Ai preti del Patriarcato ecumenico è permesso
di risposarsi: che cosa significa questo?
Il Santo Sinodo del Patriarcato
ecumenico ha permesso un secondo matrimonio per i sacerdoti: è
canonicamente accettabile? Quali cambiamenti dovrebbero essere previsti
in questo campo? Rispondono gli esperti.
Ci saranno vescovi e sacerdoti che non lo accetteranno
Vladislav Tsypin, professore di
teologia, dottore in storia ecclesiastica, capo del dipartimento di
disciplina ecclesiastica applicata, docente all'Accademia teologica di
Mosca:
Canonicamente, un secondo matrimonio è
inaccettabile. I canoni lo disapprovano assolutamente. Le pratiche per
introdurre un secondo matrimonio si sono svolte in momenti diversi in
alcune Chiese locali. Noi, la Chiesa ortodossa russa, abbiamo discusso
di questo argomento prima della rivoluzione, ma il Concilio locale del
1917-1918 ha fermamente respinto questa possibilità. Tuttavia, questa
tradizione è stata introdotta da rivoluzionari scismatici e in Ucraina
da pseudo-santi scismatici.
Dal punto di vista canonico, questa è una
decisione altamente discutibile che, sfortunatamente, può persino
causare divisione all'interno delle Chiese. È molto probabile che ci
saranno vescovi e preti che non l'accetteranno mai. Per quanto riguarda
le relazioni interecclesiali, non credo che questa decisione possa
portare da sola a una divisione tra Costantinopoli e le altre Chiese
locali. Tuttavia, se esiste un insieme di altre decisioni, tutto è
possibile. Non possiamo saperlo in anticipo.
Quando si tratta di sacerdoti vedovi,
specialmente quelli giovani, vivere da soli per loro è un problema.
Tuttavia, non è un problema per la Chiesa. C'è un metodo che è stato
stabilito in Russia nel XIX secolo, quando un giovane sacerdote vedovo
poteva presentare una petizione per essere privato del suo rango (se la
vita da celibe per lui era dura). In questo caso, soffriva di minori
limitazioni di diritti rispetto a quelli che erano stati deposti dal
tribunale. Vorrei anche ricordare che la Chiesa non risolverà i suoi
problemi di mancanza di clero se i sacerdoti risposati rimarranno in
servizio.
È una deviazione dalla tradizione della Chiesa ortodossa
Vladislav Petrushko, dottore in storia ecclesiastica, docente di teologia:
Questa decisione è chiaramente una
manifestazione del movimento modernista che ha dominato il Patriarcato
ecumenico nel secolo scorso. Avendo riconosciuto dopo la rivoluzione
come governo ecclesiale legittimo i nostri rivoluzionari (che a loro
volta intrododussero decisioni simili su un secondo matrimonio), in
fondo, questo non sorprende. È una deviazione dalla tradizione della
Chiesa ortodossa, enunciata in modo non equivoco nei nostri canoni
ecclesiastici.
Una decisione strana e controversa che contraddice i canoni
Arciprete Nikolaj Danilevich,
vice presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne
della Chiesa ortodossa ucraina:
Il Santo Sinodo del Patriarcato ecumenico
ha concesso un secondo matrimonio per i sacerdoti. La cosa è riportata
dal sito di notizie religiose greche Romfea.gr, che considera questa decisione come storica.
Tuttavia, il permesso per un secondo
matrimonio può essere dato solo in caso di vedovanza di un sacerdote,
cioè in caso di morte della moglie, o se questa abbandona il suo marito
prete.
Inoltre, il permesso per un secondo
matrimonio non è concesso se è il prete a lasciare sua moglie e a
volerne sposare un'altra. Si noti che tutti questi casi dovrebbero
essere considerati separatamente e con particolare attenzione da un
vescovo diocesano. Una lettera ufficiale del patriarca con spiegazioni
dettagliate su come agire in tali casi dovrebbe essere inviata a breve.
Per quanto mi riguarda, questa è una decisione strana, o quanto meno controversa, che contraddice i canoni della Chiesa.
Naturalmente, tutto può accadere nella
vita, e ci sono eccezioni alle regole. A volte i vescovi permettono a
singoli sacerdoti di risposarsi a beneficio della Chiesa (se un
sacerdote è buono e attivo) o per indulgenza, ma elevare le eccezioni al
rango di regole è probabilmente troppo. Secondo le regole della Chiesa,
un prete può sposarsi solo una volta. Se qualcosa non funziona con sua
moglie, un prete rimane celibe e continua a servire, o va in monastero, o
lascia il sacerdozio e si risposa una seconda volta. Come ho notato
prima, ci sono delle eccezioni.
È interessante che il Patriarcato
ecumenico abbia voluto approvare questa risoluzione al Concilio
pan-ortodosso a Creta nel 2016. Tuttavia, tutte le Chiese locali hanno
protestato contro di essa. È stato riferito che il metropolita Sava di
Varsavia e di tutta la Polonia ha fortemente criticato questa proposta.
Ora Costantinopoli ha adottato comunque
questa decisione, ma solo entro i confini del proprio patriarcato, solo
perché non poteva farlo a livello pan-ortodosso.
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