Molte, anzi tantissime volte, vedendo e comparando le mode odierne del 3° millennio, mi chiedo come i bambini negli anni '50 vestivano nei nostri paesi italo-albanesi. Certo bisogna tornare indietro di un bel pò di decenni. Diciamo mezzo secolo ???? Beh! credo di si !!!
Sicuramente sia i bambini, sia i giovani, sia gli adulti e sia gli anziani non indossavano le attuali Fustanele, i giubbini sgargianti con su disegnate le aquile bicipiti, non usavano i cappelluzzi bianchi, non indossavano le gonnelline arricciate in bella mostra o altro acquistate, per non sembrare dei poveracci e "senza costume tradizionale", per oltre 400 euro nei vari Bazar di Tirana o in altre città dell'Albania.
La maggior parte di questi paramenti erano più di stampo femminile: sutanina, kamizoll, xhipun ecc., anche se ora i nostri baldi "folklorici", per non sembrare fuori la moda appena possono sbarcano a Durazzo e si danno alla pazza gioia per l'acquisto del "costume maschile Arbresh", che di arbresh non ha nulla, perchè mai visto indossato da chi si cimentava a far parte di un GRUPPO FOLK paesano. Io mi ricordo che il primo, se così possiamo chiamarlo costume, me lo ha cucito la mia zia Marta che faceva la sarta. Ma forse ho divagato. Io chiedevo come vestivamo noi bambini degli anni '50. Io ogni tanto mi vado ad ammirare una mezza foto di quando potessi avere 3, quattro anni. I miei pantaloni, mi ricordo, me li cuciva mio zio Nicola, anche lui sarto, nella bottega in Via Garibaldi.
A quei tempi, sia gli anziani che i bambini seguivano la loro moda: per il taglio dei capelli andava forte il taglio alla "Umberta", mentre per ciò che riguarda il vestiario, andavano di moda i pantaloni alla "Zuava".
Da dove era stata copiata questa moda di abbigliamento??? Facilissimo, dall'abbigliamento dei soldati francesi...gli Zuavi.
Forse i pantaloni si cucivano così per risparmiare la stoffa, non saprei dire, ma le famiglie, per così dire agiate, vestivano in questo modo.
Quindi anche i francesi oltre ad averci lasciato qualche francesismo come "Mazuni" (Maison), l'invito ai cittadini a rientrare in casa dopo il copri fuoco; ci hanno deliziato con la moda dei pantaloni dei loro saldati.
Ma tutto questo cosa centra??? Nulla solamente per ricordare che nei nostri paesi, una moda di vestire, sia nelle feste, sia giornalmente e sia nei componenti i gruppi folk, non c'è mai sta una singolarietà di vestito tipica della nostra storia culturale..........Abbiamo sempre scopiazzato gli altri, vantandoci smisuratamente che ciò che copriva il nostro corpo era in perfetta sintonia con il nostro essere minoranza linguistica. Etnica NO, per il semplice fatto che non abbiamo mai avuto la possibilità di dimostrare il nostro etnicismo, ma solamente la nostra lingua ed in termini religiosi il Rito!!!!
Si, lodiamo il nostro saper scopiazzare l'altro e dire: "Questa è la nostra storia"
Comunque posto questa mia foto, per dimostrare che io bambino normale, non saprei dirvi, se i miei genitori, contadini veraci, sapessero o si interessassero di scrittura, lettura, storia, religione, folklore "etnico".
In casa si parlava solamente l'arbresh, l'italiano l'abbiamo imparato a scuola: Mi ricordo, il mio grande Prof. delle Elementari che ci metteva a nostro agio spiegandoci, lui di origini latine altomontesi, la distinzione tra parole italiane ed arbresh. A quei tempi tutti indistintamente parlavamo, nella nostra infinita ignoranza culturale storica ecc. la nostra lingua, ora a parlarla siamo si e no il 10%................
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