Il problema principale del mondo ortodosso contemporaneo
dal blog del sito Orthodox England, 11 febbraio 2021
Introduzione
Di tanto in tanto nel corso dei decenni ho sentito conversazioni tra ortodossi su "Qual è il problema del mondo ortodosso". Da alcuni ho sentito dire: "L'episcopato". Altri dicono: "La mancanza di leadership". Altri: "La mancanza di pastori". Altri: "Il clero non istruito". Altri: "La comunione rara". Altri: "Non ci sono abbastanza chiese". Altri: "La politica". Altri: "Non ci sono abbastanza soldi". Altri: "Ci sono troppi soldi". Altri: "L'ecumenismo" (come suona antiquata questa parola ora). Ascoltando tali conversazioni tra persone più anziane di me, molti anni fa sono giunto alla mia conclusione molto più radicale, ma forse anche molto più ovvia, che presento di seguito. Faccio alcuni esempi.
Il problema dei vescovi
Qui uno dei grandi problemi è che, con una vita monastica molto debole, i vescovi ortodossi provengono da un ristretto gruppo di candidati. Dobbiamo pure ricordare che, anche se ci fosse una forte vita monastica, i monaci per la maggior parte non sono comunque adatti a diventare vescovi: il monaco molto 'monastico' può essere un vescovo disastroso, non avendo un concetto della vita familiare e delle realtà generali della vita nel mondo. Se diventano vescovi, questi prendono le decisioni più grossolane per ingenuità, ordinando banditi e pervertiti e non ordinando i candidati adatti.
In effetti, i veri monaci fuggono la possibilità dell'episcopato e devono essere portati alla consacrazione a calci e sotto minacce. In alcune Chiese locali, la situazione è così disastrosa che un qualunque celibe può diventare vescovo, soprattutto se appartiene alla giusta famiglia benestante locale. La sua fede non è molto importante, ma essere celibe e appartenere alla giusta famiglia benestante locale lo sono. Di conseguenza, ci sono molti vescovi che sono burocrati, diplomatici o semplicemente accademici. La fede in Cristo non conta davvero molto per loro.
L'obiettivo principale del vescovo-burocrate, "amministratore" o "manager efficace" (nel gergo russo) è raccogliere denaro e proprietà, raccogliendo così il potere nelle sue mani. Dopo tutto, marmo, oro, paramenti appariscenti, appartamenti e automobili richiedono contanti. In quale altro modo puoi mostrare quanto sei prestigioso e potente? Qualche anno fa ne abbiamo visto uno che era stato nominato in un'altra diocesi. Il suo primo atto è stato quello di comprarsi un'auto molto elegante.
Quella è stata la sua fine. Metà del gregge si è voltata subito e non è più tornata. E francamente, perché avrebbero dovuto tornare? Il vescovo precedente viaggiava con i mezzi pubblici e per questo era rispettato, anche se era vero che viaggiava molto poco. Il nuovo vescovo non riusciva ancora a capire come avesse alienato metà del suo gregge nella prima settimana (se n'è accorto solo all'incirca un anno dopo). Alcuni anni dopo è stato rimosso, dopo che era scomparsa una grande quantità di denaro... Un altro fallimento in una lunga fila in quella particolare diocesi, che sembra avere un desiderio suicida, ordinando gli incompetenti e scacciando i competenti.
Ma perché un vescovo ha bisogno di un autista o di un cuoco o di una cancelleria per emanare decreti (che comunque di solito vengono ignorati)? Le persone comuni non hanno né autista né cuoco né cancelleria, e non emanano decreti. Se lo facessero, anch'essi si troverebbero presto disprezzati e ignorati come i loro vescovi.
Ai vescovi viene conferito il potere, che alcuni di loro pensano significhi il potere di sospendere, privare della vita e della casa o deporre sacerdoti giusti (e altri) e ordinare al loro posto i propri adulatori corrotti. Alcuni coltivano questo potere in una sorta di arbitrario governo feudale, la capacità di incutere terrore e di intimidire. È impossibile pregare con tali vescovi perché sono dei bulli che che non fanno altro che traumatizzare. Non c'è da stupirsi che in una Chiesa locale ci sia effettivamente un sindacato dei preti, per difenderli da tali prepotenti.
Il timore di alcuni sinodi dei vescovi di opporsi a tali prepotenti da loro stessi nominati scredita l'episcopato, perché ci sono interi sinodi che cadono nella codardia e lasciano agire i corrotti per anni. Deve esserci un'altra via, la via della giustizia. Chiariamo che non stiamo parlando di coloro che meritano la sospensione e la deposizione secondo i canoni. L'autentica paura hanno che i preti di essere ingiustamente sospesi e deposti non è colpa loro. È colpa di vescovi tirannici e non cristiani, che non conoscono la parola Amore. Tra di loro regna il trauma. Per quanto riguarda la fiducia, l'hanno gettata fuori dalla finestra decenni fa.
Poi ci sono i vescovi che sono semplici diplomatici o amanti dei libri, che si nascondono nelle loro cattedrali, non visitano mai le loro diocesi fatiscenti, e rimangono sconosciuti ai loro greggi. Preferiscono parlare alle conferenze per intellettuali.
Abbiamo assistito alla condotta vergognosa di alcuni vescovi nell'ultimo anno nei confronti del covid. Terrorizzati dalla vaga possibilità di morte di Covid, si sono chiusi e hanno chiuso le loro diocesi, minacciando i loro preti di sospensione e deposizione, se solo servono la liturgia o visitano i malati, come è stato fatto in un gruppo in un paese della diaspora. Questi conformisti sono coloro che, volendo nuotare con la forza della marea dello Stato ateo, vanno oltre le richieste dello Stato ateo chiudendo le loro chiese. Il concetto di chiese nelle catacombe è totalmente estraneo a tali vescovi, in quanto sono totalmente integrati nelle istituzioni locali (e nelle loggie massoniche locali). Ci sono persone che mi chiedono se tali vescovi abbiano una fede. In risposta, alzo le spalle e guardo il cielo. Il fatto è che non lo so.
36 anni fa, durante l'ordinazione, un anziano sacerdote russo mi disse che "qualunque cosa tu faccia, non contattare il vescovo a meno che non sia un'emergenza, lo infastidirai". In effetti, ci sono vescovi di cui ho sentito parlare, che di fatto vietano al proprio clero di contattarli o rendono impossibile il contatto perché si rifiutano di rispondere a qualsiasi forma di comunicazione. Non vogliono problemi, eppure sono felici di interferire nei dettagli della vita pastorale e di turbare allo stesso modo chierici e fedeli, creando così problemi. La loro mano pesante va al di là di ogni definizione. Un nuovo vescovo che conosciamo, ubriaco di potere, è riuscito ad alienarsi tutta la diocesi in soli nove mesi. Un'impresa davvero notevole. Un record? Per quel che ne sappiamo...
Il problema dei preti
Ci sono preti carrieristi. Puoi notarli a un miglio di distanza. Anche la persona più scettica li riconosce. È come se emanassero un odore. E l'odore non è quello dell'acqua di colonia, ma il fetore del denaro.
D'altra parte, se si permette un sacerdozio sposato, come ha fatto Cristo, è naturale che il prete guadagni abbastanza per prendersi cura della sua famiglia. Ci sono vescovi ortodossi che condannano la soluzione cattolica romana per risparmiare denaro, cioè l'imposizione dei soli celibi (a volte omosessuali, a volte peggio). Ed è esattamente quello che fanno alcuni vescovi: ordinare un ventiduenne, farlo archimandrita e il gioco è fatto: un parroco a poco prezzo.
Solo che, come accade abbastanza spesso (ne ho conosciuto molti esempi), a 30 anni vogliono sposarsi. E lo fanno. Non molto lontano da qui, conosciamo un archimandrita sposato con due figli, anche se il suo vescovo lo ha lasciato esercitare il sacerdozio. E in realtà non biasimo il prete per essersi sposato, ma il vescovo che ha ordinato l'archimandrita sposato a un'età non canonica. Un altro vescovo che abbiamo incontrato, nell'allora gruppo di Rue Daru, ordinava preti solo se non avevano più di due figli. Chi non utilizzava la contraccezione non poteva essere ordinato: costava troppo. Questa è ipocrisia.
Il problema è che tali eventi non fanno nulla per creare rispetto per il clero e la vita parrocchiale. La soluzione semplice: in una piccola parrocchia con 100 salariati, si deve chiedere loro di contribuire con l'1% del loro stipendio allo stipendio del prete. Ciò porta il prete a guadagnare esattamente lo stipendio medio di tutti i suoi parrocchiani. Se è una parrocchia di medie dimensioni con 200 salariati, questi devono contribuire con lo 0,5% del loro stipendio. Eccetera.
Questo ci porta al prossimo, enorme problema.
Si tratta della mancanza di parrocchie. Abbiamo un bel po' di edifici ecclesiastici (anche se probabilmente solo un quinto del numero richiesto), ma una parrocchia è una questione diversa. Una chiesa è un edificio in cui 'vai' tutte le volte che vuoi, per cinque minuti una volta all'anno (come le migliaia che dicono di 'andare a...' (una chiesa dove non ci sono mai più di 200 persone presenti in qualsiasi momento). Ci sono altri che frequentano una chiesa almeno tre volte alla settimana, arrivano prima dell'inizio delle funzioni e se ne vanno dopo la fine. Solo loro sono i parrocchiani. Una parrocchia è una comunità a cui appartieni, di cui sei parte. E i parrocchiani sono persone che socializzano e si aiutano a vicenda al di fuori della domenica.
In Russia e nella maggior parte dell'Europa orientale ex comunista, la vita parrocchiale è stata quasi completamente distrutta dai comunisti. Anche se, in verità, spesso la vita parrocchiale era molto spesso molto debole anche prima dell'arrivo dei comunisti. Ed è proprio per questo che sono venuti i comunisti...
Creare una famiglia ecclesiale, ed è questo che è una parrocchia, non è facile. Ci vogliono anni. Ci sono diverse nazionalità, diverse età, le persone vivono in luoghi diversi, spesso molto distanti. E questo ci porta alla nostra prossima sezione.
Il problema dei fedeli
I cristiani ortodossi in tutto il mondo sono per la maggior parte solo nominali. Questo nominalismo si vede tra quelli che vanno (nella migliore delle ipotesi) in chiesa tre volte nella vita, per il battesimo, il matrimonio e il funerale. Non sono ortodossi che vivono la Chiesa, che appartengono alla Chiesa, la cui priorità è la Chiesa. Alcuni chiedono perché sia avvenuta una rivoluzione nella "Russia ortodossa". È avvenuta a causa del nominalismo. Quando c'è un attacco alla fede, le prime persone ad andarsene e persino a diventare improvvisamente nemiche della Chiesa sono i cristiani nominali. Così, nella Russia sovietica, la maggior parte dei militanti comunisti, da Stalin in giù, era composta da battezzati ortodossi. Ovviamente non erano ortodossi che facevano parte della Chiesa. Quindi, possiamo vedere la fragilità dei "paesi ortodossi", dove la maggioranza è ortodossa solo nominale. Possiamo vedere la stessa fragilità oggi in Grecia e in Romania, dove il clero è pagato dallo Stato. Una fragilità che preoccupa. Questi paesi sono appesi a un filo.
Il nominalismo è precisamente il motivo per cui la confessione e la comunione sono poco frequenti. La confessione e la comunione, sebbene siano due sacramenti separati, insieme formano una dichiarazione che siamo cristiani, che ci pentiamo e che prendiamo parte a Cristo, il capo della Chiesa. Entrambi sono ugualmente importanti, motivo per cui sono così frequenti e così strettamente collegati. Alcune domande comuni dei battezzati non integrati nella Chiesa sono: che cos'è la confessione? Cos'è la comunione? Non le ho mai fatte. Perché non potete dare la comunione al mio bambino non battezzato? Ora abbiamo la straordinaria pratica cattolica romana nelle Chiese greche di fare la comunione, ma mai la confessione. E in realtà è giustificata come normale! Cos'è questo mondo in cui viviamo?
A molte persone piace incolpare "la Chiesa" per tutto. Questo suona come una bestemmia, poiché la Chiesa è di Cristo, di sua Madre (che è la Madre della Chiesa), dei suoi santi e dei suoi angeli. Tuttavia, per "Chiesa", non intendono effettivamente Cristo (che è ciò che significa "Chiesa"), ma il clero.
Sì, siamo consapevoli delle colpe del clero (si vedano i lunghi elenchi sopra), ma che dire delle colpe dei laici? Questi ultimi statisticamente rappresentanono 2.444 su 2.445 ortodossi (90.000 vescovi, preti e diaconi su 220 milioni), il 99,945% della Chiesa. Dov'è la responsabilità per la fede delle persone, la loro consapevolezza di appartenere al "sacerdozio regale"? Perché questo atteggiamento passivo e consumistico? Questo non è l'atteggiamento dei fedeli della Chiesa.
Alcune persone incolpano il clero per l'evidente mancanza di lavoro missionario. Ma questo è molto più una loro responsabilità, poiché sono la stragrande maggioranza. Se non si fa niente all'interno delle parrocchie, nel lavoro missionario interno, niente si può fare al di fuori delle parrocchie, nel lavoro missionario esterno. Perché dobbiamo aspettare che vescovi e preti creino parrocchie, comprino edifici ecclesiastici, facciano il lavoro missionario? Tutto dovrebbe iniziare dalla base. E da dove vengono i chierici? Vengono dai fedeli. Il clero non è nato clero! C'è della verità nel vecchio e duro detto che: "La gente ha il clero che merita?" La mancanza tra i fedeli di uno zelo per vescovi retti si traduce sicuramente in quello che abbiamo. Non dovremmo lamentarci della nostra situazione quando è colpa nostra.
Conclusione
Qual è il problema principale del mondo ortodosso? A mio avviso, è senza dubbio la sua assoluta mancanza di Ortodossia. A tutti e tre i livelli, come descritto sopra. Ciò significa mancanza di comprensione dogmatica e mancanza di opere d'amore, in altre parole, mancanza di amore, che di fatto sono il risultato l'una dell'altra. Perché se non ami Dio, non amerai il prossimo o te stesso. In parole povere: nessun rispetto per Dio = nessun rispetto per gli altri = nessun rispetto per sé.
Ogni volta che nella storia della Chiesa i fedeli, la maggior parte dei parroci, dei monaci e dei vescovi liberamente nominati si sono uniti per difendere la Fede contro tiranni e mostri, hanno creato una forza inarrestabile, una forza che cambia radicalmente il corso della storia. Perché? Perché si rendono conto che solo loro, quando sono insieme, sono la Chiesa.
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