Un'Europa ortodossa
17 ottobre 2016
Introduzione
Ora abbiamo bisogno di un sito web
multilingue per gli europei ortodossi di tutte le razze, che hanno
pregato, sperato e lavorato per la creazione di una metropolia autonoma
dell'Europa occidentale a guida ortodossa russa. Attraverso di essa,
potremo cercare la rinascita tanto attesa della Chiesa locale
dell'Europa occidentale dopo un periodo di 1000 anni, una Chiesa del
tutto fedele alla tradizione cristiana ortodossa dei santi e dei Padri
della Chiesa. Tra di loro consideriamo nostri patroni particolari i
santi apostoli Pietro e Paolo, martirizzati a Roma, e san Martino, nato
in quella che oggi è l'Ungheria, che ha vissuto in Italia ed è diventato
un grande fondatore monastico e vescovo di Tours, nella Francia
occidentale.
Tra i santi quasi contemporanei
consideriamo nostri patroni l'ultimo imperatore cristiano, lo tsar
martire Nicola II. Era per metà danese, parlava correntemente quattro
lingue occidentali e aveva una visione europea: aveva fondato
diciassette chiese in Europa occidentale. E la sua tsarina martire era
nata in un'Assia indipendente pre-prussiana, ed era nipote della regina
Vittoria, quindi con origini razziali e culturali inglesi e tedesche. Il
nostro secondo patrono è l'ex arcivescovo di Parigi e dell'Europa
occidentale, san Giovanni Taumaturgo, ierarca di Shanghai e di fatto
primo santo globale, che ha fatto rivivere la venerazione dei santi
occidentali, e le cui orme noi cristiani ortodossi in Europa occidentale
seguiamo.
Territori
Questa metropolia, composta inizialmente
da un metropolita e forse dodici vescovi (al momento vi sono nove
vescovi ortodossi russi in questi territori), coprirebbe i seguenti
sette territori e diocesi dell'Europa Occidentale, in ordine di
grandezza di popolazione, che ammonta a 400 milioni:
Germania, Austria, Svizzera
settentrionale e orientale e Liechtenstein (91 milioni e 3 diocesi:
Berlino e Germania orientale; Monaco di Baviera e Germania occidentale;
Vienna, Austria, Svizzera e Liechtenstein).
Francia, Belgio meridionale, Svizzera
occidentale e Monaco (71 milioni e 2 diocesi: Parigi e le terre francesi
del nord; Nizza e le terre francesi del Sud).
Isole britanniche e Irlanda (70 milioni e 2 diocesi: Londra, Inghilterra e Galles; Dublino, Irlanda e Scozia).
Italia, San Marino e Svizzera meridionale
(60,5 milioni e 2 diocesi: Roma e sud Italia; Milano, nord Italia, San
Marino e Canton Ticino).
Spagna (con la Catalogna e i Paesi
Baschi), Portogallo, Andorra e Gibilterra (56,5 milioni e 2 diocesi:
Madrid, Spagna, Catalogna e i Paesi Baschi; Lisbona e tutto il
Portogallo).
Islanda, Norvegia, Svezia, Danimarca e Finlandia (26,5 milioni e 1 diocesi: Stoccolma e tutta la Scandinavia).
Paesi Bassi, Belgio settentrionale e Lussemburgo (24 milioni e 1 Diocesi: Amsterdam, terre olandesi e Lussemburgo).
Alcuni si chiedono perché non abbiamo
incluso l'Ungheria nell'elenco dei territori. Questo perché siamo
convinti che l'Ungheria, con le sue minoranze ortodosse di lunga data,
carpato-russi, serbi e altri, a differenza di paesi dell'Europa
occidentale nel prossimo futuro, un giorno avrà la propria chiesa
locale, come gli altri paesi vicini alle terre russe, Polonia, Cechia e
Slovacchia.
Unità nella diversità
Alcuni si chiederanno in modo del tutto
naturale perché una tale metropolia dovrebbe essere guidata dagli
ortodossi russi. La risposta non ha nulla a che fare con il nazionalismo
primitivo o con l'imperialismo ecclesiastico (filetismo) – questi li
lasciamo ad altri. È semplicemente perché le altre Chiese locali hanno
solo ristretti interessi mononazionali e non sono interessati a fondare
una tale Chiesa, mentre sua Santità il patriarca Alessio II di Mosca ha
chiaramente indicato nell'aprile 2003 che la Chiesa ortodossa russa, con
la sua vasta esperienza multinazionale e missionaria e con decine di
nazionalità, è più interessata a questo tema, e alcuni di noi lo vedono
perfino come il nostro dovere storico e pastorale.
Tale metropolia è stata resa possibile
perché la Chiesa ortodossa russa è ora politicamente libera, cosa che
non era anche solo due decenni fa. Presente in molti paesi dell'Europa
occidentale per circa tre secoli, e con una nuova cattedrale centrale e
seminario a Parigi, la Chiesa ortodossa russa è l'unica in grado di
fornire l'infrastruttura necessaria per una simile Chiesa
internazionale, con i propri monasteri, un seminario, edifici della
Chiesa, strutture, traduzioni e musica ecclesiastica multinazionali.
Tutto questo ci permette di essere presi sul serio e di non essere visti
come una minoranza irrilevante e minuscola, senza nemmeno i propri
adeguati edifici ecclesiastici.
Chiaramente, questo non significa che
tale metropolia debba essere centralizzata e che non vi siano consentite
le usanze locali osservate, per esempio, delle Chiese di Romania, di
Serbia o di Grecia o in particolari paesi europei con i loro santi
locali. Noi seguiamo il modello della Santa Trinità, di unità nella
diversità. Ci potrebbero essere diocesi o decanati che seguono l'uso
delle Chiese locali più piccole presenti all'interno di tale metropolia,
se lo desiderano, partecipando a questa struttura unitaria. Alle
parrocchie provinciali potrebbe anche essere autorizzato temporaneamente
per condiscendenza pastorale l'uso del calendario cattolico romano per
le feste fisse, se non si sentono ancora spiritualmente abbastanza forti
per tornare al calendario ortodosso.
La tradizione
Alcuni si chiedono perché non stiamo
sperando e lavorando per la fondazione di una serie di Chiese locali in
Europa occidentale, per esempio, una Chiesa ortodossa francese, una
Chiesa ortodossa tedesca, una Chiesa ortodossa italiana, o una Chiesa
delle Isole, che copre il Regno Unito e l'Irlanda. Di nuovo, la risposta
è semplice. Non siamo interessati a costruire Chiese ortodosse piccole,
nazionaliste, irrimediabilmente provinciali, insulari, ripiegate su se
stesse (tali segni di decadenza nazionalistica esistono già tra alcuni
ai margini della Chiesa in Inghilterra, Francia, Finlandia e altrove).
Piuttosto vogliamo vedere la
restaurazione di un patriarcato occidentale storico, multinazionale e
tradizionale. Una metropolia autonoma di 500 o più parrocchie non è
grande, ma è abbastanza grande per essere vitale come base per una
futura Chiesa locale. D'altra parte, le piccole diocesi di 25-100
parrocchie da sole non sono vitali e cadono presto nel provincialismo,
nello stretto giurisdizionalismo e nei culti della personalità, come
abbiamo purtroppo già visto in passato, in particolare in Inghilterra e
in Francia. Seguiamo la visione ampia della restaurazione e
rigenerazione della totalità ortodossa dell'Europa Occidentale. Più a
lungo termine, con centinaia di anni a venire, ci potranno naturalmente
essere sviluppi in direzione di sette piccole Chiese regionali, ma
parlarne ora è del tutto irrealistico, troppo prematuro.
Noi non vediamo la possibilità di
costruire alcuna futura Chiesa locale su compromessi divisivi, per
esempio con l'uso del cosiddetto 'nuovo' calendario (= cattolico romano)
al posto del calendario ortodosso, chiamato con condiscendenza
'vecchio' dai modernisti. Una nuova Chiesa locale può essere costruita
solo sulla pienezza della Tradizione, che è sempre stata mantenuta da
genuini monasteri con vita liturgica e ascetica tradizionale, e diffusa
attraverso parrocchie tradizionali da parte di chierici e laici fedeli.
Qualsiasi tentativo di costruire una chiesa sul modernismo (tali segni
di decadenza si sono già visti in Inghilterra, Francia e Finlandia) darà
sempre esito negativo. Costruiamo sulla roccia, non sulla sabbia.
Due torti da raddrizzare
Abbiamo bisogno di lanciare un sito Web
in questo momento, non solo perché si sta per aprire la nuova cattedrale
ortodossa russa a Parigi. Quest'anno segna anche gli anniversari di due
enormi ingiustizie storiche, che possono essere spiritualmente riparate
solo attraverso la creazione di una simile metropolia. Il primo
anniversario, a livello locale, cade anch'esso nel mese di ottobre del
2016, per ironia della sorte in coincidenza con l'anno della Brexit: si
tratta del 950° anniversario dell'invasione genocida dell'Inghilterra da
parte delle truppe d'assalto papali normanne dal continente, che ha
così fondato l'Establishment britannico traditore. Questa
invasione ha forzato i cristiani in Inghilterra a seguire lo stesso
scisma di molti altri in Europa occidentale, già del tutto tagliati
fuori dalla comunione con la Chiesa ortodossa.
La seconda ingiustizia è il 100 ° anniversario dell'assassinio da parte delle spie dell'Establishment
britannico (= normanno) nel dicembre del 1916 in Russia, che ha portato
direttamente al colpo di stato del febbraio 1917 organizzato e
finanziato dall'Occidente, comunemente chiamato 'rivoluzione russa', con
implicazioni universali. È stato questo colpo di stato che ha impedito
la realizzazione delle speranze del pio metropolita Pitirim (Oknov) di
San Pietroburgo, che tutte le capitali dell'Europa occidentale
divenissero sedi di vescovi ortodossi russi e che tutti i libri di
servizio della Chiesa fossero tradotti nelle varie lingue dell'Europa
occidentale. Se gli eventi dell'inverno 1916-1917 non fossero avvenuti,
l'idea di una metropolia dell'Europa occidentale a guida ortodossa russa
avrebbero potuto benissimo realizzarsi, per esempio, nel 1928,
settantacinque anni prima del 2003: per la follia del 1917 abbiamo perso
tre generazioni.
Conclusione
Tale sito web ha bisogno di essere
lanciato in un momento in cui l'Europa occidentale deve affrontare due
gravi minacce alla sua stessa sopravvivenza. La prima è interna, il
secolarismo militante, e la seconda è esterna, l'islamismo militante. La
prima ha le sue origini nell'ultima fase dell'apostasia millenaria del
mondo occidentale dalla Chiesa di Dio, e ha portato alla creazione di
un'Unione atea e schiavista, distruttiva dell'identità e della sovranità
di tutti i popoli europei locali, in mezzo a un vuoto spirituale. La
seconda è stata causata dalla reazione fanatica e terrorista a
quest'apostasia opprimente e vuota da parte del violento nazionalismo
arabo musulmano e per il rifiuto dei paesi laici dell'Europa occidentale
a insistere sul battesimo degli immigrati musulmani prima di ammetterli
sul loro territorio.
Le origini della nostra speranza per una
metropolia ortodossa dell'Europa occidentale si trovano esattamente
trent'anni fa, nel nostro documento in francese del 1986, Une Eglise Orthodoxe pour l'Europe Occidentale – Vision ou Reve? (Una chiesa ortodossa per l'Europa occidentale – Visione o sogno?).
Questo documento è stato subito scartato a priori dall'arcivescovo
tedesco che lo aveva richiesto. Come dice il libro dei Proverbi (29:18)
dice: 'Dove non c'è visione, il popolo perisce'. In Europa occidentale
la camicia di forza dell'unità politica ha fallito, come anche le
divisioni del nazionalismo xenofobo hanno fallito prima di essa. Le
passate e future nazioni sovrane dell'Europa occidentale adesso hanno
bisogno di unità spirituale. In una metropolia ortodossa, e poi una
Chiesa locale rinata, si trova la speranza per la restaurazione e la
rigenerazione dell'Europa occidentale dal suo attuale punto più basso.
Come ha detto sant'Aleksandr Nevskij, che ha resistito sia ai gioghi
della tirannia orientale sia a quelli del secolarismo occidentale nel
XII secolo: 'Dio non è nella potenza, ma nella verità'.
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