martedì 23 luglio 2013

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COME GLI ORTODOSSI  SI
 COMPORTANO CON  GLI  ERETICI [1]

dei Professori del deserto
Veglia Pasquale al Monte Athos (Grecia)
Veglia Pasquale al Monte Athos (Grecia)
 


1. Un giorno vennero dal padre Poemen alcuni eretici, che cominciando a parlare male dell’arcivescovo di Alessandria, dicendo che sarebbe stato ordinato di presbiteri (2). L’anziano, dopo aver taciuto, chiamò il fratello e gli disse: “Prepara la tavola, falli mangiare, e rimandali in pace” (s. Poemen)
 
2. Il padre Foca (3), che era del cenobio del padre Teognio di Gerusalemme, soleva raccontare: “Quando io vivevo a Scete, giunse alle Celle (4)  un tale di nome Giacomo il Giovane, il cui padre secondo la carne era anche il suo padre spirituale. Le Celle avevano due chiese: una degli ortodossi, l’altra degli scismatici (5). Poiché il padre Giacomo aveva il dono dell’umiltà, era amato da tutti, sia da quelli che appartenevano alla Chiesa, sia dagli scismatici. Gli ortodossi gli dicevano: - Stà attento, padre Giacomo, che gli scismatici non ti ingannino e non ti trascinino  alla loro comunione! Altrettanto gli dicevano gli scismatici: - Sappi, padre Giacomo, che restando in comunione con i difisiti (6), perdi la tua anima: sono nestoriani e falsificano la verità. Il padre Giacomo, che era un uomo semplice, pressato dalle cose che gli venivano dette da entrambe le parti e caduto nel dubbio, se ne andò a supplicare Dio: si nascose in una cella ritirata, fuori dalla laura, rivestito di abiti funebri, come se stesse per morire. (…) Egli dunque andò in quella cella e si mise a supplicare Dio e a macerarsi nel digiuno, finchè cadde a terra e vi rimase steso. Soleva raccontare di aver patito molto in quei giorni da parte dei demoni, soprattutto nella mente. Trascorsi quaranta giorni, vede entrare da lui un fanciullo pieno di gioia che gli dice: - Padre Giacomo, che fai qui? Illuminato all’istante, egli ricevette forza dalla visione e disse: Signore, tu sai che cos’ho: gli uni mi dicono: Non lasciare la Chiesa!, e gli altri mi dicono: - I difisiti ti ingannano! E io, smarrito, non sapendo che fare, sino venuto qui. Il Signore gli rispose: - Dove sei, lì stai bene. A queste parole si trovò subito davanti alle porte della santa chiesa degli ortodossi dei sinodi”
 
3. Degli ariani (7) vennero un giorno dal padre Sisoes sul monte del padre Antonio e cominciarono a parlare male degli ortodossi. Ma l’anziano non rispose loro nulla. Quindi, chiamato il suo discepolo, disse: “Abramo, portami il libro di sant’Atanasio e leggilo”. Ascoltarono i silenzio la rivelazione della loro eresia. Quindi li congedò in pace.
 
4. Raccontavano che il padre Macario l’Egiziano salì un giorno da Scete al monte Nitria e, quando stava per arrivare, disse al discepolo: “Và, un poco più avanti”. Mentre camminava un po’ avanti a lui, il fratello incontrò un sacerdote pagano, e gli gridò: “Ehì, ehì, demonio, dove corri?”. Quello voltatosi gliele diede di santa ragione, tanto da lasciarlo  mezzo morto; quindi, preso il suo bastone, proseguì il cammino. Poco dopo, mentre si affrettava per la strada, incontrò il padre Macario. Questi gli disse: “Salute, salute a te che sei affaticato!”. Stupito, l’altro gli si avvicinò e gli chiese: “Cosa hai trovato di buono in me, che mi hai rivolto la parola?”. L’anziano gli dice: “Perché ho visto che ti stanchi, e non sai di affaticarti invano”. Allora il sacerdote gli dice: “Io sono stato preso da compunzione al tuo saluto e ho capito che tu appartieni a Dio. Invece un altro cattivo monaco che ho incontrato mi ha offeso e l’ho percosso a morte”. L’anziano capì che si trattava del suo discepolo. E il sacerdote, afferrandogli i piedi, disse: “Se non mi fai monaco, non ti lascio andare”. Giunsero poi dove giaceva il fratello, lo caricarono sulle loro spalle e lo portarono alla chiesa del monte. Si meravigliarono di vedere con lui il sacerdote pagano. E lo fecero monaco; e moti pagani per merito suo divennero cristiani. Il padre Macario soleva dire: “Una parola cattiva rende cattivi anche i buoni e una parola buona rende buoni anche i cattivi”. (8)
 
5. “Se qualcuno è stato trovato eretico tu ammoniscilo a conoscere la retta fede, non contraddirlo né voler sapere che cosa pensa, perché non inietti in te il suo veleno. Ma se vuole davvero essere edificato e ascoltare la verità della fede in Dio, portalo dai santi padri, che possono edificarlo in Cristo, così che tu, aiutandolo, sia trovato senza danno secondo Dio. Ma se dopo il primo e il secondo ammonimento non accoglie la correzione, questo tale, come dice l’Apostolo, evitalo (Tt. 3,10). Dio non vuole, come dicono i padri, che qualcuno faccia qualcosa al di sopra delle sue possibilità. Dicono infatti: Se vedi uno che annega nel fiume, non dargli la mano, che non ti trascini con sé e tu muoia assieme a lui; dagli piuttosto il bastone e se riesci a tirarlo fuori, benissimo; ma se non riesci, gli lascerai il tuo bastone e tu sarai salvo. I padri non hanno mai preteso altro che una retta confessione della fede. (…) Quanto al cuore, ognuno che non custodisce i comandamenti del Cristo è eretico; e se l’uomo non crede nel suo cuore, le parole non gli giovano a nulla”. (9)
 
6. “Prima che l’eresia si manifesti nella sua forza cogente, non bisogna allontanarsi, perché non si realizzi la parola: “Fugge l’empio senza che alcuno lo insegua”. Ma se si manifesta, allora bisogna, col parere dei padri spirituali, procedere, nel timore di Dio… E se nel posto no vi sono dei padri bisogna andare altrove dove ci sono quelli che possono discernere, e là li si interroghi”. (10)
 
7. “Non discutere mai di fede, perché il Signore non ti chiede questo, ma solamente di credere rettamente secondo la fede che hai ricevuto dalla santa Chiesa nel battesimo; e di osservare i suoi comandamenti. Custodisci questo e sarai salvo. E neppure c’è bisogno di parlare dei dogmi, perché ciò sorpassa  le tue capacità; piuttosto, prega Dio per i tuoi peccati, e in questo tieni occupata la tua mente… Non affrettarti ad anatemizzare nessuno, giacchè chi si giudica peccatore deve fare lutto sul proprio peccato e nient’altro. Non cercare ciò che Dio non richiede da te. Non avanzare teorie pericolose, ma accontentati di confessare la retta fede e non darti da fare per nient’altro che questo. Ma se gli altri che discutono hanno dei dubbi e tu sai, per sciogliere il loro dubbio dì con umiltà ciò che sai; ma se non sai, non dire nulla che sia solamente pensiero tuo, perché sarebbe stoltezza. E’ meglio stare in silenzio. Se poi sei interrogato, rispondi: Ciò è superiore alle mie capacità, perdonatemi, padri santi. Inoltre guarda di non giudicare nel tuo cuore coloro che parlano di questi argomenti; perché non sai se quelli parlano bene o no, e come Dio giudica la cosa. Rivolgiamoci piuttosto a Dio con la preghiera del cuore, in difesa della fede e dei nostri fratelli; ed egli che ha giurato per se stesso e “vuole  che tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza” della vita, farà anche con loro secondo la sua volontà.” (11)
 
NOTE
 
(1) I detti dal n. 1 al 4 sono stati tratti dal “Vita e detti dei padri del deserto” – Città Nuova Editrice – 2005;  Dal n. 5 al n. 7  in “Epistolario” di s. Barsanufio e Giovanni di Gaza - Città Nuova Editrice – 1991;
(2) Diceria, secondo la quale per un certo tempo il vescovo di Alessandria non sarebbe stato ordinato da altri vescovi, ma dallo stesso collegio presbiterale. [san Poemen - monaco ortodosso egiziano – IV° sec.];
(3) San Foca, monaco ortodosso vissuto fra il V e il VI secolo, prima a Scete (in Egitto) e poi a Gerusalemme, nel monastero di Teognio, al Getsemani, che rappresentava  un baluardo dell’ortodossia calcedonese;
(4) Le Celle era una zona del deserto egiziano abitato dai monaci;
(5) Cioè i non-calcedonesi, coloro che non avevano accettato i dogmi stabiliti dal IV Concilio Ecumenico di Calcedonia e sostenitori della tesi “monofisita”, cioè di coloro ce ritenevano non solo che nel Cristo vi sia un’unica persona, ma anche un’unica natura;
(6) I difisiti erano i non-calcedonesi monofisiti. Cioè coloro che seguivano la dottrina di Nestorio (Patriarca di Costantinopoli), che aveva portato all’estremo l tesi della distinzione delle due natura, rifiutando alla Vergine il titolo di Genitrice-di-Dio, proclamato ufficialmente dal III concilio ecumenico, a Efeso, nel 431;
(7) L’arianesimo è un eresia trinitaria diffusa nel IV secolo da Ario, il quale negava che il Figlio fosse coeterno e uguale al Padre. Il concilio di Nicea, nel 325, condannò questa dottrina. Atanasio, vescovo di Alessandria dal 328, è il grande difensore dell’ortodossia nicena. Per cinque volte andò in esilio; la terza rimase  sei anni con i monaci del deserto; [san Sisoes - monaco ortodosso egiziano – IV° sec.];
(8) San Macario il Grande - monaco ortodosso egiziano – IV° sec.;
(9) San Giovanni di Gaza – monaco ortodosso del VI° sec.;
(10) San Barsanufio di Gaza – monaco ortodosso del VI° sec.;
(11) San Barsanufio di Gaza.
 
 

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