mercoledì 16 dicembre 2020

Il capo del Fanar si era vantato di 25 vescovi pronti a passare sotto di lui Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi > Apri la notizia del blog Alla fine di agosto del 2018, ha avuto luogo al Fanar l’estremo tentativo di riconciliazione bilaterale tra i patriarcati di Mosca e di Costantinopoli prima che la disgraziata iniziativa dell’autocefalia ucraina gettasse, ancora una volta nella storia, il mondo ortodosso nel caos. I contenuti di quella riunione (che, a meno di un improbabile dietro-front fanariota, sarà pure ricordata come l’ultimo incontro tra i patriarchi Kirill e Bartolomeo) non sono stati divulgati, ma in una recente intervista il metropolita Ilarion di Volokolamsk ne ha rivelato un dettaglio significativo: il patriarca Bartolomeo era convinto che 25 vescovi (un quarto dell’episcopato ucraino) sarebbero passati sotto la nuova struttura ecclesiale che intendeva fondare. Il patriarca Kirill azzardò che si sarebbe trattato di uno o due vescovi. I fatti hanno confermato chi dei due avesse ragione, e nelle parole del metropolita Ilarion, presente all’incontro, “il patriarca Bartolomeo è stato male informato, in primo luogo, dagli scismatici ucraini, in secondo luogo, dalle autorità ucraine di allora e, in terzo luogo, dai suoi consiglieri incompetenti”.

 

Il metropolita Ilarion (Alfeev) ha parlato del colloquio tra il patriarca di Costantinopoli e il primate della Chiesa ortodossa russa al Fanar nell'agosto 2018.

Il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli era convinto che 25 vescovi della Chiesa ortodossa ucraina fossero pronti per entrare a far parte della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Lo ha affermato il capo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, il metropolita Ilarion (Alfeev) di Volokolamsk in un'intervista al quotidiano greco Kathimerini, il cui testo è stato pubblicato sul sito del Dipartimento.

Il metropolita ha ricordato che nell'agosto 2018, quando il primate della Chiesa ortodossa russa è arrivato a Costantinopoli per un incontro personale con il patriarca Bartolomeo, "hanno parlato per più di due ore", in particolare, sulla situazione in Ucraina.

"Ero presente a quest'incontro, in cui il patriarca Kirill ha comunicato al suo interlocutore la situazione reale", ha aggiunto il capo del Dipartimento. "Il patriarca Bartolomeo è stato male informato, in primo luogo, dagli scismatici ucraini, in secondo luogo, dalle autorità ucraine di allora e, in terzo luogo, dai suoi consiglieri incompetenti".

Secondo il metropolita, il capo del Fanar era sicuro che non appena avesse firmato il "tomos d'autocefalia", molti vescovi della Chiesa ortodossa ucraina sarebbero stati pronti a unirsi alla nuova "chiesa".

"Il patriarca Bartolomeo ci ha detto che, secondo le loro informazioni, 25 vescovi erano pronti a farlo", ha detto il metropolita Ilarion. "E il patriarca Kirill gli ha risposto che uno o due potevano fare quuesto passaggio. In effetti, su quasi cento vescovi, solo due – un vescovo diocesano e un vescovo vicario – si sono trasferiti in questa cosiddetta chiesa creata dai gruppi separatisti".

Ha sottolineato che la Chiesa ortodossa ucraina, che ora ha più di 100 vescovi, "era ed è tuttora una Chiesa enorme", in cui l'episcopato, il clero e i laici "rappresentano una comunità molto unita" che non è disposta a entrare a far parte di una "chiesa" nominalmente autocefala creata sulla base di strutture scismatiche.

Ricorderemo che, in precedenza, il metropolita Ilarion ha fatto riferimento alle dichiarazioni del capo del Fanar che tollera la presenza in Ucraina della Chiesa ortodossa ucraina e del suo primate il metropolita Onufrij "per condiscendenza" come a una cosa assurda.

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