domenica 12 luglio 2015

Dal sito del confratello P. Ambrogio di Torino: " Il lupo perde il pelo ma non il vizio"

Il ritorno dell'uniatismo in salsa di rifondazione


L'attuale linea vaticana nei confronti dei cattolici orientali è dire che l'uniatismo è un metodo superato... tuttavia, continua la proposta politica della "rifondazione" in chiave uniata delle Chiese orientali, paradossalmente proprio per iniziativa di quelli che hanno rotto in primo luogo la comunione di tali Chiese, creando obbedienze rivali.
Questo approccio è stato tentato circa vent'anni fa dai cattolici melchiti nei confronti del patriarcato ortodosso di Antiochia, con la proposta di rifondare le due obbedienze in un singolo patriarcato di Antiochia con una confessione di fede molto ortodossa, ma in comunione con Roma. Alla fine, il progetto è stato congelato dal patriarcato ortodosso di Antiochia, perché era impossibile portarlo a termine prescindendo dai rapporti generali tra la Chiesa ortodossa e la Sede romana.
Su un altro versante ecclesiastico, ma sempre in Medio Oriente, la stessa proposta è stata lanciata di recente dai cattolici caldei: il patriarca Louis Raphaël Sako (a sinistra, nella foto) della Chiesa caldea ha fatto un appello ad azzerare i vertici dei tre patriarcati di ascendenza nestoriana, per creare assieme un'unica Chiesa d'Oriente in comunione con Roma.
Il 10 luglio è arrivata una risposta, sotto forma di un documento intitolato "Autenticità nell'unità". scritto da Mar Awa Royel (a destra, nella foto) della Chiesa Assira dell'Est, che non si discosta molto dalla linea di principio assunta dal patriarcato ortodosso di Antiochia in tema di queste dubbie riunificazioni. Citiamo dal penultimo paragrafo del documento:
"...e noi preghiamo e speriamo nel giorno in cui tale proposta possa essere presentata da un Patriarca caldeo cattolico che sia pienamente il "pater et caput" ["padre e capo"] della sua Chiesa. Fino a quel giorno, la Chiesa cattolica caldea è amministrata dalla Curia romana, sotto il "Codice dei Canoni delle Chiese Orientali" che non appartiene alla Chiesa dell'Est, e quindi dobbiamo attendere i risultati del vero dialogo con la Chiesa cattolica romana, che è il luogo dove vengono prese le decisioni ufficiali".

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