giovedì 28 aprile 2011

Pubblicata da Ieromonaco Isidoro

Lettera del Patriarca Kirill in occasione 

dell'anniversario della tragedia di Chernobyl

Cari arcivescovi, presbiteri e reverendi diaconi, monaci di Dio e amorevoli suore, fratelli e sorelle!
Cristo è risorto!
Venticinque anni fa, l'umanità ha conosciuto un’enorme catastrofe ecologica e sociale – l’incidente alla centrale nucleare di Chernobyl. Una catastrofe senza precedenti nella scala delle tragedie, le cui conseguenze ancora oggi si sentono in un certo numero di paesi europei, soprattutto in Ucraina, Bielorussia e Russia, condannati alla sofferenza di milioni di persone, dimostrando la vulnerabilità delle persone davanti ai propri errori e alla propria arte fallimentare.
Quando è avvenuta la catastrofe, molti hanno risposto con il proprio sacrificio e con vero eroismo. I popoli fratelli hanno combattuto con un nemico invisibile ma mortale – la fusione degli elementi. La gente ha salvato vite umane e la salute dei loro vicini di casa, dando testimonianza alle parole del nostro Signore Gesù Cristo: Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici (Gv 15, 13). Sull'esempio degli asceti, che erano sempre pronti a sacrificarsi e per secoli hanno onorato la Santa Russia, oggi noi ricordiamo il coraggio del popolo che ha eseguito il proprio dovere sociale, civile, cristiano, il comandamento più importante di Dio - il comandamento dell'amore.
La catastrofe di Chernobyl rimane una ferita aperta dei nostri popoli. I danni causati all'ambiente e alla salute umana si riflettono ancora in molte generazioni. Non dobbiamo dimenticare i problemi sociali causati dalla tragedia, di cui facciamo memoria oggi.
Ricordare coloro che hanno sacrificato la propria salute e tutti i soggetti interessati richiede molto meno di quello che è stato fatto dai liquidatori di Chernobyl. Dobbiamo solo sacrificare parte del nostro tempo, denaro e attenzione. Grazie ai vescovi, ai pastori e ai laici, che danno tutto il sostegno possibile alle vittime di Chernobyl e alle loro famiglie. Vi esorto tutti a non indebolire questa opera.
Questi disastri compiuti dalla mano dell’uomo sono diventati sempre più dilaganti, riflettono ciò che sta accadendo nell'animo umano e non si possono fermare se manca una profonda comprensione spirituale del ruolo dell'uomo nell'universo.
Purtroppo, la lezione della catastrofe di Chernobyl molti ancora non l’hanno imparata. L'umanità continua ad agire come consumatrice della terra, dell’acqua e dell’aria e di tutto il nostro ambiente, ignara di ciò che ci ha comandato Dio stesso (Gen 2, 15). E’ impossibile fermare lo sviluppo della scienza e della tecnologia. Ma fino a quando le persone non impareranno ad avere saggezza, avendo cura dell’altro, della creazione di Dio, delle risorse naturali e delle conquiste della civiltà, non saremo immuni da tragedie come quella che è avvenuto un quarto di secolo fa. Lo sviluppo scientifico e tecnologico non può essere immorale. Deve essere abbinato alle eterni norme morali e agli ideali di amore e rispetto reciproco. In questo caso, la sicurezza di un futuro dignitoso per i nostri popoli e nel mondo.
Dobbiamo sempre ricordare l'eroismo dei liquidatori di Chernobyl. Eterna e beata memoria a chi ha sacrificato la propria vita per il prossimo. A quelli che sono rimasti in vita, auguro buona salute e forza. Lasciate che la cura e l'apprezzamento da parte delle autorità, la Chiesa e la società, sia una ricompensa degna per una grande lotta, la salvezza dei propri vicini.
Tutto ciò che è accaduto nella nostra storia, è impossibile da cancellare e dimenticare. Di tutti gli eventi, felici e tristi, dobbiamo trarre le giuste conclusioni. Ci aiuti il Cristo risorto ad essere più coscienti e responsabili, più misericordiosi e compassionevoli.
Il Grande monaco e asceta Teodosio, abate delle Grotte, ha detto che, se vogliamo insieme "lavorare o pregare, non dobbiamo rimanere senza la grazia di Dio". Seguiamo questo testamento, che la misericordia di Dio sia con tutti noi. Il Signore mantenga la prosperità nella Santa Russia, cresciuta nel seno del suo popolo e del mondo. Amìn”.

+ Kirill
Patriarca di Mosca e di tutta la Russia

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