venerdì 20 gennaio 2023

Dal sito del confratello P. Ambrogio di Torino

Sta covando uno scisma a Cipro?

di George Michalopulos

Monomakhos, 18 gennaio 2023

 



Sembrerebbe di sì.

Come predetto dal sottoscritto, la decisione di "riconoscere" la setta scismatica in Ucraina non sarebbe stata l'ultima parola. Finora solo tre Chiese locali, Atene, Alessandria e Cipro, hanno scelto di farlo. Il processo che hanno intrapreso è stato tutt'altro che elegante, o canonico, se per questo.

Non sono state effettuate votazioni formali. Invece, i sinodi hanno giocato in modo infantile a "passarsi la patata bollente", con i primati che chiedevano ai rispettivi sinodi di votare per il riconoscimento del ciarlatano in tonaca Dumenko e del suo gruppo non canonico. I sinodi hanno poi rimesso la decisione ai primati.

È stato tutto così goffo.

Nel caso di Alessandria, però, ha dovuto intervenire il governo greco, torcendo il braccio a uomini compromessi; è stata più un'orchestrazione artificiosa, che una decisione della Chiesa.

Alla fine, i sinodi più o meno, così così, in qualche modo, hanno concordato di riconoscere la sconveniente diavoleria del patriarca Bartolomeo a Kiev come Chiesa "autocefala" dell'Ucraina. Bartolomeo l'ha presa come una vittoria. Col tempo, pensava che le altre Chiese sarebbero salite a bordo del suo carrozzone (o autocefalificio) e avrebbero legittimato le sue azioni.

Finora non è successo.

Anche Gerusalemme e l'Albania, che fanno capo a primati greci, così come la Romania, tutt'altro che filorussa, hanno esitato ad accettare questa farsa. Anche la Georgia, che ha avuto i suoi disaccordi militari con la Russia, si è rifiutata di farlo.

Il continuo non riconoscimento di Dumenko, che va avanti ormai da 4 anni, è un motivo di completo imbarazzo.

Ad Antiochia, Belgrado e Sofia non hanno dimenticato le numerose offese ricevute da Bartolomeo sin dalla sua ascesa al trono ecumenico. Anche l'OCA, che in passato desiderava disperatamente il riconoscimento del Fanar, non ha intenzione di riconoscere la setta fasulla a Kiev e continua a onorare il metropolita Onufrij come legittimo primate della Chiesa ortodossa ucraina.

E ora il metropolita Neophytos di Morphou ha boicottato l'intronizzazione formale di Georgios di Paphos, il neoeletto arcivescovo di Cipro, minando la decisione del sinodo di sostenere all'unanimità la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

In breve, la decisione dei ciprioti di sostenere il Patriarcato ecumenico è tutt'altro che cosa fatta.

Questo è stato uno straordinario rimprovero all'arcivescovo Georgios – e per estensione, a Bartolomeo – e crea discordia all'interno della Chiesa cipriota. Nessuno sa come risolvere questo problema in futuro.

Sospetto che assisteremo a rotture simili nella Chiesa di Grecia. Lo stiamo già vedendo svolgersi in Africa, dove il contingente nativo di cristiani ortodossi ha di fatto tagliato ogni legame con la gerarchia greca ad Alessandria. Ora fanno parte dell'Esarcato russo.

Il patriarca Bartolomeo non solo ha operato uno scisma tra le Chiese locali, ma ne ha provocato uno anche all'interno delle Chiese locali. La cosa ironica è che questa potrebbe essere l'ultima cosa che Bartolomeo voleva. O magari sì? A un certo punto ha affermato con sicurezza che tutti (si legga: gli slavi) alla fine sarebbero "saliti a bordo". Non l'hanno fatto. Non potevano, data la direzione dell'Ucraina e il fatto che nessuno può essere in comunione con scismatici che non saranno in comunione con lui. La "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" odia così tanto la Russia da non voler accettare una ri-ordinazione dei suoi chierici, perché questa li legherebbe ecclesiasticamente alla Russia, che rappresenta oltre un terzo della Chiesa.

C'è da chiedersi dove risiedano le simpatie di Bartolomeo. Con la Chiesa o con i globalisti, poiché questi sfortunati eventi sono esattamente ciò che voleva il Dipartimento di Stato americano.

Chissà? Smascherare la mancanza di forza di Bartolomeo nel mantenere l'unità ortodossa può essere per lui una delusione, poiché infanga il suo posto nella storia e offusca l'intera Chiesa. Naturalmente, questo non significa niente per i globalisti. Per loro è "scisma, ecchissenefrega".

Cosa ci si aspetta da persone che non credono in Dio? Buon ordine nella Chiesa? Vale la pena chiedersi, Bartolomeo è una di queste persone? Le sue aspirazioni globaliste lo hanno portato fuori dalla Chiesa? Questo è qualcosa che i vescovi devono affrontare, e devono farlo rapidamente, poiché questo ridefinisce completamente la Chiesa.

Questo è un problema serio che richiede un'ulteriore discussione da parte della Chiesa. È importante riconoscere che questo problema è specifico del Fanar, e non degli ortodossi greci. L'intera Chiesa è stata compromessa dalle sue decisioni. Se continuiamo a non agire, la Chiesa sarà divisa per sempre in due parti, che cresceranno come pilastri separati, come hanno fatto i cattolici romani e gli ortodossi a partire dal 1054.

 

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