giovedì 25 ottobre 2012

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“Devi conoscere e professare solo la fede che la Chiesa ora ti trasmette (…) Non bisogna accoglierne altri. Non accoglietene neppure da noi se ne mutassimo i contenuti insegnando dottrine opposte a quelle che ora vi impartiamo, neanche da un angelo avversario che si trasfigurasse in angelo di luce per tentare di trarvi in errore. San Paolo nella sua lettera ai Galati così scrive: « Quand’anche noi stessi o un angelo disceso dal cielo vi annunziasse un Vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia da voi scomunicato» (s. Cirillo di Gerusalemme) 
 
SULLA FEDE ORTODOSSA (1)
 
di s. Cirillo di Gerusalemme
 
« Camminiamo al lume della fede e non della visione»
 
s. Paolo Apostolo
 
Affresco di san Cirillo di Gerusalemme  (S.M. ortodossi delle Meteore – Grecia)
Affresco di san Cirillo di Gerusalemme (S.M. ortodossi delle Meteore – Grecia)
 
     La responsabilità di chi riceve il deposito della fede: State attenti perché il nemico non abbia a fare sua preda chi non sta in guardia, perché qualche eretico non abbia a stravolgere le dottrine che vi sono trasmesse. Trasmettiamo infatti la fede come mettendo denaro in banca”. L’avvertimento noi ve l’abbiamo già dato, Dio poi chiederà a voi il conto dei frutti del denaro depositato. Perciò l’Apostolo dice: «Vi scongiuro, davanti a Dio che dà vita a tutte le cose e a Gesù Cristo che ha dato la sua bella testimonianza dinanzi a Ponzio Pilato, di conservare senza macchia questa fede stata affidata». Ti è stato ora affidato il tesoro della vita, che il Signore ti richiederà al momento della sua manifestazione: «quando apparirà al tempo stabilito il beato e unico Sovrano, il Re dei regnanti e Signore dei signori, il solo che possiede l’immortalità, che abita una luce inaccessibile che nessuno fra gli uomini ha mai visto né può vedere» . A lui gloria, onore e potenza nei secoli dei secoli. Amìn! 
     Dottrina di fede e ortoprassi, insidie pagane ed ereticali: Il modo di onorare Dio consta di questi due momenti: istruirsi circa la santa fede, conseguentemente comportarsi bene. La dottrina senza la buona condotta non è accetta a Dio, e la condotta non ispirata alla Santa dottrina dispiace al Signore. Che cosa infatti gioverebbe conoscere bene la dottrina su Dio e precipitare nella turpitudine della fornicazione, ovvero quale utilità trarrebbe chi custodisse la santa castità e cadesse nell’empietà della bestemmia? L’apprendimento della dottrina invero è acquisto preziosissimo cui bisogna tendere con animo vigile, perché molti imbonitori la deturpano con filosofie e fantasie devianti. Mentre i greci seducono con il fascino delle parole - «dalle labbra di una meretrice stilla infatti il miele» - quelli della circoncisione traggono in errore chiunque ad essi ricorre con le Sacre Scritture stortamente interpretate: le studiano dall’età puerile a quella senile, ma non ne conoscono il senso neanche da vecchi. D’altra parte i figli degli eretici corrompono i cuori dei semplici con le lusinghe dei loro ragionamenti e con il fascino dei loro discorsi nascondendo il veleno delle loro empie dottrine sotto il miele del nome di Cristo. Ad essi tutti si riferiva il Signore dicendo: «Badate che nessuno vi inganni» e a tale scopo mirano la dottrina della fede e ogni esegesi che se ne faccia […]
     Il  fedele è ricco della povertà di Cristo: Sta scritto: «A ognuno ora si richiede che sia ritenuto fedele in tutta coscienza» «perché è difficile trovare un uomo fedele». Non dico che tu debba rivelare la tua coscienza a me - non sari giudicato da un uomo - ma che mostri la sincerità della tua fede a Dio che scruta le reni e i cuori, e conosce i pensieri degli uomini. Gran cosa essere fedeli: rende l’uomo più ricco degli arciricchi. Il fedele infatti possiede tutti i beni del mondo, in quanto li disprezza e li calpesta; al contrario, i ricchi di beni materiali, benché ne abbiano a dovizia, finiscono col mancare di quelli dell’anima. Più ne ammassano, infatti, e più si consumano per la brama di quanto loro manca. Il fedele insomma è un uomo straordinario: ricco nella sua povertà perché sa che bisogna avere solo di che coprirsi e di che nutrirsi; quindi se n’accontenta e disprezza le ricchezze.
     “La fede è un distintivo non dei cristiani ma di tutti gli uomini che non potrebbero operare senza credere in quel che fanno”: Osservare la fede è un prestigioso distintivo non soltanto per noi cristiani che di Cristo portiamo il nome, ma lo è pure per chiunque nel mondo e anche presso gli estranei alla Chiesa osserva in modo assoluto la fede data. […] Sulla fede insomma si fonda la maggior parte degli umani negozi. Abbiamo fede non soltanto noi – l’ho detto — ma anche quelli che ci sono estranei. Anche essi hanno fede, benché non credano nelle Scritture e in un certo senso insegnino secondo loro principi che ritengono per fede.
     La fede è forza e scudo dell’anima: […] «Senza la fede - sta infatti scritto - è impossibile piacere a lui». Quando mai potrà fare secondo il proposito di servire a Dio un uomo che non creda alla sua ricompensa?. Quando mai una fanciulla abbraccerà la verginità e un giovane la castità se non hanno fede nell’immarcescibile corona che premierà una vita immacolata? La fede secondo il profeta è l’occhio che illumina ogni coscienza e infonde intelligenza: «Se non credete, non potete neanche comprendere» Per Daniele, come leggiamo, la fede chiuse la bocca ai leoni; «Daniele fu tirato fuori della fossa, e non si riscontrò in lui lesione alcuna perché egli aveva avuto fede nel suo Dio».  V’è un essere più terribile del diavolo? Ebbene, non abbiamo anche contro di lui che un’arma: la fede, scudo spirituale contro un invisibile nemico che scaglia dardi d’ogni specie e colpisce chi non veglia nel buio della notte. La fede è forte difesa contro il nemico che si nasconde. Lo dice l’Apostolo: «Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno». Vero è che i dardi scoccati dal diavolo spesso sono infuocati dalla concupiscenza che spinge a turpi piaceri, ma la fede spegne questo fuoco raggelando il nostro spirito con una viva rappresentazione del giudizio.
     Per la fede siamo figli di Abramo: […] Abramo non fu giustificato solo per le opere senza la fede: aveva fatto tante opere giuste, ma non fu chiamato amico di Dio se non quando credette e compì ogni sua opera per fede; perché ebbe fede lasciò i genitori e perché ebbe fede abbandonò la patria la terra e la casa. Sarai giustificato anche tu come lui. […]  In seguito, dopo aver avuto un figlio ricevette l’ordine di sacrificarlo, benché avesse sentito dirsi: «Da Isacco dovrà uscire la progenie che porterà il tuo nome» - ed egli, ritenendo per fede che Dio può anche risuscitare i morti, offrì a Dio il suo figlio primogenito. Piegò la sua volontà al sacrificio del figlio, e legatolo lo depose sulla legna; solo quando la bontà di Dio glielo fece lasciare vivo, lo sostituì con un agnello.
     La fede come verità rivelata cui assentiamo: Non per nulla il termine fede è un significante che avere due ben distinti significati. La parola fede infatti ne ha anche un altro oltre quello suddetto, di dottrina cui l’anima aderisce come a verità. In tal senso la fede giova all’anima, e a questo tipo di fede si riferì il Signore quando disse: «Chi ascolta le mie parole e crede in  colui che mi ha mandato ha la vita eterna e non sottoposto a giudizio». Aveva anche detto: «Chi ha fede nel Figlio non sarà giudicato, ma passerà dalla morte alla vita» . Vedi quanto amore Dio ha avuto per gli uomini. I giusti infatti (dell’Antico Testamento) dovettero, essere graditi a Dio, tormentarsi per lunghi anni nell’esercizio della virtù, e tu potrai ottenere questa da Gesù in una sola ora. Poiché se credi che Gesù Cristo è il Signore e che Dio l’ha risuscitato dai morti  sarai salvo e portato in paradiso da colui che vi fece entrare il ladrone . Non diffidare, è possibile perché colui che già qui sul nostro santo Golgota salvò il ladrone dopo un istantaneo atto di fede, salverà anche te se avrai fede.
     La fede come carisma o grazia coadiuvante l’assenso: Vi  è però un altro genere di fede, quella che Cristo elargisce come dono di grazia: «A uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza; a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito a un altro il dono di far guarigioni». Questa fede quindi, che viene data come carisma dello Spirito e non solo come dottrina, infonde un’energia superiore alle possibilità umane, per cui chi la possiede può dire a questo monte: « Spostati da qui a li», ed esso si trasferisce. Chi infatti pronunziando questa espressione con fede, ne crede così certo l’esito da non metterlo in discussione  nel suo cuore, lo fa perché riceve questo carisma della fede. Ma sta anche scritto analogamente: «Se avrete fede come un grano di senapa..» Un granello di senapa è piccolo di mole ma ha la forza d’infiammare; sparso come seme di limitatissime proporzioni, stenderà  grandi rami e, una volta cresciuto, potrà dare riparo agli uccelli. Questo tipo di fede opera nell’anima coadiuvandola nel compimento delle azioni più grandi nel minimo tempo. Quando questa luce della fede illumina lo spirito, essa si rappresenta Dio godendone la visione per quanto le è possibile e s’innalza attorno ai confini del mondo contemplandone già prima degli ultimi tempi il giudizio finale e la retribuzione dei beni promessi. Custodisci in te l’impegno interiore della fede umana per ricevere da lui il dono della fede che supera le umane capacità.
 
NOTE
 
(1) Tratte dal libro Cirillo di Gerusalemme, Le Catechesi – Città Nuova editrice – 1997 – pagg. 81/83; 106/116;
 

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