Annunciata la delegazione del patriarcato di Mosca a Creta
Il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa ha deciso l'elenco dei
partecipanti al Concilio pan-ortodosso del 18-27 giugno, secondo le
regole stabilite a Istanbul nel marzo 2014, che prevedono che il primate
di ogni Chiesa sia accompagnato da una delegazione di non più di 24
vescovi.
Il servizio stampa patriarcale ha comunicato la lista dei membri della delegazione che accompagnerà il patriarca Kirill:
Sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di tutta l'Ucraina ;
Metropolita Juvenalij di Krutitsy e Kolomna;
Metropolita Vladimir di Chisinau e di tutta la Moldova;
Metropolita Aleksandr di Astana e del Kazakistan, capo del distretto metropolitano del Kazakistan;
Metropolita Vikentij di Tashkent e dell'Uzbekistan, capo del distretto metropolitano centro-asiatico;
Metropolita Varsonofij di San Pietroburgo e Ladoga, cancelliere del patriarcato di Mosca;
Metropolita Pavel di Minsk e Zaslavl, esarca patriarcale di tutta la Bielorussia;
Metropolita Ilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le
relazioni ecclesiastiche esterne del patriarcato di Mosca;
Metropolita Agafangel di Odessa e Izmail;
Metropolita Aleksandr di Riga e di tutta la Lettonia;
Metropolita Tikhon di Novosibirsk e Berdsk;
Metropolitan Sergij di Ternopol' e Kremenets;
Metropolita Kirill di Ekaterinburg e Verkhotur'e;
Metropolita Merkurij di Rostov e Novocherkassk;
Metropolita Mitrofan di Lugansk e Alchevsk, presidente del Dipartimento
per le relazioni esterne della Chiesa ortodossa ucraina;
Metropolita Georgij di Nizhny Novgorod e Arzamas;
Metropolita Antonij di Borispol' e Brovary, amministratore delegato della Chiesa ortodossa ucraina;
Arcivescovo Mark di Berlino, Germania e Gran Bretagna;
Arcivescovo Innokentij di Vilnius e Lituania;
Arcivescovo Gurij di Novogrudok e Slonim;
Arcivescovo Serafim di Sendai;
Arcivescovo Ioann di Magadan e Sinegorsk;
Vescovo Lazar di Narva e Peipsi;
Vescovo Antonij di Bogorodsk.
Qualche commento sulla lista
Come era prevedibile, la rappresentanza della Chiesa ortodossa russa è
quanto mai estesa, in modo da sottolineare il carattere internazionale e
multietnico della Chiesa.
La cosa più interessante è che solo un terzo dei vescovi dirige sedi
episcopali della Federazione Russa. Tutte le Chiese ad autonomia locale
sono rappresentate:
- Ucraina (5 vescovi, incluso il primate e uno dei vescovi del Donbass)
- Bielorussia (due vescovi, incluso il primate)
- Moldova (il primate, e in più anche il metropolita Vikentij di Tashkent è moldavo)
- Kazakistan (il primate)
- Uzbekistan e repubbliche centro-asiatiche (il primate)
- tutti gli stati baltici (i primati di Lettonia e Lituania, incluso il
nostro ex-arcivescovo Innokentij, e per l'Estonia un vescovo ausiliare,
a causa dell'età del metropolita Kornilij)
- Giappone (un vescovo)
- Chiesa Russa al di fuori della Russia, o ROCOR (un vescovo, in
rappresentanza di un sinodo esteso dall'Europa alle Americhe
all'Oceania)
- Ultima ma non da meno, l'Italia (nonostante l'assenza di qualsiasi
statuto di autonomia; per strano che possa sembrare, è così... L'UNICO
paese dell'Europa Occidentale assegnato in esclusiva a un vescovo della
delegazione è proprio il nostro).
Molti si chiederanno perché manca un vescovo della Chiesa Ortodossa in
America, che non è invitata al Concilio in quanto il Patriarcato
Ecumenico si rifiuta di accettare il suo status di Chiesa autocefala,
ritenendola tuttora una "metropolia sotto Mosca". In tal senso, sarebbe
stato logico includere almeno un rappresentante dell'OCA (magari lo
stesso primate, il metropolita Tikhon) nella delegazione, per lasciarle
una rappresentatività visibile nel Concilio. Perché non si è agito in
tal modo? Non possiamo riuscire a leggere le menti dei componenti del
Santo Sinodo, ma ci viene da pensare quanto segue. La dichiarazione di
autocefalia è un riconoscimento di piena indipendenza. Aggirare questo
riconoscimento con un'operazione di inclusione nel Concilio "dall'alto"
equivarrebbe proprio a negare l'indipendenza della OCA. Così come è
composta ora la delegazione (e non ci dimentichiamo che due dei suoi
membri, i metropoliti Pavel di Minsk e Merkurij di Rostov, sono stati
vescovi delle parrocchie patriarcali russe in Nord America), l'assenza
di vescovi della OCA equivale a una dichiarazione molto esplicita: "Non
li facciamo entrare dalla finestra, perché vogliamo che entrino dalla
porta".
In questo Concilio che, purtroppo, non sarà rappresentativo di tutte le
diocesi ortodosse (e quindi ci chiediamo a che titolo definirlo
"pan-ortodosso"), possiamo almeno ammettere che la Chiesa ortodossa
russa ha schierato una squadra che parla con la voce più ampia
possibile. Un grazie particolare da parte nostra per aver voluto
assegnare all'Italia una parte fin troppo grande in questo consesso.
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