martedì 3 gennaio 2023

Solo l'ira di Dio dobbiamo temere e non quella degli uomini e dei suoi accoliti satanici. (http://www.ortodossiatorino.net)

  "Se c'è scritto cavallo, vuol dire che è un cavallo": sulle persecuzioni contro la Chiesa ortodossa ucraina

Orthochristian.com, 29 dicembre 2022

 

La persecuzione contro la Chiesa ortodossa ucraina sta raggiungendo il culmine. Il 28 dicembre, programmato come se il governo volesse "voltare pagina" prima del nuovo anno, la Corte costituzionale dell'Ucraina ha stabilito che il disegno di legge che prevede la ri-denominazione forzata delle organizzazioni religiose associate alle organizzazioni in Russia è costituzionale. Questo ovviamente è rivolto esclusivamente alla Chiesa ortodossa ucraina, che il parlamento ucraino, con il sostegno del presidente Zelenskij, è disposto a vietare completamente.

Sebbene le giurisdizioni nazionalistiche in competizione abbiano sostenuto questo progetto per trent'anni, solo ora i tribunali hanno cambiato la nozione di ciò che è costituzionale. E sebbene la Chiesa ortodossa ucraina si sia autogovernata per tanto tempo, e anche di recente abbia modificato il suo statuto per dissociarsi completamente dal Patriarcato di Mosca, è ancora vista dallo stato come "associata alla Russia". La ragione di queste macchinazioni è stata resa abbastanza ovvia quando il 27 dicembre l'abate della Lavra delle Grotte di Kiev, il cuore dell'ortodossia ucraina e russa, è stato informato che il suo contratto di locazione era scaduto e che a partire dal 1 gennaio 2023, la confraternita non sarebbe stata autorizzata a tenere servizi nelle principali chiese della Lavra. E possiamo solo aspettare che cada il colpo successivo, quando ai fratelli sarà detto (che Dio non voglia) che devono lasciare la loro casa.

Queste azioni legislative hanno lo scopo di rendere il sequestro delle chiese appartenenti alla Chiesa ortodossa ucraina, un comportamento che già da decenni è rimasto impunito, una cosa del tutto legale e "costituzionale". In altre parole, è stata legalizzata la vera e propria rapina del lavoro e della proprietà di altre persone.

il metropolita Luka di Zaporozh'e

Il metropolita Luke (Kovalenko) di Zaphorozhe ha commentato questo in un recente post su Telegram:

Questa non è una favola, ma qualcosa che mi è realmente accaduto. Una volta un mio figlioccio mi ha chiesto di comprargli un cavallo giocattolo. Sono andato al negozio e ho chiesto alla commessa se hanno un cavallo. 'Lo abbiamo', ho sentito la risposta affermativa. Un minuto dopo mi ha portato un simpatico asinello di peluche – una coda con una folta pelliccia all'estremità, muso e orecchie da asino – tutto tipicamente da asino. 'Ma questo è un asino', protestai. La donna mi ha mostrato la targhetta del giocattolo, dove c'era appunto scritto 'cavallo'. 'Beh, mi scusi', ho continuato, 'ma non vede lei stessa che questo è un asino?' Lei ha risposto con tono minaccioso: 'Ma signore!!! (Per inciso, indossavo una tonaca). Non sa leggere? Qui c'è scritto chiaramente: CAVALLO'.

Ho ricordato questa storia che ha avuto luogo molto tempo fa in relazione alla decisione della Corte costituzionale sulla ri-denominazione forzata della nostra Chiesa. Il fatto stesso di questa ri-denominazione è assurdo in sé e per sé. A quanto pare, che i fedeli lo vogliano o no, saranno chiamati come gli altri vogliono chiamarli, e non come considerano se stessi. Inoltre, i fedeli hanno già fatto la loro scelta quando hanno varcato la soglia della chiesa. (Proprio come l'asino giocattolo, che non aveva alcuna possibilità di diventare quello che era veramente.)

Siamo stati registrati molto tempo fa come Chiesa ortodossa ucraina. Ma fin dall'inizio qualcuno ha deciso di appiccicarci un'etichetta con il nome "Patriarcato di Mosca". E ora questa "commessa" o venditore, solo questa volta nella persona di un giudice, decide di ribattezzarci con qualunque nome gli venga in mente (appendendoci di fatto un'etichetta per un processo di linciaggio pubblico). Ma il segreto sta solo nella necessità di slegare le mani di certe persone perché compiano razzie e si impossessino delle proprietà della Chiesa, dal momento che non hanno il cervello per creare qualcosa da soli. E per quanto io provi a dimostrarlo, sentirò di nuovo la risposta: "Ma signore! È scritto nella sentenza del tribunale IN QUESTO MODO, quindi è così: consegni la sua proprietà".

E il silenzio nell'Occidente "democratico" è sbalorditivo. Come se la gente pensasse che dovrebbe essere così. Dalla caduta del comunismo, quando le chiese sono state restituite alle comunità religiose per l'uso dopo anni di distruzione e persecuzione, chi ha supervisionato il restauro nella moderna Ucraina di chiese e monasteri originariamente costruiti dalla storica Chiesa ortodossa canonica? Sono stati i chierici e i fedeli della Chiesa ortodossa ucraina che hanno hanno restaurato questi edifici con grandi fatiche.

il metropolita Pavel di Vyshgorod e Chernobyl'

Come ha annunciato l'abate della Lavra delle Grotte di Kiev, il metropolita Pavel di Vyshgorod e Chernobyl', dopo che l'amministratore del museo delle Grotte di Kiev gli aveva detto che dopo il capodanno la Chiesa non avrebbe più avuto accesso alla cattedrale della santa Dormizione e alla chiesa della trapeza:

Per trent'anni, come abate del monastero, sono stato costantemente qui, e insieme a me 220 fratelli che pregano costantemente per il nostro stato, per il nostro esercito. E non solo preghiamo: lavoriamo costantemente, cercando di aiutare tutti i bisognosi, tutti coloro che ci chiedono intercessione in preghiera e aiuto nella loro vita terrena. Nessuno ci ha informato per iscritto con almeno un mese di anticipo. Abbiamo contratti di locazione a lungo termine e la Chiesa ortodossa ucraina è responsabile della manutenzione fisica degli edifici.

Conosco ogni pietra qui, ogni pezzo di terra, perché qui abbiamo costruito tutto con le nostre mani, con le donazioni dei fedeli... Anche se lo Stato ha finanziato alcuni lavori di restauro, si è ripreso quei fondi sotto forma di tasse...

Non possiamo permettere che gli edifici costruiti dai nostri santi antenati vengano distrutti.

Quindi è chiaro che la Chiesa ortodossa ucraina sta per affrontare lo stesso tipo di persecuzione che subì sotto il regime comunista. E proprio come a nessuno sembrava importare nell'Occidente "democratico" quando le persecuzioni furono scatenate dai comunisti all'inizio del XX secolo, a nessuno sembra importare neanche adesso.

Inoltre, il Patriarcato di Costantinopoli sta trattando queste persecuzioni allo stesso modo di allora, sebbene uno dei suoi stessi ecclesiastici abbia invitato il suo patriarcato a fare qualcosa contro queste persecuzioni. Padre Tarasij Petrunak del Patriarcato di Costantinopoli, che presta servizio in Spagna, si è rivolto al vescovo Mikhail di Comana, che guida "l'esarcato" di Costantinopoli a Kiev, all'inizio di dicembre dopo i recenti oltraggi contro la Chiesa ortodossa ucraina, quando monasteri e chiese hanno subito perquisizioni in tutta l'Ucraina: [1]

il sacerdote Tarasij Petrunak. Foto: spzh.news

Eminenza! Mi rivolgo a lei come capo della stavropegia di Costantinopoli in Ucraina, nella speranza che i concetti di equità e coscienza cristiana non le siano estranei.

I recenti avvenimenti legati alla vita ecclesiale nella Chiesa ortodossa ucraina mi costringono a indirizzarle una lettera aperta.

Domenica scorsa alla Liturgia abbiamo letto il Vangelo in cui Cristo racconta la parabola del buon samaritano. Sappiamo che le parole della Sacra Scrittura dovrebbero essere il fondamento delle nostre azioni, senza le quali la nostra fede è morta (Gc 2:17). Oggi stiamo assistendo a episodi di tirannia contro la Chiesa ortodossa ucraina. Coloro che sono chiamati a vigilare sulla sicurezza e sui diritti costituzionali dei cittadini, nelle ultime settimane hanno sottoposto a persecuzione laici e chierici di quella Chiesa.

Dobbiamo dare il dovuto rispetto all'umiltà cristiana del primo ierarca e del gregge della Chiesa ortodossa ucraina, che in questi tempi difficili continuano a portare la loro croce con silenziose preghiere di gratitudine sulle labbra, riponendo la loro unica speranza nel Signore. Va notato che i testimoni di questa illegalità, che parlano continuamente di "un solo popolo", in realtà agiscono in modo diametralmente opposto, mostrando solo intolleranza e inimicizia religiosa. Possiamo notare come i presunti "fratelli" – i greco-cattolici e il loro arcivescovo maggiore – passino in silenzio davanti alla Chiesa ortodossa ucraina come se non vedessero nulla, non volessero alzare la voce contro l'ingiustizia; allo stesso modo, il "clero" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", [2] il cui "metropolita" distoglie la faccia dall'illegalità, e poi predica falsamente l'amore per il prossimo.

Non le sembra che noi, chierici della Chiesa che è la prima in onore, non dovremmo agire in modo così ipocrita? Dovremmo alzare la nostra voce in difesa dei nostri fratelli di fede e di sangue! Dopotutto, anche lei ed io siamo ucraini. Non dobbiamo permettere che questa tirannia sia commessa dalla SBU [3], in modo simile a tutti gli effetti alla Cheka-NKVD o alla Gestapo nazista: perquisizioni umilianti che sconvolgono la vita ecclesiale delle comunità monastiche, accuse infondate di tradimento e basse provocazioni contro i vescovi . È stata consentita anche l'offerta di scambiare chierici ortodossi [ucraini] con prigionieri di guerra dell'esercito ucraino... Nel difendere la verità, non dobbiamo temere i politici ma solo Dio: "Conoscendo dunque il terrore del Signore, persuadiamo gli uomini; ma noi siamo resi manifesti a Dio; e confido che si manifestino anche nelle vostre coscienze". (2 Cor 5:11)

Con questa lettera piego il ginocchio davanti alla sua destra con una sola richiesta: alzare la sua voce autorevole in questo deserto privo di spirito (cfr Mt 3:3) e intercedere presso il presidente dell'Ucraina affinché cessi questa tirannia contro i nostri fratelli nella Chiesa ortodossa ucraina!!!

" Ma se aveste saputo cosa significa questo, avrò misericordia e non sacrificio, non avreste condannato l'innocente". (Mt 12:7)

È passato un mese e nessuno a Costantinopoli o nel suo "Esarcato" ha detto una parola contro questa tirannia. Nessuno si è rivolto al presidente, anche se firma un documento che consente al parlamento di bandire l'antica Chiesa ortodossa, la Chiesa maggioritaria in Ucraina. E nessuno esprime indignazione per una sentenza incostituzionale di una cosiddetta Corte costituzionale.

E per favore non inviateci alcuna citazione che mostri statistiche a favore della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non canonica: è il massimo della spavalderia rubare chiese e poi affermare che la maggior parte delle chiese in Ucraina appartengono alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e non all'UOC. E poi cacciare i fratelli dai luoghi più sacri di tutto il Paese e dire che l'UOC non ha monasteri.

A proposito, non è stata ancora data una risposta definitiva alla domanda: cosa intende fare il governo con la Lavra delle Grotte di Kiev, una volta che non sarà più nelle mani legittime della Chiesa ortodossa ucraina? Dopotutto, la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non ha assolutamente il numero di monaci necessari per mantenere il monastero. Nemmeno i fedeli li sosterranno. Resta da vedere l'esito, ma si può solo dedurre che se le chiese diventeranno un museo, la gente dovrà pagare per entrarvi. C'è un precedente per questo dai tempi sovietici. Forse il costo di un biglietto sarà di trenta pezzi d'argento...

Note

[1] Si veda https://spzh.news/ru/news/69904-svjashchennik-fanara-obratilsja-k-ekzarkhu-v-kieve-v-svjazi-s-situatsiej-vokruh-upts [in russo].

[2] La "Chiesa" messa insieme in Ucraina dal patriarca di Costantinopoli, a partire da vescovi e sacerdoti non canonici.

[3] I servizi segreti ucraini.

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