venerdì 24 aprile 2020

RIFLESSIONE PERSONALE DI UN POVERO PRETE ORTODOSSO:
Dopo la “Rivoluzione dei senza Dio” in Unione Sovietica, i Bolscevichi hanno iniziato, complici anche alcuni rami dissidenti della Chiesa Ortodossa, a perseguitare la Chiesa, i Vescovi, i preti e tutto il popolo cristiano ortodosso. Le Chiese furono trasformate in fienili e stalle ed i poveri preti che si ribellavano mandati nei Gulag, nei campi di concentramento, nelle prigioni di stato, dove morirono martirizzati. Al popolo, specialmente i giovani, gli uomini e le donne, escludendo gli anziani, fu proibito l’ingresso nelle chiese, pena l’arresto immediato. Per anni ed anni i credenti ortodossi hanno subito persecuzioni ed angherie da parte delle autorità statali, senza che nessuno li potesse difendere. Anzi chi ha tentato di farlo ha subito il carcere. 
Anno 2020, siamo quasi ritornati a quei tempi bui, per colpa di un “virus”, il “gregge di Dio” è tenuto fuori dalla casa del Signore.
I ”comunisti”, se così li possiamo definire (magari lo fossero), del secolo 21°, stanno ripetendo le malsane gesta contro Cristo ed i cristiani non permettendo a quest’ultimi di poter assistere alla Divina Liturgia (Santa Messa) con la scusa di propagare il “virus”. Chi trasgredisce viene multato con la “misera somma” di 680 euro, mentre il popolo paga 280 euro. L’edificio Santo dove risiede il Creatore del mondo, la casa del “Medico per eccellenza”, il luogo dove Cristo dona al suo popolo se stesso, il suo corpo ed il suo sangue per liberarlo dalle malattie del corpo e dello spirito, la sua creatura deve renderlo deserto. Non è consentito lo svolgimento delle celebrazioni se non con al massimo due o tre fedeli. Emblematica, finalmente qualcosa si nuove ed anche qualche quotidiano si accorge dell’imbecillità di questa legge emanata e votata non dal parlamento, ma semplicemente dal Presidente del Consiglio, neanche votato dal popolo italiano, ciò che è successo ad un prete cattolico, il quale veniva intimidito dalle forze dell’ordine che con spavalderia, non aspettando che la funzione terminasse, cercavano di obbligarlo ad interrompere la Liturgia. Grave atto nei confronti di un sacerdote il quale non può essere interrotto dalle sue funzioni di celebrante sia dalle Leggi dello Stato italiano, che dalle leggi e dei canoni della Chiesa. 
 Brutto atto di intimidazione ……….. come se questo sacerdote, o uno dei tanti di qualsiasi confessione cristiana o altra religione, entrasse nel Parlamento dello Stato italiano e gridasse al Presidente della Camera o al Presidente del Consiglio (se presente) di interrompere la seduta e mandare a casa i parlamentari. Siamo alla frutta, per il semplice motivo, che le alte autorità ecclesiastiche (tutte e di ogni confessione, in Italia e nel mondo), non solo non tutelano i poveri preti che celebrano le ufficiature al Signore, non solo non li difendono come fa la chioccia con i suoi pulcini, ma addirittura li umiliano davanti le autorità statali, dando ragione a Cesare e fregandosene di Dio, denigrandoli come se fossero “pezze da piedi” e non pastori del gregge di Cristo. Dopo la chiusura delle Chiese tutti supini al “Capo”, i quali succubi della volontà dell’anticristo, hanno cercato, senza riuscirci, di intimidire sacerdoti e fedeli di rimanere tappati nelle proprie abitazioni. 
 Ma Cristo non permette tutto ciò, lui vuole che il suo gregge si alimenti del suo corpo e del suo sangue, lo invochi e lo preghi intensamente nei momenti di afflizione, perché solo lui sa dare libertà e salvezza ed amore sviscerale. Ecco ci rivolgiamo ai nostri diretti "Superiori”, perché non ci abbandonino, non ci lascino in mezzo ai lupi famelici, con un colpo di reni anche loro si ribellino alle insensate volontà anticristiane e siano finalmente i Pastori che con la Croce sulla destra ed il Pastorale sulla sinistra si mettano a capo della processione e ci guidino verso “La Via, la Verità e la Vita”, che è Cristo risorto dai morti.

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