Il patriarca Bartolomeo è
una minaccia per l'Oriente ortodosso!
di Dimitrios AnagnostouAgionOros.ru, 1 febbraio 2019
AgionOros.ru pubblica un articolo
dell'ultimo numero del giornale greco-ortodosso Orthodoxos Typos.
L'autore è il famoso teologo e pubblicista Dimitrios Anagnostou.
In ogni momento, la pratica della
tradizione ecclesiastica di combattere le eresie e le divisioni che
minacciano l'unità della Chiesa non comprende solo la protesta e la
lotta canonica alle teorie malvagie e alle azioni scismatiche
(anticanoniche), ma anche la condanna simultanea di quei leader
ecclesiastici che ne sono i portatori, sostenitori e seguaci. in un
certo senso [Nota: naturalmente, oggi, dopo un intero secolo di
propaganda dell'ecumenismo, che è iniziato con la spedizione da parte
del Patriarcato di Costantinopoli della famosa lettera patriarcale
generale del 1920 "alle Chiese di Cristo ovunque si trovino" (dove con
il termine Chiese di Cristo sono chiamate per la prima volta le comunità
eretiche!), che è considerato il documento fondatore dell'ecumenismo,
guidato dal Patriarcato ecumenico, abbiamo raggiunto il punto che, per
essere "conciliari" e "pan-ortodossi", siamo stati costretti ad abolire i
termini "eresia" ed "eretici" nel lessico ecclesiale-sinodale, e così
pure qualsiasi documento che condanni gli errori, mentre è asserita
l'esistenza di altre chiese al di fuori della Chiesa ortodossa! (si
vedano le "Decisioni del Concilio di Creta")].
È significativo che nella storia della
Chiesa spesso i corrispondenti fenomeni di eresie e scismi siano
registrati sotto nomi che derivano non solo dal contenuto delle teorie
pertinenti (per esempio: monofisiti, teopaschiti, iconoclasti, papisti,
ecc.), ma anche dai nomi dei loro ispiratori, leader e creatori (per
esempio: arianesimo, nestorianesimo, paolinismo, ecc.).
Nel XX secolo, per la prima volta nella
storia della Chiesa, questa pratica tradizionale fu neutralizzata
artificialmente e con successo in relazione all'emergenza e allo
sviluppo dell'eresia moderna dell'ecumenismo, che, secondo il grande
dogmatista serbo san Giustino (Popović), è interamente linguistica. Ciò è
avvenuto e continua a verificarsi principalmente perché questa eresia
(non dichiarata, nonostante la sua ovvietà) è ancora consentita (se non
protetta) dalla maggior parte delle Chiese ortodosse locali. Inoltre,
questo è dovuto al fatto che in alcuni casi i leader e i sostenitori di
questa eresia sono i capi delle stesse Chiese ortodosse locali.
Il più significativo di questi casi e il
precedente più serio e pericoloso è l'esempio del patriarca di
Costantinopoli, Bartolomeo, che non è solo il portatore della pan eresia
moderna, ma anche il suo capo, principale mecenate e guida. Questa non è
una valutazione soggettiva né un'opinione privata, ma una convinzione
generale dimostrata e incondizionatamente confermata sulla base di
azioni, dichiarazioni e testi ufficiali e pubblici di questo patriarca,
il capo del trono glorioso e ortodosso della città imperiale.
Il patriarca Bartolomeo, grazie al suo
rango, è stato in grado di rimanere intoccabile per lungo tempo,
evitando scontri canonici e accuse, sebbene spesso provochi i sentimenti
di tutti i fedeli ortodossi (pastori e congregazioni) con le proprie
azioni chiaramente antiortodosse e anti-canoniche e le sue convinzioni
puramente eretiche.
Egli stesso (per sua stessa
dichiarazione) è un fedele seguace della linea del suo predecessore –
impegnato nel sincretismo e nella pan-religione del patriarca massone
Atenagora. Questa linea è pericolosa per l'Ortodossia. Sta diventando
sempre più chiaro di giorno in giorno che il patriarca Bartolomeo si
sforza di farsi proclamare e riconoscere come un secondo papa
(orientale), oltre a trasformare il Patriarcato di Costantinopoli in un
superpatriarcato accettato a livello politico ed ecclesiastico
internazionale – un nuovo Vaticano orientale (ovviamente in versione
peggiore)!
Recentemente, questo leader apertamente
difensore della pan eresia antiecclesiale dell'ecumenismo, dopo
l'esperienza traumatica di un tentativo di soggiogare l'Ortodossia
mondiale attraverso il suo famoso "Santo e Grande Sinodo", convocato due
anni fa a Creta, ha scelto un "nuovo modo" per diffondere e rafforzare
la sua autorità e, di conseguenza, le proprie teorie sul "papa
orientale".
Bartolomeo ora segue il vecchio metodo
collaudato del "divide et impera" (che include anche lo scisma nel corpo
della Chiesa) in modo che, anche se lui e i suoi piani si indeboliscono
a breve termine, gli stessi, a lungo termine, indeboliscano la forza e
l'influenza di coloro che osano impedire il suo grande sogno, cioè la
convocazione del primo Concilio ecumenico (o meglio ecumenista), il cui
scopo sia legittimare a livello pan-ortodosso e sinodale la paneresia
dell'ecumenismo.
In particolare, il patriarca ecumenico
Bartolomeo, noto per il suo carattere vendicativo (che la Chiesa greca
conosce per sua amara esperienza), ha portato avanti il suo piano per
una divisione indiretta dei fedeli e una dissezione ecclesiastica
(giurisdizionale) dei suoi "oppositori" di chiesa. Stiamo parlando di
quelli che si oppongono alle sue ambizioni di diventare un
super-patriarca e di fare del Patriarcato di Costantinopoli un
"Vaticano" orientale. Tali oppositori, oltre al Patriarcato di Mosca,
sono gli antichi patriarcati antiocheno e serbo.
Per i suoi interessi e in relazione ai
suoi obblighi al servizio della ben nota superpotenza politica (gli
USA), l'ambizioso patriarca può (come è probabile che vedremo nel
prossimo futuro) "condurre" alla "autocefalia" e rendere satelliti del
Fanar altre due (dopo l'Ucraina) parti ecclesiastiche di altri
patriarcati.
Stiamo parlando del Montenegro (una
metropolia del Patriarcato di Serbia) e delle diocesi ecclesiastiche
situate al di fuori dei confini della Siria (negli stati confinanti) che
ricadono sotto la giurisdizione del Patriarcato di Antiochia! Dopo gli
eventi politici legati alla cosiddetta "questione macedone", anche la
cosiddetta " chiesa macedone " (canonicamente indicata come arcidiocesi
di Ohrid) è una candidata al "sacrificio" nei piani degli abitanti del
Fanar, trovandosi nel territorio canonico del patriarcato serbo, da
molti anni in uno stato di scisma, isolata e non riconosciuta dal mondo
ortodosso.
Posizionandosi come guardiano fedele e
scrupoloso difensore dei diritti storici (come lui li vede) del
Patriarcato di Costantinopoli, ignorando completamente i diritti degli
altri suoi confratelli, pronto a darsi l'immagine di difensore
dell'autonomia e di combattente per l'indipendenza delle amministrazioni
e delle strutture locali, ripristina miracolosamente gli scismatici, il
patriarca Bartolomeo riconosce e semina incondizionatamente differenze e
divisioni ecclesiali (violando chiaramente l'ecclesiologia ortodossa e
introducendo, nonostante le proprie assicurazioni in senso contrario,
criteri etnici e laico-statali in materia di decisioni ecclesiastiche).
In considerazione di quanto sopra,
tenendo conto della recente consegna del "tomos d'autocefalia" alla
formazione scismatica di una nuova "chiesa" dell'Ucraina (aggirando la
sola e unica Chiesa ortodossa canonica esistente nel paese e contro la
volontà del Patriarcato di Mosca che vi ha pieni poteri canonici), il
patriarca Bartolomeo si è trasformato in una vera minaccia per l'Oriente
ortodosso.
Non bisogna dimenticare che questa
minaccia erode di nuovo l'Ortodossia e mina l'unità della Chiesa
ortodossa, e in ultima analisi serve a preparare i più al riconoscimento
dello pseudo-concilio cretese, che è la fine di un inutile dialogo
teologico con i papisti e il ripristino della piena comunione con coloro
che hanno a lungo e deliberatamente contrastato la nostra fede e il
nostro popolo!
La minaccia rivolta direttamente alla
fede ortodossa e all'unità della Chiesa ortodossa orientale dovrebbe
essere neutralizzata quanto prima e canonicamente dai vescovi ortodossi
di tutto il mondo che stanno in terre dove si mantiene la retta fede,
pastori rispettosi della Chiesa, che mantengano accordi inviolabili e
osservino le sacre regole e gli statuti della santa Chiesa ortodossa di
Cristo. Che Dio lo conceda!
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