Punto di ebollizione: la Transcarpazia minaccia Kiev con uno 'scenario Donbass'
Fort Russ, 10 gennaio 2017
"la Transcarpazia non è Galizia"
Nel corso dell'ultimo anno, i consigli
regionali di un certo numero di regioni dell'Ucraina (Poltava e
Ivano-Frankovsk) hanno adottato leggi che richiedono che il presidente
Poroshenko potenzi i diritti delle regioni. Kiev ha considerato queste
leggi come manifestazioni di separatismo. Ora il testimone è passato a
organizzazioni sociali non solo a Leopoli, ma anche in Transcarpazia. In
effetti, sembra che la Transcarpazia stia gradualmente riguadagnando lo
status di principale "regione separatista" in Ucraina occidentale.
Il 12 ottobre 2016, il presidente del
Consiglio regionale della Transcarpazia, Mikhail Rivis, ha chiesto che
alla regione siano assegnati più fondi per lo sviluppo delle
infrastrutture. In caso contrario, ha minacciato Rivis, la Transcarpazia
potrebbe separarsi dall'Ucraina. Il 2 dicembre, nella capitale della
Transcarpazia, Uzhgorod, si è tenuto un incontro tra i giovani ungheresi
e i deputati locali, i cui partecipanti hanno proclamato il ssostegno
alla dichiarazione di Rivis che la regione potrebbe separarsi
dall'Ucraina e stabilire l'autonomia. Gli attivisti ungheresi hanno poi
invitato il presidente Poroshenko a firmare un accordo speciale che è
stato letto ad alta voce dal leader dell'iniziativa, l'attivista
ungherese Ivan Farkosz.
Farkosz ha dichiarato: "Invitiamo Kiev a
concludere questo accordo sui poteri delegati, che consentirebbero alla
popolazione ungherese di vivere in Ucraina con dignità. Sosteniamo il
parere del capo del Consiglio regionale della Transcarpazia, Mikhail
Rivis, che ha annunciato l'esistenza di presupposti oggettivi per la
potenziale secessione dall'Ucraina. Se Kiev vuole vedere questa regione
come parte del suo stato, chiediamo l'istituzione di una quota del 20%
per i rappresentanti delle comunità ungheresi nel Consiglio regionale
della Transcarpazia e trasmissioni televisive in ungherese".
Gli ungheresi costituiscono circa il 12%
della popolazione della Transcarpazia e sono ampiamente rappresentati
nei consigli a tutti i livelli. L'innalzamento delle loro richieste a
una rappresentanza del 20% suggerisce che essi abbiano una sensazione di
potere e che stiano in realtà dettando le loro condizioni a Kiev. A sua
volta, la SBU ha aperto un procedimento penale con accusa di eventi
anti-costituzionali e sta svolgendo un'indagine.
In seguito a Uzhgorod e alla comunità
ungherese locale, la comunità polacca della capitale della Galizia,
Leopoli, ha anch'essa affermato i suoi diritti. A Leopoli si è tenuto il
25 dicembre un forum della comunità polacca della regione di Leopoli, i
cui partecipanti hanno chiesto che il governo di Kiev conceda autonomia
economica alla regione. Il presidente dell'associazione dei polacchi di
Leopoli, Sergej Lukjanenko, ha dichiarato che la regione è indietro di
50 anni rispetto alla Polonia nello sviluppo economico. Lukjanenko ha
aggiunto: "La Polonia consentirà ai residenti della regione di Leopoli
di realizzare se stessi". Ha anche notato che Leopoli "ha ancora una
possibilità."
Vale la pena notare che i polacchi
simpatizzano con gli ungheresi della Transcarpazia. Quando nel marzo
2016 a Uzhogord c'è stato un corteo di ucraini neonazisti che gridavano
lo slogan "pugnalate gli ungheresi!", questo ha causato uno sfogo di
indignazione non solo in Ungheria, ma anche nella stessa Polonia. Come
punto di confronto, il ministero degli esteri ucraino e lo stato ucraino
hanno espresso indignazione a Varsavia dopo che una persona (una sola!)
ha gridato "morte agli ucraini!" in una marcia nella città polacca di
Przemysl. L'Ucraina, però, ha scelto di non notare gli appelli di massa a
uccidere gli ungheresi della Transcarpazia che hanno abitato la regione
per più di mille anni.
Il 22 dicembre, i rappresentanti dei
russini della Transcarpazia hanno anch'essi annunciato l'intenzione di
chiedere uno status autonomo per la Transcarpazia. Hanno chiesto che
siano riconosciuti i risultati del referendum del 1991, in cui i
residenti della regione avevano votato per l'autonomia all'interno
dell'Ucraina. Ivan Palinkash, un membro del Presidio del Consiglio
popolare dei russini di Transcarpazia, ha dichiarato: "Abbiamo due
esigenze principali: riconoscere i russini come nazionalità e
riconoscere i risultati del referendum in cui il 78% degli abitanti
della Transcarpazia ha votato per l'autonomia all'interno dell'Ucraina.
Crediamo che non ci sia nulla di sbagliato in questo. Vogliamo
svilupparci".
"riconoscete i risultati del referendum del 1991 in Transcarpazia"
"i russini non sono banderisti"
Come passo seguente nella catena degli
eventi, il 23 dicembre Rivis ha invitato il governo ucraino a non
permettere alla regione per raggiungere il punto di uno "scenario di
Donetsk e Lugansk". Rivis ha rilasciato una simile dichiarazione durante
una sessione del Consiglio regionale nel corso del quale i deputati
hanno votato per legami economici autonomi con altre regioni, in
particolare Poltava e Ivano-Frankovsk. I consigli di queste regioni
hanno inoltre adottato una risoluzione per estendere i loro diritti in
aggiunta alla domanda che Kiev riconosca tali diritti regionali estesi.
Nelle parole di Rivis, "l'amministrazione
è nominata dal presidente, ma i consigli regionali sono eletti dal
popolo... Dobbiamo trasmettere le nostre idee in modo che esse siano
ascoltate, e in modo che le cose non raggiungano il punto visto a
Donetsk e Lugansk, quando la gente è insorta a dire 'non ci state
ascoltando'. "In altre parole, il regime di dubbia legittità di
Poroshenko si oppone ai deputati legalmente eletti dei consigli
regionali. Si tratta di un precedente giuridico e politico pericoloso
per Poroshenko. Le parole di Rivis, inoltre, minacciano palesemente il
presidente Poroshenko di una ripetizione dello scenario del Donbass.
Rivis e altri deputati non sono stati
puniti per le loro parole. A quanto pare, la SBU regionale ha paura di
usare la repressione. Il destino della Berkut ucraina è ancora fresco
nella mente dei funzionari della SBU in Transcarpazia. Per di più, Kiev
ha paura di turbare i "separatisti" ungheresi, dietro i quali potrebbe
schierarsi non solo l'Ungheria, ma la Polonia e l'Unione Europea nel suo
complesso.
Secondo i rapporti dalla Transcarpazia,
l'Ungheria sta emettendo attivamente passaporti nella regione. Anche gli
attivisti russini hanno annunciato che i residenti della regione hanno
ricevuto 500.000 passaporti da agenzie dello Stato ungherese. E'
probabile che queste cifre siano molto esagerate, e che il numero di
passaporti rilasciati abbia di poco superato i 150.000-200.000. Solo un
anno fa, si parlava di 100.000 passaporti. Anche questo numero è
significativo, tuttavia, dato che la popolazione della regione (tra cui i
migranti che lavorano all'estero) è di 1.260.000 persone.
Questo processo centrifugo in Ucraina non
farà che aumentare in vista dell'evidente crisi della statualità
ucraina e della distruzione della stessa idea di uno stato ucraino.
Questo processo è guidato non dai "separatisti" del sud-est, ma dai
"patrioti" dell'Ucraina occidentale. Già nel 2008, l'autore di queste
righe aveva previsto uno scenario simile. Sono convinto ora, come lo ero
nel 2008, che l'Ucraina perderà le sue terre a ovest e a sud-ovest,
quando gli attuali alleati dell'Ucraina (Polonia, Ungheria e Romania)
sfrutteranno la debolezza e la stoltezza dello stato ucraino per
riprendersi i territori tolti loro dall'URSS, che questi paesi
considerano ancora come propri.
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