, l'intera penisola balcanica (eccetto il Montenegro), insieme alle isole adiacenti, poiché le altre Chiese indipendenti nella penisola balcanica erano state abolite ed erano entrate a far parte del Patriarcato ecumenico. Il patriarca ecumenico aveva ricevuto dal Sultano turco, ancor prima della presa di Costantinopoli da parte dei turchi, il titolo di millet bash, cioè il capo del popolo, ed era considerato il capo di tutta la popolazione ortodossa dell'Impero turco. Ciò, tuttavia, non impediva al governo turco di rimuovere i patriarchi per qualsiasi motivo e di richiedere nuove elezioni, riscuotendo allo stesso tempo una grande tassa dal nuovo patriarca eletto. Apparentemente quest'ultima circostanza aveva un grande significato nel cambiamento dei patriarchi da parte dei turchi, e quindi accadeva spesso che ammettessero di nuovo sul trono patriarcale un patriarca che essi stessi avevano rimosso, dopo la morte di uno o più dei suoi successori. Così, molti patriarchi hanno occupato la loro sede più volte, e ogni salita al trono era accompagnata dalla riscossione di una tassa speciale da parte dei turchi.
Per recuperare la somma che aveva pagato per la sua salita al trono patriarcale, un patriarca faceva una raccolta tra i metropoliti a lui subordinati, e questi, a loro volta, facevano una raccolta tra il clero loro subordinato. Questo modo di gestire le finanze ha lasciato un'impronta sull'intero ordine della vita del patriarcato. Nel patriarcato era pure evidente la "grande idea" greca, cioè il tentativo di restaurare l'Impero romano d'Oriente, dapprima in ambito culturale, ma in seguito anche politico. Per questo motivo a tutti i posti importanti furono assegnate persone fedeli a questa idea, e per la maggior parte i greci di Costantinopoli facevano riferimento al Fanar, dove si trovava la sede del patriarcato. Quasi sempre le sedi episcopali erano occupate dai greci, anche se nella penisola balcanica la popolazione era principalmente slava.
All'inizio del XIX secolo iniziò un movimento di liberazione tra i popoli balcanici, che si sforzavano di liberarsi dall'autorità dei turchi. Sorsero gli stati di Serbia, Grecia, Romania e Bulgaria, dapprima semi-indipendenti, e quindi completamente indipendenti dalla Turchia. Parallelamente a ciò proseguì anche la formazione di nuove Chiese locali separate dal Patriarcato ecumenico. Anche se controvoglia, sotto l'influenza delle circostanze, i patriarchi ecumenici permisero l'autonomia delle Chiese nei principati vassalli, e in seguito riconobbero la piena indipendenza delle Chiese in Serbia, Grecia e Romania. Solo la questione bulgara fu complicata da una parte per l'impazienza dei bulgari, che non avevano ancora raggiunto l'indipendenza politica, e, dall'altra parte, per l'inflessibilità dei greci. La volontaria dichiarazione dell'autocefalia bulgara sulla fondazione di un firmano (decreto) del sultano non fu riconosciuta dal patriarcato, e in un certo numero di diocesi fu stabilita una gerarchia parallela.
Costantinopoli, XIX secolo
I confini delle Chiese appena formate coincidevano con i confini dei nuovi stati, che crescevano continuamente a spese della Turchia, acquisendo allo stesso tempo nuove diocesi dal patriarcato. Tuttavia, nel 1912, quando iniziò la guerra balcanica, il Patriarcato ecumenico contava circa 70 metropolie e diversi vescovati. La guerra del 1912-13 strappò alla Turchia una parte significativa della penisola balcanica con grandi centri spirituali come Salonicco e l'Athos. La Grande Guerra del 1914-18 per un tempo privò la Turchia di tutta la Tracia e della costa dell'Asia Minore con la città di Smirne, che furono successivamente perse dalla Grecia nel 1922 dopo l'infruttuosa marcia dei greci su Costantinopoli.
Qui il Patriarca ecumenico non poteva facilmente lasciare fuori dalla sua autorità le diocesi che erano state strappate alla Turchia, come era stato fatto in precedenza. Si parlava già di certi luoghi che da tempi antichi erano stati sotto l'autorità spirituale di Costantinopoli. Nondimeno, il Patriarca ecumenico nel 1922 riconobbe l'annessione alla Chiesa serba di tutte le aree entro i confini della Jugoslavia; accettò l'inclusione nella Chiesa di Grecia di un certo numero di diocesi nello Stato greco, mantenendo, tuttavia, la sua giurisdizione sull'Athos; e nel 1937 riconobbe persino l'autocefalia della piccola chiesa albanese, che in origine non aveva riconosciuto.
I confini del Patriarcato ecumenico e il numero delle sue diocesi erano significativamente diminuiti. Allo stesso tempo il Patriarcato ecumenico perse di fatto anche l'Asia Minore, sebbene questa rimanesse all'interno della sua giurisdizione. Conformemente al trattato di pace tra Grecia e Turchia del 1923, si verificò uno scambio di popolazioni tra queste potenze, così che tutta la popolazione greca dell'Asia Minore dovette risiedere in Grecia. Antiche città che un tempo avevano un grande significato nelle questioni ecclesiastiche ed erano gloriose loro nella storia ecclesiastica, rimasero senza un solo abitante di fede ortodossa. Allo stesso tempo, il Patriarca ecumenico perse il suo significato politico in Turchia, poiché Kemal Pasha lo privò del titolo di capo del popolo. Di fatto, attualmente sotto il Patriarca ecumenico ci sono cinque diocesi nei confini della Turchia oltre all'Athos con i luoghi circostanti in Grecia. Il patriarca è estremamente ostacolato nella manifestazione anche dei suoi indiscutibili diritti di governo ecclesiastico entro i confini della Turchia, dove è considerato un normale funzionario turco, per di più sotto la supervisione del governo. Il governo turco, che interferisce in tutti gli aspetti della vita dei suoi cittadini, solo come privilegio speciale gli ha permesso, come anche al patriarca armeno, di portare capelli lunghi e abbigliamento clericale, cose proibite al resto del clero. Il patriarca non ha alcun diritto di libera uscita dalla Turchia, e ultimamente il governo sta perseguendo sempre più insistentemente il suo trasferimento nella nuova capitale di Ankara (l'antica Ancyra), dove ora non ci sono cristiani ortodossi, ma dove è concentrata l'amministrazione con tutti i rami della vita governativa.
Un tale declino del vescovo della città di san Costantino, che era una volta la capitale dell'ecumene, non ha intaccato la riverenza verso di lui tra i cristiani ortodossi, che hanno riverenza per la sede dei santi Giovanni Crisostomo e Gregorio il Teologo. Dall'alto di questa sede il successore dei santi Giovanni e Gregorio potrebbe guidare spiritualmente l'intero mondo ortodosso, se solo avesse la loro fermezza nella difesa della rettitudine e della verità e l'ampiezza di opinioni del recente patriarca Ioachim III. Tuttavia, al declino generale del Patriarcato ecumenico si è aggiunta la direzione della sua attività dopo la Grande Guerra. Il Patriarcato ecumenico ha voluto recuperare la perdita delle diocesi che hanno lasciato la sua giurisdizione, e allo stesso modo la perdita del suo significato politico entro i confini della Turchia, sottomettendo a se stesso aree dove finora non vi era stata alcuna gerarchia ortodossa, e allo stesso modo le Chiese di stati in cui il governo non è ortodosso. Così, il 5 aprile 1922, il patriarca Meletios ha designato un esarca per l'Europa occidentale e centrale con il titolo di metropolita di Thyateira con residenza a Londra; il 4 marzo 1923 lo stesso patriarca ha consacrato l'arcivescovo cecoslovacco Savvaty come arcivescovo di Praga e di tutta la Cecoslovacchia; il 15 aprile 1924, è stata fondata una metropolia d'Ungheria e di tutta l'Europa centrale con sede a Budapest, anche se lì c'era già un vescovo serbo. In America è stato fondato un arcivescovato sotto il trono ecumenico, poi nel 1924 è stata fondata una diocesi in Australia con sede a Sydney. Nel 1938 l'India è stata subordinata all'arcivescovo d'Australia.
Allo stesso tempo, è proseguita la soggezione di parti separate della Chiesa ortodossa russa che sono state strappate alla Russia. Così, il 9 giugno 1923, il patriarca ecumenico ha accettato nella sua giurisdizione la diocesi di Finlandia come Chiesa autonoma finlandese; il 23 agosto 1923, la Chiesa estone è stata sottoposta allo stesso modo; il 13 novembre 1924, il patriarca Gregorios VII ha riconosciuto l'autocefalia (cioè, piuttosto un'autonomia) della Chiesa polacca sotto la supervisione del Patriarcato ecumenico. Nel marzo del 1936, il patriarca ecumenico ha accettato la Lettonia nella sua giurisdizione. Non limitandosi all'accettazione nella sua giurisdizione delle Chiese in regioni che erano state staccate dai confini della Russia, il patriarca Photios ha accettato nella sua giurisdizione il metropolita Evlogij nell'Europa occidentale insieme alle parrocchie a lui subordinate, e il 28 febbraio 1937, un arcivescovo della giurisdizione del patriarca ecumenico in America ha consacrato il vescovo Theodore-Bogdan Shpilko per una chiesa ucraina nel Nord America.
Così, il patriarca ecumenico è diventato in realtà "ecumenico" [universale] nell'ampiezza del territorio teoricamente soggetto a lui. Quasi l'intero globo terrestre, a parte i piccoli territori dei tre antichi patriarcati e il territorio della Russia sovietica, secondo l'idea dei leader del patriarcato, rientra nella composizione del Patriarcato ecumenico. Aumentando senza limiti il ​​loro desiderio di sottomettere a sé parti della Russia, i patriarchi di Costantinopoli hanno perfino iniziato a dichiarare la non canonicità dell'annessione di Kiev al patriarcato di Mosca, e a dichiarare che la preesistente metropolia russa meridionale di Kiev dovrebbe essere soggetta al trono di Costantinopoli. Un tale punto di vista non è espresso chiaramente solo nel Tomos del 13 novembre 1924, in connessione con la separazione della Chiesa polacca, ma è anche ampiamente promosso dai patriarchi. Così, il vicario del metropolita Evlogij di Parigi, consacrato con il permesso del patriarca ecumenico, ha assunto il titolo di vescovo di Chersoneso; cioè, Chersoneso, che è ora nel territorio della Russia, sarebbe soggetta al patriarca ecumenico. Il prossimo passo logico per il Patriarcato ecumenico sarà quello di dichiarare che tutta la Russia è sotto la giurisdizione di Costantinopoli.
Tuttavia, la vera forza spirituale e persino i veri confini dell'autorità non corrispondono a tale auto-esaltazione di Costantinopoli. Per non parlare del fatto che quasi ovunque l'autorità del Patriarca è del tutto illusoria e consiste per la maggior parte nella conferma dei vescovi che sono stati eletti in vari luoghi o l'invio di tali vescovi da Costantinopoli, molte terre che Costantinopoli considera soggette a se stessa non hanno alcun gregge sotto la sua giurisdizione.
il patriarca Meletios
Anche l'autorità morale dei patriarchi di Costantinopoli è caduta molto in basso in considerazione della loro estrema instabilità in materia ecclesiastica. Così, il Patriarca Meletios IV ha organizzato un "Congresso pan-ortodosso", con rappresentanti di varie chiese, che ha decretato l'introduzione del nuovo calendario. Questo decreto, riconosciuto solo da una parte della Chiesa, ha introdotto uno spaventoso scisma tra i cristiani ortodossi. Il patriarca Gregorio VII ha riconosciuto il decreto del consiglio della Chiesa vivente in merito alla deposizione del patriarca Tikhon, che non molto tempo prima il Sinodo di Costantinopoli aveva dichiarato "confessore", e poi è entrato in comunione con i "rinnovazionisti" in Russia, cosa che continua fino a ora.
In breve, il Patriarcato ecumenico, che in teoria abbraccia quasi l'intero universo e di fatto estende la sua autorità solo su diverse diocesi, e in altri luoghi ha solo un superficiale controllo dall'alto e per questo riceve alcune sovvenzioni, è perseguitato dal governo del suo paese e non è sostenuto da alcuna autorità governativa all'estero: avendo perduto il suo significato di pilastro della verità e essendosi trasformato in una fonte di divisione, e allo stesso tempo essendo posseduto da un amore esorbitante per il potere, rappresenta uno spettacolo pietoso che richiama i periodi peggiori nella storia della sede di Costantinopoli.
Da The Orthodox Word, vol. 8, n. 4 (45), luglio-agosto 1972, pp. 166-168, 174-175.

Dichiarazione del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa dell'8 settembre 2018


  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 
 Patriarchia.ru, 8 settembre 2018
Il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa esprime la sua risoluta protesta e profonda indignazione in connessione con il comunicato pubblicato il 7 settembre 2018, della Segreteria Generale del Santo Sinodo del Patriarcato di Costantinopoli, che annuncia la nomina di due vescovi di questa Chiesa – l'arcivescovo Daniel di Pamphilon (USA) e il vescovo Hilarion di Edmonton (Canada) – come 'esarchi' del Patriarcato ecumenico a Kiev.
Questa decisione è stata presa senza un accordo con il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus' e con il metropolita Onufrij di Kiev e di tutta l'Ucraina, e costituisce una flagrante violazione dei canoni ecclesiastici che vietano ai vescovi di una Chiesa locale di interferire nella vita interna e negli affari di un'altra Chiesa locale (Canone 2 del II Concilio ecumenico; Canone 20 del Concilio Trullano, Canone 13 del concilio di Antiochia, Canoni 3, 11 e 12 del Concilio di Sardica). Contraddice del tutto la finora immutata posizione del Patriarcato di Costantinopoli e dello stesso stesso patriarca Bartolomeo, che ha più volte dichiarato di riconoscere il metropolita Onufrij come unico capo canonico della Chiesa ortodossa in Ucraina.
La decisione del Patriarcato di Costantinopoli di affidare la questione della concessione dell'autocefalia all'esame dei "credenti ortodossi dell'Ucraina" è stata presa contro la volontà dell'episcopato della Chiesa ortodossa ucraina, che ha chiesto all'unanimità la preservazione del suo stato attuale.
Per giustificare la sua interferenza negli affari di una Chiesa locale, il patriarca di Costantinopoli ha prodotto false interpretazioni di fatti storici, riferendosi a presunti suoi poteri eccezionali, che egli in realtà non ha, e non ha mai avuto.
Queste azioni portano a una situazione di stallo le relazioni tra la Chiesa russa e la Chiesa di Costantinopoli, creando una vera minaccia per l'unità dell'Ortodossia in tutto il mondo.
Il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa dichiara che la piena responsabilità per questi atti anticanonici ricade personalmente sul patriarca Bartolomeo e su quelle persone nella Chiesa di Costantinopoli che sostengono tali azioni.
Gli atti di risposta del Patriarcato di Mosca seguiranno al primo momento possibile.