L’icona
della Genitrice di Dio degli Iberi, anche detta Ivirskaya che trattiamo
ora, si trova nella Chiesa dei “Santi Tre Gerarchi” in Parigi.
Non è facile trovare questa chiesa
anche se il suo indirizzo è ben conosciuto (5 rue Pétel, Parigi 75015
“Metro Vaugirard”) soprattutto se si arriva dalla Russia. Dov’è la
cupola? Dove sono i bianchi muri?Bisogna conoscere la storia complessa
dell’Emigrazione russa per capire che là non c’è nulla che possa
offuscare il sentimento religioso, ma molto semplicemente, che non si
poteva fare di più. E’ stato necessario ricominciare tutto da capo , da
zero.
Quando infine si entra nella Chiesa dei
Tre Santi Dottori si prova un diverso sentimento: le icone, gli
affreschi vi colpiscono letteralmente col loro fascino. Paragonandola ad
altre chiese dell’Emigrazione, si rimane colpiti dall’armonia
dell’insieme. Subito salta agli oscchi una grande Icona della Madre di
Dio degli Iberi (Ivirskaya). Poi si viene legno, in cui venne messa
un’altra copia dell’Icona “Ivirskaja” che venne chiamata “degli Iberi di
Mosca” o “Moskovskaïa Ivirskaja”. Non si sa da chi e quando questa
Icona sia stata dipinta. Se ne è perduto il ricordo perché si pensava
che si trattasse della copia del 1648 inviata dall’Athos.
Si sa che la copia del Monte Athos aveva
le stesse dimensioni dell’originale (la madre di tutte le “Ivirskaja”,
ma l’Icona esposta enlla Cappella era molto più grande. Ogni persona che
si recava al Kremlino, sulla Piazza Rossa, cominciava a pregare la
“Buona madre degli Iberi” (Ivirskaja Matiushka). La Cappella non
chiudeva mai. Tutti i forestieri che arrivavano a Mosca, per prima cosa
andavano a inchinarsi davanti alla SS.Madre di Dio d?Iberia per
chiedere il Suo aiuto, C’era anche l’usanza tra i Moscoviti, soprattutto
quando chiedevano l’intercessione della Madre di Dio, di andare in
piena notte, se avevano fatto voto, a pregare la vergine degli Iberi,
tre, sette o dodici volte. Così dunque a somiglianza del Monte Athos,
anche Mosca ebbe la sua “Guardiana”, la Sua invincibile protettrice la
Purissima Madre di Dio. Questa Icona divenne uno degli oggetti sacri più
venerati:
“Rallegrati, protettrice della terra russa, più vasta delle nubi, rallegrati colonna incrollabile della Chiesa Ortodossa”
Dal 1693 la Vergine degli Iberi di Mosca
era talmente venerata, che la si trasportava di casa in casa. Due
uomini erano assegnati per la sua custodia, per servire da scorta per
proteggerla da ogni profanazione. Numerose collane testimoniavano
sull’icona la testimonianza di coloro che dovevano ad essa la
guarigione. L’Icona era sempre più spesso portata nelle case, negli
ospedali, nelle chiese e nei sobborghi di Mosca. Se ne fece una copia,
perché la cappella non rimanesse senza Icona: La copia aveva l’apparenza
e le dimensioni del modello. Ma la ricca “riza” di perle era soltanto
dipinta. Nel 18° e 19° secolo, solo un piccolo numero di fedeli hanno
potuto vedere la vera e autentica Icona degli Iberi di Mosca, perché la
si spostava quasi ogni giorno e notte. Ma non mancava mai la folla
nella cappelle.
Nel 1812 quando Napoleone invase la
Russia, l’Icona fu sottratta ai francesi e trasferita con alti oggetti
sacri a Vladimir. Nella cappella si lasciò la copia realizzata nel 1758.
Come si sa i Francesi saccheggiarono Mosca. Non risparmiando gli
oggetti sacri, staccavano con le loro baionette le Rize in oro e argento
nelle chiese e nelle Cattedrali di Mosca. Nella sola Cattedrale della
Dormizione essi asportarono 288 Kg. d’oro e 5.200 Kg. D’argento. Per
quanto riguarda la Cappella della Vergine degli Iberi, essa fu messa a
soqquadro e la copia dell’icona originale sparì. Si può sospettare che
fu portata in Francia. Dopo il 1812, per molto tempo, non venne messa
un’ altra copia della Cappella della Vergine degli Iberi, Ma, poiché il
popolo reclamava, nel 1852 venne dipinta una nuova copia dell’icona
originale della Vergine degli Iberi di Mosca. Come la prima copia essa
riproduceva esattamente l’icona originale con una riza di perle dipinte
sulla testa e sulle spalle della SS. Madre di Dio. Questa icona restò
nella cappella fino alla Rivoluzione. Ed è questa che è rimasta impressa
nella memoria di molti moscoviti. Nel 1922 tutto quello che vi era di
prezioso, negli arredi e nella decorazione della cappella fu confiscato
dalle autorità e sparì senza lasciare traccia. Nel luglio del 1929 la
cappella fu chiusa e distrutta, e nel 1931 le Porte della Resurrezione
furono rase al suolo. Si ha qualche ragione di credere che l’icona della
Vergine degli Iberi di Mosca si trovi nella Chiesa della Resurrezione
di Sokolniki a Mosca. Oggi essa non ha più la “riza” di perle, ma è
ricoperta di metallo argentato. Il destino della seconda copia è
sconosciuto. Secondo il disegno di Dio, dopo i terribili anni di prova
per la Chiesa e di persecuzione per i credenti, la Divina Provvidenza ha
voluto che di nuovo venisse ricostruita la Cappella della Vergine degli
Iberi. Il 5 novembre del 1994 Sua Santità il Patriarca di Mosca e di
tutte le Russio Alexis II, ha benedetto la posa della prima pietra della
Cappella. Nel 1995 i lavori della ricostruzione della Cappella e delle
Porte della Resurrezione furono terminati, e il 25 ottobre, la vigilia
della Festa della SS.Madre di Dio degli Iberi, arrivò a Mosca,
proveniente dal Monastero Iviron del Monte Athos la copia
dell’originale. Da allora, tutti i giorni, davanti all’Icona, senza
interruzione e a turno, il Clero di Mosca si succede per cantare
l’Akathisto.
Ma ritorniamo alla storia dell’Icona che
si trova a Parigi. Le vie di Dio sono impenetrabili! Nel 1930 un esule
di Mosca, A.N.Pavlov, mentre passeggiava per le vie di Parigi, passando
davanti alla vetrina di un negozio di antiquariato di rue St.Honoré
scorse dalla vetrina la parte superiore di una grande icona dietro
altri oggetti. Non si vedeva che la corona e la testa fino alle spalle
della Madre di Dio. Egli riconobbe subito trattarsi della Vergine degli
Iberi, anche perché spesso frequentava a Mosca la Cappella e pregava
davanti all’Icona miracolosa. All’inizio provò un sentimento di
malinconia. Ecco, si disse, un oggetto sacro testimonio involontario
degli eccessi distruttori che devastano la Russia. Egli infatti pensava
che questa Icona fosse arrivata a Parigi, in seguito alla guerra civile
scatenata dalla Rivoluzione. Ma quel che stava per scoprire era qualcosa
di più sbalorditivo. Nel negozio gli dissero che l’icona era stata
trasferita da Mosca in Francia nel 1812 da un ufficiale di Napoleone, e
che ora i discendenti volevano venderla. Tutta l’emigrazione russa fu
in subbuglio. Non solo Pavlov ma tutti coloro che avevano abitato a
Mosca, riconoscevano in questa icona quella stessa che si trovava nella
Cappella della Vergine degli Iberi. In effetti essi vedevano la copia
realizzata nel 1748 in tutto identica alla seconda copia del 1852. Ed è
per questo che tutto diventava ancor più straordinario. Dio aveva deciso
così. L’Icona era caduta nell’oblìo per 120 anni, come se il suo
destino dovesse ripetersi: nel X° secolo, dopo il periodo iconoclasta,
allorché da quasi 200 anni si ignorava del tutto la sua sorte, essa era
stata miracolosamente ritrovata al Monte Athos. A partire dal X° secolo,
questa icona è stata particolarmente la protettrice dei Monasteri
dell’Athos. La Regina del cielo apparve a numerosi eremiti e asceti
dicendo loro: “Finchè la mia Icona si troverà nel Monastero Iviron, non
temete nulla e restate nelle vostre celle. Ma quando lascerò il
Monastero, che ciascuno prenda la sua bisaccia e vada dove potrà”. Nel
XVII° secolo questa icona, arrivata a Mosca, prese posto anche là presso
le “Porte”, ma le Porte di Mosca questa volta, ed è là che essa fu
soprattutto venerata. 2
“Finalmente nel XX° sec. dopo la
tormenta rivoluzionaria e la terribile guerra civile, la Divina
Provvidenza volle che questa Icona venisse ritrovata a Parigi, il centro
più importante dell’Emigrazione russa.
Da una parte era l’epoca in cui gli
esuli vivevano in un’estrema indigenza e dall’altra parte,
l’emigrazione era divisa da opinioni contraddittorie e da valutazioni
diverse su ciò che era successo e che succedeva nella Madre Patria.
Bisogna dire che nel 1930-1931 vi furono dei problemi nella vita della
Chiesa dell’Emigrazione russa dopo la Rivoluzione. Sono gli anni in cui
si è verificato lo “scisma di Parigi”.La Chiesa Russa, più esattamente
le Parrocchie fondate da Russi viventi all’estero si trovarono ripartiti
in tre giurisdizioni che non avevano rapporti gli uni con gli altri, si
consideravano reciprocamente come “traditori” della vera Chiesa e come
“Scismatici”. Molti avevano sperato che il ritrovamento della S.Icona
avrebbe sanato le divisioni tra le parrocchie e le avrebbe riunite
attorno ad essa, in un movimento di riconciliazione con la Russia. E’
così che il Metropolita Evloghij al termine della cerimonia in occasione
della riscoperta dell’Icona, diceva nell’omelia: “Possa questa immagine
della Regina del cielo servirci come simbolo di unità e aprirci le
porte della Madre Patria in preda a numerose prove.” Kogan il
proprietario del negozio di antiquariato che possedeva l’Icona, chiedeva
una somma colossale: 25.000 Franchi.
Per l’acquisto dell’Icona si costituì un
Comitato nel quale fece entrare un certo numero di personalità
dell’emigrazione. Ben presto venne raccolta una parte della somma e si
poté dare all’antiquario un acconto che permise all’Icona di uscire dal
negozio. Da allora essa si mise a pellegrinare di chiesa in chiesa e di
casa in casa come un tempo faceva l’Icona degli Iberi di Mosca. La prima
cerimonia solenne in suo onore ebbe luogo nella cattedrale greca di
S.Stefano a Parigi (rue Bizet), poi nella chiesa di S.Aleksandr Nevskij
(rue Daru). Poi l’Icona fu trasportata a Nizza e là nella Cattedrale di
S.Nicola ebbero luogo numerosi molieben in suo onore.Tutti si
rallegravano di poter pregare davanti all’Icona e pregavano commossi
fino alle lacrime.
Fonte: traduzione in italiano di
ortodossia.info tratta da un articolo in francese publicato nel 2003
sull’allora sito della nostra diocesi.
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