Il futuro del mondo e la crimeanizzazione
22 marzo 2018
Il presidente Putin ha vinto il secondo
mandato della sua seconda presidenza con circa il 76% dei voti e un'alta
affluenza alle urne. Non è stata una sorpresa e, come alcuni hanno
notato, l'odiosa e diffamatoria campagna anti-russa condotta
dall'Establishment britannico nelle due settimane prima dell'elezione lo
ha indubbiamente aiutato a vincere con un margine tanto ampio [1].
Apparentemente, per l'Establishment britannico anti-cristiano, che
nella sua grossolana incompetenza sta mettendoci cinque anni invece di
due per liberare il Regno Unito dalla tirannia dell'Unione Europea come
richiesto dalla democrazia, si è colpevoli fino a prova contraria.
Quindi la popolarità del presidente Putin, a differenza di quella degli
invidiosi capi occidentali, rimane inviolata. Tuttavia, quale tipo di
sfida potrebbe ora incontrare la Russia?
La Federazione Russa è un paese
multinazionale, di gran lunga il più grande del mondo, con porti che
conducono a tre oceani, il Pacifico, l'Artico e l'Atlantico, e a molti
mari. È un impero, ma, tragicamente, un impero tradito, rovinato e
sabotato, un impero di territori perduti e cittadini crudelmente
separati da esso, un impero di martiri – e pertanto è il leader del
mondo cristiano di oggi. Qual è il suo destino geopolitico? Con
territori enormi e spopolati, potrebbe assorbire rifugiati cristiani da
tutto il mondo prima della fine – la sua Stella Polare potrebbe
diventare una stella guida per coloro che fuggono dalle persecuzioni.
Questa è una chiamata, che potremmo chiamare "crimeanizzazione". Cosa
significa questa parola?
Qui ci riferiamo al 2014 quando la
Federazione ha offerto al popolo della Crimea la possibilità di un
referendum libero per il ritorno alla Russia, da cui erano stati
forzatamente separati dalla tirannia comunista sessant'anni prima. E
hanno votato in maniera massiccia per questo ritorno, restituendo in
pieno la Russia al Mar Nero, al Bosforo, ai Dardanelli, al Mediterraneo e
così alla Terra Santa e a Gerusalemme. Così, sentiamo il richiamo del
progetto di ripristinare non solo le ancestrali e devastate terre russe,
ma tutti gli ortodossi dell'Impero Cristiano. Il compito della
"crimeanizzazione" significa riunire tutti coloro che desiderano
volontariamente aderire alla Russia, non necessariamente in un'unione
politica come ha scelto la Crimea, ma soprattutto in un'unione
spirituale.
Attualmente gli agenti degli stati
anti-cristiani stanno riempiendo il mondo di guerre senza fine, omicidi,
avvelenamenti, complotti, calunnie, minacce, privandolo persino dei più
basilari valori spirituali e morali. La Russia oggi affronta il compito
di ripulire questo pozzo nero laicista, in cui il mondo è stato calato
fin dalla tragedia del 1918, quando l'ultimo imperatore cristiano e la
sua famiglia furono massacrati. Se c'è pentimento, la "crimeanizzazione"
significherà che la Russia potrebbe diventare un faro di speranza per i
perseguitati spiritualmente, non solo nell'Europa orientale, o nel
mondo occidentale, ma in tutti i continenti. La Russia potrebbe
diventare un faro, allo stesso tempo, della grazia della Tradizione e
della giustizia sociale.
Il compito di coloro che si oppongono
alla Chiesa è di portare l'inferno sulla terra. Questo è quello che
hanno visibilmente fatto in tutto il mondo negli ultimi cento anni.
Dalla creazione delle guerre mondiali e dal massacro e dalla mutilazione
di centinaia di milioni nelle guerre e nell'olocausto dell'aborto, alla
creazione di armi che possono annientare tutti gli esseri viventi sulla
terra, questo è il compito delle forze dell'inferno. Questa è la loro
preparazione per la venuta dell'Anticristo, perché possa sentirsi a casa
sulla terra. Tuttavia, il compito della Chiesa di Dio, ora focalizzato
sulla Federazione Russa multinazionale, è di portare il paradiso sulla
terra, in preparazione della venuta di Cristo, che sarà vittorioso. Non
abbiate paura!
Nota
[1] Nel 2012 presso
l'ambasciata russa a Londra lo aveva scelto solo il 22% degli elettori;
domenica scorsa lo ha fatto il 52%. Solo nel Caucaso è diminuita
l'affluenza: dal 99% al 92%.
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