lunedì 19 aprile 2010

Nicola Arcieri ha pubblicato questo articolo sulla nostra Parrocchia di Castrovillari

Una chiesa ortodossa russa a Castrovillari

Viaggio nel tempio aperto a Palazzo Gallo dove confluiscono molti appartenenti a quel microcosmo di “stranieri” che da anni ormai vive con noi


di Nicola Arcieri

Castrovillari (CS) - Padre Giovanni Capparelli è un religioso ortodosso. Della chiesa ortodossa russa, per essere precisi. A lui fa capo la parrocchia di Acquaformosa. E, dal 28 marzo, anche quella di Castrovillari. «Il sindaco Franco Blaiotta, il presidente della Comunità montana italo-albanese del Pollino Barletta e il presidente del Parco Domenico Pappaterra hanno concesso ai fedeli e a me, in comodato gratuito, l’uso di questi due vani» spiega padre Giovanni, mentre entriamo al piano terra di palazzo Gallo. Un volantino appiccicato ad uno dei portoni minori, con su scritto: “Patriarcato di Mosca, Chiesa Ortodossa, San Giovanni di Kronstadt” è, al momento, l’unico segno di riconoscimento del nuovo luogo di culto.
Dentro è tutto fermo all’essenziale: le pareti perfettamente imbiancate e spoglie, delle sedie e un altare provvisorio per il crocefisso, l’ostensorio, gli altri arredi sacri e, soprattutto, l’antiminsion (un drappo raffigurante la deposizione di Cristo). Quest’ultimo, «non può essere toccato da nessuno se non dal sacerdote», ed è l’elemento che fa la differenza: ciò che non può assolutamente mancare durante la liturgia ortodossa. «Ma tra non molto arriverà anche un’iconostasi», ci assicura il sacerdote. Ovvero la parete divisoria tipica dell’architettura del cristianesimo orientale.
Padre Giovanni ha la barba, un paio di occhialini tondi e un viso simpatico. Ma attenzione a non mischiare l’ortodossia con dell’altro. Quando gli chiediamo come sono i rapporti con i cattolici e con gli italo-albanesi dell’eparchia di Lungro, la risposta non è del tutto diplomatica: «Con i parroci latini sono eccellenti, con gli uniati un po’ meno». E perché? «Perché, pur avendo la stessa ufficiatura, loro fanno di tutto per apparire quello che in sostanza non sono. E, strumentalizzando il fatto di avere la liturgia orientale, molte volte cercano di fare proselitismo nei confronti dei nostri fedeli ortodossi, i quali tante sfumature teologiche non le conoscono».
Andiamo avanti con la conversazione. Gli chiediamo qualche ragguaglio in più sui numeri e le caratteristiche di un fenomeno religioso, quello dei cristiano-ortodossi, poco conosciuto almeno da queste parti. E scopriamo che uno degli aspetti più interessanti sta proprio nell’elemento sociologico ed etnico dei potenziali fedeli della sua parrocchia di palazzo Gallo: la maggior parte sono ucraini, moldavi, rumeni, bulgari, russi, albanesi. Quel microcosmo che da anni ormai vive con noi, che incrociamo per le strade ma che ancora non conosciamo per nome. Preferiamo, ancora chiamarli: “gli extracomunitari”, “le badanti” o i “i rumeni”. «Potrebbero essere in tanti a frequentare la liturgia della domenica – ci confessa padre Capparelli – ma quelli veramente assidui sono ancora pochi». E forse la causa, aggiungiamo noi, non è nemmeno tanto difficile da immaginare: il lavoro, il tempo libero ridotto, i diritti di questa gente d’Europa.
Nonostante ciò, la presenza di fedeli durante la messa oscilla «tra un minimo di dieci ed un massimo di cinquanta». E non è poco, se si pensa agli altri luoghi di culto della città e al loro storico radicamento.
Tra l’altro, assistere ad una funzione religiosa ortodossa di padre Giovanni significa anche entrare in contatto con realtà linguistiche differenti; e lui stesso ammette di celebrare «in italiano, russo, rumeno e anche in greco».
Il prossimo appuntamento è per il 25 aprile presso la parrocchia ortodossa di San Giovanni di Kronstadt a Castrovillari. Nel frattempo, per chi fosse interessato, sono attive un paio di pagine web: www.ortodossia.org/castrovillari e www.arberiaortodossa.blogspot.com
Non solo. Padre Giovanni Capparelli ha anche un suo profilo su Facebook. Cosa aggiungere? Magari: Χριστoς Aνέστη, Cristo è risorto.

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