lunedì 28 dicembre 2020

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                                            Perché la Chiesa ortodossa ucraina insegna ad amare,                                                 mentre la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" insegna a picchiare

di Kirill Aleksandrov

Unione dei giornalisti ortodossi, 26 dicembre 2020

 

una mazza con la quale i predoni hanno sfondato le porte del luogo di culto della Chiesa ortodossa ucraina a Mikhalcha. Foto: eparchia di Chernovtsy-Bucovina

La "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" prende d'assalto le chiese, lo definisce un "atto sacro", confronta i suoi attacchi con le guerre di Napoleone, crede che il capo del Fanar li supporti pienamente. Cosa c'è che non va?

Non puoi nascondere in un sacco un punteruolo e dei tirapugni, mazze e taniche di gas spacciando il tutto come accessori per il canto e la preghiera. Dei rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" hanno organizzato un altro assalto alla chiesa di Mikhalcha, secondo tutte le regole dell'arte militare. In linea di principio, niente di nuovo, tranne che per la prima volta nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" hanno chiamato le cose con i loro nomi propri: vengono in un luogo di culto della Chiesa ortodossa ucraina non per pregare, non per negoziare - stanno combattendo, stanno conducendo una guerra. E queste rivelazioni non sono sorprendenti. Fingere e fare il doppio gioco è sempre difficile. Soprattutto quando il fuoco dell'odio "giusto" per i cristiani ortodossi "sbagliati", con cui intendono la Chiesa ortodossa ucraina, sta ribollendo dentro. Solo Cristo ha insegnato qualcosa di completamente diverso. Tuttavia, faremo un resoconto del caso nel suo ordine dovuto.

Il 12 dicembre 2020, i nazionalisti hanno cercato di prendere d'assalto la chiesa della santa Dormizione nel villaggio di Mikhalcha, nella regione di Chernovtsy. L'attacco dei predoni è stato violento e brutale. I credenti descrivono le azioni degli aggressori con le seguenti parole: "Oggi c'è stato un attacco alla nostra chiesa da parte di estranei e residenti del villaggio di Mikhalcha, sostenitori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Ci hanno spruzzato del gas, ci hanno picchiati con manici di badili. <…> Uno di loro indossava apertamente dei tirapugni e, a quanto pare, molti nascondevano i loro tirapugni sotto i guanti. Questa non è la prima marcia di persone con tali armi verso la nostra chiesa, ma il Signore ha avuto misericordia di noi. Oggi hanno requisito loro una mazza di ferro, oltre a un intero mucchio di bastoni che avevano preparato per picchiare i fedeli. La polizia ha anche filmato petardi e fumogeni".

le porte della chiesa distrutte dai predoni con una mazza. Foto: eparchia di Chernovtsy-Buckovina della Chiesa ortodossa ucraina

Ma nonostante tutti gli sforzi dei nazionalisti, il Signore non ha permesso loro di impossessarsi della chiesa.

E ora queste azioni mostrano chiaramente chi è l'aggressore e chi è la vittima, chi ha uno spirito di pace e amore, e chi di inimicizia e odio, chi è dalla parte di Cristo e dei suoi insegnamenti, e chi è dalla parte opposta. A Mikhalcha, come in tutti gli altri casi di sequestri di luoghi di culto della Chiesa ortodossa ucraina da parte di sostenitori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", due visioni del mondo si sono scontrate. La visione del mondo dei credenti della Chiesa ortodossa ucraina è che per rimanere fedeli al Signore Gesù Cristo, è necessario osservare i Suoi comandamenti. "Se mi amate, osserverete i miei comandamenti" (Gv 14:15).

L'ideologia degli invasori è, nella migliore delle ipotesi, la lealtà all'idea nazionale (taceremo sul fatto che tutti i sequestri siano ordinati e pagati), dove "l'Ucraina viene prima di tutto", e quindi è al di sopra sia di Cristo che dei suoi comandamenti. Se una tale ideologia è promossa da politici e personaggi pubblici, allora questo si può ancora spiegare in qualche modo, ma quando persone che si definiscono "preti" e "vescovi" si trovano su tali posizioni, questo non solo è inspiegabile, ma rivela anche l'atteggiamento anti-cristiano di chi mostra una tale visione del mondo. In effetti, il "clero" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", sostenendo i crudeli e violenti sequestri di chiese, dimostra che non serve affatto Cristo ma qualcun altro. Per lo meno, serve l'idea nazionale ucraina, come menzionato sopra. A questo proposito, vorremmo ricordare un episodio evangelico: "E mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui. Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Ma Gesù si voltò e li rimproverò..." (Lc 9:52-55).

Dopo la lotta che i nazionalisti hanno fatto a Mikhalcha, la leadership dell'eparchia di Chernovtsy della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non solo non ha condannato queste azioni anticristiane o semplicemente ha taciuto, ma, al contrario, le ha approvate e ha chiesto nuovi tentativi. La lettera corrispondente, verosimilmente scritta a nome del "metropolita" Daniil Kovalchuk di Chernovtsy e di Bucovina della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", è stata pubblicata sul sito ufficiale della sua eparchia.

Quando l'eparchia della "Chiesa" confronta le azioni dei suoi membri con le guerre napoleoniche

uno screenshot del sito orthodox-cv.org

Questa lettera inizia con una citazione storica, che testimonia l'ignoranza dei rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" in questioni storiche e teologiche. Rammaricandosi del fallimento degli invasori del tempio, l'autore della lettera afferma che una battaglia persa non è una guerra persa e cita come esempio... Napoleone Bonaparte: "Napoleone perse diverse battaglie. Vide il ragno aggrapparsi alla tela e fallire, ma non si ritirò e si aggrappò alla tela. Dopo, Napoleone ha ancora combattuto e ha realizzato il suo sogno". Per le informazioni dei rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", l'esercito di Napoleone fu completamente sconfitto dalle truppe russe, che includevano anche reggimenti di cosacchi ucraini, o piccoli russi (117.000 a libro paga e 20-25.000 che parteciparono alle battaglie), nel 1812. Successivamente, le truppe della Russia e degli alleati entrarono a Parigi e Napoleone abdicò al trono e fu mandato in esilio all'isola d'Elba. Nel 1815 riprese il potere esattamente per cento giorni, perse la battaglia di Waterloo e di nuovo abdicò al trono. Trascorse gli ultimi anni della sua vita in prigionia degli inglesi sull'isola di Sant'Elena e morì di ulcera allo stomaco. Questo sarebbe la realizzazione di un sogno? E i rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" augurano ai loro sostenitori la stessa sorte? Per non parlare del fatto che le vittime delle guerre napoleoniche, destinate a soddisfare la sua ambizione, furono, secondo le stime minime, più di 5 milioni di persone, che per gli standard dell'epoca è un numero enorme.

Torniamo alla lettera. I suoi autori si rivolgono ai loro fedeli non come pastori ma come capi di una banda, contro la quale piovono le accuse di un raid fallito: "Cari parrocchiani, c'è molta indignazione, molte voci sul nostro fallimento. Era possibile..., avrebbe dovuto essere fatto in questo modo o in quel modo... È possibile o no, ma c'erano difficoltà perché gli aderenti all'Ortodossia di Mosca sono come quelli che hanno combattuto contro il popolo ucraino e lo stato ucraino a Kiev sul Majdan..."

Cosa possiamo dire? Ormai da sette anni, abbiamo sentito storie di scismatici e uniati secondo cui i partecipanti all'Euromajdan sono il popolo ucraino e coloro che non lo hanno sostenuto sono i nemici dello stato ucraino. Cos'è questo se non un tentativo di dividere la società e seminare inimicizia tra la popolazione? Può essere definito una parola pastorale?

L'assalto dei banditi alle chiese della Chiesa ortodossa ucraina è un "atto sacro" per il quale il patriarca Bartolomeo combatte instancabilmente

Ebbene, ciò che colpisce particolarmente è che l'eparchia di Chernovtsy della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" definisce l'attacco dei banditi alla chiesa con bastoni e noccoliere "un atto sacro" e invita direttamente a ripeterlo: "Non possiamo arrenderci, non possiamo ritirarci dall'azione sacra". E allo stesso tempo dicono di farlo a nome del patriarca Bartolomeo: "Non possiamo vergognarci se ci ritiriamo quando lo stesso patriarca ecumenico Bartolomeo combatte instancabilmente per la nostra causa". Queste parole sono tristi, dure ma vere: il patriarca Bartolomeo combatte davvero e, per di più, instancabilmente contro la Chiesa di Cristo, partecipa con la sua benedizione al sequestro delle chiese e al pestaggio dei credenti. Ha la responsabilità più diretta per l'inimicizia e l'odio che ha portato in Ucraina, per la divisione e la violenza giustificate dal suo nome.

In generale, l'intera lettera è permeata dell'idea che la canonicità dei "vescovi" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" si basi sul fatto che questi siano riconosciuti dal Patriarcato di Costantinopoli: "Mentre alcune Chiese, come i nostri sacerdoti ucraini subordinati a Mosca, esitato a riconoscere o non riconoscere la nostra Chiesa, il patriarca ecumenico Bartolomeo <...> ha dimostrato che i nostri vescovi sono veri e ha dimostrato che i vescovi e il clero della Chiesa ucraina subordinata a Mosca non sono canonici e che nessuna Chiesa ha il diritto di riconoscerli".

Anche qui manca la conoscenza dei fondamenti elementari dell'esistenza della Chiesa. Ciò che l'autore della lettera ha scritto è un criterio cattolico piuttosto che ortodosso, in cui la "canonicità" è determinata dalla sottomissione al trono romano. Ma per giustificare l'autore, possiamo dire che il patriarca Bartolomeo sta ora attivamente cercando di imporre al mondo ortodosso un criterio simile, per il quale il patriarca di Costantinopoli sia riconosciuto come guardiano dell'Ortodossia. In effetti, il criterio terreno di verità è l'intera pienezza della Chiesa e non una Chiesa locale separata. Il documento del 1723, che si chiama "Lettera dei patriarchi della Chiesa cattolica orientale sulla fede ortodossa", diceva al riguardo: "Perché non solo siamo convinti, ma indubbiamente anche confessiamo come ferma verità che la Chiesa cattolica non può peccare o errare e dire menzogne ​​invece di verità; poiché lo Spirito Santo, operando sempre attraverso i fedeli Padri e maestri della Chiesa, la protegge da ogni errore". Quanto alla pienezza dell'intera Chiesa ortodossa, possiamo dire che ha sempre considerato gli scismatici ucraini privi di grazia. E il fatto che alcuni vescovi, compresi dei patriarchi, abbiano cambiato questa opinione non toglie nulla al fatto che la Chiesa continui a considerare gli scismatici come impostori non canonici. Questo si può sostenere, sia perché la maggioranza delle Chiese locali non ha cambiato le proprie menti, sia perché i motivi secondo i quali la Chiesa riconosceva gli scismatici come non canonici non sono cambiati affatto.

Da scomunicati dalla Chiesa, non si può diventare membri della Chiesa se non attraverso il pentimento. La Chiesa semplicemente non conosce altre soluzioni alternative, indipendentemente da ciò che dice il patriarca Bartolomeo. Ma gli scismatici ucraini non solo non hanno intenzione di pentirsi e ricongiungersi con la Chiesa, ma invitano anche i membri della Chiesa... a unirsi a loro, scismatici: "Ma noi eravamo e siamo canonici e chiediamo loro (ai figli fedeli della Chiesa ortodossa ucraina, ndc): Tornate all'ovile della vostra Chiesa canonica ortodossa locale dell'Ucraina". Cioè, in sostanza, questo è un appello a tradire la Chiesa e a unirsi allo scisma.

I membri della chiesa di Cristo possono odiare qualcuno?

Ma ancor più dei riferimenti al riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da parte del patriarca di Costantinopoli, la lettera contiene una serie di menzioni di... Mosca:

"...perché i paladini dell'Ortodossia di Mosca sono come loro...";

"...Mosca in Ucraina ha preso il sopravvento, purtroppo...";

"...i sostenitori di Mosca e i figli ingannati da essa...";

"...la Chiesa russa ha servito l'impero...";

"...Gli amanti del potere di Mosca si sono proposti...";

"...la Chiesa di Mosca deve riconoscere...";

"...oggi i moscoviti in Ucraina stanno picchettando...".

Queste citazioni possono essere continuate per molto tempo. Sono tutti volti a suscitare in chi li legge un sentimento di odio per Mosca, per la Chiesa russa e per tutti i figli fedeli della Chiesa ortodossa ucraina. Solo che Cristo ha insegnato in modo diverso. È stato già menzionato sopra come il Signore disse agli apostoli che non sapevano quale spirito li conducesse. Si possono anche citare molti altri passaggi delle Sacre Scritture.

"La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i principati e le potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti " (Ef 6:12). I rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" dicono che è necessario combattere queste "forze spirituali del male"? Dicono che un credente cristiano debba estirpare l'odio dalla sua anima e piantarvi l'amore? No, al contrario, insegnano ai loro aderenti a odiare, ad attaccare e commettere violenze contro i fedeli della Chiesa ortodossa ucraina. E i frutti di tale ideologia sono evidenti: chiese sequestrate, monasteri bruciati, parrocchiani malmenati, preti espulsi insieme alle loro famiglie dalle loro case.

Possiamo fare un confronto: se i vescovi della Chiesa ortodossa ucraina insegnano che anche la costruzione di una chiesa con i propri soldi o il proprio lavoro non garantisce a una persona il raggiungimento del paradiso nell'aldilà, che questo è solo uno strumento sulla via della salvezza, e che questo gesto non aiuterà una persona se questa viola i comandamenti di Dio; invece, i "vescovi" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", direttamente o indirettamente, chiedono il sequestro delle chiese altrui. Se una persona che ha assorbito un'ideologia anticristiana sequestra un luogo di culto, se prende una mazza e fa a pezzi le porte di una chiesa, se scaccia i cristiani che pregano lì da molti anni, quale sarà il suo destino nell'eternità? Un uomo con mazza, tirapugni e spray al peperoncino entrerà nel regno dei cieli?

Forse dovreste farvi queste domande? Dovreste confrontare ciò che dicono i rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" con ciò che dice la Scrittura? O dovreste forse seguire le parole dell'apostolo Paolo: "le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé" (Gal 5: 19-22)?

 

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