La Chiesa ortodossa ucraina messa fuori legge?
Sui disegni di legge per spezzare l'Ucraina dall'interno
di Kirill Aleksandrov
Unione dei giornalisti ortodossi, 30 marzo 2022

alla Verkhovna Rada ci sono due
disegni di legge progettati per distruggere la Chiesa ortodossa ucraina.
Foto: Unione dei giornalisti ortodossi
Alla Verkhovna Rada sono stati
depositati due disegni di legge per vietare la Chiesa ortodossa ucraina.
Per cosa sono scritti e a cosa possono portare se adottati?
Era appena trascorso un mese di guerra
con la Federazione Russa quando singoli rappresentanti del governo
ucraino hanno deciso di aprire un "fronte interno", avviando "operazioni
militari" contro la Chiesa ortodossa ucraina. Il 22 marzo 2022, il
disegno di legge n. 7204 "Sulla proibizione del Patriarcato di Mosca in
Ucraina" e il 26 marzo, il disegno di legge n. 7213 sugli emendamenti
alla legge dell'Ucraina "Sulla libertà di coscienza e le organizzazioni
religiose" sono stati registrati alla Verkhovna Rada. Entrambi mirano a
distruggere la Chiesa ortodossa ucraina.
Il disegno di legge n. 7204
Il disegno di legge n. 7204 è stato
presentato alla Verkhovna Rada dalla deputata Oksana Savchuk, membro del
partito Svoboda e originaria di Ivano-Frankivsk. È di fede
greco-cattolica e ha ricevuto un premio da papa Francesco nel 2018.
Savchuk ha anche ricevuto un ordine ecclesiastico dalle mani di Sergej
(Epifanij) Dumenko.

Sergej Dumenko sta conferendo alla
deputata Oksana Savchuk l'Ordine della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".
Foto: Facebook di Oksana Savchuk
La visione del mondo di Oksana Savchuk è
evidenziata dal fatto che durante la discussione del disegno di legge n.
2797 sul divieto di glorificazione del nazismo e dei responsabili
dell'Olocausto, ha affermato che i soldati della divisione SS "Galizia"
di Hitler erano eroi.
Il significato del disegno di legge di
Savchuk è molto semplice: vietare il "Patriarcato di Mosca" in Ucraina e
nazionalizzare tutte le sue proprietà. A quelle comunità che vogliono
evitare la nazionalizzazione vengono concessi 14 giorni per "cambiare la
loro subordinazione".
Lo schema per distruggere la Chiesa ortodossa ucraina secondo il disegno di legge n. 7204 è il seguente:
-
Viene dichiarato il divieto alle
attività della Chiesa ortodossa ucraina. Articolo 1: "Le attività del
Patriarcato di Mosca - la Chiesa ortodossa russa e le organizzazioni
religiose che fanno parte della Chiesa ortodossa russa, inclusa la
Chiesa ortodossa ucraina, sono vietate sul territorio dell'Ucraina".
-
Dopodiché, entro 2 giorni vengono
nazionalizzate tutte le proprietà degli organi direttivi della Chiesa
ortodossa ucraina. Articolo 1: "Tutte le proprietà ecclesiastiche delle
più alte autorità e amministrazioni ecclesiastiche <...>, inclusa
la metropolia di Kiev della Chiesa ortodossa ucraina, le istituzioni
sinodali, le amministrazioni diocesane, devono essere inventariate e
nazionalizzate entro 48 ore dalla data di entrata in vigore della
legge". Va notato che è tecnicamente impossibile fare una cosa del
genere entro 48 ore, e un periodo così breve nel disegno di legge è
specificato per mostrare agli elettori quanto sia duro e intransigente
l'iniziatore del disegno di legge nella lotta contro il "nemico".
-
Allo stesso tempo, inizia un conto alla
rovescia di 14 giorni, durante i quali "comunità religiose, monasteri e
istituzioni educative" possono cambiare la loro affiliazione
(presumibilmente, passare alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" o alla
Chiesa Greco-cattolica ucraina). In questo caso, i loro beni non
verranno loro sottratti, ma dovranno, come si suol dire, "passare sotto
alle forche". Articolo 5: "Durante il cambio di subordinazione delle
comunità religiose, dei monasteri e delle istituzioni educative
teologiche del Patriarcato di Mosca, l'Ucraina verificherà le
informazioni su qualsiasi attività o collaborazione anti-ucraina o
antistatale con l'aggressore russo e, in caso di conferma di tale
informazione, ciò comporterà la responsabilità penale del colpevole
secondo la normativa vigente". Dato il numero di false notizie e false
accuse contro la Chiesa ortodossa ucraina a questo proposito, si può
sostenere che questa sarà una dura repressione degli indesiderati.
-
Le comunità, i monasteri e le scuole
teologiche che rifiutano di cambiare la loro "subordinazione" saranno
semplicemente messe fuori legge, con la confisca dei loro beni.
-
Le Lavre di Kiev, Pochaev e Svjatogorsk
e altre chiese vengono consegnate allo stato o alle comunità
territoriali locali. Il periodo di tempo per questo non è specificato
nel disegno di legge.
il Disegno di legge n. 7213
Tre giorni dopo, il 26 marzo, è stato
presentato alla Verkhovna Rada un secondo disegno di legge sul divieto
de facto della Chiesa ortodossa ucraina. È stato presentato da un gruppo
di parlamentari, la maggior parte dei quali sono stati eletti dal
partito "Holos". Molti di loro erano membri dell'organizzazione "Plast" e
del Partito ucraino della Galizia. È interessante notare che alcuni di
loro, come Oksana Savchuk, sono vicini alla "Chiesa ortodossa
dell'Ucraina". Per esempio, Solomija Bobrovska ha creato alla Rada
un'associazione tra fazioni a sostegno della "Chiesa ortodossa
dell'Ucraina" e ha ricevuto un ordine ecclesiastico da Sergej Dumenko.
Anche altri autori, come Jaroslav Jurchishin, hanno visitato il capo
della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

la deputata Solomija Bobrovska sta ricevendo un ordine da Sergej Dumenko. Foto: "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"
Contrariamente al disegno di legge di
Savchuk, il disegno di legge n. 7213 prevede emendamenti e integrazioni
alla legge già esistente "Sulla libertà di coscienza e le organizzazioni
religiose", ovvero deve integrare l'articolo 3 con il seguente
paragrafo:
"Per la tutela dell'ordine e della
sicurezza pubblica sono vietate le attività di organizzazioni religiose
(associazioni) che direttamente o in quanto parti di un'altra
organizzazione religiosa (associazione) sono incluse nelle strutture (o
sono parti) di un'organizzazione religiosa (associazione) il cui governo
centrale (amministrazione) si trova al di fuori dell'Ucraina, in uno
stato riconosciuto dalla legge come colpevole di un'aggressione militare
contro l'Ucraina e/o che ha temporaneamente occupato parte del
territorio dell'Ucraina."
Questo disegno di legge è più
"diplomatico". Non menziona né la Chiesa ortodossa russa né la Chiesa
ortodossa ucraina, non parla della confisca dei beni (sebbene ce ne sia
qualche accenno), non dice che alla Chiesa ortodossa ucraina sarà
sottratta la Lavra, non c'è obbligo per l'SBU di controllare le comunità
religiose se cambiano la loro "subordinazione", ecc.
Il disegno di legge n. 7213 contiene
addirittura una condizione che rende il disegno di legge, di fatto, non
applicabile affatto alla Chiesa ortodossa ucraina. Afferma che le
attività delle organizzazioni religiose "il cui centro di governo
(amministrazione) si trova fuori dall'Ucraina" sono vietate.
Infatti, secondo i documenti statutari,
il centro di governo della Chiesa ortodossa ucraina si trova in Ucraina.
Pertanto, la clausola 1 dello Statuto della Chiesa ortodossa ucraina
afferma: "La Chiesa ortodossa ucraina è indipendente e autonoma nella
sua amministrazione e organizzazione. E lo Statuto della Chiesa
ortodossa russa contiene un'affermazione categorica che "il centro
amministrativo della Chiesa ortodossa ucraina è a Kiev" (Cap. X. Par.
4). Sulla base di ciò, la Chiesa ortodossa ucraina non rientra nel
divieto. Tuttavia, sia la composizione degli autori del disegno di legge
che la Nota esplicativa ad esso non consentono di concludere quel
disegno di legge n. 7213 sia infatti destinato non a bandire la Chiesa
ortodossa ucraina ma a sottrarla dal colpo.
Questa nota, in particolare, afferma: "La
Chiesa ortodossa russa in Ucraina (ex Chiesa ortodossa ucraina del
Patriarcato di Mosca), in realtà una vasta struttura di intelligence e
sabotaggio pan-ucraina, che ha lavorato e continua a lavorare a favore
di Putin, in tutti questi anni, continua la sua attività in Ucraina. Per
esempio, il 25 febbraio 2022, Mikhail Pavlushenko, arciprete della
Chiesa ortodossa russa in Ucraina, che ha aiutato l'esercito russo, è
stato detenuto nella regione di Kiev vicino a Hostomel. Il 16 marzo 2022
padre Onufrij, sacerdote della Chiesa ortodossa russa in Ucraina, è
stato detenuto a Kiev. Una perquisizione della sua casa ha rivelato che
aveva collaborato con i servizi speciali russi. E casi del genere si
ripetono".
In primo luogo, tali casi sono singoli, poiché non conosciamo altri casi di questo tipo.
In secondo luogo, la presenza di tali
fatti in documenti di questo livello provoca almeno sconcerto. La
detenzione dell'arciprete Mikhail Pavlushenko è un completo malinteso
poiché un elicottero russo abbattuto si è schiantato nel campo dietro la
sua casa a Hostomel e il sacerdote è semplicemente uscito per vedere se
era necessario il suo aiuto. Le forze dell'ordine inizialmente lo hanno
scambiato per un sabotatore e quindi lo hanno arrestato. Tuttavia, dopo
aver capito la situazione, lo hanno lasciato andare a casa senza
accusarlo di nulla. Il caso della detenzione di un certo "padre Onufrij"
(Tarasov) è un falso perché, secondo la metropolia, "non c'è nessun
ieromonaco Onufrij con il nome laico di Sergej Tarasov nel clero della
Chiesa ortodossa ucraina".
Pertanto, il disegno di legge n. 7213 si
basa solo su due affermazioni consapevolmente false, ma tuttavia, i suoi
autori affermano che la Chiesa ortodossa ucraina è una "struttura di
intelligence e sabotaggio pan-ucraina". Nessun commento, come si suol
dire.
Precedenti progetti di legge anti-ecclesiali
I disegni di legge n. 7204 e n. 7213 non
sono affatto i primi di una serie di progetti di legge contro la Chiesa.
Ricordiamo la Legge n. 2662-VIII del 20.12.2018. "Sugli emendamenti
all'articolo 12 della legge dell'Ucraina 'Sulla libertà di coscienza e
organizzazioni religiose'", che afferma che le organizzazioni religiose
che sono incluse in (o che fanno parte di) un'organizzazione religiosa
il cui centro di governo si trova in un paese riconosciuto dall'Ucraina
come paese aggressore sono tenuti a cambiare il proprio nome. In
sostanza, questo è un requisito per la Chiesa ortodossa ucraina di
cambiare il suo nome in "Chiesa ortodossa russa in Ucraina". Si può
leggere in dettaglio l'invalidità di questo requisito nell'articolo
"Perché la modifica del nome della Chiesa ortodossa ucraina non può
essere accettata
http://www.ortodossiatorino.net/DocumentiSezDoc.php?cat_id=32&id=8904
".
Si ricordi la Legge n. 2673-VIII del
17.01.2019. "Sugli emendamenti ad alcune leggi dell'Ucraina sulla
subordinazione delle organizzazioni religiose e sulla procedura per la
registrazione statale delle organizzazioni religiose aventi lo status di
persona giuridica", che sebbene non offra opportunità così ampie di
irruzione nelle chiese come previsto nella sua versione originale,
consente comunque la ri-registrazione delle comunità della Chiesa
ortodossa ucraina contro la volontà dei membri della comunità. L'azione
di protesta contro queste due leggi anti-ecclesiali è stata lanciata
dall'ONG "Miriane", che ha preparato i testi dei disegni di legge che
abrogano le leggi anti-ecclesiale. È stato affermato che le leggi
anti-ecclesiali non solo violano il diritto costituzionale dei credenti
della Chiesa ortodossa ucraina alla libertà di coscienza, ma dividono
anche la società ucraina secondo linee religiose.
Potere e Chiesa
Se osserviamo gli attuali progetti di
legge anti-ecclesiali n. 7204 e n. 7213, possiamo vedere che non solo
dividono il popolo ucraino ma contraddicono anche gli sforzi della
leadership ucraina per preservare l'unità dell'Ucraina. Per esempio, il
presidente Zelenskij, in un videomessaggio del 12 marzo 2022, ha
affermato: "Dobbiamo essere concentrati. È necessario che tutti noi,
tutti gli ucraini, continuiamo a concentrarci sulla difesa del nostro
Stato. Lavoriamo insieme. Senza divisioni interne, sostenendosi a
vicenda, in tutta l'Ucraina, da Uzhgorod a Melitopol', da Chernigov a
Mariupol', da Leopoli a Kharkov".
Allo stesso tempo, il presidente ha
riconosciuto il merito della Chiesa ortodossa ucraina ad aiutare i
cittadini ucraini che si sono trovati in zona di guerra: "Oggi abbiamo
inviato un altro carico umanitario a Mariupol'. Sono grato a tutti i
conducenti che stanno cercando di realizzare questa difficile missione ,
ai rappresentanti della Chiesa, che si sono uniti ai tentativi di
proteggere dai bombardamenti il corridoio umanitario per Mariupol'." Il
convoglio umanitario diretto a Mariupol' menzionato dal presidente era
accompagnato personalmente dal metropolita Luka di Zaporozh'e e
Melitopol'.
La posizione patriottica della Chiesa
ortodossa ucraina è stata riconosciuta anche dal consigliere del capo
dell'Ufficio del Presidente dell'Ucraina, Aleksej Arestovich. Durante
un'intervista con Dmytro Gordon il 15 marzo 2022, ha detto quanto segue
sulla dichiarazione di sua Beatitudine Onufrij: "Si è parlato tanto
della sua posizione personale ma immediatamente, il giorno in cui sono
iniziati i bommbardamenti e moltissime persone hanno creduto che Kiev
sarebbe caduta in 24 ore, ha affermato chiaramente la sua posizione:
questa è un'aggressione". Ma la conferma più chiara della posizione
patriottica della Chiesa ortodossa ucraina sono le sue azioni. La Chiesa
ortodossa ucraina benedice i soldati a difendere l'Ucraina, aiuta i
rifugiati, dà riparo a coloro che hanno perso la casa, invia cibo,
vestiti e medicinali nei punti più difficili, ecc. La Chiesa ortodossa
ucraina fa tutto il possibile per proteggere il Paese. E in cambio
riceve... disegni di legge che cercano di metterla fuori legge.
La distruzione della Chiesa ortodossa ucraina porterà "alla fine dell'incitamento all'odio interreligioso"?
Speriamo che i progetti di legge
rimangano tali ma, se approvati, innescheranno sicuramente un conflitto
all'interno dell'Ucraina. La Chiesa ortodossa ucraina significa più di
cento vescovi, più di 12.000 comunità, quasi mezzo migliaio di monasteri
e milioni di credenti. Cosa accadrà se la Verkhovna Rada deciderà di
vietare tutto questo e, secondo il disegno di legge n. 7204, portera via
tutte le sue proprietà?
Non c'è dubbio che ciò causerà disordini
diffusi all'interno del paese. Ricordiamo tutti le immagini dei
sequestri di chiese all'inizio del 2019, dopo il Tomos di Poroshenko.
Ricordiamo le urla, le lacrime, i lividi e le ferite dei fedeli della
Chiesa ortodossa ucraina. Ricordiamo l'inimicizia e l'odio tra parenti e
i vicini nei villaggi in cui ciò è avvenuto.
Ora c'è una guerra e il grado di odio è
molto diverso. Le persone sono arrabbiate e cercano qualcuno su cui
sfogare la loro rabbia. E cosa accadrà se i nazionalisti avranno un
motivo legale per sottrarre luoghi di culto alla Chiesa ortodossa
ucraina? Dove prima tutto era limitato a lividi su parrocchiani e
chierici, ora può finire con ferite e persino con la morte. I sacerdoti
della Chiesa ortodossa ucraina vengono ora attaccati, picchiati e
rapiti. Per esempio, il destino dell'archimandrita Lavr (Berezovskij) ,
picchiato e trascinato nei boschi da uomini armati il 16 marzo, rimane
sconosciuto. E quanti altri archimandriti ci saranno se verrà approvata
la legge sul divieto della Chiesa ortodossa ucraina? E come reagiranno i
credenti quando verranno a "nazionalizzare" le loro chiese dove hanno
pregato per tutta la vita? O se verranno a "nazionalizzare" la Lavra?
Per capire cosa può succedere, ecco un
esempio: Boris Hrishchuk, parrocchiano della Chiesa ortodossa ucraina,
ha registrato un video in difesa della Chiesa ortodossa ucraina, in cui
ha detto: "Faccio una richiesta insistente, una richiesta molto
insistente - non toccate la mia chiesa. Non dividete il popolo! Non
siate provocatori! La mia chiesa è ucraina, il sacerdote della mia
chiesa, dove vado fin dall'infanzia, ha benedetto me e il mio fratello
minore a prendere le armi e ad andare a difendere la nostra Patria. E
decine di sacerdoti che conosco personalmente offrono preghiere
quotidiane per la salute dei nostri soldati e la pace nel nostro Paese
<...> credetemi, quando torneremo, quando tutto questo sarà
finito, non lasceremo offendere la nostra Chiesa. Vi do la mia parola".
Questa è stata la risposta di un soldato ucraino ai sequestri di chiese e
ai tentativi di vietare la Chiesa ortodossa ucraina in alcune località
dell'Ucraina occidentale. E quale potrebbe essere la risposta di
migliaia di parrocchiani della Chiesa ortodossa ucraina, che ora stanno
combattendo con le armi in mano contro gli invasori della Federazione
Russa se la Verkhovna Rada decidesse di bandire la Chiesa ortodossa
ucraina in tutto il paese? Non affermiamo che prenderanno le armi per
difendere le loro chiese, ma è improbabile che la loro reazione sia
indifferente.
Se passiamo al preambolo del disegno di
legge n. 7204 "Sulla proibizione del Patriarcato di Mosca in Ucraina",
leggiamo quanto segue: "Al fine di proteggere la sicurezza nazionale, la
sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina, prevenire il
collaborazionismo, smettere di incitare all'inimicizia inter-religiosa
destabilizzando l'ambiente religioso in Ucraina, la Verkhovna Rada
adotta questa Legge". Suona come una presa in giro. In quale realtà
vivono le persone che hanno scritto una cosa del genere? Perché la
realtà oggettiva è la seguente:
-
La Chiesa ortodossa ucraina a livello
sia del Santo Sinodo che del primate, così come di altri vescovi, ha
dichiarato il proprio pieno sostegno alla sovranità e all'integrità
territoriale dell'Ucraina. Inoltre, ciò è avvenuto nei primissimi giorni
dell'invasione russa;
-
I credenti della Chiesa ortodossa
ucraina combattono nei ranghi delle forze armate e difendono la
sicurezza nazionale, la sovranità e l'integrità territoriale
dell'Ucraina con le armi nelle loro mani;
-
Non c'è collaborazionismo da parte dei rappresentanti della Chiesa ortodossa ucraina.
E questo significa che i progetti di
legge per vietare la Chiesa ortodossa ucraina si basano su basi
deliberatamente false, e sono proprio questi progetti, e non le attività
della Chiesa ortodossa ucraina, che portano a un "incitamento
all'inimicizia interreligiosa e alla destabilizzazione dell'ambiente
religioso in Ucraina".
Possiamo solo sperare che le autorità
abbiano abbastanza buon senso da respingere i disegni di legge n. 7204 e
n. 7213 come estremamente dannosi per lo stato, e ancor di più in tempo
di guerra.