mercoledì 16 settembre 2015

La critica all'islam di san Giovanni Damasceno

 

 

 

 

 







Il brano che segue è tratto dall'opera monumentale di san Giovanni, La fonte della conoscenza, nella seconda parte intitolata Eresie in epitome: come sono iniziate e da dove hanno tratto la loro origine. Di solito è citata solo come Eresie. L'introduzione del traduttore sottolinea che La fonte della conoscenza è una delle più "importanti singole opere prodotte nel periodo patristico greco, ...che offre un'ampia e lucida sintesi della scienza teologica greca di tutto il periodo. È la prima grande summa di teologia a comparire sia in Oriente sia in Occidente. "San Giovanni (+ 749) è considerato uno dei grandi Padri della Chiesa, e i suoi scritti hanno un posto di grande onore nella Chiesa. La sua critica all'islam, o "l'eresia degli ismaeliti", è particolarmente rilevante per i nostri tempi.
Vi è anche la superstizione degli ismaeliti che ancora oggi prevale e mantiene la gente in errore, come precursore dell'Anticristo. Essi discendono da Ismaele, nato ad Abramo da Agar, e per questo motivo sono chiamati agareni o ismaeliti. Sono anche chiamati saraceni, che deriva da Sarras kenoi, o privi di Sara, a causa di ciò che Agar disse all'angelo: 'Sara mi ha mandato via indigente'. [99] Questi un tempo erano idolatri e adoravano la stella del mattino e Afrodite, che nella loro lingua chiamavano Khabár, che significa grande. [100] E così fino al tempo di Eraclio furono grandi idolatri. Da quel momento ad oggi un falso profeta nome Mohammed è apparso in mezzo a loro. Quest'uomo, dopo aver conosciuto per caso il Vecchio e il Nuovo Testamento e anche, a quanto pare, dopo aver conversato con un monaco ariano, [101] elaborò la propria eresia. Poi, dopo essersi insinuato nelle grazie del popolo con un'esibizione di apparente pietà, ha fatto sapere che un certo libro era stato fatto scendere su di lui dal cielo. Egli aveva esposto alcune composizioni ridicole in questo suo libro, che diede loro come oggetto di venerazione.
Egli dice che c'è un solo Dio, creatore di tutte le cose, che non è stato generato né ha generato. [102] Egli dice che il Cristo è la Parola di Dio e il suo Spirito, ma è una creatura e un servitore, e fu generato, senza seme, da Maria, la sorella di Mosè e di Aronne. [103] Perché, dice, la Parola e Dio e lo Spirito sono entrati in Maria, e lei partorì Gesù, che era un profeta e un servo di Dio. E dice che gli ebrei vollero crocifiggerlo in violazione della legge, e che presero la sua ombra e crocifissero questa. Ma il Cristo stesso non è stato crocifisso, dice, non è morto, perché Dio per il suo amore per Lui lo ha preso a sé in cielo. [104] E dice che quando Cristo ascese al cielo Dio gli chiese: "O Gesù, hai forse detto: 'Io sono il Figlio di Dio e Dio'?" E Gesù, dice, rispose: 'Abbi misericordia di me, Signore. Tu sai che io non ho detto questo e che non ho disprezzato di essere tuo servo. Ma gli uomini peccatori hanno scritto che io ho fatto questa dichiarazione, e hanno mentito su di me e sono caduti in errore'. E Dio rispose e disse: 'Io so che tu non hai detto questa parola'. "[105] Ci sono molte altre cose straordinarie e abbastanza ridicole in questo libro, che egli pretende che sia stato inviato a lui da Dio. Ma quando ci chiediamo: 'E chi c'è a testimoniare che Dio gli ha dato il libro? E quale dei profeti predisse che sarebbe dovuto sorgere un tale profeta?' Non sanno cosa rispiondere. E facciamo notare che Mosè ricevette la Legge sul monte Sinai, con Dio che apparve agli occhi di tutto il popolo sotto forma di nuvola, e fuoco, e tenebre, e tempesta. E diciamo che tutti i profeti, da Mosè in poi, hanno predetto la venuta di Cristo, e come Cristo Dio (e Figlio di Dio incarnato) sarebbe venuto e sarebbe stato crocifisso, sarebbe morto e risorto, e sarebbe stato il giudice dei vivi e dei morti. Quindi, quando diciamo: 'Come è possibile che questo vostro profeta non sia venuto nello stesso modo, con gli altri che gli offrono testimonianza? E come è possibile che Dio non abbia presentato in vostra presenza a questo uomo il libro di cui parlate, così come ha dato la Legge a Mosè, con il popolo che guardava e il monte fumante, in modo che anche voi possiate avere la certezza?' – rispondono che Dio fa come vuole. 'Questo', diciamo, 'Lo sappiamo, ma stiamo chiedendo come il libro è venuto al vostro profeta'. Allora rispondono che il libro gli è venuto mentre dormiva. Quindi noi diciamo scherzosamente loro che, se ha ricevuto il libro nel sonno e non ha effettivamente percepito cosa accadeva, per lui vale l'adagio popolare che dice: Mi stai tessendo dei sogni. [106]
Quando chiediamo di nuovo: 'Come mai quando ci ha ingiunto in questo vostro libro di non fare nulla né di ricevere nulla senza testimoni, voi non gli avete chiesto: "Prima mostraci con testimoni che sei un profeta e che sei venuto da Dio, e mostraci quali Scritture testimoniano di te",' si vergognano e rimangono in silenzio. [Poi continuiamo:] 'Anche se non potete prendere una moglie senza testimoni, o comprare o acquistare beni; anche se non ricevete un asino né possedete una bestia da soma senza testimoni; e anche se avete mogli e beni e asini e così via attraverso testimoni, sono proprio la vostra fede e le vostre Scritture che non comprovate con testimoni. Chi ve le ha tramandate non aveva garanzie da qualsiasi fonte, né vi è noto qualcuno che abbia testimoniato di lui prima del suo arrivo. Al contrario, ha ricevuto tutto mentre dormiva'.
Inoltre, ci chiamano eteriasti o associatori, perché, dicono, introduciamo un associato a Dio dichiarando il Cristo Figlio di Dio e Dio. Noi diciamo a loro come replica: 'I profeti e le Scritture ci hanno tramandato questo, e voi, come sostenete costantemente, accettate i profeti. Quindi, se dichiariamo a torto che Cristo è il Figlio di Dio, sono loro che lo hanno insegnato e ce lo hanno tramandato'. Ma alcuni di loro dicono che è per errata interpretazione che abbiamo detto che i profeti hanno asserito queste cose, mentre altri dicono che gli ebrei ci odiavano e ci hanno ingannati, scrivendo nel nome dei profeti in modo da farci perdere. E di nuovo noi diciamo loro: 'Fino a quando dite che Cristo è la Parola e lo Spirito di Dio, perché ci accusate di essere eteriasti? Infatti la parola e lo spirito sono inseparabili da colui nel quale hanno naturalmente esistenza. Pertanto, se la Parola di Dio è in Dio, allora è evidente che è Dio. Se, invece, è al di fuori di Dio, allora, secondo voi, Dio è senza parola e senza spirito. Di conseguenza, evitando di introdurre un associato a Dio, voi lo avete mutilato. Sarebbe molto meglio per voi dire ha un associato piuttosto che mutilarlo, come se si trattasse di una pietra o un pezzo di legno o qualche altro oggetto inanimato. Così, mentite quando ci chiamate eteriasti; noi replichiamo chiamando voi mutilatori di Dio'.
Essi, inoltre, ci accusano di essere idolatri, perché noi veneriamo la croce, che essi hanno in abomino. E noi rispondiamo loro: 'Come mai, allora, vi strofinate contro una pietra nella vostra Ka'ba [107] e la baciate e l'abbracciate?' Alcuni di loro dicono che Abramo ebbe rapporti con Agar su di essa, ma altri dicono che vi ha legato il cammello, quando stava per sacrificare Isacco. E noi li rispondiamo: 'Dal momento che la Scrittura dice che la montagna era boscosa e aveva alberi da cui Abramo tagliò legna per l'olocausto e la posò su Isacco, [108] e poi lasciò indietro gli asini con i due giovani, perché dite sciocchezze? In quel posto non ci sono né boschi né sentieri di montagna per asini'. E sono imbarazzati, ma affermano comunque che la pietra è di Abramo. Allora diciamo: 'Ammettiamo pure che sia di Abramo, come stupidamente dite. Dunque, solo perché Abramo ebbe rapporti con una donna su di essa o vi legò un cammello, non vi vergognate di baciarla, ma ci biasimate perché veneriamo la croce di Cristo con la quale è stato distrutto il potere dei demoni e l'inganno del diavolo'. Questa pietra di cui parlano è una testa di Afrodite che essi adoravano e che chiamavano Khabár. Anche ai nostri giorni, le tracce della scultura sono visibili su di essa agli osservatori attenti.
Come si è detto, questo Mohammed ha scritto molti libri ridicoli, a ciascuno dei quali ha fissato un titolo. Per esempio, vi è il libro Sulla donna, [109] in cui dispone chiaramente la legge di avere quattro mogli e, se è possibile, mille concubine – quante ne si può mantenere, oltre alle quattro mogli. Egli ha anche reso legale ripudiare qualunque moglie si possa desiderare, e, se si agisce così, di prenderne un'altra nello stesso modo. Mohammed aveva un amico di nome Zeid. Quest'uomo aveva una bella moglie della quale Mohammed si innamorò. Una volta, mentre erano seduti insieme, Mohammed disse: 'Ah, a proposito, Dio mi ha ordinato di prendere tua moglie.' L'altro rispose: 'Tu sei un apostolo. Fa' come Dio ti ha detto e prendi mia moglie'. O piuttosto, per raccontare la storia da capo – gli disse: 'Dio mi ha comandato che tu ripudi tua moglie'. E lui la ripudiò. Poi qualche giorno dopo disse: 'Ora, Dio mi ha ordinato di prenderla'. Poi, dopo che lui l'ebbe presa ed ebbe commesso adulterio con lei, fece questa legge: 'Se qualcuno ripudia sua moglie e, dopo averla ripudiata, vuole tornare con lei, lasciate che un altro la sposi. Perché non è lecito prenderla a meno che non sia sposata a un altro. Inoltre, se un fratello ripudia sua moglie, suo fratello la può sposare, qualora lo desideri' [110] Nello stesso libro egli dà precetti come questo: 'Lavorate la terra che Dio vi ha dato e abbellitela. E fate questo, e fatelo in questo modo" [111] – per non ripetere tutte le cose oscene che ha fatto.
Poi c'è il libro La cammella di Dio. [112] Parla di una cammella che veniva da Dio e che beveva tutta l'acqua di un fiume e non poteva passare attraverso due montagne, perché non c'era abbastanza spazio. C'erano persone in quel luogo, dice, che un giorno bevevano l'acqua, mentre la cammella la beveva il giorno dopo. Inoltre, bevendo l'acqua dava loro nutrimento, perché forniva loro il latte al posto dell'acqua. Allora, perché questi uomini erano malvagi, dice lui, uccisero la cammella. Tuttavia, questa ebbe una figlia, una piccola cammella, che, dice lui, quando la madre fu uccisa, invocò Dio e Dio la portò a se. Allora diciamo loro: 'Da dove viene quella cammella?' Dicono che viene da Dio. Allora diciamo: 'C'è stato un altro cammello che si è accoppiato con lei?' E allora dicono: 'No'. 'Allora,' diciamo, 'come è stata generata? Vediamo che la vostra cammella è senza padre e senza madre e senza genealogia, e che colui che ha generato ha subito del male. Né è evidente chi l'ha allevata. E anche questa piccola cammella è stato preso da Dio. Allora perché il vostro profeta, con il quale, secondo ciò che dite, Dio ha parlato, non ha saputo qualcosa della cammella – dove pascolav, e chi ha ottenuto il latte dalla sua mungitura? O forse, come sua madre, aveva incontrato uomini malvagi ed era stata uccisa? O era entrata in paradiso prima di voi, in modo che voi possiate avere il fiume di latte di cui così stupidamente parlate? Infatti dite che ci sono tre fiumi che scorrono in paradiso – uno di acqua, uno di vino, e uno di latte. Se la vostra precursore, la cammella, è al di fuori del paradiso, è evidente che si prosciuga di fame e di sete, o che altri si avvantaggiano del suo latte – e così il vostro profeta si vanta invano di aver conversato con Dio, perché Dio non gli ha rivelato il mistero della cammella. Ma se lei è in paradiso, sta ancora bevendo acqua, e voi per mancanza di acqua vi prosciugherete in mezzo al paradiso delle delizie. E se, in assenza di acqua, perché l'avrà bevuta tutta la cammella, prenderete il vino dal fiume di vino che scorre, sarete intossicati per aver bevuto vino puro, crollerete sotto l'influenza della bevanda inebriante e vi addormenterete. Poi, soffrendo di una sbornia e ammalati per il vino, perderete i piaceri del paradiso. Come, dunque, non è entrato nella mente del vostro profeta che potrebbe accadervi questo nel paradiso delle delizie? Non ha mai avuto alcuna idea di dove sta andando la cammela, e voi non glie lo avete neppure chiesto, quando vi ha raccontato i suoi sogni riguardo ai tre fiumi. Noi chiaramente vi assicuriamo che questa vostra meravigliosa cammella vi ha preceduto tra le anime degli asini, dove anche voi, come le bestie, siete destinati ad andare. E là ci saranno tenebra esterna e punizione eterna, fuoco crepitante, vermi che non dormono e demoni infernali'.
Ancora, nel libro della tavola, Mohammed dice che Cristo ha chiesto a Dio una tavola e questa gli è stata data. Dio, egli dice, gli disse: 'ho dato a te e ai tuoi una tavola incorruttibile'. [113]
E ancora, nel libro della giovenca [114] dice alcune altre cose stupide e ridicole, che, a causa del loro grande numero, penso che dovremo passarci sopra. Ha fatto una legge che essi siano circoncisi e anche le donne, e ha ordinato loro di non osservare il sabato e non di essere battezzati.
E mentre ha ordinato loro di mangiare alcune delle cose proibite dalla legge, ha ordinato loro di astenersi da altei. Ha inoltre assolutamente proibito il consumo del vino.
Note
[99] Cfr Gen 16:8. Sozomeno dice anche che erano discendenti di Agar, ma si facevano chiamare discendenti di Sara per nascondere la loro origine servile (Storia Ecclesiastica 6,38, PG 67.1412AB).
[100] L'arabo kabirun significa 'grande,' sia in termini di dimensioni sia di dignità. Erodoto menziona il culto arabo della 'Afrodite Celeste', ma dice che gli arabi la chiamavano Alilat (Erodoto 1.131)
[101] Questo può essere il monaco nestoriano Bahira (Giorgio o Sergio) che ha incontrato il ragazzo Mohammed a Bostra in Siria e ha affermato di riconoscere in lui il segno di un profeta.
[102] Corano, Sura 112.
[103] Sura 19; 4,169.
[104] Sura 4,156.
[105] Sura 5,116s.
[106] I manoscritti non hanno questo detto, ma Lequien suggerisce che provenga da Platone.
[107] La Ka'ba, chiamata 'La Casa di Dio,' si suppone sia stata costruita da Abramo con l'aiuto di Ismaele. Occupa il posto più sacro nella moschea della Mecca. Incorporata nella sua parete è la pietra di cui si parla, la famosa pietra nera, che è ovviamente una reliquia dell'idolatria degli arabi pre-islamici.
[108] Gen 22:6.
[109] Corano, Sura 4.
[110] Cfr Sura 2,225s.
[111] Sura 2,223.
[112] Non nel Corano.
[113] Sura 5.114,115.
[114] Sura 2.
Da Writings, by St John of Damascus, The Fathers of the Church, vol. 37 (Washington, DC: Catholic University of America Press, 1958), pp. 153-160. Postato il 26 marzo 2006.

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