sabato 3 settembre 2011

Riflessione a cura di p. Seraphim

Серафим Валеряни Ропа
 
XII Domenica dopo Pentecoste – Tono III
Letture: 1 Cor. 15,1-11 / Mt 19,16-26

Nel nome del Padre e del Figlio e del Santo Spirito. Amen.
“….Che cosa mi manca ancora?” Quanto è profonda la domanda del giovane ricco. Lui aveva avuto tutto dalla vita, era ricco e quindi rispettato, poteva permettersi lussi che molti dei suoi vicini non potevano neanche sognare, eppure tutto questo non appagava pienamente la sua anima. E’ un fedele e devoto osservante dei comandamenti, li ha osservati fin dalla sua giovinezza, eppure neanche questo gli basta. Che cosa dunque gli manca? Il Signore Gesù glielo dice in una maniera per lui sconvolgente: “Va, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo, poi vieni e seguimi.”, è come se gli dicesse: “Non ti manca niente agli occhi del mondo, sei ricco, giovane, devoto, ma ti manca la cosa fondamentale, ti manco Io.” Fratelli e sorelle dove riposa in pace il nostro cuore? Dove sentiamo la nostra vera gioia? Il compimento della nostra vita? Unicamente e solo in Dio, unicamente solo in Cristo Gesù nostro Salvatore. Non è una banalità o una frase fatta. Egli, il nostro creatore, ci ha voluti per amore, per essere oggetto del suo amore infinito e il nostro cuore, che è fatto per amare, non può trovare risposo se non in Lui. I beni del mondo ci danno una gioia momentanea ma poi ci stancano, se a loro attacchiamo il cuore sono un po’ come dei surrogati tipo i dolcificanti artificiali rispetto allo zucchero, sì dolcificano ma poi ci lasciano quel senso di amaro in bocca e lo zucchero diciamocelo è proprio meglio dei dolcificanti. Così se usiamo dei beni materiali, perfino della religione, senza fare di Dio il centro della nostra vita a lungo andare sentiamo un amaro in bocca e tendiamo ad altro, ma nel contempo è come se questi beni si attaccassero alla nostra anima e non ci lasciassero andare “…il giovane se ne andò triste (triste e sottolineo triste), poiché aveva molte ricchezze.”
Gioia o tristezza, primato di Dio o primato del mondo, questa è la scelta a cui la vita cristiana ci pone davanti, cerchiamo di fare la scelta giusta. Se quel giovane ricco avesse detto di sì a Cristo ora lo ricorderemmo con tutta probabilità per nome e come un grande santo della Chiesa, invece si ricorda semplicemente come il giovane ricco. Preghiamo Iddio che nell’ultimo giorno si ricordi di noi per nome e ci salvi Lui che è il Salvatore delle nostre anime e dei nostri corpi.
Buona Domenica a tutti.

p. Seraphim

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