mercoledì 30 marzo 2022

La storia di San Isidoro raccontata nel sito del confratello Padre Ambrogio di Torino.

 700 anni fa un tedesco giunse a Rostov e divenne un santo russo

Russian Faith, 28 marzo 2022

 

Le sue reliquie miracolose riposano in una bella chiesa in pietra fatta costruire dallo tsar Ivan il Terribile nella città di Rostov – dove molti stranieri si sono recentemente trasferiti, lasciando l'Occidente per motivi simili a quelli del santo...

Il beato Isidoro (Tverdislov) visse a metà del XV secolo. Sebbene slavo di nascita, viveva a Brandeburgo, una delle città più antiche della Prussia. In quegli anni gli slavi di questa regione erano ferocemente perseguitati dai tedeschi, che cercavano di convertire l'intera popolazione al papismo. Quando raggiunse l'adolescenza e percepì il dissesto della fede cattolica romana, Isidoro cercò di trasferirsi in una terra cristiana ortodossa.

Appartenendo alla ricca classe mercantile, rinunciò volentieri alla sua ricchezza, ai suoi genitori e alla sua eredità, e per amore di Cristo iniziò a vagare da un posto all'altro con il suo bastone. Non sappiamo esattamente quando Isidoro si convertì all'Ortodossia, né quando arrivò in Russia, ma alla fine si stabilì a Rostov, a nord di Mosca. Trovò un'area paludosa all'interno della città e scelse un sito leggermente al di sopra del livello dell'acqua. Lì costruì una piccola capanna di giunchi. Questa capanna non offriva protezione contro il caldo o il freddo, poiché non era coperta da nulla; nascondeva solo il suo grande ascetismo agli occhi del mondo.

Il santo trascorreva il suo tempo nel modo consueto dei folli per amore di Cristo. Di notte pregava incessantemente, concedendosi solo un breve sonno. Le sue giornate trascorrevano nelle strade della città o nei mercati con atti di follia volontaria. Di tanto in tanto, riposava il suo corpo stanco su un mucchio di rifiuti o di letame. Istruì e addestrò coloro che desideravano una guida spirituale, condannò l'immoralità e condusse molte anime sulla via della salvezza. Di notte pregava per tutti coloro che gli avevano offeso e per coloro che vedeva crogiolarsi nel peccato. "Oh, Isidoro!", spesso diceva a se stesso gridando: "Devi passare attraverso molti dolori per entrare nel regno dei cieli".

L'amore del Santo per il Signore era grande, perciò il Signore lo amava e gli concedeva il dono di fare miracoli e profezie. "In un'occasione", racconta il suo biografo, "un mercante di Rostov era in mare con i suoi compagni durante una terribile tempesta. La nave, probabilmente dopo aver colpito uno scoglio, si fermò improvvisamente e cominciò a essere frantumata dalle onde. La forza del mare minacciava di distruggerla. "Nella loro disperazione, tutti quelli che erano a bordo incominciarono a prepararsi alla morte. Poi, in mezzo alla loro disgrazia, imitando il caso del profeta Giona, i viaggiatori decisero di tirare a sorte, supponendo che la nave si fosse fermata a causa di un delitto commesso da uno dei passeggeri. La sorte cadde su un mercante di Rostov, che era anche il proprietario della nave. La folla poi gettò in mare il mercante insieme a un'asse.

"Gettato dall'ira dei suoi compagni nel mare in tempesta, lo sfortunato mercante cominciò ad lasciarsi andare verso la morte. Improvvisamente, gli apparve davanti il beato Isidoro, che camminava sul mare come sulla terraferma. Il santo prese per mano il mercante e gli chiese: "Sai chi sono?" L'infelice, respirando appena, disse: 'Servo di Dio, Isidoro, aiutami...'. "Il beato Isidoro trascinò il mercante sull'asse di legno e, come spinto da una mano invisibile, l'asse iniziò a seguire la nave che era già partita. Quando si avvicinò alla nave, il mercante si ritrovò improvvisamente sul ponte. Quando gli altri viaggiatori lo videro in mezzo a loro, furono presi da terrore e glorificarono Iddio misericordioso, perché compresero che era avvenuto un miracolo. Il mercante taceva, perché il santo gli aveva proibito con severità di raccontare esattamente quello che era successo.

"Quando tornava a Rostov, il mercante si prosternava al santo ogni volta che lo vedeva da lontano; e quest'ultimo, passandogli vicino, gli ricordava il suo divieto. Così, il mercante disse sempre che Dio lo aveva salvato per un intervento della sua grazia".

In un altro caso, due amici intimi di nobile nascita, Savva e Simeon, erano compagni d'armi nella battaglia con Vasilij Shemjaka. Un terzo compagno, il principe Simeon, era stato ferito e ora era costretto a letto. I due amici decisero di fargli visita. Lì, al suo capezzale, incontrarono i parenti del soldato ferito, compresa la famiglia di suo fratello, il principe Vasilij. La figlia di Vasilij, Darija, era una bellissima fanciulla di cui Savva si innamorò. Alla fine si fidanzarono e, subito dopo, celebrarono un matrimonio di insolita grandezza. Il giorno delle nozze, che si svolsero in casa di Simeon, sant'Isidoro entrò improvvisamente in casa. I servi cercarono di scacciarlo, ma lui sfuggì a loro ed entrò rumorosamente nella sala delle feste. Nelle sue mani teneva un berretto intessuto di erba e fiori di campo. Raggiunto lo sposo, gli mise in capo il berretto, dicendo: "Ecco! Un berretto da vescovo per te!"

Il misterioso dono e le strane parole del Santo confusero Savva e i suoi ospiti, ma Sant'Isidoro scomparve rapidamente dalla sala e fu visto con i bambini per le strade. Il dono e le parole profetiche del folle in Cristo non furono vani e alla fine furono comprese in seguito. Darija rimase incinta e, tornando a Rostov, diede alla luce un figlio. Il parto fu estremamente difficile e provocò la morte della madre. La perdita della sua amata moglie scosse così tanto Savva che lasciò il mondo e divenne monaco nel monastero di san Ferapont. Alla tonsura gli fu dato il nome di Ioasaf e in seguito fu consacrato vescovo di Rostov (1481-1489).

In generale, il santo entrava raramente nelle case della gente, e quando lo faceva veniva solitamente cacciato fuori senza tante cerimonie. Una di queste occasioni, avvenuta poco prima della sua morte, fu la seguente: il principe Vladimir di Rostov invitò una volta l'arcivescovo locale Vassian a benedire la sua famiglia. Quel giorno, dopo la liturgia, sant'Isidoro si affrettò a casa del principe prima degli altri. Entrò e chiese da bere a un servo, come se volesse dissetarsi. In realtà, però, il santo non voleva bere, ma desiderava che la benedizione del Signore cadesse sulla famiglia del pio principe, come disse il Signore: "Chi dà un bicchiere d'acqua fresca nel mio nome non perderà la sua ricompensa".

Il servo non solo rifiutò di dare da bere al santo, ma lo cacciò addirittura via. Il folle in Cristo lo perdonò e lasciò la casa senza protestare. Ma piacque a Dio glorificare il suo santo e rafforzare la fede del pio principe. Quando arrivò l'arcivescovo e i presenti si furono seduti a tavola, venne il momento di servire il vino, ma i servi trovarono tutti i vasi vuoti. Andarono ansiosamente ad informare il principe.

Quest'ultimo rimase stupito e si affrettò a indagare sull'accaduto. Chiese al suo maggiordomo che era venuto durante il giorno, e seppe che sant'Isidoro aveva visitato la casa prima del pasto, chiedendo una tazza d'acqua, e che i servi lo avevano cacciato via senza dargliela. Il principe capì che il miracolo era una punizione per il rifiuto a un mendicante da parte di un servitore spietato. Immediatamente mandò i suoi servi dal santo per pregarlo di tornare a casa sua. Sant'Isidoro, tuttavia, non si trovava da nessuna parte. La cena si stava avvicinando alla fine e ancora non c'era vino. Il principe si guardò intorno, confuso e addolorato.

Poi, all'improvviso, Isidoro entrò, tenendo in mano una prosfora. Si avvicinò all'arcivescovo e gli diede la prosfora, dicendo che l'aveva appena ricevuta dal metropolita nella chiesa di Santa Sofia a Kiev. Nel frattempo il maggiordomo trovò i vasi pieni di vino. Informò il principe, e tutti i presenti rimasero stupiti e glorificarono Dio, che aveva operato tali miracoli per mezzo del suo santo nascosto.

Il beato Isidoro si addormentò nel Signore il 14 maggio 1474

Non lasciò affatto la sua capanna durante gli ultimi giorni della sua vita terrena, pregando invece con lacrime fino all'ora del suo giusto riposo. Al momento del suo riposo, una fragranza insolita si diffuse in tutta la città. Tutti si meravigliarono e cominciarono a cercarne la fonte. Presto scoprirono che più si avvicinavano alla capanna del folle in Cristo, più forte diventava la fragranza. Qualcuno si azzardò a guardare dentro e vide il santo disteso a terra, con la faccia verso l'alto e le mani incrociate sul petto. Annunciò a tutti la morte dell'uomo di Dio. Seppellirono il santo nella sua capanna, nel punto esatto in cui di era addormentato nel Signore.

Il mercante che era stato salvato dal mare partecipò alla sepoltura. Finalmente liberato dal suo vincolo di silenzio, iniziò con singhiozzi a raccontare a tutti i dettagli del suo miracoloso salvataggio. Con la benedizione del vescovo, coloro che amavano e veneravano sant'Isidoro costruirono una cappella lignea vicino alla sua tomba, in onore dell'Ascensione del Signore, perché il Santo era defunto alla vigilia della festa. Nel 1566, per ordine dello tsar Ivan il Terribile, la cappella lignea fu sostituita da una chiesa in pietra. Un sacerdote tentò di aprire la tomba del santo, ma un potere invisibile lo respinse. Nel 1815 fu posta sulla tomba un'edicola d'argento, da dove sgorgava un flusso costante di miracoli del santo.

La celebrazione della commemorazione del santo da parte dei fedeli ebbe inizio il giorno stesso del suo riposo. Tredici anni dopo, il suo nome apparve ufficialmente nel calendario della Chiesa russa.

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