Visto nei fatti la silenziosa scomparsa sempre più evidente della tradizione religiosa (bizantina) degli Arbëreshë a favore di un processo di forte accelerazione verso la latinizzazione e di sempre più sottomissione all’obbedienza papale, pubblichiamo, per gentile concessione della rivista arbëreshë di Makij (Macchia Albanese) l’intervento del papàs Demetrio Braile (allora sacerdote della comunità arbëreshë di Santa Sofia d’Epiro) o per meglio dire la sua Relazione del 29 agosto 2003, durante i lavori del Sinodo Intereparchiale della Diocesi Arbëreshë di Lungro (in San Cosmo Albanese) in presenza dell’allora vescovo Ercole Lupinacci, del vicario vescovile, dei sacerdoti e fedeli provenienti dalle varie parrocchie componenti la diocesi. Con grande coraggio e rispetto dovuto al popolo di Dio leggeva la seguente:
di p. Demetrio Braile
Relazione circa la Consultazione delle Bozze
per il Sinodo Intereparchiale.
di p. Demetrio Braile
<< Sembra che la nostra Diocesi abbia ricevuto una speciale missione che è quella di fare Sinodi e Intersinodi legiferando con norme e decreti, i quali non so che effetto hanno sul popolo di dio e sul clero stesso! Sono passati ben 7 anni dal 1996, ma se andiamo più indietro saranno forse 15 anni che tra Acquaformosa [1] e San Cosmo Albanese ripetiamo le stesse cose facendo solo belle parole! Dico questo perché il miglior giudice “nostro” è il popolo di Dio, il quale capta e capisce se nelle parrocchie c’è un lavoro serio, ordinato e preciso in comunione d’intenti e di voleri con la Diocesi tutta. Il popolo capta e rimane disorientato dal disordine liturgico e pastorale che c’è in giro! Tanta gente lamentandosi mi ha detto: “Ju Zotra bëni vet fiala!” (Voi sacerdoti fate solo parole).
Da questo mi viene spontaneo pensare dire che il Sinodo Diocesano non ha portato alcun rinnovamento sia nell’ambito liturgico, sia nell’ambito pastorale (da 6 anni che sono prete non ho mai visto un piano pastorale: Icone, Parola di Dio, Sacramenti, Spiritualità, liturgia, ecc…), come non ho mai sentito parlare di una pastorale giovanile seria e precisa. Cosa facciamo per la gioventù?
Se dico questo è perché ne ho le prove: solo alcuni preti vengono presi di mira e bersagliati con lettere, mentre in parrocchie dove i vespri della domenica e delle feste, normalmente vengono omessi o peggio ancora quando in coincidenza con le grandi feste Dispotiche e Theomitoriche si fanno Messe funebri. Non c’è potenza di preghiera! Non c’è spirito ortodosso! (Il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, in una intervista, parlando delle comunità uniate, giustamente dice che si tratta solo di osservanza ritualistica!).
Non si prende nessun provvedimento (catechesi, battesimo, matrimonio, lettura del Vangelo), tutto tace, tanto arriva il Sinodo Intereparchiale e ci mette a posto! (voglio ricordare a tutti l’opera di padre C. e padre A., prodromi della Liturgia Ortodossa in Diocesi). Se noi preti non ci diamo una regolata di quel che vogliamo fare uniformemente e in comunione d’intenti e di voleri, la situazione non cambierà mai, siamo bravi a parole di parlare di comunione e di amore, ma nella pratica viviamo in tutt’altro modo. Non c’è fraternità tra preti, non c’è fraternità tra Vescovo e Preti (vedi per esempio padre C. e padre V.)
e la mancata fraternità porta ad andare a “pesca” di preti nell’est-europeo per rimpiazzare i “buchi”!.
La nostra salvezza, il nostro tesoro da custodire è la Liturgia, la Parola, la Catechesi. Se non mettiamo
al primo posto queste tre cose, tutto quello che cerchiamo di organizzare e fare risulta sterile ed inefficace per il bene delle anime. I nostri antenati e Padri Arbëreshë, parlo di quelli dell’esodo biblico sbarcati nel XV secolo erano ortodossi: altro che il Concilio di Firenze che risulta un falso storico e una falsa unione!. I nostri Padri ci hanno consegnato questi tesori in un unico tesoro: la Liturgia. So benissimo cosa evoca e provoca questa parola Ortodossi-Ortodossia, ma non posso e non dobbiamo fare come lo struzzo, che nasconde la testa sotto la sabbia per non vedere e non sentire, quello che ormai tutti vedono e tutti benissimo sentono, perché forse disturbatore del quieto vivere della vita insipida dei nostri tempi, senza cioè quel “sale” che cristianamente parlando da sapore alla nostra vita, che cristiana voglia dirsi! Quel che ho detto non è farina del mio sacco, riporto quanto è stato scritto dal nostro amato e compianto papà Sepa (Giuseppe Ferrari), testimone autentico della verità storica sugli Arbëreshë, sulla loro fede e sulla loro vera identità religiosa. Quindi ortodossi quello che eravamo e “cattolici di rito greco” quello che nel corso dei 500 anni siamo diventati. Gli ortodossi seri e competenti fanno distinzione tra le Chiese “Uniate” e la “Chiesa Arbëreshë”; in quanto non viene messa alla pari di tutte le Chiese Uniate! Speriamo di mantenere alto questo vanto e di non metterlo sotto i piedi con il nostro agire e parlare da “Uniati”.
Dopo questo preambolo veniamo all’InterSinodo, la consultazione è iniziata con la Grande Quaresima coinvolgendo più famiglie possibili, esponendo loro quelle Bozze che riguardano le Catechesi, la Liturgia e la Mistagogia. Il metodo che si è usato è partire dall’esperienza (forse la parrocchia di Santa Sofia d’Epiro è una delle poche, in cui si è curato bene il primato della Parola e della Liturgia), io peccatore indegno ho cercato di valorizzare al massimo e dare il primato assoluto alla Parola-Catechesi-Mistagogia e alla vita Liturgica autentica, e quindi non “ritualistica”. In sostanza il popolo di Santa Sofia d’Epiro è ben disposto e accoglie tutto ciò che è positivo e bello! Si, e ben venga la Catechesi sul Vangelo, gli incontri biblici (noi lo facciamo da ben 5 anni); Si, alla preparazione per il Battesimo e il Matrimonio. Questo Sinodo deve assolutamente portare:
1. L’Uniformita liturgica;
2. Le Quaresime in tutte le parrocchie, altrimenti è un fallimento;
3. Battesimo per immersione;
4. Cresima e Comunione;
5. Fidanzamento e Incoronazione non separati, ma in un’unica celebrazione.
Questo Sinodo deve dare inoltre norme chiare e precise sulle pratiche latine, le quali non fanno parte della nostra Tradizione. Per esempio:
1. Il Corpus Domini;
2. Il Rosario;
3. Il Mese di Maggio;
4. Il sacro Cuore di Gesù e Maria.
Le suddette pratiche devono essere spiegate e il Sinodo, massima autorità, deciderà in merito! Se non avverrà ciò che è stato citato e non ci saranno dei cambiamenti allora, altro fallimento! Si, alla sostituzione delle statue con le ICONE, noi la stiamo attuando per esempio in contrada Gaudio, in Santa Sofia d’Epiro!
Qui finisce il mio intervento. Da parte mia, per concludere, mi permetto di aggiungere un adagio tanto amato sia dai Padri antichi che dai Padri moderni, caro a tutta la Tradizione Cattolica-Ortodossa, ripetendo le parole di san Paolo: “Dite la verità nell’amore perché l’amore si compiace della Verità”. Forse o di certo, mi si contesterà e mi si rimprovererà di parlare con poco amore, ma mi chiedo e chiedo a voi, popolo cristiano “crocifisso”, Chiesa “uscita dal sangue e acqua del costato di Cristo”, Chiesa di Lungro, “Nuova Eva” è amore mentire? E’ amore, come ci amano ricordare i Padri parlare con linguaggio “doppio e mellifluo”? Non credo! Credo anzi che il più grande atto di carità sia dire la Verità!
Solo così, ossia trasformando gli incontri tra credenti nel Cristo, da diplomazia dello “sbaciucchiamento” a confronto per il “Pentimento”, alla luce della testimonianza degli Apostoli, dei Padri Divini, solo così metteremo insieme qualcosa di positivo; altrimenti faremo solo molto chiacchiere, a discapito della salvezza delle Anime, le quali attendono da questa Diocesi il cibo “Epusion”, e non parole ma fatti!!! Grazie! >> [2]
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