Il santo monaco martire Atanasio di Brest (1597-1648)
Festa: 5/12 settembre (martirio) – 20 luglio / 2 agosto (ritrovamento delle reliquie)
Sant'Atanasio di Brest è un monaco
martire dell'uniatismo canonizzato dalla Chiesa ortodossa russa. Nato
attorno al 1597 a Brest, allora nella Confederazione (Rzeczpospolita)
polacco-lituana, oggi in Bielorussia, nella famiglia agiata dei
Filippovich, ricevette una fine istruzione nelle lingue antiche e
moderne, negli scritti dei santi Padri e nelle opere dei filosofi e
teologi occidentali. Di tale istruzione troviamo prove nel suo diario,
che è stato conservato.
Dopo aver lavorato per diversi anni come
tutore privato, fu tonsurato monaco nel 1627 dall'igumeno Iosif del
monastero dello Spirito Santo a Vilnius. Si trasferì quindi in altri
monasteri, e dopo essere stato ordinato ieromonaco nel 1632, fu messo a
capo del monastero di Dubovsk, presso Pinsk. Nel 1637, passò al
monastero di Kupjatitsk, vicino a Minsk, andando in missione per
raccogliere donazioni per restaurarne la chiesa.
Dopo aver avuto una visione della Madre
di Dio e una benedizione speciale, accettò con abnegazione il compito di
ristabilire l'Ortodossia nelle antiche terre russe che erano state
catturate dal dominio polacco, parlando coraggiosamente contro il
proselitismo romano e l'unione di Brest.
Tra il 1638 e il 1648 sant'Atanasio compì
la sua obbedienza nel monastero di san Simeone lo Stilita a Brest, di
cui nel 1640 divenne igumeno. In quegli anni subì molti maltrattamenti
dagli uniati e persecuzioni illegali dalle autorità civili, e per tre
volte (1643, 1644 e 1648) fu richiuso in carcere.
Nel 1643 parlò di fronte al parlamento
(Sejm) polacco in favore dell'Ortodossia e contro l'unia. Fu proclamato
insano di mente, arrestato per la prima volta e privato dei titoli
monastici; quindi fu inviato a Kiev al tribunale ecclesiastico del
metropolita Pietro Mogila, che lo assolse e lo rimandò al suo monastero a
Brest. Le sue proteste non si fermarono, e fu di nuovo arrestato nel
1644 e rilasciato un anno dopo. I tentativi di spezzare la sua
resistenza non ebbero effetto, e nel 1648 allo scoppio della ribellione
cosacca di Khmelnitskij, fu accusato di legami con i ribelli. Arrestato,
fu sottoposto a torture e condannato alla fucilazione. Morì come
martire nella notte tra il 4 e il 5 settembre del 1648.
Per otto mesi i suoi resti giacquero
sepolti senza esequie, e nel maggio del 1649 un ragazzo indicò ai
fratelli del monastero di san Simeone il luogo della sepoltura del loro
igumeno. Il terreno apparteneva a quel tempo ai gesuiti, e i monaci
dovettero disseppellire il corpo incorrotto dell'igumeno alla notte,
lavorando in segreto. Il ritrovamento delle reliquie è celebrato il 20
luglio/2 agosto.
Le reliquie incorrotte di sant'Atanasio rimasero in un reliquiario di rame fino al 1815, presso il coro (kliros) destro del monaster attirando un vasto numero di fedeli e compiendo numerosi miracoli.
L'8 novembre 1815 la chiesa lignea del
moastero bruciò, e il reliquiario di rame si fuse tra le fiamme.
Nonostante questa, una parte delle reliquie riuscì miracolosamente a
scampare all'incendio, e fu trovata il giorno dopo dal sacerdote Samuel
di Lisovsk, e posta sotto l'altare della chiesa del refettorio monastico
dai fedeli di Brest. Nel 1823, con la benedizione dell'arcivescovo
Anatolij di Misk, le reliquie furono poste in un nuovo reliquiario per
la venerazione dei fedeli.
Profondamente religioso, inesorabilmente
devoto alla fede dei santi Padri, fu disposto a lottare fino alla morte
per il suo scopo: ristabilire l'Ortodossia nelle antiche terre russe. Il
suo ripudio dell'Unia non lo portò mai tuttavia a mancare di
compassione e di amore verso quelli che erano rimasti vittime della
complicità uniate. La sua rettitudine e sincerità si rispecchiavano
nella sua predizione profetica: "L'Unia si estinguerà, ma l'Ortodossia
fiorirà".
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