Il nuovo patriarca di Bulgaria: chi è, e cosa accadrà in seguito? 
            
	di Konstantin Shemljuk
	Unione dei giornalisti ortodossi, 30 giugno 2024
 
	
	il patriarca Daniil di Bulgaria. Foto: dnes.dir.bg
	Il metropolita Daniil di Vidin è 
diventato il nuovo patriarca della Chiesa ortodossa bulgara. Chi è, cosa
 può aspettarsi la Chiesa da lui e quali sfide potrebbe affrontare?
	Se prima delle elezioni qualcuno ci 
avesse detto che il metropolita Daniil di Vidin sarebbe diventato il 
nuovo patriarca di Bulgaria, non ci avremmo creduto. Nessuno ci avrebbe 
creduto. Infatti la sua candidatura era passata praticamente inosservata
 prima della fase iniziale delle elezioni, e anche dopo essere diventato
 candidato a patriarca, era considerato il candidato con le minori 
possibilità.
	Nel nostro articolo precedente, abbiamo 
detto che da una prospettiva umana, la sua vittoria era quasi 
impossibile. Ma solo "quasi". Riflettendo sul perché, secondo noi, il 
metropolita Daniil sia comunque riuscito a vincere, ci sono quattro 
ragioni (rispetto alle tre di Grigorij di Vratsa e Gavriil di Lovech):
- 
		
			Ha una posizione chiara nei confronti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e del Patriarcato ecumenico.
	 - 
		
			Attrae coloro che si considerano 
patrioti della Bulgaria e sono categoricamente contrari all'ingerenza di
 Costantinopoli negli affari della Chiesa ortodossa bulgara.
	 - 
		
			È visto come una persona che ha il 
coraggio di dire la verità e che potrebbe elevare la Chiesa bulgara a un
 livello più alto di quello attuale.
	 - 
		
			È capace di resistere alle pressioni delle autorità sulla Chiesa.
	 
	Pertanto, la sua elezione a patriarca di 
Bulgaria potrebbe essere vista come una battuta d'arresto per il 
Patriarcato ecumenico, testimoniata dalla delusione dei sostenitori del 
Patriarcato ecumenico. Sarebbe però prematuro trarre conclusioni 
affrettate. Di seguito spiegheremo perché, ma per ora parliamo di chi è 
il nuovo patriarca bulgaro.
	Breve biografia del metropolita Daniil
	Il metropolita Daniil (Atanas Nikolov) è 
nato il 2 marzo 1972 a Smoljan. Ha ricevuto gli studi primari e 
secondari nella sua città natale e poi ha studiato filologia inglese e 
teologia presso l'Università San Clemente di Okhrid a Sofia.
	Nel 1997, Daniil è divenuto novizio 
presso il monastero di san Giorgio il Grande Martire sotto la guida 
spirituale del metropolita Nafanail di Nevrokop. Nel 1999, è stato 
tonsurato monaco e in seguito ordinato ierodiacono. Nel 2002, si è 
laureato alla Facoltà di Teologia.
	Il metropolita Daniil ha prestato 
servizio in vari monasteri ed è stato ordinato ieromonaco. Nel 2008 è 
stato consacrato vescovo e nominato vicario del metropolita Nafanail di 
Nevrokop e, successivamente, vicario del metropolita Iosif degli Stati 
Uniti, Canada e Australia. Dal 2018 ricopre la carica di metropolita di 
Vidin.
	Al Concilio per l'elezione patriarcale, i
 delegati hanno eletto il metropolita Daniil di Vidin nuovo patriarca di
 Bulgaria e metropolita di Sofia. L'elezione si è svolta al secondo 
turno: i candidati erano il metropolita Grigorij di Vratsa e il 
metropolita Daniil di Vidin. Il metropolita Daniil ha ricevuto 69 voti, 
il metropolita Grigorij ne ha ricevuti 66 e tre schede sono state 
dichiarate non valide.
	L'opinione del metropolita Daniil sulla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e sulle azioni del patriarca Bartolomeo
	Naturalmente, noi, i cristiani ortodossi 
dell'Ucraina, siamo i più interessati all'opinione del metropolita 
Daniil sugli eventi che si stanno verificando nel nostro paese. La sua 
posizione è chiara e comprensibile.
	Per esempio, ha ripetutamente affermato 
che il patriarca Bartolomeo ha concesso il Tomos agli scismatici ucraini
 senza il loro pentimento, unendoli alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"
 e riconoscendo questa formazione come Chiesa ortodossa canonica 
dell'Ucraina.
	In una delle sue recenti interviste, ha 
accusato direttamente il patriarca Bartolomeo di aver intensificato la 
persecuzione contro la Chiesa ortodossa ucraina: "Il patriarca 
Bartolomeo ha affermato che il Tomos avrebbe dovuto portare la pace 
nella Chiesa, unendo milioni di cristiani ortodossi, ma invece è 
iniziata una guerra e le persone che il patriarca ha dichiarato 
canoniche stanno perseguitando la Chiesa canonica, sequestrando chiese, 
picchiando sacerdoti e uccidendo".
	Ritiene inoltre inaccettabile la concessione del Tomos a "gruppi scismatici non pentiti con clero problematico".
	E possiamo essere certi che, anche nella 
carica di patriarca di Bulgaria, continuerà a difendere la sua posizione
 perché, secondo le sue parole, "la coscienza di un vescovo ortodosso lo
 obbliga a esprimere la sua opinione su questioni importanti riguardanti
 la sorte della Chiesa ortodossa".
	Quindi, in questo senso, la vittoria del 
metropolita Daniil è la nostra vittoria. Possiamo essere certi che non 
riconoscerà mai, in nessuna circostanza, la "Chiesa ortodossa 
dell'Ucraina", e non ci saranno visite o trattative con Dumenko. 
Inoltre, speriamo che il patriarca Daniil diventi uno dei leader della 
Chiesa ortodossa che avvierà un concilio pan-ortodosso sulla "questione 
ucraina". Come minimo, dovremmo pregare per questo.
	Ma c'è un "ma".
	La possibile reazione del Fanar
	Possiamo tuttavia supporre che il Fanar, 
in caso di vittoria di un candidato “indesiderato”, abbia in riserva un 
"piano B"? Oppure possiamo supporre che la vittoria del metropolita 
Daniil e il suo mandato come patriarca di Bulgaria si svolgeranno "senza
 intoppi"? Improbabile.
	Ricordiamo che diversi metropoliti della 
Chiesa bulgara si sono recati al Fanar, dove hanno partecipato a una 
funzione congiunta con Zorja e Lotysh. Non coordinando le loro azioni 
con il Sinodo della Chiesa ortodossa bulgara, hanno sostanzialmente 
sfidato l’intera Chiesa, mostrando chiaramente le loro simpatie.
	Poco prima, il metropolita Nikolaj di 
Plovdiv aveva ritirato la sua candidatura alle elezioni patriarcali e 
poi aveva dichiarato che nessuno poteva nemmeno immaginare chi avrebbe 
occupato la carica di capo della Chiesa ortodossa bulgara. Queste parole
 sono state percepite in Bulgaria come una minaccia: "Non mi volete, 
allora vedrete chi vi darò".
	Inoltre, il politico bulgaro Kostadin 
Kostadinov ha chiesto al presidente del paese di convocare una riunione 
del Consiglio di sicurezza a causa di quella che lui ritiene essere 
stata l'interferenza degli Stati Uniti nell'elezione del nuovo patriarca
 di Bulgaria. Kostadinov ha anche affermato che la Chiesa bulgara è 
sull'orlo di uno scisma simile a quello che ha scosso il paese negli 
anni '90. Due settimane fa, non riuscivamo a capire di quale scisma 
stesse parlando.
	Ma oggi, ancora nel corso delle elezioni,
 è diventato chiaro che la situazione nella Chiesa ortodossa bulgara è 
davvero molto complicata, perché la Chiesa si è sostanzialmente divisa 
in due metà – il patriarca Daniil ha vinto con un margine di soli tre 
voti. Come potete vedere, 69 voti contro 66 rappresentano un risultato 
molto vicino e difficile, che indica un equilibrio di potere più o meno 
uguale all'interno della Chiesa bulgara.
	A questo insieme di fatti se ne aggiunge 
un altro: subito dopo la vittoria del patriarca Daniil, alcuni chierici 
bulgari (in particolare l'archimandrita Nikanor, molto noto in Bulgaria)
 hanno dichiarato che il loro patriarca è Bartolomeo. Ciò significa che 
hanno effettivamente annunciato il loro desiderio di sottostare 
all'omoforio del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli.
	Se mettiamo insieme tutti questi fatti, il risultato potrebbe essere questo:
- 
		
			Il metropolita Nikolaj di Plovdiv si 
reca al Fanar e concorda che se alle elezioni vincesse la persona 
"sbagliata", verrà attivato il "Piano B", ovvero lo scisma della Chiesa 
bulgara.
	 - 
		
			Se il patriarca è qualcuno senza mezzi 
toni, la cui posizione è chiaramente nota e la cui volontà è 
inflessibile, che soddisfa pienamente alcuni (gli anti-fanarioti) e 
delude completamente altri (i fanarioti), viene lanciata una campagna 
per screditare i risultati delle elezioni.
	 - 
		
			Contemporaneamente, prima alcuni 
chierici e poi alcuni vescovi dichiarano il loro desiderio di unirsi al 
Patriarcato ecumenico di Costantinopoli.
	 - 
		
			La Chiesa bulgara si divide e sul suo territorio sorge l'esarcato del Fanar.
	 
	Ovviamente si tratta solo di un'ipotesi, 
ma se ricordiamo tutto quello che è successo in Bulgaria nell'ultimo 
mese, non sembra così inverosimile.
	Per esempio, ricordiamo le dichiarazioni 
di alcuni politici secondo cui all'interno della Chiesa ortodossa 
bulgara esiste un partito degli "amanti del Fanar", i cui rappresentanti
 sono "giannizzeri in tonaca". Si dice anche in Bulgaria che questi 
vescovi contestino l’autocefalia della Chiesa bulgara, ritenendo 
illegittima la separazione della Chiesa ortodossa bulgara dal 
Patriarcato ecumenico.
	Pertanto, anche se la nostra versione 
sembra irrealistica, concludere che la vittoria del patriarca Daniil sia
 un fallimento al 100% della politica del Fanar è prematuro. Vedremo.
	In ogni caso, il Patriarca Daniil dovrà 
fare i conti con una Chiesa divisa, dove una parte dei vescovi 
privilegia la struttura ecclesiale proposta dal Patriarcato ecumenico, 
mentre un'altra parte propende per un ordine canonico ed ecclesiologico 
più tradizionale.
	Dovrà trovare un terreno comune con quei 
vescovi che hanno già dimostrato il loro atteggiamento verso i canoni 
della Chiesa concelebrando con gli scismatici ucraini, così come con 
coloro che desiderano costruire relazioni più strette con la Chiesa 
ortodossa russa.
	Insomma, il Patriarca Daniil non avrà vita facile. Pertanto ha davvero bisogno delle nostre preghiere. Che Dio lo aiuti!