Il Santo Sinodo decide a Mosca la linea
da adottare nella crisi ucraina
L'incontro del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa, tenuto a Mosca dal 23 al 24 settembre 2021, ha preso decisioni importanti sulla crisi ucraina:
1. Condanna della visita del patriarca Bartolomeo a Kiev La visita del patriarca Bartolomeo a Kiev ad agosto è stata condannata come grave violazione dei canoni (in particolare, il Canone 3 del Concilio di Sardi e il Canone 13 del Concilio di Antiochia), come spiegato nel verbale n. 60 del Sinodo.
2. Condanna della definizione del patriarca di Costantinopoli come leader dell'Ortodossia Il Sinodo ha reiterato che il patriarca Bartolomeo non ha diritto a parlare a nome dell'Ortodossia di tutto il mondo, ancor più dopo aver sostenuto lo scisma in Ucraina e quando la maggioranza dei credenti ortodossi nel mondo non è più in comunione con lui.
3. Apertura alla ricezione dei chierici del Patriarcato d'Alessandria contrari alla comunione con gli scismatici Dopo che il patriarca Teodoro ha espresso un riconoscimento degli scismatici ucraini (cosa resa ancora più odiosa dal fatto che prima era un acceso sostenitore della canonicità della Chiesa ortodossa ucraina), molti chierici del Patriarcato d'Alessandria hanno chiesto di essere ricevuti sotto Mosca. Inizialmente Mosca ha preso tempo, ma dopo l'aperta concelebrazione del patriarca Teodoro con gli scismatici, è stata presa la decisione di far esaminare tutti gli appelli dall'arcivescovo Leonid (Gorbachev), che per l'occasione è stato sollevato dall'incarico di rettore della diocesi di Vladikavkaz e dell'Alania, e nominato vicario patriarcale con il compito di seguire la situazione africana. |
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